Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Infrastrutture: Regioni su intesa allegato 7° DPEF 2010-2013, insediamenti produttivi strategici

giovedì 29 ottobre 2009


in allegato il documento in formato pdf

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

09/072/CU/C4

INTESA SULL’ALLEGATO "INFRASTRUTTURE" AL 7° DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA-FINANZIARIA 2010-2013 “PROGRAMMARE IL TERRITORIO LE INFRASTRUTTURE LE RISORSE”, CONCERNENTE LE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE E GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI STRATEGICI E DI PREMINENTE INTERESSE NAZIONALE, DA REALIZZARE PER LA MODERNIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL PAESE. (LEGGE OBIETTIVO)

Punto 33 – Elenco B) O.d.g. Conferenza Unificata

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Osserva preliminarmente che

L’Allegato “Infrastrutture” individua in premessa quattro aree programmatiche:

 Opere rientranti nel Piano delle infrastrutture strategiche avviate e la percentuale

di avanzamento programmatico

 Opere rientranti nel Piano delle infrastrutture strategiche di cui si dispone solo

della apposita delibera del CIPE

 Opere rientranti nel Piano delle infrastrutture strategiche non sottoposte ancora

al CIPE ed in corso di istruttoria presso la Struttura tecnica di missione del

Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti

 Opere proposte dalle Regioni ed inserite nelle Intese Generali Quadro

con ciò prospettando una distinzione tra:

1. ciò che programmaticamente è ormai avviato e su cui è solo necessario

monitorare la evoluzione e l’avanzamento delle opere;

2. da ciò che, invece, è nella fase istruttoria;

3. e da ciò che, infine, è ancora nella fase della proposta programmatica.

Un’attenzione tutta particolare viene riposta su quattro aree tematiche: il Mezzogiorno,

l’Emergenza Abruzzo, il Piano Energetico, l’Expo 2015.

Per quanto riguarda il Mezzogiorno viene rappresentata l’esigenza di destinare

l’attenzione a due ordini di interventi:

 un intervento di tipo programmatico che coordini e imponga l’aggiornamento

nell’area dei piani di investimento;

 un secondo intervento di tipo più operativo con l’attribuzione di risorse.

Per quanto riguarda il Nuovo Piano energetico nazionale, nell’evidenziare che

“l’incidenza del trasporto sulla bilancia energetica supera ormai il 40% e [che] tale dato

impone un immediato approccio responsabile finalizzato alla ottimizzazione dell’uso

delle varie modalità di trasporto”, si conclude con l’affermazione che “per poter

attuare una politica di autonomia energetica occorre agire nel settore dei trasporti

con l’eliminazione della congestioni stradali e autostradali attraverso il rilancio

della ferrovia e dell’alta velocità, mediante la promozione dell’uso dei trasporti

pubblici nelle città ed infine tramite il potenziamento del trasporto marittimo”.

Il capitolo 3 del Documento “Infrastrutture, Legge Obiettivo e CIPE” traccia

in primo luogo il Quadro delle opere avviate e del loro avanzamento programmatico.

Sempre il Capitolo 3 rappresenta il Quadro delle opere che rientrano nel Piano delle

infrastrutture strategiche non ancora sottoposte al CIPE ma in corso di istruttoria presso

la struttura tecnica di missione del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il capitolo 4 del Documento “La manovra triennale, l’uso dei fondi FAS, le

risorse a disposizione” rileva come l’Allegato Infrastrutture al DPEF 2009-2011

indicava una esigenza finanziaria di 44 miliardi di euro ed un contributo pubblico nel

triennio di 14 miliardi di euro, ripartito in 4 miliardi nel 2009, 5 miliardi nel 2010, 5

miliardi nel 2011.

Le note vicende sulla indisponibilità di risorse ha generato il ricorso ai fondi FAS e il

CIPE con la delibera 112/2008 assegnava al Fondo Infrastrutture risorse di origine

FAS per 7.356 milioni di euro. Nella successiva rimodulazione dei fondi FAS il CIPE

con delibera del 6 marzo 2009 assegnava al Fondo Infrastrutture ulteriori 5.000 milioni

di euro. Dei complessivi 12.356 milioni di provenienza FAS 5.220 milioni venivano

riservati all’Edilizia scolastica (1.000 milioni), all’Edilizia carceraria (220 milioni),

all’adeguamento prezzi del materiale da costruzione (900 milioni), alla società Tirrenia

(390 milioni), ai contratti per i servizi ferroviari regionali di Trenitalia (1.440 milioni),

ai servizi ferroviari di media lunga percorrenza (330 milioni), ad investimenti del

gruppo FS (960 milioni). Per il Fondo Infrastrutture residuano pertanto 7.136 milioni di

euro, che diventano, in forza della riassegnazione di 460 milioni per investimenti in

infrastrutture ferroviarie del gruppo FS (art.25 della legge n.2/2009), definitivamente

7.596 milioni di euro. Tale quota, nel rispetto dell’art.6 quinquies della legge

n.133/2008, va ripartito nella misura 15% - 85% tra regioni del centro nord e regioni del

sud.

Nella seduta del 26 giugno 2009 il CIPE ha definito il “Quadro Fonti impieghi”,

riconfermando per il triennio 2009-2011 la dotazione del Fondo Infrastrutture per 14

miliardi ( 9,6 miliardi nel 2009, 1 miliardo nel 2010, 3,4 miliardi nel 2011). Ciò è stato

però reso possibile grazie all’attingimento di risorse per il 2009 dai Fondi FAS nella

misura di 7,6 miliardi, disponendo di soli 2 miliardi ex legge obiettivo. Per il triennio

2010-2012 la dotazione si riduce a soli 9,4 miliardi ( 1 miliardo nel 2010, 3,4 miliardi

nel 2011, 5 miliardi nel 2012).

Per completezza vengono altresì riportate le previsioni finanziarie espresse negli atti

contrattuali in essere con ANAS e Rfi nel triennio 2010-2012, che risultano pari per

ciascun anno del triennio a 1.660 milioni di euro per ANAS e a 9.756 milioni di euro

(3.654 nel 2010, 3.221 nel 2011, 2.881 nel 2012) per Rfi.

Il documento riporta quindi il Quadro di dettaglio degli interventi coperti dal Fondo

infrastrutture così come definito dalla delibera CIPE del 6 marzo 2009.

Il capitolo 5 è riservato alla “programmazione compiuta e alla necessità di una

programmazione complementare”.

Esso contiene una tabella (tab. 13) in cui è riportato l’Aggiornamento delle opere

indicate dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni attraverso l’Allegato Infrastrutture al

DPEF 2009-2011.

Contiene, altresì, una tabella (tab. 14) in cui è riportato l’Aggiornamento inserito

all’interno dello schema della delibera CIPE n.121/2001 conseguente alle indicazioni

programmatiche del CIPE del 6 marzo 2009, approvate nella seduta del 26 giugno 2009.

Il capitolo 6 dedica un paragrafo alla mobilità nell’urbano, giudicata una

emergenza grave per la crescita e lo sviluppo del Paese. Dopo una sintetica analisi

conclude che “La Conferenza Stato Regioni e Unificata può diventare la sede in cui

identificare un Piano organico attraverso cui superare, nell’arco di un quinquennio, il

forte indebitamento accumulato. Definendo caso per caso gli strumenti da utilizzare per

effettuare il risanamento gestionale delle Aziende e identificando un Fondo rotativo

capace di supportare in modo adeguato il rinnovo del materiale rotabile su gomma

ridimensionando così l’attuale elevato tasso di inquinamento atmosferico”.

Dall’analisi e dalla valutazione dei singoli capitoli e delle tabelle allegate

A. Le Regioni rilevano che l’Allegato Infrastrutture, che dovrebbe fornire elementi

utili alla programmazione pluriennale, purtroppo non fornisce indicazioni né

precise, né chiare, e con ciò non consente di costruire un piano programmatico

certo degli interventi. Tale aspetto negativo ha riflessi anche sulla pianificazione

della allocazione delle risorse regionali proprie (FAS, risorse comunitarie, etc.)

destinate ad integrare le risorse statali.

B. Le Regioni chiedono che, in considerazione della sottrazione dai fondi FAS di

12,356 miliardi, dei quali, dopo le destinazioni a vario titolo, soltanto 7,6 miliardi

sono stati assegnati al Fondo Infrastrutture per l’anno 2009, e in considerazione

che le risorse appostate nel triennio di riferimento 2010-2012 (complessivamente

9,4 miliardi di euro) sono estremamente limitate consentendo quindi di attivare un

numero piuttosto ridotto di interventi, siano rese immediatamente disponibili le

risorse dei FAS regionali, già significativamente ridotte, e siano resi noti i tiraggi

di cassa consentiti. Ciò consentirebbe almeno di poter avviare quelle opere che le

Regioni hanno programmato di finanziare con i FAS.

C. Le Regioni evidenziano ulteriormente come in siffatto contesto di grandi incertezze

e di grande difficoltà a costruire una programmazione affidabile si inserisce il

vincolo fortemente limitativo della spesa ammissibile generato dal patto di

stabilità. Le Regioni sostengono che tale vincolo, soprattutto in un periodo di

recessione quale quello attuale, non è assolutamente accettabile nell’area degli

investimenti per cui va rapidamente risolta la questione con il Ministero

dell’Economia e delle Finanze.

D. Altro elemento che le Regioni considerano fortemente condizionante ai fini della

formulazione dell’intesa è il rilievo che le opere e le priorità inserite negli Accordi

integrativi dell’Intesa Istituzionale Quadro del 2001 sono stati sostanzialmente

ignorate per cui richiedono una significativa revisione al riguardo.

E. Certamente le Regioni concordano sulla opportunità/necessità di identificare un

Piano organico sul trasporto pubblico locale così come concordano sulla proposta

che la sede sia la Conferenza Stato Regioni ed Unificata, ma ritengono che il Piano

debba avere maggiore respiro, che interessi l’intero comparto del trasporto pubblico

locale e regionale, sia il ferro che la gomma, e si preoccupi non solo di sostenere il

risanamento gestionale ed economico delle imprese su ferro e su gomma ma anche

e soprattutto lo sviluppo dei servizi e, di conseguenza, il potenziamento e

l’ammodernamento del materiale rotabile su ferro e su gomma. Da tempo le

Regioni stanno proponendo l’adozione di un piano straordinario decennale dotato di

un fondo speciale rotativo per il trasporto pubblico locale, per affrontare finalmente

in modo organico e strutturale la grande “emergenza” del settore, compreso il tema

delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa, che non può più essere

subordinato agli occasionali e spesso insufficienti rifinanziamenti della Legge 211.

F. Un rilievo ulteriore le Regioni sentono di dover muovere, accompagnato da una

proposta: la modesta disponibilità di risorse induce ad individuare meccanismi

diversi nelle procedure di spesa. Il meccanismo vigente ha in sé la tara dei residui

passivi, congelando risorse, anche cospicue, su interventi che magari avanzano

lentamente o addirittura subiscono blocchi temporali anche significativi. Va

introdotto un meccanismo diverso, magari un Fondo unico rotativo, che alimenti in

modo dinamico i singoli interventi in rapporto allo stato di avanzamento di

ciascuno.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime l’intesa a

condizione che il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub

D), modificando conseguentemente l’Allegato “Infrastrutture”.

La Conferenza chiede inoltre che:

i. Il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub A)

modificando conseguentemente l’Allegato Infrastrutture;

ii. Il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub E), apportando

le necessarie modifiche normative entro il 2009;

iii. Il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub F) ed attuarla

in occasione della prossima manovra di finanza pubblica.

iv. Il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub B) ed attuarla

in occasione della prossima manovra di finanza pubblica;

v. Il Governo si impegni formalmente ad accogliere l’osservazione sub C), ed attuarla

in occasione della prossima manovra di finanza pubblica.

Roma, 29 ottobre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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