Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Mercato immobiliare: posizione per indagine conmoscitiva Camera

giovedì 22 ottobre 2009


in allegato il documento in formato pdf

 

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

09/068/CR/C4

DOCUMENTO IN MERITO ALL' INDAGINE CONOSCITIVA SUL

MERCATO IMMOBILIARE PROMOSSA DALLA COMMISSIONE

AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI l)UBBLICI DELLA CAMERA DEI

DEPUTATI

La questione abitativa è tornata ad essere, in questi ultimi anm, una vera e propna

emergenza che investe tutto il Paese.

Infatti, sopmttutto nelle gmndi città, sono sempre più numerose le famiglie che

incontrano estrema cliiTìcoltà nell'individuare una soluzione alloggiativa compatibile

con la propria condizione economica.

Questa situazione di criticità non investe ormai, come in passato, solo le categorie

emarginate, quali i disoccupati o i lavoratori precari, ma anche le "nuove povertà",

ovvero le famiglie monoreddito che si rivolgono al mercato privato clelia locazione

chiedendo offerte economicamente sostenibili,

Inoltre, la clomanda "di prima casa" ha subito un incremento a causa di altri fattori: la

maggiore mobilità nel mercato del lavoro, la continua riduzione delle dimensioni medie

delle famiglie italiane, e, quindi, la consistente presenza di nuclei composti da una sola

persona, nonchè l'accelerazione dei !lussi migratori, che sta esercitando una forte

pressione sul mercato dellc locazioni a canone sociale e moderato.

Infine, sono emersi nuovi bisogni alloggiativi, espressi da particolari categorie sociali,

quali anziani e studenti,

In particolare per gli anziani, come del resto per i portatori di handicap, è necessario

realizzare sia residenze con peculiari caratteristiche, sia ricercare possibili soluzioni

alternative che consentano la permanenza nell'alloggio di residenza combinata con

l'orme di assistenza domiciliare.

l'cr gli stuelenti universital'i, fortemente presenti in alcune città, è necessario intervenire

sia con azioni di controllo sullc locazioni private sia con la realizzazione di alloggi

tipologicamente adeguati, utilizzando al meglio le strutture edilizie esistenti, anche nei

centri storici.

Queste crescenti esigenze possono essere soddisfatte dal sostegno pubblico, che,

tuttavia, non è più in grado di fornire risposte adeguate, essenzialmente a causa clelia

drastica riduzione delle risorse finanziarie impegnate e, di conseguenza, della l'Orte

climi nuzione dell' offerta di alloggi soci al i.

Per circa venti anni, elal 1978 al 1998, il settore ha beneficiato di un !lusso costante di

lìnanziamenti, che ha consentito cii realizzare un consistente patrimonio, sia di edilizia

sociale che agevolata, con il quale si è dato un contributo determinante alla ricluzione

del l'abbisogno abitativo.

Sono state costruite molte nuove abitazioni a canone sociale, è stata effettuata una

costante manutenzione del patrimonio già esistente, sono stati realizzati programmi di

riqualil'icazione urbana, specie nei centri storici, e si è potuto sostenere, con mutui

agevolati, l'acquisto da parte elei privati della prima abitazione realizzata da imprese e

cooperative.

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Dal 1998, in ambigua concomitanza col tmsferimento di competenze alle Regioni

operato dal D Lgsl. 112/98, è cessata la principale fonte di finanziamento delle politiche

per la casa, il prelievo Gescal dalla busta paga dei lavoratori dipendenti, e tale

circostanza è stata l'inizio di una crisi profonda per il settore, che da allora non è stato

piil oggetto di una programmazione organica, ma esclusivamente di sporadici e

li'ammentari interventi.

Per questo motivo le Regioni si sono più volte impegnate a realizzare una forte azione

politica Jjnalizzata ad aprire un costruttivo confronto con l'Amministrazione statale, al

l-i ne cii poter alhontare e risolvere congiuntamente gli aspetti più urgenti del problema e

poter individuare le modalità per ripristinare un canale di finanziamenti statali certi e

costanti, pari almeno al ,l miliardi di euro l'anno, corrispondenti alla media di quanto è

stato assegnato neltriennioI995-97.

Segnali positivi in tal senso erano stati evidenziati con l'approvazione della Legge 9/07,

che, PUI' nella indeterminatezza di azioni di rilancio del settore evidenziate dalle regioni,

prevedeva comunque la convocazione di lIn "Tavolo di concertazione sulle politiche

abitative", propedeutico alla predisposizione di un Programma nazionale, con il quale

dovevano essere delineati gli obiettivi e gli indirizzi di carattere generale, le proposte

normative in materia flscale, l'individuazione delle possibili misure dirette a favorire la

continuità della cooperazione tm Stato, Regioni ed enti locali, nonchè la stima delle

risorse finanziarie.

Nel documento preparatorio all'avvio dei lavori del Tavolo, approvato dalla Conferenza

Stato-Regioni in data 29.3.2007, venivano individuati alcuni elementi che potevano

divenire i contenuti qualitìcanti di lIna programmazione nazionale, concordata con le

Regioni:

:.- il rilancio del mercato delle locazioni, prevedendo, tra l'altro, nuove

agevolazioni liscali per rendere più appetibile la stipula dei contratti a canone

concordato;

:.- la ripresa degli interventi pubblici di edilizia sociale, al flne di ampliare il

patrimonio a disposizione da assegnare alle I~,miglie in condizioni di bisogno;

:.- la revisione complessiva delle tematiche fiscali strettamente connesse con la

""casa";

:.- l'incremento della dotazione finanziaria per il Fondo nazionale per l'a[fitto di

cui all'art. I I dclla legge 431/98;

:.- il raccordo tra le politiche abitative e quelle per la città, per supemre il degrado

dei quartieri;

:.- l'approfondimento delle conoscenze del 1~1bbisogno abitativo, dei nuovi

fenomeni in atto e degli effetti prodotti da norme e programmi d'intervento,

rilanciando il progetto di "Osservatorio nazionale sulla condizione abitativa"

quale sintesi e raccordo degli "Osservatori regionali".

I temi focalizzati nel documento ripresi nella relazione finale del Tavolo, sono ancora

attuali e possono costituire la base per sviluppare il conlì'onto, nel rispetto clei ruoli

costituzionalmente garantiti, che devono vedere lo Stato sempre più ispiratore di

politiche generali e le Regioni competenti acl emanare leggi e predisporre programmi

che làvoriscano l'orme di intervento sempre più rispondenti ai bisogni territoriali e

sociali specifici. Per questo motivo è stato visto positivamente l'accorcio siglato tra il

Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Presidente clelia Conferenza delle Regioni in

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data 1.10.2008, con il quale si era concordato di altivare un tavolo per la clefinizione e la

gestione ciel "Piano casa", accorcio che, purtroppo, sino acl oggi non ha avuto alcun

segui to.

B' evidente che una strategia organica destinata alla politica per la casa rappresenta

ormai una vera e propria priorità nazionale, affinché il sistema pubblico non continui a

fornire solo risposte episodiche, proceclenclo con interventi isolati e disomogenei, senza

prospeltive di lungo respiro e soprattulto non distolga per altri scopi le poche risorse che

occasionai mente vengono messe a disposizione.

A tale proposito è opportuno ricordare quanto avvenuto con il fondo di 550 milioni cii

eul"O stanziati col D. L. 159/07, destinato alla p,'edisposizione cii un "Programma

straordinario di interventi cii edilizia sociale".

L'opportunità era stata ritenuta valida anche dal Tavolo di confronto tra istituzioni,

forze economiche e sociali di cui alla legge 9, in quanto, in breve tempo, si sarebbero

potuti realizzare circa 12.000 nuovi alloggi in locazione a canone sociale.

Gli interventi previsti dovevano essere rapidamente cantierabili ed avevano la I1nalità di

incrementare il patrimonio pubblico a disposizione per fornire una soluzione

alloggiativa ai bisogni dei nuclei familiari colpiti da stÌ"alto e socialmente deboli.

Il programma è stato appl"Ovato e, in molti casi, sono iniziati i lavori, ma, nel frattempo,

con la legge 133/08, la rclativa dotazione I1nanziaria è stata "requisita" e clestinata ad un

nuovo Piano casa nazionale, previsto dall'art. '11 della stessa legge.

A seguito ciel contenzioso aperto dalle Regioni, il Programma straordinario è stato poi

ril1nanziato, per ora con risorse più che dimezzate (200 milioni di euro) e, quincli, con

evidenti notevoli problemi, legati alla necessità di selezionare esclusivamente gli

interventi più urgenti, pur con l'impegno ribadito dal CIPE di ripristinare nel 20 IO

l' origi na rio stanzi amento.

In questo quadro, anche il "Piano casa" della legge 133/08 si rivela insufticiente In

CJuanto:

>- non rappresenta un intervento pubblico cii medio periodo, che individui, a

seguito di approfondite valutazioni, gli obieltivi più necessari da raggiungere;

>- dovrebbe essere Ilnanziato con risorse economiche di gran lunga piil

consistenti di CJuelle previste;

>- non si impegna in una politica urbanistica che consenta di reperire aree

edillcabili a costi compatibili per la locazione a canone sociale, bensi sembra

favorire intel'venti in project Ilnancing che solo in palie possono soddisfare la

realizzazione di "alloggi sociali" ai sensi del D.M. dell'aprile 2008 e che

sovente presuppongono interventi non conformi alle previsioni dei PRG;

>- si afllda prevalentemente al partenariato pubblico-privato per la realizzazione

degli interventi in locazione a canone moderato, ma non stanzia risorse statali

per incrementare il patrimonio abitativo pubblico da destinare alle diverse

forme di locazione, in particolare a quella a canone sociale (intervento che, al

contrario, è slalo da sempre considerato dalle Regioni come prioritario);

>- non prevede l'utilizzo dello strumentoliscale quale possibile canale cii

finanziamento per alimentare le politiche abitative, almeno per la parte che è

rivolta a soddislàre i bisogni minimi essenziali clelle famiglie 111eno abbienti.

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Da valutare con attenzione cci interesse è invece l'introduzione ciel Fondo immobiliare

nazionale e del Sistema integrato con Fondi locali, a cui possono aderire investitori

istituzionali di lungo termine, tinalizzato alla valorizzazione e l'incremento dell'offerta

abitativa in locazione. Una volta delìnita la disciplina e gli obiettivi del Fondo sarà

possibile apprezzarne a pieno le potenzialità.

E' evidente comunque che il Piano della 133/08 non rappresenti la risposta adeguata

alla crisi che il settore della casa e dell'hollsing sociale attraversa. Le Regioni chiedono

un'azione piel incisiva, che affronti alla radice i problemi del bisogno abitativo, da

concertare insieme in sede di Conferenza Unilicata e che si tondi:

);.- sul ripristino cii un canale di finanziamenti certi, da alimentare con continuità,

con il quale poter realizz<lre una soddisfacente programmazione organica e

pluriennale d'interventi da sviluppare nel rispetto delle specifiche competenze;

';> l'incremento del patrimonio di edilizia sociale, l'unico in grado di dare

risposla abitativa alle 1~1miglie più bisognose, da gestire con criteri di

ellicienza ed economicità e secondo i principi del D.M. del 2008;

);.- il dlancio del mercato delle locazioni, prevedendo nuove agevolazioni lìscali

che rendano più appetibile la stipula dei contralti di locazione a canone

concordato;

';> l'incremento clelle risorse per il Fondo nazionale per l'aflìtto di cui all'art. Il

della Legge 431/98, ripristinanclo almeno la dotazione iniziale che è stata

invece gradatamente emsa;

';> il raccordo stretto tra gli interventi per la residenza e quelli per il

miglioramento clelia qualità urbana delle ciltà, anche attraverso il

rafforzamento del partenariato pubblico-privato, allìne di superare le

situazioni di degrado dei quartieri, garantendo anche maggiore sicurezza per i

residenti;

';> la valorizzazione del patrimonio pubblico che svolge funzione sociale

insosliluibile e che deve essere potenzialo nonchè gestilo con crileri di

sostenibilità anche economica ed eventLlallllente alienato secondo le

disposizioni stabilite dalle normalive regionali.

Roma, 22 ottobre 2009

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