Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Regioni su governance programmi cooperazione territoriale

giovedì 18 dicembre 2008


in allegato il documento in formato pdf

 

 

POSIZIONE DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME SULLA GOVERNANCE DEI PROGRAMMI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE TRANSNAZIONALE E INTERREGIONALE

AD AUTORITÀ DI GESTIONE ESTERA

 

 

            La Conferenza delle Regioni e Province Autonome ritiene che la partecipazione delle Regioni e delle Province autonome ai programmi di cooperazione transnazionale e interregionale ad autorità di gestione estera sia pesantemente condizionata dalla mancata attuazione del sistema di governance nazionale e dalla non definizione dei ruoli e delle responsabilità in merito al sistema nazionale di gestione e controllo.

 

            Il sistema di governance definito dal Quadro Strategico Nazionale e dalla Delibera CIPE n. 158/2007 stabilisce, per l’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea, la costituzione di un Gruppo di Coordinamento Strategico, presieduto dal MISE, quale Amministrazione capofila per il FESR e Autorità nazionale di riferimento per la Commissione europea e per gli altri Stati Membri; per i programmi individuati la Delibera stessa stabilisce inoltre l’istituzione di Comitati Nazionali, presieduti dalle Regioni, alle quali è affidato in molti casi anche la responsabilità di gestire il punto di contatto nazionale.

 

            Questo modello di governance, basato sulla collaborazione Stato-Regioni e Province Autonome, è finalizzato a rafforzare la partecipazione italiana ai programmi più complessi e strategici dove l’attribuzione delle risorse avviene su base competitiva. Tale modello deriva inoltre dalla necessità di garantire un forte coordinamento nazionale e sinergico nell’attuazione di programmi tutti con Autorità di Gestione estera.

 

            La mancata costituzione del Gruppo di Coordinamento Strategico, che non si riunisce neppure informalmente da quasi un anno, ha impedito anche la costituzione dei Comitati Nazionali. Nel frattempo, poiché la fase di attuazione dei programmi è pienamente in corso, le Regioni designate alla Presidenza dei Comitati Nazionali hanno comunque garantito l’operatività dei punti di contatto nazionale e dei Comitati e la partecipazione ai Comitati di Sorveglianza, con tutte le gravose attività e responsabilità che ciò comporta, in modo informale e in assenza di un coordinamento nazionale dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale.

 

            In questo quadro si inserisce la gravissima situazione derivante dalla mancata descrizione del sistema di controllo (art. 71 del Reg. 1083/2006), che pone l’Italia, unico Paese in Europa, in posizione di mora.

 

            La mancata attuazione del sistema di governance nazionale e i ritardi accumulati nel dare attuazione agli adempimenti previsti dai Regolamenti comunitari in merito ai sistemi di gestione e controllo penalizza fortemente l’Italia nei confronti degli altri Paesi in quanto:

·         i partners italiani partecipano a molti dei progetti approvati, ma non possono rendicontare le spese sostenute. Nel caso in cui un soggetto italiano sia capofila, l’impossibilità della rendicontazione riguarda l’intero partenariato con rischio di decurtazione di fondi al progetto – anche a carico di partners di altri Paesi – e di mancato rispetto degli impegni contrattuali assunti con i partners. Ne consegue che il partenariato italiano è percepito come inaffidabile da parte degli altri Paesi, con evidenti ripercussioni sulla costruzione di futuri partenariati e progetti nei bandi di prossima apertura;

·         questa inaffidabilità si manifesta anche sui tavoli transnazionali dei Comitati di Sorveglianza dei programmi, indebolendo l’autorevolezza della delegazione italiana; si rammenta che l’Italia, non avendo sciolto i nodi relativi agli organismi responsabili dei controlli di primo livello e dei recuperi delle somme indebitamente erogate, nonché della rappresentanza nei Gruppi di Controllori di supporto alle Autorità di Audit dei programmi, non ha ancora sottoscritto gli Accordi previsti tra gli Stati Membri e le Autorità di Gestione;

·         la mancata attuazione del modello di governance, che dovrebbe assumere la concertazione e la chiarezza dei ruoli quale base per la definizione della posizione italiana da portare sui tavoli transnazionali determina una situazione di indeterminatezza dei procedimenti, sia a livello nazionale, sia in seno ai Comitati di Sorveglianza e più in generale in ambito transnazionale, in merito a tutte le questioni dove la responsabilità nazionale è richiamata.

 

            La Conferenza evidenzia inoltre come spesso il “sistema Paese” si presenti ai Tavoli di cooperazione senza una posizione nazionale condivisa preliminarmente tra Stato e Regioni, facendo prevalere logiche di rappresentanza, piuttosto che il concreto confronto su contenuti programmatici e operativi.

 

            Di fronte al quadro delineato, le Regioni e le Province autonome ritengono urgente, al fine di superare l’attuale situazione di impasse:

 

1.      dare piena attuazione al sistema di governance previsto dal QSN e dalla Delibera CIPE 158/2007, anche pervenendo ad una nuova intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni per definire chiaramente i ruoli delle Amministrazioni nazionali e regionali e procedendo a dare dignità formale agli organismi di governance previsti;

2.      sanare la grave situazione di ritardo nella definizione del sistema di gestione e controllo, permettendo così all’Italia di partecipare a pieno titolo ai programmi, con particolare riferimento alla necessità di designare l’organismo nazionale responsabile del sistema, al fine di ottemperare alle disposizioni regolamentari e di non rallentare l’avanzamento dei progetti.

 

            Considerata l’urgenza della situazione, la Conferenza chiede al Governo di aprire in tempi rapidi un tavolo di confronto per trovare una soluzione condivisa ai problemi evidenziati.

 

Roma, 18 dicembre 2008.

 

181208_governance_coop_territ.pdf