Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Crisi economico- finanziaria: proposte delle Regioni

giovedì 20 novembre 2008


in allegato il documento in formato pdf

 

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONFERENZA UNIFICATA STRAORDINARIA SULLE PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA

 

 

 

 

DOCUMENTO DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma, 20 novembre 2008

 

 


 

Le proposte delle Regioni e delle Province Autonome per fronteggiare

 la crisi economico-finanziaria

 

 

 

La collaborazione istituzionale e progettuale tra Governo centrale, Regioni e sistema delle autonomie, categorie economiche e forze sociali, deve rappresentare il corretto metodo di lavoro per affrontare la grave situazione economico-finanziaria e per sostenere la domanda interna, anche tramite adeguate misure di sostegno all’occupazione.

Le Regioni esprimono forti preoccupazioni in relazione al mancato coinvolgimento del sistema istituzionale territoriale da parte del Governo nella condivisione delle scelte fin qui dallo stesso operate e sulla valutazione dell’impatto che il fenomeno sta avendo sia sull’economia reale e sia sul tessuto sociale del nostro Paese.

Al riguardo, va sottolineata la necessità che venga fornito dal Governo alle Regioni un quadro certo della situazione economica con particolare riferimento alle difficoltà che coinvolgono famiglie e imprese. E’ solo in presenza di dati certi e condivisi che si può pensare di attivare le necessarie sinergie anche sul territorio, che rendano realmente efficace l’intervento pubblico a favore della crescita delle imprese e del sostegno dei redditi. 

La sensazione è che si stia, al contrario, procedendo su strade parallele senza integrare le opportunità di intervento concreto che si stanno già sviluppando sui territori, con il rischio che si determinino sovrapposizioni e fenomeni di spiazzamento che potrebbero rendere inefficaci le iniziative intraprese.

Le Regioni per prime si impegnano a fare sintesi e rendere più convergenti le strategie che sul piano locale si sono già attivate come  risposta immediata alla crisi in atto.

Ma, è altresì necessario che a fronte di questa disponibilità anche il Governo acceda ad un confronto urgente per integrare le misure a livello nazionale e regionale.

In particolare, è urgente affrontare il tema dell’accesso al credito e concertare le possibili misure, anche economiche, che possono essere assunte per consentire di alleggerire la pressione sulle famiglie. Sul primo tema è necessario prevedere il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI,[1] anche a seguito della sua confluenza nel Fondo Finanza di impresa, estendendone la copertura alle imprese artigiane. Tale misura necessariamente deve trovare un adeguato raccordo con gli interventi che le Regioni hanno già attivato per fronteggiare nell’immediato la crisi che ha colpito i diversi territori. Tale iniziativa non dovrà costituire però un alibi per il sistema bancario, ma si dovrà vigilare affinché tali misure, da un lato vadano realmente a vantaggio delle imprese e, dall’altro, costituiscano un’ulteriore occasione di semplificazione e aggregazione del sistema dei Confidi.

Dal lato del sostegno alle famiglie, un primo passo in questa direzione potrebbe essere la previsione di non computare nel calcolo sul patto di stabilità interno gli stanziamenti destinati al sostegno del reddito dei lavoratori espulsi dai processi produttivi. Si tratterebbe, in particolare, dei lavoratori delle PMI, comprese quelle artigiane, del commercio e dell’agricoltura, nonché a favore dei lavoratori atipici, che rappresentano più del 90% della realtà del nostro Paese, destinatari degli ammortizzatori sociali in deroga.

I segnali che invece arrivano dal Governo in alcuni casi vanno in direzione opposta. Indubbiamente i tagli sul FAS e il rallentamento del programma “Industria 2015” sono indicativi di tale contraddizione. Le Regioni ribadiscono che in una situazione recessiva fondamentale è l’adozione di politiche anticicliche, a partire dell’accelerazione degli investimenti che, proprio in tale fase economica, dovrebbero essere maggiormente incentrati su misure di breve periodo.

E’ invece necessario continuare a sostenere la competitività delle nostre imprese e, per farlo in modo virtuoso, è importante lavorare congiuntamente per costruire una piattaforma di interventi condivisi e che consentano un’inversione delle stime sul tasso di crescita. D’altronde, in questi ultimi anni le nostre imprese hanno dimostrato di reagire positivamente dal lato delle esportazioni e in questo frangente è quanto mai opportuno continuare a sostenerne la competitività sui mercati internazionali con azioni coerenti e di sistema.

Nel merito delle iniziative comuni che Governo e Regioni potrebbero da subito mettere in atto, si segnalano alcune priorità:

·         negoziazione in sede europea delle deroghe alle regole comunitarie in materia di aiuti di stato e al patto di stabilità interno, anche con riferimento all’utilizzazione dei Fondi strutturali per interventi a favore dell’occupazione. A livello nazionale, particolare attenzione deve essere riservata al tema della tutela delle forme di lavoro flessibile che molto spesso assume la condizione del precariato;

·         immediata attivazione del Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà di cui alla legge n. 80/05, anche attraverso la previsione di una congrua dotazione finanziaria, definendo modalità di partecipazione delle Regioni alla fase di identificazione delle situazioni di crisi su cui intervenire, anche al fine di coniugare gli interventi con le misure di sostegno al reddito delle famiglie coinvolte;

·         avvio di un percorso di riforma delle procedure fiscali al fine di evitare anticipi finanziari troppo onerosi a valere su poste di cui è difficile o eccessivamente tardivo l’incasso;

·         utilizzo e valorizzazione della Cassa Depositi e Prestiti, sempre con l’obiettivo di sostenere la liquidità del sistema;

·         negoziare a livello nazionale le condizioni di maggior favore, rispetto a quelle ottenibili sul mercato, da poter applicare alle iniziative di sostegno all’accesso al credito da parte delle imprese. A tal fine, è necessario attivare un monitoraggio del mercato che consenta una rilevazione puntuale delle condizioni di indebitamento delle imprese e delle famiglie;

·         realizzazione delle condizioni per assicurare che vi sia un’accelerazione delle procedure dei pagamenti delle PA nei confronti delle imprese, in considerazione anche della temporanea carenza di liquidità del sistema.

 

Con l’obiettivo di massimizzare l’efficacia delle misure che si stanno assumendo, a livello nazionale e territoriale, sarebbe altresì necessaria l’attivazione di un Tavolo di confronto che veda la partecipazione, accanto al Governo e alle Regioni, delle banche e delle imprese.

 

Si ritiene cosa utile, infine, prevedere un confronto sistematico fra il Governo e le Regioni per l’armonizzazione degli interventi per fronteggiare la crisi economico-finanziaria e, a tal fine, si fornisce una sintetica ricognizione delle iniziative assunte a livello regionale.

 

 


Gli Strumenti di intervento dello Stato e le iniziative messe in campo dalle Regioni e dalle Province Autonome per fronteggiare la crisi economico-finanziaria

 

 

Gli interventi decisi a livello internazionale e le determinazioni europee

 

A seguito dell’approvazione dell’Emergency Economic Stabilization Act, la legge americana per fronteggiare la crisi, si sono susseguiti numerosi vertici ed incontri internazionali per stabilire un coordinamento delle misure assunte a livello nazionale dai diversi Stati. Molto significativa è apparsa la riunione del G7 dell’11 ottobre in cui, per la prima volta, si sono definiti un insieme di regole e di interventi comuni. Il 9 ottobre si è registrato il contemporaneo intervento delle Banche Centrali diretto alla riduzione di mezzo punto i tassi di interesse.

Ma il coordinamento fra gli Stati ha riguardato anche l’Europa. Gli Stati europei membri del G8, nella riunione di Parigi del 5 ottobre 2008, hanno concordato sulla necessità di coordinare a livello europeo gli interventi nazionali di salvataggio. Il 7 ottobre, il Consiglio dell’UE ha convenuto sull’esigenza di elevare la soglia di garanzia dei depositi bancari e di introdurre misure volte alla flessibilità nell’applicazione delle norme comunitarie sugli Aiuti di Stato e sul Patto di Stabilità interno. Non è stata invece accolta la proposta di un unico fondo europeo per la gestione comune della crisi, proposta avanzata dal nostro Paese e dalla Francia. E non è stata per ora avviata alcuna modifica normativa diretta ad accentrare a livello europeo le competenze in materia di vigilanza finanziaria, attribuendole ad esempio alla Banca Centrale Europea o ad una Autorità appositamente costituita.

Il consiglio dell’UE ha però stabilito che ciascuno Stato membro dovrà agire in stretto coordinamento con gli altri Stati nell’adottare misure nazionali.

A seguito della suddetta decisione del  7 ottobre, gli Stati hanno iniziato ad adottare misure più organiche, rispetto a quelle precedentemente assunte, privilegiando l’acquisizione diretta di partecipazioni bancarie.

La reazione negativa dei mercati finanziari alle prime misure di salvataggio ha imposto la ricerca di interventi più incisivi. Nel vertice straordinario dei 15 Paesi partecipanti alla moneta unica europea del 12 ottobre, si è stabilito che gli Stati garantiranno i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle Banche in difficoltà fino alla fine del 2009. Gli stati si sono impegnati ad adottare contemporaneamente le relative normative attuative. Per rendere possibili tali misure, la Commissione europea il 14 ottobre ha annunciato che gli Stati potranno superare il tetto del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL, in considerazione delle “circostanze eccezionali”. In tale contesto potranno giustificarsi anche deroghe temporanee all’applicazione di alcuni istituti e norme comunitari, purchè esse siano sottoposte ad una rigorosa verifica di proporzionalità.

La Commissione, in buona sostanza ha dettato delle condizioni stringenti per tali deroghe. In primo luogo, l’accesso agli aiuti previsto dagli Stati deve essere non discriminatorio, cioè aperto a tutte le istituzioni finanziarie che operano sul territorio, a prescindere dalla loro nazionalità. In secondo luogo, l’aiuto deve essere temporaneo e strettamente funzionale alla durata della crisi. A tal fine, gli Stati devono valutare ogni sei mesi lo stato dei mercati e gli effetti delle misure assunte per stabilire se è necessario proseguire con l’aiuto. In terzo luogo, l’aiuto deve essere strettamente proporzionato, anche dal punto di vista quantitativo, e devono altresì essere definiti interventi per evitare che gli azionisti degli istituti beneficiati ne approfittino. La Commissione richiede inoltre che gli Stati prevedano che il settore privato beneficiato contribuisca anch’esso ai costi delle garanzie. Inoltre, occorre che i provvedimenti statali assicurino restrizioni delle condotte commerciali delle banche (per esempio, divieto di pubblicizzazione della garanzia statale, o il divieto di riacquisto delle azioni da parte dei beneficiari dell’aiuto ovvero il divieto di emissione di nuove stock option per i manager). Infine, gli schemi di intervento sono soggetti al controllo della Commissione. 

 

Gli interventi legislativi adottati dall’Italia

 

In relazione al diffondersi anche in Europa dalla crisi finanziaria, lo Stato italiano ha adottato i seguenti provvedimenti di legge: DL 9 ottobre 2008, n. 155 “Misure urgenti per la stabilità del sistema creditizio nell’attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali” e DL 13 ottobre 2008, n. 157 “Ulteriori misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio”, attualmente entrambi incardinati alla Camera dei Deputati, in VI commissione Finanze, rispettivamente con i numeri AC 1762 e AC 1774.

Le misure adottate dal Governo italiano, in sintonia con le decisioni assunte in ambito europeo, risultano incentrate su una strategia finalizzata a contrastare la crisi finanziaria attraverso la garanzia di un adeguato livello di liquidità al sistema creditizio.

 

Il DL 155/2008 (AC1762) autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze ad adottare misure straordinarie eventualmente necessarie per fronteggiare le ripercussioni dell'attuale crisi finanziaria, al fine di garantire la stabilità del sistema bancario e la tutela del risparmio, in linea con le conclusioni del Consiglio dei Ministri dell'economia e delle finanze dell'Unione europea dello scorso 7 ottobre.

L’articolo 1 autorizza il Ministero dell’economia e delle finanze ad intervenire presso le banche che si trovano in situazione di inadeguatezza patrimoniale accertata dalla Banca d’Italia attraverso la sottoscrizione o la garanzia di aumenti del capitale sociale. A tal fine è prevista un’autorizzazione della Banca d’Italia che verifica l’esistenza dei requisiti richiesti, l’adeguatezza del programma di stabilizzazione e rafforzamento da attuare in un periodo non inferiore a 36 mesi, e la presenza di politiche dei dividendi dirette a garantire un regime di favore per il Ministero nella distribuzione degli utili (commi da 1 a 4).

Negli interventi in favore delle banche cooperative, al Ministero non si applicano i limiti partecipativi previsti dal Testo unico bancario (nessun socio può detenere più dello 0,50% del capitale nelle banche popolare ovvero un valore nominale complessivo superiore a 50.000 euro per le banche di credito cooperativo) ed è comunque garantito un diritto di voto proporzionale alle partecipazioni possedute (comma 5).

Il comma 6 dispone la inapplicabilità della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto (OPA) per le partecipazioni acquisite dal Ministero dell’economia e finanze.

I commi 7 ed 8 dispongono in ordine al reperimento delle risorse necessarie per finanziare gli eventuali interventi di sostegno pubblico alle ricapitalizzazioni bancarie previsti dal presente articolo.

In particolare, il comma 7 dispone che le risorse necessarie per ciascuna operazione siano individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, ed iscritte in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia . Tali risorse – il cui importo non è quantificato - sono individuate, mediante: a) la riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione di alcune categorie di spesa assimilabili in larga parte a spese di carattere obbligatorio o aventi natura obbligatoria; b) la riduzione di singole autorizzazioni legislative di spesa; c) l’utilizzo mediante versamento in entrata di disponibilità esistenti sulle contabilità speciali, nonché sui conti di tesoreria intestati ad Amministrazioni pubbliche ed enti pubblici nazionali, con esclusione di quelli intestati alle Amministrazioni territoriali, con corrispondente riduzione delle relative autorizzazioni di spesa;d) l’emissione di titoli del debito pubblico.

 

Ai sensi del comma 8, i suddetti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e i correlati decreti di variazione di bilancio devono essere trasmessi con immediatezza al Parlamento e comunicati alla Corte dei conti.

 

L’articolo 2, comma 1, estende la facoltà di avviare le procedure di amministrazione straordinaria e gestione provvisoria alle banche che presentano problemi di liquidità.

 

Il comma 2 stabilisce che gli interventi di ricapitalizzazione pubblica delle banche previsti dall’articolo 1 sono ammessi anche per gli istituti di credito che si trovano in amministrazione straordinaria o in gestione provvisoria.

 

L’articolo 3 reca deroghe alla normativa civilistica in materia di garanzie in relazione ai finanziamenti della Banca d‘Italia nonché la previsione di una garanzia statale in relazione ai finanziamenti erogati dalla stessa Banca d‘Italia.

 

L’articolo 4 integra la vigente disciplina italiana in tema di garanzia sui depositi, aggiungendo ai sistemi di natura privatistica già presenti nell’ordinamento la possibilità di rilascio, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, di una garanzia statale a favore dei depositanti delle banche italiane.

 

L’articolo 5 reca le disposizioni di attuazione delle norme del decreto-legge medesimo, nonché la copertura finanziaria degli interventi di garanzia statale sui depositi, nonché sui finanziamenti erogati dalla Banca d’Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidità. La copertura finanziaria degli eventuali oneri derivanti dalla concessione delle garanzie statali è posta a valere sulle risorse del Fondo di riserva per le spese obbligatorie e di ordine.

 

Il D.L. 157/2008 (A.C. 1774) completa gli strumenti già previsti con il decreto-legge 9 ottobre 2008, n. 155, al fine, in particolare, di riattivare il funzionamento del mercato dei prestiti interbancari, in linea con gli indirizzi approvati dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi aderenti all’euro nel vertice di Parigi del 12 ottobre 2008.

 

L’articolo 1 prevede, in generale, una garanzia dello Stato sulle passività delle banche e un meccanismo di operazioni di scambio tra titoli di Stato e strumenti finanziari detenuti dalle banche. Si autorizza inoltre il Ministero dell'economia e delle finanze, fino al 31 dicembre 2009, a concedere la garanzia dello Stato sulle operazioni stipulate da banche italiane, al fine di ottenere la temporanea disponibilità di titoli utilizzabili per operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema.

 

L’articolo 2 affida a decreti di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, il compito di stabilire criteri, condizioni e modalità di attuazione del presente decreto. La copertura finanziaria degli eventuali oneri derivanti dalle garanzie concesse dallo Stato sulle passività delle banche e sulle operazioni stipulate dalle banche è posta a valere sulle risorse del Fondo di riserva per le spese obbligatorie e di ordine.

 

Dalle notizie apparse di recente sulla stampa, il Governo si accingerebbe a varare un nuovo piano di aiuto agli istituti di credito. Esso prevederebbe l’ingresso dello Stato nell’azionariato sul modello di quanto sta già accadendo in altri Paesi europei.

Si tratterebbe di una misura diretta a rafforzare la solidità patrimoniale delle banche italiane che, pur essendo solide dal profilo patrimoniale, non riuscirebbero a reggere il confronto con gli altri Istituti europei che sono stati oggetto di grandi immissioni di capitale pubblico.

L’ingresso del Tesoro nel capitale delle banche avverrebbe non su richiesta degli istituti interessati, ma indistintamente nei confronti di tutte le banche.

 

Il provvedimento di cui si tratta si porrebbe i seguenti obiettivi:

·         adeguare le grandi banche ai nuovi standard europei di capitale Tier 1 (o capitale di base), in rapporto agli impieghi pesati contro i rischi;

·         assicurare che la liquidità ottenuta dalle banche con l’aiuto dello Stato sia trasferita all’industria e ai consumatori;

·         salvaguardare i conti pubblici con un investimento che interessi il conto finanziario dello Stato senza effetti diretti sull’indebitamento netto, ma solo sul saldo netto da finanziare.

 

Le decisioni assunte a livello territoriale

 

Regione Abruzzo*

 

La Giunta Regionale ha trovato adeguate soluzioni al problema del credito per le imprese artigiane attraverso le decisioni, assunte recentemente, di destinare cospicue risorse agli interventi in sostegno del credito all’artigianato, così come segue:

1) Interventi diretti in favore delle imprese artigiane:

  • € 350.000,00 per la concessione di contributi in conto interessi per crediti a medio termine;
  • € 115.000,00 per la concessione di contributi in conto canoni di locazione finanziaria;
  • 2) attraverso conferimenti ad Artigiancassa S.p.A. in relazione alle convenzioni in essere con la stessa per la gestione degli interventi di cui alle leggi  949/1952 e 240/1981, pari complessivamente ad € 4.500.000,00;

    3) attraverso interventi a sostegno delle Cooperative Artigiane di Garanzia e dei Consorzi di garanzia collettiva fidi , di seguito specificati:

  • € 8.100.000,00 per la concessione di contributi in conto interessi in favore delle  Cooperative Artigiane di Garanzia per operazioni di credito effettuate nell’anno precedente garantite dalle Cooperative;
  • € 950.00,00 per la concessione di contributi ad  integrazione dei fondi rischi dei consorzi di Garanzia Collettiva fidi.
  • De iure condendo,  è stata predisposta la  bozza di nuova legge organica in materia di artigianato, trasmessa al Vice Presidente Vicario della regione ed alla Presidenza del Consiglio Regionale, che tra l’altro detta una disciplina complessivamente intesa a rafforzare il sistema dei confidi, in ragione delle nuove regole per il calcolo del rischio di impresa dovute  agli accordi di  Basilea 2, affinchè i Confidi possano compiere un percorso di radicale e profondo mutamento, da realizzare  anche mediante fusioni ed incorporazioni, e rafforzare la loro solidità patrimoniale, al fine di  favorire lo sviluppo delle imprese  artigiane.

    Il testo citato, oltre a superare la distinzione tra cooperative artigiane di garanzia e consorzi fidi  e ridefinire  i requisiti per fruire dei contributi, alla luce della disciplina di cui all’art. 13 del D.L. 269/2003 convertito con modificazioni dalla legge 24/11/2203 n. 326,  ferme restando le altre forme di intervento già previste nella legge vigente, pone pertanto misure dirette al consolidamento del patrimonio sociale dei confidi esistenti alla data di entrata in vigore della stessa legge, attraverso:

    -          contributi da distribuirsi proporzionalmente al patrimonio sociale di ogni singolo confidi, ivi compreso quello risultante da fusione,  con le medesime modalità e con lo stesso coefficiente di calcolo; 

    -          contributi alle spese  sostenute dai confidi connesse alle operazioni di attuazione del progetto di fusione  nel limite di €  50.000,00 in favore del confidi risultante  dalla fusione.

    Infine si citano le iniziative in corso di definizione in attuazione degli interventi previsti dal POR  FESR 2007 – 2013, ai fine dell’emanazione dei bandi concernenti:

    1.1.1 ”Sostegno alla realizzazione di progetti di Ricerca Industriale e di sviluppo sperimentale”;

    1.1.2 “ Sostegno alla creazione dei Poli di innovazione”;

    1.2.1 “ Sostegno a programmi di investimento delle PMI per progetti di innovazione tecnologica, di processo e della organizzazione dei servizi”;

    1.2.2 “ Aiuti alle nuove imprese innovative”;

    1.2.3 “ Promozione delle PMI attraverso servizi qualificati”;

    1.2.4 “ Azioni per migliorare la capacità di accesso al credito da parte delle PMI”.

     

    *integrazione del 25 novembre ’08

     

    Regione Basilicata

     

    Azioni di natura finanziaria:

    La Giunta si avvia ad adottare la prossima settimana una modifica del funzionamento dell'esistente fondo di garanzia regionale (da fonti non comunitarie) in modo che possa essere impiegato (nei limiti imposti dal regime de minimis) anche garantire in forma diretta il circolante. In questo momento di richiesta di rientri da parte di tutto il sistema del credito, anche su normali sistemi revolving quali il "castelletto" delle fatture, la misura appare utile per una fluidificazione delle relazioni banche impresa.

     

    -     sempre per lo stesso fondo si stanno per rivedere le regole di accesso (oggi piuttosto restrittivo ed impedito alle imprese che non abbiano un bilancio in utile) per la ristrutturazione del debito, oggi particolarmente sbilanciato verso il breve termine.

     

    -     sono già stati lanciati bandi (3) per contratti di programma regionali (investimenti dai 5 ai 40 milioni in cui compartecipano Fesr e Fse) finalizzati sia alla reindustrializzazione di siti dismessi (in luogo di aziende già defunte) e sia al consolidamento (per settori regionalmente strategici che per restare sul mercato presentano un urgente fabbisogno di investimenti).

     

    -     è all'attenzione della giunta regionale il DDL sulla competitività ed il correlato documento di policy industriale. Sulla base di questi documenti si è progettato un importante fondo (fondo di fondi) la cui gestione dovrebbe essere affidata ad un in-house regionale (la regionale di sviluppo italia, se ce la cedono) che ha già i requisiti finanziari; deve transitare per il Consiglio regionale;

     

    -     sta per essere lanciato un bando generalista de minimis per micro e piccole imprese tipo Sabatini. Ma prima ancora deve essere individuato il soggetto gestore.

     

    -     è stata completata la revisione della strategia regionale della ricerca e dell'innovazione (compresa ICT) deve transitare per Giunta e Consiglio; documento obbligatorio per la spesa del POR 2007-2013;

     

    -     è in fase di ultimazione l'istruttoria (prossima settimana) di un bando a favore dei confidi regionali per 2 M€  (anche nella speranza che vogliano unire le forze per procedere verso un 107).

     

     

    Regione Calabria

     

    La Regione Calabria al fine di fronteggiare l'impatto della crisi economico - finanziaria sul sistema delle imprese ha avviato una serie di misure per favorire lo sviluppo dell'economia e l'accesso al credito.

     

    In particolare, con la L.R. 15 del 21.06.2008, è stato approvato un programma di azioni integrate a favore delle imprese regionali che si pone come obiettivi:

     

    a.       attivare i processi di aggregazione del sistema dei consorzi fidi regionali ed integrazione dei fondi di garanzia, coerentemente con la specifica disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, per dare una base più forte al sistema regionale di accesso al credito e premiare i Consorzi Fidi che dimostrino di essere capaci di fare sistema, facendo ottenere finanziamenti a condizioni vantaggiose;

    A tal fine è in fase di pubblicazione un bando per complessivi 5 milioni di euro.

    a.       Attivare il Fondo di Garanzia regionale disciplinando in particolare i criteri di riparto settoriale;

    b.      sottoscrizione di un Patto per il Credito e lo Sviluppo con le rappresentanze delle organizzazioni imprenditoriali regionali, l’ABI  per migliorare le condizioni di accesso al credito per le imprese regionali in termini di contenimento del costo del danaro.

     

    E’ inoltre in via di definizione la costituzione di un Fondo di Rotazione per il miglioramento dell’accesso al credito con l’obiettivo di offrire alle PMI commerciali, industriali, di servizio ed artigianali che operano sul territorio regionale la possibilità di accedere a prestiti a condizioni di vantaggio, finalizzati all’avvio di nuovi investimenti, o all’ammodernamento e sviluppo delle strutture aziendali.

    Le PMI calabresi che potranno accedere a tale fondo sono quelle operanti nei settori del commercio, industria, dei servizi o ed artigianato.

    La costituzione del Fondo rotativo, verrà attivata attraverso l’apertura di una linea di credito per 50 milioni di euro con la Banca Europea degli Investimenti che offre l’opportunità alle imprese calabresi di accedere a finanziamenti a tassi agevolati in attuazione di una specifica previsione del Trattato istitutivo delle Comunità Europee.

    La gestione del fondo sarà affidata ad una banca o intermediario finanziario selezionato mediante procedura ad evidenza pubblica ai sensi della disciplina nazionale e comunitaria vigente.

    Il fondo sarà alimentato dalle somme assicurate dalla Banca Europea degli investimenti (BEI) per 50 milioni di euro, cui la Regione Calabria aggiungerà ulteriori 50 milioni di euro derivanti dalla risorse previste programmazione comunitaria 2007-2013 nonché da eventuali somme liberate dal POR 2000-2006.

     

     

    Regione Campania

    La Regione Campania ha adottato e intende adottare, misure a favore delle imprese e delle famiglie anche per fronteggiare la crisi economica in atto che tendenzialmente ridurrà la competitività delle imprese ed il potere di acquisto dei consumatori. La Regione Campania ha individuato diverse iniziative a favore delle imprese, delle famiglie e a sostegno dell’economia regionale. Sono previsti i seguenti interventi:

    Imprese

    incentivi per le piccole imprese volti a favorirne il rafforzamento patrimoniale finalizzato all’investimento attraverso il Consolidamento delle passività a breve di cui all’art. 6 della Legge Regionale 12/07;

    ·          istituzione del Confidi di cui alla Legge Regionale 10/2008 e del Confidi Campania per la garanzia di II livello;

    ·          Fondo Regionale di Garanzia gestito da Artigiancassa BNL attraverso l’utilizzo delle risorse del Programma Operativo Regionale 2000-2006;

    ·          sottoscrizione della convenzione relativa al Programma Jeremie con il Fondo Europeo degli investimenti che prevede strumenti finanziari, tradizionali e innovativi  studiati per il supporto al sistema produttivo, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, alle imprese innovative ed al comparto dell'impresa sociale. I fondi che la Regione Campania ha destinato alla iniziativa JEREMIE provengono da vari Assi del PO FESR e ammontano,
    complessivamente, a 100 milioni di euro;

    ·          promozione di forme di finanza innovativa (investimenti nel capitale di rischio delle imprese).

     

    Famiglie

    ·         Lotta al caro-prezzi. La Regione Campania è impegnata ad adottare politiche finalizzate al contenimento dei prezzi e delle tariffe e al rilancio dei consumi al fine di attivare politiche di contrasto al crescente impoverimento della popolazione. In continuità alle azioni già attuate precedentemente, la Regione Campania il 2 ottobre 2008, ha sottoscritto un “PROTOCOLLO D’INTESA PER IL CONTENIMENTO DEI PREZZI E DELLE TARIFFE” con le associazioni dei produttori e distributori di beni e servizi, le associazioni rappresentative dei consumatori, gli enti, le associazioni e le organizzazioni sindacali a tutela del cittadino-consumatore campano e del corretto funzionamento delle dinamiche di sviluppo commerciale ed industriale del territorio regionale. Il protocollo prevede le seguenti tipologie di intervento:

    1.      Moratoria annuale delle tariffe dei servizi pubblici locali, con la previsione di misure compensative per i gestori;

    2.      Definizione di un paniere di beni di prima necessità a prezzi bloccati e scontati per un periodo minimo di 6 mesi;

    3.      Definizione di un paniere di beni a prezzi fortemente scontati da commercializzare nella c.d. “quarta settimana;

    4.      Definizione di un programma di aperture serali straordinarie (ad es. nei fine settimana dalle 20,00 alle 24,00), autorizzando vendite a saldo;

    5.      Accordi di “filiera corta” e per i “farmer’s market”;

    6.      Promozione e sostegno per i sistemi di vendita “alla spina”;

    7.      Iniziative per contrastare il caro carburanti;

    8.      Promozione del marchio regionale per la tutela delle produzioni campane;

    9.      Istituzione di un nucleo regionale anti-frode;

    10.  Proposta di istituzione di un tavolo nazionale per contrastare gli aumenti delle assicurazioni RC Auto;

    11.  Sostegno al credito per i beni di largo consumo e durevoli.

    Infine nella finanziaria regionale, a tutela del consumatore, sono previste azioni per il monitoraggio ed il contenimento dei prezzi di beni e servizi di largo consumo e l'istituzione di banchi alimentari.

    ·         Misure di contrasto alla povertà. La Giunta regionale, ha deciso di incrementare significativamente l'impegno sulle politiche sociali e di welfare. Una delle scelte più significative del nuovo bilancio regionale prevede un piano di interventi per contrastare la povertà estrema e sostenere le famiglie, specie quelle con minori, che versano in grave difficoltà economica (circa 12 milioni di euro).

     

    Sostegno all’economia regionale

    Nel luglio 2008 la Regione Campania ha avviato un Programma di investimenti in infrastrutture per un importo di 1 Miliardo di euro a valere sulle risorse FESR 2007-2013 attivando la riserva finanziaria del 15% prevista sui progetti del Parco Progetti Regionale, istituito ai sensi della DGR 1041/06 con la quale è stata prevista una riserva dei progetti di intervento per la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali, proposti da soggetti pubblici, che siano coerenti con gli indirizzi programmatici e con quelli contenuti nel Documento Strategico Regionale 2007-2013. Il Parco Progetti Regionale (PPR) è a disposizione della Giunta regionale della Campania per la programmazione regionale delle risorse finanziarie regionali e aggiuntive nazionali e comunitarie, per le politiche di coesione e sviluppo.

     

     

     

    Regione Emilia-Romagna

     

    Le azioni di sostegno nel 2008

     

    L’azione messa in campo dalla Regione Emilia Romagna nel corso del 2008 ha riguardato circa  100 milioni di euro di contributi al sistema produttivo, sostenendo in particolare investimenti per il sistema industriale ed artigianale, progetti di internazionalizzazione delle imprese in forma associata, percorsi di innovazione organizzativa per le piccole imprese, ricerca industriale e  progetti di efficientamento energetico per le imprese.

     

    Le ulteriori azioni previste

     

    Oltre ai bandi già aperti e in scadenza entro il prossimo novembre, la Regione Emilia Romagna ha già predisposto misure per gli ulteriori 50 milioni di euro volti  al sostegno agli investimenti delle imprese: 25 milioni di euro per il comparto artigiano e 25 milioni di euro per il settore industriale. Si tratta di interventi per il sostegno agli investimenti, con agevolazioni in abbattimento tassi, assistiti da garanzia, secondo condizioni dei tassi di interesse fissate da convenzioni fra banche e Regione.

    Altri 4 milioni di euro sono già stati impegnati per il sostegno all’export delle imprese, con  contributi in conto capitale fino al 50% del costo del progetto, operativi dal prossimo 11 novembre.

    L’azione della Regione prevede anche un ruolo forte dei Confidi regionali, con particolare riferimento alle garanzie concesse alle imprese e al rafforzamento del loro rapporto con il sistema bancario regionale

    E’ inoltre attivo dallo scorso Ottobre il tavolo regionale ABI, Consorzi fidi, associazioni imprenditoriali, coordinato dalla Regione, per seguire l’evoluzione della situazione del credito, ricercando le soluzioni più utili per il credito al sistema produttivo regionale.

     

     

    Regione Friuli Venezia Giulia

     

    La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha avviato un tavolo di lavoro con gli operatori finanziari locali (confidi, banche, Mediocredito, Friulia - holding e finanziaria regionale) per definire gli strumenti con i quali fronteggiare l'impatto della crisi finanziaria sul sistema delle imprese della regione.

    I problemi sono stati individuati nella contrazione del credito a favore delle imprese, soprattutto PMI, da parte delle banche, alla luce della nota crisi di liquidità. Inoltre, si è rilevato che la scarsa capitalizzazione delle PMI costituisce un elemento di debolezza che in questa fase acuisce gli effetti della crisi stessa.

    In esito agli incontri di confronto e approfondimento, tenutisi tempestivamente all'affacciarsi degli effetti della crisi anche in ambito regionale, dal tavolo di lavoro è emersa dunque la decisione di attivare due strumenti di sostegno alle PMI per superare la fase critica:

     

    1.   la costituzione di un fondo di cogaranzia a disposizione delle PMI di tutti i settori, cui la Regione intende garantire una dotazione iniziale di 10 milioni di euro, che potrà essere incrementata con gli apporti degli altri soggetti coinvolti (Confidi, CCIAA, Mediocredito): a fronte dell'aumento delle garanzie che in questo modo le PMI sarebbero in grado di fornire, sarà stipulata una convenzione con le banche che assicuri un tetto massimo allo spread praticabile. La cogaranzia andrà infatti a sommarsi alle garanzie che già vengono attivate, normalmente nel limite del 50%, dai Confidi della regione, e consentirebbe dunque di convenire condizioni migliori di finanziamento per le PMI beneficiarie. Il fondo è stato attivato con l'approvazione da parte del Consiglio regionale nella seduta del 30 ottobre 2008 di una apposita norma, cui sarà data attuazione con un regolamento già in fase di elaborazione.

     

    2.   la costituzione di un fondo per la capitalizzazione delle PMI, attraverso la finanziaria e holding regionale FRIULIA SpA, la cui dotazione iniziale è pari a 15 milioni di euro. Tale fondo è già stato approvato  dal comitato di gestione di Friulia SpA - 

    Al fine di fronteggiare efficacemente gli effetti della crisi, che sta iniziando a provocare limitazioni nell'accesso al credito da parte delle imprese regionali, la Regione ha quindi inteso attivare con tempestività gli strumenti più opportuni, dopo un confronto tecnico con gli operatori finanziari e gli interlocutori rilevanti.

    Inoltre, per quanto riguarda il fondo di cogaranzia, risulta essenziale, qualora si intenda attivare lo strumento in de minimis, come appare necessario quantomeno per i finanziamenti attivati per la liquidità  a breve e non per investimenti, potere derogare ai limiti fissati dal regolamento 1998/2006 della commissione in merito al calcolo dell'aiuto concesso sotto forma di garanzia.

    La Regione ha dunque predisposto un metodo di calcolo dell'aiuto concesso sotto forma di garanzia che consentirebbe una maggiore aderenza agli effettivi parametri di default delle imprese regionali e sul quale si è avviato il confronto informale di prenotifica con la Commissione.

    Analoghe iniziative di altre regioni sono pertanto in questa fase di estremo interesse.

     

     

    Regione Lazio

     

    La crisi che ha colpito i mercati finanziari internazionali rischia di avere forti ripercussioni sull’economia reale della Regione Lazio, il cui tessuto produttivo, composto in larga misura da PMI, già subisce il peso di gravi crisi settoriali (Alitalia, Edilizia, Sanità),

    In tale contesto l’azione della regione è volta a garantire il massimo sostegno alle imprese rendendo immediatamente disponibili le risorse a valere su diverse iniziative a favore del sistema produttivo, e a coinvolgere tutte le organizzazioni datoriali nell’individuazione di nuovi strumenti finanziari idonei ad attivare un concreto sostegno al circolante e alla capitalizzazione delle imprese.

    A tal fine è stato costituito un apposito “Comitato straordinario per il credito alle PMI” incardinato nella Presidenza della Regione, di concerto con gli assessorati Bilancio e Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato e aperto ai rappresentanti del mondo associativo datoriale, con il compito di definire programma, struttura e “road map” degli interventi.

    Alcune priorità sono già state definite, e sono state conseguentemente delineate le caratteristiche delle iniziative da perseguire.

    Patrimonializzazione dei Confidi – Si sta definendo, in sede di finanziaria 2009, un programma straordinario a sostegno della patrimonializzazione dei Confidi del Lazio, che metterà a disposizione degli stessi 30 milioni di euro per il triennio 2009/2011 sotto forma di contributo ai fondi rischi, che potrà essere imputato a fondo consortile o capitale sociale a fini di vigilanza in caso di trasformazione in intermediario vigilato iscritto nell’elenco speciale di cui all’art. 107.

    Consolidamento passività a breve – A valere sul Fondo Rotativo PMI, 180 milioni di euro per il triennio 2008/2010, si sta predisponendo un intervento volto a consentire la conversione della situazione debitoria a breve termine in debito consolidato a medio termine, determinando così un rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese ed un migliore rapporto con il sistema creditizio e finanziario.

    Sostegno agli investimenti – Sempre a valere sul Fondo Rotativo PMI, si sta definendo un intervento volto a favorire la concessione di finanziamenti bancari agevolati riguardanti progetti di investimento coordinati con le iniziative del POR Lazio 2007/2013.

    Interventi di garanzia – Per sostenere le iniziative per il consolidamento della passività a breve e per gli investimenti, si prevede di integrare le agevolazioni previste con l’erogazione della protezione del credito attinente la quota di finanziamento non agevolata.

    Sostegno alla capitalizzazione – Si prevede di sostenere la capitalizzazione delle imprese attraverso la concessione di un co-investimento nel capitale di rischio  finalizzato al rafforzamento patrimoniale, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio aziendale e la potenziale capacità dell’impresa di continuare a produrre reddito e ricchezza.

     

    Alle iniziative in itinere evidenziate occorre aggiungere la predisposizione a breve degli strumenti attuativi della DGR 5 agosto 2008, n. 611, con la quale sono stati approvati gli indirizzi programmatici relativi all’Asse I Ricerca, innovazione e rafforzamento della base produttiva e dell’Attività I dell’Asse II Ambiente e prevenzione dei rischi del POR FESR Lazio 2007/2013, che mette a disposizione del sistema delle imprese del Lazio 318,5 milioni di euro.

     

     

    Regione Liguria

     

    In merito alla problematica inerente la crisi economica-finanziaria la Regione Liguria nell'ambito dell'assestamento di bilancio ha previsto uno stanziamento di 2 milioni di euro per il potenziamento del sistema regionale dei Confidi, al fine di aumentare le garanzie concedibili a fronte di finanziamenti di liquidità delle piccole e medie imprese.

     

     

    Regione Lombardia

     

    Garanzie per il credito fino a 3 miliardi e finanziamenti per un altro miliardo. E' questo in sintesi il pacchetto di misure anticrisi messo in campo dalla Regione Lombardia (cui si affianca l'azione delle Camere di Commercio) a favore delle imprese, presentato in data 29 ottobre 2008 dal presidente Roberto Formigoni agli Stati generali del Patto per lo Sviluppo e pienamente condiviso da tutte le 21 componenti che ne fanno parte. Si tratta delle rappresentanze delle imprese industriali, artigianali, commerciali, agricole, delle cooperative, delle banche, delle Camere di Commercio, dei sindacati.

     

    Garanzie per l’accesso al credito (3 miliardi)

     

    Il pacchetto di provvedimenti mette in moto un mix di strumenti per rafforzare il sistema delle garanzie ai diversi livelli. Esso prevede:

    -     l'immissione a breve di 20 milioni nel sistema delle garanzie di 2° grado (Federfidi/Artigiancredit);

    -     l’immissione nelle prossime settimane di ulteriori 30 milioni a valere sul Fondo di garanzia Jeremie, da attivare mediante procedura di evidenza pubblica, a favore di tutti i settori economici (industria, artigianato, commercio, servizi, cooperazione e agricoltura).

    -     è, inoltre, allo studio una misura per il rafforzamento del sistema delle cooperative a valere sul Jeremie del Fondo sociale europeo;

    -     un bando per il settore del commercio da 4 milioni come fondo garanzie o, in parte, a titolo di abbattimento interessi.

    -     la realizzazione di una procedura di sostegno dei confidi agricoli di 1° grado anche con la costituzione di un eventuale fondo di garanzia.

    Questo pacchetto di garanzie è in grado di mobilitare 1,5 miliardi; unito alle risorse aggiuntive che le Camere prevedono la capacità di mobilitazione complessiva può raggiungere i 3 miliardi.

     


    Finanziamenti (1 miliardo)

     

    Fondo di rotazione (FRIM)

    E' stato deciso un rifinanziamento, entro dicembre, del Fondo di rotazione per l'imprenditorialità (FRIM), per un ammontare di 130 milioni a valere sui fondi della programmazione comunitaria 2007/2013 e sul Fondo Unico Nazionale, al fine di sostenere gli investimenti finalizzati allo sviluppo aziendale delle Micro e PMI tramite la concessione di prestiti agevolati (cofinanziamento a medio-termine, locazione finanziaria di beni strumentali e prestito partecipativo).

    Questo Fondo, in sinergia con il sistema bancario, potrà garantire, tra le misure a sostegno dell'accompagnamento alle imprese e quelle a sostegno dell'innovazione, finanziamenti per oltre 300 milioni.

     

    Fondo made in Lombardy

    Verrà attivato, nei primi mesi del 2009, il Fondo Made in Lombardy, per un totale di 100 milioni di Finlombarda, oltre a 35 milioni di garanzie regionali a valere sulla programmazione comunitaria 2007/2013, in grado di attivare 400 milioni di finanziamenti. L'iniziativa è volta a finanziare investimenti a medio-termine delle PMI mediante la concessione di linee di credito per progetti di sviluppo aziendale. Il bando per la selezione degli intermediari è già stato pubblicato.

     

    Fondo agevolazioni artigianato

    Deciso anche il rifinanziamento per un totale di 48 milioni (di cui 7 milioni di rientri da Artigiancassa) del Fondo regionale per le agevolazioni finanziarie all'artigianato (Misure A, B,C) in grado di mobilitare almeno 400 milioni.

     

    Altri strumenti di intervento

     

    Oltre a queste misure straordinarie, Regione intende mette a disposizione ulteriori strumenti e ne garantisce la continuità nel 2009. In particolare:

    -     Misure per l’Innovazione  attraverso l’avvio, entro il mese di dicembre, del Fondo per la promozione di espressioni di interesse di soggetti pubblici e privati a sostegno della ricerca e innovazione tecnologica per una quota di 40 milioni attraverso la presentazione di progetti innovativi nei settori dell'energia-ambiente, agroalimentare, salute e manifatturiero avanzato.

    -     Misure per l’Internazionalizzazione mediante l’avvio del bando in collaborazione con il sistema camerale per la promozione dell'internazionalizzazione delle imprese tramite il sostegno a microprogetti a dimensione regionale e settoriale e a macroprogetti su grandi aree regionali (importo 6 milioni).

    -     Misure per i servizi ed il commercio mediante il bando per i distretti del commercio, che è ancora aperto fino al 15 dicembre, per un totale di 22,5 milioni a fronte dei quali si attende una mobilitazione di 65 milioni. Per il 2009 verranno aggiunti altri 11 milioni per una mobilitazione di 30 milioni.

     

    Crediti verso le Pubbliche Amministrazioni

    La Regione Lombardia ha proposto ed ha ottenuto il consenso ad avviare un Tavolo di lavoro con ANCI, UPL, ABI e Cassa Depositi e Prestiti per studiare uno strumento in grado di superare le difficoltà finanziarie delle imprese che vantano crediti (5 miliardi) verso la Pubblica Amministrazione. C'è, come modello, l'esperienza positiva del Fondo Socio-Sanitario della Lombardia che ha portato i termini di pagamento delle Aziende sanitarie lombarde verso i loro fornitori a 100 giorni, contro una media nazionale che supera i 300 giorni.

     


    Tavolo interventi sociali

    Nel momento in cui la situazione di difficoltà e di crisi rischia fortemente di avere impatti negativi sulla condizione di vita delle famiglie e dei lavoratori, la Regione vuole essere pronta ad intervenire con adeguati strumenti. La Regione Lombardia è disposta ad avviare, da subito, un tavolo di monitoraggio della situazione in modo da formulare proposte (anche al Governo) per l'attivazione di strumenti ad hoc. Per la parte di competenza regionale potranno essere opportunamente riorientate le misure a favore dei lavoratori colpiti dalla crisi.

     

     

    Regione Marche

     

    La Regione Marche ha istituito un fondo di solidarietà per sostenere l’occupazione, il lavoro e le PMI coinvolte nelle crisi di filiera e di territorio.

     

    Obiettivo:

    L’intervento mira a sostenere, nell’immediato, i livelli occupazionali, il lavoro e la competitività delle PMI coinvolte nelle crisi delle filiera produttive, dei territori e dei distretti. In considerazione dell’attuale turbolenza dei mercati finanziari è da valutare l’estensione di tale strumento.

    L’intervento si propone di alleggerire l’esposizione finanziaria delle PMI a breve termine. Lo strumento è la concessione di garanzie mediante costituzione di un apposito fondo dedicato su un plafond di intervento da parte del sistema bancario di €  200 milioni.

    Potrebbero essere così concesse garanzie che, nel rispetto del regime di aiuto del “de minimis”, diano copertura anche oltre la normale prassi ed in situazioni di criticità ma comunque non pregiudizievoli del futuro dell’impresa garantita.

    Tale intervento deve avere la precisa finalizzazione del consolidamento e non deve sovrapporsi o intersecarsi con gli altri strumenti di sostegno all’accesso al credito che restano nella loro validità ed efficacia.

    Occorre predisporre la strumento in tempi estremamente ristretti in considerazione che, ai sensi delle disposizioni di Basilea 2, il ritardo nei pagamenti da parte delle imprese, prima del default, non può essere superiore ai 180 gg. e che la criticità può essere datata a partire dal mese di settembre 2008.

     

    Funzionamento del Fondo:

    -     le Banche/Fondazioni bancarie e le Camere di Commercio partecipano, insieme alla Regione, alla costituzione di un Fondo di complessivi € 10 ml.

    -     il Fondo potrà essere utilizzato per rilasciare garanzie di II grado a favore di tutti i Confidi marchigiani che rilascino garanzie di I grado a favore delle banche, che aderiscono al plafond di € 200 ml, e nell’interesse delle PMI regionali come sopra specificato.

    -     tale garanzia di I grado dovrà coprire il 60% del finanziamento relativo riducendo il rischio del sistema bancario rispetto alla usuale garanzia; la garanzia di II grado coprirà invece il 70% della garanzia di I grado rilasciata dal Confidi.

    -     il Fondo interverrà sino ad esaurimento della propria dotazione ed opererà fino al 31.12.2010.

    -     ogni azienda garantita non potrà avere finanziamento a valere su questa iniziativa  superiore a € 1 ml.

     

     

    Regione Molise

     

    L’unico atto adottato è l’indirizzo di massima, assunto con il DPEF regionale (delibera di Giunta Regionale n.1102 del 24 ottobre 2008). Nello stesso si definiscono le linee di intervento di cui di seguito.

     

    Si adotteranno strumenti finanziari e procedure di semplificazione utili a creare immediata liquidità nel sistema ed a favorire l’accesso al credito, attraverso:

    1.   Attivazione immediata di un fondo di garanzia con la finalità di agevolare l’accesso al credito da parte delle singole imprese - piccole e medie – e/o loro raggruppamenti. Le relative risorse sono già programmate a valere sull’asse I, attività I.4.1 del POR FESR. Sono in corso di definizione le modalità di implementazione delle stesse. La misura perevede lo stanziamento di circa 20 milioni di Euro.

    2.   Consolidamento dei debiti. E’ in corso di valutazione una procedura utile a creare forme di liquidità immediata, anche attraverso l’intervento della Finanziaria regionale, compatibili con l’ordinamento contabile e le regole comunitarie sugli aiuti di stato.

    3.   Semplificazione e snellimento in favore delle aziende per le procedure riguardanti i rapporti con la Regione e agli appalti pubblici, nonché per migliorare le procedure autorizzatorie.

          Si favoriranno, altresì, le forme di raccordo multiregionali tese a realizzare economie di scala e si stimolerà l’immediata attuazione di misure già programmate a livello nazionale, quali gli interventi in favore del credito previste dall’Asse II del “PAN Competitività e Ricerca”, richiedendo l’immediata attivazione di un tavolo bilaterale tra Regioni e Governo, utile anche al fine di valutare e condividere le altre misure nazionali in corso di discussione.

    L’Assessorato alle Attività Produttive promuoverà, inoltre, l’adozione di un “Documento Unico” sui principali incentivi in favore delle imprese al fine di dare chiarezza e trasparenza all’insieme delle numerose ed integrate misure in favore del sistema produttivo.

    Il documento sarà di facile comunicazione anche ai fini della semplificazione in favore delle imprese. In particolare, definirà nel dettaglio le modalità di accesso alle misure del POR Fesr, del POR Fse, del PAR FAS, del Psr 2007/2013, delle leggi nazionali di settore trasferite alla Regione, della normativa settoriale di riferimento.

     

     

    Regione Piemonte

    Nell'ambito del Patto per lo sviluppo sostenibile 2008-2010, la Regione Piemonte ha previsto la costituzione di una struttura di indirizzo (composta da esponenti della Regione, degli imprenditori, dei sindacati e delle Camere di Commercio) e di una tecnica (Regione, banche, consorzi di garanzia fidi, Finpiemonte) per la predisposizione di un pacchetto di azioni per il sostegno al credito e la capitalizzazione delle piccole e medie imprese fino a un massimo di 250 addetti che risultino in situazione di difficoltà di approvvigionamento della liquidità.

    Il provvedimento è stato adottato con DGR 54-9879 del 20 ottobre 2008.

    Il Comitato di indirizzo per la definizione delle linee strategiche e delle priorità di intervento delle misure anticrisi si è insediato in data 5 novembre 2008, con l’obiettivo di individuare le linee d’azione prioritarie per ridurre gli effetti della crisi finanziaria sull’economia regionale.

    Linee di azione prioritarie condivise dal Comitato anticrisi:

    1.      Potenziare il sistema dei fidi bancari attraverso il rafforzamento del patrimonio dei consorzi di garanzia (21 in Piemonte), per consolidarne il ruolo a sostegno del credito alle imprese, ed un potenziamento della funzione del sistema bancario come moltiplicatore delle risorse disponibili.

    Rispetto a questo primo punto si sottolinea che il 3 novembre con DGR sono stati stanziati 20 milioni di euro di risorse fresche e sono stati inoltre destinati al rafforzamento del patrimonio dei consorzi di garanzia i 49 milioni già erogati negli anni scorsi come contributi vari e che avrebbero dovuto essere restituiti.

    2.      Varare dei provvedimenti per l’utilizzo di risorse della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e del fondo europeo Jeremie (al momento 50 milioni di euro), per entrare nel capitale delle PMI che contano fino a 250 dipendenti con una partecipazione temporanea con scadenza al 2015;

    3.      Avviare con urgenza, assieme al sistema bancario, un monitoraggio della situazione dei mutui immobiliari e del credito al consumo delle famiglie piemontesi, per comprenderne la situazione reale e valutare la necessita di attivare interventi diretti da parte della Regione o attraverso le fondazioni bancarie e lo Stato.

    4.      Attivare misure e provvedimenti che riducano i tempi di pagamento degli enti regionali, locali e delle aziende sanitarie verso i fornitori, ipotizzando anche di andare ad agire sui tassi di interesse. A tale riguardo è opportuno evidenziare che la Regione Piemonte vanta un credito verso lo Stato di 274 M€ di addizionale IRPEF del 2004.

    5.      Rilanciare la domanda interna ed il sistema economico attraverso una accelerazione degli investimenti infrastrutturali di pubblico interesse ed una velocizzazione delle procedure autorizzative, al fine di dare avvio alle opere oggi cantierabili. A tale riguardo la Società di Committenza Regionale (SCR) ha assunto un prestito di 180 M€ con cui sarà dato avvio ai primi interventi medio-piccoli. E’ inoltre in corso di approvazione il piano di attività di SCR per il 2009, sulla base del quale la Società potrà procedere all’assunzione di un nuovo prestito.

    6.      In collaborazione con le Fondazioni bancarie: misure di sostegno al reddito, interventi sul credito al consumo e a sostegno degli affitti.

     

     

    Regione Puglia

     

    Sintesi delle Misure Anticrisi per sostenere la spesa in investimenti delle imprese

    Il pezzo più rilevante della cd Manovra anticiclica elaborata dalla Giunta della Regione Puglia è fondata sul sostegno agli investimenti alle imprese.

    Nel corso del biennio 2006-7, la Regione Puglia ha beneficiato di una fase di espansione significativa della propria economia, i cui effetti possono tuttavia essere messi in discussione dalla aggressività della congiuntura economica internazionale. Al fine di contrastare il coinvolgimento dell’apparato produttivo pugliese nel ciclo recessivo, la Giunta ha deciso di accelerare il varo del complesso delle incentivazioni previste in favore delle imprese, in modo da aumentare l’attrattività della Puglia:

     

    -                     a nuovi investimenti  nei settori meno esposti alla crisi internazionale;

    -                     alla diffusione della cultura dell’autoimprenditorialità, come modello per l’ampliamento della base produttiva regionale.

    Si è quindi proceduto alla definizione di un complesso articolato di interventi che, per un verso, completa il quadro della disciplina degli aiuti alle imprese, arricchendolo di strumenti del tutto innovativi o comunque mai precedentemente regolati in Puglia e, per altro verso, vara il complesso delle misure di incentivazione più robuste previste nella nuova programmazione 2007-2013, in modo da fornire alle imprese pugliesi e non un catalogo ricco e completo del sostegno pubblico all’economia.

     

    Interventi disciplinari

     

    1)      Nuovo Regolamento de minimis. E’ stato predisposto un Regolamento che disciplina gli aiuti di minore dimensione nei confronti delle PMI (in applicazione del Reg. 1998/2006). E’ la prima volta che la Puglia adotta un proprio regolamento de minimis. Esso consente di elaborare alcune tipologie di aiuti flessibili in favore delle imprese più piccole o di bisogni specifici. Va segnalato che con il regolamento de minimis viene assunta espressamente la garanzia di credito in detto regime. Si tratta della premessa per l’attivazione del Fondo di Garanzia regionale (50 Meuro) in gradi sostenere 1.000 Meuro di prestiti bancari.

     

    2)      Nuovo Regolamento alla costituzione di Microimprese da parte di soggetti svantaggiati. Si tratta di un regime del tutto innovativo che consente di incentivare giovani, lavoratori precari, donne, soggetti provenienti da percorsi di formazione pubblica, disoccupati di lunga durata, persone che hanno perso il posto di lavoro o sono in procinto di perderlo, in iniziative di auto imprenditorialità. L’intervento consente l’incentivazione in conto impianti ed in conto esercizio per cinque anni. Si tratta del più robusto ‘prestito d’onore’ presente sul territorio italiano. Il regime intende chiudere – incentivando la creazione d’impresa – gli interventi in materia di formazione giovanile (Bollenti Spiriti), quelli delle Pari Opportunità, quelli di contrasto al precariato giovanile, e quelli in materia di crisi industriali. Il regime sarà attivato con un apposito avviso dotato di 50 Meuro. Investimenti Previsti 100 Meuro.

     

    Avvisi e Bandi

     

    1)      Contratti di Programma. L’Avviso prevede un intervento a sportello per investimenti (da 10 Meuro a 100 Meuro) di grandi imprese in materia di investimenti industriali e di ricerca. Dotazione finanziaria complessiva 130 Meuro. Investimenti previsti 550 Meuro.

     

    2)      Programmi Integrati di Agevolazione. L’Avviso consente di incentivare a sportello iniziative industriali, di risparmio energetico, di ricerca, di servizi e di ebusiness di Medie Imprese e consorzi di PMI. Dotazione 88 Meuro. Investimenti 200 Meuro.

    3)      Aiuti alla Ricerca. Il Bando è finalizzato al sostegno degli investimenti in ricerca delle PMI. Dotazione 28 Meuro. Investimenti previsti 50 Meuro.

    4)      Internazionalizzazione. Sostegno ai Consorzi export Agroalimentari. Dotazione 3 Meuro.

    5)      Internazionalizzazione. Sostegno ai Consorzi export Turistico-Alberghieri. 3 Meuro.

    6)      Internazionalizzazione. Sostegno ai Consorzi export Manifatturieri. 3 Meuro. Investimenti previsti in Internazionalizzazione 20 Meuro.

    7)      Contrasto all’Usura. Sostegno ai Confidi ed alle Fondazioni. 770 Keuro.

     

     

    Regione Sardegna

     

    L’obiettivo del Governo regionale si concentra sulla necessità di porre in essere misure atte all’accelerazione e qualificazione della spesa, quale leva per sostenere gli investimenti e combattere  la povertà, quale strumento per contrastare la crisi economica.  A tal fine la manovra sarà orientata su tre principali linee di indirizzo, cosi da innescare meccanismi di ripresa economica e rinvigorimento del comparto economico. Le aree di intervento individuate sono rivolte ai due principali soggetti del sistema economico: le imprese, e le famiglie, con interventi diretti a loro sostegno, e attraverso politiche di generazione di reddito e infrastrutture  attraverso investimenti in opere pubbliche.

     

    Sostegno della liquidità per le imprese, attraverso  il raddoppio delle risorse relative ai fondi di rischi dei consorzi fidi nei vari settori e attraverso l’abbattimento di un punto percentuale dell’IRAP per le imprese che mantengono o incrementano il numero di occupati.

     

    Incremento degli investimenti pubblici in infrastrutture, che oltre che soddisfare le esigenze dei territori, consentiranno un aumento di occupazione e l’innesco di meccanismi generatori di reddito e di sostegno ai consumi. In particolare si sta gia operando in tale direzione attraverso finanziamento di infrastrutture stradali,  attraverso opere sul sistema idrico integrato e attraverso interventi per l’edilizia sanitaria (attraverso opere di realizzazione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture ospedaliere).

     

    Sostegno al disagio socio-economico, che porta avvalersi nel 2009 di un incremento pari a circa il del fondo per l’autosufficienza, . Ulteriori risorse saranno destinati al sostegno delle nascite, mentre verrà incrementato il fondo per “l’infanzia e le nuove generazioni”. Inoltre verrà incrementato il fondo per gli interventi relativi alla “prima casa”.

     

     

    Regione Sicilia

    Il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli anni 2009-2013 pone tra gli obiettivi del programma di governo (cfr. capitolo 2.2)  la promozione e la sperimentazione nel quadro delle politiche di fiscalità compensativa di misure regionali di Credito d’imposta, anche in sinergia con il ciclo programmatorio 2007-2013; nell’ambito delle politiche del credito, poi, promuove un’iniziativa finalizzata alla realizzazione di operazioni di microcredito.

    La bozza tecnico-amministrativa del Documento unitario di programmazione e Programma attuativo regionale FAS 2007-2013 predisposto dalla Regione, in coerenza con gli orientamenti comunitari e con  l’approccio unitario per le politiche di coesione recepite a livello nazionale con il Quadro Strategico Nazionale (QSN), ha individuato tra i suoi obiettivi attuativi quello di “aumentare la produttività del tessuto produttivo siciliano attraverso un migliore accesso al credito,  una crescita dimensionale delle imprese esistenti, un rafforzamento delle agglomerazioni produttive che presentano un maggiore grado di dinamicità  ed una migliore capacità di penetrazione nei mercati extra-regionali”.

    Per il perseguimento di tale obiettivo sono stati individuati da un lato il “credito di imposta per investimenti” dall’altro apposite  “iniziative di microcredito e microfinanza”.

    Per quanto riguarda il primo intervento va detto che le finalità di sostegno agli insediamenti di nuove strutture produttive nel territorio della Regione Siciliana, nonché allo sviluppo delle realtà produttive già esistenti, possono essere meglio perseguite, in particolare, mediante strumenti celeri e trasparenti da finalizzare agli investimenti ed alla crescita dimensionale delle imprese.

    Al riguardo è al vaglio della Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana il disegno di legge regionale n. 239 “Credito di imposta per nuovi investimenti e per la crescita dimensionale delle imprese”, già approvato dalla Giunta regionale di Governo.

    Per la stesura di detto testo l’Assessorato Regionale Bilancio e Finanze ha condotto uno studio con le Università di Palermo e Catania e con l’Istituto Prometeia, finalizzato alla valutazione dell’impatto di misure agevolative di sostegno agli investimenti sul tessuto economico-imprenditoriale regionale, che ha  evidenziato l’efficacia e il prevedibile “ritorno”, in termini di incrementi del PIL e occupazionali, delle risorse pubbliche investite.

    A fronte di un'incentivazione complessiva, a titolo esemplificativo, di 600 milioni di € (120 milioni di € l'anno per il 2007-2013), gli investimenti fissi lordi aumentano complessivamente di oltre 4.200  milioni di €[2]. Il moltiplicatore delle agevolazioni è superiore al valore di partenza inserito nel modello per effetto degli investimenti aggiuntivi stimolati dalla maggiore crescita della produzione regionale.

    In effetti, il PIL regionale aumenta nel 2007-2013 di quasi 7.500 milioni di € rispetto alla situazione senza agevolazioni. Anche l'occupazione ha una dinamica positiva (oltre 5.500 occupati a fine periodo). Gli effetti macroeconomici appaiono decisamente positivi, anche se ovviamente rimangono su una scala commisurata al livello delle agevolazioni erogate.

    La dotazione finanziaria occorrente affinché il credito di imposta possa determinare effetti significativi di sviluppo sull’economia regionale, tenendo anche conto dei dati riguardanti i crediti di imposta usufruiti in Sicilia nel precedente periodo 2000-2006, ai sensi dell’articolo 8 della legge 388/2000, è quantificabile, per il periodo 2009-2013, per un importo pari a circa 120 milioni di euro annui.

    Per la realizzazione di iniziative per il microcredito l’Amministrazione regionale ha convenuto con aziende bancarie e confidi i contenuti generali di un protocollo di intesa che individua l’ammontare massimo dell’importo finanziabile, il costo dell’operazione in termini di tasso di interesse massimo applicabile, la tipologia di micro-imprenditori ammissibile alle operazioni di finanziamento, le operazioni finanziabili e la previsione di un fondo di garanzia.

    Quest’ultimo rappresenta lo strumento attuativo di cui l’Amministrazione regionale si avvarrà al fine di prestare le garanzie richieste dal sistema bancario per la concessione di microfinanziamenti, per l’ammontare massimo di € 15.000 per ogni singola operazione; sulla base di un rapporto 1:5 (ad ogni 5 euro di finanziamento accordato corrisponde 1 euro nel fondo di garanzia) con un fondo avente una capienza di €1.500.000 si attiverebbero nel territorio della Regione 500 operazioni.

    Pertanto, in considerazione dell’attuale crisi economica-finanziaria che sta manifestando i suoi effetti sull’economia reale, si ritiene opportuno avviare le procedure affinché possano essere finanziate mediante il ricorso ai Fondi strutturali della Programmazione 2007-2013 e al Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS regionale), essendo state inserite tali misure nella bozza tecnico-amministrativa del Documento Unitario di Programmazione e Programma Attuativo Regionale FAS 2007-2013 della Regione Siciliana:

    -                      la misura agevolativa del credito di imposta per nuovi investimenti e per la crescita dimensionale delle imprese;

    -                      l’iniziativa relativa all’attivazione di operazioni di microcredito.

     

     

    Regione Toscana

     

    Primi interventi della Regione per la crisi economica

     Gli obiettivi che la Regione Toscana vuole raggiungere sono:

    ·                     attrarre nuovi investimenti

    ·                     accelerare la disponibilità dei finanziamenti e degli incentivi

    ·                     garantire a famiglie ed imprese l’accesso al credito in modo da ridurre gli impatti negativi della crisi e sostenerne lo sviluppo.

    Le leve su cui la Regione punta in questa contingenza sono cinque:

    1)   accelerare la disponibilità dei fondi comunitari, velocizzando la pubblicazione dei bandi (entro 2008) e le procedure amministrative, privilegiando progetti importanti e di qualità.

    I finanziamenti che non verranno utilizzati nel giro di un anno saranno recuperati e destinati ad interventi che creino sviluppo celermente.

    Per questo è stato già approvato il (PAR FAS) programma attuativo regionale comprensivo della valutazione ambientale-strategica.

    In data 9 ottobre è stata comunicata la conclusione positiva dell’istruttoria e quindi la Regione chiede di disporre dei finanziamenti senza tagli per aprire –da subito – i bandi come prima misura di lotta alla crisi economica.

    Si tratta di 3.389 milioni che attiveranno oltre 4 miliardi di investimenti.

    2)   favorire l’accesso al credito di imprese sono iniziati gli incontri con fondazioni bancarie, istituti finanziari, mondo delle imprese ed Università.

    Il 6 novembre è previsto un incontro col sistema bancario che vada nella direzione dell’obiettivo indicato.

    E’ confermato, nel bilancio del 2009, il blocco delle tasse, gli sgravi sul bollo auto e l’avvio del progetto di assistenza per gli anziani non autosufficienti con un bonus di 400 euro per contribuire al pagamento dei “badanti”.

    3)   Costituzione nuovi fondi di garanzia per consentire alle imprese di accedere a prestiti a tassi più favorevoli.

          Si prevede di stanzionare 48 milioni capaci di garantire alle imprese non meno di 500 milioni.

          Di questa cifra 10 milioni sono  già disponibili a valere su fondi della Regione e della Fidi Toscana.

          Altri 5 milioni saranno disponibili all’inizio del prossimo anno insieme ai 33 milioni del fondo europeo procedure che è in via di perfezionamento tecnico.

          I primi 10 milioni – già disponibili – consentiranno di garantire oltre 100 milioni di finanziamento a sostegno dei progetti industriali delle aziende.

          Questi saranno assegnati come prestito in conto soci a Fidi toscana (finanziaria regionale).

          Una soluzione che renderà più celere la messa a disposizione delle risorse e che mitigherà in misura rafforzata il rischio bancario perché la Fidi toscana è un intermediario vigilato dalla Banca d’Italia.

    4)   richiedere un’accelerazione del provvedimento e dell’attuazione del federalismo fiscale come mezzo per decidere incentivi fiscali in favore delle imprese.

    5)   politiche per l’internazionalizzazione. La Giunta ha definito contenuti ed obiettivi del “Manifesto per l’attratività” che sarà presentato in tutte le principali piazze finanziarie.

    Si vuole favorire la nascita di nuove imprese, aumentare il business esistente, incrementare gli investimenti esteri.

    Valorizzando gli “asset” delle toscana:

    -                      alta formazione

    -                      centri di ricerca ed Università

    -                      imprese d’eccellenza

    -                      qualità della vita

    Viene prevista l’istituzione di un tutor personalizzato che seguirà gli investitori lungo l’intero percorso.

    Pubblicazione di un Atlante informatico sulle arre industriali disponibili per le imprese.

    - Messa a disposizione, on line, del catalogo degli incentivi disponibili

    - Nuova legge sulla semplificazione delle procedure

     

     

    Regione Umbria

     

    La Regione Umbria ha costituito un fondo di garanzia per il consolidamento delle passività a breve delle PMI

    Obiettivo:

    L’intervento si propone di alleggerire l’esposizione finanziaria delle PMI a breve termine attraverso operazioni di consolidamento a medio termine delle passività a breve.

     

    Il fondo opererà attraverso  la concessione di garanzie che potranno consentire l’attivazione di  un plafond di intervento da parte del sistema bancario stimato tra i 100 ed i 150 milioni di euro.

     

    Potrebbero essere così concesse garanzie che, nel rispetto del regime di aiuto del “de minimis”, diano copertura anche oltre la normale prassi ed in situazioni di criticità ma comunque non pregiudizievoli del futuro dell’impresa garantita.

     

    Tale fondo non si sovrappone con gli strumenti regionali già esistenti finalizzati a favorire l’accesso al credito e la capitalizzazione delle imprese a fronte di programmi di sviluppo ed investimento.

    Funzionamento del Fondo:

    -     Il fondo sarà gestito dalla società finanziaria regionale Gepafin Spa e potrà vedere la partecipazione di istituzioni creditizie ad altri soggetti pubblici.

     

    -     Modalità di funzionamento previste:

    a)   rilascio di garanzie dirette a favore di istituti di credito

    b)   partecipazioni ad operazioni di cogaranzia con Confidi e Cooperative Artigiane di Garanzia

    c)   rilascio di garanzie di II grado a favore di tutti i Confidi  che rilascino garanzie di I grado a favore degli istituti di credito.

     

    -     Le percentuali di garanzia, cogaranzia e controgaranzia saranno modulate in funzione della tipologia e della durata delle operazioni di consolidamento sottostanti.

     

    -     Il Fondo interverrà sino ad esaurimento della propria dotazione iniziale, ma avrà carattere rotativo in funzione delle volume delle risorse impegnate che via via si libereranno per effetto della riduzione nel tempo dell’ ammontare garantito.

     

    -     Il limite massimo di garanzia  per ciascuna  impresa non potrà superare i 500.000 euro

     

     

    Regione Valle d’Aosta

     

    ·         La Regione ha stanziato un fondo specifico, ammontante a 3 milioni di euro, destinato all’adozione di misure per contrastare la crisi economico-finanziaria. Tali misure saranno determinate di concerto con le parti sociali.

     

    ·         Sarà costituita una forma di garanzia sul capitale maturato a favore degli iscritti alle forme di previdenza integrativa, nei settori pubblico e privato.

     

    ·         Per quanto riguarda, nello specifico, le piccole e medie imprese, si è ancora in fase di valutazione e di consultazione dei soggetti coinvolti.

     

     

    Regione Veneto

     

    Il repentino aumento del tasso interbancario, come prima conseguenza di un clima di sfiducia che si è creato tra gli operatori del settore, pone evidenti problemi di liquidità del sistema e rischia di influenzare pesantemente non solo il mantenimento della capacità produttiva del sistema economico veneto, ma anche la possibilità di una sua espansione a causa dei mancati nuovi investimenti.

    La Regione, in questo contesto,  è intervenuta con azioni mirate a supporto delle PMI, rafforzando l’accesso alla disponibilità di liquidità necessaria a garantire la continuità operativa.

    Una partnership tra ente pubblico, sistema bancario e organismi di garanzia, per determinare, nel rispetto di Basilea 2, un valido sostegno alle imprese,  sostegno che passa attraverso un sostanziale rafforzamento delle garanzie “consortili” e l’adozione di criteri economico-patrimoniali volti a favorire un miglioramento finanziario della finanza aziendale.

    In questa ottica, la Giunta regionale ha deliberato lo stanziamento di:

     

    -                Euro 3.650.000  per rifinanziare la L.R. 20 marzo 1980, n. 19 “ Interventi a favore dei Consorzi-Fidi tra le piccole e medie imprese del settore secondario del veneto” (DGR del 14 ottobre 2008);

    -                Euro 1.242.968,84  per rifinanziare  la. L.R. 18 gennaio 1999, n, 1 “ Interventi regionali per agevolare l’accesso al credito nel settore commercio”,  specificatamente ai “Contributi alla cooperazione e consorzi di garanzia del settore commercio” (DGR del 21 ottobre 2008).

     

    Entrambi i finanziamenti concedono ulteriori risorse ai fondi rischi esistenti, consentendo così un rafforzamento dell’offerta di garanzie in favore delle PMI al fine di migliorare l’accesso al credito che, particolarmente in questa fase, registra fenomeni di razionamento.

    Per quanto riguarda il rafforzamento dei confidi artigiani, la Regione ha predisposto un intervento rivolto ad aumentare la garanzie a favore delle imprese artigiane per l’accesso e la gestione del credito bancario richiesto a fronte di esigenze di liquidità corrente che rischiano di essere disattese o fortemente ridotte.

    Il Fondo messo a disposizione eleva al 70% il livello di garanzia data dai Confidi artigiani (normalmente del 50%) alle imprese per il sostegno della gestione corrente, per la ristrutturazione della posizione debitoria, per il consolidamento delle passività bancarie a breve, per il riequilibrio finanziario.

    Tecnicamente tale integrazione si ottiene con una cogaranzia da parte di un Consorzio fidi regionale di 2° grado che estende la garanzia rilasciata dal Confidi di 1° grado fino al 70% dell’operazione di finanziamento dell’impresa.

    Il Fondo regionale è dato in gestione, con apposita convenzione, ai Consorzi Fidi artigiani regionali di 2° grado (che associano tutti i confidi artigiani di 1° grado), e ammonta a 10 milioni di euro, con scadenza al 31/12/2009.

    I Confidi, da parte loro, per tale intervento straordinario non richiedono alcuna commissione a carico delle imprese e sono impegnati a monitorare l’impatto di tale misura nei confronti anche degli istituti di credito.

    Le DDGR sopra citate sono esecutive.

     

     

    Provincia Autonoma di Trento

     

    La Giunta Provinciale di Trento ha assunto numerose delibere (le NN: 2369; 2539; 2606; 2607; 2678; 2686; 2687 e 2705) per fronteggiare la crisi finanziaria volte al sostegno dei cittadini e delle imprese.

    Gli interventi proposti dalla Provincia a favore dei cittadini sono rivolti al sostegno delle famiglie che abbiano contratto un mutuo per l’acquisto, costruzione e risanamento dell’abitazione principale. Per le famiglie, in sostanza, è stato varato un intervento a sostegno del pagamento dei mutui prima casa, sia nei confronti di chi non è assistito dal mutuo provinciale (la Provincia interviene qualora il tasso a carico del mutuatario superi del 10 per cento il tasso iniziale del mutuo) sia per chi invece a suo tempo lo ha ricevuto (la Provincia interviene qualora la rata superi del 15 per cento quella iniziale). In totale l’intervento riguarderà almeno 4.000 famiglie. Inoltre la Provincia autonoma ha deciso di stanziare un contributo che varia tra i 250 e i 900 euro per aiutare le famiglie a sostenere i maggiori costi energetici per il riscaldamento.

    Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, la Provincia vanno nella direzione del rafforzamento del sistema finanziario locale e del sostegno ai fabbisogni di liquidità delle imprese. In sintesi gli obiettivi sono: il potenziamento della Cassa del Trentino Spa; il sostegno al Mediocredito per interventi a favore delle imprese; la costituzione specifici fondi a supporto dell’attività degli Enti di garanzia (Confidi).

     

    Qui di seguito il dettaglio delle misure e degli interventi assunti

     

    1) Descrizione dell’intervento a sostegno delle famiglie che hanno contratto un mutuo a tasso variabile  che non hanno ricevuto il contributo provinciale:


    Abbattere la rata a carico del mutuatario afferente il rimborso dei mutui a tasso variabile contratti per l’acquisto, costruzione e risanamento dell’abitazione principale a seguito dell’incremento dei tassi di mercato;

    il contributo viene erogato qualora il tasso a carico del mutuatario superi del 10 per cento il tasso iniziale del mutuo;

    l’intervento è garantito anche nel caso in cui il mutuatario rinegozi il mutuo con la propria banca mediante conversione del tasso variabile in tasso fisso, qualora la conversione; comporti un tasso a carico del beneficiario superiore al 10 per cento rispetto al tasso iniziale.

    l’intervento avrà una durata non superiore alla vita residua del mutuo al momento dell’entrata in vigore della norma che disciplina il contributo in esame;

    l’intervento della Provincia decorre dalla prima rata dell’anno 2008.


    Quantificazione dell’intervento


    L’importo massimo dei mutui ammessi ad intervento sarà determinato applicando i criteri previsti in materia di edilizia abitativa agevolata.

    Per i nuclei famigliari con un indicatore ICEF inferiore a 0,30 il contributo sarà pari al 100% dell’incremento dei tassi.

    Per i nuclei famigliari con un indicatore ICEF compreso tra 0,30 e 0,40 il contributo sarà pari al 70% dell’incremento dei tassi.

    Si stima che la Provincia interverrà a favore di circa 2200 famiglie per una spesa complessiva di circa 3,5 milioni di euro, per un intervento a famiglia che può arrivare fino a 1.600 euro circa.

    Procedure
    Le domande dovranno essere presentare a Cassa del Trentino S.p.a. entro il 30 giugno 2009. Nel caso in cui a tale data non sia ancora intervenuta in tutto o in parte l’erogazione del mutuo, la domanda potrà essere presentata entro il 31 dicembre 2009.

    L’intervento sarà riconosciuto anche per i periodi antecedenti la presentazione della domanda e comunque non prima del 1 gennaio 2008.

     

    2) Descrizione dell’intervento per coloro che hanno ricevuto il contributo provinciale:


    Abbattere la rata a carico del mutuatario afferente il rimborso dei mutui a tasso variabile contratti per l’acquisto, costruzione e risanamento dell’abitazione principale a seguito dell’incremento dei tassi di mercato; il contributo viene erogato qualora la rata a carico del mutuatario superi del 15 per cento la rata iniziale del mutuo; l’intervento è garantito anche nel caso in cui il mutuatario rinegozi il mutuo con la propria banca mediante conversione del tasso variabile in tasso fisso, qualora la conversione comporti una rata a carico del beneficiario superiore al 15 per cento rispetto alla rata iniziale.
    l’intervento della Provincia decorre dalla prima rata dell’anno 2008.


    Quantificazione dell’intervento


    - L’intervento copre l’intera parte della rata eccedente il suddetto limite del 15 per cento.
    Sulla base dei predetti parametri si stima che la Provincia interverrà a favore di circa 1600 famiglie per una spesa complessiva di circa 550.000 euro annui.


    Procedure
    L’intervento verrà attivato automaticamente dalla Provincia, incrementando il contributo originario, senza la necessità che i beneficiari debbano presentare domanda.

     

    3) Descrizione delle principali misure a favore delle imprese:

    Le iniziative della Provincia autonoma sono prioritariamente orientate a rafforzare la struttura delle fonti creditizie delle imprese, a migliorare le condizioni di accesso al credito e a ridurre il costo della provvista finanziaria.

    Innanzitutto è stata ritenuta prioritaria dal Tavolo di lavoro istituito dalla Provincia con gli attori del sistema finanziario locale  la costituzione di specifici fondi a supporto dell’attività degli Enti di garanzia per aiutare il sistema delle imprese ad affrontare la crisi dei mercati finanziari. Quale prima azione è stato poi previsto un intervento a sostegno del processo di riassetto finanziario delle imprese.

    Fondi per il riassetto finanziario delle imprese


    La Provincia autonoma di Trento assegnerà finanziamenti straordinari agli Enti di garanzia per la costituzione presso ciascun Confidi di un fondo speciale per il riassetto finanziario delle imprese.
    L’assegnazione è disposta nei seguenti importi:

    - euro 5.000.000 a Cooperativa artigiana di garanzia

    - euro 5.000.000 a Confidimpresa

    - euro 2.500.000 a Cooperfidi.

    Si può ritenere che ogni euro di dotazione del fondo attiverà 10 euro di finanziamenti. Grazie a questo moltiplicatore sarà di circa 125.000.000 euro il volume delle operazioni erogabili alle imprese; in particolare 50.000.000 di euro da parte della Cooperativa Artigiana di Garanzia, 50.000.000 di euro da parte di Confidimpresa e 25.000.000 di euro da parte di Cooperfidi.
    Il fondo sarà utilizzato dai Confidi trentini per la concessione di garanzie e per l’abbattimento degli interessi passivi sui finanziamenti garantiti e concessi dalle banche convenzionate. Gli Enti di garanzia provvederanno ad adeguare le convenzioni in essere con le banche al fine di mettere a disposizione delle imprese finanziamenti nella forma di mutui con le seguenti caratteristiche:

    -     importo massimo 250.000 euro per impresa

    -     durata tra 5 e 10 anni con un periodo massimo di un anno di preammortamento

    -     tasso passivo riferito ad uno specifico indicatore in corso di definizione (tasso di riferimento o Euribor) con un costo a carico delle imprese che sulla base delle condizioni attuali dovrebbe aggirarsi sul 3,80%. Tale tasso deriva dalla differenza tra il tasso che sarà applicato dal sistema bancario (6,3%) ed il concorso sugli interessi del 2,5% a carico del fondo

    -     il finanziamento accordato dalla banca convenzionata scelta dall’impresa è finalizzato alla trasformazione dell’indebitamento a breve termine in provvista finanziaria a medio/lungo termine con un conseguente riequilibrio della struttura finanziaria

    -     presupposto per l’accesso al fondo è la definizione di un progetto aziendale di ristrutturazione finanziaria convalidato dall’istituto di credito mutuante, che da un lato rimuova i vincoli di accesso al credito e ristabilisca condizioni di equilibrio della struttura finanziaria dell’impresa, dall’altro accerti la sussistenza di idonee condizioni economico-patrimoniali dell’impresa, comunque atte a preservare la regolare continuità aziendale


    Benefici per le aziende


    Attraverso l’operazione finanziaria agevolata dal fondo l’azienda attua un importante processo di riassetto finanziario che innanzitutto ripristina il regolare accesso al mercato del credito. Parimenti importanti sono gli effetti sulla gestione economico finanziaria in particolare per quanto riguarda:
    - il risparmio in termini di interessi. È prevedibile un abbattimento di almeno il 50% dei costi finanziari dell’impresa: oltre alla agevolazione concessa a carico del fondo (2,5%) va aggiunto il forte contenimento degli interessi passivi che possono beneficiare non solo dei migliori tassi a medio-lungo termine, ma pure della corrispondente riduzione delle esposizioni a breve termine (nel caso di extra-fido i tassi possono raggiungere anche il 10%)

    - la liberazione di linee di credito a breve che possono essere riutilizzate per far fronte ai fabbisogni finanziari di gestione che la crisi attuale tende ad acuire sempre più.

     

     

    Potenziamento Cassa del Trentino S.p.A.


    Una prima azione riguarda Cassa del Trentino, per la quale è previsto un potenziamento, anche in relazione al ruolo che la società - nell’attuale congiuntura - può svolgere per sostenere la provvista finanziaria degli operatori locali. Non vanno inoltre sottovalutate le ricadute sul sistema economico dell’azione della società quale strumento di provvista di risorse aggiuntive per la Provincia e gli enti locali.
    Cassa del Trentino, peraltro, sta già intensificando la propria attività per rafforzare il sistema finanziario pubblico. Nel 2008 fino alla data odierna le erogazioni agli enti pubblici del territorio sono state pari a 370 milioni, con una crescita di oltre il 60% rispetto all’intero anno 2007 (229 milioni).
    Al fine di potenziare ulteriormente l’attività della Cassa la Provincia, è stata disposta la sottoscrizione dell’aumento di capitale in Cassa del Trentino del valore di 5 milioni di euro (da 2,6 a 7,6 milioni) acquisendo nel contempo il controllo diretto della Società.

    Tale operazione garantisce un vantaggio immediato in termini economici conseguenti all’applicazione diretta del rating della Provincia alla società ed in secondo luogo permette un’effettiva governance congiunta con gli enti locali, in modo da realizzare la mission di Cassa del Trentino quale strumento di sistema.

     

    Sostegno al Mediocredito per interventi a favore delle imprese trentine


    In relazione all’attuale crisi dei mercati finanziari che penalizza l’utilizzo degli ordinari strumenti di provvista, la Provincia intende attivare Cassa del Trentino per sopperire nel breve periodo alle esigenze di liquidità di Mediocredito Trentino Alto Adige, che di norma fa provvista sui mercati internazionali.
    A tal fine, Cassa del Trentino, forte del suo rating e dei rapporti “privilegiati” con importanti istituzioni finanziarie, assicurerà iniezioni di liquidità a tassi vantaggiosi per un volume di risorse nell’ordine di 50 milioni di euro.

    L’intervento pubblico provinciale trova ragion d’essere nell’impiego di tali risorse da parte di Mediocredito in azioni di sostegno alle imprese operanti nel territorio provinciale, le quali non dovrebbero pertanto risentire di alcuna penalizzazione conseguente all’attuale situazione dei mercati.

    Misure ulteriori per garantire continuità e regolarità dei pagamenti del settore pubblico provinciale a favore delle imprese e famiglie.

     

    Alla luce del momento di incertezza vissuto dagli operatori economici la Provincia autonoma ha inteso come fondamentale l’azione stabilizzatrice dell’amministrazione pubblica nel garantire i flussi di risorse derivanti dalla propria operatività nei settori economici.

    Come noto, il Patto di stabilità limita fortemente i volumi dei pagamenti a carico del bilancio della Provincia, con conseguenti difficoltà a garantire la regolarità dei pagamenti dovuti a fine anno e la necessità di differirli all’inizio dell’anno successivo. Ciò può essere causa di difficoltà nella gestione finanziaria delle imprese e famiglie che intrattengono rapporti con il settore pubblico soprattutto nell’attuale congiuntura.

    Per risolvere il problema la Giunta ha previsto un utilizzo straordinario degli strumenti di sistema, in particolare:

    Cassa del Trentino metterà a disposizione un plafond significativo di risorse (fino a un massimo di 50 milioni) finalizzate ad anticipare alle imprese e famiglie somme dovute dalla Provincia;

    le Società e gli altri enti funzionali della Provincia sono autorizzati ad accedere ad anticipazioni di cassa presso il Tesoriere per un valore complessivo superiore a 90 milioni di euro al fine di assicurare la regolarità della gestione finanziaria.

    In relazione a tale ampliamento dei mezzi di pagamento, i flussi di risorse apportati dalla Provincia al sistema territoriale trentino, nonostante i vincoli posti dal Patto di stabilità interno, sono destinati quest’anno a crescere del 7,9% rispetto al 2007.

     

    Rafforzamento della liquidità dei Comuni


    Un ulteriore significativo effetto sulla liquidità del sistema finanziario pubblico è conseguente all’intervento di Cassa del Trentino nell’erogazione dei trasferimenti agli enti locali (nella forma di agevolazioni in conto capitale attraverso l’attualizzazione dei contributi annui assegnati dalla Provincia). Le modalità di intervento di Cassa del Trentino hanno consentito un forte incremento delle risorse a disposizione dei Comuni, la cui giacenza media cresce di oltre il 50% negli ultimi due anni .

    A tale crescita di risorse corrisponde ovviamente una pari capacità di spesa e, conseguentemente, adeguati margini di intervento per assicurare piena regolarità alle procedure di spesa di loro competenza.
    La Giunta provinciale ha inoltre definito nuove misure anticongiunturali per contrastare il rallentamento dell’economia, individuando nel sostegno ai consumi delle famiglie e nella sollecita attuazione dei programmi di investimento le leve più incisive.

    Nel primo aspetto le misure già adottate negli ultimi periodi se rapidamente attuate possono rivestire un ruolo importante per il sostegno dei consumi e quindi dell’attività economica; il riferimento è all’erogazione dei contributi provinciali per i consumi energetici e per i mutui della prima casa, come pure alla stabilizzazione delle rette delle case di riposo e alla riduzione delle rette degli asili nido.

    Relativamente agli investimenti, tenuto conto del livello straordinariamente elevato degli stessi (1860 milioni nel 2008 pari all’11,5% del PIL provinciale), è possibile prefigurare un loro utilizzo per contrastare il rallentamento del ciclo economico promuovendo una rapida spendibilità degli stessi in modo da accelerare gli impulsi di stimolo sul sistema economico.
    Conseguentemente la Giunta ha approvato specifici indirizzi e direttive per:

    §         accelerare le procedure amministrative per la concreta realizzazione delle opere e degli interventi programmati nei piani di settore, assicurando priorità realizzativa agli interventi eseguiti o di competenza di imprese e soggetti privati che maggiormente concorrono al sostegno dell’attività economica. Il riferimento è soprattutto alle azioni nel campo della casa (Piano straordinario dell’edilizia abitativa, Piano straordinario di nuovi alloggi di edilizia pubblica e a canone moderato), agli investimenti programmati nei piani delle imprese, agli interventi di manutenzione del patrimonio pubblico, agli investimenti ambientali;

    §         assicurare (con le modalità richiamate in precedenza) i budget di cassa per la spendibilità effettiva delle risorse e il sollecito pagamento dei lavori realizzati e delle prestazioni effettuate;

    §         adottare modalità di coordinamento affinché analoghi strumenti e scelte siano previsti anche da parte dei Comuni, degli altri enti pubblici e delle società della Provincia, relativamente alle opere ed interventi di loro competenza.





    [1] Qualora a questo Fondo venisse riconosciuta la garanzia dello Stato di ultima istanza ai fini di Basilea 2, l’efficacia del Fondo ne risulterebbe massimizzata in relazione alla ponderazione di favore attribuita allo Stato (“ponderazione zero” che già oggi assiste gli interventi del Fondo ISMEA e della SACE). La previsione del riconoscimento della garanzia dello Stato dovrebbe essere esplicitamente prevista nella stessa norma (ad esempio la conversione in legge del Decreto legge 155/2008).

     

    [2] Per facilitare la lettura, gli aggregati economici sono espressi a valori correnti.

    regionicrisi201108.pdf