Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Agricoltura: PROPOSTA DI REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA OCM UNICA
Conferenza Regioni
e Province Autonome
mercoledì 27 giugno 2007
CONTRIBUTO DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME ALLA FORMAZIONE DELLA POSIZIONE ITALIANA IN ORDINE ALLA PROPOSTA DI REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA OCM UNICA
Premessa
Il lavoro istruttorio fin qui realizzato ha consentito di raggiungere adeguati risultati di merito.
Anche sul piano del confronto in sede ministeriale si possono esprimere soddisfacenti risultati in ordine al metodo di lavoro.
Occorre in questa ultima fase della discussione in sede comunitaria mantenere il confronto nazionale al livello raggiunto sia per quanto riguarda il merito dei problemi residui non ancora risolti, sia per quanto riguarda successivi passaggi che la soluzione di quei problemi e la definitiva adozione dell’Ocm ‘Unica’ potrà suggerire al confronto nazionale.
Le note di seguito intendono affrontare le due questioni: il merito della proposta comunitaria della Ocm, con particolare riferimento al tema del Comitato Unico e del suo funzionamento e la successiva organizzazione del confronto nazionale sui problemi di settore derivata dal mutamento della organizzazione del confronto a livello comunitario.
La Ocm ‘Unica’ ed il Comitato Unico.
L’Ocm Unica’ rappresenta un passaggio importante della complessa manovra di riforma della politica comune per la agricoltura.
Si può dire che completa sul piano della logica della riforma e sul piano direttamente amministrativo, la azione intrapresa dal 2003 dalla Commissione, di revisione di politiche e strumenti a sostegno della agricoltura e delle aree rurali.
Desta quindi stupore un livello di attenzione e di dibattito sul tema che certamente si possono definire insufficienti, contrariamente a quanto avvenuto per altri importanti passaggi della generale riforma delle politica comune per la agricoltura.
La riunificazione in un unico grande regolamento di tutte le politiche settoriali e dei relativi strumenti attuativi residuati dalla adozione del pagamento unico e della prospettiva di una riduzione significativa dei sostegni esposti alle regole , talune in via di definizione altre già adottate in sede Wto, è obiettiva necessità.
Dal punto di vista del merito il confronto settoriale che si é svolto ha consentito ampia condivisione nazionale, successivamente espressa in sede comunitaria, delle proposte avanzate dalla Commissione e dei relativi passaggi emendativi.
Opportuna è stata anche la deroga stralcio, assegnata ai settori ortofrutta e vitivinicolo, per la acquisizione dei rispettivi temi da rendere organici nella Ocm, solo successivamente alla loro riforma, peraltro attesa nell’anno in corso.
Sul piano politico più generale la riforma comporta il rischio di un trasferimento di poteri decisionali alla Commissione, mascherabili dalla accentuata tecnicità delle questioni da affrontare, che deve essere quindi bilanciata da una più attenta funzione del Consiglio, il quale tuttavia non dovrà impedire speditezza operativa agli istituti applicativi dell’ Ocm, i quali sono predisposti proprio per contribuire alla generale semplificazione della politica comune in agricoltura.
Più complessa appare la questione degli strumenti, delle sedi e della metodologia del confronto connessa alla applicazione della Ocm ‘Unica’, cioè il Comitato Unico.
Tale complessità deve essere verificata sia sul fronte comunitario nel citato Comitato Unico che su quello nazionale soprattutto se si intende mantenere, per i citati livelli, omogeneità di tempi e modalità di discussione.
Il tema in discussione è la organizzazione della discussione e la sua efficacia dispositiva.
Il Comitato vedrà la partecipazione di un esperto per Paese e si riunirà con cadenza settimanale, di norma per due giorni, nel primo giorno discutendo questioni orizzontali comuni ai diversi settori produttivi, il secondo giorno questioni verticali di settori oppure altri argomenti specifici.
Il Comitato provvederà ad avviare discussioni istruttorie per sottogruppi convocati ad hoc suddivisi per temi o settori o per sottogruppi che affrontano argomenti che necessitano di ricorrenti valutazioni.
Tali sottogruppi potrebbero quindi divenire permanenti di supporto istruttorio al Comitato Unico e solo la pratica verifica potrà suggerire la adozione di decisioni di merito più particolareggiate.
Il Comitato Unico provvede alla approvazione dei dossier adeguatamente predisposti.
Si tratta a questo riguardo di adottare il principio della unanimità oppure della maggioranza.
Aiuta in questo senso la constatazione che le materie affrontate, benché di ampia estensione, sono meno sensibili del passato nelle nuove condizioni del mercato internazionale e delle politiche d sostegno.
L’importante in questa fase è che il Comitato Unico assuma le prerogative che gli competono evitando di codificare duplicazioni di sedi particolari di discussione con inevitabile loro moltiplicazione in base al principio che ogni settore ed ogni problematica potrebbe avere pari dignità di altre ad essere discussa a sé.
Con ciò lesionando irreversibilmente il senso della unificazione in una unica Ocm le differenti settorialità.
Si possono affrontare le questioni suddividendo le materie settoriali in vegetali ed animali oppure per materie, quali l’ intervento, le restituzioni, i rischi, ecc…
Si consideri al riguardo anche la posizione della Comagri del Parlamento Europeo che sembrano confermare questo indirizzo.
Il Comitato Unico può avvalersi anche di un gruppo di esperti che abbiano valore giuridico.
Resta da decidere in che misura il Consiglio può esercitare potere di veto od altro e per quali materie anche se aiutano le dichiarazioni della Commissione ed anche il testo della proposta di Regolamento che prefigurano una esplicita separazione di funzioni e stabiliscono il principio che laddove esistano questioni di rilievo gli Stati membri possono riportare gli argomenti in sede politica..
Va da sé che i Comitati connessi alle Ocm ancora da riformare, continuano il loro lavoro.
La discussione nazionale.
Si pone il problema della messa in discussione della metodologia del confronto nazionale specularmente alle decisioni organizzative di carattere comunitario.
Ci si può porre cioè l’obiettivo della riorganizzazione della discussione in sede nazionale in relazione alla introduzione del Comitato Unico.
Tale riorganizzazione può portare alla costituzione di un gruppo di lavoro permanente Mipaf/Regioni che si riunisce con funzioni istruttorie delle riunioni comunitarie e con un calendario a quelle commisurato.
Il gruppo di lavoro si riunisce anche con partecipazioni variabili secondo gli argomenti trattati e deve avere una funzione di lavoro ed operativa.
La costituzione del gruppo di lavoro non deve destare equivoci in ordine alle sue funzioni e si realizza nel pieno rispetto della normale attività che si realizza nelle sedi del confronto istituzionale della Conferenza Stato e Regioni e nella sua articolazione agricola.
Un approfondimento in questa direzione appare inevitabile ed è utile sia affrontato contestualmente alla discussione che porterà alla approvazione del regolamento comunitario sulla Ocm Unica.
Roma, 27 giugno 2007