Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri concernente la programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari per l’anno 2006
Punto 4) Odg Conferenza Unificata
La Conferenza delle Regioni e Province autonome, esaminato lo schema di decreto, rileva quanto segue:
il decreto flussi rappresenta un aspetto importante anche se non esaustivo delle politiche di programmazione pubblica in materia di immigrazione;
si rileva positivamente come la cifra complessiva di 170.000 unità risulti superiore rispetto all’anno precedente e sia la maggiore degli ultimi anni;
tuttavia, tale quota non copre il fabbisogno rilevato nel 2005 per un divario di circa 89.000 unità, né tanto meno i fabbisogni espressi dalle diverse Regioni e Province autonome. In particolare la quota delle collaboratrici domestiche appare significativamente sottodimensionata. Si chiede, pertanto, un’implementazione significativa sia della quota suddetta sia della quota complessiva;
in termini metodologici si ritiene improprio che nello schema di decreto si rimandi al Ministero del Lavoro la ripartizione regionale delle quote (artt. 1 e 6). La suddivisione territoriale dovrebbe essere contenuta nella proposta di DPCM, sulla base di criteri che in ogni caso devono essere predefiniti e concertati con le Regioni anche in relazione alle specifiche situazioni occupazionali nei diversi territori;
si ritiene inoltre importante prevedere momenti successivi di monitoraggio, sempre in accordo con le Regioni ed entro termini prestabiliti, dell’andamento della domanda finalizzati all’eventuale revisione delle quote;
si sottolinea la necessità di garantire la massima trasparenza delle procedure, intervenendo sul sistema di presentazione delle domande, assicurando con congruo anticipo l’informazione sulla data di pubblicazione del Decreto e prevedendo modalità di inoltro che garantiscano pari opportunità di accesso. Si consideri, in proposito, come i differenti orari di apertura degli uffici postali sul territorio nazionale abbiano creato, negli anni scorsi, numerosi problemi e, di fatto, abbiano generato una condizione di disparità di accesso. Appare, quindi, opportuno prevedere modalità omogenee programmate di presentazione delle domande evitando il più possibile un effetto sorpresa.
si rileva infine che il dimezzamento del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali costituisce un ostacolo all’efficacia delle politiche di accoglienza e di integrazione sociale, che competono alle Regioni e agli Enti Locali e che rappresentano l’altro aspetto fondamentale delle politiche pubbliche per l’immigrazione.
Nel merito del provvedimento, non potendo dettagliare singoli emendamenti all’articolato, considerati i tempi avuti a disposizione, si ritiene tuttavia di formulare le seguenti ulteriori osservazioni:
- considerato che il presente decreto non riguarda i neo comunitari, si richiede di conoscere se si intende provvedere con un provvedimento ad hoc per assicurare l’ingresso di tale categoria di lavoratori;
- nel comprendere che alcuni Paesi di provenienza dei lavoratori debbano essere destinatari di quote riservate, si richiede tuttavia che sia incrementata la quota di ingressi senza vincoli di provenienza (resto del mondo);
- anche per quanto riguarda gli ingressi di cittadini italiani in rientro, fatto salvo il numero complessivo stabilito, si ritiene che non dovrebbero essere previste distinzioni per Paese di provenienza;
- si osserva che rispetto alla relazione di accompagnamento il Decreto omette la quota di 10.000 ingressi per l’edilizia e costruzioni e di 14.000 ingressi per altri settori produttivi;
La Conferenza delle Regioni e Province autonome esprime, pertanto, parere favorevole sullo schema di decreto, condizionato all’accoglimento delle osservazioni e delle richieste sopra formulate.
Roma, 26 gennaio 2006