Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - FAUNA SELVATICA
Conferenza Regioni
e Province Autonome
giovedì 14 settembre 2006
DECRETO – LEGGE 16 AGOSTO 2006, N. 251, RECANTE “DISPOSIZIONI URGENTI PER ASSICURARE L'ADEGUAMENTO DELL'ORDINAMENTO NAZIONALE ALLA DIRETTIVA 79/409/CEE IN MATERIA DI CONSERVAZIONE DELLA FAUNA SELVATICA”.
Punto 1), Elenco A, o.d.g. Conferenza Stato-Regioni
LA CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
PREMESSO CHE
- le normative comunitarie, nazionali e regionali in materia di tutela ambientale hanno tutte contribuito a promuovere ed affermare una visione armonica sulla natura e la biodiversità, fondata sullo sviluppo sostenibile e sulla ricerca di un equilibrio dinamico tra uso delle risorse, conservazione e valorizzazione, determinando profondi mutamenti culturali;
- la legge 11 febbraio 1992, n. 157, come integrata con legge 3 ottobre 2002, n. 221, in materia di protezione della"fauna selvatica e di prelievo venatorio” seppure non del tutto aderente, sotto il profilo formale, al quadro di misure dettate dalla direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici, come evidenziato dal parere motivato della Commissione europea inerente la procedura di infrazione n. 2006/2131, ha segnato un passaggio senz’altro fondamentale per la gestione del territorio e della fauna e per la diffusione di una nuova cultura di salvaguardia e tutela ambientale;
- le normative regionali, emanate a partire dal 1992 in aderenza al quadro nazionale, hanno svolto un ruolo determinante, costituendo le basi per un affinamento delle sensibilità sul valore “ambiente” e per creare le condizioni di una più matura consapevolezza dei temi correlati;
- vanno pertanto riconosciute le positive esperienze maturate in questi anni di applicazione della legge n. 157/92 e delle leggi regionali, avendo esse costituito il fondamento per un punto d'incontro tra istanze differenti;
CONSIDERATO
- che occorre in ogni caso - superata l’emergenza dettata dal contenzioso comunitario che ha portato all’adozione del decreto – legge in esame - avviare una ulteriore fase di confronto per portare ad uno stadio più compiuto il dialogo costruttivo tra istituzioni e associazioni interessate;
- che il consenso deve potersi giovare di una maggiore disponibilità di dati e informazioni, fondate su analisi inoppugnabili di natura tecnico – scientifica del nostro patrimonio, affinché soluzioni e misure da adottare o ricalibrare risultino oggettive, adeguate e rispondenti agli obiettivi da perseguire;
TENUTO CONTO che le Regioni e le Province autonome
- sono da sempre consapevoli che le aree naturali meritevoli di tutela, da loro stesse indicate, servono a proteggere gli ecosistemi più delicati e preziosi che insistono sui propri territori, e costituiscono altresì anche uno strumento formidabile per creare sviluppo e lavoro in settori strategici;
- che esse agiscono sul loro territorio quotidianamente su un solco già tracciato e maturo per determinare cambiamenti di tipo culturale, più difficile da perseguire, ma che rappresentano concreti e solidi passi in avanti, risultando preminente l’interesse allo sviluppo sostenibile delle loro risorse, in coerenza, come richiesto dalla Commissione europea, con le norme nazionali e comunitarie;
PRENDE ATTO
dello strumento del decreto – legge, cui ha fatto ricorso il Governo per fronteggiare, con l’urgenza richiesta dagli interessi incisi, i tempi ristretti fissati dalla Commissione, al fine di:
- scongiurare i danni conseguenti ad una Condanna della Corte Europea di Giustizia, a fronte delle contestazioni notificate dalla Commissione europea nel parere motivato notificato all’Italia con nota C(2006)2683 del 28 giugno 2006, nel quale si contesta che la normativa di recepimento della direttiva 79/409/CEE da parte del legislatore nazionale non è completamente conforme e poiché il sistema di recepimento dell’art. 9 della direttiva non garantisce il rispetto delle condizioni e dei requisiti fissati nella stessa direttiva con riguardo all’esercizio delle deroghe per il prelievo delle specie non cacciabili;
- consentire l’apertura della stagione venatoria, senza incorrere in ulteriori rischi di infrazione;
- creare le condizioni ed i presupposti per avviare il negoziato con la Commissione europea ai fini dell’adozione dei Piani di sviluppo rurale, le cui trattative sono state sospese e subordinate alla soluzione del contenzioso pendente.
ESPRIME
Parere favorevole a maggioranza delle Regioni sul provvedimento in oggetto a condizione che vengano recepite integralmente le modifiche e le integrazioni al testo di cui all’allegato sub A.
ROMA, 14 settembre 2006
ALLEGATO A
Emendamenti al decreto – legge 16 agosto 2006, n. 251, recante “Disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica”.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 18 agosto 2006, n. 191.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di superare, nel termine fissato di due mesi, le procedure di infrazione n. 2006/2131 e 2006/4043 promosse dalla Commissione europea, con pareri motivati del 28 giugno 2006, per incompleto e insufficiente recepimento ed errata attuazione della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, da parte della normativa statale e regionale, nonchè le procedure di infrazione 2004/4926 e 2004/4242, che alla stessa data del 28 giugno 2006 hanno dato origine a ricorsi alla Corte di giustizia da parte della Commissione europea per contrasto della normativa delle regioni Veneto e Sardegna con le disposizioni della citata direttiva 79/409/CEE;
Ritenuta, altresì, la straordinaria necessità ed urgenza di intervenire prima dell'imminente apertura della stagione venatoria 2006/2007 per evitare la non approvazione da parte della Commissione europea dei Programmi di sviluppo rurale, che comporterebbe gravissimi danni per l'intero comparto agricolo nazionale;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 4 agosto 2006;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per le politiche europee, di concerto con i Ministri per gli affari regionali e le autonomie locali e dei trasporti;
Emana il seguente decreto-legge:
1. Finalità.
1. Il presente decreto è finalizzato ad assicurare la conformità dell'ordinamento italiano alla normativa comunitaria concernente la conservazione della fauna selvatica.
2. Misure di conservazione.
1. Fermo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120, nelle Zone di protezione speciale (ZPS) di cui alla direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, si applicano le misure di conservazione previste agli articoli 3, 4 e 5.
2. I decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di designazione delle Zone speciali di conservazione (ZSC), adottati d'intesa con ciascuna regione interessata, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 2, del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, e successive modificazioni, individuano le misure di conservazione necessarie a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat e le specie per il quale il sito è stato individuato.
3. Misure di conservazione inderogabili per le ZPS.
1. Nelle Zone di protezione speciale (ZPS) è fatto divieto, fino all’adozione o all’adeguamento dei provvedimenti regionali ci cui all’art. 4, comma 2, di:
a) esercitare l'attività venatoria in data antecedente alla prima domenica di ottobre, con l'eccezione della caccia di selezione agli ungulati e al cinghiale;
b) esercitare l'attività venatoria nel mese di gennaio con l'eccezione della caccia di selezione agli ungulati e al cinghiale e di quella da appostamento per due giornate prefissate alla settimana;
c) svolgere attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, prima della seconda domenica di settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria;
d) effettuare la preapertura dell'attività venatoria, con l’eccezione della caccia di selezione agli ungulati;
e) esercitare l'attività venatoria in deroga ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979;
f) attuare la pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell'attività di controllo demografico delle popolazioni di corvidi;
g) effettuare ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli realizzati nelle aziende faunistico venatorie negli istituti faunistici privati e di quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura insistenti sul medesimo territorio ove è presente la stessa popolazione;
h) realizzare nuove discariche o nuovi impianti di trattamento dei rifiuti ovvero ampliare quelli esistenti;
i) abbattere esemplari appartenenti alle specie pernice bianca (Lagopus mutus), combattente (Philomacus pugnax) e moretta (Ayhytia fuligula), secondo le previsioni contenute nelle singole tipologie ambientali di cui all'articolo 5, comma 1.
l) la realizzazione di elettrodotti aerei con tensione uguale o inferiore a 150 KW e di impianti a fune permanenti;
m) la realizzazione di nuovi impianti di risalita e di nuove piste da sci, fatti salvi quelli il cui procedimento autorizzativo sia stato ultimato;
n) lo svolgimento di attività di circolazione motorizzata fuoristrada, fatta eccezione dei mezzi agricoli, dei mezzi di soccorso, controllo e sorveglianza, nonchè dell'accesso al fondo degli aventi diritto;
o) la realizzazione di centrali eoliche.
2. In via transitoria, per la stagione venatoria 2006/2007, è fatto divieto di esercitare l'attività venatoria in data antecedente alla terza domenica di settembre, ad eccezione della caccia di selezione degli ungulati e al cinghiale.
3. Nelle Zone di protezione speciale (ZPS) è fatto obbligo di mettere in sicurezza elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione rispetto al rischio di elettrocuzione ed impatto.
4. Ulteriori misure di conservazione.
1. Fino all'adozione dei provvedimenti regionali di cui all'articolo 5, comma 2, sono altresì vietate:
a) la realizzazione di elettrodotti aerei di alta e media tensione e di impianti a fune permanenti;
b) la realizzazione di nuovi impianti di risalita e di piste da sci;
c) lo svolgimento di attività di circolazione motorizzata fuoristrada, fatta eccezione dei mezzi agricoli, dei mezzi di soccorso, controllo e sorveglianza, nonchè dell'accesso al fondo degli aventi diritto.
2. La realizzazione di centrali eoliche è sospesa fino all'adozione di specifici piani di gestione per le Zone di protezione speciale (ZPS). La valutazione d'incidenza relativa a tali interventi deve essere basata su un monitoraggio dell'avifauna presente nel sito interessato di durata compatibile con il ciclo biologico della stessa e la realizzazione dell'intervento è subordinata a conforme e obbligatorio parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS).
5. Criteri ornitologici e requisiti minimi.
1. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, e con il Ministro dei trasporti per i profili di competenza, d'intesa con la Conferenza permanente tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono individuate specifiche tipologie ambientali di riferimento, sulla base dei criteri ornitologici indicati nella direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, e delle esigenze ecologiche delle specie presenti.
2. Con il decreto di cui al comma 1 sono determinati i requisiti minimi uniformi che le regioni devono rispettare nel definire: le misure di cui all'articolo 4, comma 1; le modalità di esercizio nelle Zone di protezione speciale (ZPS) di cui all'articolo 2 del potere di deroga ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 1, lettere a) e b), della citata direttiva 79/409/CEE; le altre Zone di protezione speciale (ZPS) per adeguarne numero e superficie a quanto richiesto dagli obblighi comunitari; le ulteriori misure specifiche di conservazione applicabili a ciascuna delle tipologie ambientali di cui al comma 1 e agli habitat esterni a dette Zone funzionali alla conservazione degli uccelli; le modalità di svolgimento di attività di arrampicata, parapendio e sorvolo a bassa quota.
3. Con il decreto di cui al comma 1 sono altresì individuati i tempi entro cui le regioni devono provvedere a definire tali ulteriori misure e, in caso di inerzia delle stesse, le misure da applicare in via sostitutiva.
6. Disposizioni attuative.
1. Qualora le Zone di cui all'articolo 2 ricadano all'interno di aree naturali protette o di aree marine protette, istituite ai sensi della legislazione vigente, si applicano le norme del presente decreto se più restrittive rispetto alle misure di salvaguardia esistenti ed alle previsioni normative definite dai rispettivi strumenti di pianificazione.
2. Le misure di conservazione previste nel presente decreto sostituiscono tutte quelle precedentemente adottate dallo Stato per le Zone di cui all'articolo 2.
7. Modifiche in materia di deroghe al prelievo venatorio.
1. All'articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 2 le parole da: «Le deroghe» a: «direttiva 79/409/CEE e» sono sostituite dalle seguenti: «Le deroghe sono provvedimenti di carattere eccezionale, e comunque di durata non superiore ad un anno, che devono essere motivati specificamente in ordine all'assenza di altre soluzioni soddisfacenti e alla tipologia di deroga applicata e devono essere adottati caso per caso in base all'analisi puntuale dei presupposti e delle condizioni di fatto stabiliti dall'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979. Le deroghe»;
b) al comma 3 le parole da: «sentito l'Istituto» a: «livello regionale» sono sostituite dalle seguenti: «in conformità al previo parere obbligatorio dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS)» e la parola: «grave» è soppressa;
c) il comma 4 è sostituito dal seguente: «4. Fatto salvo il potere sostitutivo d'urgenza di cui all'articolo 8, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, previa diffida alla regione interessata ad adempiere entro dieci giorni, viene disposto l'annullamento dei provvedimenti di deroga posti in essere in violazione delle disposizioni della presente legge e della citata direttiva 79/409/CEE.».
8. Intervento sostitutivo urgente.
1. Le regioni, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adeguano il proprio ordinamento alle disposizioni dell'articolo 9 della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, e dell'articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157, come modificato dal presente decreto, abrogando o modificando le proprie leggi, le delibere e gli atti applicativi, nonchè i calendari venatori nelle parti difformi dalle suddette disposizioni. In attesa di tale adeguamento e al fine di assicurare l'immediato rispetto dell'ordinamento comunitario, sono sospesi gli effetti delle deroghe adottate dalle regioni in difformità dalle richiamate disposizioni. Decorso inutilmente il termine suindicato, le leggi e gli atti regionali difformi da tali disposizioni si intendono abrogati e annullati.
9. Adeguamento della legge 11 febbraio 1992, n. 157 all'ordinamento comunitario.
1. Alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1, dopo il comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. Lo Stato e le regioni si adoperano per mantenere o adeguare la popolazione della fauna selvatica a un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto anche delle esigenze economiche e ricreative, nonchè ad evitare, nell'adottare i provvedimenti di competenza, il deterioramento della situazione attuale.» ;
b) all'articolo 1, comma 5, primo periodo, le parole: «provvedono ad istituire» sono sostituite dalla seguente: «individuano», dopo la parola: «protezione» è inserita la seguente: «speciale» e, dopo il secondo periodo, è inserito il seguente: «Le Zone di protezione speciale (ZPS) si intendono classificate, ovvero istituite, dalla data di trasmissione alla Commissione europea da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dei formulari e delle cartografie delle medesime ZPS individuate dalle regioni, ovvero dalla data di trasmissione alla Commissione europea dei formulari e delle cartografie da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per le ZPS istituite prima della data di entrata in vigore della presente legge. I provvedimenti regionali devono riportare in maniera puntuale i confini di tali aree ed i relativi dati catastali e devono essere pubblicizzati.»;
c) all'articolo 1, dopo il comma 7 è aggiunto, in fine, il seguente: «7-bis. Il Ministro per le politiche europee, d'intesa con i Ministri interessati, trasmette alla Commissione europea tutte le informazioni a questa utili per coordinare le ricerche e i lavori riguardanti la protezione, gestione e utilizzazione della fauna selvatica, nonchè quelle sull'applicazione pratica della presente legge.»;
d) all'articolo 18, dopo il comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. In ogni caso deve essere rispettato il divieto di caccia alle specie ornitiche nel periodo di nidificazione e durante le fasi di riproduzione e di dipendenza e, nei confronti delle specie migratrici, durante il periodo di riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione.»;
e) all'articolo 20, comma 3, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e previa consultazione della Commissione europea»;
f) all'articolo 21, comma 1, lettera o), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «; distruggere o danneggiare deliberatamente nidi e uova, nonchè disturbare deliberatamente le specie protette di uccelli»;
g) all'articolo 21, comma 1, lettera bb), dopo le parole: «detenere per vendere,» sono inserite le seguenti: «trasportare per vendere,».
9 bis). Clausola di salvaguardia
Sono fatte salve le competenze riconosciute alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano, le quali provvedono alle finalità del presente provvedimento, in conformità allo Statuto speciale e alle relative norme di attuazione.
10. Invarianza della spesa.
1. Dall'applicazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri, nè minori entrate a carico della finanza pubblica.
11. Entrata in vigore.
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.