Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - proposte in merito al contratto di serviziotra la Rai e il Ministero delle Comunicazioni per il triennio 2006/2008

mercoledì 12 luglio 2006


In allegato il documento in formato .pdf

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

 

 

proposte in merito al contratto di servizio tra la Rai e il Ministero delle Comunicazioni per il triennio2006/2008

 

 

In vista del rinnovo del contratto di servizio tra Ministero delle Comunicazioni e Rai per il triennio 2006-2008 e al fine di avviare una comune e tempestiva riflessione sul rinnovo della concessione del servizio pubblico radio-televisivo che scadrà nel 2008, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ricordando il Trattato di Amsterdam (allegato D) in cui l’Unione riconosce l’esistenza e il finanziamento dei servizi pubblici radio-televisivi quali espressioni delle comunità e delle culture locali - chiede che, anche nello strategico settore della Comunicazione, venga considerato il mutato assetto istituzionale dello Stato introdotto dalle riforme costituzionali del 2001.

 

In particolare Regioni e Province autonome ritengono fondamentale che:

 

a)    a tutti i livelli istituzionali e in seno ai diversi organismi costituiti tra ministero delle Comunicazioni e RAI siano attuati i principi costituzionali riguardanti ruolo e funzioni delle autonomie territoriali;

 

b)    si realizzi una multilevel governance che consenta una nuova forma di collaborazione tra soggetti istituzionalmente deputati al Governo della res pubblica;

 

c)    venga realizzata la piena e proficua concorrenza legislativa dello Stato e delle Regioni nell’ordinamento della Comunicazione;

 

d)    nel rinnovo del contratto di servizio il Ministero preveda per la RAI: 1) l’impegno a spiegare, diffondere e promuovere la diversa organizzazione dello Stato, al fine di favorire l’azione delle autonomie territoriali e rafforzare il rapporto tra Stato e cittadini;

2) l’obbligo a considerare l’informazione regionale quale componente essenziale del servizio pubblico radiotelevisivo e che, comunque, l’offerta radiotelevisiva di natura pubblica sia qualificata da una maggiore valorizzazione del territorio, delle culture e diverse realtà sociali ed economichedell’Italia. Una valorizzazione che dovrà essere attuata sia nella programmazione locale (informazioni utili alla fruizione dei servizi e delle opportunità rese disponibili sul territorio dal lavoro e dalla responsabilità delle istituzioni locali, a partire dal sistema di welfare garantendo spazi dedicati anche alle categorie più fragili; valorizzazione delle culture, delle tradizioni, delle ricchezze naturali e delle opportunità presenti nei diversi territori; informazioni e servizi di pubblica utilità), sia proiettando a livello nazionale e internazionale le diversità e le ricchezze delle varie parti dell’Italia;

3) la necessità a individuare i giusti interlocutori da coinvolgere per ideare e realizzare trasmissioni riguardanti materie a legislazione esclusiva dello Stato, concorrente o di piena competenza regionale, così come previsto dall’articolo 117 della Costituzione;

 

e)    infine, sia facilitata e promossa l’attuazione della legge sulla Comunicazione, là dove individua nei “contratti di servizio regionale” gli strumenti giuridici per regolare in modo organico e istituzionalmente corretto i rapporti tra singole Regioni e Province autonome e RAI.

 

Con questo approccio sarà possibile realizzare iniziative che consentano di documentare, spiegare e condividere il ruolo delle Autonomie territoriali nei diversi contesti, ma offrendo nello stesso tempo spazi di visibilità e promozione ai diversi soggetti sociali che, in ossequio al principio di sussidiarietà, partecipano attivamente allo sviluppo del Paese

 

Le nuove opportunità offerte dalle moderne tecnologie consentono di sperimentare nuovi servizi e nuovi format anche con modalità innovative di rapporto con i diversi attori del mercato della comunicazione. L’aumento dei nuovi canali fruibili potrà avere uno sviluppo positivo se si realizzeranno forme nuove di sinergie che consentano ai territori di essere presenti con la loro variegata offerta di contenuti e opportunità, anche avvalendosi del know how e degli apparati industriali dei Centri di Produzione RAI.

 

Un altro tema da affrontare con determinazione è la copertura e l’effettiva ricezione del segnale delle trasmissioni RAI su tutto il territorio nazionale.

Si tratta di un processo che richiede notevoli investimenti e che può, evidentemente, essere programmato su base pluriennale, mediante un progetto che porti ad elevare notevolmente la percentuale di popolazione regionale effettivamente raggiunta da “informazione regionale propria”.

A riguardo non va dimenticato che le Regioni hanno competenze legislative in materia di inquinamento elettromagnetico e importanti responsabilità per quel che riguarda il controllo e le valutazioni di impatto ambientale. La realizzazione e la modifica degli impianti esistenti dovrà quindi essere concessa dal Ministero delle Comunicazioni previa intesa con la Regione interessata.

 

Le Regioni e le Province autonome ritengono che per avviare la discussione e il confronto su queste richieste sia fondamentale creare una struttura di raccordo tra Regioni e Ministero della Comunicazione e che la RAI razionalizzi le proprie strutture di rapporto con le Autonomie territoriali, così come il titolo V della Costituzione impone.

 

A livello nazionale ritengono imprescindibile l’istituzione di un organismo unico che veda la presenza coordinata e autorevole di Regioni, Province autonome e Governo quale luogo di corretto confronto istituzionale sulla definizione delle linee guida del Contratto di servizio e nella sua applicazione.

In particolare questo organo dovrebbe potersi esprimere in forma cogente relativamente a :

·        definizione e attuazione del Contratto di servizio nelle parti riguardanti le Autonomie territoriali;

·        aspetti economico finanziari connessi allo sviluppo della programmazione regionale della RAI a livello locale e di interesse regionale;

·        criteri per la definizione di programmi e iniziative tese alla valorizzazione del territorio;

·        valutazione della qualità dell’offerta;

·        campagne e programmi di comunicazione sociale;

·        rappresentazione cartografica annuale della Rai relativa agli adempimenti per la copertura;

 

e poter esprimere pareri su:

·         l’offerta complessiva delle trasmissioni (radiofoniche e televisive) Rai indicate come “servizio pubblico”;

·        l’offerta realizzata dalla RAI all’estero;

·        progetti RAI di ricerca e sviluppo relativi alla partecipazione a programmi e iniziative promossi dall’Unione Europea;

·        relazione Rai annuale sui servizi multimediali.

 

Occorre che già prima della stipula del prossimo Contratto di Servizio questo Organismo sia esplicitamente previsto, definito e messo in condizione di operare.

 

La creazione di questo Comitato misto Ministero-Regioni e Province autonome dovrebbe poter evitare il ripetersi dell’esperienza vissuta negli anni passati riguardo ai previsti ulteriori 30 minuti quotidiani di programmazione televisiva regionale (articolo 12, terzo comma del contratto di servizio), più volte annunciati e mai realizzati dalla RAI senza che il Ministero vigilante sia mai intervenuto per far rispettare un accordo sottoscritto.

 

A un servizio pubblico più attento alle realtà territoriali con servizi di base uguali per tutte le Regioni a statuto ordinario (ferme restando le normative previste per le province autonome e le Regioni definite a statuto speciale) si dovranno aggiungere offerte contrattate tra singole Regioni e RAI.

Gli strumenti per realizzare queste intese quadro sono già previste dalla legge sono i Contratti di servizio regionale, che si affiancano e integrano il Contratto di servizio nazionale.

Riconoscendo il nuovo ruolo istituzionale delle Regioni, i Contratti di servizio regionale dovranno essere in grado recepire le variegate esigenze delle Regioni e le disponibilità della RAI.

Sarà così possibile realizzare una innovativa modalità di collaborazione tra i soggetti istituzionali del territorio e la RAI. In ciascuno dei Contratti sarà importante prevedere in modo esplicito forme adeguate di collaborazione istituzionale e di prodotto superando prospettive frammentarie e meramente commerciali, sviluppando invece sinergie e partnership in grado di garantire reciproche soddisfazioni e qualità dell’offerta.

Si tratta di una formidabile opportunità anche per il  rilancio del servizio pubblico radiotelevisivo (conservandone l’unitarietà e nel contempo potenziandone il radicamento sul territorio), da realizzarsi nella piena attuazione della Carta Costituzionale.

 

 

Roma, 12 luglio 2006

 

DOC.CR.p.04b)-Contratto-di-servizio-RAI.pdf