Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Emergenza idrica nel bacino del fiume Po

giovedì 30 giugno 2005


 

O.D.G.

 

della Conferenza delle Regioni sull’emergenza idrica nel bacino del fiume Po

 

 

Il prolungarsi del periodo di magra eccezionale del Po sta riproponendo alla attenzione della pubblica opinione il problema della disponibilità di acqua e, più in generale, dell’uso sostenibile delle risorse.

 

Sebbene al momento non ci siano rischi di interruzione della fornitura di acqua per l´agricoltura e per uso civile, i livelli del fiume Po preoccupano in una prospettiva di breve-medio periodo. Risultano infatti anticipate di circa un mese le portate di magra record registrate in alveo durante il periodo di siccità dell’estate del 2003, con la necessità di sostenere la forte domanda irrigua del mese di luglio.

 

Il problema è ulteriormente aggravato non solo dalla mancanza di acqua nel fiume, ma anche e soprattutto dall’abbassamento dell’alveo, che rende difficili e onerosi i pompaggi.

 

Il manifestarsi di questi eventi in un’annata climatologica non particolarmente critica accentua ulteriormente la gravità del problema e evidenzia ancor di più la necessità di mettere in atto un sistema di regolazione e gestione della risorsa più unitario e efficace.

 

E’ evidente quindi l’importanza che la gestione integrata e solidale della risorsa deve assumere a livello dell’intero bacino del Po e nell’agenda della politica.

 

L’esperienza dell’estate del 2003 ha dimostrato che un’opportuna, “equa e razionale” regolazione può garantire gli usi e la tutela del Po anche in presenza di periodi siccitosi che hanno  assunto carattere di assoluta particolarità.

 

E’ necessario continuare e completare le attività di monitoraggio e conoscenza avviate dalla cabina di regia dell’estate 2003, che deve essere riproposta anche per affrontare l’attuale periodo di crisi.

 

E’ necessario andare oltre la logica dell’emergenza ed è indispensabile garantire un governo unitario della regolazione e della gestione delle acque su scala di bacino idrografico.

 

La tutela e la salvaguardia ambientale del Po deve costituire una grande questione nazionale, che coinvolge poteri, competenze e risorse finanziarie non solo locali e regionali, ma anche e soprattutto nazionali.

 

La tutela e la valorizzazione del Po costituisce per un verso un valore in sé per la sua rilevanza ambientale, per l'altro verso un fattore prioritario e decisivo della crescita economica e sociale dell’Italia.

 

La tutela delle risorse naturali e, tra queste in particolare le risorse idriche, è strettamente connessa alla materia “governo del territorio”: dalla gestione del demanio idrico, alla tutela dagli inquinamenti, alla regolazione dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione.

 

Tutti gli aspetti appena citati sono normati da un complesso di leggi che, pur contemplando una pluralità di soggetti e competenze di diversa natura e livello, trovano nel decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 la loro unitaria ricomposizione in un quadro organico, che affida alle Regioni l’adozione del Piano di tutela delle acque (PTA), strumento volto a definire l’insieme complessivo delle misure necessarie alla tutela dell’intero sistema idrico regionale e di bacino, in quanto stralcio territoriale e di settore del piano di bacino di cui alla l. 183/1989.

 

A tal fine deve essere maggiormente valorizzata l’attività delle Regioni nell’attuazione dei piani di tutela regionali delle acque previsti dal DLgs 152/99 anche attraverso la messa a disposizione di adeguati strumenti economico finanziari.

 

E’ necessario pertanto richiedere al Governo:

 

  • di avviare la Cabina di regia  con lo stesso obiettivo dell’anno 2003: garantire la gestione unitaria del bilancio idrico del bacino idrografico del fiume Po con l’obiettivo di  mantenere gli attuali livelli idrici nel fiume Po nel tratto tra Casale Monferrato e Pontelagoscuro in modo da consentire le derivazioni irrigue dal Po e da assicurare la funzionalità delle centrali termoelettriche presenti;
  •  

  • di inserire nell’agenda della programmazione il tema del risanamento e della tutela del Po, da affrontare con un nuovo approccio di tipo integrato che tenga in considerazione i molteplici aspetti del problema (politici, sociali, economici, ambientali);
  •  

  • di trattare i problemi del Po con una visione condivisa, riconosciuta sul piano nazionale, attuando una strategia coordinata ed integrata che si traduca anche in un coerente sistema di finanziamento in cui ciascun livello istituzionale si fa carico di una parte di responsabilità;
  •  

  • di attivare tutte le risorse finanziarie statali previste nell’Accordo di Programma Quadro tra Stato e Regione sulla “Tutela e gestione integrata delle risorse idriche”, rendendole disponibili per il parziale finanziamento di interventi di risanamento e tutela del bacino del Po;
  •  

  • di accelerare le procedure autorizzative per l’appalto degli interventi con copertura finanziaria del Programma Nazionale Irrigazione di cui alla L. 350/2004;
  •  

  • di convocare il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po per definire proposte e programmi per l’avvio di politiche strutturali di intervento finalizzate alla gestione unitaria del bacino del Po;
  •  

  • di formulare al più presto, in linea con quanto previsto dalla direttiva quadro sulle acque 2000/60 della Commissione europea, proposte per l’attivazione dell’Autorità di distretto idrografico del bacino del Po, organismo in cui le Regioni dovranno avere un ruolo centrale, che possa consentire l’effettivo coordinamento per una nuova gestione della risorsa.
  •  

  • di provvedere, in caso di prosecuzione dello stato di siccità, alla dichiarazione dello stato di emergenza.
  •  

     

    Roma , 30 gennaio 2005