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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 377 -
Roma, 30 settembre 2004 |
Sommario |
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Senato federale con Stato-Regioni, Pera è preoccupato.
La costituzionalizzazione della Conferenza Stato-Regioni potrebbe limitare
le prerogative dell'Aula di palazzo Madama. Meglio una Governo-Regioni
risponde Calderoli, in un tutto chiarito con nuove specifiche di sede
amministrativa. Il ministro La Loggia
la promuove, Comuni e Province invece la bocciano a priori: meglio
l'Unificata.
''La mia prima impressione sull'emendamento all'art. 118 della
Costituzione approvato e' di grave preoccupazione'', ha dichiarato il
presidente del Senato
Marcello Pera. ''Cerchero'
di capire meglio -ha aggiunto- e di approfondire. Ma temo che aver
costituzionalizzato la Conferenza Stato-Regioni, averle attribuito il
compito di 'promuovere accordi e
intese' e non aver limitato questo compito alle sole funzioni
amministrative costituisca una forte limitazione alle prerogative del
Parlamento e in particolare del Senato. Il rischio -ha concluso Pera-
e' che il Parlamento, e soprattutto il Senato federale, si riduca a
Camera di ratifica di accordi presi in altre sedi senza garanzia di
pubblicita' e trasparenza per il cittadino. vorrei tanto sbagliarmi,
ma temo fortemente che sia cosi'''.
''Tutto chiarito. Ho gia' comunicato
a Pera e l'ho tranquillizzato. Se necessario, specificheremo
meglio il punto in questione''. Lo ha detto il ministro per le
Riforme,
Roberto Calderoli,
commentando le preoccupazioni
espresse dal Presidente del Senato sulle prerogative di Palazzo
Madama.
''L'emendamento - ha spiegato ieri - nasceva come conferenza
governo-regioni. Poi la commissione ha ritenuto piu'
lessicalmente corretto introdurre la formula stato-regioni. Ad
ogni modo se emerge il dubbio che per qualcuno possa assumere
significati diversi - conclude il ministro - specificheremo
meglio l'argomento''.
Roberto Calderoli aggiunge oggi: "si e'
riunito il comitato dei nove che ha approvato una modifica all'emendamento
che supera il problema posto dal presidente del Senato". L'emendamento
chiarisce che la Conferenza Stato-Regioni e' solo "una sede di
concertazione amministrativa e non legislativa".
Enrico La Loggia esprime invece ''grande soddisfazione'' per la costituzionalizzazione della Conferenza
Stato-Regioni decisa alla Camera. In questo modo, ha detto ''la
Conferenza viene elevata al rango di organo di rilevanza
costituzionale; del resto, il luogo, come giustamente viene
definito, del confronto e della reale collaborazione
istituzionale''.''Qui - ha aggiunto- si potranno
mettere a confronto il governo nazionale e i governi delle
Regioni per evitare ogni possibile conflitto e lavorare
armonicamente per la piena attuazione di un federalismo che
potrà essere a pieno titolo considerato solidale: un
federalismo al servizio del rafforzamento democratico del nostro
Paese''.
Infine insoddisfazione e disappunto dall'Associazione Nazionale Comuni
Italiani e dall'Unione Province d'Italia per il nuovo testo dell'articolo
118 della Costituzione
approvato stamattina dall'Aula della Camera.
Il Presidente dell'Anci
Leonardo Domenici e il presidente dell'Upi
Lorenzo Ria esprimono il loro rammarico, per loro e' infatti ''grave ed
inaccettabile la disposizione che costituzionalizza come sede
rappresentativa di tutti i soggetti costitutivi della Repubblica la
Conferenza Stato-Regioni e non la Conferenza unificata -spiegano -come
proposto dalle Autonomie locali''.
''Questa disposizione -sostengono- sancisce il rapporto privilegiato e
preferenziale fra lo Stato e le Regioni che lede in modo irreversibile la
pari dignita' sancita dall'art. 114 della Costituzione e favorisce il
centralismo regionale''.
Per entrambe le associazioni infatti ''le conseguenze istituzionali della
scelta aggravera' ulteriormente il precario stato dei rapporti tra le
istituzioni e puo' paralizzare le sedi di concertazione''. ''Per questi
motivi -concludono Domenici e Ria -Anci ed Upi si riservano di realizzare
forme di protesta adeguate''.
Ecco sul tema
Riforma Costituzione le proposte delle Regioni
"l)
Il
riconoscimento in Costituzione della Conferenza.
L'emendamento apportato all'art. 118, comma
tre, ha introdotto seppure in forma assai tenue il riconoscimento
costituzionale del sistema delle Conferenze interistituzionali, da tempo
auspicato dalle regioni. Tale previsione dovrebbe tuttavia essere
rimodulata e precisata, di modo da consentire
che la Conferenza possa effetivamente
costituire il centro dei rapporti, di concertazione, di consultazione, di
prevenzione e di superamento delle conflittualità, anzitutto sul piano
legislativo, tra Stato e Regioni, con la partecipazione dei rappresentanti
degli enti locali per le materie di rispettiva competenza".
Le Regioni propongono la previsione di una Conferenza “federale” per i
rapporti tra Stato e Regioni, composta da rappresentanti del Governo, dai
Presidenti delle Regioni e, per le questioni che coinvolgono le competenze
amministrative locali, da Sindaci e Presidenti di Provincia.
Filippo Bubbico,
presidente della regione Basilicata, sottolinea come ''Questo impianto
costituzionale cosi' confuso non serve al Paese. Le Regioni, come gli enti
locali, sono convinte che debbano essere definiti i luoghi e gli spazi per
il confronto. La Conferenza Stato-Regioni avrebbe dovuto prevedere la
presenza dei Comuni quando sono in discussione materie di loro competenza''.
(gs) |
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''L' operazione trasparenza sui conti della
sanita' e' un elemento imprescindibile. Si deve capire quale e' il sistema
di finanziamento. Oggi il sistema avviene attraverso il fondo sanitario
nazionale (fsn). Se invece si volesse portare le Regioni a finanziare il
sistema attraverso addizionali, questo lo si deve dire esplicitamente al
paese onde evitare equivoci''.
Il presidente dell' Emilia-Romagna Vasco Errani
(nella foto)
precisa la sua posizione dopo l' incontro di martedì a Roma nel quale il
Ministro dell' economia Siniscalco ha proposto 88,2 mld di euro per
finanziare la sanità a fronte di una richiesta di 91 mld avanzata dalle
Regioni.
''Il ministro ha proposto 88,2 mld di euro (cfr.
il dossier sulla Finanziaria pubblicato da
www.governo.it )che e' una cifra che segna un
aumento - ha spiegato Errani - ma non corrisponde alle risorse necessarie
per finanziare i livelli essenziali di assistenza (Lea). Siamo ancora
sotto. Per questo dico che bisogna fare una operazione verita': capire
quanto costa garantire, come abbiamo siglato fra Regioni e Governo, l'
esercizio dei Lea, e i contratti che vanno assicurati per la dirigenza e
per la convenzionata che hanno dei costi. Bisogna fare questa operazione
trasparenza - ha detto ancora Errani - e stabilire quanto costa e sulla
base di quello stabilire 'chi fa che cosa'. Questo e' l'impianto per
realizzare un federalismo serio. Altrimenti c'e' il rischio di confusione
e di una difficolta' nella tenuta del sistema. Se qualcuno vuole arrivare
alle addizionali - ha insistito Errani - lo deve dire al paese; non dire
invece che c'e' il finanziamento, dopo di che chi non è efficiente
ricorre alle addizionali''.
(sm)
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Dopo aver ripartito le competenze la
Camera, che sta votando la riforma della Costituzione ha previsto, nel
nuovo testo un
forte "potere sostitutivo":"Lo Stato
può sostituirsi alle Regioni, alle Città metropolitane, alle Province e ai
Comuni nell'esercizio delle funzioni loro attribuite dagli articoli 117 e
118" nel caso di mancato rispetto di norma e trattati internazionali o
della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la
sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela
dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei
livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e
sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali e nel
rispetto dei principi di leale collaborazione e di sussidiarietà".
Si fa più significativo in ogni singola Regione il ruolo del Consiglio
delle Autonomie locali che da semplice organo di consultazione diventa
"organo di consultazione, concertazione e raccordo": "In ogni
Regione, lo statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali, quale
organo di consultazione, di concertazione e di raccordo fra le Regioni e
gli enti locali". Inoltre gli
enti locali potranno ricorrere alla Corte
Costituzionale. Finora potevano fare
ricorso solo le Regioni. A prevederlo e' un sub-emendamento della
Commissione Affari Costituzionali al ddl di riforma costituzionale,
approvato quasi all'unanimita' (con 315 si', 3 no e 5 astenuti) dall'aula
della Camera.
"I Comuni, le Province e le Citta' metropolitane - dice il sub-emendamento
- qualora ritengano che una legge o un atto avente forza di legge dello
Stato e della regione leda le proprie competenze costituzionalmente
attribuite, possono promuovere davanti alla Consulta la questione di
legittimita' costituzionale".
L'Assemblea di Montecitorio, con 248 voti a favore, 164 contrari e 3
astenuti ha anche approvato l'articolo 39 della parte seconda della
Costituzione, che modifica integralmente l'articolo 127 della
Costituzione,
relativo alle leggi regionali e l'interesse nazionale della Repubblica,
presentato dai capigruppo della Cdl. Con l'approvazione di questo
articolo, il Governo, qualora ritenga che una legge regionale o una parte
di essa pregiudichi l'interesse nazionale della Repubblica, entro 15
giorni dalla sua pubblicazione, invita la regione a rimuovere le
disposizioni pregiudizievoli. Qualora entro i successivi 15 giorni il
consiglio regionale non rimuova la causa del pregiudizio, il Governo entro
gli ulteriori 15 giorni, sottopone al Parlamento in seduta comune che,
entro gli ulteriori 15 giorni, con deliberazione adottata a maggioranza
assoluta dei propri componenti, può annullare la legge o sue disposizioni.
Il Presidente della Repubblica - recita l'articolo approvato - entro i
successivi 10 giorni, emana il conseguente decreto di annullamento.
L'Aula della Camera ha approvato anche un emendamento della Cdl al testo
delle riforme con il quale si prevede che "l'istituzione di
città metropolitane
nell'ambito di una Regione è stabilita con legge dello Stato su iniziativa
dei comuni interessati, sentite le province interessate e la stessa
Regione''. I si' sono stati 237, i no, tutti dell'opposizione, 174, sei
gli astenuti.
Secondo Enzo Ghigo (Fi), presidente del Piemonte e della Conferenza delle
Regioni, la devolution ''e' partita molto bene'' e il giudizio positivo si
basa anche sul fatto che ''sono stati accolti alcuni emendamenti
presentati dalla regioni ed e' stata costituzionalizzata la conferenza
Stato-Regioni''. Per Ghigo ''restano ancora alcuni passaggi da fare, ad
esempio la riforma dell'iter legislativo, ma per le parti finora approvate
dobbiamo essere soddisfatti''.
Annuncia che se non verranno introdotti
cambiamenti al testo votato dalla Camera sarà inevitabile il ricorso al
referendum Claudio Martini (Ds)
Presidente della Regione Toscana.
Si tratta, sottolinea, di una riforma ''senza federalismo fiscale, senza
una vero Senato rappresentativo delle Regioni, con un meccanismo di
produzione delle leggi che definire barocco e' dire poco e tale da
aumentare il contenzioso''. Una riforma, conclude, che provoca ''una
lacerazione politica forte'' per l'opposizione di molte Regioni tra le
quali ''buona parte'' di quelle amministrate dal centrodestra.
Referendum abrogativo inevitabile anche per Filippo Bubbico (Ds)
presidente della Basilicata che considera ''inaudito che si metta mano
alla Costituzione per acuire, anziche' risolvere, i problemi tra Stato
Regioni e autonomie locali'' e sottolinea che ''il fatto stesso che
nessuno sia in grado di prevedere quali potranno essere gli effetti della
riforma rafforza le critiche'' e ''accresce le inquietudini per le
preoccupanti prospettive di disordine che la riforma riflette sulla
salvaguardia della Repubblica''.
Di ''pochi passi avanti e molti indietro'' parla Riccardo Illy
(centrosinistra) presidente del Friuli-Venezia Giulia che pure, come
presidente di una Regione speciale e' parzialmente soddisfatto
dell'accoglimento di due delle tre richieste avanzate. ''A fronte di
qualche contentino puramente nominale alla Lega - osserva - mi pare che vi
sia stato un forte riaccentramento di nuovi poteri, e cio' vuol dire che i
partiti piu' centralisti l'hanno avuta vinta''.
Per Vito D'Ambrosio (Ds), presidente delle Marche, e' ''una riforma poco
utile, poco efficace, difficilissima da far funzionare''. Infatti,
sostiene ''c'e' una divisione di competenze che sara' fonte di ulteriori
conflitti tra lo Stato e le Regioni e anche tra gli stessi rami del
Parlamento''.
Per Maria Rita Lorenzetti (Ds), presidente dell'Umbria ''manca un disegno
istituzionale serio e condiviso'' e ci si trova davanti a ''un miscuglio
strano di norme caratterizzate da fughe in avanti e rigurgiti centralisti''.
''Largamente positivo'' e' il giudizio di Galan, il quale sottolinea che
quando si fanno riforme di ''portata enorme'' come questa ''ognuno ha in
mente un qualcosa che ritiene migliore''. Per Galan quello che si e' fatto
''e' certamente il meglio di quello che si poteva fare in questo momento,
non solo, ma e' anche al di la' del meglio del meglio''.
Raffaele Fitto (Fi) Presidente della Puglia ritiene ''inutile e pretestuosa'' la polemica
poiché il testo votato e' cambiato rispetto a
quello originario che ''sarebbe stato grave e dannoso per il Paese''. La
riforma, rileva, divide chiaramente le competenze tra Stato e Regioni e
fa' si che '' si allontani qualsiasi rischio di divisione del Paese e si
rafforzi il principio di unita' nazionale''.
Giuseppe Chiaravalloti (Fi) presidente della Calabria, ritiene che ''il
processo di devolution sia stato avviato su una strada percorribile'' in
quanto ''si e' cercato di smussare le asperita' maggiori e di evitare
quelli che potevano essere inconvenienti pesanti, specie per le regioni
del Sud. Il tutto perche' ''il processo vada avanti con una certa
razionalita'''.
Giovanni Pace (An), presidente della Regione Abruzzo, pone l'accento sulla
diminuzione del contenzioso Stato-Regioni che derivera' dall'aver definito
i rapporti tra loro. ''Si stabilisce un equilibrio tra i poteri'' e
''vengono chiarite in maniera inequivocabile le materie di rilevanza
strategica nazionale che restano di competenza esclusiva dello Stato'' con
l'abbattimento di ''ipotesi e prospettive di contenzioso''.
Per Sandro Biasotti (Fi), presidente della Liguria, l'art 34 del Ddl
''ridisegna il potere delle Regioni: non piu' governi locali a meta' con
l'esecutivo ma competenze esclusive su sanita', scuola e polizia
amministrativa: certamente un bel passo avanti in campo federalista''.
''I Comuni hanno ragione, ne condivido il giudizio severo: la Costituzione
non puo' essere lottizzata: un pezzo di devolution, un pezzo di
centralismo ...'': riafferma
Filippo Bubbico che
ha detto di avere fiducia che la volonta' popolare sapra' porre rimedio
alla confusione della maggioranza e a una decisione ''non utile per il
Paese''.
(sm)
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il CIPE ha stabilito il riparto delle risorse per il riequilibrio
economico-sociale del Fondo per le Aree Sottoutilizzate,
destinate per l’85 per cento al Mezzogiorno e per il 15 per cento al
Centro-Nord. Il riparto - secondo quanto reso noto dal dipartimento per le
politiche di
sviluppo del Ministero dell'Economia - è stato attuato attraverso tre distinte delibere.
La prima riguarda il riparto generale delle risorse assegnate
(complessivamente 12.291 milioni di euro) ai singoli strumenti, secondo le
indicazioni della legge n. 350 del 2003 (Legge Finanziaria per il
2004). La seconda riguarda il riparto per gli investimenti pubblici,
relativo a quella parte delle risorse che il riparto generale destina a
investimenti pubblici da attuare, attraverso la Legge n. 208 del 1998, da
parte di Regioni e Amministrazioni centrali. La terza riguarda il riparto
fra progetti per dare attuazione all’accelerazione delle opere della
"Legge obiettivo" inserite nel Programma di
infrastrutture strategiche (PIS) nella misura stabilita dal riparto
generale.
La delibera di riparto generale si è ispirata al principio, sul quale si è
impegnato anche il DPEF 2005-2008, della continuità di finanziamento per
tutti gli strumenti del Fondo per le Aree Sottoutilizzate al fine di dare
certezza agli operatori, pubblici e privati; al principio del progressivo
riequilibrio fra incentivi e investimenti infrastrutturali; al principio
dell’accelerazione della spesa per infrastrutture. La delibera assicura
risorse adeguate per raggiungere gli obiettivi di spesa fissati d’intesa
con l’Unione europea e il rispetto del requisito dell’addizionalità.
La maggior parte delle risorse ripartite (6.447 milioni su 12.291) è stata
destinata, secondo l’indirizzo del DPEF, al finanziamento di
infrastrutture materiali e immateriali, suddivise in progetti strategici
nazionali (cui vanno 2.424 milioni di euro) e in progetti a selezione
regionale (cui vanno 4.023 milioni di euro). Per quanto riguarda gli
interventi infrastrutturali strategici nazionali, circa il 45 per cento
delle risorse (1.130 milioni di euro) è stato destinato all’accelerazione
delle grandi opere della "Legge obiettivo", oltre il 20 per cento (540
milioni di euro) a interventi di sviluppo della società dell’informazione,
della ricerca e dell’istruzione e circa il 10 per cento (288 milioni di
euro) a interventi nel settore della sicurezza. Per quanto riguarda gli
interventi infrastrutturali a selezione regionale, al Sud sono destinati
2.823 milioni di euro e al Centro-Nord 880 milioni.
On line :
Tabella di sintesi del riparto generale delle risorse del Fondo per le
Aree Sottoutilizzate 2004
;
Tabella di dettaglio del riparto per le infrastrutture materiali e
immateriali
;
Interventi del Programma di infrastrutture strategiche finanziati dal
programma di accelerazione
;
Nota informativa distribuita durante la riunione del CIPE
;
Tabelle estratte dalle delibere approvate dal CIPE.
Dei 783 milioni di
euro dello stanziamento riservato alla Puglia dal Cipe, 200 milioni sono
destinati al nodo ferroviario di Bari e saranno utilizzati sia per l'
ammodernamento della linea delle Fs Bari-Taranto, nel tratto tra la
stazione del capoluogo e quella di Sant'Andrea di Bitetto, sia per la
realizzazione della metropolitana leggera.
Nel settore irriguo saranno utilizzati 133 milioni: 60 per la
realizzazione dell' impianto di potabilizzazione delle acque dell' invaso
di Conza, opera che viene inserita nel sistema idrico potabile regionale;
77 per la creazione, con opere collegate in Molise con la cui Regione
quale sara' sottoscritto un protocollo d' intesa, ''di uno dei sistemi
idrici integrati piu' grandi d' Europa - ha sottolineato il presidente
della Regione,
Raffaele Fitto (nella foto)
- che servira' la Capitanata e l' area meridionale
del Molise''. In base al progetto, la diga di Piano dei limiti, in
provincia di Foggia, diventera' ''parte del sistema idrico che verra'
alimentato sia dalla diga di Occhito che dalle acque dei fiumi Biferno e
Fortore''.
Per quanto riguarda i fondi destinati alle aree cosiddette ''sottoutilizzate'',
per il 2004 alla Regione Puglia saranno assegnati 446 milioni di euro (il
16,4 per cento dello stanziamento globale del Cipe), ''ben 50 milioni in
piu' rispetto all'anno scorso'', ha evidenziato Fitto. Il finanziamento
sara' utilizzato nei settori ''risorse idriche di uso irriguo, ciclo
integrato dell' acqua, difesa del suolo, gestione dei rifiuti, bonifica di
aree contaminate, rete ecologica, beni culturali, ricerca, trasporti e
societa' dell'informazione''. ''Nei prossimi giorni - ha aggiunto - la
giunta regionale provvedera' al riparto''.
Fitto ha sottolineato infine che con le decisioni del Cipe, ''hanno cosi'
una risposta i fiumi di parole consumati nei mesi scorsi e che volevano le
Regioni del sud penalizzate dagli interventi del governo''. ''Le cifre
odierne - ha rilevato - sono una risposta, e non di poco conto''.
Finanziamenti per circa 78 milioni di euro
sono stati attribuiti dal Cipe alla Regione Basilicata. Il presidente
della Regione Bubbico ha partecipato alla riunione dell’organismo
interministeriale. Trentacinque milioni di euro sono stati assegnati alla
Basilicata per coprire le somme dovute dalla Puglia relativamente al costo
dell’acqua all’ingrosso per il periodo 2000/2002, dopo l’intesa raggiunta
in tal senso il 27 maggio scorso dal Comitato di coordinamento per
l’attuazione dell’accordo di programma sul governo delle risorse idriche.
Il Cipe ha inoltre ammesso a finanziamento due interventi che riguardano
infrastrutture idriche. Si tratta dell’acquedotto del Noce e del Sinni, di
importo pari a 26 milioni di euro, e dell’Acquedotto dell’Agri, finanziato
per 17,280 milioni di euro.
Il progetto per
l’acquedotto del Sinni – Noce si propone di normalizzare e razionalizzare
l’approvvigionamento idrico-potabile nei Comuni di Lauria, Lagonegro,
Nemoli e Rivello nella Valle del Noce e di Latronico nella Valle del Sinni,
sia aggiungendo nuovi apporti alle risorse già disponibili, sia
qualificando il sistema di raccolta e distribuzione composto attualmente
dai tre schemi idrici Maratea, Lagonegro e Lauria.
Il progetto per
l’Acquedotto dell’Agri ha invece l’obiettivo di adeguare alcune condotte e
sostituire quelle che evidenziano cedimenti strutturali, aumentando allo
stesso tempo la capacità di riserva dei serbatoi ai fabbisogni delle
popolazioni servite. Le opere previste riguardano i comuni di Sant’Arcangelo,
Montemurro, Spinoso, Paterno, S. Martino D’Agri, Armento, Viaggiano,
Marsicovetere, Gallicchio e Missanello.
“Si tratta di due opere strategiche inserite nella Legge Obiettivo e
nell’Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione –
spiega il presidente Bubbico
commentando le decisioni del Cipe - che porteranno a compimento il
riassetto infrastrutturale del sistema idrico in due importanti aree della
Regione. Questi finanziamenti premiano la capacità programmatoria e
progettuale della Regione Basilicata, che ha predisposto per tempo quanto
di sua competenza rendendo quindi possibile il completamento dell’iter
procedurale”.
Nella stessa riunione di ieri, il Cipe ha infine preso atto di
alcuni provvedimenti prioritari in materia di risorse idriche che
riguardano la Basilicata ed i cui finanziamenti verranno deliberati a
breve. Si tratta di progetti riguardanti l’istallazione di contatori per
le utenze civili, agricole ed industriali, il completamento dello schema
idrico Basento – Bradano e dell’adduttore idraulico del San Giuliano.
“Lo
sblocco da parte del Cipe di tre importanti Contratti di Programma per la
Campania, “Città del Libro” a Casoria, consorzio Baronia in Irpinia e Polo
tecnologico Campania Nord nel casertano, è
importante. Consente, infatti, l’impiego
di consistenti risorse finanziarie, sia regionali che nazionali, per la
realizzazione di progetti produttivi riguardanti i settori dell’editoria,
dell’agroalimentare e dell’innovazione tecnologica in Campania.
Rappresenta, quindi, un’interessante opportunità per lo sviluppo
produttivo e l’aumento dell’occupazione nella nostra Regione, al primo
posto tra quelle meridionali nell’attivazione di questo importante
strumento di crescita dell’economia territoriale.”
(red)
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''Il nostro interesse e' di
intercettare il maggior numero di turisti cinesi'' dice
Roberto Formigoni
(nella foto),
Presidente della Regione Lombardia, tirando le somme del colloquio avuto
a Pechino con Yu Kai Fa, presidente della CNTA, China National Tourism
Administration, una sorta di ministero del Turismo della Repubblica
Popolare.
Il 75% dei potenziali prossimi turisti ha indicato l'Italia come prima
meta l'Italia, anche se poi magari per convenienza e' indotto a
ripiegare altrove (l'anno scorso 600 mila in Germania, 300 mila in
Francia, quest'anno in sette mesi 70 mila in Italia).
Secondo le previsioni i cinesi che si muoveranno, da qui al 2010, sono
qualcosa come 100 milioni.
La Regione Lombardia sarà presente,
anche con operatori, al China International Travel Market che si
terrà
dal 25 al 28 novembre; un sito internet sara' dedicato alle proposte
turistiche lombarde per i cinesi; e' stato offerto di formare manager
cinesi per il turismo nelle quattro universita' milanesi (Bocconi,
Statale, Iulm e Cattolica); ponti d'oro se i tour operator vogliono
venire a toccare con mano la realta' di Milano e delle altre citta'
lombarde, meglio ancora se la Cina vuole, a sua volta, presentarsi nel
nuovo polo fieristico di Pero-Rho, dall'aprile prossimo in poi.
Moda, paesaggio e calcio, per tornare alle predilezioni dei cinesi che
vogliono (e possono) andare a spasso per il mondo, ''sono fattori che
rendono appetibile la Lombardia'', ribadisce Formigoni, che pero',
essendo andato - parole sue - a ''vendere la destinazione turistica
Italia e a rendere visibile la Lombardia all'interno di questo'', ha
ascoltato quel che, piu' in generale, i cinesi chiedono: ad esempio,
l'apertura di un ufficio del turismo italiano in Cina. ''Insomma - dice
- si tratta di dare gli strumenti per una propensione al turismo che
gia' c'e'''.
(red)
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Le Vie del Latte 2004:
continuano gli eventi domenicali per scoprire secoli di tradizione casearia di Campania,
Puglia e Molise. Il 3 e il 10 ottobre, 58 aziende zootecnico/casearie
aprono le porte ai visitatori per la terza edizione de "Le Vie del Latte". Tradizione casearia senza
segreti con le vie del latte, così l'assessore all'agricoltura, Nino
Marmo, commenta la terza edizione de
Le "Vie del Latte" che ha il merito di realizzare un ideale polo lattiero
caseario meridionale che riunisce patrimoni zootecnici e produzioni
casearie differenti ma simili. Tipicità, cultura e varietà sono i punti di
forza dei prodotti alimentari pugliesi, infatti, e queste caratteristiche
sono comuni a molte zone limitrofe extraregionali. Sull'argomento si
sofferma
QuiRegione la newsletter quindicinale che offre una
rassegna sulle principali notizie dalla Regione Puglia.Con
le Vie del Latte
si realizza un’azione di
promozione unitaria. In quest’ambito, l’assessorato all’agricoltura e
alimentazione della Regione Puglia intende sostenere pienamente
un’iniziativa, destinata ad avere ricadute sull’intero sistema lattiero
caseario meridionale; un’operazione congiunta fra le istituzioni e gli
altri soggetti coinvolti in vario modo nella promozione dell’agroalimentare.
Si punta così a proporre ai consumatori l’intera gamma dei prodotti
lattiero caseari di un territorio che supera le divisioni regionali e
segue i confini del gusto e delle tradizioni, con l’obiettivo di
valorizzare la ricchezza alimentare pugliese e di promuovere la sua
immagine in un contesto più ampio.
Riscoprire le razze zootecniche regionali e degustare i prodotti caseari,
visitare i luoghi in cui avvengono l’allevamento del bestiame e la
trasformazione del latte, apprendere tecniche tradizionali e visitare
luoghi secolari, sperimentare l’accoglienza della gente: tutto questo è
identità del territorio; è il motivo che lega indissolubilmente un sapore
al suo territorio di provenienza e a nessun altro; tutto questo è Le Vie
del Latte.
La novità più importante di quest’edizione è il coinvolgimento di due
nuove regioni. Dopo la Campania, infatti, la manifestazione tocca i
caseifici del Molise e della Puglia, creando un'occasione di conoscenza
straordinaria per i consumatori appassionati del mondo del formaggio.
Grazie alla collaborazione di Slow Food si vuole contribuire allo sviluppo
della consapevolezza dei consumatori, per un recupero del diritto al
piacere che passa attraverso la conoscenza di questi mondi straordinari di
cui Campania, Molise e Puglia sono depositari, con circa 50 tipologie
casearie ed oltre una dozzina di razze autoctone, di cui alcune a rischio
di estinzione.
Tutto questo è reso possibile dal determinante sostegno degli
assessorati all'agricoltura delle regioni coinvolte.
L'iniziativa si avvale della preziosa collaborazione del Movimento del
Turismo del Vino che si svilupperà con veri e propri gemellaggi tra
aziende casearie e vitivinicole, e del supporto dell'Anfosc, con la quale
si realizzeranno tre cataloghi (uno per regione) dei formaggi e delle
razze autoctone da latte. Nel
sito della Regione Puglia o nel sito dello
slowfood
è
consultabile l'elenco dei caseifici pugliesi aderenti all'iniziativa dove
prenotare una visita.(per maggiori informazioni:
i caseifici pugliesi;
il logo Le vie del latte)
(red) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
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