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Sommario |
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Le Regioni vogliono trovare
una convergenza sulle riforme con gli Enti locali. Ieri la Conferenza
delle Regioni, che ha vagliato il documento sulla riforma costituzionale
da presentare al Governo in sede ufficiale, ha valutato proprio questa
possibilità. E in serata le Regioni hanno avuto prima un primo approccio con Anci,
Upi, Uncem e poi - sempre a Palazzo Chigi - un altro incontro
"politico informale" con i ministri La Loggia e Calderoli per discutere
insieme agli enti locali (Anci, Upi, Uncem) sempre di riforma e
federalismo. ''Sui punti che riguardano gli enti locali - ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni Ghigo - chiederemo al governo più tempo per cercare di giungere ad un accordo. Mi riferisco - ha spiegato Ghigo - al Senato federale, alla costituzionalizzazione delle conferenze e alla possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale. Su queste materie dobbiamo verificare con Comuni e Regioni: sul resto tra le regioni vi e' uniformità e saremmo in grado di presentare proposte al governo''. E al termine della riunione con i ministri: '"Calderoli (nella foto) - ha riferito Ghigo - si è impegnato a non far discutere in Parlamento i punti sui quali le autonomie locali devono trovare un accordo''. ''Ci incontreremo - ha proseguito Ghigo - con i Comuni mercoledi' pomeriggio dopo l'incontro che e' previsto a Palazzo Chigi con il ministro Siniscalco sulla finanziaria. In quella sede - ha aggiunto Ghigo - vedremo di trovare un accordo. Dopo di che - ha concluso - giovedì ci sarà, quindi, la Conferenza Unificata dove porteremo il risultato dell'accordo''. Sulle riforme deve essere immediatamente recuperato un confronto vero e rispettoso del ruolo delle autonomie. E' quanto ha detto il presidente dell'Upi, l'Unione delle province italiane, Lorenzo Ria: ''Se il metodo del confronto - ha detto Ria - è quello del non rispetto delle sedi istituzionali francamente non ci piace. Per senso di responsabilità abbiamo risposto all'invito dei ministri, ma ribadiamo che sulle riforme va recuperato un confronto vero. In una fase in cui il testo di riforma e' stato profondamente modificato e riscritto e' necessario che il confronto sia avviato in sede di Conferenza unificata come peraltro le Province avevano chiesto nei giorni scorsi''. Il governo ha assicurato che il Parlamento non voterà gli articoli che riguardano 4 questioni sulle quali Regioni e Comuni devono trovare prima una posizione univoca: Senato federale, costituzionalizzazione delle Conferenze, ricorso alla Corte costituzionale e definizione delle citta' metropolitane. Leonardo Domenici, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi, ha sottolineato il fatto che fin dalla sua convocazione ''non era chiaro che tipo di riunione fosse quella di questa sera. Forse - ha aggiunto - potevamo prendere le decisioni che sono state prese adesso magari utilizzando moderni o tradizionali mezzi di comunicazione''. Domenici ha apprezzato quindi il fatto che la discussione è stata rinviata in unificata, sede nella quale ''ognuno farà le sue valutazioni''. E' proprio il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, ''il piu' antifederalista di tutti''. E' stato infine il commento del presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi: ''finalmente compreso questo. Ho trovato da parte del Ministro - ha aggiunto - una disponibilita' a discutere con le Regioni che non mi sembra sincera. Vedo prevalere tendenze che non mi piacciono su una riforma che ha già qualche problema sull'impianto generale''. ''Non dovrei volere chiedere - ha detto ancora Storace, facendo qualche esempio - dove e' finito il presidenzialismo. Se poi ci metto anche quello che stanno continuando a fare sulla vita delle regioni, sicuramente c'e' più di un elemento di preoccupazione''. L'esame degli emendamenti al ddl Calderoli sulle riforme avverrà in Conferenza Unificata giovedì sera o al massimo venerdi' pomeriggio dopo il Consiglio dei ministri, ha ribadito La Loggia. Il ministro per gli affari regionali ha confermato: ''L'incontro - ha detto La Loggia - e' stato particolarmente costruttivo. Faremo una conferenza unificata ad hoc per valutare alcune proposte emendative su alcuni argomenti che regioni, comuni e province hanno estrapolato dal pacchetto. Ci auguriamo - ha aggiunto - che siano proposte univoche, da parte del governo c'e' la massima apertura ed abbiamo individuato lo spazio temporale per farlo''. Domani vertice con le Regioni, titola "il Sole 24Ore". (gs) |
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Uno stop alle
riforme, in attesa di chiarimenti su costi, tempi e contenuti del ddl e in
vista del pronunciamento della Conferenza Stato-Regioni.
E' quanto ha sostenuto
Romano Prodi su una
riforma che ''strazia la Costituzione''. ''La proposta della maggioranza sulle riforme è inaccettabile nel metodo e nella sostanza e siamo pronti al referendum contro questo stravolgimento della Costituzione che non si può fare con l'articolo 138'': ha detto Prodi, aggiungendo che ''bisogna fermare l'iter del dibattito parlamentare fino a quando non sarà riunita al Conferenza Stato-Regioni. Una sterzata che però attira su Prodi le accuse della Cdl, che parla di ''calcolo elettorale''. L'Udc rilancia la convergenza sulle riforme, appellandosi anche alle parole del cardinale Camillo Ruini. E il leader dell'Udc, Marco Follini, in mattinata, aveva sottolineato: ''So bene quanto sia difficile fare le riforme assieme. Ma se a questa difficoltà si aggiunge, come ha fatto Prodi, un pregiudizio di parte, tutto diventa proibitivo. Non ci rassegniamo e rilanciamo il dialogo con tenacia pari alle difficoltà che incontriamo''. Lo stesso invito che arriva a Prodi dal ministro Roberto Calderoli. ''Le dovrebbe leggere - dice - prima di esprimere una considerazione''. Mentre dal partito di Fini arriva l'invito alle opposizioni a fare delle proposte. ''Siamo aperti al dialogo - dice Domenico Nania - sulle riforme". ''E' una battaglia che abbiamo condotto tutti insieme, io, Fitto e i presidenti delle altre Regioni del Sud''. E' quanto sostiene il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino in un'intervista al Il Mattino, a commento dell'apertura del governo sul decreto 56 del 2000 che penalizzerebbe le Regioni del sud (su questo argomento cfr.anche "Decreto 56, errori di applicazione" di Piero Giarda e Massimo Bordignon su il Sole 24 ore). Bassolino spiega ancora al quotidiano diretto da Mario Orfeo, che insieme ai presidenti delle altre regioni si riunirono nel 2003 per studiare gli effetti del decreto e che venne insediata una commissione a d hoc. Quanto al fatto che il decreto sia del governo D'Alema Bassolino dichiara di aver mai ''perso l'occasione per criticare il provvedimento, anche se emanato da un governo di centrosinistra''. Bassolino afferma inoltre che la prossima campagna sulla ripartizione dei fondi sanitari del 2005 dovra' essere condotta ''in modo unitario tra tutte le regioni meridionali, non trascurando di creare consenso alcune Regioni del centronord''. Le riforme costituzionali per il cardinal Ruini vanno fatte cercando ''il più ampio consenso'', salvaguardando ''pienamente l'unita' della nazione'' e assicurando un ''buon livello di coerenza complessiva e di funzionalita'''. Vanno anche evitati ''conflitti'' e ''appesantimenti burocratici'' e contenuti ''il più possibile l'aumento dei costi della pubblica amministrazione''. Ruini lo ha detto nella prolusione del consiglio permanente della Cei: ''e' indispensabie assicurare un buon livello di coerenza complessiva e di funzionalita' concreta della riforma proposta, con una precisa definizione delle competenze dei vari organismi, cosi' da evitare conflitti di attribuzione e ulteriori appesantimenti burocratici, rispetto ai tanti gia' esistenti, e da scongiurare o almeno contenere il piu' possibile l'aumento dei costi della pubblica amministrazione''. ''In particolare - ha sottolineato Ruini - l'assetto federale va concepito e realizzato in modo da salvaguardare pienamente l'unita' della nazione, la solidarieta' e la sussidiarieta', con a tal fine una equilibrata ripartizione delle responsabilita' e dei poteri, che assicuri a ciascun livello una effettiva possibilita' di governo''. "Lo svolgimento dell'attivita' legislativa e le decisioni sull'organizzazione dei lavori parlamentari appartengono alla sfera dell'autonomia istituzionale della Camera e non possono essere subordinati allo svolgimento di un confronto che in altre sedi" si svolge tra governo e altre istituzioni, ha infine affermato il presidente della Camera Casini rispondendo alla richiesta avanzata all'assemblea di Montecitorio dalla conferenza dei presidenti delle regioni sull'iter del ddl sulle riforme. Le Regioni avevano in particolare chiesto di "programmare i lavori parlamentari" in modo da consentire "l'esame degli articoli della Riforma dopo la conclusione della Conferenza Stato-Regioni". Casini ha ricordato che si tratta di "un problema di principio su cui maggioranza ed opposizione non possono avere idee diverse. Noi - ha concluso - siamo i legislatori. In altre sedi possono esserci incontri tra Governo e Regioni ma non deve esserci confusione". Ma di fronte ad una ''drastica riscrittura'' della Costituzione - sostiene il Segretario dei Ds, Piero Fassino, intervendo in aula a Montecitorio - e' legittimo chiedere a Governo e maggioranza un ''atto di responsabilita' e di chiarezza''. Una sollecitazione rivolta al parlamento per ottenere la sospensione dell'esame del ddl di riforma Costituzionale, in discussione alla Camera. Fassino ha ricordato che ''nell'ultimo mese sono state presentate cinque versioni diverse del testo di riforma'' e che, tuttavia, ancora non si conosce con esattezza lo schema definitivo chela Cdl intende adottare.''Stiamo cambiando 43 articoli della Costituzione su 139. Non e' un ritocco ma una correzione profonda'', ha ricordato il leader della Quercia, rimarcando nuovamente ''la necessita' di sospendere per il tempo necessario l'esame del testo''. C'e' poi l'interrogativo sui costi effettivi della riforma. ''Il ministro dell'Economia Siniscalco si e' impegnato a presentare la valutazione ragionata dei costi entro il 30 settembre. Siamo al 21 settembre. E' cosi' insensato - ha domandato Fassino - chiedere la sospensione finche' non si avranno stime piu' dettagliate e veritiere sui costi della riforma?''. (cfr anche la Repubblica: Federalismo, Ulivo compatto per il no) (gs) |
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Turismo, un casino' in ogni Regione,
titola il Corriere della Sera. Enzo Ghigo si dice pronto alla proposta "Urso"
di aprire un casinò in ogni regione per finanziare la futura agenzia
nazionale sul turismo. La Cabina di regia del turismo a livello nazionale,
auspicata dalle Regioni, dovrebbe coordinare viaggi e vacanze in stretta
sinergia con il commercio del made in Italy. Lo ha proposto il
viceministro alle Attivita' produttive, Adolfo Urso, spiegando che il
turismo e' uno dei migliori veicoli del made in Italy. Alla Conferenza del Turismo di Genova, il viceministro ha indicato i Paesi emergenti che potranno mettere in movimento verso l'Italia enormi flussi di turisti, come Cina e India. Inoltre le Regioni italiane sono favorevoli a presentare una proposta concreta al governo per il rinvio dell' apertura delle scuole al 1/o ottobre, in modo da allungare la stagione turistica. Lo ha annunciato alla Conferenza del Turismo di Genova il Coordinatore degli assessori al turismo delle Regioni, Gianni Plinio. L'obiettivo, ha spiegato, e' di ampliare il periodo in cui programmare le vacanze e favorire cosi' la definizione di nuovi flussi turistici interni. Intanto il governo si prepara a rinvigorire con 50 milioni di euro le esangui casse del turismo italiano, alle prese con una grave crisi legata alla flessione degli arrivi, e le Regioni, che hanno riunito a Genova la Conferenza Nazionale del Turismo, attendono la conferma delle buone notizie. Le Regioni discutono sul futuro delle politiche di sostegno al turismo, prima di tutte la riforma dell'Enit. Riforma che giace su un tavolo di lavoro Governo-Regioni. Marzano ha detto che nel governo si sta rafforzando l'idea di ricostituire finanziariamente l'Enit e rilanciare la direzione generale per il turismo. ''Per ricostituire l'Enit, trasformandola in agenzia - ha precisato il ministro - ho gia' chiesto 50 milioni di euro in sede di finanziaria''. Sulla stessa linea e' il ministro per l'attuazione del programma, Claudio Scajola, che, inaugurando i lavori di Genova ha evidenziato la necessita' di una ''salda intesa'' tra lo Stato, le Regioni e il mondo delle imprese. Il ministro ha risposto ad alcune richieste che le Regioni hanno ribadito oggi per voce del presidente della giunta regionale ligure, Sandro Biasotti. Nessuno a Genova si nasconde che il momento e' molto delicato. ''La crisi e' evidente þ ha riassunto Biasotti - l'Italia e' scesa dal primo posto a livello mondiale al quinto/sesto in dieci anni''. ''E' chiaro che serve una svolta - ha aggiunto - bisogna fare sistema e promuovere il marchio Italia in modo unitario copiando Francia, Spagna, Croazia''. Il modo e' indicato nero su bianco nella bozza approvata nei mesi scorsi da quasi tutti i soggetti. Si tratta di fare un nuovo Enit, o una Agenzia Nazionale, comunque una cabina di regia nazionale, come la definisce Gianni Plinio, coordinatore degli assessori regionali al turismo, che si occupi della promozione della ''Marca Italia'' nel mondo. La sua azione deve mirare a due obiettivi. Il primo e' di avere dotazioni finanziarie piu' cospicue, come quelle preannunciate dal ministro, perche' ''le cifre si commentano da sole þ ha detto Plinio þ dato che a fronte di 24,4 milioni di euro spesi dall'Italia per la promozione turistica, la Spagna ne spende 102,6, la Francia 73,6, la piu' piccola Austria 45,4 e la Gran Bretagna 35,5 milioni''. L'altro e' il controllo della cabina di regia, che le Regioni pretendono, in base alla riforma costituzionale, e di cui ''sono gelosissime'' ha detto lo stesso coordinatore. I nodi da sciogliere sono molti. Tra questi l'allineamento dell'imposizione fiscale sulle imprese turistiche ad aliquote piu' favorevoli, come quelle adottate dai principali competitori dell'Italia. ''Basti pensare - ha detto Plinio - che a fronte del 10% di Iva dell'Italia, la Grecia applica una aliquota dell'8%, la Spagna del 7, la Francia del 5,5%, il Portogallo del 5%. Per non parlare dei casi estremi della Svizzera e del Lussemburgo, con aliquote del 3,5 e del 3%''. (sm) |
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Piemonte e
i parchi scientifici e tecnologici. Un
rapporto tra imprese e territorio nel Rapporto della
Direzione Industria della Regione
lo rende noto la newsletter di medio creditocentrale
. Si sostiene che i legami tra l'impresa e l'ambiente esterno talvolta possono diventare il fattore che determina il tipo di risultati e prestazioni raggiunti. La chiave del successo competitivo può nascondersi proprio dietro il rapporto delle imprese con il sistema territoriale di appartenenza, rapporto che si traduce nei collegamenti con le altre aziende della stessa area (indipendentemente dal fatto che possono essere fornitori, clienti o partner) e il sistema sociale locale e che include il reperimento di risorse umane con competenze e professionalità idonee. Uno dei possibili modelli di rapporto positivo delle aziende con il territorio è rappresentato proprio dal parco scientifico. (red) |
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Il Tavolo tematico “Riforma della pubblica amministrazione”, del “Patto per lo sviluppo e l’innovazione”, riunitosi nei giorni scorsi, ha espresso parere favorevole sul disegno di legge proposto dalla Giunta regionale, che delinea la nuova struttura organizzativa e la dirigenza dell’ente. Alla riunione, presieduta dall’assessore alle riforme istituzionali, Vincenzo Riommi, erano presenti i rappresentanti delle parti sociali, economiche ed istituzionali firmatarie del Patto. La proposta dell’esecutivo regionale fissa i criteri generali per la creazione di una struttura organizzativa “snella nei compiti gestionali, qualificata ed efficace in quelli programmatori e di analisi delle dinamiche socio economiche e delle esigenze del territorio”. La filosofia di fondo che ispira il ddl riguarda in primo luogo la “delegificazione” della materia: compiti, funzioni e strutture non sono più fissati nel dettaglio con legge, ma saranno determinati con regolamenti. L’obiettivo è di garantire “una maggiore flessibilità al modello organizzativo, rendendo possibile un suo più efficace adeguamento alle strategie dell’ente”. In sostanza, con la nuova legge, il Consiglio regionale, nell’esercizio della potestà legislativa, fissa i principi di fondo e il disegno organizzativo essenziale, demandando alla Giunta, e alle strutture di supporto rappresentate dalle direzioni, l’individuazione degli strumenti più idonei ed efficaci per raggiungere tale obiettivo. (red) |
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''Servono sedi
formali; Calderoli e La Loggia sono nostri interlocutori abituali'', ha
detto il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha
spiegato che sul ddl di Calderoli sulle riforme costituzionali ''si
devono verificare gli eventuali emendamenti che il governo puo'
presentare in Parlamento concordati con l'intero sistema delle
autonomie. Questo - ha specificato - va al di la' del confronto in
Parlamento tra maggioranza e opposizione. C'e' un problema - ha concluso
- di metodo oltre che di merito. E si puo' risolvere solo con la
convocazione della Stato-Regioni e della Unificata''. Le Regioni vogliono poter condividere con gli Enti locali una posizione comune da ''esplicitare in modo ufficiale in conferenza Stato-Regioni ed in conferenza Unificata, in calendario giovedi' prossimo'', ha detto il presidente della Basilicata, Filippo Bubbico. '' Il nostro documento - ha spiegato Bubbico - e' unanimemente condiviso per quel che riguarda le Regioni, ma ci sono alcune questioni su cui c'e' un interesse specifico degli enti locali''. Bubbico ha precisato che ''l'incontro di questa sera con il governo e' un incontro informale, ma sulle riforme i caratteri dell'ufficialita' sono indispensabili, anche perche' il parere - ha concluso Bubbico - va reso nei termini propri previsti dalle procedure che regolano i rapporti tra lo Stato e le autonomie. La data piu' utile, dunque, e' quella di giovedi'''. Per il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro: "Siamo ad un passaggio decisivo delle riforma federalista dello Stato. E' un momento nel quale le Regioni devono esprimere appieno il loro ruolo e, tra queste, certamente la Sicilia, cui sessanta anni di autonomia dai connotati fortemente federalistici, conferiscono il primato di una esperienza gia' consolidata, seppur tra luci ed ombre". "Nella scorsa settimana - prosegue Cuffaro - l'incontro con il ministro Calderoli, che ci ha rassicurato sulla permanenza nel nuovo disegno costituzionaledelle prerogative delle Regioni a Statuto Speciale. Oggichiederemo al governo di compiere un ulteriore passo in avantiper il pieno riconoscimento del ruolo delle regioni nel nuovo senato federale e per una affermazione della clausola dell'interesse nazionale che non si presti a introdurre vere e proprie forme di controllo di merito del governo statale sull'operato e sull'attivita' legislativa delle regioni". "Interrompere per qualche ora l’approvazione di articoli della riforma cosiddetta federalista - ha affermato l’assessore agli Affari istituzionali e Enti locali, Donato Robilotta - che riguarda la vita delle regioni, non significa affatto ledere l’autonomia del Parlamento sovrano. Questo significa che gli incontri tra il Governo e gli enti locali sono stati inutili perdite di tempo e non sortiranno alcun effetto. Chiederò al presidente Storace di non partecipare più a nessun incontro, riunione o conferenza nel merito. Lasceremo la rappresentanza delle Regioni al solo presidente Ghigo. Nessuno però ci può chiedere di non dire quello che pensiamo: questa riforma di federalista ha solo il nome". (sm) |
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