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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 358 -
Roma, 3 settembre 2004 |
Sommario |
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Bisogna evitare di "affossare il
Paese nel baratro di una devolution senza copertura" economica. E'
questa la problematica affrontata da Giovanni Sartori (nella foto) in un
editoriale intitolato "Quanto
costa rifare l'Italia" e pubblicato dal
Corriere della Sera.
"Pochi sanno - scrive fra l'altro Sartori - che la presidenza del
consiglio è assistita da un dipartimento economico diretto da Gianfranco
Polillo. Che l'altro giorno ha valorosamente parlato citando, però dati
non suoi (esistono?) ma dati forniti dall'Isae
(Istituto di analisi economiche,
controllato dal ministero del tesoro). Dati dai quali Polillo ricava che
'il titolo v della Costituzione venisse applicato integralmente, i
trasferimenti delle competenze dello Stato alle Regioni comporterebbero un
aumento della spesa pubblica pari al 40 %". Secondo lo studio Isae,
prosegue Sartori "il federalismo avviato da noi neI 1997 ha
comportato un aggravio per i conti dello Stato di almeno 61 miliardi di
euro. E dico almeno perché non si sa quanti finiranno per essere i
dipendenti dello Stato che si trasferiranno dal centro alle Regioni. Certo
è che quando fu fatta la prima riforma regionalista, allora da città a
città si trasferirono in pochi. E davvero mi stupirei se la devolution
non ripeterà questa esperienza. (...) Finora il governo - scrive Sartori -
fa finta di niente. Finora abbiamo soltanto saputo dal ministro delle
Riforme Calderoli che il problema non esiste perché «tutti gli Stati
federali costano meno di quelli centrali». Davvero? La tesi è sicuramente
indimostrabile. Gli Stati federali sono nati federali, e quindi non
sappiamo quale ne sia il costo "centralizzato". Pertanto nemmeno possiamo
sapere se costano meno. Coraggio, signor ministro: i conti si controbattono
soltanto con altri conti fatti meglio. Aspettiamo i suoi".
Risponde all'editoriale di Sartori, il Ministro della giustizia e d
esponente della lega, Roberto Castelli ''In tutti i Paesi, il
federalismo costa meno dello Stato centrale''. ''Non ci sono studi seri
sulla questione - ha detto il ministro - fino ad ora tutti parlano su dati
campati per aria. Non so che studi abbia fatto Sartori. Vorrei vedere come
sono venute fuori queste cifre''. ''Se qualcuno ci porterà
studi approfonditi, documentati e ben fatti - ha aggiunto Castelli - noi
li esamineremo. Naturalmente il federalismo deve costare di meno,
non di più. In tutti i Paesi il federalismo e' meno costoso dello stato
centrale''.
E dei costi del federalismo scrive anche
Riccardo Pedrizzi (Presidente della Commissione
finanze del senato ed esponente di An) che in un articolo pubblicato da
Italia Oggi
.
In verità l'idea che l’intero trasferimento di competenze derivante
dall’attuazione del nuovo assetto costituzionale avvenga a costo zero
costituisce una semplificazione o quantomeno una speranza ottimistica.
Come si fa, infatti, tanto per fare qualche esempio, a non paventare il
forte rischio di duplicazioni e sovrapposizioni (ma anche di “vuoti”)
negli aspetti organizzativi? E in particolare la possibile tendenza a un
aumento dell’organico della pubblica amministrazione nel suo complesso,
indotta dalla circostanza che i dipendenti pubblici inquadrati nello stato
non necessaria mente appartengono alle categorie professionali e alle
specializzazioni alle quali le regioni potrebbero essere maggior mente
interessate. A ciò va aggiunta la tradizionale complessità delle procedure
di riassegnazione del personale, che comportano tempi particolarmente
lunghi, anche in considerazione della scarsa disponibilità dei dipendenti
alla mobilità territoriale. Inoltre, i costi dell’attuazione del titolo V
della Costituzione potrebbero aumenta re anche a causa di quello che l
definisce lo «spacchettamento in tante unità delle organizzazioni statali
oggi esistenti, con il conseguente ridimensionamento delle economie di
scala attualmente realizzato con la gestione centralizzata delle
competenze legislative e amministrative. Del resto diverse esperienze
internazionali, considerate in particolare negli studi del Fondo monetario
e della Banca mondiale, hanno fatto emergere con chiarezza i rischi cui si
va incontro nel passaggio da uno stato centralizzato al federalismo. In
particolare - scrive ancora Pedrizzi - viene segnalato il rischio che più
livelli di governo possono anche comportare più leggi, più regolamenti,
più complicazioni amministrative, per cui vi è innanzitutto l’esigenza di
evitare che il processo di decentramento finisca per generare una
frammentazione della normativa, tributaria e non, con la conseguenza di
una notevole espansione degli adempimenti richiesti ai cittadini e ai
contribuenti. (..) Infine, il decentramento dei poteri può rendere più complesse,
se non addirittura bloccare, riforme nazionali pur necessarie e opportune,
come avvenne in Germania, allorquando il governo dovette rinunciare
all’adozione di un ambizioso progetto di riforma tributaria, che, fra le
altre cose, avrebbe ridotto notevolmente la pressione fiscale sul le
imprese, a causa della contrarietà espressa dal Bundesrat, dove la
maggioranza dei seggi apparteneva alle forze di opposizione.
(sm)
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Mentre Domenico
Fisichella, vicepresidente del Senato ed esponente di spicco di An,non usa
mezzi termini per criticare la riforma federalista messa a punto dal
governo ''Ritengo che questo disegno di legge costituzionale non debba
passare'', il Ministro
Roberto Calderoli
appare soddisfatto al termine della prima riunione di discussione sulle
riforme istituzionali al tavolo tecnico di maggioranza (oggi
di nuovo riunito, ndr). ''Sono stato
sorpreso io stesso dalla quantità delle richieste che sono state
accettate dai saggi della CdL. La maggior parte delle proposte
emendative di maggioranza e opposizione al testo di riforma istituzionale
sono state accettate dagli altri partecipanti del tavolo di discussione''.
''La disponibilità dimostrata da tutti nel proporre un testo che sia il
migliore possibile e la volontà di confrontarsi con uno spirito di
collaborazione e condivisione delle soluzioni, mi fa pensare che il metodo
adottato sia quello giusto'', continua il ministro.
Calderoli spiega che oggi i quattro saggi della CdL hanno fatto ''un esame
di carattere generale dell'articolato'' e che ''alcuni nodi sono
stati superati''. ''Altri naturalmente dovranno essere affrontati -
continua il ministro - ma c'è la disponibilità di tutti a trovare
soluzioni. Ma direi che un pezzo di strada è già stato fatto''. Il
ministro, non ha comunque voluto rivelare su che cosa l'accordo sia stato
trovato. ''Non credo sia il caso di parlare adesso - dice Calderoli - di
contenuti che dovranno poi essere esposti anche alla rappresentanza
dei deputati e dei senatori la settimana prossima. E' ovvio che dovranno
vedere il testo dalle nostre mani e non dai giornali''.
Gavino Angius
(nella foto) lancia la proposta di un'assemblea costituente per fare le
riforme istituzionali. Oppure, fare in Parlamento per il momento solo il
federalismo. Intervenendo a un dibattito sulle riforme alla festa
diAp-Udeur a Telese, il capogruppo dei senatori Ds propone: "O
ricominciamo da capo e si apre un discorso con una Costituente e allora e'
tutt'altra musica, oppure estrapoliamo un tema, ad esempio il federalismo
e lasciamo il resto, come la forma di governo o le authority, cosi'
come stanno".
Per Alemanno ''La riforma federalista va completata anche perche' nella
proposta in discussione attualmente non vi e' solo la devoluzione di
alcune materie, ma anche l'introduzione del Senato federale e
dell'interesse nazionale''. Ed e' necessario ''apportare un
correttivo alla confusa riforma del titolo V della Costituzione approvato
dal centro sinistra''. Secondo
Alemanno, ''bisogna
fare uno sforzo per rafforzare il tema dell'interesse nazionale e
dei poteri sostitutivi del governo dandogli valore secondo il
principio di sussidiarieta' non solo emergenziale ma anche
progettuale, quando il governo deve lanciare grandi progetti nazionali per
sviluppare il proprio programma''.
Dopo l'incontro di Potenza con i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno,
il
Presidente della Basilicata, Filippo Bubbico
è tornato sull'argomento "Il Mezzogiorno e' interessato al completamento
della riforma costituzionale, perché pensa che in un 'sistema Paese'
meglio organizzato anche le prospettive delle aree in ritardo di sviluppo
diventano più promettenti. Ma e' soprattutto interessato ad una riforma
reale e condivisa, che consolidi il tessuto unitario e solidale del Paese
e valorizzi le capacità di autogoverno delle autonomie del territorio
mediante un trasferimento di risorse perequato e adeguato all'esercizio
delle funzioni attribuite alle Regioni ed agli enti locali". "In
questo senso - ha aggiunto - è davvero assurdo e beffardo ragionare di
federalismo cooperativo, mantenendo in piedi l'impianto antimeridionalista
del decreto legislativo n.56/2000 sul riparto dei finanziamenti della
sanità regionale. Quanto alla cosiddetta devoluzione, il Mezzogiorno la
trova
incoerente e pericolosa, in quanto non accresce i poteri già riconosciuti
alle regioni ed amplifica invece le asimmetrie regionali e i conflitti con
lo Stato: il federalismo differenziato è già previsto dalla Costituzione e
non serve affatto sconvolgere gli equilibri. Altrettanto dicasi per la
riforma del bicameralismo, dove ciò che serve e' un organo di reale
rappresentanza e garanzia delle comunità territoriali, che può essere
realizzato o attraverso la creazione di una Camera delle autonomie eletta
in seconda istanza dalle stesse istituzioni regionali e locali, come nel
sistema tedesco, o mediante la contestualità organica dell'elezione e
della decadenza dei senatori con quella dei consiglieri regionali di una
medesima Regione".
E sull'incontro di Potenza si è soffermato anche il Presidente della
Campania,
Antonio Bassolino che in un'intervista rilasciata
ieri a Il Mattino
ha avvertito "spero che nessuno pensi che le consultazioni siano finite.
ora deve cominciare il confronto vero, concreto sulla base di formulazioni
e testi, nelle sedi formali più impegnative . E traccia il percorso
possibile "In parlamento certo deve avvenire il confronto fra maggioranza
e opposizione. ma è indispensabile anche un confronto formale tra livelli
di governo, nella conferenza dei Presidenti delle regioni e nella
conferenza Unificata che vede insieme Regioni, Comuni e Province. entrambe
le strade vanno battute con convinzione. Anche perché una convergenza nel
sistema delle autonomie locali può favorire un'intesa tra centrodestra e
centrosinistra".
Il presidente della Regione Siciliana,
Salvatore Cuffaro,
ha invece incontrato il Presidente del gruppo dei senatori dell'Udc,
Francesco D'Onofrio, con il quale ha affrontato i temi delle riforme
istituzionali e del federalismo, con particolare riferimento agli
eventuali riflessi sullo Statuto siciliano.
L'incontro e' servito anche per fare il punto in vista della riunione che
il ministro per le riforme, Roberto Calderoli, avrà con il presidente
Cuffaro. Il ministro, infatti, dopo che avrà riunito tutti i presidenti
delle Regioni a statuto ordinario, incontrerà il presidente Cuffaro in
preparazione della stesura del testo che il governo nazionale sta
definendo sulla riforma federalista. Cuffaro ha ribadito a D'Onofrio
l'inderogabile esigenza di pervenire alla formulazione di un testo che non
preveda un ''freddo decentramento di poteri dallo Stato alle Regioni ma
che, al contrario, esalti la costruzione di un federalismo equo e
solidale, l'unico possibile nel nostro Paese. Il Ministro proseguirà
dunque le sue consultazioni e martedì sarà il
turno delle Regioni a statuto speciali e delle Province autonome.
La giornata di consultazioni avrà inizio nel primo pomeriggio -
dice una nota della Provincia di Bolzano - con un incontro preliminare
presso la sede della Regione Friuli-Venezia Giulia a Roma. Al termine
della riunione i partecipanti si trasferiranno, alle ore 15,00, al
Dipartimento per riforme istituzionali e la devoluzione in Piazza
Montecitorio.
Infine su quello che sarà il futuro assetto delle competenze fra Stato e
Regioni si rincorrono le ipotesi. Mentre nei giorni scorsi l'attenzione
dei quotidiani si era concentrata sulle possibilità di un passaggio delle
competenze dalle regioni allo stato in materia di turismo, Energia e
Comunicazioni, oggi il Sole 24 ore prefigura il passaggio di
infrastrutture e ordini allo Stato
.
(sm) |
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Al termine di una procedura
competitiva avviata lo scorso 2 agosto, le banche arranger hanno
selezionato la Società di gestione del risparmio
Investire Immobiliare SGR (gruppo Banca
Finnat Euramerica) quale gestore del Fondo di investimento in immobili
pubblici.
Data l’ingente dimensione del portafoglio immobiliare del Fondo (con un
valore di mercato atteso tra 3,5 e 4 miliardi) - informa una
nota del Ministero dell'Economia
- la SGR incaricata ha previsto di suddividere
gli immobili in 3 portafogli che presentino tra loro caratteristiche di
omogeneità. A seguito delle necessarie approvazioni, Investire Immobiliare
SGR delegherà la gestione di due di essi a BNL Fondi Immobiliari SGR ed a
Pirelli RE SGR, entrambe individuate tra le società che hanno partecipato
alla procedura competitiva.
(red)
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La Sezione regionale di controllo per le Marche riferisce al Consiglio
regionale le proprie valutazioni di carattere finanziario e contabile sul
rendiconto generale della Regione del 2003 in vista del prossimo esame
consiliare. Lo riferisce la
newsletter
della Corte dei conti.
Il referto esprime valutazioni sugli equilibri previsionali,
sugli aspetti complessivi della gestione, sui risultati ottenuti rispetto
al Patto di stabilità interno e sul rispetto del limiti posti
all’indebitamento. “Il risultato ottenuto dalla Regione Marche è positivo”
– scrive la Corte - considerato che “le somme impegnate continuano ad
essere inferiori al limite previsto sia in termini di impegni che di
pagamenti”.
Le spese soggette ai vincoli del Patto di stabilità, pur crescendo
rispetto al 2002, si sono mantenute al di sotto dei valori del 2000.
Tale risultato è stato ottenuto “con una significativa riduzione delle
spese per l’acquisto di beni e servizi e con una flessione della spesa per
personale, che hanno compensato un aumento dei trasferimenti ad enti
locali”. Particolarmente incoraggianti i risultati anche sul fronte della
spesa sanitaria: “pur permanendo uno squilibrio tra risorse disponibili
per il finanziamento della sanità e i costi sostenuti, le misure di
contenimento introdotte sembrano aver consentito di raggiungere i
risultati attesi […]. Il deficit si è ridotto a 91 milioni di euro, la
spesa complessiva ha raggiunto i 2.216 milioni, con un incremento rispetto
all’esercizio precedente del 2,6%. Sul fronte della gestione del debito
regionale è stato portato a termine nell’anno un interessante processo di
ristrutturazione del debito mediante la sostituzione di mutui con un
prestito obbligazionario che ha consentito di ottenere un rendimento “che
allevia l’onere finanziario regionale”. Quanto agli equilibri della
gestione, infine, il saldo di competenza registra il segno meno rispetto
all’anno precedente, mentre il saldo di cassa, pur rimanendo negativo,
mostra “un notevole miglioramento”.
(cfr.Delibera n. 6/2004 della Sezione regionale di controllo per le Marche e
testo della Relazione).
(gs)
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I piccoli comuni discutono insieme di
prospettive, identità ed economia. E' quanto si propone l'ANCI
con la
IV CONFERENZA NAZIONALE DEI PICCOLI COMUNI:
“PICCOLO E’ GRANDE” SEIMILA
PUNTI DI FORZA SUL TERRITORIO, che si svolgerà al
Palacongressi di Riva del Garda
dal 10 all'11 Settembre 2004.
Ecco il PROGRAMMA:
VENERDI’ 10 SETTEMBRE
ORE
12.30 INAUGURAZIONE CONFERENZA
Ore 15.30
– Apertura dei lavori
Presiede Renzo
Anderle –
Presidente Consorzio Comuni Trentini
Saluti: Paolo Matteotti -
Sindaco di Riva
del Garda; Lorenzo
Dellai -
Presidente Provincia Autonoma di
Trento;
Relazione di Leonardo Domenici -
Presidente Anci
Ore 16.30
Presentazione indagine “I
valori degli italiani: i piccoli Comuni, la sopravvivenza delle ragioni
dell’identità” Roberto Weber – Sociologo - Presidente
Swg; Nadio
Delai - Sociologo; Paolo
Crepet – Psichiatra e sociologo
Ore 17.30
- Dibattito
Ore 18.30 “Una finestra sul mondo”
– Premio per la migliore biblioteca dei piccoli Comuni
sotto
l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica
SABATO 11 SETTEMBRE – mattina
Ore 9.30 Apertura dei
lavori: Presiede Giuseppe
Torchio - Presidente Consulta Nazionale ANCI Piccoli
Comuni. Relazione introduttiva Mauro Guerra – Sindaco di
Tremezzo “Piccoli Comuni, risorse per il
Paese”
Interventi: Luigi Sergio Ricca – Sindaco di
Bollengo “Politiche mirate di Finanza locale”; Roberto
Andriolo – Presidente Anci Veneto
- ViceSindaco di
Agugliaro “La gestione del Personale”;Antonino
Turicchi
- Direttore Generale Cassa Depositi e Prestiti "Lo sviluppo dei
finanziamenti agli Enti Locali"
Comunicazioni: Antonio De
Maria – Sindaco di
Vitulano; Salvatore
Parrotta – Sindaco di
Panettieri; Francesco Poggi – Sindaco di
Borgo a
Mozzano; Calogero
Pumilia – Sindaco di
Caltabellotta; Catalina
Schezzini – Sindaco di Rio nell’Elba –
Presidente ANCIM
Ore 12.00 Dibattito
Conclusioni - Giuseppe
Torchio - Presidente Consulta Nazionale ANCI Piccoli
Comuni
SABATO 11 SETTEMBRE - pomeriggio
Ore 15.30 TAVOLA ROTONDA
Progetti e proposte per il
futuro dei Piccoli Comuni. Sviluppo locale,
innovazione, identità, associazionismo Coordina – Marco
Tumiati – Capo Ufficio Stampa
Anci
Paolo
Bedoni – Presidente
Coldiretti; Marco Boato – Deputato;
Gianclaudio
Bressa – Deputato; Antonio
D’Alì
–
Sottosegretario Ministero Interno; Michele
Galimi - Presidente Associazione italiana dei Comuni dei
Parchi; Renzo
Gubert – Senatore;
Fiorello Primi
- Presidente
Associazione Borghi più Belli; Giuseppe Rinaldi – Coordinatore Nazionale
Anci Unioni di Comuni; Ivo
Tarolli – Senatore; Gianfranco
Verzaro
– Direttore Generale di
Artigiancassa
Conclusioni – Leonardo Domenici -
Presidente Anci
INCONTRI TEMATICI: GESTIONE RISORSE
UMANE - Venerdi’
10 settembre ore 10.30 – Sala Belvedere;
FINANZA LOCALE –
Venerdi’
10 settembre ore 15.30
– Sala Stampa; ORDINAMENTO REGIONI STATUTI SPECIALI – Sabato 11
settembre ore 10.30 – Sala Belvedere
(red)
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Sono diversi i servizi on
line forniti dalla Rete Civica dell'Alto Adige e dal sito della Provincia
autonoma di Bolzano. Si tratta di di iniziative che vengono anche rese
note attraverso una –
Newsletter
mensile . Un canale di informazione che , nell'ultimo numero, riporta
alcune "opportunità on line" come, ad esempio, il Servizio
notifica bollo auto via email.
L'utente può
iscriversi al
nuovo servizio di promemoria gratuito ed automatico
dell'Ufficio Tributi della Provincia Autonoma
e qualche giorno prima della scadenza riceverà una e-mail che lo informerà
sulla data entro la quale dovrà essere effettuato il pagamento e l'importo
da versare.
Non solo. A Bolzano le
tasse universitarie si possono pagare
on line.
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informazioni dettagliate sulla patente,
sui passaggi di proprietà e sulle targhe; sulle revisioni a cui sono
soggetti le varie tipologie di veicoli, nonché sulle officine autorizzate.
Infine le
offerte di impiego,
impiego tramite iscrizione di graduatorie, le graduatorie in vigore, i
risultati dei concorsi nel nuovo sito della Ripartizione Personale della
Provincia Autonoma.
(gs) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
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