periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  398 - Roma, 29 ottobre 2004

Sommario

Errani: Finanziaria da cambiare altrimenti saltano bilanci

Ghigo: svolta storica da nuova Costituzione UE

La nuova Europa da comunicare

Finanziaria con blocco addizionali

Governo impugna anche Statuti Abruzzo e Liguria

Regioni chiedono sblocco contributi per progetti cooperazione

Errani: Finanziaria da cambiare altrimenti saltano bilanci

Bilanci regionali a rischio. Enzo  Ghigo e Vasco Errani, hanno rappresentato la Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome,  in un incontro con i capigruppo dell'opposizione sui problemi relativi alla finanziaria 2005.
''Se il governo non cambierà la Finanziaria aumentando le risorse per il finanziamento delle competenze, le Regioni come le autonomie locali, non saranno in grado di fare i bilanci. E questo e' dato oggettivo'', ha dichiarato il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Errani, che ha aggiunto: ''Oggi si annunciano riforme fiscali, collegato eccetera, ma c'è un'impossibilità di capire su cosa stiamo effettivamente discutendo. Questa Finanziaria e' insostenibile, e' sempre più un campo impraticabile''.
Quanto all'incontro delle Regioni con i capigruppo dell'opposizione, Errani ha riferito che a fronte delle preoccupazioni ribadite, i capigruppo hanno loro garantito di aver preparato una serie di emendamenti che raccolgono le principali istanze, soprattutto in materia di sanità.
Per il vicepresidente della Conferenza delle Regioni ''Se il governo non cambierà la Finanziaria aumentando le risorse per il finanziamento delle competenze, le Regioni come le autonomie locali, non saranno in grado di fare i bilanci. E questo e' dato oggettivo''.
I punti fondamentali ancora da chiarire sono il decreto 56/2000, il blocco degli investimenti previsto dalla Finanziaria, le risorse necessarie per la sanità e per il decentramento amministrativo.
Intanto il ministro La Loggia ha proposto - in sede di Conferenza Stato-Regioni -  un tavolo tecnico intergovernativo sulla 56/2000, che dia al Consiglio dei ministri una linea tecnica per gli esperti dell'Alta Commissione sul federalismo fiscale e quindi per decidere anche a medio termine rispetto ai ricorsi alla Consulta delle Regioni.
Per il Presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo il decreto 56/2000 va riscritto. Esso  rappresenta il primo passo per l'attuazione del federalismo fiscale, sempre più invocato da Regioni e autonomie, e' ''finalmente diventato un problema all'attenzione del governo, sul quale bisogna concentrarsi molto''.
(red)

La nuova Europa da comunicare

Comunicare. Sara' questa l'arma per vincere la battaglia per la ratifica della prima Costituzione europea, soprattutto nei paesi membri dove si dovra' procedere a una consultazione referendaria. A scommettere per prima sull'importanza strategica della comunicazione e' stata la Commissione europea. Spiegare la Carta a circa 500 milioni di europei puo' servirea scongiurare il rischio di una debacle alle urne.
Per questa ragione Bruxelles ha chiamato le autorita' locali e regionali a mobilitarsi. Le istituzioni europee, di fatto, hanno dimostrato difficolta' nel riuscire ad ''agganciare'' il grande pubblico. Un deficit di 'appeal' che l'organo parlamentare insieme a quello rappresentativo delle Regioni e delle Citta' europee dell'Ue, il Comitato delle Regioni (Cdr), lanciando a livello locale la campagna informativa.  
Il Presidente del Cdr Peter Straub gia' a settembre, in uno dei suoi interventi, si augurava che ''con il nostro contributo aumentera' la conoscenza dell'Europa da parte dei cittadini''.
Ma la Costituzione europea conferisce anche alle Regioni ruoli e spazi più ampi: ne fa lo strumento reale per l'attuazione concreta delle politiche europee, sancisce la pari dignita' di tutti i territori dell'Unione e inserisce il principio della coesione territoriale, accanto a quello della coesione economica e sociale.
Dietro allo slogan ''ratificare la Costituzione e subito'' si sono compattati anche molti leader locali e regionali italiani, benche' il referendum, con l'eventualita' di una bocciatura popolare, non sia previsto dall'ordinamento italiano.
Secondo il Presidente della Regione Toscana, gia' rappresentante del Cdr alla Convenzione europea, ''dobbiamo lavorare perché la  ratifica avvenga nei 25 paesi dell'Unione senza intoppi, informando i  cittadini''. ''La Costituzione - aveva osservato in uno dei suoi  interventi - poteva essere piu' avanzata, ma rispetto al Trattato di Nizza di quattro anni fa segna molti passi in avanti e, soprattutto, nessuno indietro''.  Sulla stessa lunghezza d'onda sono anche i sindaci di sette Capitali europee compresa Roma.
(red)

Governo impugna anche Statuti Abruzzo e Liguria

 Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare gli Statuti approvati dai Consigli regionali dell'Abruzzo e della Liguria. Il governo chiede il giudizio della Corte costituzionale su alcune limitate questioni dei due Statuti.
Con quelli dell'Abruzzo e della Liguria, diventano sei gli Statuti regionali impugnati dal governo. Stessa sorte era infatti toccata agli statuti di Calabria, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. 
Le decisioni prese oggi dal Consiglio dei ministri confermano che quando si tratta di affrontare l'esame di singoli Statuti regionali ''il governo lo fa seguendo valutazioni squisitamente tecniche e non certo mosso da pregiudizi politici''. E' il commento del ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia: ''Oggi e' stato confermato - ha aggiunto La Loggia - che laddove si riscontrano questioni che necessitano di approfondimento, il governo si muove con spirito sereno ed equanime e si rivolge alla Corte costituzionale per ottenerne gli opportuni approfondimenti''. 
''Appena avro' un quadro completo della situazione - ha  detto subito il presidente della regione Abruzzo Pace (nella foto) - e soprattutto di quali sono state le osservazioni fatte dal Consiglio dei Ministri potro' commentare la notizia''. Inoltre il Consiglio dei Ministri odierno non ha approvato il decreto sugli Ogm. La questione sarà affrontata il prossimo 4 novembre al tavolo agroalimentare, presieduto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Poi il provvedimento andra' al Consiglio dei Ministri immediatamente successivo.
(red)

Ghigo: svolta storica da nuova Costituzione europea

Le regioni devono far comprendere ai propri cittadini l'importanza della Carta Costituzionale europea e, al tempo stesso, far capire agli altri paesi nuovi membri dell'Ue la rilevanza di questa aggregazione. E' questo, in sintesi, il pensiero del presidente della Conferenza delle regioni, Enzo Ghigo.
''Dobbiamo far capire anche agli altri paesi nuovi membri - ha detto Ghigo - l'importanza di questa aggregazione per far evolvere la comunita' europea da elemento di regole a strumento anche di politiche comuni. Su questo passaggio, forse il piu' difficile, tutti, da domani, dobbiamo confrontarci. Il rischio, altrimenti, e' che questa Europa sembri solo, come e' ora, una fabbrica di regole che, secondo la sensibilita', alcuni adottano ed altri no'. Serve, invece, anche mostrare l'altra faccia della medaglia''.
Per Ghigo, infine, e' fondamentale che anche i cittadini italiani conoscano bene la Carta Europea, ''questo e' un compito ed un impegno che le regioni possono e devono assumere. D'altra parte l'Italia e' tra le nazioni piu' avanzate avendo da subito sostenuto la Ue''.
“La firma del Trattato Costituzionale dell’Unione Europea rappresenta una svolta epocale per il futuro del nostro Continente e rafforza il ruolo delle Regioni nella Comunità”, ha aggiunto Enzo Ghigo (Presidente Regione Piemonte) a margine della Cerimonia per la firma del Trattato Costituzionale UE avvenuta oggi a Roma e alla quale ha partecipato in rappresentanza della Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Nel corso del semestre di Presidenza italiana dell'unione europea, si è tenuta proprio a Torino una riunione della Commissione Affari costituzionali del Comitato delle Regioni nel corso della quale ho avuto modo di evidenziare il rinnovato spirito di apertura verso le Regioni con il quale si era da poco conclusa la Convenzione europea.“La Costituzione europea ora, confermando i risultati raggiunti dalla Convenzione, riconosce – afferma Ghigo -  il ruolo che i Governi territoriali svolgono nel decidere e realizzare politiche vicine ai cittadini. La promozione della coesione sociale economica e territoriale è uno degli obiettivi principali che con la Costituzione l'Unione europea si pone con chiarezza (articolo I-3). Le Regioni e gli enti locali sono da sempre protagonisti di queste politiche che hanno contribuito nel tempo alla crescita stessa delle Regioni in Europa.Il riconoscimento delle Regioni e degli enti locali come dimensione fondamentale dell'identità nazionale degli Stati membri (articolo I-5) conferma che siamo riusciti grazie alla capacità di sviluppare una programmazione delle politiche pubbliche attenta alle vocazioni e alle diversità di ogni territorio a far emergere il nostro livello di governo ad importanza europea.Sottolineo – ha aggiunto Ghigo - che la Costituzione riconosce e garantisce anche al Comitato delle Regioni un rinnovato ruolo di garante del principio di sussidiarietà nell'ambito dello specifico protocollo annesso alla Costituzione.Le Regioni italiane sono state impegnate in prima linea nel sostenere la necessità di questi riconoscimenti sia attraverso vari incontri con il Governo e con la delegazione italiana alla Convenzione che ha redatto il testo base del Trattato costituzionale sia attraverso l'impegno che molti Presidenti hanno profuso nel sostenere la dimensione anche regionale dell'Europa nel Comitato delle Regioni.
Da ultimo sottolineo – ha concluso Ghigo - che un'attenta azione di pressione e di rappresentanza delle giuste aspettative delle Regioni è stata svolta attraverso la creazione di due nuove reti di Regioni europee alle quali la Regione Piemonte partecipa: la Conferenza delle Regioni europee con Poteri legislativi (si terrà a fine novembre la V Conferenza a Edimburgo) e il Club delle Regioni (si è tenuto recentemente a Praga il III incontr
o annuale)”.
(red)

Finanziaria con blocco addizionali

Il blocco delle addizionali sarà esteso anche al 2005. L'indicazione e' stata fornita dal sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas. Il blocco delle addizionali locali anche per il 2005 annunciato oggi dal sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas ''e' una novita' e anche per questo abbiamo gia' chiesto, per la prossima settimana, un incontro al ministro dell'Economia Domenico Siniscalco'', ha subito detto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, dopo aver saputo la notizia. ''Tutta l'ipotesi di accordo sulla sanita' - ha spiegato Ghigo - si basava su quel meccanismo. Ora staremo a sentire di che cosa si tratta''.
Nell'incontro  con Siniscalco i Presidenti delle Regioni tratteranno anche altri temi legati alla Finanziaria.
In ogni caso
l'emendamento presentato dal relatore alla Finanziaria, Guido Crosetto(Fi), ''in parte e' condiviso dal  governo. Alcune finalità funzionano''. E' il commento del sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas alla proposta di modifica depositata da Crosetto con cui si prevede il blocco delle addizionali  Irpef per i comuni fino al 2007. E' necessario però fare chiarezza su alcune ''questioni di copertura''. Vegas ha posto poi l'accento sulle difficoltà esistenti nel rilevare ''la media pluriennale da applicare ai comuni virtuosi. Il  blocco delle addizionali e' condivisibile ma dovrebbe essere esteso  anche alle Regioni e riguardare anche l'Irap''. Insomma per Vegas l'emendamento va riscritto inserendo tra gli enti di riferimento anche le Regioni.
Per il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, Romano Colozzi, dopo l'annuncio di un nuovo blocco delle addizionali locali anche per il 2005: "Il federalismo fiscale porta chiarezzadi funzioni, di responsabilita', di compiti e di competenze"per questo e' importante "da un punto di vista di principioripristinare l'autonomia fiscale delle regioni", ha detto "Capiamo - spiega Colozzi - anche per preoccupazioni delgoverno che, nello sforzo di abbassare il livello impositivo ai cittadini, teme l'uso eccessivo della leva fiscale a livello locale".
La modifica dovrebbe comunque dare agli enti locali "che non hanno mai applicato addizionali la possibilità di procedere a un incremento dello 0,1%". Il Governo, ha aggiunto Vegas, resta anche possibilista sull'introduzione della tassa di scopo,
"anche se", ha precisato il sottosegretario, "ne resta difficile la definizione".
Il gettito previsto dalla finanziaria  dalla revisione degli studi di settore sara' raggiunto. Ne e'  sicuro Vegas che ha spiegato che la norma sugli studi ''è la  conseguenza di un periodo eccezionale perché gli effetti dell'euro sono stati diversi a seconda delle categorie''. ''Non credo che ci vorra' molto tempo per la revisione degli  studi di settore - ha detto il sottosegretario spiegando che  l'Istat dopo aver annunciato delle difficoltà invece ora  sarebbe pronta al nuovo compito -. Sono in corso gli incontri con le parti e non credo ci saranno difficoltà ad attuare le  norme e a conseguire le stime di gettito previste''.
"Il Governo, per bocca del  sottosegretario Vegas, annuncia che sarà confermato per il prossimo anno il blocco dell'addizionale Irpef per gli enti locali. Questo accade dopo che il governo stesso aveva inserito lo sblocco in Legge Finanziaria. La
situazione è molto grave e ridicola al tempo stesso. La confusione è totale". E' questo il commento di Leonardo Domenici, presidente Anci, all'annuncio del blocco delle addizionali Irpef da parte del Governo. "Ci sentiamo presi in giro - prosegue - e se questi sono i risultati del 'metodo Siniscalco' era meglio evitare di perdere tempo in riunioni inutili. Il Governo fa una norma sui valori catastali degli immobili (peraltro mal formulata) e se la rimangia. Ne scrive un'altra sullo sblocco delle addizionali e si rimangia pure quella. Faccio tra l'altro presente che la conferma del blocco è incostituzionale (si veda la sentenza n.37 / 2004). Sulle altre proposte assolutamente costruttive avanzate dall'Anci, per ora nulla. Tali proposte - aggiunge il Presidente dell'Anci - erano contenute anche in una lettera inviata direttamente al Presidente del Consiglio lo scorso 22 ottobre, che finora non ha avuto risposta alcuna. Evidentemente non interessa che i Comuni siano costretti a non fare investimenti e a chiudere o ridurre i servizi ai cittadini non avendo risorse disponibili". "Se il Governo ha deciso di andare alla rottura totale delle relazioni istituzionali con i Comuni - conclude Domenici - non c'e' alcun dubbio che abbia imboccato la strada giusta".

(red)

Regioni chiedono sblocco contributi per progetti cooperazione

Le Regioni chiederanno lo sblocco delle procedure per il pagamento dei contributi ai vari progetti in materia di cooperazione allo sviluppo in un'audizione alla Commissione Esteri del Senato prevista alle 14,30. A rappresentare la Conferenza delle Regioni è il presidente delle Marche, Vito D'Ambrosio, che, a margine della riunione dei presidenti di oggi, ha detto ''chiederemo che il ministero dia seguito allo sblocco delle procedure e che le Regioni vengano trattate alla stregua delle università, delle ong e degli enti di ricerca per i quali sono previsti anticipi fino all'80%''. D'altra parte, spiega il governatore, la materia cooperazione allo sviluppo non è ancora considerata una ''costola della politica estera, la competenza delle Regioni esiste e quindi dovrebbe essere concorrente e non esclusiva''. D'Ambrosio ha anche anticipato che oggi chiederà la proroga e il rifinanziamento della legge per gli aiuti ai Balcani che proprio oggi scade (ieri, ndr).
E al temine della Confertenza Stato-Regioni D'Ambrosio si è anche soffermato sul rapporto fra l'esecutivo e le Regioni. Agli incontri tra governo e Regioni, le cui sedi istituzionali sono le Conferenze Stato-Regioni e Unificata (allargata alle autonomie locali) ''troviamo sempre piu' spesso  accordi con i ministeri competenti sulle materie in discussione e  invece l'opposizione del ministero dell'Economia''. ''Un esempio per tutti - spiega - riguarda il riconoscimento delle accademie di Belle Arti non statali, pochissime ealcune di grande prestigio. Si tratta di ungioco delle parti in quanto c'è sostanzialmente accordo con il Ministero dei Beni culturali e un vero e proprio blocco da parte del dicastero dell'Economia''.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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