periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  389 - Roma,  16, 17 e 18 ottobre2004

Sommario

Riforme e regionali in discussione

Fa discutere il ritorno al proporzionale

Ghigo e Formigoni lanciano il nuovo asse Mi-To

Eurimed e convegno su De Gasperi e Mezzogiorno

Finanziaria: Storace, Martini, Bassolino, Illy

Le ali della colomba per il Medio Oriente

Riforme e regionali in discussione

"Perché mi inquieta la Repubblica federale, titola oggi la Repubblica un fondo di Giuliano Amato, mentre il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera titolano rispettivamente: Governatori spaccati sulla devolution; E i tempi s'allungano fino al 2016; Regionali, premier in ansia. Quattro i governatori certi. Marche, la carta Baldassarre. L'attenzione del pendolo politico quindi passa dalle riforme alle regionali e dalle regionali alla riforma elettorale.
''Non credo che al Senato possano mutare le cose. E' stato fatto un lavoro approfondito e minuzioso. Abbiamo accolto anche gli emendamenti proposti dall'opposizione. Prevedo un iter normale". Così Silvio Berlusconi.
"Credo che sia questo un passo importante;è il terzo dei quattro previsti. La legge approvata dalla Camera arriverà ora al Senato che dovrà valutare il risultato. Mi sembra un passo promettente in avanti", ha sottolineato il Presidente del Senato
Marcello Pera, mentre Calderoli non si mostra preoccupato per il referendum confermativo richiesto dal centro sinistra sulla nuova riforma costituzionale federalista. ''Benissimo - dice - facciamolo giudicare agli italiani se la legge è buona o cattiva".Gli risponde Fassino "Io credo - sottolinea il segretario Ds - che un referendum non vada temuto da nessuno perché e' uno strumento di partecipazione democratica con cui i cittadini sono chiamati a dire la loro". Per il Presidente dei senatori di An, Domenico Nania: ''il nuovo sistema costituzionale italiano garantirà alla nostra democrazia di funzionare meglio e di poter competere con le democrazie dei Paesi più evoluti del mondo''. Di parere nettamente contrario Rutelli: ''Siamo sulla linea indicata da Ciampi. Le riforme vanno fatte secondo la previsione della Costituzione che affida all'art.138 la possibilita' di riformulare degli aspetti, non certo di operare una revisione costituzionale. Chiediamo alla maggioranza di fermare la macchina o ci sarà il referendum per sconfiggere questa disastrosa riforma costituzionale''.
Rincara la dose Piero Fassino: "Noi pensiamo - ha sostenuto il segretario dei Ds - che la revisione costituzionale, che non e' una riforma, sia brutta. Ridurrà l'efficienza delle amministrazioni statali, ridurrà i poteri di autoverno delle Regioni, delle Province e dei Comuni, renderà meno capaci le amministrazioni pubbliche, sia statali che regionali, di corrispondere alle esigenze de cittadini. Alla fine - ha ribadito - non viene fuori nulla di buono da questa revisione della Costituzione e per questo, come prevede la procedura costituzionale, noi chiederemo agli italiani di dire no a questo provvedimento del governo con il referendum".
Per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: ''il Senato  federale viene realizzato con la contestualita' assoluta delle elezioni, ma non ha una sufficiente rappresentanza di regioni ed enti locali al suo interno. Forse - osserva - ci sarà la  possibilità di ulteriori modifiche migliorative nel successivi  passaggi parlamentari''.  Il presidente della Lombardia sottolinea poi che con la riforma ''si e' posto rimedio ad alcuni errori anche gravi che erano stati introdotti con la riforma del Titolo V dal centrosinistra la scorsa legislatura con tre soli voti di maggioranza''. In particolare per Formigoni (nella foto) ''si è posto riparo a qualche meccanismo che bloccava lo svolgimento regolare dei rapporti tra Stato, Enti locali e Regioni e addirittura si sono accettate un po' troppe richieste di edulcorazione rispetto al testo originario''.
Quanto poi al referendum proposto dal centrosinistra, Roberto Formigoni si dice convinto che ''non sia di per sé un male'', ma anzi può essere ''opportuno che tutti i cittadini siano chiamati un certo giorno alle urne, quello che mi lascia un po' allibito - conclude - è lo spirito durissimo di polemica del centrosinistra che appare pretestuoso alla luce del fatto che molte modifiche introdotte in questo testo erano contenute nei testi e nei programmi dell'Ulivo''.
''Il mio giudizio sulla riforma costituzionale è sostanzialmente positivo'', ha detto il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo. ''La riforma - ha aggiunto - ha comunque un periodo di transizione piuttosto lungo per arrivare alla sua applicazione e questo, alla fine, credo sia anche un elemento di maturità all'interno di questa riforma. Il Senato federale è chiaramente una vittoria: è l'elemento che mancava nel percorso di completamento delle riforme. Non faccio commenti sul premierato che è un argomento che spetta a carature di livello nazionale.  Ritengo invece che molto importante sia anche la razionalizzazione delle competenze che, attraverso la rivisitazione dell'art.117, ha ristabilito quelle confusioni che il Titolo V aveva prodotto nel governo di sistemi complessi del  paese, come le infrastrutture e l'energia''. ''Rimane - ha concluso Ghigo - un punto fondamentale, e cioè la legge di applicazione del federalismo fiscale approvata dal precedente governo e che sta creando oggettivi problemi nella sua attuazione, perché non riesce a perequare in modo soddisfacente le necessità del nord rispetto a quelle del sud. La riforma lascia quel punto ancora in sospeso e questo è il nodo, fra tutti, che dovrà vedere il maggiore impegno per trovare delle soluzioni''.
Ghigo è stato intervistato anche dal settimanale "Panorama" (Credetemi, margheritino o diessino per me pari sono; Le 14 fatiche di Romano) che ha pubblicato anche un lungo servizio sulle regionali del prossimo anno.
A proposito delle elezioni regionali, e in particolare in Piemonte, è intervenuto anche Bertinotti (intervistato oggi dal Corriere della Sera: Bertinotti-nessun tabù, dialogo anche col Polo), sostenendo che la scelta dei candidati-presidenti di Regione deve essere fatta "a livello proprio senza imposizioni centrali". Bertinotti ha portato l'esempio del Piemonte, lanciando la candidatura Valpreda, "uomo di grande esperienza soprattutto nel settore della sanità", in contrapposizione con il nome sponsorizzato dai Ds, quello del segretario regionale Marcenaro. "Nei sondaggi pubblici - ha scandito - Valpreda si è collocato sopra tutti gli altri candidati del centrosinistra, anche sopra a Marcenaro".
Infine con l'arrivo in Senato del disegno di legge di riforma dell'ordinamento della Repubblica, approvato dalla Camera il 15 ottobre 2004, il Servizio Studi di Palazzo Madama ha predisposto l'aggiornamento del 'brogliaccio' dove vengono messo a confronto il testo originario della Costituzione, il testo approvato dal Senato il 25 marzo 2004 e il testo licenziato dalla Camera.
(cfr. documento on line, cfr. anche il testo comparato su www.regioni.it)
(gs)

Ghigo e Formigoni lanciano il nuovo asse Mi-To

"I progetti in parte già ci sono: noi dobbiamo governare questo processo, perché altrimenti si governa da solo''. E' quanto ha dichiarato il Presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo,(cfr. Corriere della Sera di sabato, 16 ottobre: Treni e fiera, così nasce il nuovo Mi-To ) rispondendo così anche alle affermazioni del presidente di San Paolo Imi, Enrico Salza, che si era detto pronto a ''mettere i soldi'', a patto che arrivino i progetti. ''I responsabili politici dei territori - ha aggiunto Ghigo - mi sembra che abbiano tutta la volontà di fare gruppo, di fare squadra, per governare insieme questo progetto dal punto di vista politico e anche dei contenuti culturali e ambientali.
Questo credo che sia il dato positivo che oggi emerge da questo convegno''.
''Dobbiamo valutare come mettere insieme due diverse realtà, per non perdere due diverse identità''. Così il Presidente della Regione Piemonte, Enzo  Ghigo, ha risposto ad una domanda dei giornalisti sulla possibilità di una collaborazione tra lo stabilimento di Mirafiori e quello di Arese per la produzione dell'auto a idrogeno (cfr. Intervista a La Stampa del 16 ottobre:
Ghigo: non bisogna escludere nessuno ). Poco prima, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, aveva ribadito che ad Arese verrà costruita ''l'auto del futuro'': ''faremo dei progetti - ha detto Formigoni - per il polo della mobilità sostenibile, che ha già riscosso consensi di molte aziende. E già dalla primavera-estate 2005 lo stabilimento sarà pronto a partire''.
''A Torino - ha aggiunto il sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino (cfr. la Stampa, 16 ottobre:
Chiamparino avvisa: aut aut inaccettabili )  - ci sono già i 13.500 lavoratori di Fiat Mirafiori oltre all'azienda che ha creato l'auto a idrogeno, insieme a quella che produce gli autobus a idrogeno: per noi e'
gia' una realtà e siamo pronti a collaborare con la Lombardia ed Arese'' (cfr. anche La Stampa del 16 ottobre
Decolla Mi - To, anche Genova vuole entrare ).
(sm)

Finanziaria: Storace, Martini, Bassolino, Illy

Un taglio di risorse alla Toscana di circa 414 milioni di euro. E' questa la stima degli effetti della legge Finanziaria denunciata da Claudio Martini, presidente della regione Toscana. L' importo riguarda nel complesso tutte le misure contenitive varate dal Governo per gli enti locali, Regione,Province e Comuni e comprende anche i tagli all' amministrazione dello Stato in Toscana.
''Non sappiamo - ha spiegato Martini - quel che ci sara' nel collegato che riguarda la parte relativa allo sviluppo. Per ora
conosciamo solo la parte relativa alle misure di contenimento su cui le Regioni, tutte insieme, hanno chiesto siano apportate delle modifiche''.
Il primo nodo - ha indicato il presidente della Toscana - riguarda il tetto di spesa a +4,8%, rispetto all' anno scorso,degli investimenti da parte degli enti locali. ''Per noi il problema e' di grande rilevanza - ha spiegato Martini -; infatti, proprio quest' anno arriveranno agli enti locali i nostri finanziamenti per molte opere e per alcuni Comuni si trattera' di andare anche al 60% in piu' in fatto di investimenti. Bisognera' capire bene come si potra' fare in relazione al tetto del 4,8 per cento stabilito dal Governo''.
Le altre richieste avanzate dalle Regioni riguardano la modifica del meccanismo del ricorso all' indebitamento; il rilancio del federalismo fiscale, per ora bloccato; e l' adeguamento delle risorse per l' applicazione della legge Bassanini.
Capitolo a parte e' quello della sanita'. ''Per il 2005 - ha spiegato Martini - si e' fatto un passo avanti con l' aumento del fondo sanitario che ci consentira' di assestare i conti. Ma permangono le criticita' degli anni passati, del 2003 e del 2004, che continueranno a pesare sul futuro''. Inoltre - denuncia la Regione - il tasso di crescita del 2% applicato per gli anni successivi e' assolutamente incoerente rispetto al reale andamento della spesa sanitaria. ''In Toscana, che e' una regione virtuosa - ha osservato Martini -, la media di incremento negli ultimi 3 anni e' pari circa al 4% annuo''.
La Finanziaria ''e' pessima per il Mezzogiorno'', ha sostenuto il presidente della Campania, Antonio Bassolino: ''Bisogna cominciare a cambiare, risorse importanti da investire nel campo della competitivita' - ha aggiunto Bassolino - se vi saranno, sarebbero un primo segnale. Mi auguro che ci sia ma e' tutto da vedere. Occorrono segnali chiari''.
Secondo Bassolino, '' il rischio e la realta' di passi indietro in materia di competitivita' sono molto forti e dunque cio' che conta e' che ognuno faccia la propria parte e si cerchi di farla anche un po' tutti quanti assieme. Le Regioni, soprattutto con l'utilizzazione dei fondi europei, una loro parte la stanno facendo. L'esperienza degli sportelli per l'internazionalizzazione, ad esempio - ha concluso - e' positiva''.
Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy (nella foto):''Molti economisti globali, ne cito uno per tutti, Paoul Krugman, hanno dimostrato che l'effetto di stimolo all'economia prodotto da una riduzione delle imposte e' modesto".
''Spero che il governo si decida finalmente a darci una risposta sulle risorse da assegnare a Roma e che convochi al piu' presto. Altrimenti non vorrei essere costretto a dover valutare l'opportunita' di un ricorso alla Corte costituzionale'', ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Storace:  Riguardo poi alla norma costituzionale su Roma  capitale, Storace ha poi aggiunto: ''nel programma elettorale scriveremo che la Regione e' pronta a spogliarsi dei poteri che attengono a Roma. Io mi confrontero' con gli alleati e secondo me dobbiamo dare piu' poteri legislativi a Roma, proprio perche' l'art. 117 per me puo' essere trasferito in blocco''.
(red)

Fa discutere il ritorno al proporzionale

Massimo D'Alema (nella foto) entrando del merito della proposta di riforma elettorale ha affermato che "'il ritorno al proporzionale  sarebbe gravissimo: porterebbe alla frantumazione del sistema politico. Con il premierato, inoltre, porterebbe ad un governo forte a fronte di un Parlamento spezzettato''. Diversa l'opinione del leader dell'Udeur Clemente Mastella:" Convinto sostenitore da sempre del ritorno al proporzionale, sia pure con correttivi che garantiscano effettiva governabilità e vera stabilità, dico agli estimatori del maggioritario che il loro sistema elettorale, in Europa, e' l'eccezione, non la regola". Gli fa da sponda Cossutta "Io condivido la posizione di Mastella a proposito della legge elettorale. Ritengo cioè che il sistema migliore- afferma Armando Cossutta, presidente dei Comunisti italiani - sia quello attualmente adottato efficacemente per le elezioni regionali, e che può essere utilizzato anche in quelle parlamentari. Lo definisco "sistema proporzionale bipolare".
''Il bipolarismo che abbiamo- sostiene invece Domenico
Nania - costruito in Italia va salvaguardato. Non è pensabile rinunciarvi dopo che e' stato pienamente accettato e condiviso dagli elettori. Ciò premesso, i sistemi elettorali che garantiscono il bipolarismo possono essere tanti, come e' dimostrato in Gran Bretagna, in Francia, in Germania, per fare alcuni esempi. Il maggioritario uninominale a doppio turno non e' il solo sistema elettorale compatibile con il  bipolarismo, e' quello preferito da D'Alema che oggi, come gli è ormai consueto, fa facile e sterile catastrofismo su tutto''. Gli fa eco il collega di partito e Ministro Altero Matteoli :"Ora vogliono convincerci di nuovo a tornare al proporzionale, io qualche perplessita' ce l'ho".
"Noi dell'Italia dei Valori - ha dichiarato
Antonio Di Pietro, presidente IDV - riteniamo auspicabile non abbandonare il principio del sistema elettorale maggioritario, ma su una base completamente diversa da quella attuale che - nei fatti - ha dimostrato i suoi limiti rispetto ai nobili obiettivi che si era proposto".
Commenti anche dal fronte delle Regioni: "Della nuova legge elettorale avrei voluto parlarne anche con quello che per ora sarà il mio sfidante per poterne discutere, ma ho visto che i partiti l'hanno subito ripreso e gli hanno scritto quello che deve dire''. Lo ha detto il presidente  della Regione Lazio
Francesco Storace, : in ogni caso "Il sistema elettorale migliore - ha proseguito Storace - e' quello delle Regioni, perché quel 20% del premio di maggioranza costringe chi sta in quel listino a correre per vincere''. Lo sostiene il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, che giudica questo sistema ''una legge elettorale che tutto sommato da' stabilità di governo e rappresentanza del territorio''.
Per
Bassolino: ''Dobbiamo rafforzare e semmai  migliorare la strada del maggioritario e soprattutto di un sistema  bipolare, non certo tenere gli occhi nostalgicamente rivolti all'indietro verso un'Italia che non c'è più e che è bene non  torni. 'La scelta del proporzionale - ha detto ancora Bassolino - mi sembrerebbe un chiaro ritorno al passato. Da tanti anni  in Italia si muove invece sulla strada del maggioritario e soprattutto di un sistema bipolare''.
(red)

Eurimed e convegno su De Gasperi e Mezzogiorno

L'iniziativa riformatrice dei governi De Gasperi per il Mezzogiorno è il tema del Convegno organizzato dall'Università degli Studi di Bari che rientra nel "Programma triennale di celebrazioni in onore di Alcide De Gasperi", in occasione del 50° anniversario della sua scomparsa. E' un'iniziativa della Fondazione Alcide De Gasperi di Roma, organizzata con il patrocinio del Presidente della Regione Puglia e con la collaborazione dell'Università di Bari. Costituisce un'occasione di dibattito culturale e politico sulle scelte operative e le espressioni dell'attività riformatrice dei Governi De Gasperi per il Mezzogiorno. on line il programma Programma e il Comunicato stampa.
Per il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, dalle testimonianze e dagli impegni di Alcide De Gasperi e Aldo Moro ''occorre ripartire per una nuova fase di sviluppo economico e sociale che possa attestarsi innanzitutto sull' obiettivo primario e indeclinabile dello sviluppo del Mezzogiorno''. 
Inizierà invece mercoledi 20 per concludersi due giorni dopo il vertice delle Regioni insulari del Mediterraneo occidentale. In programma a Taormina vedrà fra l'altro l'ufficializzazione dell'ingresso di Creta nell'Imedoc, l'associazione delle Regioni insulari di Mediterraneo occidentale che a breve cambierà la propria denominazione in Eurimed. Il vertice e' organizzato dall'associazione Regioni europee di frontiera e dalla Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa.
(red)

Le ali della colomba per il Medio Oriente

E' stato pubblicato un opuscolo edito dalla Direzione Generale per i paesi del mediterraneo e del Medioriente del Ministero degli Affari esteri - in collaborazione con l'Anci, la Conferenza dei presidenti delle regioni e delle Province autonome, la conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali -  dedicato alle "Nuove iniziative italiane per il Medio Oriente. Palestina: le ali della colomba". All'iniziativa hanno collaborato anche la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo  e la Simest.
Gli obiettivi dell’azione del Governo italiano nel breve-medio periodo si collegano a tre iniziative che saranno sviluppate in pieno coordinamento tra gli organismi interessati e nel quadro delle linee guida fissate dall’Unione Europea e dalla Banca Mondiale per la Palestina. Si tratta in particolare di:
— un intervento per 25 milioni di Euro da utilizzare per progetti indi rizzati alla democratizzazione delle Istituzioni e delle Amministrazioni locali palestinesi attraverso la formazione in loco ed in Italia dei nuovi quadri dirigenti,
— un commodity aid per la rivitalizzazione del settore privato (per un importo di 25 milioni di dollari a credito d’aiuto, e 1,5 milioni di dollari a dono) per la fornitura di beni e servizi a favore delle PMI palestinesi;
— lo sviluppo nella striscia di Gaza ed in Cisgiordania di distretti industriali ispirati al modello italiano (25 m.ni di Euro).
"La Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Affari esteri -  si legge nell'opuscolo - ha previsto un intervento di 25 milioni di Euro da utilizzare per progetti indirizzati alla democratizzazione delle Istituzioni e delle Amministrazioni locali palestinesi attraverso la formazione in loco ed in Italia dei nuovi quadri dirigenti. Tali progetti saranno comprensivi di componenti di assistenza tecnica e fornitura di beni e servizi, secondo percentuali da individuare per ogni settore. Le modalità di utilizzo di tali risorse sono fissate in un’intesa tecnica che richiama le linee-guida del l’Accordo di finanziamento stipulato l’aprile scorso dalla Commissione Europea con il Ministero delle Finanze palestinese. L'Italia ha inteso quindi fornire - secondo quanto riportato dall'opuscolo - un segnale di concretezza per il sostegno all’ANP nell’ampio processo di riforme finalizzato alla costruzione di uno Stato palestinese indipendente, democratico e vitale. E' stata assicurata la massima trasparenza circa l’utilizzazione dei fondi, che saranno gestiti sotto la diretta ed esclusiva responsabilità del Ministero delle Finanze, in analogia con quanto avviene per i programmi di aiuto della Banca Mondiale e dell’Unione Europea. La scelta delle iniziative, mirate essenzialmente alle attività delle Municipalità palestinesi, sarà effettuata da un Comitato Tecnico Bilaterale; da parte palestinese vi è l’impegno a trasmettere rapporti periodici al Consolato Generale d’Italia in Gerusalemme, anche nella prospettiva di controlli che il Ministero degli Affari Esteri ritenesse opportuno svolgere. E' espressamente prevista la possibilità di privilegiare intese dirette fra Enti locali italiani ed Organismi palestinesi in presenza di un apporto di risorse proprie da parte degli Enti proponenti le iniziative".
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini (caposervizio)
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