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Sommario |
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"Contiamo di avere il voto
finale alla Camera entro venerdì al massimo. Ma penso che si possa
chiudere già giovedì''. Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, è
fiducioso sul cammino della riforma costituzionale e prevede che entro il
fine settimana la maggioranza incassera' il via libera definitivo di
Montecitorio. Calderoli ha incontrato il leader del Carroccio, Umberto
Bossi, insieme al ministro del Welfare, Roberto Maroni. ''Ho trovato
Umberto proprio bene -assicura il coordinatore delle segreterie nazionali
del Carroccio all'Adn
Kronos- ha tanta voglia di lavorare e di fare politica".
Calderoli si tira fuori dalle polemiche dopo la proposta avanzata dall'Udc
agli alleati di un patto di fine legislatura su tre riforme: diritto
fallimentare, ordinamento professionale e Ddl sul risparmio.
''Martedì sera -dice- ci sarà un vertice di maggioranza con il presidente
Berlusconi. Ognuno porterà le proprie posizioni". Nel frattempo, prima del week end, è entrata in Costituzione l'Assemblea della Repubblica. Ne fanno parte i componenti di Camera e Senato e dei rappresentanti delle regioni, essa eleggerà il presidente della Repubblica. Lo prevede il nuovo testo dell'articolo 83 della Costituzione che scaturisce dall'approvazione in Aula alla Camera con 236 si', 159 no (l'intera opposizione) e tre astenuti dell'art. 19 del testo delle riforme. LA COMPOSIZIONE: L'assemblea e' presieduta dal presidente della Camera dei deputati ed e' composta dai componenti delle due Camere, dai presidenti delle giunte regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano e dai delegati eletti dai consigli regionali. In particolare, ciascun Consiglio regionale elegge due delegati, tranne la Valle d'Aosta che ne elegge uno solo. I due delegati del Trentino Alto Adige sono eletti rispettivamente dal consiglio provinciale di Trento e da quello di Bolzano. La norma, poi, aggiunge che ciascun consiglio regionale elegge un numero ulteriore di delegati ''in ragione di un delegati per ogni milione di abitanti nella regione''. L'elezione di tutti i delegati avviene in modo che sia assicurata comunque la rappresentanza delle minoranze. NUOVE MAGGIORANZE PER ELEZIONE CAPO DELLO STATO: Cambiano anche le maggioranze previste per eleggere il Capo dello Stato: La norma approvata dall'Aula di Montecitorio prevede che ''il presidente della Repubblica e' eletto a scrutinio segreto con la maggioranza dei due terzi dei componenti dell'Assemblea della Repubblica. Dopo il terzo scrutinio (una novità introdotta dall'approvazione di un emendamento della Cdl) e' sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei componenti. Dopo il quinto scrutinio e' sufficiente la maggioranza assoluta''. E sulle Riforme istituzionali è intervenuto ad Arezzo il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (nella foto). Le riforme istituzionali, in particolare quella federalista, devono rappresentare il risultato di uno sforzo unitario capace di coinvolgere il più largo schieramento possibile di forze politiche e, soprattutto,non possono prescindere dall'apporto di Regioni e Enti locali, perché ciò rappresenterebbe una rinuncia a un apporto prezioso di democrazia, di partecipazione e di sviluppo sociale ed economico. ''Il federalismo in cui crediamo - ha sottolineato Martini - è un federalismo solidale, il che significa operare con le proprie forze assieme agli altri, e non in competizione con gli altri, in modo che non ci si dimentichi di nessuno e nessuno resti indietro''. ''E' questa - ha proseguito - la vera riforma federalista di cui ha necessità il Paese e continuiamo a confidare che ad essa anche gli enti locali e le Regioni saranno chiamate a dare un contributo rilevante e davvero qualificato. Tutte le Regioni italiane ritengono che siamo ancora in tempo per farlo, se davvero lo si vuole''. In questo modo Martini ha anche voluto ripristinare una corretta lettura del ruolo delle Regioni: ''Quello che stiamo vivendo - ha detto - non è il momento di maggior popolarità per Regioni ed enti locali, e credo che questo sia un danno per il Paese. Dopo una fase di grandi aspettative per il federalismo, oggi si parla di esso come un processo che porterà alti costi, duplicazioni di funzioni, conflitto tra poteri della Repubblica, e non se ne coglie il fattore di mobilitazione di forze reali sul territorio, di riorganizzazione dell'azione pubblica, di collegamento tra varie realtà dell'Europa e del Mediterraneo''. ''Noi - ha proseguito il presidente toscano - vogliamo dunque rilanciare la prospettiva di un federalismo sano e unificante, sobrio e moderno''. ''Lei - ha detto Martini rivolgendosi al Capo dello Stato - ci ha esortati più volte ad avere fiducia e a fare gioco di squadra. Posso assicurale che in una terra come la nostra, dove non sempre e' facile farlo questo gioco di squadra, il nostro sforzo e' quello di cooperare e di lavorare con determinazione per far bene e far crescere la nostra comunità". (gs) |
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''La mia ricandidatura? Dipende solo
da Berlusconi. Se prospetterà "carte concrete e
inoppugnabili per risolvere i problemi della Liguria, ci ragionerò, altrimenti ci
penserà qualcun altro''. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Sandro Biasotti in una
intervista all'emittente televisiva Primocanale. Poi al Secolo
XIX sottolinea di aver ricevuto prime risposte positive dal premier,
ma aggiunge - dopo l'incontro con Berlusconi e Letta per parlare dello stralcio dei finanziamenti per
Cornigliano dalla Finanziaria - "mi serve ancora qualche giorno, devo
incontrarmi con i miei collaboratori". |
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Il rinvio del decreto
sugli Ogm rispecchia un criterio di libertà, come ha sostenuto ieri il
premier Berlusconi? ''L' interpretazione non mi trova d'accordo'', ha
ribattuto
Enzo Ghigo, Presidente del Piemonte e presidente
della Conferenza delle Regioni. "Diciamo
la stessa cosa in termini diversi - ha spiegato Ghigo, interpellato a
margine di un convegno sulle produzioni di qualità a San Patrignano - Noi
riteniamo che l'esercizio della liberta' sia quello che deve permettere ai
produttori e ai consumatori di determinare quello che vogliono coltivare e
mangiare. Mentre invece - ha sottolineato - il presidente del Consiglio ha
espresso un concetto di libertà un po' esteso in un'ottica più a favore
degli Ogm. Dovremo naturalmente contrastare questa sua opinione e proporne
una diversa". Ghigo ha aggiunto che ''cercheremo di assecondare la proposta che il ministro Alemanno ha portato in Consiglio dei ministri perché riteniamo che proprio quel meccanismo possa tutelare la liberta' di scelta nei confronti sia dei produttori che dei consumatori. Noi sosteniamo che i nostri produttori agricoli devono avere la possibilità di scegliere cosa coltivare, percio' le regole per realizzare una corretta coesistenza tra Ogm e non-Ogm sono una strada da percorrere. Martedi' apriremo questo tavolo tecnico e poi nella prossima Conferenza Stato-Regioni discuteremo. La linea del Piemonte comunque - ha concluso Ghigo - sara' fare di tutto perche' nella nostra regione non ci siano gli Ogm''. ''Andare avanti con la ricerca , chiedere accordi internazionali e sospendere intanto l' uso degli Ogm'', che pero' ''non devono diventare oggetto di una questione ideologica'' anche se ''dire si' agli Ogm significa mettere in dubbio la liberta' di chi vuole fare produzioni Ogm-free".Il presidente della Regione Emilia-Romagna e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, si e' detto d'accordo con il collega del Piemonte Ghigo che ha espresso contrarieta' per la decisione del Consiglio dei ministri di far slittare il decreto sugli Ogm proposto dal ministro delle Politiche Agricole. Entrambi i Presidenti hanno partecipato a una tavola rotonda nell' ambito della rassegna enogastronomia 'Squisito' in corso a San Patrignano, conclusa dal ministro Alemanno. "Il nostro futuro sta nel prodotto di alta qualita', legato al territorio e alle sue radici storiche e culturali - ha sottolineato Errani - e non possiamo quindi che tutelare la possibilità di produrlo. C' e' l' urgenza di interpretare il principio di coesistenza, ma non lo si puo' fare regione per regione. Si deve decidere a livello nazionale". "Se noi imponiamo la liberta' indiscriminata di coltivare Ogm, miniamo la libertà di fare prodotti tradizionali, biologici, di qualita'. E siccome il made in Italy e' qualità, ci diamo anche la zappa sui piedi. Quindi la liberta' va bene, ma ha bisogno di regole".Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, interpellato a margine di un convegno a San Patrignano sulle parole del presidente del Consiglio che ieri ha affermato che lo slittamento del decreto sugli Ogm e' legato a un problema di liberta'. Ma questo decreto sta diventando occasione di una divisione politica nella maggioranza, hanno rilevato i cronisti. ''Mi auguro di riuscire a convincere i colleghi di governo della bontà della nostra impostazione e anche della sua necessità, proprio per difendere il made in Italy'', ha risposto Alemanno (nella foto), ricordando che ''c'è un momento di confronto molto intenso. La settimana prossima avremo una serie di incontri, convocheremo anche il tavolo agricolo con le associazioni e poi faremo la Conferenza Stato-Regioni giovedi'. Prima si decide meglio e', anche se bisogna fare tutti gli approfondimenti del caso perché non ci siano equivoci''. Ma fino a che punto e' disposto a difendere il decreto? "Il mio decreto devo portarlo avanti comunque - ha risposto il ministro -. Se non sarà possibile farlo passare in Consiglio dei ministri, troveremo dei modi alternativi. Il che non vuol dire che io non sia disponibile a fare modifiche o approfondimenti, non e' un testo sacro - ha precisato -. Però un testo sulla coesistenza ci vuole e deve essere un testo prudente". ( cfr. QN: Ogm, i governatori con Alemanno Regole severe ; La Repubblica Ogm, la rivolta dei governatori ; La Stampa Ogm, Alemanno non molla e anche : Bisogna conciliare sicurezza e libertà d'impresa, intervista a Schifani). (sm) |
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Il
Ministero dell'Economia (nella foto il Ministro
Siniscalco) ha reso noto che nel mese di settembre 2004 si è registrato un
disavanzo del settore statale di circa 8.600 milioni di euro a fronte di
un disavanzo di 10.600 milioni di settembre 2003. Nei primi nove mesi del 2004 si è registrato
complessivamente un disavanzo di circa 51.100 milioni, mentre nell'analogo
periodo 2003 si era avuto un disavanzo pari a circa 44.000 milioni. nuova fase. E' questo l'appello che Leonardo Domenici presidente dell'Anci, ha lanciato al Parlamento italiano, dal Campidoglio, affinche' si giunga a modificare il testo della finanziaria secondo le richieste dei Comuni. (cfr anche Iervolino a riunione Amministratori a Roma e Veltroni, attenzione ai rischi per i Comuni ). Per il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, "sicuramente la finanziaria risente di una situazione di crisi. Comprendo le critiche che vengono fatte sulla questione del 2%, anche se però onestà vuole che si riconosca che è un aumento e non un taglio. E' un aumento contenuto''. Le Regioni -ha continuato Storace- probabilmente hanno avuto più possibilità di accesso alla disponibilità del governo, ma aspetto di vedere come questa disponibilità sarà tradotta da Siniscalco. Sulla sanita' passiamo dagli 88 miliardi di euro dell'anno scorso probabilmente ai 91 promessi. Questo significa dare respiro alla Sanità''. Secondo Storace ''è consistente anche la dotazione infrastrutturale, perché al Cipe sono passate opere importanti. Noi abbiamo cominciato a fare la nostra parte, ora interviene anche lo Stato''. (red) |
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''Mi gioco il sogno di una
vita, la mia e quella dei miei nonni. Ho avuto un nonno che aveva
fondato il Movimento autonomista bergamasco e, insomma, sento il peso
della tradizione di famiglia. Se sbaglio, poi, mio nonno mi viene a
tirare i piedi dal letto''. Lo afferma in una intervista al
Corriere della Sera il ministro delle Riforme istituzionali
Roberto Calderoli (intitolata:
Calderoli- su di me
non avrei scommesso un euro), che racconta: ''Mi sveglio di
notte, sì, ma non penso agli intoppi. Mi sveglio per scrivere sui
post-it le idee che mi vengono a proposito dell'iter delle riforme''. E
aggiunge: ''Mentre dormo penso alla Costituzione''." Il peso della
responsabilità -
racconta il Ministro Calderoli (nella foto) - l'ho avvertito quando
ho accettato di prendere il posto di Bossi come ministro per le Riforme.
In quei giorni lì, non avrei puntato un euro sulla possibilità di
riuscire a farle. L'Udc non le voleva, An non le voleva, i giornali
erano contro, i professori pure... Ero convinto che non sarebbe passato
niente di niente, non solo le riforme. Niente. Ho detto a Berlusconi:
'Farò il ministro per un giorno, al massimo per una settimana...''.
Invece, ''ho messo in campo tutta la mia pazienza e utilizzato ogni
strategia. Ma la cosa che sto usando di più è il buon senso, saper
ascoltare gli altri".
(red) |
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E' Michel Barnier - ora Ministro degli
esteri francese - a firmare, nella sua precedente veste di Commissario UE,
la prefazione alla
III relazione sulla coesione economica e sociale, intitolata "Un
nuovo partenariato per la coesione. convergenza, competitività,
cooperazione". "Lo scopo della relazione, frutto del lavoro di questi
ultimi tre anni - scrive Barnier - è di presentare la visione della
Commissione europea sul futuro della politica europea per la riduzione
delle disparità e la promozione di una maggiore coesione economica,
sociale e territoriale. La preparazione del presente documento non è stata
un semplice esercizio tecnico; al contrario, essa ha richiesto ampie
consultazioni a livello europeo, nazionale, regionale e locale al fine di
assicurare la corrispondenza di questa nuova visione alle esigenze e alle
legittime aspettative dei cittadini dell’Europa. Nel corso di tali
consultazioni mi sono state rivolte numerose domande indagatrici circa
l’impatto - il “valore aggiunto” - degli interventi dell’unione europea in
questo campo. Mi è stato chiesto, ad esempio, se la politica di coesione
sia riuscita a ridurre le disuguaglianze economiche, sociali e
territoriali in termini di tenori di vita e di livelli di opportunità. La
relazione - afferma Barnier - risponde dettagliatamente a tali importanti
domande. Essa conferma che il valore aggiunto apportato dall’Europa è
stato rilevante a molti livelli: rapida riduzione dei divari di reddito
tra ricchi e poveri, creazione di numerose nuove opportunità, spesso in
attività innovative, e istituzione di reti che collegano regioni, imprese
e persone in tutto il continente. La relazione conferma inoltre che si è
avuto un contributo altrettanto importante nel modo in cui noi, in Europa,
affrontiamo i nostri problemi economici. La politica europea di coesione è
stata il catalizzatore di nuove forme di partenariato che hanno coinvolto
le autorità locali e regionali, governi nazionali e l’Unione. Tali attori
hanno operato sia all’interno dei territori nazionali che attraverso i
confini nazionali, pianificando e attuando strategie comuni di sviluppo. |
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