periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  383 - Roma, 8 ottobre 2004

Sommario

Finanziaria: Regioni preoccupate per risorse sanità e problemi cassa

Federalismo fiscale: sarà revisionato Decreto 56/2000

Governo impugna Statuto Emilia-Romagna

Veneto: progetto per collegare Università ed imprese

Regioni mezzogiorno critiche su Finanziaria

Convegno a Roma sull'autonomia finanziaria per gli enti territoriali

Convegno a Roma sull'autonomia finanziaria per gli enti territoriali

"Processi di sviluppo e autonomia finanziaria degli enti territoriali" è il tema di un convegno promosso ed organizzato da Banca Intesa che si terrà a Roma presso il Complesso monumentale del san Michele a Ripa Grande (via di s. Michele, 22) il 19 ottobre.
Secondo gli organizzatori "Il processo riformatore sviluppatosi dalla seconda metà degli anni ‘90, culminato nella nuova formulazione del Titolo V della Costituzione, nonché la più recente legge La Loggia, hanno radicalmente mutato il rapporto fra Amministrazioni centrali e locali. Alle Regioni e agli enti locali sono state attribuite nuove competenze e il loro ruolo nella definizione e nell’orientamento dello sviluppo locale è diventato decisivo. Sul fronte delle risorse, però, manca ancora un quadro complessivo della finanza decentrata: la riforma del Titolo V della Costituzione ha sancito l’autonomia finanziaria degli enti territoriali, ma il grado di reale manovrabilità delle entrate rimane modesto. I maggiori mutamenti sono intervenuti sul fronte dell’indebitamento e della gestione del debito: in crescita risultano, infatti, il ricorso al mercato dei capitali e l’utilizzo di strumenti di finanza innovativa.
Il convegno, quindi, si propone dì approfondire il tema della finanza locale, analizzandone problemi e prospettive alla luce dell’attuale disegno costituzionale. L’obiettivo é quindi fare il punto sulle partnership pubblico-private e sulle possibili future alternative per un utilizzo “sostenibile” di strumenti finanziari innovativi da parte degli enti territoriali italiani, attraverso il confronto fra i diversi livelli di governo, le parti sociali, il mondo accademico e il mondo della finanza. Dal modello di finanza locale adottato dipenderanno sia la capacità di gestire i processi di sviluppo socio-economico locale sia la “solidità” dell’intero sistema Italia.
Secondo il programma è prevista la partecipazione, fra gli altri, di Marcello Pera, Presidente del Senato, di Cesare Mirabelli, Presidente Emerito Corte Costituzionale, di Piero Giarda, di Rocco Buttiglione, Ministro per le Politiche Comunitarie e Commissario Europeo Designato.
il programma prevede anche una Tavola rotonda, alle 15.00, dedicata ala tema " Una rete di governo fondata sulÌa collaborazione interistituzionale". Interverranno: Leonardo Domenici,, Presidente ANCI, e Roberto Formigoni (Presidente Regione Lombardia) in rappresentanza della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, Andrea Pininfarina, Vice Presidente Confindustria, Savino Pezzotta, Segretario Generale CISL, Enrico Letta, Segretario Generale AREL, Enrico La Loggia, Ministro per gli Affari Regionali. Le conclusioni saranno tratte da  Corrado Passera, Amministratore Delegato e CEO Banca Intesa.
(red)

Veneto: progetto per collegare Università ed imprese

La Regione del Veneto ha sostenuto e intende continuare a sostenere i processi di innovazione, in piena sinergia con i privati, le Università e le Istituzioni locali. Lo ha sottolineato il presidente del Veneto Giancarlo Galan (nella foto), nel portare il saluto della Regione al confronto su “Trasferimento tecnologico: l’esperienza USA, la realtà italiana e le prospettive future”, svoltosi alla Camera di Commercio di Venezia con la presenza del Ministro Antonio Marzano, promosso dal Ministero delle Attività Produttive, dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti. In particolare – ha ricordato Galan – la società partecipata Veneto Innovazione S.p.A. ha proposto un progetto (denominato Technology Transfer for Veneto) che punta ad introdurre un sistema che organizzi e incentivi il trasferimento alle imprese dei risultati della ricerca universitaria, con l’istituzione, tra l’altro, di un apposito Fondo per la brevettazione. Tale iniziativa – ha detto ancora Galan – si inserisce molto bene anche nel quadro della proposta di legge regionale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico, attualmente all’esame del Consiglio, che introduce con forza la logica della collaborazione come strumento per superare i limiti della polverizzazione e dell’individualismo nella ricerca.
(red)

Finanziaria: Regioni preoccupate per risorse sanità e problemi cassa

Le Regioni riconoscono la disponibilità del Ministro dell'Economia, ma chiedono un'operazione verità che consenta una base di calcolo vera per gli anni futuri in grado di coprire realmente i costi della sanità: E' questo ,in sintesi l'atteggiamento che ha caratterizzato l'audizione dei rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle Regioni di fronte alle Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato.
''Sulla questione del Fondo sanitario prendiamo atto della disponibilità del ministro Siniscalco ad approfondire ulteriori temi - ha detto Enzo Ghigo (nella foto), Presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Piemonte - in maniera particolare non tanto l'aspetto dei fondi per il 2005 che sono comunque una risposta che possiamo definire quasi ottimale, ma sulla definizione del 2004, dove chiaramente esiste una divergenza tra quello che realmente abbiamo speso nel 2004 e quello che era il fondo 2003''. ''Si tratta - ha spiegato Ghigo - di una differenza di 4-5 miliardi: su questo rimane un elemento di trattativa che dovremo cercare di mettere a punto''. Altri punti da chiarire, secondo Ghigo, sono quelli della normativa attuale che impedisce di ricorrere ai mutui per finanziare leggi di finanziamento su privati: ''c'e' stata la proroga per il 2004 e noi la vogliamo anche per il 2005. Naturalmente il tetto del 2%  ci sta stretto. Abbiamo problemi sul Patto di stabilità, le aree sottoutilizzate. Poi c'e il problema legato a terremoti e alluvioni dove i fondi che sono stati destinati in Finanziaria non ci sembrano sufficienti. Poi c'e' una discrepanza sul fondo sociale per le persone disabili che e' circa di 500 milioni che dovremo cercare nell'ambito della discussione sulla Finanziaria cercare di riprenderci''.
Il fondo Sanitario di 88,2 miliardi  che e' previsto per il 2005 è per noi insufficiente''. Lo ha detto il presidente della
Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al termine della Conferenza dei Presidenti. ''Noi poniamo alcune questioni fondamentali  - ha detto Errani - per poter poi gestire con serietà e serenità la Sanità. Intanto il fondo deve crescere: la nostra stima va a 90,3 miliardi. Deve essere risolto il problema serissimo del 2004 che è un problema che vede un sostanziale sottofinanziamento, se consideriamo anche gli oneri contrattuali, di diversi miliardi di euro perché è chiaro che un accordo può reggere nella misura in cui si risolvono le questioni pendenti. Del resto è noto che noi questa questione del 2004 la poniamo fin dalla discussione della Finanziaria del 2004''. Per Errani occorrono poi ''garanzie assolute sulla cassa. Nonostante nella Finanziaria del 2004 ci fosse l'impegno per l'erogazione del 95% del fondo, noi non abbiamo ancora avuto l'erogazione perché non c'è ancora la delibera del Cipe. E quindi scrivere dei numeri se poi la cassa non gira è come scrivere il nulla . E noi non possiamo andare avanti cosi'. Perché forse non è chiaro a tutti ma questo produce un danno all'erario fortissimo. Noi paghiamo a tanti giorni, molte Regioni devono andare in anticipazione di cassa e indebitamento con costi enormi''.
Per il complesso dalla Finanziaria, ha spiegato Errani, ''il mio giudizio e' molto preoccupato e negativo. Si è quantificato di quei 9,5 miliardi e mezzo di tagli ciò che taglierebbe lo Stato centrale, cioè i ministeri, vale a dire 1,9 miliardi di euro. E dunque stiamo parlando di un taglio di oltre 7,5 miliardi che ricadrà, a meno che non vi siano informazioni che cambiano, prima di tutto sulle Regioni e gli enti locali. Ciò è decisamente insostenibile. E questo, d'altra parte, dimostra la finzione secondo la quale ci sarebbe un aumento per tutti del 2%''.
Infine per Errani ''inserire nel Patto di stabilità, con riferimento alla spesa del 2003 aumentata del 4,8%, anche gli investimenti, significa bloccare sostanzialmente gli investimenti degli enti pubblici. Faccio presente che quelli di Comuni e Regioni equivalgono a una percentuale che va nettamente oltre il 50% degli investimenti. E cio' e' insostenibile. Non è una pregiudiziale dire che questa e' una manovra che si prefigura come una manovra recessiva. E' un dato di fatto. E questo per noi e' inaccettabile. Aggiungo che e' annunciato un collegato sulla competitivita' di cui noi non sappiamo assolutamente nulla. Peraltro non riesco a capire questo doppio binario che rischia di non dialogare. Vedo difficile un'operazione che sostiene la competitività nel momento in cui si colpiscono pesantemente la capacita' di investimento degli enti territoriali. Questo mi pare un problema sostanziale''.
Per il coordinatore degli assessori al bilancio della Conferenza delle regioni,
Romano Colozzi, la nuova norma del Patto di stabilità interno ''ci sembra molto discutibile'' e rischia di essere dirompente''. Quest'anno infatti il Patto, ''che e' gia molto severo, viene ulteriormente inasprito inserendo le spese per i cofinanziamenti dei fondi europei. Questo ci pare difficilmente comprensibile''.
Per l'assessore alla sanità dell'Emilia-Romagna, Giovanni Bissoni ''quando arriveranno i dati a consuntivo del 2004 allora ci si renderà conto che le Regioni, sul fronte della spesa sanitaria registreranno il primo tracollo''. 'il fabbisogno si attestera' a circa 91 mld di euro. Dieci 10 mld in più rispetto a quanto previsto dal Governo e 3 in piu' rispetto a quanto offerto dal Governo al 2005 ''. In questa ottica, le Regioni ritengono che ''e' possibile mantenere l'impegno dal Governo per il 2005 solo se si affronta il tema del 2004. E' il momento di valutare se siano  possibili intese bilaterali tra Governo e singole regioni che consentano di affrontare il processo di risanamento finanziario''.
Non tutto e' possibile in termini di maggiore efficienza - ha spiegato   Giovanni Bissoni, e quindi non è assolutamente escluso l'utilizzo della leva fiscale locale per far tornare i conti della Sanita'". Lo ha affermato l'assessore alla Sanita' dell'Emilia, nel corso di un'audizione alla Camera. "Il tetto del 2% - ha aggiunto - e' una scommessa che nessuno in questo Paese e' riuscito a vincere in campo sanitario".
!Il tetto del 2% ha aggiunto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, ''ci preoccupa non tanto per il 2005 ma in prospettiva per gli anni 2006-2007 perché tenere l'incremento del 2% in questi due anni è praticamente impossibile'', certo, ha detto ancora il presidente della regione Piemonte ''si nota un significativo sforzo da parte del ministero nell'affrontare il tema cercando di fare finalmente chiarezza senza dichiarare  disponibilità di risorse che sono lontane dalla realtà e dalla necessità di un fondo sanitario per il buon funzionamento della sanità del Paese. Il discorso e' in progress, il ministero ci sta ascoltando e noi siamo fiduciosi di arrivare ad una soluzione''.
Un quadro dunque ancora "incerto", in un contesto caratterizzato da gravi problemi di cassa. ''c'è, in effetti, un problema di flussi di cassa che in alcuni periodo si interrompono - ha spiegato Ghigo- sono risorse che competono alle regioni ma che tardano ad arrivare. E' un problema serio perché siamo costretti a ricorrere ai debiti, visto che i fornitori non possono aspettare. La Lombardia, per esempio, ha accumulato 80  milioni di euro di interessi'',
Rincara la dose la Lorenzetti (Presidente dellla regione Umbria): "non si può ogni volta far finta di non sapere che da ani il governo sottostima i costi reali della sanità in Italia''.
''Come Regioni -ha detto Lorenzetti- abbiamo posto al ministro e quindi al governo, una questione di fondo: qualsiasi accordo deve contenere una vera operazione trasparente sui costi della sanità.  Un'operazione seria e rigorosa che dica una volta per tutte qual e' il reale fabbisogno di spesa, qual e' il reale costo del livello essenziale di assistenza, essendo l'attuale assolutamente inadeguato, considerata anche la mancata copertura dei costi contrattuali''.
Puntualizzazioni anche su altri aspetti della Finanziaria:  non poter ricorrere all'indebitamento per finanziare le leggi a destinazione privata - ha affermato ancora il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, sarebbe ''un elemento di forte instabilita'''. Secondo Ghigo ''serve una proroga della possibilità di fare investimenti'' per il 2005 e il 2006.
Sulla base di documentazione tecnica degli assessori,  afferma ancora la Lorenzetti, per il finanziamento del Fondo Sanitario 2005 sarebbero necessari 90,3 miliardi di euro invece degli 88,2 previsti dal Ministro Siniscalco. ''Sulla base di un artificio contabile - spiega Lorenzetti - il ministro vorrebbe indurci a sottoscrivere un accordo triennale prendendo come base di partenza gli 88,2 miliardi, ma sarebbe una vera fregatura''. Secondo il presidente della Regione Umbria infatti gli 88,2  miliardi non rappresentano affatto un aumento dei finanziamenti per il Fondo sanitario poiche' sono stati calcolati aumentando del 2% la spesa prevista per il 2004, mentre quella effettiva e' piu' alta, cioe' 88,34 miliardi e un aumento del 2% porterebbe il finanziamento per il Fondo Sanitario a 90,3 miliardi. Ci sono poi, elenca la Lorenzetti, altri punti dolenti: non viene fornita copertura adeguata ai Lea (Livelli essenziali di assistenza),non sono coperti i costi contrattuali dal 2002; non viene proposta una soluzione per i deficit strutturali di alcune Regioni. ''Il ministro Siniscalco dice e non dice - conclude Lorenzetti - ma e' chiaro che pensa a coprire una parte di queste spese con fondi nazionali e un'altra parte con fondi regionali, attraverso l'aumento delle addizionali Irpef o con i ticket'' (cfr. anche Il Sole 24 ore: Conti, regioni all'attacco )
(sm)

Federalismo fiscale: sarà revisionato Decreto 56/2000

Il Consiglio dei Ministri ha deciso di costituirsi in giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale contro il ricorso della Campania che ha chiesto l'abrogazione del decreto 56 (D'alema- Visco) sul federalismo. Lo ha reso noto il ministro Enrico La Loggia al termine della riunione chiarendo che si tratta di una decisione che ha una ''valenza tecnica'', mentre il governo ''conferma la volonta' di modificare questo decreto''. Al riguardo, - ha annunciato La Loggia (nella foto) - sarà aperto un apposito tavolo tecnico- politico.
Il ricorso del presidente della Campania, Antonio Bassolino, chiede l'abrogazione del provvedimento.
''Si tratta di un passaggio delicato - aveva spiegato sempre La Loggia - poiché il Consiglio dei ministri - dovrà decidere se e come difendere il decreto 56, impugnato davanti alla Corte dal Presidente della Regione Campania, ma contestato anche da altri governatori, mentre e' intenzione dello stesso Governo di modificare profondamente il decreto 56 del 2000''.
(red)

Regioni del Mezzogiorno critiche su Finanziaria

Le Regioni del mezzogiorno protestano perché la Finanziaria prevede per loro tagli e mostra disinteresse per alcuni gravi problemi. Lo fanno sottoscrivendo un documento sui ''Punti critici per il Mezzogiorno'' elaborato da Maria Fortuna Incostante, assessore agli affari istituzionali della Regione Campania.
Secondo il testo ''il fondo per le aree sottoutilizzate e' stato praticamente dimezzato'' passando da 11,98 miliardi di euro a 6,5 mentre ''non viene inoltre rispettato l'impegno di aumentare la spesa del 9% in conto capitale''.
Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, il documento sostiene che ''la cosiddetta razionalizzazione, trasformando gli incentivi in crediti agevolati, si traduce sostanzialmente in un taglio di risorse per le imprese che operano nel Mezzogiorno le quali , per la situazione di incertezza, hanno gia' sospeso gli investimenti nel Sud.
Il terzo punto del documento sostiene che il tetto di spesa del 2% ''crea non pochi problemi e ostacoli alla attuazione di programmi di intervento gia' avviati, ad esempio quelli cofinanziati dai fondi strutturali i cui procedimenti ed impegni giuridicamente vincolanti dovranno essere completati ed assunti entro il 2006''.
Il documento sostiene che poi che ''in presenza dei tagli apportati, e' indubbio che gli enti territoriali saranno praticamente costretti a aumentare imposte e tariffe locali se non vorranno ridurre drasticamente i servizi e gli investimenti previsti'', una misura ancor piu' grave per le Regioni meridionali che hanno minore capacita' fiscale.
Infine il documento sottolinea che per le politiche sociali per il 2005 ''nella tabella relativa al ministero del lavoro risulta una diminuzione delle assegnazioni al fondo per le politiche sociali di circa 500 milioni di euro'' cosa che impedira' di garantire i servizi gia' avviati negli anni precedenti.
In particolare il documento afferma:
• Il fondo per le Aree sottoutilizzate è stato praticamente dimezzato. Si è passati da una disponibilità fino ad ora indicata in 11 miliardi e .998 milioni di euro alla cifra di 6 miliardi e 500 milioni. Non viene inoltre rispettato l’impegno assunto in sede comunitaria di aumentare la spesa del 9% in conto capitale.
• Ulteriore questione concerne gli Incentivi alle Imprese. La cosiddetta razionalizzazione, infatti, trasformando gli incentivi in crediti agevolati, si traduce sostanzialmente in un taglio di risorse per le imprese che operano nel mezzogiorno.
Inoltre bisogna sottolineare che la previsione ditale cambiamento ha congelato gli incentivi alle imprese creando una situazione di incertezza per le medesime che già adesso non investono nel Sud con danno allo sviluppo e all’occupazione.
• L’imposizione per il prossimo triennio di un tetto di spesa al 2% imposto alle Regioni e agli enti locali crea non pochi problemi ed ostacoli alla attuazione di programmi di intervento già avviati, quali ad esempio quelli cofinanziati dai fondi strutturali i cui procedimenti ed impegni giuridicamente vincolanti dovranno essere completati ed assunti entro il 2006, pena la perdita di risorse per il Paese. Tale problema sarà maggiormente avvertito a livello degli enti territoriali del Mezzogiorno, data la mole di risorse finanziarie che sono chiamati a gestire nell’ambito del QCS 2000-2006.
• E’ indubbio che, in presenza dei tagli apportati, gli enti territoriali saranno praticamente costretti ad aumentare le imposte e le tariffe locali se non vorranno ridurre drasticamente i servizi e gli investimenti previsti.
Tale misura assai grave in assoluto, e contraddittoria con l’assenta linea del Governo di diminuzione della pressione fiscale, lo è ancor di più per le Regioni meridionali che hanno notoriamente minore capacità fiscale.
• Per quanto riguarda le politiche sociali per l’anno 2005 và segnalato che nella tabella relativa al Ministero del Lavoro risulta una diminuzione delle assegnazioni al Fondo per le Politiche Sociali di circa 500 milioni di euro e, quindi, con tagli di finanziamenti agli enti locali che non potrebbero garantire per il 2005 i servizi già attivati negli anni precedenti.
Il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto (nella foto), e' disponibile a discutere sul documento elaborato dall' assessore agli Affari istituzionali della Regione Campania riguardante ''i punti critici per il Mezzogiorno'' contenuti dalla Finanziaria, ''se lo stesso documento e' un documento serio che si pone un obiettivo di carattere istituzionale''. ''Se questo documento e' contro la Finanziaria a prescindere - ha precisato Fitto - non posso essere d' accordo''.
''Cominciamo con l' ammettere per esempio - ha detto Fitto - che per la prima volta dopo 15 anni il Fondo sanitario nazionale viene adeguato, crescendo da 81 miliardi di euro ad 88,2 miliardi di euro: un aumento che non si era mai visto e che viene incontro alle richieste delle Regioni''.
''Prendiamo atto anche - ha continuato - che il tetto del 2% non tocca in nessun modo il sociale e che le risorse per il sociale, ad esempio, sono risorse che aumentano''. Secondo Fitto, quindi, ''si possono tranquillamente analizzare i numeri della Finanziaria, premesso che nei giorni scorsi il Cipe ha deliberato le risorse per le aree sottoutilizzate per il 2004, assegnando per esempio alla Puglia 446 milioni di euro, la cifra piu' alta in assoluto degli ultimi anni ottenuta''.
Secondo Fitto ''occorre comprendere se la strategia del governo e' di penalizzare il Mezzogiorno o di creare le condizioni per cambiare complessivamente le questioni del regime di aiuti''. Essendo in atto, quindi, una riforma del sistema degli incentivi, ''cosi' come annunciato dal governo, e' chiaro che c' e' una contrazione delle risorse assegnate al Mezzogiorno''. Il problema esiste, secondo Fitto ''nel momento in cui le risorse, nove miliardi di euro degli anni scorsi, non sono stati spesi''.
''Poniamoci il problema delle risorse - ha concluso - ma prima cerchiamo di capire perché non si sono spese le risorse disponibili; solo così sarà possibile creare un quadro unitario di riferimento: pensiamo non tanto e non solo a quello che gli altri devono fare per noi ma anche un po' a quello che dovremmo fare come regioni meridionali in direzione delle risorse del governo''.

(red)

Governo impugna statuto Emilia-Romagna

Il Governo ha impugnato lo Statuto della Regione Emilia-Romagna presso la Corte Costituzionale. L'impugnazione riguarda 9 punti, fra cui quello sul diritto di voto per gli immigrati residenti. La decisione e' stata presa dal Consiglio dei Ministri odierno.
Fra i 9 punti impugnati dal Governo l'incompatibilità delle cariche fra assessore e consigliere regionale; la possibilità per la Regione di recepire autonomamente gli accordi internazionali fra Stati; il trasferimento di funzioni amministrative dalla Regione ad altri enti locali; l'area metropolitana di Bologna.
Il ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia afferma: "Abbiamo ritenuto opportuno impugnare presso la Corte Costituzionale lo Statuto dell'Emilia Romagna su 9 punti. Come per le precedenti impugnazioni sugli statuti di Umbria e Toscana, il Governo ha comunque dato una valutazione positiva all'impianto complessivo".
"Il governo ha deciso di impugnare il nostro Statuto. Non conosco ancora le motivazioni di questa scelta ma sono convinto che lo Statuto dell'Emilia-Romagna sia pienamente costituzionale, così come è stato sottolineato da più parti anche nel dibattito in Consiglio regionale. Naturalmente valuteremo con attenzione le motivazioni addotte non appena ci verranno comunicate, tuttavia non si può non rilevare come questa scelta faccia seguito all'impugnazione degli Statuti della Toscana e dell'Umbria": è quanto ha dichiarato il Presidente della Giunta regionale dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, appresa la notizia della decisione adottata oggi dal Consiglio dei Ministri. "Francamente - ha aggiunto Errani - mi sembra evidente come vi sia il rischio oggettivo di compromettere la stagione statutaria delle Regioni e ciò è un fatto politicamente rilevante e grave, non risolto in alcun modo dal 'giudizio positivo' espresso dal Governo 'sull'impianto complessivo' degli Statuti stessi".
(red)
 

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