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Sommario |
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"Processi
di sviluppo e autonomia finanziaria degli enti territoriali"
è il tema di un convegno promosso ed organizzato da Banca Intesa che si
terrà a Roma presso il Complesso monumentale del san Michele a Ripa Grande
(via di s. Michele, 22) il 19 ottobre. Secondo gli organizzatori "Il processo riformatore sviluppatosi dalla seconda metà degli anni ‘90, culminato nella nuova formulazione del Titolo V della Costituzione, nonché la più recente legge La Loggia, hanno radicalmente mutato il rapporto fra Amministrazioni centrali e locali. Alle Regioni e agli enti locali sono state attribuite nuove competenze e il loro ruolo nella definizione e nell’orientamento dello sviluppo locale è diventato decisivo. Sul fronte delle risorse, però, manca ancora un quadro complessivo della finanza decentrata: la riforma del Titolo V della Costituzione ha sancito l’autonomia finanziaria degli enti territoriali, ma il grado di reale manovrabilità delle entrate rimane modesto. I maggiori mutamenti sono intervenuti sul fronte dell’indebitamento e della gestione del debito: in crescita risultano, infatti, il ricorso al mercato dei capitali e l’utilizzo di strumenti di finanza innovativa. Il convegno, quindi, si propone dì approfondire il tema della finanza locale, analizzandone problemi e prospettive alla luce dell’attuale disegno costituzionale. L’obiettivo é quindi fare il punto sulle partnership pubblico-private e sulle possibili future alternative per un utilizzo “sostenibile” di strumenti finanziari innovativi da parte degli enti territoriali italiani, attraverso il confronto fra i diversi livelli di governo, le parti sociali, il mondo accademico e il mondo della finanza. Dal modello di finanza locale adottato dipenderanno sia la capacità di gestire i processi di sviluppo socio-economico locale sia la “solidità” dell’intero sistema Italia. Secondo il programma è prevista la partecipazione, fra gli altri, di Marcello Pera, Presidente del Senato, di Cesare Mirabelli, Presidente Emerito Corte Costituzionale, di Piero Giarda, di Rocco Buttiglione, Ministro per le Politiche Comunitarie e Commissario Europeo Designato. il programma prevede anche una Tavola rotonda, alle 15.00, dedicata ala tema " Una rete di governo fondata sulÌa collaborazione interistituzionale". Interverranno: Leonardo Domenici,, Presidente ANCI, e Roberto Formigoni (Presidente Regione Lombardia) in rappresentanza della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, Andrea Pininfarina, Vice Presidente Confindustria, Savino Pezzotta, Segretario Generale CISL, Enrico Letta, Segretario Generale AREL, Enrico La Loggia, Ministro per gli Affari Regionali. Le conclusioni saranno tratte da Corrado Passera, Amministratore Delegato e CEO Banca Intesa. (red) |
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La Regione del Veneto ha sostenuto e
intende continuare a sostenere i processi di innovazione, in piena
sinergia con i privati, le Università e le Istituzioni locali. Lo ha
sottolineato il presidente del Veneto
Giancarlo Galan
(nella foto), nel portare il saluto della Regione al
confronto su “Trasferimento tecnologico: l’esperienza USA, la realtà
italiana e le prospettive future”, svoltosi alla Camera di Commercio di
Venezia con la presenza del Ministro Antonio Marzano, promosso dal
Ministero delle Attività Produttive, dal Comune di Venezia e dalla Regione
del Veneto in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti. In
particolare – ha ricordato Galan – la società partecipata Veneto
Innovazione S.p.A. ha proposto un progetto (denominato Technology Transfer
for Veneto) che punta ad introdurre un sistema che organizzi e incentivi
il trasferimento alle imprese dei risultati della ricerca universitaria,
con l’istituzione, tra l’altro, di un apposito Fondo per la brevettazione.
Tale iniziativa – ha detto ancora Galan – si inserisce molto bene anche
nel quadro della proposta di legge regionale per la ricerca, l’innovazione
e il trasferimento tecnologico, attualmente all’esame del Consiglio, che
introduce con forza la logica della collaborazione come strumento per
superare i limiti della polverizzazione e dell’individualismo nella
ricerca. |
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Le Regioni riconoscono la disponibilità del
Ministro dell'Economia, ma chiedono un'operazione verità che consenta una
base di calcolo vera per gli anni futuri in grado di coprire realmente i
costi della sanità: E' questo ,in sintesi l'atteggiamento che ha
caratterizzato l'audizione dei rappresentanti della Conferenza dei
presidenti delle Regioni di fronte alle Commissioni bilancio riunite di
Camera e Senato. |
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Il Consiglio dei Ministri ha deciso di
costituirsi in giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale contro il
ricorso della Campania che ha chiesto l'abrogazione del decreto 56
(D'alema-
Visco) sul federalismo. Lo ha reso noto il ministro Enrico La Loggia
al termine della riunione chiarendo
che si tratta di una decisione che ha una ''valenza tecnica'', mentre il
governo ''conferma la volonta' di modificare questo decreto''. Al
riguardo, - ha annunciato La Loggia (nella foto) - sarà aperto un apposito tavolo
tecnico- politico. Il ricorso del presidente della Campania, Antonio Bassolino, chiede l'abrogazione del provvedimento. ''Si tratta di un passaggio delicato - aveva spiegato sempre La Loggia - poiché il Consiglio dei ministri - dovrà decidere se e come difendere il decreto 56, impugnato davanti alla Corte dal Presidente della Regione Campania, ma contestato anche da altri governatori, mentre e' intenzione dello stesso Governo di modificare profondamente il decreto 56 del 2000''. (red) |
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Le Regioni del mezzogiorno protestano
perché la Finanziaria prevede per loro tagli e mostra
disinteresse per alcuni gravi problemi. Lo fanno sottoscrivendo
un documento sui ''Punti critici per il Mezzogiorno'' elaborato
da Maria Fortuna
Incostante, assessore agli affari istituzionali
della Regione Campania.
Secondo il testo ''il fondo per le aree sottoutilizzate e' stato praticamente dimezzato'' passando da 11,98 miliardi di euro a 6,5 mentre ''non viene inoltre rispettato l'impegno di aumentare la spesa del 9% in conto capitale''. Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, il documento sostiene che ''la cosiddetta razionalizzazione, trasformando gli incentivi in crediti agevolati, si traduce sostanzialmente in un taglio di risorse per le imprese che operano nel Mezzogiorno le quali , per la situazione di incertezza, hanno gia' sospeso gli investimenti nel Sud. Il terzo punto del documento sostiene che il tetto di spesa del 2% ''crea non pochi problemi e ostacoli alla attuazione di programmi di intervento gia' avviati, ad esempio quelli cofinanziati dai fondi strutturali i cui procedimenti ed impegni giuridicamente vincolanti dovranno essere completati ed assunti entro il 2006''. Il documento sostiene che poi che ''in presenza dei tagli apportati, e' indubbio che gli enti territoriali saranno praticamente costretti a aumentare imposte e tariffe locali se non vorranno ridurre drasticamente i servizi e gli investimenti previsti'', una misura ancor piu' grave per le Regioni meridionali che hanno minore capacita' fiscale. Infine il documento sottolinea che per le politiche sociali per il 2005 ''nella tabella relativa al ministero del lavoro risulta una diminuzione delle assegnazioni al fondo per le politiche sociali di circa 500 milioni di euro'' cosa che impedira' di garantire i servizi gia' avviati negli anni precedenti. In particolare il documento afferma: • Il fondo per le Aree sottoutilizzate è stato praticamente dimezzato. Si è passati da una disponibilità fino ad ora indicata in 11 miliardi e .998 milioni di euro alla cifra di 6 miliardi e 500 milioni. Non viene inoltre rispettato l’impegno assunto in sede comunitaria di aumentare la spesa del 9% in conto capitale. • Ulteriore questione concerne gli Incentivi alle Imprese. La cosiddetta razionalizzazione, infatti, trasformando gli incentivi in crediti agevolati, si traduce sostanzialmente in un taglio di risorse per le imprese che operano nel mezzogiorno. Inoltre bisogna sottolineare che la previsione ditale cambiamento ha congelato gli incentivi alle imprese creando una situazione di incertezza per le medesime che già adesso non investono nel Sud con danno allo sviluppo e all’occupazione. • L’imposizione per il prossimo triennio di un tetto di spesa al 2% imposto alle Regioni e agli enti locali crea non pochi problemi ed ostacoli alla attuazione di programmi di intervento già avviati, quali ad esempio quelli cofinanziati dai fondi strutturali i cui procedimenti ed impegni giuridicamente vincolanti dovranno essere completati ed assunti entro il 2006, pena la perdita di risorse per il Paese. Tale problema sarà maggiormente avvertito a livello degli enti territoriali del Mezzogiorno, data la mole di risorse finanziarie che sono chiamati a gestire nell’ambito del QCS 2000-2006. • E’ indubbio che, in presenza dei tagli apportati, gli enti territoriali saranno praticamente costretti ad aumentare le imposte e le tariffe locali se non vorranno ridurre drasticamente i servizi e gli investimenti previsti. Tale misura assai grave in assoluto, e contraddittoria con l’assenta linea del Governo di diminuzione della pressione fiscale, lo è ancor di più per le Regioni meridionali che hanno notoriamente minore capacità fiscale. • Per quanto riguarda le politiche sociali per l’anno 2005 và segnalato che nella tabella relativa al Ministero del Lavoro risulta una diminuzione delle assegnazioni al Fondo per le Politiche Sociali di circa 500 milioni di euro e, quindi, con tagli di finanziamenti agli enti locali che non potrebbero garantire per il 2005 i servizi già attivati negli anni precedenti. Il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto (nella foto), e' disponibile a discutere sul documento elaborato dall' assessore agli Affari istituzionali della Regione Campania riguardante ''i punti critici per il Mezzogiorno'' contenuti dalla Finanziaria, ''se lo stesso documento e' un documento serio che si pone un obiettivo di carattere istituzionale''. ''Se questo documento e' contro la Finanziaria a prescindere - ha precisato Fitto - non posso essere d' accordo''. ''Cominciamo con l' ammettere per esempio - ha detto Fitto - che per la prima volta dopo 15 anni il Fondo sanitario nazionale viene adeguato, crescendo da 81 miliardi di euro ad 88,2 miliardi di euro: un aumento che non si era mai visto e che viene incontro alle richieste delle Regioni''. ''Prendiamo atto anche - ha continuato - che il tetto del 2% non tocca in nessun modo il sociale e che le risorse per il sociale, ad esempio, sono risorse che aumentano''. Secondo Fitto, quindi, ''si possono tranquillamente analizzare i numeri della Finanziaria, premesso che nei giorni scorsi il Cipe ha deliberato le risorse per le aree sottoutilizzate per il 2004, assegnando per esempio alla Puglia 446 milioni di euro, la cifra piu' alta in assoluto degli ultimi anni ottenuta''. Secondo Fitto ''occorre comprendere se la strategia del governo e' di penalizzare il Mezzogiorno o di creare le condizioni per cambiare complessivamente le questioni del regime di aiuti''. Essendo in atto, quindi, una riforma del sistema degli incentivi, ''cosi' come annunciato dal governo, e' chiaro che c' e' una contrazione delle risorse assegnate al Mezzogiorno''. Il problema esiste, secondo Fitto ''nel momento in cui le risorse, nove miliardi di euro degli anni scorsi, non sono stati spesi''. ''Poniamoci il problema delle risorse - ha concluso - ma prima cerchiamo di capire perché non si sono spese le risorse disponibili; solo così sarà possibile creare un quadro unitario di riferimento: pensiamo non tanto e non solo a quello che gli altri devono fare per noi ma anche un po' a quello che dovremmo fare come regioni meridionali in direzione delle risorse del governo''. (red) |
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Il Governo ha impugnato lo Statuto della Regione
Emilia-Romagna presso la Corte Costituzionale.
L'impugnazione riguarda 9 punti, fra cui quello sul diritto di voto per
gli immigrati residenti. La decisione e' stata presa dal Consiglio dei
Ministri odierno. Fra i 9 punti impugnati dal Governo l'incompatibilità delle cariche fra assessore e consigliere regionale; la possibilità per la Regione di recepire autonomamente gli accordi internazionali fra Stati; il trasferimento di funzioni amministrative dalla Regione ad altri enti locali; l'area metropolitana di Bologna. Il ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia afferma: "Abbiamo ritenuto opportuno impugnare presso la Corte Costituzionale lo Statuto dell'Emilia Romagna su 9 punti. Come per le precedenti impugnazioni sugli statuti di Umbria e Toscana, il Governo ha comunque dato una valutazione positiva all'impianto complessivo". "Il governo ha deciso di impugnare il nostro Statuto. Non conosco ancora le motivazioni di questa scelta ma sono convinto che lo Statuto dell'Emilia-Romagna sia pienamente costituzionale, così come è stato sottolineato da più parti anche nel dibattito in Consiglio regionale. Naturalmente valuteremo con attenzione le motivazioni addotte non appena ci verranno comunicate, tuttavia non si può non rilevare come questa scelta faccia seguito all'impugnazione degli Statuti della Toscana e dell'Umbria": è quanto ha dichiarato il Presidente della Giunta regionale dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, appresa la notizia della decisione adottata oggi dal Consiglio dei Ministri. "Francamente - ha aggiunto Errani - mi sembra evidente come vi sia il rischio oggettivo di compromettere la stagione statutaria delle Regioni e ciò è un fatto politicamente rilevante e grave, non risolto in alcun modo dal 'giudizio positivo' espresso dal Governo 'sull'impianto complessivo' degli Statuti stessi". (red) |
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