periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  382- Roma, 7 ottobre 2004

Sommario

Regioni: si tratta sulle risorse per la sanità

Sanità e federalismo: Epifani e Formigoni

Ciampi e Fischer: modello Trentino-Alto Adige e Sudtirolo

Chiappetti e il rebus del federalismo all'italiana

Errani ricandidato presidente Regione Emilia-Romagna

Vallée d’Aoste revisiona struttura organizzativa

Sanità e federalismo: Epifani e Formigoni

''Non mi va giù - afferma il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani (nella foto) - che molti governatori delle Regioni si fanno e si nominino i dirigenti a prescindere da tutto, da qualsiasi discorso di funzionalità, da qualsiasi discorso di rispetto del rapporto tra professionalità e dirigenza''. Altra tesi sostenuta da Epifani è che  il federalismo puo' essere utilizzato male. ''Formigoni si e' detto pronto a fare il contratto della sanita' regionale. Ma in questo modo - ha notato Epifani - si mette in pratica un federalismo che non serve ad avvicinare i cittadini ma ad imporre un certo modello per la sanita', la scuola e la sicurezza''. Significa, ha aggiunto fare ''una battaglia ideologica per utilizzare male il federalismo''.
Secondo il segretario generale della Cgil il federalismo e in generale la riforma dello Stato ''non puo' tradursi nella riforma dei programmi delle forze politiche''. Cosi', ha detto, ''si distrugge lo Stato, si allontanano i cittadini dalle istituzioni e si crea insicurezza''.
Risponde subito Formigoni: ''Probabilmente Epifani non sa nemmeno di cosa sta parlando: in Lombardia esiste gia' un modello sanitario unico nel panorama nazionale che ha dato risultati eccellenti e misurabili da tutti in termini di qualita', appropriatezza ed efficienza''.
E aggiunge Formigoni: ''Il tavolo di monitoraggio delle regioni (di tutte le regioni, quindi anche quelle rette dal centro sinistra) sui livelli essenziali di assistenza - ha detto Formigoni - ha dimostrato che la Lombardia ha la spesa sanitaria pro capite piu' bassa tra tutte le regioni del nord, il che vuol dire che il nostro e' il sistema piu' efficiente''. ''Inoltre - ha spiegato - stanziamo risorse nostre che sono pari alla somma di quanto tutte le altre regioni spendono nel loro complesso, il che da' al nostro sistema una qualita' ancora superiore a quella delle altre regioni. La Lombardia e' una delle tre sole regioni con conti in pareggio come certificato dalla Corte dei Conti''.
''E' la regione - ha continuato il presidente lombardo - con piu' posti letto nelle case di riposo per anziani (sia in termini assoluti che percentuali); ha il maggior tasso di attrazione di pazienti da altre regioni e il piu' basso tasso di fuga; ha le liste d'attesa piu' corte d'Italia; ha avuto iprimi 5 ospedali italiani certificati dalla joint commission internazionale. E si potrebbero citare moltissime altre eccellenze. Epifani si documenti prima di parlare, eviterebbe figuracce da incompetente''.
Epifani inoltre rilancia la contrattazione territoriale e definisce le vertenze territoriali "il contrario della devolution". "La devolution - spiega Epifani e' un progetto di trasformazione dal centro alla periferia, mentre noi progettiamo una contrattazione che fa del territorio il centro di politiche inclusive e di solidarieta'".
''Mi sembra che siano ancora in atto delle discussioni, e' meglio dare giudizi quando la riforma sara' completa'', ha invece sostenuto Roberto Formigoni sull'intero progetto di riforma della Costituzione: ''Se si segue la ridda degli emendamenti si dice una cosa oggi per poi contraddirsi domani. E' meglio dare giudizi quando la riforma sara' completa''.
Ma si parla anche di Alitalia e dell'accordo.
Roberto Formigoni, lo giudica "positivo e importante" perche' adesso "Alitalia puo' continuare a lavorare", l'accordo raggiunto tra azienda e lavoratori. "Adesso attendo - aggiunge pero' - che venga reso noto il piano industriale in cui ci siano quei due impegni che sono stati assunti piu' volte, cioe' una base di armamento a Malpensa che impedisca di ricorrere a persone che provengono come pendolari ogni giorno da Roma e un aumento consistente delle destinazioni mondiali raggiungibili dagli aeroporti milanesi". Alitalia, secondo Formigoni, "sa bene che la maggior parte del suo business d'affari si svolge nell'Italia del Nord. Quindi deve attrezzarsi per venire a cogliere i viaggiatori che si originano nell'Italia del Nord e in Lombardia in particolare".
Su questo tema è intervenuto anche il presidente della regione Lazio, Francesco Storace:
''Voglio capire bene le conseguenze dell'accordo firmato dai sindacati per l'Alitalia. Sicuramente e' per noi una patata bollente''. Per Storace ''tutto e' a posto, poi a pagare e' l'economia del territorio. Si rischia - ha aggiunto - di sopportare responsabilita' che non sono nostre''.Nel giudicare ''positivo'' il si' del sindacato, Storace ha detto di essere preoccupato per le responsabilita' alle quali ''ora siamo chiamati per gestire la parte piu' complessa'' del dopo accordo.
(gs)

Ciampi e Fischer: modello Trentino Alto Adige e Sudtirolo

Carlo Azeglio Ciampi e il nuovo presidente federale austriaco Heinz Fischer (nella foto) elogiano il modello di convivenza che si e' instaurato fra gruppi linguistici diversi, ognuno con proprie tradizioni, nelle regioni di confine, in Trentino Alto Adige e in Sudtirolo. Un modello che considerano esemplare e da tutelare.
Fischer ha fatto a Roma una delle sue prime visite all'estero. Ciampi ha apprezzato il gesto e ha annunciato che ricambiera' presto la cortesia, recandosi a Vienna. Molte le questioni politiche e le iniziative in campo economico e commerciale trattate durante il colloquio di oggi e durante la colazione al Quirinale. Ma la questione delle regioni di confine sembra abbia avuto un'attenzione speciale.
Nelle scorse settimane, infatti, avevano suscitato qualche apprensione a Vienna, ed anche a Trento e Bolzano, le proposte di riforma costituzionale che, fra l'altro, prevedono di modificare l'autonomia concessa con statuti speciale a queste due province. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder (Svp), aveva espresso personalmente anche al presidente Fischer e al ministro degli esteri di Vienna, Benita Ferrero-Waldner, la preoccupazione che la clausola dell'interesse nazionale possa e alcune procedure di coordinamento delle procedure legislative possano ''limitare notevolmente l'autonomia legislativa'' della Provincia.
Preoccupazioni condivise a Vienna, dove Fischer, dopo aver ascoltato Durnwalder, gli aveva assicurato che ne avrebbe parlato con Ciampi, durante la visita a Roma. E oggi ha mantenuto la promessa.
Nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa dopo il colloquio,
non si fa alcun riferimento diretto al merito della questione.
Ciampi ha definito i rapporti italo-austriaci ''un illuminante esempio della capacita' di instaurare pacifiche, fruttuose relazioni fra gli Stati in chiave sia bilaterale sia europea'', secondo l'intuizione dei Padri fondatori dell'Europa. ''Il Trentino Alto Adige - ha sottolineato Ciampi - costituisce un modello di convivenza fra gruppi linguistici diversi, con tradizioni proprie: e' un esempio per il mondo intero''.
Fischer, da parte sua, ha espresso una altrettanto ferma difesa dell'autonomia esistente, e ha ricordato che essa e' garantita da accordi internazionali. ''Abbiamo analizzato - ha detto ai giornalisti, dopo il colloquio con Ciampi - anche le prospettive di sviluppo dell'autonomia dell'Alto Adige-Sutirol ed io ho sottolineato il grande significato che l'Austria attribuisce a tale tutela delle minoranze, concordata sulla base dell'Accordo di Parigi e che ha carattere esemplare per l'Europa intera''.
(red)

Chiappetti e il rebus del federalismo all'italiana

"L’immagine della nostra Repubblica, trasformata a somiglianza di quella degli Stati Uniti d’America, con uno Stato federale centrale e con le Regioni dotate di autonomia paragonabile a quella degli Stati membri nord-americani, ci sembra ancora lontana anni luce dalla realtà italiana", lo scrive Achille Chiappetti nel suo saggio "Il rebus del federalismo all'italiana" (G. Giappichelli editore).
Un libro che si colloca nell'ambito di un dibattito che è rapidamente passato dalle aule accademiche a quelle parlamentari.
"Il federalismo cui sembrano mirare, specialmente gli appartenenti alla Lega - scrive Chiappetti (cfr. anche la recensione del libro su www.stradanove.net)-  è un oggetto misterioso, oscuro e i cui contorni non sono ben delineati. Non è chiaro il ruolo che spetterebbe allo Stato centrale e neppure quello delle autonomie. Né è ben chiarito il rapporto reciproco tra i diversi livelli di autonomia (comunale, provinciale, regionale). La nozione di federalismo, cui normalmente ci si riferisce nelle nostre dispute politiche, è sentito, infatti, in termini di mera approssimazione, potremmo dire, in termini meramente quantitativi". Ecco perché , prosegue Chiapetti, "Coloro che, per queste ragioni, sono giustamente contrari al federalismo, perché lo considerano una trasformazione eccessiva delle nostre istituzioni, pretendono quale contropartita alla riforma, l’introduzione del presidenzialismo come forma di governo".
Ma se le considerazioni dell'autore, scritte prima ancora che si delineasse l'attuale quadro di riforma della costituzione, erano piuttosto pesanti sulle intenzioni di un ulteriore processo riformatore, il giudizio su quanto è stato fatto fino ad adesso sul piano dell'assetto federalista delle istituzioni è ancora più categorico e durissimo:"La legge cost. n. 3 del 2001 è un pateracchio indegno - scrive Chiappetti - nel quale sono confluite promiscuamente disposizioni velleitarie ed utopiche sul federalismo e disposizioni che impongono la sopravvivenza di uno stato sovrano che produce al suo interno un sistema di autonomie". E' una legge "affrettata, priva di principi conduttori logici, contraddittoria e confusionaria(...) non introduce un vero e proprio federalismo né uno stato delle autonomie razionalizzato: complica il funzionamento degli apparati pubblici, con gravi ricadute economiche, e indebolisce l’Italia nel momento in cui il Paese si confronta con i partner europei e nell’economia globale".
Tre sembrano all'autore i difetti principali della riforma del tutolo V: una enorme accumulo di competenze nelle Regioni e negli enti locali;lo
svuotamento del ruolo unitario dello Stato "Quello - scrive Chiappetti -che in più occasioni ho definito come tecnica dello spogliamento del carciofo"; il  mantenimento del difetto cronico della confusione dei ruoli.
La ricetta proposta da Chiappetti (che insegna diritto amministrativo alla facoltà di scienze politiche all'Università la Sapienza di Roma) consiste nell'attribuire contestualmente un "preciso ruolo unitario allo Stato centrale con poteri certi ed ampi di intervento non tanto sulle autonomie quanto per perseguire finalità di interesse generale" e nel ridistruibuire le "attribuzioni legislative tra Stato e Regioni, al fine di ridurre al massimo le competenze concorrenti".
"Infine - sottolinea Chiapetti - ma solo contestualmente con queste modifiche, potrà e dovrà essere finalmente realizzata una maggiore partecipazione delle autonomie alle scelte dello Stato centrale, attraverso l’istituzione del Senato delle Regioni, e al sistema delle garanzie della Costituzione, attraverso l’inserimento di una componente territoriale di giudici nella Corte costituzionale. (...) Stando invece ancora le cose come ora stanno, l’idea che sia necessario introdurre in Italia un regime di tipo presidenziale per far fronte all’esagerato sbilanciamento e rafforzamento delle autonomie, appare eccessiva".
Chaipetti si bilancia poi in un giudiuzio di apprezzamento per il premierato forte, partendo dall'esempio Usa : "se si osserva - scrive - con attenzione il regime Nordamericano, non si può non riconoscere che il Presidente, direttamente eletto, si propone più come vertice dell’esecutivo che come capo dello Stato. NOn appare quindi illogica l’attuale tendenza del governo di centrodestra di conseguire gli effetti consolidanti che si crede di individuare nel presidenzialismo, attraverso un premeriato rafforzato. Ciò ci consentirebbe di non perdere l’utilità istituzionale che deriva dalla neutralità del Presidente della Repubblica: cioè, di non eliminare inutilmente un importante fattore di garanzia costituzionale" (cfr. anche
l'Audizione di Achille Chiappetti, in Commissione Affari Costituzionali il 15 giugno 2004)
(sm)

Errani ricandidato presidente Regione Emilia-Romagna

E' ufficiale: Vasco Errani (nella foto), Presidente uscente, e' il candidato presidente della Regione Emilia-Romagna del centro-sinistra e del Prc alle elezioni della primavera 2005.
Lo hanno deciso all' unanimità i segretari regionali delle dieci forze politiche che lo sostengono: Achille Alberani (Repubblicani europei), Gigliola Cordiviola (Verdi), Monica Donini (Prc), Rocco Giacomino (Pdci), Paolo Mengoli (Popolari-Udeur), Marco Monari (Margherita), Silvana Mura (Italia dei Valori), Roberto Montanari (Ds), Widmer Valbonesi (Pri) e Paolo Zanca (Sdi) che ha ospitato la riunione decisiva negli uffici del proprio gruppo in Regione.
La coalizione ''esprime un giudizio molto positivo sull' azione di governo svolta dalla Regione Emilia-Romagna guidata da Vasco Errani'' affrontando ''temi importanti e nuove sfide come la sanita', la scuola e la cultura, il lavoro e la formazione professionale, l' ambiente, l' immigrazione, la ricerca, l' innovazione, il turismo e il sostegno allo sviluppo. Con questa azione - proseguono i segretari dei 10 partiti - si e' spesso 'arginato con forza' ai danni provocati dal Governo di centro destra, svolgendo, al contempo, un importante ruolo nazionale di contrasto a leggi dannose e sbagliate tra cui quella di riforma della Costituzione''.
''Ringrazio tutta la coalizione di questa proposta che mi riempie di orgoglio e che accetto con convinzione. E' il riconoscimento del buon lavoro che abbiamo svolto e del buon governo che abbiamo saputo garantire''.
Cosi' Vasco Errani, rivolgendosi ai cittadini delle pagine del suo sito internet (http://www.presidenterrani.it/), commenta la decisione dei partiti della maggioranza che lo sostiene di ricandidarlo per le regionali del 2005.
''E' un'indicazione che mi investe di responsabilita', soprattutto per il necessario sforzo di innovazione del governo regionale in anni che saranno di cambiamenti grandi e rapidi.
Sara' utile riflettere insieme sulle cose fatte e sui traguardi raggiunti. Abbiamo investito molto nell'innovazione del nostro
sistema economico e delle imprese, aiutando ricerca e trasferimento tecnologico; abbiamo migliorato il welfare e la qualita' dei servizi per le persone e le famiglie, a partire dai bambini e dagli anziani; abbiamo messo al centro della nostra attenzione il sapere, la scuola per i giovani e la formazione per tutti, per chi ha un lavoro e vuole avanzare e per chi un lavoro lo sta cercando. Abbiamo concentrato molti sforzi e
risorse per l'ambiente, la sicurezza del territorio e la difesa di due risorse a rischio: l'aria e l'acqua. L'obiettivo mio e della Giunta e' stato quello di far crescere insieme societa' ed economia, affermando un modo di governare fondato sulla cooperazione con le forze sociali e sulla forte collaborazione con gli Enti locali''. ''I cittadini valuteranno - osserva ancora Errani - se gli impegni assunti nel 2000 sono stati rispettati. Io credo di si'. I risultati positivi di questi anni non costituiscono pero' il punto di arrivo, ma una solida base di partenza, per costruire un grande progetto per un futuro che e' gia' cominciato. L'Emilia-Romagna deve essere protagonista di un salto di qualita' nelle politiche di innovazione per assicurare qualita' sociale, qualita' del lavoro e dell'economia, governo del territorio. Per continuare ad essere, di fronte ai cambiamenti del mondo, una grande regione europea.
Una regione che promuove politiche di pace e di cooperazione internazionale. E gia' da oggi, accogliendo la proposta di ricandidarmi alla guida della Regione, lavorero' per presentare il programma che traccera' la strada da percorrere da qui al 2010. Lo faro' insieme ai partiti che mi sostengono. Lo faremo assieme ai cittadini e alle loro forme di rappresentanza. Lo faremo insieme a voi''.
(red)

Vallée d’Aoste revisiona struttura organizzativa

La Giunta regionale ha approvato della Valle d'Aosta all’unanimità, una delibera riguardante la revisione della struttura organizzativa dell’Amministrazione regionale, per ciò che concerne le competenze della Presidenza della Regione e degli Assessorati.
In base a quanto stabilito oggi, il Presidente della Regione manterrà diretti  rapporti con il gestore della Casa da Gioco di Saint-Vincent e con tutti gli enti interessati alle politiche gestionali e di sviluppo del Casinò de la Vallée. Al Presidente è inoltre affidato il coordinamento dei rapporti con le società controllate e partecipate, con gli enti strumentali e con l’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste, per ciò che concerne le politiche gestionali e le scelte strategiche di interesse generale. Una particolare attenzione verrà consacrata all’attività di coordinamento della pianificazione di protezione e difesa civili, attuata di concerto con le strutture competenti incardinate nell’Assessorato dell’Agricoltura, Risorse naturali e Protezione civile. L’altra attività di coordinamento riguarda la pianificazione dello sviluppo regionale inerente gli interventi previsti da fondi regionali, statali ed europei.
“Con l’approvazione di questa delibera di riorganizzazione – spiega il presidente Perrin (nella foto) – intendiamo dare maggiore incisività all’azione del Governo regionale, tramite una definizione più marcata del ruolo di coordinamento  del Presidente della Regione, al quale compete la trattazione diretta dei dossier strategici per la realizzazione del programma di legislatura.”
“Con il nuovo assetto organizzativo – aggiunge il presidente Perrin – la Giunta intende proseguire, con rinnovato impulso, l’azione di Governo, confermando il metodo della collegialità sin qui utilizzato.”
(red)

Regioni: si tratta sulle risorse per la sanità

"Quello di oggi e' stato un incontro interlocutorio ma sono ugualmente soddisfatto perche' il rapporto con il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, è positivo e il clima è molto diverso da prima: questo mi fa
sperare in un futuro più positivo per la sanità delle Regioni". Lo ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni,
Enzo Ghigo (nella foto), al termine della riunione di ieri con il ministro dell'Economia.
Oggi la Conferenza delle Regioni si occuperà proprio dei contenuti della legge Finanziaria con particolare riguardo alle risorse per la sanità.
Proprio i i trasferimenti del fondo sanitario nazionale 2005 sono stati al centro dell'incontro con il Ministro dell'Economia, a cui ha partecipato per il governo,oltre al Ministro, il sottosegretario Giuseppe Vegas e il Ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli.
La cifra messa a disposizione in Finanziaria dal governo è pari a 88,2 miliardi di euro. Una quantità di risorse, però, giudicata "insufficiente" da parte dei governatori che chiedono, al contrario, di innalzare a 91 miliardi di euro la dotazione del fondo sanitario nazionale.
La delegazione della Conferenza delle Regioni, che era guidata dal presidente Enzo Ghigo, era composta anche dal Vicepresidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, Vasco Errani e dal Presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Al vertice politico erano affiancati gli assessori: Romano Colozzi per la Lombardia, Donato Robilotta per la Regione Lazio, Rocco Palese per la Regione Puglia Fabio Gava per la Regione veneto e Giovanni Bissoni per la Regione Emilia Romagna.
Il presidente della Regione Umbria,
Maria Rita Lorenzetti, si augura che, in materia di sanità, le regioni possano superare le divergenze che ancora le dividono. ''Domani (oggi, ndr) - ha detto al termine dell'incontro con Siniscalco -  in Conferenza delle Regioni esamineremo un documento, con dati e cifre, preparato dagli assessori alla sanita'. Speriamo di poter giungere ad una proposta conclusiva e condivisa da poter sottoporre al governo. Ma per fare questo - ha concluso - io spero che saremo in grado di superare le divergenze che ci sono anche tra regione''.
"Il Fondo sanitario nazionale (Fsn) previsto dalla Finanziaria resta di 88,2 miliardi di euro, tuttavia abbiamo trovato il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, disponibile a trattare sul pregresso". ha aggiunto l'assessore capofila per la sanità della Conferenza dei presidenti delle Regioni, Fabio Gava, al termi trasferimenti del fondo sanitario nazionale 2005ne della riunione presso il dicastero dell'Economia per discutere del capitolo sanità relativo alle Regioni.
Secondo Gava, "il pregresso deve ancora essere conteggiato, presumibilmente le risorse saranno pari a circa due miliardi di euro. Dal versante delle Regioni l'impegno - conclude - è quello di verificare l'andamento della spesa sanitaria entro il settembre 2005".
(sm)
 

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