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Sommario |
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Meno tasse regionali in Veneto. E'
quanto prevede la manovra tributaria per il 2005 deliberata dalla Giunta
regionale e presentata oggi dallo stesso presidente Giancarlo Galan: ''Con
questa manovra -ha spiegato Galan- non facciamo altro che mantenere cio'
che avevamo promesso tre anni fa, quando abbiamo chiesto a quasi 2 mln e
mezzo di veneti dei soldi in piu', appunto per un triennio, che ci
servivano per realizzare il Passante di Mestre, la Valdastico e la
Pedemontana Veneta, e per mantenere la nostra sanita' a livelli di
eccellenza in Europa''. ''Ora possiamo abbassare le nostre tasse e manteniamo la promessa -ha sottolineato Galan- i contribuenti veneti assoggettati alla maggiorazione dello 0,5% dell'addizionale Irpef saranno nel 2005 solo 432.000, a fronte dei quasi 2,5 mln del 2002, del 1,8 mln nel 2003, e del milione e mezzo dell'anno corrente''. L'assessore veneto al Bilancio Isi Coppola ha spiegato che ''in sostanza, il prossimo anno oltre 1 mln di contribuenti veneti, per l'esattezza 1.056.144, non saranno piu' assoggettati alla maggiorazione dell'addizionale regionale Irpef e la pressione fiscale regionale calera' di 44 mln di euro. La manovra prevista esclude infatti dalla maggiorazione dell'addizionale Irpef tutti i redditi fino a 29 mila euro (nel 2004 l'esenzione era fino a 15 mila euro per i redditi da pensione e fino a 14.500 per gli altri redditi)''. “Il nostro sistema economico - ha detto il presidente della Regione Giancarlo Galan - si sta trasformando, non è assolutamente in declino. Il Veneto nove anni fa nelle classifiche internazionali era al 25.mo posto tra le regioni d’Europa; oggi è classificato al 12.mo posto e le previsioni lo collocano entro breve all’ottavo. Se questo è il “declino” che qualcuno teme, non possiamo che esserne soddisfatti”. (red) |
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Il
Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noto
che nel periodo gennaio-settembre 2004 sono state
accertate entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio
della competenza, per 244.469 milioni di euro. Rispetto a quanto rilevato
nello stesso periodo del 2003 le entrate sono in aumento di 9.491 milioni
(+4,0%). Al netto del gettito da sanatorie fiscali, le entrate sono
risultate pari a 238.246 milioni, in aumento del 4,1% rispetto a quelle
dello stesso periodo del 2003. |
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Il
Presidente Enzo Ghigo ha convocato la
Conferenza delle Regioni per il giorno 11
novembre alle ore 10.00 presso la sede di Via Parigi, 11 a Roma. I
Presidenti delle Regioni esamineranno come di consueto i punti all’ordine
del giorno della
Conferenza Stato-Regioni e della
Conferenza Unificata, che il Ministro La
Loggia ha convocato rispettivamente alle 15.30 e alle 15.00 presso la Sala
Verde di Palazzo Chigi. |
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“Disposizioni regionali in
attuazione del decreto-legge 12 luglio 2004, n.168 (Interventi urgenti per
il contenimento della spesa pubblica), convertito dalla legge 30 luglio
2004, n.191 e in materia urbanistica”: questo l’oggetto del testo della
Legge regionale 03 novembre 2004, n. 19, pubblicata nel Bollettino
Ufficiale della Regione Puglia, n. 133 del 05 novembre 2004. A darne
notizia è la
newsletter delle Regione Puglia, QuiRegione. Nei cinque articoli della legge sono fissati i criteri e le modalità per le procedure in materia di condono edilizio, a seguito delle decisioni assunte nel merito dalla Corte Costituzionale (cfr il testo della legge on line). (red) |
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Il Piemonte è la
prima Regione d’Italia a realizzare un circuito di emittenti
radiofoniche che, collegate al satellite, trasmettono in contemporanea
un programma in difesa dei cittadini. Dopo un anno di attività rivolta
alla massima diffusione dell’informazione sul mondo dei consumi, prende
avvio la seconda fase del progetto Informaconsumatori, promosso
dall'Assessorato regionale al Commercio, con il cofinanziamento del
Ministero delle Attività Produttive. |
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Una
rappresentanza di Farmindustria
è stata ricevuta dalla Direzione Generale dell’AIFA,
in relazione alla prossima revisione del Prontuario terapeutico i cui
punti fondamentali erano stati illustrati ieri sera dalla stessa Direzione
Generale a tutte le Associazioni interessate.
Farmindustria ha espresso la sua
ferma contrarietà, in linea di principio, ad una revisione del Prontuario
che, di fatto, mette a carico delle imprese farmaceutiche i due terzi dei
guadagni ottenuti da farmacisti e grossisti sullo sfondamento del tetto di
spesa farmaceutica 2004. All’industria farmaceutica - afferma
Farmindustria - tra sconto del 6,8% applicato da fine giugno e
prossima manovra sul Prontuario, saranno addebitati, come competenza 2004,
quasi 630 milioni di euro che si tradurranno, alla fine, in una
equivalente riduzione di risorse finanziarie destinate agli investimenti
produttivi e in ricerca. Ciò premesso Farmindustria esprime apprezzamento
per il metodo del confronto, aperto e trasparente, adottato in tutta
questa vicenda dalla Direzione Generale dell’AIFA. Prende atto che, se non
altro, l’onere di questa “revisione” verrà ripartito su tutta la filiera
farmaceutica, addebitando però a grossisti e farmacisti meno di un terzo
di quanto, circa 250 milioni di euro, avrebbero dovuto, per ragioni di
equità economica, versare al Servizio sanitario nazionale. L’Associazione
nazionale dell’industria farmaceutica rivolge, un pressante appello al
Governo perché affronti urgentemente, per via legislativa, tale problema
nell’ambito della legge finanziaria per il 2005, per evitare un ulteriore
forte deterioramento delle prospettive di sviluppo dell’industria
farmaceutica operante in Italia. Per Federfarma - che risponde a Farmindustria - è assurdo che chi fa di tutto per far aumentare la spesa farmaceutica a carico del SSN paghi meno di quanto paga chi fornisce gli strumenti per tenerla sotto controllo. In sostanza, l’industria fa aumentare la spesa, la farmacia paga il conto. Lo affermahe sostiene che la manovra sul prontuario, in corso di definizione da parte dell’Agenzia del Farmaco, dovrebbe gravare anche su farmacie e grossisti. Da una parte, infatti, le industrie farmaceutiche, con iniziative promozionali, convegni e congressi in località turistiche, premono per far aumentare la spesa. Lo riconosce la stessa Agenzia del Farmaco che attribuisce alle spinte promozionali delle industrie la responsabilità dell’aumento di spesa (di queste problematiche tratterà, fra l'altro anche la Conferenza dei Presidenti delle Regioni convocata per domani, 11 novembre, cfr. notizia precedente). Dall’altra, le farmacie - continua Federfarma - forniscono tutti i dati delle ricette farmaceutiche, che consentono di monitorare l’andamento della spesa e adottare eventuali interventi correttivi. Tale forma di monitoraggio, che comporta per le farmacie un notevole impegno economico e organizzativo, è stata riconosciuta dalla stessa Agenzia come la più avanzata in Europa. Nonostante le responsabilità dell’industria e l’impegno delle farmacie, con gli interventi già in atto e quelli preannunciati, l’industria farmaceutica dovrebbe pagare solo 630 milioni di euro in due anni (2004 e 2005). Nello stesso biennio, invece, le farmacie, invece, pagheranno oltre 1.500 milioni di euro, sotto forma di sconto a favore del SSN per i medicinali dispensati ai cittadini. L’onere a carico dell’industria non costituisce un deterrente, perché il taglio imposto all’industria è inferiore al guadagno ottenuto con l’espansione del fatturato. Di conseguenza, l’industria non frena la spinta promozionale e la spesa continua a crescere. Lo sconto imposto alle farmacie aumenta all’aumentare del prezzo dei farmaci. L’importo a carico delle farmacie cresce così di mese in mese, a seguito dello spostamento delle prescrizioni verso medicinali sempre più costosi, promosso dall’industria farmaceutica. Le farmacie ogni mese vedono decurtato il proprio margine di oltre un quarto. Per lo sforamento del tetto di spesa di cui è la maggiore responsabile l’industria farmaceutica rinuncia a meno dell’1% del proprio margine e paga un anno dopo. Le farmacie - conclude Federafarma - non sono disposte in alcun modo a sostenere ulteriori oneri rispetto a quelli attuali, già molto pesanti. Federfarma chiede, quindi, all’Agenzia, al Governo e al Parlamento di riproporzionare, in rapporto alle quote di spettanza di ciascun segmento della filiera, lo sconto complessivamente richiesto al settore del farmaco. (red) |
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