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Ecco la situazione dell'approvazione dei
nuovi Statuti al 29 ottobre:
(red) |
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''Il testo della riforma licenziato
dalla Camera mi pare un buon approdo, ma perfettibile per taluni
aspetti, come tutte le cose del mondo'', ha detto Giuseppe Pisanu,
ministro per l'Interno, parlando davanti all'assemblea dell'Anci. Per Pisanu, ''margini di intervento sono visibili
nella configurazione del Senato''. Il ministro invece valuta
positivamente ''la norma che conferisce alle Regioni la potesta'
esclusiva in materia di polizia amministrativa regionale'', in quanto
''non contrasta con la potesta' esclusiva dello Stato sull'ordine
pubblico e sulla sicurezza. L'assetto unitario dell'ordine pubblico e
della sicurezza e' un pilastro irrinunciabile dell'unita' nazionale''. |
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I dati sull'andamento delle denunce e sulla percezione della
sicurezza sono raccolti nel decimo "Rapporto annuale sulle politiche e i
problemi della sicurezza in Emilia-Romagna" che quest'anno, nel decennale
dell'avvio della prime iniziative nel campo della sicurezza, si concentra
sul lungo periodo e su una ricerca dedicata alla promozione della
sicurezza da parte delle amministrazioni comunali. |
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La
Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittima la parte della
legge finanziaria 2003 che prevede un fondo di rotazione per il
finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi di
lavoro, servizi di asilo nido e micro-nidi. Non spetta allo Stato ma alle Regioni legiferare nel dettaglio sugli asili nido. Per questo motivo la Consulta, con la sentenza n. 320 scritta dal giudice costituzionale Ugo De Siervo, ha accolto in parte i ricorsi delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, dichiarando l' illegittimita' costituzionale dell'articolo 91 - commi 1, 2, 3, 4 e 5 - della legge n. 289 del 2002 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2003). La Corte Costituzionale si richiama innanzitutto a una sua precedente decisione (n.370 del 2003) per ribadire che la disciplina degli asili nido ricade nell'ambito della materia dell'istruzione e per alcuni profili nella materia della tutela del lavoro: materie, queste, affidate dalla Costituzione (art.117) alla potesta' legislativa concorrente. Percio' - afferma la Consulta - ''in questi ambiti il legislatore statale puo' determinare soltanto i principi fondamentali della materia e non dettare una disciplina dettagliata ed esaustiva, quale quella contenuta nei primi cinque commi dell'art.91'' della finanziaria 2003, attraverso la quale organi statali provvedono ad agevolare la realizzazione di asili nido nei luoghi di lavoro. La Corte respinge poi altre interpretazioni date dall'Avvocatura generale dello Stato ad alcuni articoli della Costituzione dopo la modifica del titolo V della Carta. La Consulta, infatti, non concorda con la tesi secondo la quale spetterebbe al potere statale la predeterminazione normativa di livelli essenziali delle prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali in riferimento agli asili nido, cosi' da correggere ipotetiche ''discipline sbilanciate'' da parte di singole Regioni. Secondo i giudici costituzionali, ''lo Stato dispone di altri strumenti per garantire un uso corretto dei poteri regionali: a tal fine - si legge nella sentenza - rilevano, in particolare, proprio la eventuale predeterminazione normativa da parte dello Stato dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili, nonche' l'attribuzione al governo del potere di intervenire in via sostitutiva pure a tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali''. Inoltre la definizione dell'ampiezza della finanza regionale, in conformita' al nuovo titolo V della Costituzione, deve essere ancora operata''. E in ogni caso ''dovra' necessariamente riferirsi alla effettiva capacita' delle Regioni di 'finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite' (art.119, quarto comma della Costituzione)''. Infine, il tipo di ripartizione delle materie tra Stato e Regioni ''vieta comunque che in materia di competenza legislativa, in linea generale, si prevedano interventi finanziari statali seppure destinati a soggetti privati, poiche' cio' equivarrebbe a riconoscere allo Stato potesta' legislative e amministrative sganciate dal sistema costituzionale di riparto delle rispettive competenze''. (red) |
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Sono 1.993 gli emendamenti
alla Finanziaria presentati in aula a Montecitorio da tutti i gruppi
politici. Intanto oggi "Il Sole 24 Ore" si occupa di Regioni e politiche
per la casa:
Regioni in campo sulla crisi. La casa diventa un
affare locale;
C'e' posto per sposi, anzani e stranieri.
''Non mi pare che, al momento, si possa parlare di una penalizzazione con riferimento agli enti locali'', ha detto il il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, riferendosi al testo della Finanziaria in discussione alla Camera: ''Speriamo -ha aggiunto- che nel 2005 si potra' spendere tutto quello che si e' speso nel 2004 piu' il 2%. Nessuno puo' dire che questo e' un taglio alla spesa semmai e' un contenimento della spesa che lasciata libera crescerebbe del 3, 4, 5, 8% cioe' -ha concluso- piu' di quello che ci possiamo permettere''. Bisogna finirla con la ''mitologia'' dell'insufficente finanziamento degli enti locali perche' ''non e' assolutamente vero che i comuni sono penalizzati dalla Finanziaria e che devono quindi ridurre i servizi'', afferma anche il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas. Nei primi dieci mesi di quest'anno la Cassa Depositi e prestiti ha finanziato gli enti locali per un importo complessivo di circa 3.850 milioni di euro. (red) |
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Il Governo approvi
al più presto il decreto che regolamenta l'utilizzo degli Ogm,
predisposto dal Ministro Alemanno, nella stesura approvata dalla
Conferenza Stato-Regioni: è quanto chiede il presidente della conferenza
delle regioni Enzo Ghigo.
''Il lavoro svolto dal Ministro ha registrato il consenso unanime delle Regioni - sottolinea Ghigo - ed è indispensabile per dare certezze legislative all'agricoltura italiana. L'equilibrio con cui sono stati affrontati tutti i problemi, anche quelli più delicati relativi alle garanzie della coltivazioni Ogm free e ai contesti istituzionali attraverso cui articolare il principio della coesistenza, rappresenta l'unica strada possibile. Le posizioni 'estreme' in questo momento rappresentano una minaccia alle libertà del produttore e ai sacrosanti diritti del consumatore''. Il presidente della conferenza delle regioni sottolinea poi che ''chi radicalizza il confronto finisce per creare anche inutili ostacoli alla ricerca che invece il decreto stesso garantisce. Sono certo che l'esecutivo vorrà considerare il positivo risultato del confronto istituzionale fra Governo e Regioni in un settore dove è evidente la competenza di quest'ultime. Tornare indietro potrebbe offrire elementi ulteriori al contenzioso istituzionale''. Ghigo quindi invita il governo a ''considerare attentamente anche questo riisvolto istituzionale. Occorre - ha concluso Ghigo - che il Consiglio dei Ministri ascolti in questo caso la voce delle Regioni, che peraltro, proprio in virtù delle legislazioni regionali già realizzate, sono strumento di co-governo responsabile e indispensabile''. (red) |
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