periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 239 - Roma, 4 marzo 2004

Sommario

Celebrata autonomia Valle  d'Aosta Presidenti Regioni in  ''Navicella''
Emilia-Romagna: funziona piano energetico Fini: federalismo si fa con l'unita' nazionale
Veneto primeggia nei trapianti Contratto medici senza risorse
Celebrata autonomia Valle  d' Aosta
58/mo anniversario dell' Autonomia ed il 56/mo  anniversario della promulgazione dello Statuto Speciale  valdostani. E' grazie all'autonomia se la Valle  d' Aosta e' cresciuta economicamente e socialmente. 
L' autonomia non deve pero' essere considerata, secondo Ego Perron, presidente del Consiglio regionale della Valle d' Aosta, ''un concetto astratto''. ''Al contrario - ha sottolineato - l'  autogoverno si traduce ogni giorno in fatti concreti i cui  destinatari sono i valdostani''.
Il Presidente della Regione, Carlo  Perrin (nella foto),  ha sostenuto che ''il sistema Valle  d' Aosta, quello che conosciamo oggi, e' il frutto di un  percorso iniziato da chi per l' Autonomia ha sacrificato la sua  vita''. In particolare Perrin ha fatto riferimento a Emile  Chanoux, martire della resistenza, del quale quest' anno si  ricordano i 60 anni del suo assassinio ad opera dei  nazifascisti. Guardando poi ai rapporti con lo Stato, Perrin ha  detto: ''Sentiamo l' esigenza di un rapporto diretto e costante  ma reciprocamente rispettoso, perche' siamo convinti delle  nostre competenze politiche ed istituzionali e del nostro  diritto di partecipare attivamente alla discussione e all'  elaborazione delle leggi che ci riguardano direttamente''. 
''E' tempo che il governo centrale  mantenga gli impegni solenni che ha preso per l' inserire nella  Costituzione il principio dell' Intesa con le Regioni speciali  in caso di modifica dei loro statuti''.
Dal turismo alla sanita', dall'agricoltura al mercato del lavoro, dall'artigianoall'istruzione, dalla cultura alla gestione del territorio. Vald'Aosta allo specchio (e in cifre) dopo l'insediamento della nuovaGiunta (8 giugno 2003) che ha ridisegnato le competenze anche per i sette assessorati.
(sm)
Emilia-Romagna: funziona piano energetico

L'Emilia-Romagna ha fissato due normative tecniche riguardanti la prima l'Igiene degli alimenti: Linee Guida per la formazione degli operatori, e la seconda interessa il trasporto e in particolare i corsi per il patentino per le due ruote.
Funziona il piano energetico predisposto dalla Regione. Si segnala, infatti, un altro provvedimento
per il piano energetico che si inserisce dopo aver completata la riconversione a metano delle centrali. Ora la Regione punta su cogenerazione e fonti rinnovabili. L'assessore Campagnoli sostiene così che non siano più necessari i due ulterioti progetti “per nuove grandi centrali di potenza da 800 MEGAWATT”.
“In Emilia-Romagna sta procedendo concretamente la realizzazione del nuovo sistema elettrico regionale, con più energia, più efficiente e più pulita, e con un maggiore risparmio energetico. Cogenerazione e teleriscaldamento, secondo il Piano energetico regionale, dovranno più che raddoppiare nel coprire il fabbisogno energetico regionale”. Lo ha affermato Duccio Campagnoli (nella foto), assessore regionale alle Attività produttive, nel corso del convegno “Cogenerazione, teleriscaldamento, fonti rinnovabili: aziende e Regione a confronto” promosso in collaborazione con Confservizi Emilia-Romagna.
“Con le opere in cantiere e quelle che hanno già realizzato la riconversione da olio combustibile a metano delle principali centrali di potenza della regione – ha detto Campagnoli – sono già coperti 4.700 Megawatt dei 5.700 necessari a soddisfare il fabbisogno di potenza indicato per l’Emilia-Romagna dal Grtn (Gestore nazionale della rete elettrica). Il resto – ha spiegato Campagnoli – sarà realizzato attraverso il ricorso a centrali di media e piccola dimensione, distribuite sul territorio, tutte con caratteristiche di efficienza e di pieno rispetto ambientale, così come indicato nel Piano energetico regionale”. “Per questo non verranno ritenuti necessari dalla Regione – ha anticipato Campagnoli – i due progetti di nuove centrali di potenza, da 800 megawatt ciascuna, previste a Bentivoglio e Forlì e presenti invece nell’elenco predisposto dal Ministero per l’ulteriore sviluppo delle procedure di autorizzazione”.
(red)

Veneto primeggia nei trapianti
Con 359 organi utilizzati (344 nel 2002) provenienti da 105 donatori (112 nel 2002), e 3.121 tessuti processati (+47,2% rispetto al 2002) e ottenuti da 799 donatori (+22,9% rispetto al 2002), il Veneto si è confermato anche nel 2003 tra le più avanzate aree europee per il numero e la qualità dei trapianti d'organi e tessuti. Il contributo Veneto all'attività di trapianto d'organo nazionale è stato pari al 12,8% (era stato del 12,5 nel 2002, e del 12,2 nel 2001). Con 23,3 donatori per milione di abitanti, il Veneto si colloca tra l'altro ben al di sopra della media nazionale, fissata nel 2003 a 16,8 donatori per milione. L'attività 2003 ha anche permesso, per la prima volta, di formare 662 operatori sanitari specializzati, 26 dei quali sono stati anche inseriti nei corsi del Programma Formativo Nazionale. Questi sono alcuni dei dati salienti emersi dal "Report Trapianti Veneto 2003", redatto dal Centro Regionale Trapianti, e presentato oggi a Venezia dall'Assessore regionale alla sanità Fabio Gava e dal Direttore del Centro Giampiero Rupolo. "In un periodo in cui, fortunatamente, aumenta lo stato di salute dei cittadini e diminuiscono gli incidenti stradali, fonti tradizionali di donazione - ha sottolineato Gava (nella foto) - i risultati raggiunti nell'ultimo anno si possono davvero definire straordinari: l'attività coordinata garantita dal Centro, collegato per via telematica con tutte le rianimazioni del Veneto, ha consentito di mantenere sostanzialmente inalterato il trend delle donazioni e di aumentare quello degli organi utilizzati, grazie alla tempestività di attivazione della macchina complessiva e al livello tecnico, scientifico e professionale raggiunto dagli operatori dedicati. Siamo a pieno titolo in Europa - ha aggiunto - in un settore dove storicamente l'Italia faticava a primeggiare, e siamo a livelli mondiali per quanto riguarda i tessuti, preziosi in moltissime importanti terapie per  il cuore, le ossa e gli occhi. E non è un caso - ha annunciato Gava - che il Veneto sarà sede, nelle prossime settimane, della sigla di un accordo di cooperazione tra Italia e Croazia in tema di trapianti".  
(red)
Presidenti Regioni in ''Navicella''
Ci sono anche i presidenti delle Regioni nell'edizione aggiornata della ''Navicella'' pubblicata questi giorni. L'annuario, che da oltre 50 anni documenta, all'indomani di ogni elezione politica, la composizione delle due Camere con il profilo biografico di ogni loro componente, e' curata dall'Istituto nazionale dell'Informazione e dell'Editoriale Italia. La ''Navicella'' si presenta al giro di boa della legislatura nata dalle elezioni del maggio 2001 con le schede corredate di foto dei 321 senatori e dei 617 deputati in carica al 31 dicembre 2003.
Fra le novita' di quest'anno, appunto, la ''Navicella'' propone le biografie dei presidenti delle Giunte regionali, nonche' la composizione dei Consigli e delle Giunte regionali. Numerosi sono gli altri aggiornamenti che riguardano sia il Parlamento con notizie su uffici, comitati, commissioni parlamentari, speciali, straordinarie e monocamerali, sia le maggiori istituzioni, dalla Presidenza della Repubblica alla Corte Costituzionale, dal Csm alla Banca d'Italia.
La ''Navicella bis'' registra anche gli avvicendamenti o subentri, variamente motivati, nelle due Assemblee.
(red)
Fini: federalismo si fa con l'unita' nazionale
Dopo le "riflessioni" pubbliche di Bossi sull'eventualità di sue dimissioni dal Governo per portare in porto la riforma federalista,  il ministro della Giustizia Roberto Castelli ribadisce che la Lega ha aderito all'alleanza della Casa delle Liberta' per fare soprattutto la riforma, in senso federale, dello Stato''. E sui timori che le riforme si possano bloccare, il ministro si e' limitato a commentare: ''Rispondo con l'ottimismo della volonta' e con il pessimismo della ragione''.
''L'on. Bossi non abbia timore, le riforme si faranno''. Cosi' ha risposto il
vicepremier Gianfranco Fini:''Approvare il testo che e' stato discusso e approvato dal Cdm -spiega Fini- su quel testo le riforme si fanno''. Ma aggiunge Fini in sintonia con Ciampi ''all'on. Bossi e' giustoricordare che le riforme sono riforme che devono essere rispettose dell'interesse nazionale. Il federalismo e' compatibile, come ha ricordato il presidente della Repubblica, con l'unita' nazionale, e con l'interesse nazionale''. ''Sono riforme che accanto alla devolution -spiega Fini- devono comportare un rafforzamento del potere dell'esecutivo, e accanto del riconoscimento delle regioni, il riconoscimento della specificita' di Roma in quanto capitale d'Italia''.
Meno rassicurante nei confronti di Bossi il ministro Buttiglione: "il federalismo lo realizzeremo, pero' non va bene invocare cose che non sono in nessun testo sacro, da Jefferson in poi, e che assomiglia ad un federalismo fantastico. Ad esempio, in California, non e' che siccome hanno eletto Schwarzenegger si sono dimessi i due senatori di quello Stato...''. Scherza invece La Russa:
 ''Bossi  e' uno che non solo si prende le responsabilita', ma ne ha. Ne ha troppe e di tutti i tipi. Lui eccede in responsabilita'''.
Intanto
i
l relatore alle riforme, Francesco D'Onofrio, ha fatto un'apertura alla richiesta avanzata da molti senatori di maggioranza e opposizione, affinche' sia attribuito al futuro Senato federale la competenza sulle leggi di bilancio e sulla finanziaria.
Inoltre sono previste
Audizioni reciproche per il futuro Senato federale. Lo prevede un emendamento del sen. Aldo Scarabosio (Fi), varato da Palazzo Madama. I presidenti delle Giunte regionali ei presidenti dei Consigli regionali devono essere sentiti -recita la nuova norma- ogni volta che lo richiedono, dal Senato federale della Repubblica secondo le norme del suo regolamento. A loro volta, i senatori ''devono essere sentiti, ogni volta che lo richiedono, dai Consigli regionali della Regione in cui sono stati eletti, secondo le norme dei rispettivi regolamenti''.
Per il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, l'approvazione dell'art. 3 della legge sul Senato federale, ha un unico aspetto positivo: ''la riduzione dei senatori''. Perche', spiega, ''se vogliamo attuare un vero e proprio Senato delleautonomie locali, i componenti di questo organismo devono essere nominati dalle stesse Regioni ed eventualmente anche dai Comuni, cosi' come avviene in Germania''. Il fatto che i senatori siano eletti insieme, secondo Illy ''non significa nulla''.
''Non e' che un senatore -afferma Illy- si sente vincolato agli interessi della sua regione, del suo territorio perche' e' stato eletto contestualmente: questo e' un difetto gravissimo. Si vuol cambiare  tutto per non cambiar nulla''. Per non parlare del meccanismo, che Illy trova ''semplicemente aberrante'' e ''grottesco'', ''di avere elezioni contestuali, ma in caso di crisi e quindi di elezioni anticipate nelle regioni, di fare l'elezione non per l'intero mandato ma solo per la parte residua''. Illy si augura che ''questa nuova struttura costituzionale venga modificata nei prossimi passaggi o che non si arrivi alla sua approvazione''.
Infine i saggi sono sempre a lavoro. Arriva una norma che di fatto potrebbe limitare, in alcuni casi, la riforma federalista dell'Ulivo approvata nel 2001; i saggi della Cdl, riunitisi ieri sera, hanno avrebbero deciso deciso di presentare un emendamento alle riforme per attribuire temporaneamente al governo i poteri di avocare a se' le materie che la riforma ulivista aveva attribuito alla competenza esclusiva delle Regioni.
La riforma federalista del 2001, nel nuovo articolo 117 della Costituzione, assegna la potesta' legislativa in via esclusiva alle Regioni su determinate materie, allo Stato su altre; ve ne sono poi alcune di competenza concorrente. L'idea originale della Cdl era quella di modificare profondamente l'articolo 117, a partire dall'abrogazione delle materie di competenza concorrente. Poi, a Lorenzago e nei mesi successivi, e' stato deciso di non toccarlo sperando che cio' potesse favorire un dialogo con l'opposizione. ''Il patto costituzionale con il centrosinistra - ha spiegato il relatore Francesco D'Onofrio - consiste proprio nel fatto che noi manteniamo la loro riforma''.
Nella riunione di ieri e' stato deciso un nuovo approccio; il 117 non verra' toccato, ma verra' introdotta un'altra norma che lo svuota. Per capire bisogna partire da un altro articolo della Costituzione, il 120, che prevede il potere sostitutivo dello Stato nel caso in cui le Regioni compiano atti che mettono a rischio l'unita' giuridica ed economica del Paese, o nel caso in cui vada garantito il livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. Si tratta quindi di interventi ''ex post'' per sanare atti gia' compiuti dalle Regioni. La Cdl pensa ora ad interventi ''ex ante''.
La norma, che deve essere ancora scritta, affermera' che il governo potra' stabilire che determinate materie di competenza delle Regioni fanno parte del suo programma di governo e diventano cosi' di competenza o dello Stato o di competenza concorrente. Nelle riforme le leggi statali verranno approvate dalla sola Camera dei deputati, mentre le leggi di competenza concorrente verranno approvate dal solo Senato.
Questo procedimento avverra' attraverso una legge bicamerale che precisa sia la materia che il governo vuole avocare, sia il lasso temporale: al massimo i cinque anni della legislatura.
L'esempio fatto da Domenico Nania (An) e' quello dei porti, su cui il governo potrebbe avere una politica nazionale nei trasporti. Una norma anti-secessione? ''No - spiega Nania - piuttosto una norma di chiusura, che rafforza certamente l'unita' nazionale, nel senso che garantisce al governo di avere delle politiche''. 
A rafforzare i poteri del governo ci pensera' anche un emendamento di Forza Italia  (firmatari Lucio Malan, Gabriele Boscetto, Andrea Pastore e Carlo Vizzini) all'articolo 12 delle riforme, articolo che definisce i nuovi compiti di Camera e Senato. L'emendamento prevede che il Governo possa dichiarare che una legge di competenza concorrente Stato-Regioni, e quindi esaminata dal solo Senato, faccia parte del suo programma di governo, trasformandola cosi' in legge bicamerale.
Intanto oggi in Senato e' iniziato l'esame e il voto agli emendamenti all'articolo 12 delle riforme, che riguarda i poteri di Camera e Senato. Dal dibattito e' emersa la richiesta dei due schieramenti che anche il futuro Senato federale abbia la competenza sulle leggi finanziarie e di bilancio, che nel testo del governo sono di competenza della sola Camera.
E' stato quindi deciso da parte della maggioranza e dell'opposizione, con il via libera del relatore Francesco D'Onofrio, di scrivere insieme un emendamento che va in questa direzione.
Il Senato ha quindi interrotto l'esame delle riforme che riprenderanno martedi' pomeriggio, alla presenza del presidente Marcello Pera, in questi giorni in visita ufficiale in Egitto. Era stato proprio pera a proporre ieri una ''riflessione'' sui poteri del S
enato.
(gs)
Contratto medici senza risorse
Si discute su come, ma soprattutto con quali risorse, rinnovare il contratto dei medici. ''Il governo non ha dato alle Regioni alcuna garanzia di avere risorse in piu'. I motivi dello sciopero rimangono tutti validi''. Cosi' il segretario nazionale  dei medici ospedalieri, Serafino Zocchelli, si e' espresso al termine dell'incontro che ha visto impegnati gli assessori alla Sanita' delle Regioni, il comitato di settore e i sindacati sul rinnovo del contratto della dirigenza medica.
I motivi dello sciopero, secondo il sindacato, sono dovuti a: l'impoverimento generale del sistema, la devoluzione e la mancanza di risorse per i rinnovi contrattuali. Rimangono quindi confermati gli scioperi dell'8, del 9 e del  22 marzo ed e' prevista anche una manifestazione il prossimo 24 aprile.
Per come sono stati congegnati, gli scioperi previsti per i prossimi giorni nel settore della Sanita' ''sono inevitabili''. A sostenerlo e' l'assessore al bilancio della Regione Lombardia e coordinatore del comitato di settore, Romano Colozzi.
''Con questo tavolo - ha spiegato Colozzi (nella foto) - speravo si riuscisse a recedere dal giudizio espresso da alcuni sindacati secondo i quali l'atto di indirizzo elaborato dal comitato di settore sul rinnovo contrattuale della dirigenza medica e' irricevibile. Ho cercato di far capire che non e' utile a nessuno metterci sulla strada della riscrittura di una nuova direttiva''.
Secondo l'assessore il rischio sarebbe quello di perdere almeno un altro anno: l'attuale atto di indirizzo non e' stato ancora approvato dal Consiglio dei ministri.
Per quanto riguarda poi l'aspetto del sottofinanziamento della Sanita', Colozzi ha osservato che ''oggi e' stato riconosciuto che questo e' un problema storico. Con questo governo la percentuale di Pil per la Sanita' e' aumentata, ma certo e' indubbio che con le dinamiche assunte dalla spesa sanitaria vi e' bisogno di ulteriori risorse per il sistema''.
E' stato affrontato anche il tema dell'esclusivita'. ''Sono emerse - ha riferito l'assessore - diverse interpretazioni. Io ritengo che il costo di 350 milioni di euro che questo istituto ha comportato in piu' rispetto alle previsioni debba essere oggetto di valutazione nel tavolo contrattuale''.

Sempre a riguardo del rinnovo contratto dei medici i
l ministro della Salute, Girolamo  Sirchia, ha affermato di aver  coinvolto direttamente il presidente del Consiglio Silvio  Berlusconi per la soluzione. ''Ho avuto diversi incontri con il premier - ha spiegato -  perche' possa in prima persona assumere la direzione di questa  operazione. Il premier sta dando grande attenzione a questo  problema e sono fiducioso che la cosa possa risolversi nel  migliore dei modi''.
(red)
 

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