|
|
|
|
periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
|
n. 294 -
Roma, 21 maggio 2004 |
Sommario |
|
Regioni approvano Fondo
politiche sociali |
|
Le
Regioni approvano il Fondo per le politiche sociali, con la specifica che
quanto previsto nella premessa al provvedimento, in relazione alle
finalità delle risorse (secondo quanto stabilito dall’articolo 3, comma
116 della Finanziaria), abbia un valore indicativo e non sia da considerare
come vincolante. La Conferenza delle Regioni ha così dato l’Intesa
sulla proposta di decreto del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze di
ripartizione del Fondo nazionale per le politiche sociali che interessa
l’Anno finanziario 2004.
Sono di
1.734.347.940,00 euro le risorse afferenti complessivamente al Fondo
nazionale per le politiche sociali per l’anno 2004. A queste vanno sommate
le risorse per gli asili nido - di cui all’articolo 70 della legge 28
dicembre 2001, n.448 (legge finanziaria 2002) - che sono trasferite alle
Regioni e alle province autonome senza vincolo di destinazione. Il totale
del Fondo è pari a 1.884.346.940,00 euro.
Le somme
destinate alle Regioni e alle province autonome dal Fondo nazionale per le
politiche sociali sono pari a 1.000.000.000,00 di euro, che si ottengono
sommando 850.000.000 euro delle risorse destinate come FNSP 2004 e altri
150.000.000,00 euro delle risorse del fondo asili nido destinate alle
Regioni e alle province autonome senza vincolo di destinazione. Le risorse
sono state ripartite tra le Regioni utilizzando le medesime percentuali
dell’anno 2003, che sono le seguenti:
Abruzzo:
2,45% - Basilicata:1,23%- Calabria: 4,11% - Campania: 9,98% -
Emilia-Romagna:7,05% - Friuli-Venezia Giulia: 2,19% - Lazio: 8,60% -
Liguria: 3,02% - Lombardia: 14,15% - Marche: 2,68% - Molise: 0,80% -
Provincia Autonoma di Bolzano:0,82% - Provincia Autonoma di Trento: 0,84%
- Piemonte:7,18% - Puglia: 6,98% - Sardegna: 2,96% - Sicilia: 9,19% -
Toscana: 6,55% - Umbria: 1,64% - Valle d’Aosta: 0,29% - Veneto: 7,28%.
REGIONI % RISORSE TRASFERITE (ANSA)
- ABRUZZO
20.834.953
- BASILICATA
10.458.724
- CALABRIA
34.954.657
- CAMPANIA
84.854.766
- EMILIA ROMAGNA
59.957.300
- FRIULI VENEZIA GIULIA 18.644.328
- LAZIO
73.103.603
- LIGURIA
25.663.149
- LOMBARDIA
120.272.552
- MARCHE
22.741.054
- MOLISE
6.780.148
- PROVINCIA BOLZANO 7.000.980
- PROVINCIA TRENTO
7.175.516
- PIEMONTE
61.039.864
- PUGLIA
59.303.753
- SARDEGNA
25.163.448
- SICILIA
78.076.227
- TOSCANA
55.714.063
- UMBRIA
13.954.542
- VALLE D'AOSTA
2.453.210
- VENETO
61.853.163
TOTALI
850.000.000
Perplessita' solo su alcune
finalizzazioni specifiche del Fondo: ad esempio le politiche per la
famiglia e in particolare per gli anziani e i disabili; l'abbattimento
delle barriere architettoniche; i servizi per l'integrazione scolastica
per gli alunni portatori di handicap ed i servizi per la prima
infanzia e le scuole di infanzia.
Ecco perchè è stato specificato che le finalizzazioni debbano ritenersi
indicative nell'ambito degli interventi alle politiche sociali. ''Noi
riteniamo - ha semplificato l'assessore De Poli - che queste
finalizzazioni debbano costituire solo indicazioni e non vincoli''.
De Poli, assessore
alle politiche sociali della Regione Veneto e coordinatore degli assessori
regionali, ha comunque espresso soddisfazione:
''Le finalizzazioni nelle spese indicate dal governo-
ha ribadito De Poli (nella foto) - vanno
intese come indicative e non obbligatorie per le Regioni. Questo conferma e salvaguarda un aspetto istituzionale rilevante
e cioe' che saranno direttamente le Regioni a gestire tali risorse - ha
detto De Poli - senza piu' i vincoli di destinazione decisi finora dal livello statale,
valorizzando percio' l'autonomia regionale nel settore delle politiche
sociali, consentendo ai governi regionali di decidere quanto assegnare
nei diversi comparti a seconda delle esigenze''.
''Siamo riusciti ad ottenere che il Fondo sociale sia almeno mantenuto: -
ha detto l' assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle Politiche
sociali, Gianluca Borghi - e' un primo passo positivo che riconosce le
nostre buone ragioni, sostenute in questi mesi in tutte le sedi. Ora
continuiamo a lavorare per difendere questo fondamentale strumento e
perche' sia garantito un vero diritto all' assistenza sociale''.
L'assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle Politiche sociali, Gianluca
Borghi, ha commentato cosi' - in una nota - l'approvazione, in
sede di Conferenza unificata, del riparto di un miliardo di euro alle
Regioni italiane dal Fondo nazionale per le politiche sociali.
''Grazie anche all'impegno del presidente della Regione Emilia-Romagna,
Vasco Errani - prosegue Borghi - l' intesa riconosce le nostre richieste
per il mantenimento di uno strumento che ci deve permettere di sostenere
l' impegnativa riforma del welfare, volta a garantire pieni diritti alle
persone in difficolta' ''.
''Quello di oggi - conclude Borghi - e' solo un primo fondamentale
passaggio: ora il Governo si impegni nel definire i necessari livelli
essenziali di assistenza ed a riconoscere un complessivo ed adeguato
finanziamento per garantire, come gia' accade in Emilia-Romagna, un vero
diritto all'assistenza sociale''.
(gs) |
Servizio Nazionale valutazione sistema istruzione e formazione |
|
La
Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha
valutato lo Schema di Decreto legislativo che istituisce il Servizio
Nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e
formazione e riordina l’Istituto nazionale che dovrà occuparsi di tale
valutazione:
Parere su Schema di D. Lgs. sulla “Istituzione
Servizio Nazionale di valutazione sistema di istruzione e formazione e
riordino dell’omonimo Istituto.
Le Regioni hanno rilevato diverse criticità di merito, ma soprattutto
hanno posto una questione preliminare. Secondo le Regioni il provvedimento
che incide sulle competenze regionali in materia di istruzione e
formazione professionale, deve essere adottato, attraverso una “intesa”
con
la Conferenza Unificata e non è quindi sufficiente
il solo “parere”.
Entrando poi nel merito, il decreto prefigura due distinti sistemi: uno
“di istruzione” e uno “di istruzione e formazione professionale” e
assimila i “livelli essenziali di prestazione”, (lett. m dell’art. 117
Costituzione) agli “standard minimi formativi richiesti per la
spendibilità dei percorsi”, (art. 7, L. 53/2003). Appare sintomatica a tal
proposito l’intenzione di individuare “indicatori utili al miglioramento
del sistema della formazione professionale” d’intesa con il Ministero del
Lavoro, limitando l’apporto delle Regioni con la semplice formula “sentita
la Conferenza Unificata”.
Inoltre il decreto pur definendo l’INVALSI (l’istituto Nazionale di
valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e formazione ) non
più ente strumentale ma “ente di ricerca”, ne accentua i vincoli di
sostanziale dipendenza dal Ministero, che non consentono evidentemente la
necessaria indipendenza nella valutazione, mancando il carattere di
“terzietà” dell’Istituto stesso, secondo i più moderni sistemi di
valutazione. E’, fra l’altro, indicativo di ciò il fatto che la
composizione del direttivo prevede un solo rappresentante regionale su sei
componenti.
Al riguardo, poi, si sottolinea che la rappresentanza regionale
all’interno del Comitato direttivo è designata non più dal Presidente
della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province Autonome, come
previsto nella prima versione del testo, ma dal Presidente della
Conferenza Stato-Regioni. Per le Regioni tale previsione non è corretta
poiché l’obiettivo è quello di garantire la rappresentatività della
componente istituzionale regionale nello stesso Comitato direttivo.
Le Regioni hanno quindi chiesto al Governo
un maggiore approfondimento istruttorio
congiunto proprio per apportare miglioramenti al testo ed hanno quindi
chiesto il rinvio della discussione dell’argomento.
Pertanto è stato ha chiesto al governo un rinvio del parere sullo schema
di decreto legislativo che istituisce il Servizio Nazionale di valutazione
del sistema di istruzione e di istruzione e formazione. La richiesta e'
stata quindi motivata dalle Regioni con la necessita' di un maggiore
approfondimento istruttorio congiunto per apportare miglioramenti al
testo.
(sm) |
Agenzia italiana del farmaco
e fondi per edilizia ospedaliera |
|
Entro la fine di giugno si potrà
svolgere la prima riunione operativa
dell'Agenzia italiana del farmaco. In
Conferenza Stato-Regioni e' stata raggiunta l'INTESA
SU SCHEMA DI REGOLAMENTO : NORME SU ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO AGENZIA
ITALIANA DEL FARMACO e
sono state completate le nomine dei vertici dell'Agenzia stessa.
In particolare del collegio dei revisori, in quanto rappresentanti
regionali, sono stati designati, secondo quanto si e' appreso: Giuseppe
Pedalino (Regione Siciliana) come membro effettivo e Francesco Cobello
(Regione Veneto) come membro supplente.
Nel Comitato prezzi e rimborso e nella Commissione consultiva
tecnico scientifica per la valutazione dei farmaci sono stati designati
i rappresentanti
regionali: Miriam Cipriani (Regione Lazio), Patrizia Munzi Bitetti
(Regione Siciliana), Francesca Tosolini (Regione Friuli Venezia Giulia),
Albano Del Favero (Regione Umbria) e Marco Morlacco (Regione Puglia), Dino Cuzzocrea (Regione Calabria), Francesco
Rossi (Regione Campania) , Stefania Melena (Regione Abruzzo), Mario Eandi
(Regione Piemonte), Nicola Montanaro (Regione Emilia Romagna), Mara
Giacomazzi (Regione Veneto), Luca Munari (Regione Lombardia), Giancarlo
Berni (Regione Toscana), Leandro Provinciali (Regione Marche).
Rispetto allo schema di regolamento dell'Agenzia del farmaco che era stato
messo a punto in un primo momento, e' stata attuata qualche leggera
modifica che va verso una ulteriore valorizzazione della componente
regionale del Consiglio di amministrazione: se nella prima versione le
decisioni andavano prese con il si' dei tre quinti dei componenti,
le Regioni hanno ottenuto ora che serve
l'assenso dei quattro quinti, cosi' che alle scelte da assumere vi si la
partecipazione di entrambe le componenti, quella regionale e quella
ministeriale.
I principali quotidiani in materia sanitaria oggi titolano: Corriere
della Sera:
Sanita', l'Italia degli sprechi:
la Repubblica:
Noi peones senza potere schiacciati dalla
burocrazia,
Spese folli per ospedali e farmaci;
il Sole 24 Ore:
Farmaci pronto decreto anti-spesa;
La Stampa:
Sirchia- le aziende farmaceutiche non collaborano;
l'Unità:
Medici, oggi nuovo sciopero. Garantite le urgenze;
e la Gazzetta del Mezzogiorno:
Puglia, soldi per la sanità.
Quest'ultimo articolo si riferisce ad un accordo siglato sempre ieri. E'
stato infatti siglato l'accordo tra il ministero della sanità e le regioni
Lombardia, Puglia e Toscana per l'edilizia ospedaliera. Andrà un
miliardo di euro alle Regioni per la riorganizzazione degli ospedali: un
protocollo d'intesa in materia di edilizia sanitaria e' stato siglato.
Grazie all'accordo per la Regione Toscana, ha spiegato l'assessore alla
sanita', Enrico Rossi, arriveranno circa 500 milioni di euro, di cui il
25% per project financing, con i quali realizzare quattro nuovi ospedali a
Prato, Lucca, Pistoia e Massa Carrara. L'accordo di programma stipulato
con la Regione Toscana riguarda infatti la realizzazione del progetto
denominato 'Nuovi ospedali' orientato alla sostituzione dei presidi
portanti della rete ospedaliera toscana. Il presidio di riferimento, per i
nuovi ospedali - spiega il ministero della Salute - e' quello dell'area
funzionale omogenea che vede le singole strutture fortemente
integrate in rete, con lo svolgimento di attivita' ad elevato contenuto
tecnologico e organizzativo. I fondi che arriveranno dal ministero della
Salute saranno pari a 169 milioni di euro mentre la Regione parteciperà
con 184 milioni.
L'accordo con la Regione Puglia è teso a sostenere interventi prioritari
in materia di razionalizzazione della spesa ospedaliera. Le principali
linee strategiche riguardano la riorganizzazione dei servizi ospedalieri e
del sistema di emergenza 118, il potenziamento e il completamento della
rete dei servizi territoriali, il completamento della ristrutturazione del
presidio Domenico Cotugno, quale sede dell'Irccs Oncologico di Bari, la
riqualificazione delle dotazioni tecnologiche, l'adeguamento delle
strutture e delle tecnologie alla normativa vigente. Il documento,
inoltre, prevede la predisposizione e la stipula di ulteriori accordi per
il completamento del programma nazionale di investimenti in sanità.
L'accordo con la Regione Lombardia - ha spiegato l'assessore al bilancio,
Romano Colozzi (nella foto) - prevede 27 investimenti e la realizzazione
di tre nuovi ospedali e Legnano, Vimercate e Bruni-Stradella, per un
importo di complessivi 380 milioni di euro, di cui 252 a carico dello
Stato. L'accordo ha lo scopo - spiega il ministero della Salute - di
sostenere la riqualificazione della rete specialistica ospedaliera e della
emergenza - urgenza nel territorio regionale attraverso interventi
previsti dalla seconda fase del programma pluriennale degli investimenti
per l'edilizia sanitaria. I principali obiettivi dell'accordo sono la
realizzazione concertata di un sistema ospedaliero a rete per promuoverne
la razionale organizzazione sul territorio.
In Lombardia la cifra più consistente viene destinata al capitolo dei
nuovi ospedali e del potenziamento della rete di assistenza nel quale sono
inseriti: - Ospedale di Lecco - Ospedale di Legnano - Ospedale di
Vimercate - Stradella Pavia.
Le aziende che otterranno contributi per opere di completamento sono 12:
S. Antonio Abate di Gallarate, Busto Arsizio, Treviglio, Mellini di
Chiari, S.Anna per il presidio di Cantù, Crema per il presidio di Rivolta
d'Adda, Lodi per il presidio di Codogno, S. Gerardo di Monza, S. Carlo di
Milano, San Paolo di Milano, Carlo Poma di Mantova, Pavia per il presidio
di Vigevano.
La Puglia è l'unica Regione del Mezzogiorno ad aver sottoscritto oggi con
il ministero della Salute un accordo di programma, provvedimento che le consentira' di attivare interventi per 287 milioni di euro: lo sottolinea
il presidente della Regione, Raffaele Fitto, che in una dichiarazione
esprime la propria contentezza per l'accordo.
''Posso sottolineare - afferma - che la Puglia e' l'unica regione del
Mezzogiorno a sottoscrivere questo accordo di programma e questa e' la
conferma, la dimostrazione della validità dei provvedimenti varati fino
ad oggi. Peraltro se queste risorse le colleghiamo ai 150 milioni di euro
del maggio scorso, complessivamente abbiamo interventi per 437 milioni di
euro che dimostrano la credibilità degli atti varati''.
Secondo Fitto, ''anche coloro i quali erano diffidenti su questo,
affermando che il piano era irrealizzabile, che mancava di possibilità di
finanziamenti per l'attuazione ora possono valutare questi due importi,
l'ultimo dei quali di notevole entità''. La disponibilità di questi
soldi - spiega Fitto - e' immediata visto che peraltro questo accordo e'
stato
sottoscritto oggi come atto finale con il ministro Sirchia, ma era già
stato sottoscritto dal ministero dell'Economia.
Le motivazioni principali alla base del provvedimento - ricorda Fitto -
sono l'attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera, la
riorganizzazione di servizi ospedalieri e del sistema di emergenza 118, la
riconfigurazione e il completamento della rete dei servizi territoriali,
il
potenziamento della rete delle strutture territoriali e il potenziamento
della dotazione tecnologica esistente e l'adeguamento delle strutture e
della tecnologia alla normativa vigente.
''Con questo provvedimento - conclude - dopo quello varato nel maggio
scorso, in una logica di programmazione già prevista per tempo, oggi
abbiamo finalmente un quadro di riferimento adeguato e soprattutto
coerente con il percorso che abbiamo attivato''.
(red)
|
Regioni ed enti lovcali:_
via libera a Ddl sulla montagna |
|
Regioni
ed Enti locali hanno dato parere favorevole ma condizionato al Ddl sulla
montagna presentato dal Ministro per gli Affari regionali. Il sostanziale
via libero è stato possibile dopo che il Ministro aveva accolto alcune
proposte di riformulazione delle autonomie.
Fra le misure previste dal provvedimento rientra l'istituzione di un Fondo
nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei Comuni 'ad
alta specificità montana'.
Il Fondo finanzierà progetti che saranno predisposti dalle Regioni -
d'intesa con Comuni, Comunità montane e Province - per lo sviluppo della
montagna.
Le
Regioni, i Comuni, le Province e le Comunità montane hanno visto
accogliere molte proposte presentate durante i confronti tecnici e
politici con il Governo sullo schema di disegno di legge
presentato dal Ministro per gli Affari regionali
che stabilisce “Disposizioni per la valorizzazione e la tutela dei
territori montani”. E
proprio grazie alle proposte di riformulazione di alcune parti dello
schema di disegno di legge, formulate tenendo conto degli emendamenti
avanzati dalle Regioni e dalle Autonomie locali è stato possibile
esprimere oggi, in sede di Conferenza Unificata un parere favorevole che
resta comunque condizionato al recepimento nella stesura definitiva dello
schema di disegno di legge in sede di Consiglio dei Ministri, degli stessi
emendamenti concordati. On line su www.regioni.it il
Parere su schema dDDL “Disposizioni per
valorizzazione e tutela territori montani”
Fra le misure previste dal Disegno di legge rientra l’istituzione di un
“Fondo nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei Comuni
“ad alta specificità montana”. Il Fondo finanzierà progetti che saranno
predisposti dalle Regioni - d’intesa con Comuni, Comunità montane e
Province - per lo sviluppo della montagna.
Non si tratterà di una legge
organica sulla montagna, bensì di un provvedimento per i Comuni ''ad alta
specificità montana''.
La riformulazione presentata dal ministero per gli Affari regionali
nell'incontro con Regioni, Province, Comuni e comunità montane lo scorso
18 maggio, e ratificata ieri dal sistema delle autonomie in conferenza
unificata, riduce di fatto -
osserva
l'Uncem - quella che era stata salutata come la nuova legge per la
montagna, di riforma della 97/94, ad un provvedimento che contempla
risorse aggiuntive per quei Comuni montani che necessitano
prioritariamente di interventi mirati sul territorio.
''Il Fondo nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei
piccoli Comuni ad alta specificità montana, previsto dallo schema di Ddl
- ha spiegato oggi il vicepresidente vicario dell'Uncem, Vincenzo
Prignachi - non e' sostitutivo del Fondo nazionale per la montagna,
previsto dalla legge 97/94, bensì aggiuntivo. Cambiano pertanto
radicalmente i termini della situazione e cadono, da parte dell'Uncem, i
rilievi al governo sul rischio che la nuova classe dei Comuni ad alta
specificità scardini dall'interno il sistema della comunità montana. Ben
vengano i fondi aggiuntivi per le aree montane più disagiate, continuando
però ad attendere una sempre più urgente legge organica, innovativa per
il governo di tutta la montagna italiana''.
(red) |
Emilia- Romagna: materia servizi
sociali è della Regione |
|
La
materia dei servizi sociali e' ''di sicura spettanza della Regione'', per
questo l'Emilia-Romagna ha presentato ricorso contro il contributo
governativo di 1.000 euro alle famiglie che danno alla luce un figlio
oltre il primo nato, nel periodo dall' 1 dicembre 2003 al 31 dicembre
2004. Anche in caso di decisione della Corte costituzionale sfavorevole
allo Stato, la sentenza non avrà effetto sui contributi già assegnati:
le famiglie che hanno percepito l'assegno
non avranno alcun danno dal pronunciamento.
Per l' assessore regionale
Luciano Vandelli (nella foto) la
Regione ha fatto ricorso contro uno specifico articolo della legge
326/2003, sostenendo che viola gli articoli 3, 97, 117 e 119 della
Costituzione sulle competenze regionali stabilite ''ancora prima della
riforma del Titolo quinto'', anche perche' la norma statale ''non prevede
alcuna procedura di coinvolgimento delle Regioni nella programmazione
degli interventi, delineando un sistema deciso dal centro''. Vandelli ha
sollevato dubbi anche sulla
''effettiva equita' '' del provvedimento, ''considerato che si eroga alle
famiglie un contributo identico a prescindere dal loro reddito''.
(red) |
Calamità naturali: 50
milioni dal Fondo solidarietà nazionale |
|
Annuncio di riparto. Il ministero
dell'Agricoltura propone di stanziare altri 50 milioni dal Fondo di
solidarietà nazionale per le regioni colpite da calamità naturali nel
corso del 2003, con danni a produttori e imprese agricole. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni
Alemanno, a conclusione della
Conferenza Stato-Regioni, dopo l'intesa trovata sul
riparto tra le regioni interessate dallo stanziamento integrativo.
Il ministero delle Politiche agricole e forestali ha tenuto a precisare,
in una successiva nota, che si tratta solo di una proposta presentata dal
ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, alla
Conferenza Stato-Regioni.
La nota del ministero
aggiunge che ''tale proposta e' in attesa del preventivo assenso del
Comitato tecnico agricolo per essere quindi valutata dalla Conferenza
Stato-Regioni in una prossima riunione''.
''Abbiamo voluto dare - afferma Alemanno - un'altra risposta alle imprese
agricole e ai territori colpiti dalle calamita' naturali nel 2003. Questi
50 milioni andranno a integrare gli stanziamenti attribuiti alle regioni
con le due precedenti assegnazioni di 100 e 185 milioni''. Con questa
somma, prosegue il ministro, ''si integrano le dotazioni gia' erogate a
seguito delle emergenze siccita' e gelate che hanno colpito produttori e
imprese lo scorso anno. Si tratta di un intervento necessario che da' una
risposta concreta alle richieste degli assessori regionali all'Agricoltura
e dei presidenti delle Giunte regionali per il completamento degli
interventi di ripristino''.
Anche per il futuro, conclude Alemanno, le imprese agricole ''potranno
contare sul Fondo di solidarietà nazionale, la cui riforma e' stata
sancita con il decreto legislativo 102/2004, con l'obiettivo di aiutare le
aziende e i produttori a prevenire le emergenze attraverso la copertura
assicurativa dei rischi''. Questo il riparto integrativo proposto e
riferito alle singole regioni:PIEMONTE 3.468.000, VALLE D'
AOSTA 4.000,
LIGURIA 307.000,
LOMBARDIA 1.690.000,
P.AUT.BOLZANO 243.000,
P.Aut.TRENTO 94.000,
VENETO 3.689.000,
FRIULI.V.G. 2.650.000,
EMILIA-ROMAGNA 5.505.000,
TOSCANA 4.135.000, MARCHE 2.341.000,
UMBRIA 950.000,
LAZIO 2.172.000,
ABRUZZO 348.000,
MOLISE 2.140.000,
CAMPANIA 6.356.000,
PUGLIA 9.115.000,
BASILICATA 2.265.000,
CALABRIA 326.000,
SICILIA 726.000
SARDEGNA 478.000,
UMBRIA 1.000.000, per un totale di 50.000.000 di euro.
(red) |
|
Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
e-mail:redazione@regioni.it |
|
|
per iscriversi alla mailing list e ricevere regioni.it
alla tua casella di posta elettronica
|
link |
|
|
|
no copyright.
per pubblicare le notizie di regioni it
"clicca" |
|
|
|