periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 294 - Roma, 21 maggio 2004

Sommario

Regioni approvano Fondo politiche sociali Regioni ed enti locali: via libera a DDl sulla Montagna
Servizio Nazionale valutazione  sistema istruzione e formazione Emilia- Romagna: materia servizi sociali e' della Regione
Agenzia italiana del farmaco e fondi per edilizia ospedaliera Calamità naturali: proposti 50 milioni Fondo solidarieta'
Regioni approvano Fondo politiche sociali

Le Regioni approvano il Fondo per le politiche sociali, con la specifica che quanto previsto nella premessa al provvedimento, in relazione alle finalità delle risorse (secondo quanto stabilito dall’articolo 3, comma 116 della Finanziaria), abbia un valore indicativo e non sia da considerare come vincolante. La Conferenza delle Regioni ha così dato l’Intesa sulla proposta di decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze di ripartizione del Fondo nazionale per le politiche sociali che interessa l’Anno finanziario 2004.

Sono di 1.734.347.940,00 euro le risorse afferenti complessivamente al Fondo nazionale per le politiche sociali per l’anno 2004. A queste vanno sommate le risorse per gli asili nido - di cui all’articolo 70 della legge 28 dicembre 2001, n.448 (legge finanziaria 2002) - che sono trasferite alle Regioni e alle province autonome senza vincolo di destinazione. Il totale del Fondo è pari a 1.884.346.940,00 euro.

Le somme destinate alle Regioni e alle province autonome dal Fondo nazionale per le politiche sociali sono pari a 1.000.000.000,00 di euro, che si ottengono sommando 850.000.000 euro delle risorse destinate come FNSP 2004 e altri 150.000.000,00 euro delle risorse del fondo asili nido destinate alle Regioni e alle province autonome senza vincolo di destinazione. Le risorse sono state ripartite tra le Regioni utilizzando le medesime percentuali dell’anno 2003, che sono le seguenti:

Abruzzo: 2,45% - Basilicata:1,23%- Calabria: 4,11% - Campania: 9,98% - Emilia-Romagna:7,05% - Friuli-Venezia Giulia: 2,19% - Lazio: 8,60% - Liguria: 3,02% - Lombardia: 14,15% - Marche: 2,68% - Molise: 0,80% - Provincia Autonoma di Bolzano:0,82% - Provincia Autonoma di Trento: 0,84% - Piemonte:7,18% - Puglia: 6,98% - Sardegna: 2,96% - Sicilia: 9,19% - Toscana: 6,55% - Umbria: 1,64% - Valle d’Aosta: 0,29% - Veneto: 7,28%.
REGIONI %  RISORSE TRASFERITE (ANSA)

- ABRUZZO                     20.834.953
- BASILICATA                 10.458.724
- CALABRIA                    34.954.657
- CAMPANIA                   84.854.766
- EMILIA ROMAGNA          59.957.300
- FRIULI VENEZIA GIULIA  18.644.328
- LAZIO                         73.103.603
- LIGURIA                       25.663.149
- LOMBARDIA                 120.272.552
- MARCHE                       22.741.054
- MOLISE                         6.780.148
- PROVINCIA BOLZANO       7.000.980
- PROVINCIA TRENTO         7.175.516
- PIEMONTE                    61.039.864
- PUGLIA                        59.303.753
- SARDEGNA                    25.163.448
- SICILIA                        78.076.227
- TOSCANA                     55.714.063
- UMBRIA                       13.954.542
- VALLE D'AOSTA              2.453.210
- VENETO                       61.853.163

TOTALI                         850.000.000

Perplessita' solo su alcune finalizzazioni specifiche del Fondo: ad esempio le politiche per la famiglia e in particolare per gli anziani e i disabili; l'abbattimento delle barriere architettoniche; i servizi per l'integrazione scolastica per gli alunni portatori di handicap  ed i servizi per la prima infanzia e le scuole di infanzia.
Ecco perchè è stato specificato che le finalizzazioni debbano ritenersi indicative nell'ambito degli interventi alle politiche sociali. ''Noi riteniamo - ha semplificato l'assessore De Poli - che queste finalizzazioni debbano costituire solo indicazioni e non vincoli''.
De Poli, assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e coordinatore degli assessori regionali, ha comunque espresso soddisfazione: ''Le finalizzazioni nelle spese indicate dal governo- ha ribadito De Poli (nella foto) -  vanno intese come indicative e non obbligatorie per le Regioni. Questo conferma e salvaguarda un aspetto istituzionale rilevante e cioe' che saranno direttamente le Regioni a gestire tali risorse - ha detto De Poli - senza piu' i vincoli di destinazione decisi finora dal livello statale, valorizzando percio' l'autonomia regionale nel settore delle politiche sociali, consentendo ai governi regionali di decidere quanto assegnare nei diversi comparti a seconda delle esigenze''. 
''Siamo riusciti ad ottenere che il Fondo sociale sia almeno mantenuto: - ha detto l' assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle Politiche sociali, Gianluca Borghi - e' un primo passo positivo che riconosce le nostre buone ragioni, sostenute in questi mesi in tutte le sedi. Ora continuiamo a lavorare per difendere questo fondamentale strumento e perche' sia garantito un vero diritto all' assistenza sociale''.
L'assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle Politiche sociali, Gianluca Borghi, ha commentato cosi' - in una nota - l'approvazione, in
sede di Conferenza unificata, del riparto di un miliardo di euro alle Regioni italiane dal Fondo nazionale per le politiche sociali.
''Grazie anche all'impegno del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani - prosegue Borghi - l' intesa riconosce le nostre richieste per il mantenimento di uno strumento che ci deve permettere di sostenere l' impegnativa riforma del welfare, volta a garantire pieni diritti alle persone in difficolta' ''.
''Quello di oggi - conclude Borghi - e' solo un primo fondamentale passaggio: ora il Governo si impegni nel definire i necessari livelli essenziali di assistenza ed a riconoscere un complessivo ed adeguato finanziamento per garantire, come gia' accade in Emilia-Romagna, un vero diritto all'assistenza sociale''.

(gs)
Servizio Nazionale valutazione sistema istruzione e formazione

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha valutato lo Schema di Decreto legislativo che istituisce il Servizio Nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e formazione e riordina l’Istituto nazionale che dovrà occuparsi di tale valutazione: Parere su Schema di D. Lgs. sulla “Istituzione Servizio Nazionale di valutazione sistema di istruzione e formazione e riordino dell’omonimo Istituto.
Le Regioni hanno rilevato diverse criticità di merito, ma soprattutto hanno posto una questione preliminare. Secondo le Regioni il provvedimento che incide sulle competenze regionali in materia di istruzione e formazione professionale, deve essere adottato, attraverso una “intesa” con la Conferenza Unificata e non è quindi sufficiente il solo “parere”.
Entrando poi nel merito, il decreto  prefigura due distinti sistemi: uno “di istruzione” e uno “di istruzione e formazione professionale” e assimila i “livelli essenziali di prestazione”, (lett. m dell’art. 117 Costituzione) agli “standard minimi formativi richiesti per la spendibilità dei percorsi”, (art. 7, L. 53/2003). Appare sintomatica a tal proposito l’intenzione di individuare “indicatori utili al miglioramento del sistema della formazione professionale” d’intesa con il Ministero del Lavoro, limitando l’apporto delle Regioni con la semplice formula “sentita la Conferenza Unificata”.
Inoltre il decreto pur definendo l’INVALSI (l’istituto Nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e formazione ) non più ente strumentale ma “ente di ricerca”, ne accentua i vincoli di sostanziale dipendenza dal Ministero, che non consentono evidentemente la necessaria indipendenza nella valutazione, mancando il carattere di “terzietà” dell’Istituto stesso, secondo i più moderni sistemi di valutazione. E’, fra l’altro, indicativo di ciò il fatto che la composizione del direttivo prevede un solo rappresentante regionale su sei componenti.
Al riguardo, poi, si sottolinea che la rappresentanza regionale all’interno del Comitato direttivo è designata non più dal Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province Autonome, come previsto nella prima versione del testo, ma dal Presidente della Conferenza Stato-Regioni. Per le Regioni tale previsione non è corretta poiché l’obiettivo è quello di garantire la rappresentatività della componente istituzionale regionale nello stesso Comitato direttivo.
Le Regioni hanno quindi chiesto al Governo un maggiore approfondimento istruttorio congiunto proprio per apportare miglioramenti al testo ed hanno quindi chiesto il rinvio della discussione dell’argomento.
Pertanto è stato ha chiesto al governo un rinvio del parere sullo schema di decreto legislativo che istituisce il Servizio Nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e formazione. La richiesta e' stata quindi motivata dalle Regioni con la necessita' di un maggiore approfondimento istruttorio congiunto per apportare miglioramenti al testo.
(sm)

Agenzia italiana del farmaco e fondi per edilizia ospedaliera

Entro la fine di giugno si potrà svolgere la prima riunione operativa dell'Agenzia italiana del farmaco. In Conferenza Stato-Regioni e' stata raggiunta l'INTESA SU SCHEMA DI REGOLAMENTO : NORME SU ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO e sono state completate le nomine dei vertici dell'Agenzia stessa.
In particolare del collegio dei revisori, in quanto rappresentanti regionali, sono stati designati, secondo quanto si e' appreso: Giuseppe Pedalino (Regione Siciliana) come membro effettivo e Francesco Cobello (Regione Veneto) come membro supplente.
Nel Comitato prezzi e rimborso e nella Commissione consultiva tecnico scientifica per la valutazione dei farmaci sono stati designati i rappresentanti regionali: Miriam Cipriani (Regione Lazio), Patrizia Munzi Bitetti (Regione Siciliana), Francesca Tosolini (Regione Friuli Venezia Giulia), Albano Del Favero (Regione Umbria) e Marco Morlacco (Regione Puglia), Dino Cuzzocrea (Regione Calabria), Francesco Rossi (Regione Campania) , Stefania Melena (Regione Abruzzo), Mario Eandi (Regione Piemonte), Nicola Montanaro (Regione Emilia Romagna), Mara Giacomazzi (Regione Veneto), Luca Munari (Regione Lombardia), Giancarlo Berni (Regione Toscana), Leandro Provinciali (Regione Marche).
Rispetto allo schema di regolamento dell'Agenzia del farmaco che era stato messo a punto in un primo momento, e' stata attuata qualche leggera modifica che va verso una ulteriore valorizzazione della componente regionale del Consiglio di amministrazione: se nella prima versione le decisioni andavano prese con il si' dei tre quinti dei componenti, le Regioni hanno ottenuto ora che serve l'assenso dei quattro quinti, cosi' che alle scelte da assumere vi si la partecipazione di entrambe le componenti, quella regionale e quella ministeriale.
I principali quotidiani in materia sanitaria oggi titolano: Corriere della Sera:
Sanita', l'Italia degli sprechi: la Repubblica: Noi peones senza potere schiacciati dalla burocrazia, Spese folli per ospedali e farmaci; il Sole 24 Ore: Farmaci pronto decreto anti-spesa; La Stampa: Sirchia- le aziende farmaceutiche non collaborano; l'Unità: Medici, oggi nuovo sciopero. Garantite le urgenze; e la Gazzetta del Mezzogiorno: Puglia, soldi per la sanità.
Quest'ultimo articolo si riferisce ad un accordo siglato sempre ieri. E' stato infatti siglato l'accordo tra il ministero della sanità e le regioni Lombardia, Puglia e Toscana per l'edilizia ospedaliera.  Andrà un miliardo di euro alle Regioni per la riorganizzazione degli ospedali: un protocollo d'intesa in materia di edilizia sanitaria e' stato siglato.
Grazie all'accordo per la Regione Toscana, ha spiegato l'assessore alla sanita', Enrico Rossi, arriveranno circa 500 milioni di euro, di cui il 25% per project financing, con i quali realizzare quattro nuovi ospedali a Prato, Lucca, Pistoia e Massa Carrara. L'accordo di programma stipulato con la Regione Toscana riguarda infatti la realizzazione del progetto denominato 'Nuovi ospedali' orientato alla sostituzione dei presidi portanti della rete ospedaliera toscana. Il presidio di riferimento, per i nuovi ospedali - spiega il ministero della Salute - e' quello dell'area funzionale omogenea che vede le singole strutture fortemente integrate in rete, con lo svolgimento di attivita' ad elevato contenuto tecnologico e organizzativo. I fondi che arriveranno dal ministero della Salute saranno pari a 169 milioni di euro mentre la Regione parteciperà con 184 milioni.
L'accordo con la Regione Puglia è teso a sostenere interventi prioritari in materia di razionalizzazione della spesa ospedaliera. Le principali linee strategiche riguardano la riorganizzazione dei servizi ospedalieri e del sistema di emergenza 118, il potenziamento e il completamento della rete dei servizi territoriali, il completamento della ristrutturazione del presidio Domenico Cotugno, quale sede dell'Irccs Oncologico di Bari, la riqualificazione delle dotazioni tecnologiche, l'adeguamento delle strutture e delle tecnologie alla normativa vigente. Il documento, inoltre, prevede la predisposizione e la stipula di ulteriori accordi per il completamento del programma nazionale di investimenti in sanità.
L'accordo con la Regione Lombardia - ha spiegato l'assessore al bilancio, Romano Colozzi (nella foto) - prevede 27 investimenti e la realizzazione di tre nuovi ospedali e Legnano, Vimercate e Bruni-Stradella, per un importo di complessivi 380 milioni di euro, di cui 252 a carico dello Stato. L'accordo ha lo scopo - spiega il ministero della Salute - di sostenere la riqualificazione della rete specialistica ospedaliera e della emergenza - urgenza nel territorio regionale attraverso interventi previsti dalla seconda fase del programma pluriennale degli investimenti per l'edilizia sanitaria. I principali obiettivi dell'accordo sono la realizzazione concertata di un sistema ospedaliero a rete per promuoverne la razionale organizzazione sul territorio.
In Lombardia la cifra più consistente viene destinata al capitolo dei nuovi ospedali e del potenziamento della rete di assistenza nel quale sono inseriti: - Ospedale di Lecco  - Ospedale di Legnano - Ospedale di Vimercate - Stradella Pavia.
Le aziende che otterranno contributi per opere di completamento sono 12: S. Antonio Abate di Gallarate, Busto Arsizio, Treviglio, Mellini di Chiari, S.Anna per il presidio di Cantù, Crema per il presidio di Rivolta d'Adda, Lodi per il presidio di Codogno, S. Gerardo di Monza, S. Carlo di Milano, San Paolo di Milano, Carlo Poma di Mantova, Pavia per il presidio di Vigevano.
La Puglia è l'unica Regione del Mezzogiorno ad aver sottoscritto oggi con il ministero della Salute un accordo di programma, provvedimento che le consentira' di attivare interventi per 287 milioni di euro: lo sottolinea il presidente della Regione, Raffaele Fitto, che in una dichiarazione esprime la propria contentezza per l'accordo.
''Posso sottolineare - afferma - che la Puglia e' l'unica regione del Mezzogiorno a sottoscrivere questo accordo di programma e questa e' la conferma, la dimostrazione della validità dei provvedimenti varati fino ad oggi. Peraltro se queste risorse le colleghiamo ai 150 milioni di euro del maggio scorso, complessivamente abbiamo interventi per 437 milioni di euro che dimostrano la credibilità degli atti varati''.
Secondo Fitto, ''anche coloro i quali erano diffidenti su questo, affermando che il piano era irrealizzabile, che mancava di possibilità di finanziamenti per l'attuazione ora possono valutare questi due importi, l'ultimo dei quali di notevole entità''. La disponibilità di questi soldi - spiega Fitto - e' immediata visto che peraltro questo accordo e' stato sottoscritto oggi come atto finale con il ministro Sirchia, ma era già stato sottoscritto dal ministero dell'Economia.
Le motivazioni principali alla base del provvedimento - ricorda Fitto - sono l'attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera, la riorganizzazione di servizi ospedalieri e del sistema di emergenza 118, la riconfigurazione e il completamento della rete dei servizi territoriali, il potenziamento della rete delle strutture territoriali e il potenziamento della dotazione tecnologica esistente e l'adeguamento delle strutture e della tecnologia alla normativa vigente.
''Con questo provvedimento - conclude - dopo quello varato nel maggio scorso, in una logica di programmazione già prevista per tempo, oggi abbiamo finalmente un quadro di riferimento adeguato e soprattutto coerente con il percorso che abbiamo attivato''.
(red)

Regioni ed enti lovcali:_ via libera a Ddl sulla montagna

Regioni ed Enti locali hanno dato parere favorevole ma condizionato al Ddl sulla montagna presentato dal Ministro per gli Affari regionali. Il sostanziale via libero è stato possibile dopo che il Ministro aveva accolto alcune proposte di riformulazione delle autonomie.
Fra le misure previste dal provvedimento rientra l'istituzione di un Fondo nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei Comuni 'ad alta specificità montana'.
Il Fondo finanzierà progetti che saranno predisposti dalle Regioni - d'intesa con Comuni, Comunità montane e Province - per lo sviluppo della montagna. Le Regioni, i Comuni, le Province e le Comunità montane hanno visto accogliere molte proposte presentate durante i confronti tecnici e politici con il Governo sullo schema di disegno di legge presentato dal Ministro per gli Affari regionali che stabilisce “Disposizioni per la valorizzazione e la tutela dei territori montani”. E proprio grazie alle proposte di riformulazione di alcune parti dello schema di disegno di legge, formulate tenendo conto degli emendamenti avanzati dalle Regioni e dalle Autonomie locali è stato possibile esprimere oggi, in sede di Conferenza Unificata un parere favorevole che resta comunque condizionato al recepimento nella stesura definitiva dello schema di disegno di legge in sede di Consiglio dei Ministri, degli stessi emendamenti concordati. On line su www.regioni.it  il
Parere su schema dDDL “Disposizioni per valorizzazione e  tutela territori montani”
Fra le misure previste dal Disegno di legge rientra l’istituzione di un “Fondo nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei Comuni “ad alta specificità montana”. Il Fondo finanzierà progetti che saranno predisposti dalle Regioni - d’intesa con Comuni, Comunità montane e Province - per lo sviluppo della montagna.
Non si tratterà di una legge organica sulla montagna, bensì di un provvedimento per i Comuni ''ad alta specificità montana''.
La riformulazione presentata dal ministero per gli Affari regionali nell'incontro con Regioni, Province, Comuni e comunità montane lo scorso 18 maggio, e ratificata ieri dal sistema delle autonomie in conferenza unificata, riduce di fatto - osserva l'Uncem - quella che era stata salutata come la nuova legge per la montagna, di riforma della 97/94, ad un provvedimento che contempla risorse aggiuntive per quei Comuni montani che necessitano prioritariamente di interventi mirati sul territorio.
''Il Fondo nazionale per gli interventi nelle aree montane a favore dei piccoli Comuni ad alta specificità montana, previsto dallo schema di Ddl - ha spiegato oggi il vicepresidente vicario dell'Uncem, Vincenzo Prignachi - non e' sostitutivo del Fondo nazionale per la montagna, previsto dalla legge 97/94, bensì aggiuntivo. Cambiano pertanto radicalmente i termini della situazione e cadono, da parte dell'Uncem, i rilievi al governo sul rischio che la nuova classe dei Comuni ad alta specificità scardini dall'interno il sistema della comunità montana. Ben vengano i fondi aggiuntivi per le aree montane più disagiate, continuando però ad attendere una sempre più urgente legge organica, innovativa per il governo di tutta la montagna italiana''.
(red)

Emilia- Romagna: materia servizi sociali è della Regione

La materia dei servizi sociali e' ''di sicura spettanza della Regione'', per questo l'Emilia-Romagna ha presentato ricorso contro il contributo governativo di 1.000 euro alle famiglie che danno alla luce un figlio oltre il primo nato, nel periodo dall' 1 dicembre 2003 al 31 dicembre 2004. Anche in caso di decisione della Corte costituzionale sfavorevole allo Stato, la sentenza non avrà effetto sui contributi già assegnati: le famiglie che hanno percepito l'assegno non avranno alcun danno dal pronunciamento.
Per l' assessore regionale Luciano Vandelli (nella foto) la Regione ha fatto ricorso contro uno specifico articolo della legge 326/2003, sostenendo che viola gli articoli 3, 97, 117 e 119 della Costituzione sulle competenze regionali stabilite ''ancora prima della riforma del Titolo quinto'', anche perche' la norma statale ''non prevede alcuna procedura di coinvolgimento delle Regioni nella programmazione degli interventi, delineando un sistema deciso dal centro''. Vandelli ha sollevato dubbi anche sulla ''effettiva equita' '' del provvedimento, ''considerato che si eroga alle famiglie un contributo identico a prescindere dal loro reddito''.
(red)

Calamità naturali: 50 milioni dal Fondo solidarietà nazionale
Annuncio di riparto. Il ministero dell'Agricoltura propone di stanziare altri 50 milioni dal Fondo di solidarietà nazionale per le regioni colpite da calamità naturali nel corso del 2003, con danni a produttori e imprese agricole. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, a conclusione della Conferenza Stato-Regioni, dopo l'intesa trovata sul riparto tra le regioni interessate dallo stanziamento integrativo. Il ministero delle Politiche agricole e forestali ha tenuto a precisare, in una successiva nota, che si tratta solo di una proposta presentata dal ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, alla Conferenza Stato-Regioni.
La nota del ministero aggiunge che ''tale proposta e' in attesa del preventivo assenso del Comitato tecnico agricolo per essere quindi valutata dalla Conferenza Stato-Regioni in una prossima riunione''.
''Abbiamo voluto dare - afferma Alemanno - un'altra risposta alle imprese agricole e ai territori colpiti dalle calamita' naturali nel 2003. Questi 50 milioni andranno a integrare gli stanziamenti attribuiti alle regioni con le due precedenti assegnazioni di 100 e 185 milioni''. Con questa somma, prosegue il ministro, ''si integrano le dotazioni gia' erogate a seguito delle emergenze siccita' e gelate che hanno colpito produttori e imprese lo scorso anno. Si tratta di un intervento necessario che da' una risposta concreta alle richieste degli assessori regionali all'Agricoltura e dei presidenti delle Giunte regionali per il completamento degli interventi di ripristino''.
Anche per il futuro, conclude Alemanno, le imprese agricole ''potranno contare sul Fondo di solidarietà nazionale, la cui riforma e' stata sancita con il decreto legislativo 102/2004, con l'obiettivo di aiutare le aziende e i produttori a prevenire le emergenze attraverso la copertura assicurativa dei rischi''.  Questo il riparto integrativo proposto e riferito alle singole regioni:PIEMONTE 3.468.000, VALLE D' AOSTA  4.000, LIGURIA   307.000, LOMBARDIA  1.690.000, P.AUT.BOLZANO  243.000, P.Aut.TRENTO 94.000, VENETO 3.689.000, FRIULI.V.G. 2.650.000, EMILIA-ROMAGNA 5.505.000, TOSCANA 4.135.000, MARCHE 2.341.000, UMBRIA 950.000, LAZIO   2.172.000, ABRUZZO  348.000, MOLISE 2.140.000, CAMPANIA 6.356.000, PUGLIA 9.115.000, BASILICATA   2.265.000, CALABRIA  326.000, SICILIA  726.000 SARDEGNA  478.000, UMBRIA 1.000.000, per un totale di
 50.000.000 di euro.
(red)
 

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