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Sommario |
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Basilicata: parte sperimentazione 118 | ||||||||||||||||||||||||||
Avviato in via sperimentale il servizio emergenza
-urgenza 118
in Basilicata. E'
iniziata in via sperimentale, l’attività della centrale operativa di
“Basilicata Soccorso”,
l’ente
istituito dalla Regione per gestire il servizio di emergenza urgenza 118.
Quindi per le chiamate di soccorso sanitario non è più necessario
rivolgersi agli ospedali. In tutta la regione è attivo il numero gratuito
118, al quale risponde un operatore della centrale di Basilicata Soccorso
che dopo una rapida informativa sull’accaduto è in grado di inviare sul
posto il mezzo adatto a portare soccorso. “Con l’avvio del 118 – ha detto
ai giornalisti l’assessore alla Sicurezza e Solidarietà sociale della
Regione Basilicata, Carlo Chiurazzi, presente nella centrale operativa per
l’avvio del servizio – si determina una svolta importante: il servizio di
emergenza assume una fisionomia propria, basata su una dotazione di
medici, infermieri specializzati ed autisti soccorritori destinati
esclusivamente al 118, che si aggiungono al personale del servizio
sanitario. In questo modo il 118 non è la riorganizzazione dell’esistente,
ma si configura come un nuovo servizio, coerente con l’applicazione delle
leggi che regolano la materia”. Basilicata Soccorso “opererà in modo tale
– ha spiegato responsabile del 118, Pietro Petrillo – da costruire una
rete dell’emergenza con gli ospedali ed i punti territoriali di soccorso”,
per rendere più efficaci gli interventi di emergenza sanitaria. Per ora
sono stati attivati solo 22 dei complessivi 57 “punti territoriali di
soccorso” che nel giro di un anno, quando il servizio funzionerà a pieno
regime, saranno aperti in 49 Comuni della Basilicata per consentire
l’arrivo di un mezzo di soccorso in qualsiasi punto della regione entro
venti minuti dalla chiamata. Attualmente sono 22 le ambulanze disponibili,
che si aggiungo ai due elicotteri in funzione presso gli ospedali di
Potenza e Matera. In via sperimentale il servizio parte con 134
infermieri, 148 autisti e 25 medici, che a regime saranno,
rispettivamente, 348, 252 e 75. (sm) |
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Piemonte per valorizzazione e sviluppo ricerca | ||||||||||||||||||||||||||
La
Regione finanzierà, con i 2 milioni di euro
stanziati dalla delibera Cipe n.36 del
2002, 155 progetti presentati da ricercatori operanti presso gli Atenei,
le aziende sanitarie locali ed ospedaliere ed altri enti e organizzazioni
presenti sul territorio. |
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Veneto: maggio con sconto utenti linee trasporto pubblico locale | ||||||||||||||||||||||||||
Col mese di maggio, agli utenti delle linee
di trasporto pubblico locale del
Veneto gestite da Trenitalia
S.p.A. sarà applicata una riduzione in unica
soluzione sul prezzo del rinnovo dell’abbonamento ferroviario. Viene
infatti applicato il provvedimento con il quale la Giunta regionale ha
sanzionato Trenitalia per 540.276,38 euro per la soppressione unilaterale
di alcuni treni e per i ritardi superiori a quelli preventivati,
devolvendo la sanzione come sconto ai pendolari. Lo sconto è
sostanzialmente del 5 per cento per l’abbonamento settimanale, del 13 per
cento per quello mensile, del 3 per cento su quello trimestrale e dell’1
per cento per quello annuale. Lo sconto viene applicato automaticamente al
momento del rinnovo; coloro invece che possiedono un abbonamento
trimestrale o annuale in corso di validità e non in scadenza a maggio
potranno chiedere un rimborso di importo pari allo sconto. La Regione
Veneto – ricorda una nota a firma del presidente della Regione e
dell’assessore alle politiche della mobilità distribuita agli utenti nelle
biglietterie – ha intrapreso per prima il metodo della tutela diretta
degli utenti del trasporto ferroviario. In caso di disservizio in ambito
regionale gli utenti pagheranno gli abbonamenti di meno rispetto alle
tariffe normali. Riteniamo tale provvedimento un segnale di attenzione e
rispetto nei confronti di tutti coloro che usano il trasporto pubblico
ferroviario per le proprie esigenze di studio o lavoro. E intendiamo
proseguire su questa strada anche per il futuro, rendendoci garanti del
massimo rispetto nei confronti dei cittadini utenti di questa Regione”.
Gli abbonati ai servizi locali ferroviari del Veneto sono circa 55 mila
(14 mila abbonamento settimanali, 37 mila mensili, 100 trimestrali e 4000
annuali) e il servizio è effettuato da circa 700 treni al giorno. La
sanzione, che si riferisce al 2003, riguarda la decisione unilaterale e
intempestiva di Trenitalia di sopprimere 18 treni (sostituiti da autobus,
per complessivi 517 giorni di mancata circolazione, pari a 29.349,334
treni/km), e la percentuale di ritardi per i quali è stato riscontrato uno
scostamento rispetto agli standard di contratto Le sanzioni restituite ai
pendolari si aggiungono quelle a suo tempo comminate in relazione alla
qualità, alla informazione agli utenti e alla pulizia dei treni e delle
stazioni. Peraltro la Giunta regionale ha già affidato alla Sistemi
Territoriali S.p.A. il monitoraggio della qualità dei servizi di
Trenitalia S.p.A. per il 2004, mentre in fase di ricontrattazione delle
condizioni di servizio si punterà ad esaltare ancor più gli aspetti
qualitativi del servizio offerto. (red) |
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Medici: esclusività annuale | ||||||||||||||||||||||||||
Per i camici bianchi esclusiva a tempo.
Così titola "Il sole 24 Ore" in merito al provvedimento che interessa i
medici del Servizio Sanitario nazionale, mentre il quotidiano "la
Repubblica" titola "Medici,
bocciata l'esclusiva; ogni anno potranno scegliere".
Di che cosa si tratta ? Di una norma, inserita dalla maggioranza con un emendamento al decreto sull'emergenza sanitaria. Ogni medico potra' scegliere di anno in anno, se prestare la propria opera esclusivamente per il Servizio sanitario compresa la libera professione, la cosiddetta intramoenia, oppure se svolgere l'attivita' privata al di fuori del servizio pubblico. Al Senato è quindi passato il testo del provvedimento, che ora passa all'esame della Camera, che pone fine al principio della irreversibilita' della decisione previsto dalla legge oggi. L'emendamento modifica inoltre le regole sulle cariche direttive delle strutture sanitarie: potranno diventare primari anche i medici che non hanno un rapporto di esclusivita' con il Ssn. Per quanto riguarda il carico dei costi - ad esempio l'indennità di esclusività (750 euro mensili lordi) - le Regioni sono state sempre d'accordo nel sostenere il rispetto del principio "chi rompe paga", e cioè chi tra Regioni e Stato rompe l'accordo dell'8 agosto 2001 (sul contenimento della spesa sanitaria), chi introduce nuovi costi contrattuali, debba farsi carico dei conseguenti oneri, e in questo caso è lo Stato. Il decreto contiene misure per fronteggiare situazioni di pericolo per la salute pubblica oltre ad un pacchetto di emendamenti su prevenzione, trapianti e tutela della privacy. E' prevista anche l'uniformita' di trattamento economico e normativo per il personale che lavora con un rapporto di convenzione, cioe' i medici di medicina generale ed i pediatri. E nascera' presso il Ministero della Salute il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive e per le emergenze legate al bioterrorismo. E' stata la sinistra a smantellare il servizio sanitario nazionale: cosi' la senatrice Elisabetta Alberti Casellati (FI) ha voluto replicare alle critiche delle opposizioni all'emendamento che rende annuale e non piu' definitiva la scelta del rapporto di lavoro per i medici del servizio pubblico:''Con l'emendamento sulla reversibilita' dell'esclusivita' del rapporto di lavoro dei medici - ha ribadito la senatrice - viene eliminata una grave anomalia e vengono liberati i medici da un vincolo inaccettabile''. Mentre per Pierluigi Petrini della Margherita ''E' vergognoso che si sia votato un emendamento, quello sul lavorodei medici, mai discusso in Commissione e che modifica uno deicardini del Sistema sanitario nazionale, legato all'esclusivita'del rapporto di lavoro. Inoltre, l'emendamento non ha le caratteristiche di urgenza proprie dei decreti legge per cuiavrebbe dovuto essere considerato inammissibile''. I senatoridell'Ulivo Leopoldo Di Girolamo (DS), Emanuela Baio Dossi(Margherita) e Francesco Carella (Verdi), parlano di ''controriforma strutturale del sistema sanitario'' e di smantellamento del Servizio pubblico. Ma la modifica del principio dell'irreversibilita' della scelta, previsto appunto dalla riforma sanitaria, non basta a fermare la protesta dei medici che decidono di rilanciare e ad appena 10 giorni dall'ultimo sciopero annunciano altre due giornate di protesta. Il cartello unitario dei medici ha annunciato due giornate di sciopero (probabilmente all'inizio di giugno) se non sara' approvato in tempi brevissimi l'atto di indirizzo necessario per l'apertura delle trattative per il rinnovo del contratto dei medici dipendenti del servizio pubblico. ''Abbiamo avuto pazienza estrema - ha spiegato Serafino Zucchelli, leader del maggiore sindacato della dirigenza medica, Anaao Assomed - ma oltre a dichiarazioni di singoli che lasciano il tempo che trovano, non possiamo che registrare preoccupazioni per le dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella, che non intende rinnovare i contratti per destinare le cifre agli sgravi fiscali. L'emendamento approvato oggi sulla reversibilita' della scelta, poi, non basta''. Il primo via libera ad una modifica come quella delle opzioni per il lavoro in intramoenia quindi non basta. E i sindacati lo dicono con chiarezza nonostante sulla questione qualche sigla parla di 'segnale positivo', come nel caso della Cisl medici. ''Daremo battaglia, non pensino di cavarsela tanto facilmente, non sarebbe la prima volta che restituiamo al mittente tentativi maldestri'' afferma dalla Camera Rosy Bindi (Margherita), ex ministro della Sanita', annunciando una opposizione netta alla norma, approvata dal Senato, che fa saltare uno dei capisaldi della sua riforma. ''La norma - sottolinea Bindi - e' evidentemente incostituzionale per mancanza di affinita' di materia, cosa che non mancheremo di far notare. Il governo ancora una volta dimostra di avere un atteggiamento irrispettoso nei confronti del parlamento perche' le modifiche alla riforma si fanno coinvolgendo la sanita', il Parlamento, non con un blitz in un decreto o nella finanziaria''. (gs) |
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Emilia-Romagna: campagna donazione sangue | ||||||||||||||||||||||||||
Opuscoli, manifesti, locandine, ma anche
una maratona radiofonica, City tour in camper, incontri ed un concorso per
gli studenti.
La Regione, in collaborazione con le associazioni
Avis e Fidas/Advs, lancia la campagna annuale di comunicazione per la
promozione della donazione di sangue “La vita non aspetta”. Le iniziative di quest’anno - secondo quanto reso noto anche da Saluter la newsletter dell'Emila-Romagna - partono sulla scia del successo dello scorso anno, nel quale si è registrata una crescita sensibile sia nel numero di donatori (oltre 5000 i nuovi associati ad Avis e Fidas/Advs), sia nelle donazioni (+4.093). “Il lavoro con le associazioni è per noi importantissimo perché con le loro azioni ci consentono di lavorare non solo sulla quantità, ma anche sulla sicurezza - ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità, Giovanni Bissoni, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Campagna di quest’anno, che si è tenuta questa mattina in viale Aldo Moro a Bologna. Molte regioni hanno quote significative di donazioni provenienti da donatori occasionali, noi invece possiamo contare su donatori informati e fidelizzati”. Punto di partenza sono i risultati di due indagini promosse dall’assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna e realizzate dall’Istituto Swg. Le ricerche hanno coinvolto neo-donatori dai 18 ai 34 anni: la prima qualitativa (3 focus group), la seconda quantitativa (indagine telefonica a 302 neodonatori). La donazione di sangue, in particolare per i più giovani, è motivata dall’attenzione al volontariato, ai valori della partecipazione e dell’altruismo, oltre che dalla tradizione familiare, dal contatto diretto con amici o persone vicine con esperienze di donazione, da informazioni ricevute nell’ambito scolastico. La Campagna 2004 comprende l’opuscolo “Il sangue: conoscere per donare”. Stampato in 500.000 copie, contiene le principali informazioni su modalità e sicurezza della donazione, valore e cultura del dono del sangue, recapiti e riferimenti per approfondire. Informazioni sulle donazioni e notizie sugli appuntamenti si possono trovare sul sito www.donaresangue.it o componendo il Numero Verde unico del Servizio sanitario regionale 800 033 033, attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30. Nel 2003 in Emilia-Romagna sono state raccolte 238.231 unità di sangue intero con un incremento dell’ 1,7% rispetto all’anno precedente (erano state 234.136 nel 2002). Nel 2004 l’obiettivo della raccolta di sangue è di raggiungere le 240.000 unità. I donatori emiliano-romagnoli, che sono oltre 150 mila, consentono di soddisfare le esigenze regionali e di contribuire al fabbisogno nazionale: 12.550 sono state le unità di sangue inviate alle Regioni carenti, con un incremento rispetto al 2002 del 46% (erano state 8.579 nel 2002). La Regione Emilia-Romagna intende continuare nel contributo all’autosufficienza nazionale per il sangue: numerose Regioni (Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) non sono, infatti, ancora autosufficienti. (red) |
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Liguria: no unione Autorita' Portuali di Genova e Savona | ||||||||||||||||||||||||||
''La
Regione Liguria e' contraria all' unione delle Autorita' Portuali di
Genova e Savona''. Lo ha detto il presidente della giunta regionale
ligure, Sandro Biasotti (nella foto), riferendosi al dibattito sulla necessita' o meno
di unire le strutture di comando dei due scali liguri. ''Non ci sono le condizioni sul territorio - ha detto il presidente Biasotti - e non c' e' l' interesse''. L' ipotesi di una authority unica per Genova e Savona era stata lanciata da operatori portuale genovesi ma ha ricevuto negli ultimi giorni risposte negative dagli ambienti marittimi savonesi. Biasotti ha espresso il parere ''assolutamente contrario'' della Regione. ''Noi - ha detto Biasotti - siamo favorevoli alla esistenza di tre Autorita' distinte. E' giusto - ha aggiunto - che vi sia un coordinamento - ma nulla piu', l' importante per la Liguria e' avere tre Porti di valore internazionale''. Infine visita il Mar Ligure online: MARE DI LIGURIA. Il sito della Regione, infatti, invita a navigare sulle nuove pagine dedicate al Santuario dei cetacei e al Centro Nazionale delle Aree Marine Protette che ha trovato sede a Genova. Un viaggio in un ambiente marino da conoscere e rispettare. (red) |
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