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Sommario |
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Formigoni critica rating | ||||||||||||||||||||||||||
Massima cautela nel gestire la situazione
di incertezza in cui versano ancora i conti pubblici italiani. Il
Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio
(nella foto) invita il Governo a non
abbassare la guardia sulla finanza pubblica.
Servono misure strutturali che sostituiscano le una tantum degli anni
scorsi e portino a un risanamento ''duraturo e permanente''. Via libera
poi alla riduzione del carico fiscale. A condizione però che sia fatto
senza aumentare il disavanzo, ma riducendo la spesa. Se così non fosse i
benefici della riduzione del prelievo sarebbero annullati dai fattori
''negativi'' legati all'aumento del debito pubblico. In pratica, avverte Fazio nel suo intervento "le banche e le prospettive dell'economia",, ''vanno verificate le prospettive dei conti pubblici sia per l'anno in corso, sia per il 2005''. Non solo. Occorre anche fare i conti con il possibile innalzamento dei tassi d'interesse ''a livello globale'' che avrebbe un impatto negativo sulla spesa per interessi. Tutti questi fattori giustificherebbero l'abbassamento del rating dell'Italia da parte di S&P che, dice il Governatore, si e' limitata a ''confermare le difficoltà'' del Paese. Invece - come avevamo preannunciato già ieri - dopo la bocciatura arrivata da Standard & Poor's è giunta una indicazione di segno diverso da Moody's, che si e' detta convinta che i nostri conti pubblici sono sotto controllo. Per questo ha confermato ad Aa2 il rating assegnato all'Italia, ribadendo anche l'outlook stabile per il debito pubblico in euro o in valuta. A differenza di S&P, Moody's ha confermato il giudizio di due anni fa, quando alzò il rating sul debito da AA3 a AA2. Prima di modificare il giudizio, l'agenzia ritiene infatti indispensabile capire ''se vi saranno le nuove politiche economiche'' del Governo ''e valutarne gli eventuali impatti''. Da qui la scelta di evitare qualsiasi ritocco. ''Un fattore importante a sostegno del rating è stato il calo del debito pubblico, sceso al 106,2% del pil nel 2003 dal 123,2% del 1995'', spiega l'agenzia. Il rallentamento nel miglioramento dei parametri dei conti pubblici italiani, che pure c'e' stato, e' avvenuto ''in tandem con il rallentamento della crescita economica iniziato nel 2001''. Ma la ripresa dell'economia dovrebbe invertire la tendenza, dando fiato anche ai conti pubblici. Come Standard & Poor's anche Moody's sollecita la rapida attuazione di importanti riforme strutturali, ma l'incertezza politica che ha compromesso il giudizio annunciato ieri da S&P non rappresenta questa volta un fattore determinante. ''Malgrado l'Italia abbia bisogno di attuare importanti riforme strutturali, Moody's - sottolinea l'agenzia - crede che la vivace democrazia italiana sara' capace di adottare misure appropriate prima che si deteriori seriamente la dinamica dell'indebitamento pubblico''. Quindi, ''a meno che non ci sia un significativo cambio di direzione della politica di bilancio italiana, cosa che non e' attesa, - conclude - il rating Aa2 resta stabile''. Per il responsabile di Fitch (altra società di rating) ''le elezioni anticipate sembrano piu' probabili adesso rispetto ad un anno fa, data la pressione crescente a cui il governo italiano e' sottoposto''. Proprio la situazione di incertezza politica potrebbe, secondo Eisinger, ''mettere a repentaglio il futuro degli interventi strutturali, come la riforma delle pensioni, lo stesso piano di riduzione delle tasse''. Prima delle elezioni amministrative e del ritiro di Tremonti l'agenzia aveva confermato il rating dell'Italia (AA con outlook stabile) lanciando pero' un allarme sul futuro dei conti pubblici e sottolineando la necessita' di riforme strutturali da affiancare alle una tantum che hanno permesso allo Stato di mantenere il rapporto deficit/pil sotto la soglia del 3%. ''Uno spettacolo poco bello'': cosi' Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ha commentato le decisioni contrastanti di Standard and Poor's, che ha declassato l'Italia,, e di Moody's che, invece, ha mantenuta inalterata la valutazione. ''Anche le agenzie di rating non vanno d'accordo fra di loro - ha aggiunto -, non solo i partiti''. Formigoni ha spiegato come la decisione di declassare l'Italia implichi anche una declassamento della Lombardia, ''e su questo - ha detto - avremmo da discutere''. La Regione, infatti, ha emesso 1 miliardo in bond da restituire a un interesse particolarmente favorevole, e la variazione nel rating comportera' un aumento dei tassi che la Lombardia dovra' pagare, anche se, secondo il presidente, non preoccupante.''Il tasso sara' leggermente modificato - ha concluso Formigoni - in attesa che Standard and Poor's riqualifichi l'Italia fra qualche mese''. Per Fazio in questo senso un passo importante e' stato fatto dal Governo mettendo mano alla manovra da 7,5 mld che verra' varata oggi dal Consiglio dei ministri e che mira a tenere il rapporto deficit/Pil sotto il 3%. Senza questa correzione, ricorda il Governatore, deficit avrebbe viaggiato intorno al 3,5%. Di questo sforzo anche l'Europa ha dato atto all'esecutivo. ''Il positivo esito della riunione dell'Ecofin - ha ammesso il Presidente - ha evitato il deterioramento delle aspettative''. Non resta altro che andare avanti sulla strada del rigore e mettere mano a quelle opere infrastrutturali la cui realizzazione finora e' stata ''limitata''. ''E' necessario un innalzamento della fiducia. Esso - rimarca Fazio - puo' discendere dalla definizione di una credibile e condivisa politica economica". Un appunto anche da Formigoni. ''Lo stato usi il potere che ci ha tolto. Ora sta al governo provvedere alla riduzione o eliminazione dell'Irap''. Cosi' il Presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni. ''La Regione -precisa il presidente lombardo- non ha piu' potere in materia. Quando 3 anni fa potevamo farlo, abbiamo eliminato la tassa. Quando due anni fa ci e' stato ridotto il potere, abbiamo abbassato l'Irap del 25%. Ora il compito e' del governo''. E proprio alla lombardoia è dedicato un Dosser con intervista al presidente de Il mondo (cfr: Cosi' ho rimesso in moto la regione; Alla vigilia della grande expo' ; La lunga corsa verso le Olimpiadi 2016 ;Cantieri aperti (da chiudere in fretta) ) (sm) |
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Federalismo da "cucinare" | ||||||||||||||||||||||||||
''Il testo della riforma costituzionale
varato a Lorenzago e approvato in prima lettura dal Senato, non è il
Vangelo e può e deve essere modificato perché rappresenta un passo
indietro rispetto alla riforma federalista che stava nel programma di
governo della Casa delle Libertà". Lo afferma il vicesegretario del
Nuovo Psi Donato Robilotta (nella foto), assessore agli affari
istituzionali della Regione Lazio, proprio mentre la I commissione Affari
Costituzionali della Camera sta vagliando una
serie di emendamenti. |
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Basilicata e Liguria: nuovi servizi lavoro; convegno ad Ancona | ||||||||||||||||||||||||||
La giunta
regionale della Basilicata ha stabilito gli indirizzi operativi per l'
istituzione dell' anagrafe regionale del lavoro e dei servizi per l'
impiego. |
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Riforma porti: centrale il ruolo delle Regioni | ||||||||||||||||||||||||||
“La
riforma del sistema portuale è un provvedimento che investe in modo
diretto e rilevante la competenza delle Regioni e per questi motivi il
testo che attualmente è all’attenzione del Comitato ristretto dell’ 8°
Commissione del Senato, assume una importanza strategica”, lo ha
dichiarato l’Assessore
Vittorio Adolfo (nella foto) della Regione Liguria, Coordinatore degli
Assessori ai porti per la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, al
termine di un’audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni
davanti allo stesso Comitato ristretto dell’8° Commissione del Senato.
“C’è la necessità di considerare attentamente – ha proseguito Adolfo - le
esigenze di coordinamento del territorio che, riconoscendo le specifiche
necessità degli Enti locali, non può che avere una dimensione regionale.
Si tratta di un fatto che emerge poi con evidenza in Regioni dove operano
più autorità portuali. Occorre dunque riconoscere le competenze di
pianificazione proprie della Regione, soprattutto in un momento in cui si
sta lavorando per la modernizzazione delle infrastrutture che,
evidentemente, hanno dimensione regionale o interregionale. Per questo
motivo – ha detto Adolfo - sarà bene far riferimento, proprio in virtù del
ruolo di programmazione della Regione, al concetto di sistema portuale
regionale. Lo stesso piano regolatore portuale dovrà evidentemente
tenere conto delle indicazioni strategiche del master plan regionale.
Quanto alla nomina dell’autorità portuale, il coordinamento degli
Assessori regionali ai porti sta lavorando attorno alle possibili ipotesi
per un settore come questo che è “a legislazione concorrente”. La tesi
che, prossimamente sottoporremo alla Conferenza dei Presidenti delle
Regioni – ha concluso Adolfo - è quella che si arrivi ad una terna di
nomi, proposta esclusivamente dal Presidente della Regione, sentite le
Autonomie locali, su cui poi possa concentrarsi la valutazione del
Ministero competente”. (red) |
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A Bologna confronto e proposte degli assessori allo spettacolo | ||||||||||||||||||||||||||
Parte oggi, a Bologna, un
confronto fra le Regioni sulle disposizioni legislative in materiadi
spettacolo e sulle eventuali iniziative che il coordinamento degli assessori regionali
allo spettacolo, intende presentare poi all'attenzione della Conferenza dei
Presidenti
delle Regioni e delle province autonome. Alla Liguria è affidato il
coordinamento della materia. Pertanto il confronto è guidato dal
vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Liguria Gianni
Plinio. E' la prima volta - ha spiegato Plinio - che le Regioni, in maniera congiunta
e concorde, pongono all'attenzione del Parlamento, del Governo e degli
enti locali e al mondo dello
spettacolo proposte articolate che abbracciano l'intera materia,. Per le
Le Regioni italiane è importante riconoscere l'autonomia nella destinazione e nella gestione
di risorse destinate allo spettacolo. E è negativo il parere sul
decreto governativo che disciplina l'attività delle sale cinematografiche
annunciato dal ministro Urbani all'ultimo Festival del Cinema di Venezia.
''Un provvedimento che limita il ruolo dei governi locali al solo regime autorizzativo delle sale, mentre ben altre sono le
attività che le
Regioni hanno sviluppato e stanno portando avanti in campo
cinematografico''. Altro argomento è il Fondo Unico dello spettacolo che negli ultimi anni ha visto ridursi la sua consistenza. Ma la materia spettacolo è concorrente o esclusiva delle Regioni con la nuova riforma del Titolo V della Costituzione? La maggioranza dei costituzionalisti sostiene che , in quanto "residuale", sia esclusiva, tanto che la regione Toscana ha presentato tre ricorsi a riguardo. La Conferenza dei Presidenti delle Regioni sin dall’entrata in vigore della Riforma costituzionale (vedi Dossier sulla Legge costituzionale 3/2001 del 21 dicembre 2001 e Dossier sull’attuazione della Legge 131/2003 del 4 marzo 2004), poi ribadita, anche se con posizioni più mediate in due documenti del 2002 e del 2003, è quella di ricomprendere la materia spettacolo nell’area della legislazione esclusiva regionale. Naturalmente c'è la necessità di ripartire le risorse del fondo unico dello spettacolo e di dare risposte concrete agli operatori del settore e per questi motivi gli Assessori allo Spettacolo in più di una occasione hanno aperto un confronto con il Ministero - senza pregiudizi anche rispetto a chi sostiene che la materia spettacolo sia a legislazione concorrente. E già nel 2002 a conclusione di un incontro con il Ministro Urbani, è stato avviato un percorso di lavoro congiunto in sede politica e tecnica. E in considerazione della necessità di addivenire ad una soluzione della ripartizione delle risorse nel quadro delle nuove competenze legislative, il 1 aprile 2004 è stata siglata un’Intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni volta a ripartire le risorse del FUS per il settore prosa - anno 2004- e ad istituire un tavolo di confronto Stato-Regioni . L'analisi settoriale delle problematiche relative al settore non deve far dimenticare che è in corso di attuazione la maxi delega “La Loggia” per tutte le materie previste dall’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. . (red) |
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Condono edilizio: Bassolino ed Errani per cooperazione istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||
Sul condono edilizio Bassolino ed Errani
evidenziano che per fare chiarezza sul condono edilizio è indispensabile
la collaborazione istituzionale dopo la
pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale. Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha scritto sul tema del condono edilizio una lettera al presidente del consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo. Bassolino chiede di ''valutare l' opportunita' di definire insieme un percorso coerente e condiviso con il precipuo fine di addivenire a soluzioni che forniscano ai cittadini la certezza del diritto e, conseguentemente, la tutela dei propri interessi''. ''Illustre Presidente - scrive Bassolino a Berlusconi - le scrivo a proposito delle recenti decisioni pronunciate in materia di condono edilizio dalla Corte Costituzionale che, nell' operare una netta distinzione tra l' effetto estintivo del reato - materia questa rientrante nella potesta' legislativa esclusiva dello Stato - e quello sanante degli abusi edilizi, oggetto di potesta' legislativa concorrente, ripropone in maniera ancora piu' evidente il tema della cooperazione istituzionale tra lo Stato e le Regioni a seguito della riforma del titolo V della Costituzione''. ''Ritenendo doveroso raccogliere la richiesta della Corte a improntare il proprio operato alla leale collaborazione - scrive ancora Bassolino - la invito a valutare l' opportunita' di definire insieme un percorso coerente e condiviso con il precipuo fine di addivenire a soluzioni che forniscano ai cittadini la certezza del diritto e, conseguentemente, la tutela dei propri interessi''. ''Le recenti decisioni pronunciate in materia di condono edilizio dalla Corte Costituzionale - scrive Bassolino a Ghigo - ripropongono in maniera ancora piu' evidente il tema della cooperazione istituzionale tra lo Stato e le Regioni a seguito della riforma del titolo V della Costituzione''. ''In particolare - prosegue la lettera - il rilievo mosso dalla Corte che solo alcuni limitati contenuti di principio della legislazione in questione possono ritenersi sottratti alla disponibilita' dei legislatori regionali, conferma la giustezza di una impostazione sostenuta con forza dalla nostra Regione tesa a difendere l'autonomia sulle scelte strategiche e operative in materia di governo del territorio''. ''Alla luce delle considerazioni esposte - conclude Bassolino - ed anche al fine di accogliere la richiesta della Corte ad improntare il proprio operato alla leale collaborazione, appare opportuno affrontare in tempi brevi il tema del condono in una apposita sessione della Conferenza Stato-Regioni''. “Va riaperto il confronto, Bassolino ha ragione”, ha dichiarato Vasco Errani (nella foto), Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente della regione Emilia-Romagna. “Bisogna fare chiarezza. Il problema è stato nuovamente sollevato anche nell’ultima Conferenza dei presidenti delle regioni. Governo e Regioni ed enti locali devono ora affrontare le questioni aperte dalla sentenza, che sollecita proprio in tal senso una maggiore cooperazione istituzionale. Avevamo avvertito dei rischi che il provvedimento comportava anche sotto l’aspetto prettamente finanziario, poiché di fatto si dava incertezza ad una parte fondamentale della manovra economica. Incertezza che ora crea altra incertezza, anche dal punto di vista amministrativo. Pertanto ribadiamo sempre la priorità di dover creare dei corretti ed equilibrati rapporti nel governo ambientale e urbanistico del territorio. E’ quindi indispensabile che Governo e Regioni si confrontino nella sede opportuna della Conferenza Unificata e diano quelle soluzioni e risposte che i cittadini attendono”. (gs) |
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