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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 322-
Roma, 2 Luglio 2004 |
Sommario |
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Regioni pronte a discutere
Dpef |
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Le Regioni- essenziale il confronto, titola così
"Italia Oggi", riprendendo un comunicato della Conferenza delle Regioni -
che si è svolta ieri - sul tema Dpef, che evidenzia il fatto che
i bilanci regionali
sono sempre più a rischio.
Pertanto le Regioni e le Province Autonome
ritengono essenziale che il DPEF 2005-2008 sia predisposto sulla base di
un confronto con il Governo. In tal senso le Regioni richiedono, insieme
anche a Comuni e Province, precisi impegni e propongono che le prossime
Conferenze Stato-Regioni e Unificata siano dedicate in modo specifico alle
questioni finanziarie con la partecipazione di tutti i Ministri
competenti.
Le Regioni nell’imminenza di provvedimenti in materia economica
finanziaria e, tenuto conto dell’affollarsi di scadenze (Ecofin e Dpef)
ribadiscono le richieste di un urgente incontro con il Presidente del
Consiglio per un loro coinvolgimento nella predisposizione di interventi
che incideranno profondamente sull’autonomia regionale.
Secondo la Conferenza dei Presidenti delle Regioni il DPEF 2005–2008 va
elaborato tenendo conto dello stato di grave criticità in cui versa la
finanza regionale.
Per le Regioni il DPEF dovrà prevedere:
-
ripristino
dell’autonomia fiscale e finanziaria modificando in tal senso le norme
che hanno bloccato l’autonomia impositiva e le norme che hanno limitato
il ricorso all’indebitamento per gli investimenti;
-
mantenimento delle attuali regole del Patto di Stabilità Interno quale
unico strumento di governo della spesa corrente concordato tra Stato e
Regioni ;
-
nessun
impatto negativo sugli equilibri di finanza regionale di eventuali
manovre di riduzione della pressione fiscale;
-
definizione
di un metodo concreto di confronto Stato - Regioni per dare soluzione
entro la scadenza dell’attuale legislatura regionale alle numerose
questioni finanziarie che restano aperte.
Per quanto riguarda il federalismo fiscale
le Regioni chiedono che l’Alta Commissione rispetti i tempi previsti per
la conclusione dei propri lavori e assuma come posizione delle Regioni e
degli Enti Locali il
documento sui meccanismi strutturali del federalismo fiscale
predisposto fin dal 18 giugno 2003.
Va attuato il principio-base per cui siano garantite sempre le risorse per
tutte le competetenze trasferite dallo Stato alle Regioni e agli enti
locali e va quindi garantito il finanziamento delle competenze esclusive
derivanti dall’attuazione della Legge Costituzionale n.3/2001, mentre non
è nemmeno stato attuata la prima ricognizione dei trasferimenti erariali
correnti (art. 30, finanziaria 2003) per farli confluire in un fondo unico
(attuazione art. 119 Costituzione).
Forti le preoccupazioni per il servizio sanitario nazionale: per l’anno
2005 la stima del fabbisogno finanziario per assicurare l’erogazione dei
Livelli Essenziali di Assistenza si attesta intorno 91 miliardi di euro.
La sottostima dei Lea - rilevata dal Tavolo di monitoraggio
Governo-Regioni per gli anni 2001 e 2002 – è stata più volte evidenziata
al Governo da parte delle Regioni, da ultimo durante l’iter della
Finanziaria 2004 ed il Governo si è impegnato ad accompagnare eventuali
variazioni di incremento dei LEA , decisi a livello centrale, con le
necessarie risorse aggiuntive.
Al fabbisogno così stimato vanno aggiunti gli arretrati del contratto e
delle convenzioni e gli oneri, per l’anno 2004, relativi all’assistenza
agli immigrati extracomunitari regolarizzati. Gli incrementi del fondo
sanitario come definiti nell’ambito dell’Accordo dell’8 agosto 2001, non
riescono a dare copertura neppure all’aumento dei costi contrattuali
dovuto all’inflazione programmata e resta quindi da definire la questione
della copertura di tali oneri. Un’ulteriore preoccupazione suscitano i
disavanzi degli IRCCS, delle aziende miste e dei policlinici universitari.
Infine le Regioni ribadiscono la necessità che, nell’ambito della loro
autonomia fiscale, possano fruire di forme di finanziamento obbligatorie
per i costi del welfare. Tra gli altri temi da affrontare nel Dpef si
rilevano le politiche abitative, le risorse aree sottoutilizzate, le
neutralità fiscale, il demanio idrico, l’istruzione, l’università, la
formazione professionale, la mobilità e la riorganizzazione del trasporto
pubblico locale.
(red) |
Bassolino scrive a Tremonti
per fondi Cipe |
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Bassolino al governo- sbloccate i fondi Cipe, dice a
"il Mattino" il presidente della regione Campania.
Il mancato riparto alle Regioni
da parte del Cipe di fondi gia' deliberati per gli investimentilocali, blocca di fatto la programmazione delle Regioni stesse. E' per sbloccare tale impasse che il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino
(nella foto),
ha inviato una lettera al sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e al ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. Agli esponenti di governo il governatore sollecita
un intervento e si dice certo del loro impegno ''affinche' il Cipe
approvi tempestivamente la delibera di riparto del fondo aree
sottoutilizzate, tenuto conto che su di esso c'e' stato l'unanime
consenso della Conferenza Stato-Regioni''.
Il riparto ammonta a 3.494 milioni di
euro che saranno
impegnati in larga misura, in Accordi di Programma Quadro che
finanziano piani pluriennali di investimento in infrastrutture,
interventi nel settore ambientale, iniziative per lo sviluppo locale.
Bassolino ricorda che l'approvazione dello schema di deliberazione
Cipe da parte della Conferenza Stato-Regioni risale al 29 aprile
scorso. Con quell'incontro si provvedeva a ripartire, tra
Amministrazioni Centrali e Regioni, le risorse da assegnare alle aree
sottoutilizzate per il ciclo di programmazione 2004-2007.
''Lo slittamento a data da definirsi di questo
fondamentale adempimento - scrive Bassolino - riduce ulteriormente la
capacita' di investimento delle Regioni del Mezzogiorno; in carenza
di interventi diretti da parte delle amministrazioni centrali (la
spesa in conto capitale dei Ministeri e' stata drasticamente ridotta,
specie nel Sud), i fondi comunitari e il fondo per le aree
sottoutilizzate fanno fronte a un fabbisogno di rilevanti dimensioni,
che comprende praticamente tutti i settori chiave dello sviluppo''.
Il presidente fa presente che il
ritardo ''incide fortemente
sui meccanismi economici e sui processi tesi a dotare il mezzogiorno
di importanti e qualificate infrastrutture, con il rischio, in
particolare nella nostra Regione, di interrompere il ciclo positivo
che vede la Regione Campania conseguire risultati incoraggianti in
termini di crescita del Pil e dell'occupazione''. ''Piu' volte il
Governo nelle sue diverse
espressioni - conclude la missiva a firma del presidente della
Regione - ha sostenuto l'importanza di accelerare e qualificare la
spesa nelle aree del Mezzogiorno e come cio' sia decisivo per il suo
sviluppo. Ora il ritardo nell'adozione di questa delibera da parte
del Cipe rischia di scaricarsi sulle tante iniziative e sui tanti
progetti messi in campo da numerose amministrazioni, imprese, forze
sociali e culturali''.
(sm)
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Comuni, Regioni, Province e
Comunità montane su Dpef |
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Regioni e Comuni- subito incontro, è il
titolo de "il Sole 24 Ore"; "La Stampa":
Regioni e enti locali - basta spremere i
bilanci;
"la Gazzetta del Mezzogiorno":
Dpef-l'appello degli enti locali.
Comuni,
Regioni, Province e Comunità montane ritengono necessario un incontro
immediato con il Governo sulla manovra di contenimento del deficit e sul
Documento di Programmazione Economica e finanziaria 2005-2008.
Ritengono che le eventuali manovre correttive del deficit tendenziale del
2004 – necessario per rispettare i parametri del patto di stabilità
europeo – non devono penalizzare i bilanci delle autonomie territoriali
già fortemente colpiti dalle leggi finanziarie degli ultimi anni.
Manifestano grande allarme per l’insostenibilità della situazione
finanziaria del servizio sanitario nazionale e del trasporto pubblico
locale.
Auspicano che il DPEF sia il frutto di una concertazione istituzionale
ampia ed aperta che individui nella crescita, nella stabilità e nello
sviluppo i criteri portanti della programmazione economica dei prossimi
anni.
A tal
fine ritengono necessario escludere le spese per investimento dal calcolo
del patto di stabilità per evitare un onere ingestibile per i comuni e le
province che non riuscirebbero a rispettare il patto con evidenti
contraccolpi sull’economia nazionale. Allo stesso modo le regioni
richiamano l’attenzione sull’art. 3 della finanziaria 2004 che rischia di
produrre gli stessi effetti sugli investimenti regionali.
Invitano il Governo a prendere atto e riconoscere con i fatti il valore
del sistema delle istituzioni locali e delle regioni ed il contributo che
esse possono dare allo sviluppo del paese. Per questo ripropongono al
Governo un patto fra le istituzioni che veda nelle autonomie e nelle
regioni il perno su cui investire per una ripresa effettiva ed immediata
dell’economia nazionale, in piena attuazione della carta costituzionale e
del federalismo fiscale.
Intanto c'è l'annuncio da parte del vice premier
Gianfranco Fini: ''Manifesto
soddisfazione per la volonta' del premier di far approvare domani - e cioè
sabato - un documento di rilancio e di sviluppo dell' economia che conterra' le linee guida del prossimo Dpef da sottoporre alle parti
sociali, centrato sulla competitivita', la riduzione del carico fiscale e
l' equilibrio tra nord e sud''.
E
il presidente della Sicilia, Salvatore Cuffaro,
sottolinea: "'Mi auguro che non ci siano tagli per il Mezzogiorno. Credo sia
necessario dare risposte sempre piu' concrete allo sviluppo del Sud e
auspico che dalla coalizione ci sia una presa di posizione sul fatto che
pur condividendo una manovra che ci tenga dentro Ecofin, non venga
intaccato il processo di sviluppo per il Mezzogiorno che credo sia
importante per tutto il Paese'',
(red) |
Nomine porti e parchi:
Regioni, impugneremo legge |
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La
Conferenza delle Regioni scrive al Presidente del Senato, Marcello Pera
(nella foto), sollevando critiche al provvedimento che centralizza le
nomine delle Autorità portuali e dei Presidenti degli enti parco nazionali
(ODG
su nomine AUTORITA' portuali e su enti parco nazionali).
Le Regioni e le Province autonome, in relazione alla questione della
nomina dell’autorità portuale - prevista nell’articolo 6 del disegno di
legge di conversione (del decreto-legge n. 136 del 28 maggio 2004,
all’esame del Parlamento) - considerano l’illegittimità delle norme
contenute e le ritengono invasive delle competenze riconosciute dalla
Costituzione alle Regioni. Queste norme sono anche in contraddizione con
recenti sentenze della Corte costituzionale che considerano la necessità
di trovare un’intesa come espressione del principio di leale
collaborazione tra le diverse istituzioni.
Le Regioni inoltre constatano che in sede di esame presso la Commissione
1^ del Senato Affari costituzionali, è stato introdotto al disegno di
legge un emendamento che estende tale procedura di nomina anche con
riferimento ai Presidenti degli enti parco nazionali e ai componenti dei
rispettivi consigli direttivi.
Pertanto La Conferenza delle Regioni ribadisce e afferma una posizione
contraria alla procedura individuata dall’articolo 6 e a quanto stabilito
all’articolo aggiuntivo in materia di nomine dei parchi nazionali.
Le Regioni, quindi, chiedono la loro soppressione e, nel caso contrario,
preannunciano la loro unanime volontà di impugnare tali disposizioni
dinanzi alla Corte costituzionale.
(red) |
Federalismo proporzionale |
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La riforma federalista della seconda parte della Costituzione arrivera' in
Aula alla Camera l'ultima settimana di luglio, garantendo cosi' l'incardinamento
della discussione generale come richiesto dalla Lega, in modo da arrivare
al voto a settembre.
La riforma è sempre quindi al centro del dibattito politico, ma ora è
coniugata - oltre che con i termini verifica e manovra - anche con la proposta di una riforma elettorale
che reintroduca il proporzionale per le politiche, prendendo a modello il
"Tatarellum", e cioè il sistema adottato oggi per le elezioni regionali.
La direzione del partito UDC (Corriere della Sera:
«Cambiare il federalismo e no al maggioritario»)
ha infatti approvato all'unanimita' un documento di
sostegno alla manovra e al federalismo. Ma, dicono, il nostro obiettivo e'
la legge proporzionale. Per Follini la riforma federalista non e'
l'undicesimo comandamento. Ecco quindi il riaprirsi dello scenario: rivedere la politica economica
e la riforma federalista correggendola in base ai principi dell'interesse
nazionale e delle competenze ben definite tra Stato e Regioni.
Si legge nel documento approvato all' unanimita' dalla direzione
dell' Udc: ''La direzione nazionale dell' Udc da' mandato ai suoi
parlamentari di adoperarsi a un ripensamento della riforma federalista,
che partendo dagli impegni elettorali e dal testo del Senato, definisca
con chiarezza e nell' ambito dell' interesse nazionale le diverse
competenze dello Stato e delle Regioni''.
In sintesi assieme all' impegno per un ripensamento del federalismo, l'Udc indica
come secondo obiettivo per la legislatura una riforma della legge
elettorale in senso proporzionale. ''La nostra proposta - si legge nel
documento approvato - si fonda sul proporzionale,
per garantire al meglio la rappresentativita' culturale e ideale con forme
varie di garanzia di governabilita' e stabilita'''.
Per Roberto Calderoli nella parte del documento Udc sulle correzioni da
apportare al federalismo: ''Non c'e' nessuna sorpresa", "anche perche' -
ha spiegato Calderoli - e' in corso da tempo un confronto, un
lavoro continuo per apportare le correzioni necessarie. Ho sentito
D'Onofrio e cosi' anche lui l'ha interpretato: le correzioni da apportare
sono quelle concordate nella Cdl ed il testo e' ormai pronto''.
''Noi non attacchiamo il federalismo, ma come pensiamo che ci debba essere
la proporzionale di governo, cosi' pensiamo ci debba essere un federalismo
ragionevole''. Cosi' il ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione. La ''stagione del dialogo'' nella Cdl deve riguardare anche
la riforma federalista sulla quale l'Udc avanza obiezioni. Ma la Lega
resta ''intransigente sui tempi''. Alessandro Ce' descrive cosi' la
posizione del Carroccio: ''la modifica proposta dall'Udc e' il contrario
dell'accordo raggiunto tre anni fa, che costituiva un punto di equilibrio
gia' acquisito.
Siamo pronti a dialogare, ma non dimentichiamo che il via libera al
federalismo e' anche fondamentale per essere confermati dalla volonta'
popolare alle prossime elezioni. Quindi, dialoghiamo ma rispettiamo i
tempi''.
Il
ministro Maroni
insiste: si' alla modifica della legge elettorale, ma solo dopo l'accordo
definitivo sul testo della riforma federalista: ''suscita preoccupazione
il proposito espresso nel documento di un ripensamento della riforma
federalista''.
Il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, sul pericolo del
federalismo messo in luce dall'Udc, afferma ''non siamo contrari al
federalismo in via di principio ma siamo d'accordo con il presidente di
Confindustria Luca Cordero di Montezemolo quando dice che non ci devono
essere aumenti di costi''. ''Per quanto riguarda l'indicazione Udc sul
proporzionale, An non ha problemi - sottolinea -. Sempre che si
arrivi a una soluzione che preveda un richiamo al maggioritario con
premi di maggioranza. Altrimenti sarebbe un ritorno al passato''. E il
presidente della regione Lazio intervistato da "il Giornale":
Anche Storace a fianco di Fini- Deve andare fino in
fondo, parlando di verifica afferma : ''O si recuperano
le ragioni della sobrieta' della coalizione o non ha senso stare insieme''.
Nel dibattito sul federalismo è intervenuto anche il presidente della
Regione Sardegna, Renato Soru (nella foto):
"Lamentiamo il fatto che, mentre si parla di attuazione del federalismo,
questo governo lanci mille piccoli segnali contraddittori'', facendo riferimento al tema delle nomine in materia di autorita' portuale e dei
vertici dei parchi ''che sta avvenendo in modo centralistico. ''Mentre si
tenta di raggiungere il decentramento - ha spiegato - si lanciano segnali
contraddittori, che qui cerchiamo di contrastare". ''Questa
amministrazione regionale sara' molto piu' presente alla conferenza dei
presidenti delle regioni - che ieri si è svolta a Roma - ci saremo
sempre perche' qui ci prendono le decisioni'',
ha concluso Soru.
Infine si analizzano ancora le recenti votazioni. Il presidente della
regione Puglia, Raffaele Fitto, rilascia interviste a riguardo sia a "il
Mattino" (Fitto-
Cdl sulla sconfitta pesa la questione Sud) che al "Messaggero":
Fitto- gli elettori del Sud si sono sentiti traditi.
E se il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni ha detto che
guarda con qualche apprensione alle regionali del 2005, Fitto risponde di
avere anche lui ''qualche preoccupazione. Si sta aprendo una fase nuova e
diversa -aggiunge- e dobbiamo fare un forte recupero''. Quanto al
proporzionale, Fitto afferma che ''il sistema elettorale regionale, che e'
proporzionalistico con premio di maggioranza, ha garantito per quattro
anni stabilita' al mio governo''. Anche Roberto Formigoni, presidente
della regione Lombardia, ritorna sull'argomento con un'intervista al
settimanale l'Espresso:
Silvio mi ricorda la Dc.
Infine in Piemonte il centrodestra ha gia' cominciato ''a rimboccarsi le
maniche per puntare alla scadenza delle regionali del prossimo anno''
perche', ha affermato il presidente della
Regione Enzo Ghigo:
''le chances per una rivincita ci sono tutte''.
Ghigo infatti si ricandidera' alla guida del Piemonte, e ottenere che ''la
coalizione si presenti coesa''.
(gs) |
Marche: Accordo Programma Quadro
sui porti |
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E' stato firmato un Accordo di Programma Quadro
sui porti delle Marche, lo ha reso noto
il sito del dipartimento per le politiche di
sviluppo e coesione del Ministero dell'Economia.
I Ministeri dell’Economia e delle Finanze – Servizio per le politiche di
sviluppo territoriale e le Intese, delle Infrastrutture e dei Trasporti e
la Regione Marche hanno firmato a Roma, l’Accordo di Programma Quadro
"Sistemi portuali".Il costo è di 20,4 milioni di euro, di cui 8,9 sono
assicurati dalle risorse assegnate dal CIPE per le aree sottoutilizzate
con le delibere nn.36/2002-17/2003, 1,2 da fondi regionali e degli Enti
locali e 10,3 dall’Autorità portuale di Ancona.Il programma riguarda: il porto di Ancona inserito, tra gli scali più importanti di
interesse nazionale, per la sua posizione strategica, nel "Corridoio
Adriatico", nodo di collegamento tra il Nord Europa e il Sud Est del
Mediterraneo, nel quale, oltre a opere strutturali per la cantieristica
minore e per il recupero ambientale, sarà realizzato il raccordo tra il
parco ferroviario della Stazione di Ancona e i piazzali retrostanti la
nuova darsena; il porto di Senigallia, di competenza regionale, dove sono previsti
lavori di ristrutturazione e di miglioramento sull’intera area portuale; il porto di Civitanova Marche, considerato come "porto rifugio per
la navigazione", dove sarà migliorato il sistema della viabilità e delle
condizioni di sicurezza nelle operazioni di movimentazione delle merci.
(red) |
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editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
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