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Sommario |
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Buttiglione: rinvio regionali al 2006, affascinante ma complessa | ||||||||||||||||||||||||||
''Non mi sentirei di dare un giudizio
definitivo perche' e' un' ipotesi affascinante ma complessa, che ha molti
punti positivi ma molti altri negativi''. Cosi' il ministro per le
Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, sul possibile rinvio di un anno
delle elezioni regionali per accorparle con il voto politico nazionale nel
2006. I poli continuano a discutere sempre della prospettiva politica delle prossime elezioni regionali. Da un parte si parla di rimpasto e federalismo, dall'altra se vale la pena di andare ancora uniti nel "Listone" oppure no. Nel centrodestra intervengono nel dibattito sia il presidente della regione Lazio, Francesco Storace, che il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni. ''Tremonti deve rassegnarsi ad un concreto e sbrigativo cambio di rotta - avverte il presidente della Regione Lazio Francesco Storace, intervistato dal "QUOTIDIANO NAZIONALE"(Storace avvisa i ministri azzurri : non c'e' solo il caso Tremonti). Per Storace ''vanno bene sia un rimpasto che un Berlusconi bis. L'importante è dare un segnale concreto di svolta. Ma non c'e solo il toto-Tremonti. Attualmente, dice Storace - ci sono ministri, anche di Fi, che potrebbero essere impegnati con successo altrove...''. ''In Italia -continua Storace- la dimensione sociale ha ancora una forte valenza politica, e i partiti non possono e non debbono dimenticarsene''. ''Come Presidente della Regione Lazio ho sostenuto concretamente i poveri, gli anziani e gli handicappati, ma senza penalizzare lo sviluppo: tant'è che questa è una delle regioni dove il Pil è cresciuto di più, dove nascono più aziende, dove la disoccupazione è in calo, dove i fondi comunitari sono utilizzati davvero. Tremonti deve rassegnarsi ad un concreto e sbrigativo cambio di rotta''. Riguardo alla vittoria di Alemanno su Gasparri ha concluso ''se la legge sul cosiddetto riassetto del sistema televisivo fosse stata intitolata ad Alemanno, a vincere sarebbe stato Gasparri''. ''Il problema di Forza Italia - spiega il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, intervistato dal GIORNALE (I finti Berlusconi rovinano Forza Italia ) - e' che al suo interno ci sono uomini, fra noi faremo nomi e cognomi, che si credono dei Berlusconi in sedicesimo. E come tali si sentono in diritto di decidere, imporre, dare ordini. gente che pensa più a escludere che ad includere persone nuove. Gente che discetta standosene il più lontano possibile dalla gente''. ''Dimenticano queste persone - aggiunge - che Berlusconi e' invece uno che in mezzo alla gente ci sta ogni volta che può. Che lavora sedici, diciotto ore al giorno, che si espone sempre e comunque in prima persona. Loro, i Berlusconi in sedicesimo, sono invece li', con le braccia conserte a sentenziare e basta. Un'attività di nessuna utilità per la crescita del partito''. Invece sull'altro fronte è aperta la discussione sull'opportunità di andare "uniti nell'Ulivo" anche nelle regionali. Ecco i principali titoli dai quotidiani: il Corriere della Sera: Listone alle Regionali, la Margherita frena i Ds; Il multiciclo dell'Ulivo; la Repubblica: Regionali, il listone si divide; il Messaggero: Listone alle regionali, bufera nell'Ulivo. Intervista a il Sole 24 Ore (Programma ora più difficile) , del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy,''Se 'Uniti nell'Ulivo' non ha perso voti, non si può neanche dire che ne ha guadagnati. L'impressione e' che una parte degli elettori Ds, non trovando il proprio simbolo, abbiano votato a sinistra rafforzando Rifondazione ei partiti minori dell'Ulivo. Il risultato complessivo e' senz'altro un buon risultato. Ma per la coalizione di Centrosinistra a conti fatti, questo significa che ora e' più difficile costruire un programma di governo condiviso''. secondo cui ora ''le strade sono due: o si va avanti con un unico soggetto politico, e sul partito unico sono state spese cosi' tante parole che bisognerebbe effettivamente andare avanti, o si decide di correre ognuno con il proprio simbolo. A partire dalle regionali del 2005''. Tuttavia, sottolinea Illy, ''al progetto del partito unico bisogna crederci fino in fondo; se poi, ad elezioni avvenute, i rappresentanti della Lista Prodi si dividono in piu' gruppi a Strasburgo, gli elettori non capiscono. E io credo che queste incertezze di fondo abbiano influito sul risultato elettorale. Il partito unico dei riformisti, a ogni modo, non risolve il problema: per vincere le elezioni del 2006 e' indispensabile l'apporto di tutta l'opposizione''. Anche il neo sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, intervistato da Repubblica, parla di politica nazionale e della lista unitaria: ''Era un progetto inedito, alla prima prova. E mentre il progetto politico del centro-destra esce malconcio dal voto, la lista unitaria puo' trovare nel suo risultato una spinta per costruire il nuovo. Subito. Il 2006 e' dietro l'angolo, e bisogna arrivarci per tempo, con un progetto politico compiuto. Quando dico progetto politico non parlo delle architetture organizzative. Scusi la monotonia, ma io su questo non cambio idea: prima ci si mette d'accordo sulle cose che vogliamo cambiare in questo paese, poi si vede come fare. (...) Prima si trova la coesione su valori e programmi, sottoscrivendo una carta fondamentale che abbia il consenso di tutti, un patto che leghi lo schieramento e lo impegni nei confronti degli italiani. Poi ciascuna forza della coalizione scegliera' la forma politica che ritiene piu' adatta per se'''. ''Prodi ha avanzato una proposta che apre la discussione, non la chiude. Di certo siamo d'accordo su una cosa: che qualunque sia la forma, per vincere nel 2006 bisogna mettersi insieme tutti, dal centro a Rifondazione ai movimenti, e non solo in un cartello elettorale. Abbiamo gia' avuto la prova che i cartelli servono per vincere, ma non per governare. Entro l'anno vorrei un'assemblea in cui tutto lo schieramento che si presenterà assieme nel 2006 dicesse agli italiani cosa vorrà fare dopo''. Infine alle perplessità unitarie di Franco Marini della Margherita, risponde il capogruppo al Senato dello stesso partito Willer Bordon ospite di 'Radio anch'io'. ''Per la prima volta -ha spiegato- dal 1994 una lista ha raccolto oltre il 31 per cento dei voti. Uniti nell'Ulivo è dunque una esperienza positiva. Oggi abbiamo la necessità di insistere sulla cooperazione rafforzata tra quei partiti che hanno dato vita alla Lista unitaria, perseguire con determinazione un percorso federativo e insieme, come ha detto di recente Romano Prodi, irrobustire l'unita' dell'intera coalizione''. (sm) |
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Politiche 2006 con Senato federale | ||||||||||||||||||||||||||
Il Presidente dei deputati della Lega,
Alessandro Ce', aveva chiesto garanzie da parte del premier
sull'approvazione in tempi rapidi delle riforme istituzionali: "Questa e'
la condizione fondamentale''. Poi, aggiunge, '' il nostro apparentamento
dipende quasi esclusivamente da questo impegno concreto di Berlusconi sul
federalismo''. |
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Regioni: ridurre la spesa farmaceutica | ||||||||||||||||||||||||||
La Conferenza delle Regioni ha accolto
l'atto di indirizzo del comparto sanità. Si tratta del rinnovo del
contratto dei medici pubblici:
Area dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e
amministrativa (rinnovo contrattuale 2002/05)
;
area dirigenza medica e veterinaria(rinnovo
contrattuale 2002/05). |
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Legge su sistema elettorale regionale | ||||||||||||||||||||||||||
''Il disegno di legge sul sistema
elettorale regionale di iniziativa del ministro per le Riforme
istituzionali e la Devoluzione, onorevole Bossi, e' stato approvato in via
definitiva
dal Senato, senza modificazioni rispetto al testo della Camera''. Lo ha annunciato così Francesco Speroni, capo di gabinetto del ministro per le Riforme, esprimendo soddisfazione per l'approvazione definitiva del Ddl. ''Tale disegno di legge individua i principi fondamentali relativi al sistema di elezione, alle incompatibilita' ed alle ineleggibilita' del Presidente, degli altri componenti della Giunta e dei Consiglieri regionali -spiega Speroni-. Viene data così attuazione, per la parte statale, all'articolo 122 della Costituzione, modificato nel 1999 con la riforma dell'organizzazione di governo delle Regioni. Le leggi regionali in materia dovranno rispettare i principi fissati dalla legge statale''. Speroni (nella foto) spiega che ''la riforma del 1999, seppure in modo incompleto, ha dato maggiore autonomia alle Regioni nella individuazione della loro forma di governo. La maggior parte delle Regioni sono ad oggi impegnate nel difficile lavoro di elaborazione degli Statuti''. ''Allo Stato -prosegue- spettava individuare dei principi fondamentali nella materia elettorale, perché così era richiesto dalla riforma costituzionale, ma al tempo stesso lo Stato non doveva interferire con l'autonomia statutaria delle Regioni''. E Speroni spiega che con il Ddl ''sono fissati dei principi fondamentali 'veri'''. ''Questo significa -conclude il capo di gabinetto di Bossi- che quei principi innovano l'ordinamento senza effettuare una semplice ricognizione della normativa esistente, magari mettendo la targhetta di 'principio' alle numerose leggi e leggine esistenti''. Adesso, ''tocca alle Regioni darsi da fare e chiudere la lunga transizione, approvando i loro statuti e le loro leggi elettorali. E' un primo ma importante passo da compiere, per unire autonomia a responsabilita'''. (gs) |
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Tesoro insabbia accordo canoni demaniali | ||||||||||||||||||||||||||
''Se il governo andrà avanti
nell'approvazione del decreto sull'aumento dei canoni demaniali il
parere delle regioni italiani sarà negativo''. Lo ha detto
l'assessore all'ambiente della Regione Liguria Franco Orsi,
coordinatore delle Regioni Italiane in materia, dopo che nel corso della
Conferenza Unificata Stato-Regioni, il
Ministero dell' Economia ha confermato la necessità per l' Erario di
disporre delle entrate previste con gli aumenti. ''Di fatto siamo di
fronte a
posizione differenziate tra i due Ministeri
e al momento il
decreto non e' stato ancora ritirato'', ha sottolineato Orsi. Insabbiata quindi una prima intesa trovata fra governo e regioni per rinviare al 30 ottobre l'aumento dei canoni demaniali. Il provvedimento e' stato al centro di uno scontro, in sede di conferenza unificata (presenti governo, regioni ed enti locali), ma anche all'interno dello stesso governo. Il viceministro alle Infrastrutture Ugo Martinat (nella foto), autore di un rinvio dell'aumento dei canoni al 30 ottobre, si e' trovato di fronte all'opposizione del sottosegretario all' Economia Vegas, sostenitore invece della necessità per lo Stato di avere comunque disponibili i 140 milioni di euro che verrebbero a mancare all'erario nel caso di un rinvio dell'aumento dei canoni. ''Vegas - ha spiegato Martinat - insiste per fare cassa. Noi non possiamo essere esecutori materiali di scelte fatte dal ministero dell'Economia. Le Regioni hanno chiesto di differire la questione e affidarla a un tavolo tecnico per discutere la classificazione o declassificazione di alcune aree; dal sottosegretario Vegas - ha aggiunto Martinat - e' venuta una disponibilità limitata a non aumentare subito i canoni, ma a sostituire questo mancato introito trattenendo un uguale introito dai trasferimenti destinati alle Regioni''. ''A questo punto col Governo è guerra'': così Guido Pasi, assessore al Turismo dell'Emilia-Romagna: ''Rimoduleremo i canoni - spiega - in modo da vanificare la manovra del governo''. Una delle ipotesi, già ventilata prima della notizia sul rinvio, e' quella di prevedere il pagamento solo per le aree coperte. Secondo l'assessore di una tra le primissime regioni per movimento turistico, c' e' stato uno scontro all'interno del Governo: ''Siamo di fronte ad una cosa incredibile: il ministero alle Finanze ha smentito il ministero alle Infrastrutture, autore di un rinvio dell'aumento dei canoni demaniali al 30 ottobre, in accordo con le Regioni. E' una cosa inaudita. Si tratta di un atto unilaterale ed arrogante. A questo punto non ci resta che studiare le misure per vanificare questa nuova manovra''. Rincara la dose, infine, l'assessore regionale pugliese agli affari generali,contratti appalti e demanio, Roberto Ruocco "Il mancato accordo per l'opposizione del ministero dell'Economia sulla questione degli aumenti, da sempre contestati sia dalle Regioni che dagli operatori, dei canoni per le concessioni demaniali marittime per gli stabilimenti balneari, lascia assai stupite e contrariate le ìRegioni italiane''. ''Grave e unilaterale''.Mentre per l'assessore regionale al bilancio, finanze e politiche del mare della Toscana, Marco Montemagni, sulla decisione del governo di aumentare comunque del 250 per cento i canoni demaniali marittimi dal1 gennaio di quest'anno, decisione ribadita oggi dal sottosegretarioall'Economia Giuseppe Vegas in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni. (gs) |
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Regioni: no a Ddl La Loggia su ordini e nomine porti | ||||||||||||||||||||||||||
Le Regioni non danno
parere favorevole al ddl La Loggia che riforma gli ordini
professionali. E' stato lo stesso Enzo Ghigo, presidente della
Conferenza, ad annunciare la bocciatura del ddl, ''poiché - ha spiegato
- ripropone il dilemma di sempre, vale a dire dello Stato che tende ad
appropriarsi di competenze non sue e ad invadere il campo dell'autonomia regionale''.
Inoltre le Regioni hanno chiesto al Governo la soppressione dell' articolo 6 del decreto-legge n.136 dello scorso 28 maggio, in base al quale e' stato possibile avviare le procedure di nomina di Presidenti di Autorita' Portuali ora guidate da commissari, come nel caso del porto di Trieste. I Presidenti delle Regioni - ha reso noto l' assessore regionale del Friuli-Venezia Giulia ai Rapporti con la Conferenza, Franco Iacop (nella foto) - hanno sottolineato che l' articolo 6 del decreto viola palesemente le attribuzioni costituzionali in materia di legislazione concorrente e inoltre viene a essere lesivo del principio di leale collaborazione fra istituzioni,principio tra l' altro ribadito anche in recenti sentenze della Corte Costituzionale in merito alle competenze di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. La Regione Friuli-Venezia Giulia ha anche annunciato che sicostituira' a difesa della propria legge (la numero 17del 24 maggio 2004) nel procedimento avviato dal Governo davanti alla Corte Costituzionale e inoltre ricorrera' al Tar del Lazio contro il decreto di nomina del Presidente dell' Autorita' Portuale di Trieste da parte del Ministro Lunardi. La posizione confermata oggi dal Friuli-Venezia Giulia era stata in precedenza elaborata al Tavolo degli assessori ai Trasporti delle Regioni italiane.
Accordo trovato invece per quel che
riguarda le
professioni sanitarie non mediche. Dopo una serie di modifiche
apportate dai tecnici nel corso della Conferenza Stato-Regioni, i
Presidenti delle Regioni hanno dato parere positivo al ddl che
disciplina l'accesso e la regolamentazione degli ordini professionali
delle professioni sanitarie non mediche. Uno dei cambiamenti più
importanti ottenuto dalle Regioni prevede che il nuovo testo non faccia
più riferimento ''a principi generali'' bensì a ''norme di
regolamentazione'' per quanto riguarda il potere ordinamentale del
governo.
(red) |
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