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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 302-
Roma, 2 e 3 giugno 2004 |
Sommario |
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Qualita' regionale dello
sviluppo |
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Qualità
dello sviluppo. Uno sviluppo non misurabile con i tradizionali
indicatori economici e monetari, primo fra tutti il Prodotto interno
lordo, ma con nuovi parametri che assumano come priorita' lo stato
dell'ambiente, l'equita' nella distribuzione delle risorse, lo sviluppo
umano e la qualita' sociale.
Si arriva cosi' alla costruzione del Quars, un indice che sta per
'Qualita'
regionale dello sviluppo', messo a punto dagli organizzatori della
campagna 'Sbilanciamoci!', promossa da 35 organizzazioni della societa'
civile.
E' stato presentato il II rapporto di
'Sbilanciamoci!'
sulla qualita' dello sviluppo locale nel nostro Paese dal titolo 'Come
si vive in Italia: qualita' sociale, diritti umani, ambiente, politiche
pubbliche regione per regione'. La classifica mostra, nella classifica
complessiva del Quars, come il Trentino Alto Adige sia al primo posto,
anche se ha una cattiva performance in relazione allo sviluppo umano
dovuta prevalentemente all'anomalia sul tasso di scolarita' superiore, il
piu' basso del paese, giustificato soprattutto dal peculiare sistema di
formazione professionale.
Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Valle d'Aosta e
Umbria, si confermano, come nel precedente rapporto di 'Sbilanciamoci!',
regioni ad alta qualita' sociale e media o medio-alta ricchezza.
Il Veneto e', ancora una volta, superato dalle Marche che pero'
retrocedono di una posizione rispetto al 2002: due regioni dal tessuto
imprenditoriale importante in cui evidentemente la seconda, molto meno
ricca della prima: undicesima contro sesta regione d'Italia per Pil
pro-capite, riesce a coniugare meglio crescita economica e benessere
sociale ed individuale.
I valori del Pil pro-capite - osserva chi ha steso il rapporto - non
indicano necessariamente una migliore qualita' sociale. Certo, tra le
ultime cinque regioni nella classifica del Quars, quattro sono tra le
piu' povere e questo conferma un divario Nord-Sud che colpisce i redditi
cosi' come la qualita' sociale. Ma la Basilicata, sedicesima regione per
Pil, e' la dodicesima nel Quars mentre la Sicilia, diciassettesima per
Pil pro capite, diviene ultima. L'aggravante per la Sicilia - si legge
nel rapporto - e' quella di essere una Regione a statuto speciale ed
avere, quindi, una quantita' di risorse pubbliche a disposizione ben
maggiore che nelle altre regioni del Mezzogiorno.
Altri dati che saltano agli occhi in negativo sono la posizione della
Lombardia, seconda per Pil decima nel Quars, del Piemonte, quinto e
ottavo rispettivamente, e del Lazio, dal settimo al tredicesimo posto.
Un caso positivo sembra essere l'Emilia Romagna, oltre sempre al
Trentino, regione ricca ma anche con un elevato livello di qualita'
sociale ed una discreta attenzione ambientale. La Toscana, cresciuta in
termini di Pil pro-capite negli ultimi due anni, mantiene una buona
posizione in termini di qualita' della vita. Friuli Venezia Giulia e
Umbria, infine, sono le due regioni che, passando dal Pil al Quars,
guadagnano piu' posizioni, ben sette.
Inoltre
si segnala - nel quadro della qualità dello sviluppo - l'iniziativa da
parte del WWF di chiedere di inserire il termine "ecoregione" nel
vocabolario della lingua italiana. Il termine
Ecoregione significa: "un
ecosistema che occupa un'area terrestre o acquatica relativamente vasta e
che contiene un insieme geograficamente distinto di comunità naturali".
Quindi conservazione delle ecoregioni nel nostro Paese: Ecoregione nel
futuro diventerà anche per l'Italia la ricetta principale per identificare
un'area, le sue priorità di intervento, i metodi di azione per la
conservazione della biodiversità e soprattutto per creare le alleanze
utili alla tutela ambientale. Per questo il WWF chiede di inserirla nel
Vocabolario italiano, al pari dei termini relativamente recenti come
biodiversità, sviluppo sostenibile, etc.
(red) |
Sindacati medici divisi su
sciopero |
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Uniti negli obiettivi ma
divisi sugli strumenti. Così si sono dichiarati i sindacati medici alla
vigilia degli scioperi programmati per questa settimana.
Ecco i titoli dei principali quotidiani: Corriere della Sera:
Medici fermi per due giorni. Oggi blocco negli
ospedali,
Sanita', dopo la protesta delle Regioni torna il
decreto tagliaspese ; la Repubblica:
Oggi sciopero dei medici, sindacati divisi,
Stretta sulla spesa farmaceutica; Il
Sole 24 Ore:Farmaci,
pronto il taglia spese,
Medici, due giorni di black out ; la
Stampa:Appello
di Sirchia ai medici- cancellate lo sciopero.
Hanno deciso di sospendere lo sciopero di oggi 3 giugno i sindacati Intesa
Medica
(Cimp-Asmd,Anpo,Cisl medici),
la Federazione Medici Uil-Spl e Confedir-Sanita', mentre hanno confermato
l'astensione totale dal lavoro per giovedi' 3 i sindacati della dipendenza
aderenti all'Anaao-assomed, i veterinari della Sivemp, la Fp Cgil, Umsped;
mentre il giorno 4 e' stato confermato lo sciopero dei medici di famiglia
della Fimmg. Cisl e Uil-medici sottoscrivono una lettera di intenti con il
ministro della Salute Girolamo Sirchia (nella foto) e quindi revocano lo sciopero del 3
giugno e la Cgil-medici che invece non appone nessuna firma e mantiene in
piedi la protesta di giovedi' prossimo per la vertenza contrattuale
dellacategoria dei medici ospedalieri e territoriali, in tutto piu' di 100
mila unita'.
"Il ministro - recita la lettera di intenti siglata da Cisl, Uil piu' Anpo,
Cimo, Sinafo, Confedir sanita' e Aupi - ha raccolto le valutazioni dei
rappresentanti sindacali sulla situazione venutasi a creare in relazione
alla nuova disciplina sull'irreversibilita' del rapporto di lavoro e ha
preso atto con favore della volonta' da parte delle Regioni di
riconsiderare l'atto di indirizzo per i rinnovi contrattuali il differente
e piu' favorevole scenario che discende da tale nuova apertura".
Il ministro ha espresso la volonta' quindi "di favorire nel Consiglio dei
ministri la rapida approvazione del nuovo atto di indirizzo che verrà
predisposto dal comitato di settore a partire dalla prossima riunione del
16 giugno convocata allo scopo di consentire all'Aran l'immediata apertura
delle trattative per i rinnovi contrattuali".
Non solo ma il ministro si e' impegnato "a farsi portavoce presso le
Regioni e il Governo delle esigenze
rappresentate dalle organizzazioni sindacali per la definizione in tempi
brevi dei contratti della dirigenza e - conclude il protocollo - degli
accordi per il personale medico e sanitario convenzionato". Per i
segretari generali di Cisl e Uil ciò può aprire la strada "a soluzioni
positive".
Diversa la valutazione invece del segretario nazionale dei medici Cgil
Massimo Cozza, per il quale "al tavolo negoziale debbono sedere i
ministeri competenti per il rinnovo del contratto: quello dell'Economia,
della Funzione pubblica e le Regioni". Ovviamente anche il ministero della
Salute ma, ha concluso Cozza, "c'e' bisogno di sapere quante risorse e per
che cosa vengono messe a disposizione: finora Tremonti e' stato zitto e le
stesse Regioni non sono d'accordo su come formulare l'atto di indirizzo".
''La sanita' oggi e' sottofinanziata, non e' governata e ogni territorio
e' abbandonato a se stesso'': ha detto l' ex ministro della
Sanita' Rosy Bindi, della Margherita. E critica la politica del Ministro dell' Economia,
Giulio Tremonti e del Ministro della Salute Girolamo Sirchia: ''butterei a mare la controriforma che hanno fatto col voto di fiducia''.
Per l'assessore veneto alla sanita' Fabio Gava, lo sciopero è ''Una
battaglia inutile, se non per inasprire un clima che era andato
rasserenandosi e creare disagi alla gente, perche' non c'e' nulla di
sostanziale, o quasi, su cui battagliare, dopo gli impegni assunti
lunedi' dal Ministro della Salute e nei giorni scorsi dalle Regioni''.
''Alcune importanti sigle sindacali - ha rilevato Gava - hanno colto la
novita' e hanno sospeso l'agitazione; altre hanno inteso proseguire, credo
con poca ragionevolezza. Ragionevolezza che invece il Governo con il
Ministro Sirchia, e le Regioni con atti e prese di posizione di esponenti
di tutti gli schieramenti, mantengono dando appuntamento al 16 e 17 giugno
quando verra' esaminata la revisione dell'atto d'indirizzo resasi
necessaria, e utile soprattutto per le rivendicazioni dei medici, dopo
l'approvazione della legge che modifica il rapporto di esclusivita'''.
Gava, che e' anche
coordinatore degli assessori regionali
alla sanita', ha ricordato i diversi punti che, a suo parere, rendono ''inutile''
lo sciopero: ''i Presidenti delle Regioni hanno dato il via alla revisione
dell'atto d'indirizzo il giorno stesso dell'entrata in vigore della nuova
legge sull'esclusivita'; l'indennita' di esclusiva del rapporto sara'
salvaguardata all'interno dell'atto; i circa 15 giorni necessari al
Comitato di Settore per la sua revisione sono il minimo indispensabile, e
non una tattica dilatoria; in quest'ambito potranno trovare
chiarificazione anche altri aspetti di preoccupazione per i medici, come
l'orario di lavoro e il Comitato dei Garanti''. ''Pretestuose'' sono
invece, secondo l'esponente del Veneto, le posizioni sul federalismo. ''La
Devolution in sanita' - ha sottolineato - si traduce semplicemente in una
serie di utili precisazioni sulle competenze regionali rispetto al testo
di modifica del Titolo Quinto della Costituzione, e chiunque parli di
sfaldamento del sistema sanitario pubblico nazionale fa politica pura
dimostrando, nel migliore dei casi, di non conoscere i contenuti della
questione''.
Sono 35 le sigle sindacali che rappresentano i medici e i
veterinari dipendenti del servizio sanitario nazionale, in protesta per
il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da due anni.
Ad aderire allo sciopero, secondo le prime stime dei sindacati, sarebbe
il 60-80% dei medici. La protesta non e' unitaria. Allo sciopero,
infatti, non aderisce Intesa Medica, che rappresenta Cimo, Anpo e Cisl
Medici, e la Federazione Medici Uil. Le sigle che scioperano
rappresentano poco piu' del 60% dei medici sindacalizzati; quelle che non
hanno aderito il 38-39% circa.
Allo sciopero di oggi dei medici dipendenti e dei veterinari seguira'
domani la protesta dei medici di famiglia. Alla protesta aderiscono
anche gli specializzandi, 25 mila medici in attesa anch'essi di un
contratto da dodici anni.
"E' inutile che il ministro Sirchia giochi sulla divisione dei medici, non
riesce a coprire la realta' che e' quella di un grande senso di
responsabilita' che porta i medici italiani a scioperare e manifestare non
solo per il legittimo rinnovo del contratto ma soprattutto per la difesa
del servizio sanitario nazionale", ha detto infine l'ex ministro della
Sanita'
Rosy Bindi: "Solo Sirchia si illude ancora che non ci saranno tagli,
siamo alla vigilia di una Manovra pesante che finira' per toccare il
sistema sanitario e, intanto il rinnovo dei contratti e' fermo. Gia'
stiamo al collasso perche' mancano all'appello oltre 20 miliardi di euro -
ha aggiunto la Bindi - e la spesa privata degli italiani e' la piu' alta
d'Europa".
(sm) |
Federalismo: Ghigo, Domenici e
Ria |
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Piu' che di federalismo, sarebbe
meglio ''tornare a parlare di autonomismo, che forse trova
maggiori consensi tra i cittadini''. A sostenerlo e' stato il presidente
dell'Anci, l'Associazione dei comuni italiani,
Leonardo
Domenici. ''Vedo una valorizzazione non sufficiente delle
istituzioni di prossimita' - ha spiegato Domenici - a cominciare
proprio dalle citta' e dai comuni. Sarebbe giusto rifocalizzare
l'attenzione su questo livello e per questo dico: serve piu'
autonomismo che federalismo''. Inoltre è necessaria una riforma organica
della fiscalita' e della finanza locale. Per Domenici. ''L'unica leva fiscale rimasta
nelle mani dei Comuni e' ormai un'imposta antipatica come l'Ici , tra tagli ai trasferimenti e la
limitazione della nostra autonomia impositiva ormai il futuro e'
incerto''. E sul prossimo Dpef, Domenici ha
aggiunto di ''augurarsi vivamente che il livello di cooperazione
interistituzionale cresca ... basta alle pure e semplici
comunicazioni di servizio''.
Se sul federalismo ''la politica oggi si trova ancora indietro'', ''io
chiedo alla societa' civile e alle imprese di fare un passo avanti'':
cosi' il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo (nella
foto), si è
rivolto al presidente di Confindustria e neo presidente Fiat, Luca Cordero
di Montezemolo, nell' incontro avvenuto a Torino in occasione
dell'assemblea degli industriali. Quest'ultimo ha affermato: ''Noi
possiamo fare tutto ma non possiamo andare contro Cassius Clay con una
mano legata dietro la spalla e prendere dei pugni. Anche se siamo i piu'
bravi pugili del mondo, perche' con una mano e' sempre difficile''.
Parlando sempre di federalismo il presidente di Confidndustria e neo
presidente Fiat,
Luca Cordero di Montezemolo, ha anche
detto: ''Non c' e' dubbio - ha spiegato Montezemolo - che il
coinvolgimento della politica soprattutto a livello locale e' molto
importante ma quando parliamo di smaltimento dei rifiuti o di centrali per
la produzione di energia non si puo' pensare di risolvere i problemi
vincendo al totocalcio. Ci vuole una politica chiara, vera e condivisa".
''Proviamo ad esempio - ha proposto Ghigo - a far sedere intorno ad un
tavolo Confindustria, Regioni ed Enti Locali. Non per fare quattro
chiacchiere sul migliore dei federalismi possibile, ma per varare dei
protocolli che sulla base dell'attuale Costituzione rendano possibile un
processo di governance, di governo multilivello, su determinate materie.
Proviamo davvero - ha aggiunto - a fare sistema. Io intendo lavorare per
il 'federalismo responsabile', ovvero quello che modifica un sistema dopo
aver misurato il passo che le gambe di istituzioni e imprese possano
davvero compiere''.
Ghigo ha parlato anche di federalismo fiscale. ''Quando accenniamo al
federalismo fiscale - ha affermato - parliamo in realta' di una chimera,
di qualcosa che non c'e'''. Il punto, ha spiegato, e' che ''un federalismo
a costo zero non e' possibile'', se per a federalismo a costo zero si
intende ''prendi pure le competenze e per le risorse si vedra'''. Ghigo ha
sottolineato anche l' importanza della concertazione. ''Il governo
centrale, la Regione e l' ente locale devono diventare sistema perche' io
credo - ha detto - che dobbiamo uscire dalla logica della contrapposizione
istituzionale. Noi dobbiamo fornire al tavolo della concertazione quella
quarta gamba rappresentata dal sistema dei governi territoriali senza la
quale quel tavolo diventa traballante. O peggio, rischia di incontrare sul
territorio incomprensioni o resistenze. Forse e' questo - ha concluso - il
modo migliore per smascherare un federalismo di maniera. Forse e' questo
il sistema per superare il federalismo di comodo e imporre un federalismo
sostanziale''.
Montezemolo
si
mostra disponibile a delle aperture di credito, ma torna a
ribadire che il federalismo si misura solo sulla capacità di
ridurre
la spesa pubblica:"Misureremo il federalismo dalla sua
capacita' di ridurre la spesa pubblica, quindi le tasse, e di accelerare
le decisioni, i tempi e i costi. Lo condanneremo se servira' solo a far
prevalere il particolare e il locale sugli interessi generali''.
Per la prima
volta, ha annunciato il leader degli industriali, nel comitato di
presidenza di Confindustria ci sara' un responsabile che seguira' le
materie relative al federalismo. E questo, ha rimarcato, ''perche'
conosciamo la potenziale importanza del processo, ma anche perche' ne
sappiamo i potenziali rischi''.
(gs)
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Progetti regionali U.E. a
Settimana verde |
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Progetti regionali in primo piano alla
Settimana verde, la manifestazione inaugurata a Bruxelles per
iniziativa della
Commissione europea.
Ideata per ''riflettere ad alta voce'' sul modo con cui cittadini,
imprese, politici, ma anche associazioni non governative, giovani,
scienziati possono modificare il loro comportamento di fronte
all'ambiente, la Green week è anche un'occasione utile per lo scambio di
buone pratiche attuate a livello locale e regionale.
Tra i progetti in mostra a Bruxelles, quelli delle regioni italiane Lazio,
Marche, Umbria e Abruzzo, ma anche della provincia di Brescia. Le quattro
regioni del centro Italia hanno scelto di mostrare ai visitatori della
Green week i loro migliori progetti in un unico stand.
(red) |
2 giugno con in gonfaloni
delle Regioni |
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2 giugno, in occasione
della Festa nazionale della Repubblica, alla manifestazione voluta dal
Capo dello Stato ai Fori imperiali di Roma, hanno partecipato anche le
Regioni con i propri gonfaloni.
''Le Forze Armate al servizio della Patria'' e in quest'ottica, a
sottolineare il legame che deve essere ''sempre piu' stretto'' tra mondo
militare e societa' civile, per la prima volta hanno pertanto sfilato i
gonfaloni delle Regioni, dell'Upi e dell'Anci.
''E' importante che le Regioni fossero presenti con i loro gonfaloni
accanto al Capo dello Stato per manifestare solidarieta' e gratitudine
ai nostri soldati impegnati in missioni a rischio in Iraq'', ha detto il
vicepresidente della Regione Liguria,
Gianni Plinio,
che ha rappresentato il governo regionale alla parata militare.
Il presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace, ha anch'esso
specificato che ''la Regione ha sfilato ufficialmente con il proprio
gonfalone in rappresentanza di tutti gli abruzzesi''. E' la prima volta
per tutte le Regioni: 'Quella della Regione Abruzzo - ha concluso Pace -
e' una presenza che fa riferimento ai valori supremi di liberta' e
democrazia dei quali la Repubblica italiana da decenni e' fiera custode''.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha
auspicato "una giornata di serenita' e di pace, un' occasione per
riflettere sugli sforzi fatti da chi - come Alcide De Gasperi, che il
Trentino si appresta a celebrare nel migliore dei modi a 50 anni dalla
morte - ha costruito l' Italia, la democrazia e quell' esempio di
autorevolezza a garanzia che e' proprio la Repubblica''.
Mentre l'assessore agli Affari istituzionali ed enti locali della
Regione Lazio, Donato Robilotta - che ha partecipato alla sfilata delle
Forze armate - ha dichiarato ''la data odierna sia
importante da ricordare, pertenere fermi i valori della Patria e della
nostra Bandiera. Questisono i sentimenti da trasmettere alle giovani
generazioni''. Robilotta si e' anche detto soddisfatto della prima
partecipazione alla parata della Polizia locale di Roma e dei gonfaloni
delle Regioni. ''Questo -ha affermato l'assessore- rappresenta il
traguardo che hanno assunto tutte le Istituzioni locali, divenute una
parte importante della nostra Repubblica".
''Si dovrebbe tenere presente che la Repubblica e' un insieme di
istituzioni, comprese le autonomie locali, ma mi sembra, e cio' mi
turba, che questo concetto sia patrimonio di pochi'', così
Carlo
Perrin, presidente della Regione autonoma Valle d' Aosta: ''In un
momento in cui i rapporti istituzionali non sono del tutto
corretti, soprattutto nei confronti delle Regioni speciali - ha
aggiunto Perrin - e' importante che chi ha l' autorita' faccia
sentire la sua voce perche' vengano non solo tutelate ma
valorizzate le autonomie locali: comuni, province, regioni che
sono le istituzioni democratiche piu' vicine ai cittadini''.
(sm)
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Errani, D'Ambrosio: cambiare
strada su federalismo |
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"Traditi" dal centralismo e "bastonati" da
un federalismo che non c'è ? E' l'inizio della fine? Miraggio politico o
"capro espiatorio" economico? Negativo segnale critico e di allarme o
positiva sfida? Sono alcune delle chiavi di lettura possibili. Di
certo le affermazioni di Montezemolo sul federalismo riaprono il dibattito
politico sul tema. Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di
Montezemolo, sottolinea: "Oggi soffriamo di una eccessiva segmentazione
delle competenze sul territorio. Questo e' un dato di fatto con cui ci
confrontiamo quotidianamente".
Vasco Errani
interviene: ''Occorre dare coerenza alle riforme istituzionali avviate, e
dare applicazione al nuovo Titolo V della Costituzione. Diversamente
confermiamo la situazione presente che e' a costi altissimi per il Paese.
Sia per le risorse che per i tempi''. ''Basti pensare - spiega il
presidente della Regione Emilia-Romagna - ai ritardi nei pagamenti in
campo sanitario e agli oneri relativi. Ribadisco: i costi del centralismo
sono altissimi. Per questo bisogna cambiare strada e ridefinire un patto
nuovo, realizzando un federalismo fiscale che finanzi le competenze delle
diverse istituzioni della Repubblica, superando sovrapposizione e
confusioni, complicate purtroppo anche dall'ultimo testo di riforma
costituzionale, quello che aggiunge la devolution''. ''Questa e' l'unica
via per realizzare un equilibrio corretto fra prelievo ed esercizio delle
funzioni ad ogni livello - conclude Errani (nella foto) - e per fissare
responsabilita' e tempi certi nella pubblica amministrazione''.
''Il discorso di Montezemolo e' pienamente accettabile nell'ambito di un
modello di federalismo che sia innanzitutto solidale e che si faccia
carico dei problemi di tutto il Paese'',
ha detto il presidente della Regione Marche Vito
D'Ambrosio. ''In questo senso credo che
la sfida che lancia Montezemolo sia positiva e che possa essere
tranquillamente raccolta e che, insieme, possa essere superata. Certo - ha
aggiunto - se invece il federalismo viene inteso secondo il progetto
approvato dal Senato un mese fa, allora il discorso diventa completamente
diverso e i rischi che vede Montezemolo diventano fortissimi''.
Un'altra chiave di lettura viene oggi dall'intervista del ministro
Maroni al quotidiano "la Repubblica" (E
Maroni rilancia la sfida agli alleati. E' tornato il direttore d'orchestra).
Maroni attacca: ''Lo abbiamo capito chiaramente quando Montezemolo
si e' schierato apertamente contro il federalismo. Una parte del
centrodestra, una parte del centrosinistra e banchieri di tutti i colori
puntano a fare uscire la Lega dal governo, ma il vero obiettivo è Silvio
Berlusconi''. Alla domanda del quotidiano "Se il federalismo non
passasse?'' Maroni risponde: ''La Lega ha gia' tratto le sue conclusioni,
non siamo degli ex dc. Se noi usciamo dal governo, il governo cade, ma
oggi c'e' la garanzia di Berlusconi. Se qualcuno fa scherzi sul
federalismo sara' lo stesso presidente del Consiglio a dichiarare la fine
politica del governo per colpa di chi ha tradito la maggioranza, e non ci
sara' un governo sostitutivo, si andra' a elezioni''. Rincara
Calderoli che in
una intervista a 'la Padania', attacca duramente sia Montezemolo che il
Governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Per il coordinatore leghista
Roberto Calderoli: ''in politica ci sono amici e nemici: Montezemolo e
Fazio stanno dalla parte avversa''.
''Alla fine di luglio - spiega infine Speroni - la legge federalista
arriva in commissione alla Camera, dopo l'estate sara' in aula per
l'approvazione: ci saranno solo piccole modifiche tecniche, ma la parte
centrale, quella voluta da Bossi, passera'''. ''Il ministro delle Riforme
-aggiunge-
e' Umberto Bossi. E solo lui e' in grado
diricoprire quel ruolo. Nessuno si azzardi anche solo a pensare a unasua
sostituzione''. ''Nulla si tocca -conclude Speroni- finche' Bossi non
ritorna. Lo ha detto anche Berlusconi''.
(gs) |
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editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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