periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 199- Roma, 8 gennaio 2004

Sommario

Ciampi celebra 207/o Anniversario del Tricolore Marche: nuovi programmi per turismo
Sardegna: Masala presenta i nuovi assessori Veneto: prima Regione per raccolta differenziata
Regioni e riforme: si riapre il dibattito La Toscana e il turismo: promozione Corte dei conti
Ciampi celebra 207/o Anniversario del Tricolore
Il 207/o Anniversario del Tricolore è stato anche l'occasione per discutere di riforme e di unità del Paese. La cerimonia si è svolta al teatro Valli di Reggio Emilia e vi ha partecipato il Capo dello Stato.
Nella sala del Tricolore, a Reggio Emilia, dove la bandiera italiana nacque il 7  gennaio 1797 quale simbolo della Repubblica Cispadana, il presidente Carlo Azeglio Ciampi (nella foto) ha definito 'Il tricolore" come "il simbolo moderno di  un popolo antico, ricco di cultura, di tradizioni, di arte e di  nobiltà d'animo, ma anche sofferente per secoli per la mancanza  di una insegna che lo unisse, che rappresentasse la volontà di  un destino comune'. Un pensiero particolare Ciampi lo ha rivolto  ai 120 milioni di italiani all'estero. 
Il presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha voluto sottolineare di tener ferma la rotta sui ''Grandi obiettivi che uniscano l'Italia'', verso quello ''sforzo corale" necessario "per fare le riforme che servono  al Paese'': ''riforme utili per tutto il Paese non solo per una  parte, magari quella piu' ricca''.
''Non e' con l' egoismo, con la divisione - ha detto Errani - con la chiusura  dei propri confini che si apre una prospettiva, nemmeno per il  Nord'', ha osservato Errani che ha sostenuto che occorrono  riforme che ''tutelino e migliorino i servizi pubblici, la  sanita' per tutti, la scuola per ognuno'', capaci di aprire i  mercati, di moltiplicare i soggetti e i protagonisti, di dare  piu' diritti a tutti i lavoratori e i cittadini''.
Ma Errani ha sollecitato anche riforme che ''diano una  prospettiva di serio federalismo alle nostre istituzioni, che  facciano corrispondere le risorse alle competenze regionali e  locali''. ''Per noi il federalismo non e', non deve essere - ha  detto ancora Errani - ne' rottura ne' separazione ne' un nuovo  centralismo regionale, ma una piu' alta ed efficace forma di  unita' e coesione nazionale''. 
La Regione Lazio, in omaggio alla  Giornata del tricolore, ha esposto  la bandiera tricolore in  tutti i suoi uffici.  'Grazie al presidente Ciampi, valori come l'amore per la  Patria e per la bandiera oggi non sono piu' nel dimenticatoio,  ma sono condivisi da tutti. E' per questo - ha detto l'assessore  regionale ai Rapporti istituzionali
Donato Robilotta - che  abbiamo approvato una legge sui valori nazionali; e il 9 e 10  febbraio (rispettivamente la promulgazione della Costituzione  della Repubblica romana nel 1849 e la firma del Trattato di pace  del 1947, assurta a simbolo dell'esodo giuliano-dalmata e delle  foibe), date scelte come Giornate dei valori nazionali,  distribuiremo agli alunni delle scuole del Lazio il tricolore e  il testo della Costituzione italiana, affiancato da quello della  Repubblica romana''. (gs)
Sardegna: Masala presenta nuovi assessori
Il voto per i quattro nuovi  assessori di Forza Italia sarà equivalente a un voto di  fiducia, o sfiducia, all' intera Giunta. L'ha detto il  presidente della Regione, Italo Masala (An), presentando in Aula  la delegazione forzista per chiedere il consenso che permetta al  suo Esecutivo di arrivare a fine legislatura.   
Masala ha dunque chiesto la fiducia per Ugo Cappellacci  (assessore alla Programmazione, Bilancio e Assetto del  territorio), Gabriele Asunis (Enti locali, Finanze e  Urbanistica), Tonino Falchi (Pubblica Istruzione, Beni  Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport), e Giorgio La Spisa  (Industria). Quest' ultimo è l' unico riconfermato della  delegazione di Fi, che ha scelto per gli altri assessorati tre  tecnici.
''Dopo lunghe pretattiche e  manovre di riscaldamento si completa oggi, io credo, la squadra  di governo che dovrà condurci fino al fischio finale di questa  complicata legislatura della quale, purtroppo, sono state  evidenziate le ombre e oscurate le luci'', ha detto Masala,  sottolineando come ''in questa legislatura con le Giunte Floris  e Pili il centrodestra ha saputo creare le condizioni per la  crescita della Sardegna'' anche se ''in una congiuntura  nazionale e internazionale sfavorevole''. Consapevole che ''in  questi quattro anni e mezzo avremmo potuto fare di più e  presentare meglio le ottime cose realizzate o avviate a  soluzione'' (i problemi dell' acqua, della viabilità, della  sicurezza, delle imprese chimiche, dell' energia, dell'  agricoltura, mentre ne incombono altri come quelli relativi all'  area industriale di Porto Torres e al comparto tessile), Masala (nella foto)  ha più volte ribadito come dopo la sua elezione abbia  rivendicato ''continuita' ideale e politica'' con le Giunte  Floris e Pili ''perche' identico e' il programma nelle sue linee  ispiratrici, identici gli obiettivi, identica la  responsabilita''', attraverso un ''idem sentire'' che non e'  venuto meno nemmeno ''nelle difficili circostanze nelle quali  sono risultate piu' evidenti le divaricazioni e non le  convergenze''.
Masala ha poi precisato che ''il contributo risolutivo del  problema e' stato dato dall' Uds che ha confermato in questi  giorni la propria disponibilita' a sostenere la Giunta da me  guidata senza una partecipazione diretta di quel partito alla  Giunta, cosi' come aveva annunciato alla vigilia della mia  elezione''. E ancora: ''L' Uds ha rimesso alla valutazione del  presidente la partecipazione di quel partito oppure no alla  Giunta e la definizione delle modalita' di coinvolgimento dl  partito dell' Uds nelle responsabilita' di governo e di  maggioranza''. Il presidente ha spiegato di aver accettato di  farsi carico ''di queste responsabilita' perché convinto che i  partiti nazionali debbano assolutamente favorire le alleanze con  le formazioni politiche che si caratterizzano per il loro  radicamento sul piano locale'', convinto che ''l' attestazione  di fiducia da parte dell' Uds'' trovi la sua motivazione ''nella  condivisione del metodo collegiale da me assunto nell' azione di  governo''.  (sm)
Regioni e riforme: si riapre il dibattito

Numerosi impegni dei Presidenti delle Regioni nel mese di Gennaio. Infatti, in base a quanto  deliberato nella Seduta della Conferenza del 10 dicembre, sono previsti diversi appuntamenti, a cominciare dalla ripartizione delle risorse per il  sistema sanitario nazionale. Della questione cominceranno a  occuparsi tecnici e dirigenti regionali del settore in alcune riunioni in programma per i prossimi giorni. 
Secondo quanto programmato Giovedì 15 gennaio si terranno le sedute ordinarie delle Conferenze dei Presidenti, Stato-Regioni e Unificata. Mercoledì  21 gennaio, alle 18, e giovedì 22 (per l'intera giornata) avrà invece luogo una seduta straordinaria monotematica della Conferenza dei Presidenti per l'esame della ''Proposta di  ripartizione delle disponibilità finanziarie per il Servizio  Sanitario Nazionale anno 2004''. Tale riunione potrebbe proseguire anche la mattina di venerdì 23 gennaio 2004.
Infine giovedì 29 gennaio si terrà una seduta straordinaria  monografica della Conferenza dei Presidenti relativa alla  riforma delle Conferenze Unificata e Stato-Regioni, della Conferenza dei Presidenti, e alla valutazione per una nuova sede (cfr.
Il Sole 24 ore). E sulla riforma del rapporto Stato-Regioni è tornato ad esprimersi il Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, in un'intervista alla newsletter il garofano rosso - "la configurazione della conferenza delle Regioni, ma anche della conferenza unificata e stato-regioni deve andare al passo con le riforme che stanno interessando la struttura del Paese. Il ruolo delle regioni, infatti, non deve essere quello di riunirsi su una miriade di argomenti, ma deve costituire il luogo propulsivo dell'attuazione del federalismo. Oggi la Conferenza dei Presidenti è troppo spesso il luogo dell'ultimo giro di pareri e non costituisce come dovrebbe la sede di produzione di politiche significative. Immagino una struttura che sia in grado di dare più ordine e coerenza ala presenza delle regioni sul piano nazionale e di rapporti con le istituzioni statali.. (...). Con la Riforma del Titolo V - continua Formigoni - è iniziata una rivoluzione copernicana, ma gli strumenti con cui si articolano le decisioni delle Regioni e i rapporti tra i diversi livelli istituzionali sono rimasti gli stessi. Questi strumenti non sono più adeguati , è il momento di creare un vero e proprio Consiglio delle Regioni"
Ma nell'agenda dei Presidenti delle Regioni potrebbe finire anche un confronto ulteriore sulle riforme costituzionali visto che (
secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore di oggi) gli esponenti incaricati dalla Casa delle libertà (i cd. 4 saggi)  stanno verificando gli emendamenti proposti al testo di riforma dall'opposizione. Secondo il quotidiano di Confindustria "Anche le richieste del sistema delle autonomie su uno degli snodi della riforma, l'istituzione del Senato federale, potrebbero essere accolte. Escluso il Bundesrat, come vorrebbero i presidenti delle regioni, la nuova camera potrà comunque rappresentare meglio il territorio".
Pubblicati recentemente
cinque punti di vista sulle riforme istituzionali ed il Federalismo, dal Nord al Sud: i presidenti delle Regioni interpellati, Formigoni, Ghigo, Chiaravalloti e Storace nonche' l'assessore del Lazio, Donato Robilotta, concordano in maniera positiva sul disegno di legge presentato dal Governo per il completamento della riforma istituzionale e federalista, ma avanzano critiche sia nel metodo che nel merito (cfr. sempre la newsletter  Il Garofano Rosso, ideata e diretta da Donato Robilotta, assessore agli Affari Istituzionali della Regione Lazio e vicesegretario nazionale del Nuovo PSI). Per tutti la questione più spinosa e' il Senato federale, perché allo stato dell'arte, sostengono, il Senato ha scarsissimi legami con il territorio e certamente non si configura come un Senato Federale. Il modello storicamente caro alla Conferenza delle Regioni e' quello del Bundesrat di tipo tedesco, cioè con una rappresentanza indiretta espressione dei governi delle Regioni. ''Da un lato e' necessario - spiega il  Presidente del Piemonte, Enzo Ghigo, che e' anche Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni - non blindare la riforma, ma aprire un confronto parlamentare ampio, certamente con termini e scadenze, ma senza preclusioni di sorta. Dall'altro occorre costruire insieme questa riforma, attraverso il contributo delle Regioni''. Il Presidente del Lazio, Francesco Storace, ripropone il tema dell'interesse nazionale che dovrebbe essere in capo al Presidente della Repubblica, ribadendo il ruolo di garanzia della massima carica dello Stato, ponendo l'attenzione a riguardo, ma ribadisce piena soddisfazione per il ruolo  riconosciuto a Roma con l'art.29 su Roma Capitale. Il Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, auspica un sistema federalista autentico definendo la proposta del governo in linea di massima positiva ma chiedendo maggior garanzie. Per il Presidente della Lombardia occorre che ''il Senato Federale sia eletto in concomitanza con le elezioni regionali, e se un Consiglio si scioglie deve decadere anche la rappresentanza di quella Regione in Senato; uno dei principi deve essere la contestualità dell'elezione con quella del Presidente della Regione e del Consiglio regionale''. ''Il grande assente della riforma federalista - conclude  l'assessore Robilotta (nella foto) - è il nodo cruciale del federalismo fiscale, di cui non vi e' traccia nel testo scritto ed elaborato dal ministro Bossi e dai saggi del Cadore, correndo così il serio rischio di un ritorno al centralismo democratico;  contestualmente il Senato Federale, così come si va configurando in Parlamento, entrerà in contrasto con le Regioni, creando un insanabile conflitto istituzionale che  porterà a rivolgersi sempre più spesso alla Corte  Costituzionale, che diventerà in breve il vero Parlamento''. (red)

Marche: nuovi programmi per turismo

Consolidare il mercato nazionale, aumentare le quote di quello estero, integrare l’offerta turistica con le produzioni di qualità e le tipicità marchigiane. Sono gli obiettivi del Programma promozionale turistico 2004, che la Giunta regionale delle Marche ha approvato. Il programma si sviluppa attraverso i canali della promozione, della pubblicità, della commercializzazione. Si cerca di consolidare l’immagine delle Marche come di una regione in cui la qualità della vita e le attività produttive riescono ad armonizzarsi con l’ambiente e la cultura. Vengono privilegiati i mercati internazionali dove sono operativi collegamenti aerei con le Marche. Oltre alla pubblicità e alla partecipazione alle principali fiere di settore, sono previsti il sostegno alle attività dei tour operator - che includono le Marche nei propri cataloghi - e i collegamenti con le comunità dei marchigiani all’estero. Verrà curata, infine, la linea editoriale e sarà potenziata la comunicazione on line.
L’individuazione dei pacchetti, invece, è affidata ai dieci Sistemi turistici locali, che coinvolgono 225 comuni marchigiani sui 246 complessivi. Il Programma ha registrato la valutazione positiva del Forum permanente per il turismo e giudizi favorevoli da parte degli operatori turistici interpellati. “Il Programma promozionale turistico 2004 – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Lidio Rocchi (nella foto) – racchiude gli interventi di attuazione annuale del Piano triennale 2002-2004. Pur completando quanto pianificato per il triennio, introduce, però, nuove azioni che si sono rese necessarie per fronteggiare i mutamenti in atto a livello internazionale e di intercettare, di conseguenza, quote diversificate di domanda turistica. Il programma tiene conto, inoltre, delle evoluzioni legislative in materia turistica, che orientano il settore verso una logica di mercato più spiccata, attenuando i concetti di ambito territoriale amministrativo che hanno contraddistinto gli interventi degli anni scorsi. Il sistema turistico ha, oggi, come cardini, la centralità dell’impresa e il turista. Si sta affermando, sempre più, la logica del distretto, cioè di un bacino integrato di offerta turistica, comprendente beni culturali e ambientali, produzioni tipiche, strutture ricettive e del temo libero. Il turismo, in definitiva, punta a qualificare un territorio omogeneo, senza guardare se lo stesso appartenga alla medesima amministrazione locale. Le Marche, da questo punto di vista, partono avvantaggiate, avendo sviluppato un efficiente rete di Sistemi turistici locali, che rappresentano lo strumento operativo idoneo a sviluppare la promozione turistica e l’accoglienza nelle aree di riferimento, indipendentemente dalle singole destinazioni o ambiti geografici in cui è articolato”.
(red)

Veneto: prima Regione per raccolta differenziata

Il Veneto è la prima Regione in Italia per raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani (RSU), superando anche la Lombardia (l’unica altra regione che ha raggiunto l’obiettivo del 35 per cento previsto dal cosiddetto Decreto Ronchi per il 2003). Alla fine del 2002 la percentuale di differenziata ha raggiunto il 39,1 per cento, rispetto ad una media del Nord Italia che si è attestata sul 30,6 per cento e al 19,1 per cento nell’intero Paese. “Va ricordato che non si tratta di un risultato casuale o cristallizzato, perché il trend è ancora in crescita – ha sottolineato l’assessore regionale alle politiche per l’ambiente Renato Chisso, che stamane ha presentato i dati assieme al Direttore dell’ARPAV Paolo Cadrobbi – tanto che nel primo semestre del 2003 la percentuale regionale ha toccato il 41,47 per cento del totale”. “Per questo risultato – ha aggiunto Chisso – devo ringraziare per la loro sensibilità anzitutto i cittadini veneti , che hanno capito la questione, l’hanno accettata e hanno modificato i loro tradizionali comportamenti. Va anche sottolineato che tale primato è stato raggiunto a fronte di una produzione di RSU pro capite che, pur in una Regione ad alto sviluppo economico, con 484 kg l’anno per abitante, è per contro più bassa della media nazionale (523 kg/ab. anno) e del Nord Italia (523,4 kg/ab. anno). Infine è del 15 per cento la quantità di materiali raccolti in maniera differenziata, rispetto ad una media nazionale del 10 per cento, che scende all’8 per cento nel Nord Italia”. Tutto questo ha significato un miglior recupero, un più efficace riutilizzo della frazione differenziata, un ambiente migliore e un minore conferimento in discarica con una conseguente diminuzione della cosiddetta ecotassa, cioè della tassa per tonnellata di rifiuto indifferenziato portato in discarica che grava sulle tasche dei cittadini. Le province più virtuose risultano Treviso (51,82 per cento di raccolta differenziata), Vicenza (48,78 per cento) e Padova (46,19 per cento), seguite da Verona (35,91 per cento), Venezia (29,08 per cento), Rovigo (29,03 per cneto) e Belluno (25,42 per cento, a fronte peraltro di una produzione di rifiuti pro capite più bassa di altre realtà). Sono dati che parlano da soli – ha fatto presente Chisso – rispetto ad un Veneto per il quale talvolta i media evidenziano la presenza di ragnatele di ecomafia, contro le quali le istituzioni sono in prima fila assieme alle forze dell’ordine, mentre c’è sicuramente questa nota decisamente positiva. Che non nasce dal caso ma dal concreto impegno della Regione – ha ricordato Chisso – e degli altri livelli istituzionali e operativi, tanto più efficace se si pensa che solo nel ’98 la raccolta differenziata non raggiungeva il 20 per cento. Come amministrazione regionale abbiamo tra l’altro finanziato la creazione di ecocentri, impianti di trattamento e recupero, attività di divulgazione. (red)

La Toscana e il turismo: promozione a pieni voti dalla Corte dei conti

"La Sezione regionale di controllo per la Toscana - lo rende noto la newsletter della Corte dei conti - ha pubblicato un’indagine sul turismo in Toscana, la sostenibilità ambientale delle pratiche turistiche, con particolare riguardo a quelle più innovative (agriturismo bioecologico, Strade del vino, itinerari culturali, naturalistici e gastronomici, soggiorni termali e balneari) e la verifica degli interventi sostenuti con fondi comunitari relativi alla programmazione 1994–1999 e 2000–2006.
A giudizio della Corte “la Regione Toscana informa la sua programmazione sul turismo ai principi fondanti delle dichiarazioni internazionali e delle strategie comunitarie di sviluppo sostenibile”. Tale sensibilità colloca la regione “ai vertici del gradimento dei consumatori” è motivata anche da fatto che il settore turistico rappresenta un “punto di forza per l’economia della Toscana, tanto in termini di reddito prodotto quanto nei volumi di occupazione che esprime”. Quanto ai progetti finanziati dalla UE, la qualità progettuale espressa dal territorio, la capacità di risposta e la capacità realizzativa sono state, in generale, ottimali ". (cfr.
Delibera n. 12/2003 della Sezione regionale di controllo per la Toscana e testo della Relazione). (red)

 

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