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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 212 -
Roma, 27 gennaio 2004 |
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Sommario |
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Colozzi: spesa sanitaria;
per Regioni questione di sistema |
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Il coordinatore degli assessori regionali
al bilancio, Romano Colozzi (nella foto), interviene per ribadire che in
merito alle questioni che riguardano la sanità e le risorse
''Le Regioni non pongono una
questione di cassa, ma di sistema: e' stata compiuta solo una
parte della riforma federalista, la mancata realizzazione del
federalismo fiscale e' la madre di tutti i problemi''.
L'assessore al bilancio della Regione Lombardia, Romano Colozzi, traccia
un primo bilancio dopo l'accordo dei presidenti delle Regioni sul riparto del Fondo
sanitario 2004. ''E' come - esemplifica l'assessore - se si
decidesse di passare dal cavallo all'auto senza aver stabilito
chi paga la benzina''.
Sull'accordo Colozzi si dice ''soddisfatto, quest'anno la situazione
era particolarmente complessa. Le Regioni hanno dimostrato
grande senso di responsabilita'''.
''Le Regioni, che hanno gia' garantito la copertura della
quota da dare alla Regione Lazio per il Bambin Gesu' - aggiunge
Colozzi -, hanno condiviso l'idea di sostenere una richiesta
pressante affinche' il governo onori gli impegni assunti sia per
il 2003 che per il 2004, pari a 100 milioni di euro. Il governo
si era impegnato a trovare queste risorse in finanziaria ma
l'impegno e' stato onorato solo per il 2002 e non per 2003 e
2004. Il presidente Storace ha chiesto di sostenerlo in questa
battaglia e c'e' l' impegno dei presidenti delle Regioni a
sostenere questa richiesta''.
Ma anche altri problemi rimangono sul tappeto e le Regioni,
che hanno richiesto un incontro al premier Berlusconi e al
ministro dell'Economia Tremonti, sono in attesa di risposte sui
fondi per l'assistenza sanitaria agli extracomunitari
regolarizzati (i governatori chiedono 1 mld di euro),
l'adeguamento delle risorse per il mantenimento degli standard
dei livelli essenziali di assistenza (5 mld di euro) e i fondi
per i contratti della sanita'.
''Tra i costi certi per i contratti che sono gia' stati
chiusi e quelli su cui c'e' una trattativa in corso - spiega
Colozzi - dal 1 gennaio 2004 si scaricheranno sul sistema
sanitario costi percirca 6 miliardi di euro che, al momento,
non ci sono. In un Fondo sanitario equo questi fondi per le
spese contrattuali devono essere compresi''.
(sm) |
Bossi: "Dio assista la
Padania" |
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"Dio assista la Padania". Inizia e finisce
così un lungo fondo a firma Umberto Bossi pubblicato dal quotidiano "la
Padania".
Bossi dopo aver descritto e analizzato criticamente molti passaggi storici
e geopolitici - in vista dell'inizio del cammino in Aula della legge di
riforma costituzionale al Senato - si ritaglia uno spazio politico da
Pontefice Massimo Padano e lancia una serie di anatemi e punta il dito
soprattutto verso:
1) ROMA LADRONA: gli
"alleati politici romani di Tanzi" e Cirio, il sistema delle banche
romane, insomma verso "Roma ladrona" e quei partiti del centralismo romano
che sono trasversali e che vogliono continuare ad asservire "il consenso
del Nord schiavo a Roma", ma "crollerà Roma ladrona";
2) CENTRALISMO: la
riforma federalista trova ostacoli perché quelli come il Cardinal
Ruini rappresentano i "lamenti farisaici di chi si identifica con gli
interessi del centralismo";
3) EURO: l'euro in
quanto "mostro monetario", "i massoni l'hanno inventata", è "figlia"
di Prodi e "di un dispotismo illuminato", una moneta che ha sostituito la
flessibilità di una rete di monete nazionali che c'era prima": "la colpa
non è certo di questo Governo" ma di chi l'ha voluta;
4) ALLEATI: " I nostri alleati sono partiti di gestione e non forze
politiche riformatrici": "la devoluzione è stata bloccata da Fini e dal
UDC con l'alibi dell'interesse nazionale".
5) SECESSIONE: uno
Stato "che va oltre il fascismo", che "carcera chi dice porca
bandiera": "è uno Stato con una cifra di ferocia inaccettabile": "dire che
il tricolore ara da mettere al cesso, in quel momento, aveva un
significato storico, perchè in quel momento agiva la forcipe della storia,
la secessione";
6) PADANIA LIBERA: " Il nostro amore, cara Padania, ti ha portato in vita.
Non come un Paese qualsiasi, ma come la nostra Patria": "o si realizza il
sogno risorgimentale dell'unità nella diversità, con il federalismo,
oppure la storia troverà la strada per la libertà della Padania".
Infine il ministro Bossi presenta la riforma costituzionale che va in Aula
e che "riguarda contemporaneamente la regionalizzazione della Corte
Costituzionale e un Senato delle Regioni che potrebbe diventare un Senato
Federale". E' la rottura dei bicameralismo perfetto, spiega Bossi. I Padri
costituenti avevano previsto due Camere con funzioni del tutto identiche,
dove il Senato era legato alle Regioni. Non c'era separazione delle
competenze legislative, né di quelle esclusive né di quelle
concorrenti. Praticamente era impossibile andare verso il federalismo:
"infatti si è dovuto approvare le modifiche del Titolo V".
Ed ecco l'ultimo richiamo, nel quale Bossi ribadisce: "Federalismo vuol
dire unità nella diversità e nel rispetto reciproco. Ma se il federalismo
dovesse essere tradito, la libertà della Padania ritornerà a far rima solo
con l'indipendenza. Dio assista la Padania".
(gs) |
Senato federale: piovono
emendamenti |
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Pioggia di emendamenti sulla riforma
costituzionale che prevede anche il Senato e la Corte Costituzionale
federale.
Sono almeno 2.000 le proposte di modifica presentate al Senato, di cui
quasi la meta' della maggioranza. Tra esse anche l'emendamento Calderoli
che prevede la presenza dei presidenti di Regione nel futuro Senato
federale. Parte così in Aula la discussione generale sul testo che
impegnera' il Senato tutta la settimana.
Se passera' il suo emendamento, ha spiegato Calderoli (nella foto),
verra' in concomitanza cancellata dal testo la norma che prescriveva il
cosiddetto Parlamentino del Nord. Ma gia' oggi si levano gli scudi: ''io e
molti altri senatori - spiega l'Udc Maurizio Ronconi, presidente della
commissione agricoltura - voteremo contro. Siamo contrari a un Senato
formato da due 'corpi' separati. Il collegamento con il territorio e' gia'
assicurato dal fatto che i senatori verranno eletti su base regionale''.
Anche da An si levano voci di dissenso, per esempio con Giuseppe Semeraro
che ha depositato un emendamento che e' il ''contrappasso'' di quello di
Calderoli, visto che prescrive la presenza di due o quattro senatori nei
Consigli Regionali.
Per quanto riguarda invece gli emendamenti ufficiali dei gruppi l'Udc ne
ha depositato tre: uno su Roma capitale, uno che riporta a 15 il numero
dei componenti della Corte costituzionale (cosa che fara' dispiacere alla
Lega), ed uno che chiarisce che gli organi comuni che le Regioni possono
istituire in base all'articolo 117 comma otto della riforma dell'Ulivo,
hanno solo funzioni amministrative. Quest'ultimo punto e' oggetto anche di
un'emendamento di An che ne prevede la soppressione pura e semplice. Una
seconda proposta di modifica di An ripristina i senatori eletti nel
collegio estero, norma presente nel testo approvato dal governo e poi
cancellata dalla commissione affari costituzionali. Anche Forza Italia,
con Andrea Pastore, ha presentato quest'ultimo emendamento.
Da Forza Italia arrivano anche altre proposte non ufficiali ma pur sempre
presentate dal responsabile propaganda del partito, Lucio Malan e che, in
qualche modo, servono a mettere le mani avanti: uno ripristina il nome del
premier sulla scheda elettorale, ed un altro prevede che il governo possa
chiedere in Parlamento il voto su un suo provvedimento entro una data
certa.
E' prevista anche una riunione dei quattro ''saggi di Lorenzago'' (Calderoli,
Pastore, Domenico Nania, Francesco D'Onofrio) e il capogruppo di Forza
Italia Renato Schifani terranno una riunione per definire un accordo su un
nocciolo di emendamenti. Il relatore, D'Onofrio, non ne ha presentati di
propri, riservandosi di farlo in aula per recepire le intese di
maggioranza. Secondo il leghista
Francesco Speroni
la verifica puo' tradursi in un aggiustamento del programma di governo,
''basta che non si tocchino le riforme''. I centristi dell'Udc si
convinceranno ''con qualche poltrona'' a non attestarsi sulla linea dura.
An invita invece
l'opposizione a ''concorrere'' all' approvazione delle riforme
costituzionali anche se non puo' ''obbligarla al consenso''. Lo ha detto
il capogruppo di An in Senato,
Domenico Nania, intervenendo in aula durante la discussione generale
sulle riforme. Nania ha affermato che ''le riforme non sono un optional
ma una necessita' richiesta dal Paese'', per cui per An ''esse sono un
dovere imprescindibile''. ''Noi auspichiamo - ha spiegato - il concorso
dell' opposizione, ma non possiamo obbligarla al consenso. Ricercare il
concorso dell'opposizione e' per noi un dovere, mentre il suo consenso e'
auspicabile''.
Il capogruppo dei Ds, Gavino Angius, ha dichiarato: ''Come si puo'
dialogare sulle riforme con una coalizione in piena campagna
elettorale, che litiga sulle istituzioni e per le poltrone?''.
(red)
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U.E.: quadro
finanziario dopo il 2006 |
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E' una partita che per le regioni europee
vale circa 46,9 miliardi di euro quella che si gioca con il prossimo
quadro finanziario dell' Unione europea dopo il 2006.
Se la Commissione adottera' la posizione piu'
ambiziosa, quella cioe' di fissare il
tetto di spesa all' 1,24% del prodotto interno lordo Ue, pari ad un
ammontare calcolato in 147,1 miliardi di euro nel 2011, i fondi destinati
alla coesione economica, sociale e territoriale potrebbero aumentare,
nell' anno preso a riferimento, del 23% circa ed arrivare quindi a 46,9
miliardi. Una simile prospettiva, al momento appoggiata da una piccola
maggioranza dell' esecutivo Ue compreso il presidente Romano Prodi, e'
pero' ostacolata apertamente da sei degli Stati contribuenti netti che
invece hanno chiesto ufficialmente che il tetto di spesa sia dell' 1% del
Pil.
Circa la meta' del pacchetto di aiuti regionali previsti in bilancio
dovrebbe andare ai futuri nuovi membri dell' Unione europea, mentre il
restante continuera' ad essere distribuito tra gli attuali Quindici. L'
allargamento infatti aumentera' le disparita' tra regioni ricche e regioni
povere, al punto che la differenza raddoppiera'. L' Ue a 25 avra' regioni
in ritardo di sviluppo per complessivi 122 milioni di abitanti, di cui 51
negli attuali Stati membri e 71 nei nuovi Paesi che entreranno a far parte
dell' Ue dall' 1 maggio prossimo. Quando si aggiungeranno Romania e
Bulgaria, la popolazione delle regioni povere sara' complessivamente di
152 milioni di abitanti.
Perderanno invece questa qualifica e quindi anche la possibilita' di
ottenere finanziamenti circa 33 milioni di abitanti dei Quindici: 40% per
motivi legati alla crescita economica, 60% per un semplice effetto
statistico di abbassamento della media comunitaria Pil-abitante.
Tre le priorita' che vengono individuate, per una ''reale'' politica di
coesione: uno di 'convergenza e competitivita' ' per le regioni povere e
quelle che verranno escluse dai
finanziamenti per il solo effetto statistico, un secondo di 'competitivita'
regionale e impiego' per quelle regioni che sarebbero state comunque
escluse dall' obiettivo 1 (in ritardo di sviluppo) e per le altre regioni
che saranno 'eleggibili' sulla base di designazioni degli Stati membri; un
terzo di 'cooperazione interregionale'. Il primo dovrebbe ricevere la
parte piu' significativa del pacchetto di aiuti (76-77%), il secondo
invece il 18% dell' ammontare totale e il 5% dovrebbe invece andare alla
cooperazione transfrontaliera.
(red) |
Emilia-Romagna: bilancio
disabili |
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Il 2003 era stato proclamato dall'Unione
Europea “Anno delle persone con disabilità” e l'Emilia-Romagna presenta il
suo bilancio a favore delle politiche sociali a riguardo.
"A chiusura dell’Anno europeo -
sottolinea l'assessore regionale dell'Emilia-Romagna
alle Politiche sociali, Gianluca Borghi -
il bilancio delle iniziative realizzate in Emilia-Romagna testimonia
ancora una volta un'attenzione diffusa ai bisogni dei disabili".
"L'Anno europeo è stato un'occasione - continua Borghi - per aumentare la
sensibilità di tutti su vari aspetti e problemi della vita quotidiana di
queste persone, per ascoltare i loro bisogni ed anche per promuoverne una
rappresentazione positiva. E' importante comunque mantenere alti l'impegno
e l'attenzione su questi temi".
E' stato attuato un programma di iniziative nei settori dell'integrazione
scolastica e lavorativa, della mobilità e delle barriere architettoniche,
delle nuove tecnologie e dei servizi sociali e sanitari. Per il 2004 sono
già in cantiere altre iniziative.
CASA ED AUTONOMIA PERSONALE: avviato un programma di interventi
articolato in contributi economici e servizi di informazione e consulenza.
Sono oltre 2.000 i cittadini che nell'ultimo triennio hanno usufruito dei
servizi di informazione e consulenza del Centro regionale Ausili di
Bologna e del Centro Regionale di InFormazione su accessibilità e barriere
architettoniche di Reggio Emilia.
DOMICILIARITÀ: sono oltre 500 i cittadini che ricevono un contributo
mensile dal proprio Comune: la Regione nel 2003 ha stanziato ulteriori
risorse pari a 1,2 milioni di euro. L'assegno di cura si è dimostrato una
misura particolarmente efficace per sostenere quelle famiglie in
difficoltà a causa dell'invecchiamento dei genitori, oppure per sostenere
le persone con disabilità fisiche acquisite in età adulta. Altre 1.000
persone sono seguite dai servizi territoriali di assistenza domiciliare.
MOBILITÀ: Nel corso del 2003 la Regione ha stanziato contributi pari a 770
mila euro a favore di circa 400 cittadini, per contributi finalizzati
all'acquisto o all'adattamento di veicoli privati. Altri 700 mila euro
sono stati destinati alle aziende di trasporto della regione che concedono
agevolazioni tariffarie ai disabili su autobus e treni urbani ed
extraurbani. Infine, è stata recentemente approvata dal Consiglio
regionale la legge d’iniziativa della Giunta (n.30/2003 "Norme in materia
di tributi regionali"), che prevede un'estensione dell'esenzione dal
pagamento del bollo auto a tutte le persone nella situazione di handicap
grave, anche in presenza di un veicolo non adattato ed indipendentemente
dal tipo di disabilità, purché in possesso del certificato di gravità
dell'handicap rilasciato dalla Commissione sanitaria presente in ogni
Azienda Usl.
SCUOLA E LAVORO: Per migliorare la qualità dell'integrazione
scolastica è stato aperto, in collaborazione con l'Ufficio scolastico
regionale e con le Associazioni dei disabili, un tavolo tecnico
interistituzionale che avrà il compito di proporre nuovi indirizzi in
materia. Sul versante dell'integrazione lavorativa è prevista per il 28
gennaio 2004 (presso la Sala Polivalente del Centro Congressi ATC, in Via
Saliceto n.3 a Bologna) la Conferenza regionale sulla cooperazione
sociale, settore strategico per l'assistenza e l'integrazione lavorativa
delle persone con disabilità.
STRUTTURE DIURNE E RESIDENZIALI: Nel corso del 2003 la Giunta
regionale ha destinato 6 milioni di euro per finanziare 20 progetti per la
costruzione o l'adeguamento di altrettante strutture socio-sanitarie. Si
tratta di un programma di investimenti in conto capitale di lungo periodo,
che dal 1999 ad oggi ha consentito il finanziamento di 86 progetti con una
spesa complessiva da parte della Regione di oltre 32 milioni di euro. Nel
corso degli ultimi anni, particolare attenzione è stata prestata alla
costruzione di alloggi con servizi e comunità alloggio, strutture che
lasciano maggiore spazio all'autonomia personale ed alle esigenze di
privacy ed indipendenza della persona.
(red) |
Ciampi e La Giornata della
Memoria |
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"La Giornata della Memoria - ha dichiarato
il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del
"Giorno della Memoria" - invita a riflettere sulla Shoah, sullo sterminio
degli ebrei, di un intero popolo, organizzato dal nazismo: un evento che
non ha l'eguale nella storia.
Ricordiamo, perché la stessa enormità di quanto accadde in quegli anni, in
cui vennero uccisi sistematicamente sei milioni di ebrei, ossia la maggior
parte degli Ebrei che allora vivevano in Europa, rende quel crimine quasi
incredibile: 'meditate, che questo è stato', è il monito che ci ha
lasciato Primo Levi.
Ricordiamo affinché l'orrore non possa ripetersi; affinché ogni
manifestazione di antisemitismo, di razzismo in tutte le sue forme, venga
condannata e messa al bando.
Ricordiamo i colpevoli: l'ideologia razzista di Hitler e coloro che furono
gli strumenti e i collaboratori che resero possibile, anche in Italia, le
deportazioni. Ricordiamo i giusti, coloro che agirono secondo coscienza e
spirito di umanità. Ci dà conforto ricordare che fra loro ci furono anche
tanti italiani, migliaia di persone, semplici cittadini, funzionari,
diplomatici, militari che in ogni regione d'Italia, e oltreconfine in
Grecia, in Jugoslavia, nel sud della Francia, salvarono, a rischio della
loro vita, la vita di migliaia di ebrei, italiani o stranieri.
La democrazia, la giustizia, l'amore del prossimo che ci è stato insegnato
siano la nostra forza, riflettendo sul passato, guardando a un futuro che
vogliamo sia di pace e di concordia fra tutte le genti".
'Noi non vogliamo dimenticare nulla. Neppure le testimonianze più
crudeli. Dobbiamo capire. Solo questo, insieme all'impegno concreto, più
dell'emozione, ci aiuta a fare sì che quello che è accaduto non si ripeta
mai più'. Così il presidente del Senato, Marcello Pera, che ha celebrato
la Giornata della Memoria, all'Auditorium di Roma, insieme al Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. 'Ricordare la Shoah è un dovere
morale' ha detto il vicepremier Fini, oggi a Palazzo Marini per le
celebrazioni parlamentari bipartisan, aggiungendo che dietro l'
antisionismo si nasconde l'antisemitismo. Per Guglielmo Epifani, la
giornata di oggi 'deve servire come richiamo contro ogni rigurgito di
antisemitismo', ma va separata la politica di Israele dalla difesa dei
diritti".
Per il presidente della Regione Piemonte,
Enzo Ghigo: ''Il calore del
ricordo scioglie l'ipocrisia dell'indifferenza. La Giornata della Memoria
non e' soltanto una riflessione sul martirio epocale del popolo ebraico,
ma e' anche un momento solenne di impegno sociale e politico affinche'
l'orrore dell'Olocausto non abbia a ripetersi mai piu'''.
(red)
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
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