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Sommario |
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Riforme: appello di Casini per apertura confronto | ||||||||||||||||||||||||||
''Un enorme successo della Lega. Un
successo epocale''. Così il Ministro per le Riforme
Umberto Bossi,
intervistato a Radio Padania Libera, ha definito il prossimo voto
sulle riforme in Senato (cfr.
scheda elaborazione Ansa).
''Un successo - ha spiegato Bossi - contro il centralismo dei palazzi
romani che stanno anche al di la' del Tevere''. ''Tutto il cambiamento
costituzionale - ha detto Bossi - è stato portato avanti dalla lotta della
Lega. Fosse per il sistema e per i poteri che rappresentano il sistema
sarebbe ancora ancorato al vecchio centralismo romanocentrico. Bossi ha
quindi sottolineato che il potere centralistico ha ''sempre aperta una
partita contro il Nord''. Secondo Bossi c'e' ancora un potere
centralistico: ''Abbiamo sentito proprio un cardinale l'altro giorno che
e' uscito allo scoperto. Adesso escono con chiarezza quei poteri e quei
palazzi che sono concentrati a Roma e sono collegati l'uno con l'altro:
quelli aldila' del Tevere, la Banca di Roma con l'altra banca centrale.
C'e' una affinità, definiamola così, che adesso è molto evidente. Ci sono
palazzi collegati fra di loro al fine di tenere alto il centralismo del
paese. Ecco perchè
il voto di domani (ndr. oggi)
è un successo epocale della Lega''. La Lega potrebbe
promuovere ''un
referendum, al nord di sicuro, in cui
chiediamo a tutti di firmare un progetto, una bozza federalistica, che e'
questa qui''. ''Voglio vedere - ha aggiunto il ministro - se milioni di
persone vengono in piazza a firmare il federalismo, voglio vedere come
fanno questi uccelli del malaugurio centralista poi a negarlo in
Parlamento. Non riuscirebbero, perche' vorrebbe dire la riduzione
fortissima della forza politica, della forza elettorale di questi partiti''. Un appello per la ricerca del massimo consenso possibile sulle riforme arriva dal presidente della camera. Sulle riforme costituzionali è ''miope'' non cercare il compromesso. L'appello a maggioranza e opposizione a cambiare il ''modo di ragionare'' arrivato da Pier Ferdinando Casini (nella foto) che afferma "'Il compromesso non è segno di vecchia politica o di una politica rinunciataria'', e ''il compromesso soprattutto per i punti unificanti e sui minimi comuni denominatori e' assolutamente inevitabile''. A giudizio di Casini perciò, ''gli aspetti costituzionali non possono essere disegnati come se gli altri non esistessero'', e anzi ''questo modo di ragionare è iniziato la scorsa legislatura per gravissima responsabilità del centrosinistra e rischia di continuare con il centrodestra'', aggiunge. Si tratta di ''una visione miope perché dobbiamo saper distinguere tra le inevitabili contese quotidiane e un minimo comune denominatore di una visione condivisa. Anche in epoca di bipolarismo questo spirito deve accomunare gli uni e gli altri'', tiene a precisare il Presidente della Camera. Quanto all'idea di un eventuale ingresso dei presidenti delle regioni nel futuro Senato federale ("proposta Calderoli") il Presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Andrea Pastore ha dichiararato che ''I senatori non gioiscono di certo davanti a questa norma, perché è evidente che ci saranno senatori di serie A e altri di serie B''. E mente il politologo Giovanni Sartori in un editoriale del Corriere della sera sottolinea i rischi di un premierato onnipotente sull'argomento "riforme" arrivano anche forti sollecitazioni dagli enti locali.''La seconda Camera che si andrebbe a istituire, qualora il progetto che va definendosi in questi giorni e del quale abbiano notizie di stampa fosse approvato definitivamente - ha detto il presidente dell'Anci Leonardo Domenici - avrebbe ben poco di federale, nonostante l'annunciato coinvolgimento diretto dei Presidenti di Regione. In esso infatti non sarebbe prevista, salvo che per casi del tutto particolari, la partecipazione diretta dei Comuni e degli Enti Locali. Partecipazione che, invece, l'Anci ha sempre richiesto, come testimoniano le proposte di modifica del testo di riforma elaborate dalla Associazione''. Il Senato Federale dovrebbe infatti - ricorda il presidente dell'Anci - rappresentare il luogo deputato alla concertazione istituzionale, consentendo quella necessaria opera di mediazione tra tutti i livelli istituzionali, non solo con le Regioni, indispensabile in un'ottica federalista. Da qui deriva la preoccupazione dei Comuni italiani che ci fa tornare a richiedere un confronto serio, collaborativo e leale con il Governo, in sede di Conferenza Unificata. preoccupazioni condivise anche dal vice presidente dell'Anci, Osvaldo Napoli, che è anche vice responsabile Enti locali di Forza Italia, chiede l'intervento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, perché si adoperi per una diversa composizione del Senato federale che ricorda ''recentemente lo stesso Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva espresso, nel corso di una Conferenza Unificata dedicata al tema delle Riforme istituzionali, la convinzione che i Comuni dovessero essere chiamati a fare parte di un Senato realmente federale. Rivolgo quindi un appello al Presidente del Consiglio e alle Regioni affinché a formulazione attuale della composizione del Senato federale, assolutamente riduttiva, venga sostanzialmente modificata, prevedendo la partecipazione dei rappresentanti di Comuni e Province''. Per le Province c'è la necessità di un confronto che coinvolga tutti i soggetti interessati all'autonomia, ossia il Governo, il Parlamento, le Regioni, le Province e i Comuni: questa la proposta del Presidente dell'Upi, Lorenzo Ria che, in una nota,critica gli scontri politici degli ultimi giorni riguardo alle proposte di riforma della Costituzione ed invita le Regioni e le altre Autonomie ad agire in modo più unitario. ''I governi locali - prosegue la nota - non hanno saputo costruire una proposta unitaria, in particolare su quella istituzione che, più di tutte, dovrebbe rappresentare la svolta federale dello Stato e garantire la presenza dei territori in Parlamento. Sul Senato federale, infatti, pur avendo Regioni, Province e Comuni posizioni più o meno concordanti, non si e' riusciti a fare fronte unico''. ''Una proposta unitaria si può costruire sempre - ha dichiarato il Presidente dell'Uncem Enrico Borghi - a condizione che si riconosca effettivamente pari dignità ai propri interlocutori. (sm) |
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Al bello barometro settore ICT | ||||||||||||||||||||||||||
Volge al bello il barometro del settore delle Tecnologie
dell'Informazione e della Comunicazione (ICT) in Italia, che chiude il
2003 con una crescita valutata intorno all'1,7%, con un mercato che
oscilla tra i 61 d i 65 miliardi di euro, e la previsione di un 2004
all'insegna di un buon sviluppo. È quanto emerge dall'analisi condotta
dall'Osservatorio della Società dell'Informazione, costituito dal
Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie e la Federcomin. A tale proposito Lucio Stanca (nella foto), Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, ha ricordato che "nel 2001, in controtendenza al resto d'Europa, il nostro mercato cresceva. Nel 2002 c'è stata una flessione in linea con gli altri Paesi e il 2003 ha visto una lieve risalita. Per quanto riguarda il 2004", ha aggiunto il ministro, "mi aspetto una svolta: la crescita dell'ICT sarà superiore di 2-3 volte a quella dell'economia nazionale". Secondo l'Osservatorio, nel clima di incertezza che accomuna tutti i mercati e rappresenta un ostacolo al rilancio degli investimenti in infrastrutture, prodotti e servizi ICT, il mercato italiano del settore attraversa una fase delicata del suo processo evolutivo. Tuttavia il legame tra ICT e business si va sempre più rafforzando e il 2003 può rappresentare un "anno di transizione", un momento per consentire al mercato di maturare una nuova consapevolezza del ruolo dell'ICT. Non solo, ma il peso della spesa per la Società dell'Informazione cambia connotazione trasformandosi da "acquisto primario di tecnologia di base" a "componente a maggior valore aggiunto, parte di una infrastruttura più complessa in grado di trainare nuove fonti di investimenti in sistemi e soluzioni a supporto dell'attività aziendale". (red) |
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Formigoni: promuovere conoscenza sviluppo sostenibile | ||||||||||||||||||||||||||
Il Presidente della Regione
Lombardia,
Roberto
Formigoni, ha presentato nel corso della
Conferenza su 'Mobilità e Infrastrutture', promossa da
Assolombarda e
Camera Commercio di Milano, il Progetto
Regionale su Innovazione Sostenibile che, a detta dello stesso
Formigoni (nella foto) ''ha l'obiettivo di promuovere la conoscenza dello
sviluppo sostenibile e la realizzazione di progetti
ecocompatibili''. Per Formigoni si devono "coniugare
crescita economica, tutela ambientale e tutela del territorio''. |
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Sanità: inizia confronto Regioni, Fsn insufficiente per LEA | ||||||||||||||||||||||||||
Le Regioni troveranno ''presto e
rapidamente'' un'intesa per il riparto del Fondo sanitario nazionale per
il 2004, è questo l'auspicio espresso da tutti i Presidenti delle Regioni
riunirti in una conferenza straordinaria preso l'Hotel Plaza a
Roma. Il problema di un finanziamento inadeguato rimane in tutta la sua
dimensione. E' il giudizio espresso da Enzo Ghigo, Presidente della
Conferenza dei presidenti delle Regioni, all' avvio dei lavori che
impegneranno anche oggi i Presidenti delle Regioni. ''Con gli attuali
finanziamenti -
ha spiegato Ghigo -
non si possono più garantire i livelli essenziali dell'assistenza (Lea).
E le questioni poste all'ordine del giorno dalla Conferenza delle Regioni
sono state sottolineate e riprese da un ampio servizio, corredato da
alcune tabelle,
de La Repubblica.
"Il governo - ha proseguito Ghigo -dovrà assumere una decisione, entro uno
o al massimo due mesi, in merito al Fondo sanitario. Sicuramente l'accordo
tra le Regioni si fara' e partiremo - ha proseguito - dai parametri
individuati l'anno scorso a Fiuggi. Anche se - ha
osservato Ghigo -
si sono verificate circostanze esterne, che mettono a repentaglio il Fondo
sanitario nazionale''. Ghigo si e' riferito, in questo modo, al mancato
finanziamento dell' assistenza per gli immigrati extracomunitari
regolarizzati in seguito alla legge Bossi-Fini e il cui costo è stato
stimato dalle Regioni in circa un miliardo di euro. ''C'e' poi - ha
aggiunto il presidente del Piemonte
- un problema di riequilibrio tra le Regioni. Il Sud rivendica un
adeguamento del Fsn, mentre il Nord e' piu' abituato a fornire certi
servizi''. Ghigo (nella foto) ha infine fatto notare che questo e'
l'ultimo anno di vigenza dell' accordo trovato tra governo e Regioni l'8
agosto 2001, e quindi per il prossimo anno si apre una questione
complessiva di finanziamento del sistema sanitario, ma anche dei modi
necessari per reperire le risorse. Un discorso che si colloca, a giudizio
di Ghigo, sullo sfondo del più complessivo discorso delle riforme
istituzionali e dell' avvio del federalismo fiscale. Vasco Errani, vicepresidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, concorda con Enzo Ghigo sulla possibilità di trovare una rapida intesa fra le regioni per il riparto del fondo sanitario per il 2004, ma, come Ghigo, anche Errani ha posto l'accento sull'esistenza di un problema strutturale, vale a dire il finanziamento ''assolutamente inadeguato'' del Fsn. In avvio dei lavori della Conferenza dei Presidenti delle regioni, Errani ha ricordato come le richieste poste dalle regioni al governo ''sono fondamentali e irrinunciabili, come quella - ha aggiunto - del finanziamento dell'assistenza agli immigrati''. ''Il rischio - ha concluso Errani - e' di trovarci in una situazione non gestibile, al di la' dell'intesa che troveremo rapidamente fra le regioni''. le (gs) |
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Federalismo in Italia: aspetti quantitativi e confronto europeo | ||||||||||||||||||||||||||
Si terrà a Milano
un convegno dal titolo "Verso il federalismo in Italia: aspetti quantitativi e confronto con le
esperienze europee" (9 febbraio 2004 alle ore 10.00, presso la sala Assemblee di Banca Intesa
- Piazza Belgioioso, 1 - Milano). E' l'Associazione Reforme che organizza questo convegno (programma provvisorio) durante il quale verrà presentato e discusso il Rapporto sul federalismo realizzato con il sostegno della Fondazione Cariplo e la collaborazione di ref. - Ricerche per l'economia e la finanza. Pubblicata dall'Ansa una radiografia sui sistemi fiscali delle Regioni.Diciannove Regioni, due province autonome (Trento e Bolzano): ventuno modi diversi di tassare i cittadini. Sono gli effetti di un federalismo fiscale, ancora agli albori, ma gia' in qualche misura operante attraverso le finanziarie regionali approvate o in via di approvazione. Addizionale Irpef, Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e ticket sanitari sono le voci di entrate su cui le Regioni esercitano una parziale potestà legislativa. TICKET: NON SI PAGANO ticket farmaceutici in dieci Regioni (Valle d'Aosta, Friuli V. Giulia, Trentino, Toscana, E. Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Basilicata). In tutte le altre si paga da 1 a 4 euro a seconda delle prescrizioni. IRPEF: l'addizionale e' in larga misura dello 0,9%, con alcune eccezioni che, nel 2003, hanno riguardato le seguenti Regioni: CALABRIA: aliquota unica dell'1,4% LOMBARDIA: varia dall'1,20% all'1,40% a seconda delle fasce di reddito; MARCHE: varia dallo 0,9% al 4% PIEMONTE: varia dallo 0,9% all'1,40 UMBRIA: due fasce di reddito, addizionale allo 0,9% e all'1,10% VENETO: varia dall'1,20% all'1,40% Queste le curiosità riscontrate nelle Finanziarie 2004: * ABRUZZO, PRESSIONE INVARIATA PER ADDIZIONALE IRPEF Quella di Giovanni Pace e' la sola giunta di centro-destra che non prevede ticket sui farmaci. L'Abruzzo fa ricorso al bilancio provvisorio per il quarto anno consecutivo. * ALTO ADIGE, TAGLI ALLE SPESE FINO AL 20% La giunta di centro-sinistra di Luis Durnwalder ha apportato tagli alla spesa fra il 2 e il 20%. Ticket confermati per pronto soccorso ed elisoccorso. C'e' il progetto di una tassa per l'assicurazione per i non autosufficienti che potrebbe ammontare a 150 euro annui. * BASILICATA, TUTTO COME NEL 2003 La giunta di centro-sinistra di Filippo Bubbico non aumenta l'Irap, invariata l'addizionale Irpef allo 0,9%, niente ticket sanitari. Il movimento complessivo del bilancio e' di 2 miliardi e 917 milioni. * CALABRIA, ADDIZIONALE IRPEF FERMA ALL'1,4% La giunta di centro-destra di Chiaravalloti mantiene invariata la pressione fiscale sui redditi (addizionale Irpef all'1,4%, la più alta fra le Regioni del Mezzogiorno) e i ticket sanitari. * CAMPANIA, BOLLO E BENZINA PIU' CARI Dal primo gennaio: gli aumenti - di 2,5 centesimi al litro sui carburanti e del 10 per cento per la tassa di possesso - rientreranno appena il Governo avrà sbloccato la possibilità di introdurre addizionali regionali sull'Irpef. * EMILIA ROMAGNA, NIENTE TICKET SANITARI La giunta di centro-sinistra di Vasco Errani vuole salvaguardare ''la qualita' dello Stato sociale''. Nonostante le risorse diminuite per la sanita', la giunta conferma la scelta del no ai ticket sanitari: Irap e Irpef sono il 57% delle entrate. * FRIULI - VENEZIA GIULIA, FINE ESENZIONE IRAP PER PMI Situazione invariata - * PIEMONTE, NON AUMENTA LA PRESSIONE FISCALE -La giunta di centro-destra guidata da Enzo Ghigo - prosegue la disamina dell'Ansa - lascia tutto come e'. Rimane confermato un ticket di 50 euro sul pronto soccorso (esclusi i casi gravi). Lo scorso anno e' stata aumentata dallo 0,9% all' 1,4% l'addizionale Irpef, passata da una tantum a tassa ma permanente. E' inoltre in vigore un ticket di due euro sulle ricette per l'acquisto di farmaci. * PUGLIA, RIDOTTA ADDIZIONALE IRPEF Per la prima volta dopo circa 20 anni, bilancio approvato entro i termini. Fra le principali misure della giunta di centro-destra guidata da Raffaele Fitto, l'ulteriore riduzione dell'addizionale Irpef che dallo 0,5% del 2002 e' passata allo 0,3% nel 2003 e allo 0,2% a partire dallo scorso primo gennaio. * SARDEGNA, VERSO L'ESERCIZIO PROVVISORIO La giunta di centro-destra 'rimpastata', guidata da Italo Masala, e' ancora impegnata nel confronto con le parti sociali. Il bilancio e la finanziaria regionale sono in via di definizione. Non dovrebbero contenere aumenti fiscale. * SICILIA, NIENTE IRAP PER CINQUE ANNI A IMPRESE ESTERNE E' il proposito espresso da Salvatore Cuffaro, alla guida di una giunta di centro-destra. Dopo 6 anni, la legge di bilancio e' stata approvata nei termini. TICKET: abolito quello sul pronto soccorso. * TOSCANA, IRAP MENO PESANTE, NO TICKET MA TASSE SU AUTO Non aumentera' la pressione fiscale. Niente ticket sanitari. Annullata l'Irap per gli spacci di montagna e riduzione dal 4,25% al 3,25% per Onlus e nuove imprese giovanili; riduzione dello 0,50% della stessa Irap per le imprese montane fino a 77.500 euro. Niente 'bollo' per veicoli utilizzati a fini sociali (ambulanze, auto) di Onlus e Volontariato. Aumento indiretto invece per le tasse di proprieta' dei veicoli. * TRENTINO, NIENTE TICKET, BLOCCO ASSUNZIONI Come a Bolzano, la giunta di centro-sinistra di Dellai pensa di introdurre l'assicurazione obbligatoria contro il rischio di non-autosufficienza. * UMBRIA, PRESSIONE FISCALE IMMUTATA Tra i principali obiettivi del piano pluriennale, la stabilizzazione del ricorso a mutui e prestiti a livello degli esercizi precedenti (ad eccezione degli interventi straordinari per le infrastrutture stradali e per completare la rete ospedaliera). * VALLE D'AOSTA, RIDOTTA DELL'1% IRAP Sulle attivita' agricole e le cooperative tra giovani. Mentre le tariffe dei ticket sanitari sono quelle stabilite a livello nazionale così come per le spese farmaceutiche la Regione non ha istituito ticket regionali. * VENETO, CONFERMATI TICKET E ADDIZIONALE IRPEF Ticket sui farmaci con due euro a pezzo per un massimo di due pezzi per ricetta, ne sono esentati i farmaci per 56 grandi malattie pari a 200 patologie; sono esenti dai ticket anche quanti abbiano un reddito inferiore ai 10.300 euro. Sulle leggi regionali di Bilancio e' stata chiamata a pronunciarsi la Corte Costituzionale, nel corso del 2003. In particolare, con le sentenze n. 296-297 del 22 settembre 2003, la Corte ha sancito che le Regioni non possono stabilire, su Irap e bolli, esenzioni e termini di verifica. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime due leggi della Regione Piemonte e della Regione Veneto, che derogavano la normativa vigente in materia di Irap e bollo auto. (red) |
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Minoranza Rom in Ungheria: modello Alto-Adige | ||||||||||||||||||||||||||
Il nostro modello per dare alla minoranza Rom in Ungheria diritti pari a quelli degli altri cittadini è quello italiano dell'Alto Adige, il migliore. Ma ci chiediamo: perché il modello del Sud Tirolo non è applicato alla minoranza Rom che vive in Italia: 120 mila zingari che, con l'allargamento dell' Unione, non potranno più essere definiti extracomunitari?". A porre sul tappeto il problema - secondo quanto riporta dall'agenzia di stampa il Velino - è Laszlo Teleki, sottosegretario ungherese per gli affari Rom, che della questione ha parlato ieri a Roma con il collega Alberto Gagliardi, del ministero per gli Affari regionali. Un incontro, il primo su questo tempo, che stava molto a cuore a Teleki. Il governo di Budapest, per rispettare gli standard dell'Unione europea in materia di protezione delle minoranze, è infatti impegnato in un vero e proprio "tour de force" per adeguare la propria legislazione alle regole dell'Ue. In Ungheria i Rom sono il 7-8 per cento della popolazione, cioè 700-800 mila abitanti. "Si tratta, da noi, di una minoranza che vive in condizioni difficili, e prevediamo che le sfide economiche colpiranno per primi proprio i Rom. Ma l'ingresso dell'Ungheria nell'Ue è anche una nuova e grande opportunità per dare ai Rom gli stessi diritti degli altri cittadini", spiega al Velino Teleki, che a proposito dei Rom italiani sottolinea "tre o quattro problemi da risolvere". Uno è la scolarizzazione dei bambini, che non riescono a inserirsi nella scuola normale; un altro è la disoccupazione. Ci sono poi pregiudizi e diffidenza; e gli "zingari" hanno anche difficoltà per l'assistenza sanitaria, specie per la maternità e la prevenzione. "La 'questione Rom' fa parte, in Italia, della 'questione immigrazione'. E le misure non sono uguali per tutti. Voi avete trovato la soluzione per la minoranza del Sud Tirolo. Perché quegli stessi principi non vengono applicati per le altre minoranze?" aggiunge ancora il sottosegretario magiaro, per il quale il paese che sta lavorando meglio per l'integrazione dei Roma è, in Europa, la Spagna.(red) |
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