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Sommario |
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Federalismo: bocciati "parlamentini sovraregionali" | ||||||||||||||||||||||||||
La "sepoltura" delle assemblee di
coordinamento interregionale ha permesso una schiarita all'interno della
maggioranza sul tema riforme costituzionali. La controproposta Calderoli
di inserire i presidenti delle regioni all'interno del futuro senato
federale è stata quindi accolta come punto di intesa. Insomma, dopo la
tempesta "Ruini" sui parlamentini
sovraregionali, c'era bisogno di tornare al sereno almeno all'interno
della maggioranza. Quindi marcia indietro, con un passo in avanti da parte del senatore della Lega. Calderoli si è infatti detto d'accordo sulla eventualità di abrogare l'emendamento che prevede le assemblee di coordinamento, ma ha chiesto anche come contropartita l'inserimento nel Senato federale dei presidenti delle regioni. Proposta subito apprezzata da FI e dal ministro Buttiglione: ''Credo che la proposta di Calderoli potrebbe funzionare, bisogna riflettere e approfondirla bene''. ''Si puo' registrare un'intesa'', ha subito commentato il capogruppo della Lega a Montecitorio, Alessandro Cè (nella foto) valutando positivamente la disponibilita' espressa da Buttiglione. Ma il capogruppo della Lega alla Camera - che ha rilasciato anche un'intervista al quotidiano "Il Gazzettino" - non risparmia critiche neanche al presidente dei vescovi italiani Cardinale Ruini. ''Su questa questione Ruini dovrebbe parlare il meno possibile. La Chiesa ha un ambito piu' spirituale che materiale. Il Paese ha necessita' di questo cambiamento, altrimenti non si salva piu''': ''La locomotiva del Nord non ce la fa piu' a pagare per tutto il Paese''. Apprezzamenti al "lodo" Calderoli sulle riforme anche da parte del coordinatore di An La Russa: ''Questa idea, d'altronde, al contrario di quella dei parlamentini interregionali, non e' mai stata osteggiata da Alleanza Nazionale che vede, nella partecipazione dei governatori a un'istituzione parlamentare della Repubblica, un modo per sottolineare l'importanza delle autonomie, ma, nello stesso tempo, per garantire l'unitarietà della Nazione''. Ma è ancora "critico" Follini che parla di "seppellire l'idea balzana di creare un Parlamento del nord, del sud, del centro. Siamo lieti che Calderoli partecipi a questo rito di sepoltura'', ha detto il leader dell'Udc. ''Invito Calderoli e tutto il Senato ad essere piu' coraggiosi. Il problema non e' la presenza dei Presidenti delle Regioni ma quello di fare un Senato autenticamente federale'', ha invece sottolineato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. ''La proposta di inserire nel Senato i presidenti delle Regioni e' vicina alla proposta del centrosinistra'', ha detto Vannino Chiti. Il capo della segreteria Ds ha sostenuto che si tratta di una ''marcia indietro'' da parte di Calderoli in tema di riforme. Secondo Chiti ''la Lega ha subito una sconfitta sonora'' sulla contrastata ipotesi dei Parlamenti regionali attribuendo questo anche alla ''ferma opposizione del centrosinistra''. ''Nei giorni scorsi avevamo annunciato - osserva Chiti - che l'avremmo seppellita con un referendum abrogativo. Ora grazie anche alla nostra fermezza c'e' un ritorno di riflessione nel centrodestra ed una consapevolezza del problema da parte di Udc e An''. Per Chiti ''le dichiarazioni di Ce' e la marcia indietro di Calderoli sono due cose profondamente diverse''. ''Il fatto positivo e' che oggi il centrosinistra - ha concluso Chiti - ha presentato un documento unitario che affronta vari problemi. Se ci sono cambiamenti veri da parte della destra si potra' avere un confronto alla luce del sole in Parlamento. Se son rose fioriranno...''. L'opposizione ha sottolineato di essere unita sul testo elaborato da Giuliano Amato, come base delle controproposte che l'Ulivo si appresta a presentare in vista dell'esame dell'aula. ''Noi pensiamo all'Italia -fa sapere il presidente dei senatori dei Ds, Gavino Angius- la Cdl no. Noi pensiamo all'ammodernamento della Costituzione, loro fanno delleriforme l'oggetto della verifica di governo; un mezzo per uscire dalla crisi che li attanaglia da mesi. Le riforme non possono diventare merce di scambio. L'unita' dell'Italia e' inviolabile e non sara' toccata''. Per il presidente della commissione parlamentare per gli Affari regionali Carlo Vizzini le proposte avanzate da Calderoli sono ''di buon senso e politicamente giuste''. ''In realtà -aggiunge- se ci fosse la possibilita' di attuare in Italia il modello tedesco realizzeremmo in modo stabile e credibile un vero federalismo''. Ma precisa che ''una proposta di modifica costituzionale politicamente realizzabile non puo' prescindere dall'esistenza dell'attuale Senato che sara' chiamato ad approvare la riforma''. Percio' ''se le assemblee di coordinamento delle autonomie provocano una sindrome da rottura dell'unita' nazionale -conclude Vizzini- allora bisogna avere il coraggio di viaggiare verso una riforma molto piu' profonda e inserire nel Senato i presidenti delle Regioni diventerebbe il primo passo verso il modello tedesco'' Anche Bassanini interviene con in un'intervista al quotidiano "La Stampa" e afferma: ''Oggi la Costituzione prevede che le Regioni possano costruire insieme degli uffici amministrativi, quella era invece un'assemblea politica. Con poteri solo consultivi ma in grado, se le sue proposte non fossero state ascoltate, di arrivare a uno scontro politico con il Parlamento. Perche' l'obiettivo consisteva nel mettere assieme il Parlamento del Nord: il 60 per cento del Pil del Paese, e minacciare che il Nord puo' fare da se', se vuole. Adesso Calderoli propone i presidenti di Regione in Senato. La nostra idea e' che sarebbe utile avere non solo loro ma anche i sindaci delle grandi citta' e una rappresentanza dell'Italia non metropolitana, oltre a duecento senatori eletti direttamente dai cittadini. In modo da tornare alla proposta che la commissione Ruini per la Costituente formulo' nel lontano 1946-47. Un Senato delle Regioni come momento di dialogo e armonizzazione tra le esigenze nazionali e quelle locali. E poi dovrebbe essere un organo di contrappeso. A parole, c'e' un accordo generale con la Cdl''. Nessun problema nella maggioranza afferma invece La Loggia: ''C'e' un'evoluzione positiva - precisa il ministro agli Affari regionali - giovedi' inizia il dibattito parlamentare e c'e' tutta una settimana per discutere, c'e' tutto il tempo dunque per chiarire, approfondire, migliorare''. ''Non vogliono il federalismo, vogliono tenere il potere concentrato a Roma, questa la verita''' ha infine ribadito il ministro per le Riforme, Umberto Bossi: ''Adesso e' in atto il contrattacco del partito trasversale romano che vuole bloccarle le riforme. Tutto li'. Il resto e' una conseguenza di questo, anche il processo per i fatti di via Bellerio e' una conseguenza''.(gs) |
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Proposta Calderoli: i commenti dei Presidenti delle Regioni | ||||||||||||||||||||||||||
La proposta del Vicepresidente del Senato
Roberto Calderoli
fa, ovviamente, discutere i diretti interessati: i Presidenti delle
Regioni, che a partire da
oggi si confronteranno a Roma sul tema della ripartizione del Fondo
sanitario 2004. ''Non e' con questi giochetti che si può affrontare
il tema del serio completamento della riforma federalista''. E' il
commento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani
alla controproposta avanzata. A Roberto Formigoni invece " sembra un buon
passo quello di andare oltre le polemiche strumentali. Calderoli ha fatto
bene e ha spazzato via il campo dalle polemiche. La sua proposta non vuol
dire creare un Senato padano''... Ma ''Ci vorrebbe più coraggio -
sottolinea il Presidente della Lombardia - per proporre un vero Senato
delle Regioni''. E in un'intervista a La Repubblica (pubblicata oggi e
intitolata
Formigoni avverte il Carroccio "La secessione padana è
morta ),
il Presidente della Lombardia oltre a ribadire la necessità della
contestualità dllll'elezione del nuovo Senato e dei consigli regionali,
afferma "il terso in discussione al senato deve essere modificato. Ora
Calderoli fa delle aperture, vedremo. Due cambiamenti sono essenziali.
Punto primo: il Senato federale così com'è, non è affatto federale, poiché
non c'è una vera rappresentanza delle Regioni. il modello deve essere il
Bundesrat tedesco, composto dagli esecutivi dei Laender: è
quello un federalismo limpido che funziona. Certo, va adattato al nostro
paese: ma nel testo attuale, non ci sono rappresentanti delle Giunte e
qu9ndi il meccanismo sarebbe monco e si rischierebbe di perpetuare i
contenziosi regioni-stato, davanti alla consulta. non è per l'ambizione
dei Governatori di sedere in Senato, ma perché il nuovo Senato deve
essere il luogo della mediazione politica. Il mio appello - conclude
Formigoni - è che giovedì al Senato il testo sia modificato per inserire
almeno un congruo numero di rappresentanti delle giunte regionali". Perentorio il commento del Presidente del Veneto: ''La si faccia finita con il vedere complotti e trabocchetti dappertutto quando si parla di riforme costituzionali. La Lega ha proposto un puro e semplice coordinamento fra regioni a cui ha dato il nome di assemblee di coordinamento", ha detto Giancarlo Galan. ''Non ci vedo nulla di eversivo, anche perché - spiega Galan - per esempio, il sottoscritto sta lavorando con Illy alla creazione di un'Euroregione assieme alla Carinzia, alla Slovenia e alla Croazia. E allora? Siamo per questo degli eversori? Insomma, un'assemblea di coordinamento metterebbe a rischio l'unita' nazionale. Se lo diciamo per riderci su ci sto''. ''Adesso sento dire che nel Senato federale si vuole che siano presenti i Presidenti di Regione. Io so solo che se il Senato dovrà essere federale, dovrà essere un luogo istituzionale e democratico in cui far sentire la volontà istituzionale e democratica dei federati''. Secondo il Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Pace ''La proposta del vicepresidente Calderoli ha il preciso scopo di rafforzare il ruolo delle autonomie regionali''. ''In tal modo risulterebbe enormemente rafforzato il peso delle Regioni, che potrebbero così intervenire in maniera diretta sulle decisioni più importanti. Senza contare che -ha concluso Pace- si amplificherebbe anche il senso di unitarietà della nazione''. E' una proposta - ha dichiarato il Presidente del Molise Michele Iorio - che mi trova completamente d'accordo''. "Oltre che all'ingresso dei presidenti delle Regioni in Senato -ha proseguito- sono favorevole anche alla contemporaneità delle elezioni al Senato e nelle regioni''. L'auspicio di Iorio è che che ''si possa, al più presto, attuare la riforma federale per superare l'attuale bicameralismo imperfetto con l'augurio che ciò si attui con la collaborazione di tutte le forze politiche''. Per il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti , siamo di fronte ad "una delle proposte praticabili'', perché spiega ''rappresenterebbe un raccordo fortissimo tra Regioni e Senato. Raccordo - aggiunge - di cui nei vari progetti si lamenta la mancanza''. Quindi, praticamente, per Chiaravalloti quella di cancellare le assemblee delle autonomie a patto che nel Senato vengano inseriti i presidenti di Regione e' ''una proposta possibile. Chiaramente le proposte di ingegneria costituzionale vanno esaminate a fondo con tutti i loro riflessi e contraccolpi possibili, altrimenti si creano dei mostri. E' quello che accade talora al legislatore frettoloso''. La proposta di Calderoli per il Presidente della giunta regionale calabrese anche ''se non e' il massimo, il meglio del meglio, è una proposta praticabile, che deve essere studiata e se non produce inconvenienti è da prendere in considerazione''. l'ipotesi Calderoli non entusiasma molto il presidente delle regione siciliana, Salvatore Cuffaro (nella foto) che spiega: "se si tratta di un organo designato dalle Regioni, auspico piuttosto una rappresentanza elettiva'' e si dice d'accordo ''ma solo a meta''', ma comunque ''aperto al dialogo'': ''Come più volte ho avuto modo di rimarcare - spiega Cuffaro - sono contrario all'istituzione dei tre parlamenti, perché l'Italia e' una realtà unica. E' auspicabile invece il coinvolgimento delle Regioni nel nuovo Senato. Sulle modalita' di accesso, c'è la massima apertura''. ''Da modesto operatore del diritto quale io sono - spiega invece il presidente della Sardegna Italo Masala - l'idea di considerare i Presidenti di Regione membri di diritto del Senato non va bene. Il Presidente è esponente del potere esecutivo, invece il Senato e' un organo legislativo''. Funzioni diverse e quindi incompatibili, dice Masala, aggiungendo che ''non e' attraverso questo che si garantiscono le presenze regionali''. ''Piuttosto - precisa il presidente della Regione sarda - suggerirei a Calderoli di proporre che il Senato venga composto in maniera paritaria, ad esempio se i componenti sono 200, a ogni regione ne devono spettare dieci. Se tutto viene fatto in proporzione, non basterà la presenza del Presidente per tutelare le identità''. ''Mi piace vedere la fine del film''. Così il Presidente della Regione Lazio Francesco Storace (che ieri ha avuto un lungo incontro con il Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini) ha commentato la proposta, aggiungendo poi con riferimento alle elzioni europee che ''non è accettabile che scompaia dalla scheda elettorale il nome del candidato premier''. Più duro il giudizio del Presidente delle Marche: ''Aggiungere 22 Presidenti delle Regioni ai 200 senatori previsti, come propone il vicepresidente del Senato Calderoli, è un rimedio peggiore del male''. E' il commento fatto dal Presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio riguardo alla proposta fatta oggi dall' esponente leghista. ''Infatti - motiva D'Ambrosio - il Senato rimarrebbe un vero e proprio comitato di controllo sulle leggi delle Regioni, ruolo assolutamente inaccettabile, con un coinvolgimento del tutto marginale dei rappresentanti delle Regioni e senza nessun reale collegamento con il territorio''. 'Quindi "nonostante questa maldestra proposta di modifica, il progetto all'esame del Senato rimane preoccupante e da respingere''. (sm) |
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Farassino: Così lavorerò per identità piemontese | ||||||||||||||||||||||||||
"Le polemiche sono superate, ora non
resta che rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare'': con queste
parole il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, ha sancito
in una comunicazione all'aula del Consiglio regionale l'avvenuta
pacificazione della maggioranza sul tema controverso del
rimpasto di giunta che ha impegnato
Presidente e partiti del centro destra negli ultimi mesi. La pace fra il nuovo assessore all'Identita' Piemontese Gipo Farassino (nella foto), nominato il 13 gennaio, e l'assessore alla Cultura Giampiero Leo (Fi), che gli ha ceduto parte delle proprie deleghe riguardanti il teatro ma non la disponibilità dei relativi fondi, e' stata fatta ieri con l'accordo che li vedrà decidere ''di concerto'' sull'assegnazione delle risorse. ''In un primo momento - ha spiegato Ghigo - il mio decreto non era sufficientemente esplicativo. Così ieri l'ho corretto, chiarendo che la delega sulla legge 68 va a Leo, che dovrà decidere di concerto con Farassino''. Sul fronte Sanita', dove l'ex responsabile del 118 Valter Galante (An) ha sostituito fra Natale e Capodanno il dimissionario Antonio D'Ambrosio, Ghigo ha sottolineato che si è trattato della scelta di ''un tecnico che ha il compito di rappresentare la continuita' gestionale e rimotivare gli operatori della sanita' piemontese'', dopo i tanti scandali che hanno colpito il settore. Ma a Galante, ha sottolineato, toccherà anche il compito di attivare ''un meccanismo più articolato di controlli'', oltre a quello (ancora in fase di valutazione) di sottoporre a sua volta l'attivita' del proprio assessorato ai ''controlli di gestione'' dell'assessorato al Bilancio. Il neo assessore leghista all' Identità piemontese, Gipo Farassino, ha ribadito in una conferenza stampa come intende procedere per riscoprire l'identità piemontese. ''Oggi - ha spiegato - ho usato malauguratamente la parola etnia, evocatrice di tristi scenari da Germania hitleriana, alludendo alle importanti comunità di pugliesi, calabresi, siciliani e di altri immigrati degli anni cinquanta presenti in Piemonte. Agli immigrati di ieri e di oggi, inclusi quindi gli stranieri regolari o i figli di questi stranieri che sono nati in Piemonte - ha sottolineato - intendo rivolgermi per riscoprire l'identità del Piemonte, che la grande migrazione interna del dopo guerra ha disgregato. Non vedo cosa ci possa essere di male - ha aggiunto - nell' idea di prendere un caffé con il presidente della comunita' pugliese a Torino per raccogliere suggerimenti utili per arrivare a ricostruire l'identità collettiva di coloro che vino sulla nostra terra''. ''Il nuovo incarico - ha sottolineato lo chansonnier - mi da' una grande carica nel momento in cui ero a corto di passioni e non me lo aspettavo. Ho accettato volentieri, anche se il tempo fino alla scadenza della legislatura e' poco, perche' sarei soddisfatto se nei due anni scarsi che abbiamo a disposizione riuscissi a imbastire un protocollo di intenti con tutti i pilastri necessari per rifondare e valorizzare l' immagine e l'identita' del Piemonte''. Dall'identità alla comunicazione: il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, inconterà giovedi' a Roma il direttoregenerale della Rai Flavio Cattaneo. ''Nel colloquio - ha annunciato il presidente piemontese - ribadirò le preoccupazioni degli enti locali per la progressiva marginalizzazione di Torino nel contesto dell'attività dei centri di produzione Rai italiani e la necessità non più procrastinabile di un concreto rilancio della sede piemontese. E a questo proposito - ha aggiunto - presenterò soluzioni operative''. Ghigo ha poi precisato con il dg Cattaneo ''parlero' anche dell'increscioso episodio della dimenticanza di Torino, che ha dato i natali alla televisione, durante la trasmissione dello scorso 3gennaio sui 50 anni della Rai''. (red) |
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Veltroni su riforme: Roma come Berlino | ||||||||||||||||||||||||||
I tagli decisi dal Governo hanno inciso
drasticamente sul bilancio 2004 del comune di Roma, comportando un taglio
alla spesa corrente per circa 200 milioni di euro rispetto al 2003, tagli
che colpiscono le esigenze e le attese dei cittadini e Roma non può
continuare ad essere penalizzata dalla politica del governo, ma le va dato
il ruolo che merita di capitale della Repubblica. Sono queste
le
ragioni che il Sindaco di Roma Walter Veltroni (nella foto) espone in
una lettera inviata al Vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini,
certo di trovare un interlocutore sensibile. Veltroni fa notare, in particolare, che nonostante le rassicurazioni ricevute l'11 novembre scorso nell'audizione in I commissione dal relatore di maggioranza senatore D'onofrio, nel testo della legge di revisione della parte seconda della Costituzione, ora all'esame dell'aula del Senato, l'articolo su Roma Capitale ''e' rimasto identico a quello proposto dal Governo'', condizionando ''l'autonomia della capitale alle decisioni dello statuto della Regione Lazio''. ''Quasi che Roma - osserva Veltroni - sia soltanto un capoluogo di Regione, e non la capitale della Repubblica tutta, la cui autonomia deve essere garantita, perciò, con legge dello Stato, come è nel testo oggi vigente, ovvero direttamente dalla Costituzione, come avevo anche proposto sulla scorta, ad esempio, dello statuto di Berlino nella Costituzione della Germania Federale''. In quella occasione, ricorda inoltre Veltroni, fu anche riconosciuto il dato dell'insufficiente finanziamento della Capitale. ''Una situazione - fa notare il Sindaco - aggravatasi con la legge finanziaria 2004, riassumibile nello squilibrio dei trasferimenti erariali correnti (Roma riceve, per ogni cittadino, circa 80 euro in meno rispetto alla media delle grandi città), nella progressiva riduzione delle risorse di investimento per l'ammodernamento della città, sino al definanziamento totale dal 2005 della relativa legge per Roma Capitale, nella sottovalutazione dei trasferimenti per il trasporto pubblico locale (in crescita per le principali Regioni ed in costante diminuzione per il Lazio), nel taglio, infine, di 6 milioni di euro del fondo per il 'buono casa' nel 2004, nonostante le formali assicurazioni al riguardo pure date dal governo''.(red) |
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Opere pubbliche: nuovi interventi | ||||||||||||||||||||||||||
La
newsletter di www.governo.it
rende noto che con la legge 29 dicembre 2003 n. 376 (in vigore dal 31
gennaio 2004) vengono stanziati cospicui fondi per finanziare numerose
opere d'interesse locale. Tra gli interventi previsti, vi sono opere di
interesse viario in Veneto, Abruzzo, Calabria, Campania e Basilicata.
Opere di ripristino di edifici ad Urbino, Torino e Reggio Calabria.
Inoltre, vengono destinati fondi alla tutela del carattere storico,
monumentale e artistico della città di Siena e alla laguna di Venezia,
per eliminare gli effetti negativi dovuti al Canale dei petroli. Infine,
la legge prevede un sostegno anche allo sviluppo economico e
all'occupazione nei distretti economico-produttivi di Cassino, Coreno
Ausonio e Sora investiti dalla crisi. |
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Emilia-Romagna: scuola; sentenza "bomba" Consulta | ||||||||||||||||||||||||||
'Una sentenza bomba'',
che allunga ombre anche sulla riforma Moratti. E' il commento dell'
assessore alla Scuola della Regione Emilia-Romagna,
Mariangela
Bastico,
alla sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito - ancora parole
dell' assessore - ''come la gestione del personale scolastico sia di
competenza della Regione''.
Della sentenza se ne
occupa anche il quotidiano "l'Unità",
titolando "La Corte costituzionale smonta la Scuola Moratti". |
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