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Sommario |
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Corte Costituzionale su statuto Calabria | ||||||||||||||||||||||||||
La Corte Costituzionale ha giudicato
(cfr.
testo sentenza) - lo Statuto della
Regione Calabria -
impugnato dal Governo - incostituzionale il meccanismo di elezione
del presidente della Giunta insieme al vicepresidente, e alcune
disposizioni in materia elettorale. Saranno brevi, secondo il Presidente della commissione riforme della Regione Calabria, Paolo Naccarato, i tempi per la modifica dello Statuto dopo che la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale il meccanismo di elezione del Presidente della Giunta insieme al vicepresidente, e alcune disposizioni in materia elettorale. ''Sono pienamente d'accordo con il pronunciamento della Corte Costituzionale. L'elezione diretta del Presidente della Regione e' un principio che va rafforzato''. E' il primo commento di Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte e della Conferenza delle Regioni alla decisione. ''Nel nuovo Statuto del Piemonte - ha aggiunto Ghigo - questo principio verra' riaffermato con forza''. Per la Corte Costituzionale le Regioni ad autonomia ordinaria, sulla base del nuovo Titolo quinto della seconda parte della Costituzione, dispongono di un'ampia potestà statutaria, che possono esercitare con ampia discrezionalita' per darsi un autonomo ordinamento interno, ma pur sempre nel rispetto degli specifici limiti determinati dalla Costituzione. Uno di questi limiti riguarda il potere regionale di disciplinare la forma di governo: le Regioni sono libere di scegliere modalità diverse dall'elezione diretta del Presidente della Giunta, che e' indicata dalla Costituzione come un modello possibile e utile, ''ma non possono utilizzare il procedimento di elezione diretta, che e' finalizzato ad una specifica valorizzazione del ruolo politico unificante del presidente della Giunta, per l'elezione da parte del corpo elettorale di un tandem di candidati (presidente e vicepresidente)''. Inoltre, stabilisce ancora la Corte Costituzionale nella sentenza n.2 del 2004, relatore Ugo De Servio, lo statuto regionale non può privare il presidente eletto direttamente dal corpo elettorale del potere di dimettersi provocando l'automatico scioglimento del consiglio regionale. Un altro limite della potestà statutaria regionale deriva dalla attribuzione alla legge regionale, e non allo statuto, del potere di determinare la legislazione elettorale regionale, nel rispetto della legislazione nazionale di cornice: in quest'ambito lo statuto può quindi solo determinare criteri direttivi in conformità alle disposizioni costituzionali. Lo Statuto della Regione Calabria e' stato il primo ad essere approvato in Italia. ''Resta forte, nonostante la decisione della Corte Costituzionale, e direi quasi inamovibile lo spirito costituente che ha fin qui connotato l' Assemblea legislativa calabrese'', ha infine detto il presidente del Consiglio regionale Luigi Fedele. Esultano i presidenzialisti, alcuni presidenti delle Regioni non nascondono la loro soddisfazione e con loro anche il Ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia, che ha spiegato: '''siamo abbastanza soddisfatti di questa decisione e l' invito e' a procedere alle modifiche e alle correzioni nel piu' breve tempo possibile''. Per il ministro, poi, e' ''ragionevole che le altre Regioni tengano conto delle osservazioni della Corte Costituzionale per farne tesoro nella stesura degli statuti''. Per il Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, Carlo Vizzini (Fi), ''la sentenza sullo statuto della Regione Calabria e' di fondamentale importanza, anche perché mette tutte le Regioni a statuto ordinario nella condizione di conoscere i limiti oltre i quali la Consulta non consente di andare nel determinare la forma di governo con il sistema dell' elezione diretta. Sono convinto - sottolinea Vizzini - che la Regione Calabria in tempi brevissimi correggera' le parti bocciate''. ''Sin dalla partenza - ha affermato il Presidente della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti - anche io ero sulle posizioni della Corte Costituzionale. Poi allo Statuto e' stato frutto di una mediazione. Ora - ha aggiunto - bisogna prendere atto della decisione della Corte e modificare lo Statuto con le indicazioni che sono state date. La Corte ha dato ragione alle mie posizioni iniziali. Ma bisogna anche dire che la Corte Costituzionale è un organo un po' sui generis perché decide nella forma come decidono gli organi giudiziali, in quanto si esprime con sentenze, però i giudizi non sono rigorosamente in punta di diritto, ma sono anche politici''. Per Chiaravalloti, insomma, ''è chiaro che il giudizio della Corte riflette anche le valutazioni politiche del problema''. ''Non avevamo alcun dubbio che il papocchio partorito dalla Regione Calabria, nel nuovo Statuto, sarebbe stato bocciato dalla Corte Costituzionale'', commenta l'assessore regionale agli Affari Istituzionali del Lazio, Donato Robilotta. Infine, Bruno Tabacci, a margine della direzione nazionale dell'Udc, ha dichiarato di ritenere ''inopportuno candidare i Presidenti delle Regioni nelle liste dei singoli partiti: lo ha ricordato La Russa per quanto riguarda Formigoni e non si può dargli torto''. (gs) |
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Attività produttive e Regioni: Cnr pubblica Rapporto | ||||||||||||||||||||||||||
Il
rapporto "Regioni e attività
produttive" (2°
rapporto sulla legislazione e sulla spesa 2001-2002) realizzato
dall'Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie
"Massimo Severo Giannini"del Cnr è stato pubblicato da
Giuffrè Editori.
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Storace: dal 2005 un terzo assessori donne | ||||||||||||||||||||||||||
A partire dal 2005 un terzo degli assessori regionali del Lazio dovranno
essere donne. E' quanto ha proposto il
presidente della Regione Lazio Francesco Storace che
ha auspicato su questa proposta il consenso di maggioranza e opposizione.
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Buffardi: riforma Moratti da rinviare | ||||||||||||||||||||||||||
''Dal momento che c'e' una forte
opposizione di famiglie e studenti al decreto attuativo della riforma
Moratti il mio suggerimento al ministro e' di rinviare di un anno
l'applicazione di questo provvedimento''. Il suggerimento e'
dell'assessore Adriana Buffardi, della Regione Campania (nella foto), capofila per la
materia nell'ambito della Conferenza delle Regioni. Ieri si è svolta
un'audizione informale di Regioni ed Enti locali convocata dal Presidente
della commissione cultura, scienza e istruzione della Camera sullo schema
di decreto legislativo concernente la scuola dell'infanzia e il primo
ciclo di istruzione. ''Al di là del merito del decreto - ha spiegato Buffardi, precisando di parlare, a questo proposito, esclusivamente come assessore della Regione Campania - non si possono scaricare i ritardi accumulati sulle spalle delle famiglie e degli enti locali. Per questo suggerisco di sospendere il provvedimento per un anno''. L'assessore Buffardi ha reso note le due posizioni diverse espresse dalle Regioni. Le Regioni Campania, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Basilicata, Friuli e la Provincia autonoma di Bolzano, ''pur valutando positivamente le modifiche sul tempo pieno sia per la scuola dell'infanzia che per la primaria'', hanno espresso parere negativo sullo schema di decreto legislativo, motivandolo con una serie di questioni, tra cui l'indefinitezza delle risorse e l'assenza di copertura finanziaria del tempo pieno e hanno criticato ''la carenza di un progetto educativo autonomo che la scuola dovrebbe offrire alle famiglie'', ''la mancata individuazione di adeguati livelli istituzionali di raccordo per assicurare continuità tra servizi educativi della prima infanzia e ciclo primario'' e ''la non condivisione della figura dell'insegnante tutor''. Le altre Regioni hanno espresso invece parere favorevole allo schema del decreto, anche se, ha spiegato Buffardi, hanno sollevato alcune critiche sulla copertura finanziaria e si sono augurate che gli altri decreti attuativi siano maggiormente attenti a seguire un percorso di condivisione istituzionale. Parere favorevole al decreto era arrivato in Conferenza Unificata da Anci, Upi, Uncem, che l'avevano tuttavia subordinato all'accoglimento di alcuni emendamenti. Il coordinatore degli assessori all'istruzione dell'Unione delle Province d'Italia, Gianni Oliva, intervenendo all'audizione alla Camera ha espresso tuttavia forti critiche: ''In Conferenza Unificata - ricorda l'assessore Oliva - abbiamo presentato emendamenti che sono stati approvati, la cui applicazione comporterà un aumento consistente del corpo docenti per il tempo mensa. Chi pagherà queste spese ulteriori? Certamente non gli enti locali, che dalla Finanziaria hanno già avuto tagli disastrosi. Inoltre di questi emendamenti nel testo in discussione alla commissione non c'e' traccia. Infine - conclude Oliva - il testo del decreto non rispetta i dettami della riforma costituzionale che assegna allo Stato, in materia di istruzione, la legislazione esclusiva delle sole norme generali''. (red) |
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Devolution: La Loggia vicino a Bossi | ||||||||||||||||||||||||||
''Mi piace precisare,
dando un'ulteriore conferma di solidarietà al ministro Bossi su
questo argomento, che io per primo ho sostenuto le sue proposte e la
sua impostazione, in modo tale che non vi fossero riserve di nessun
tipo attraverso una visione del federalismo vista da nord e vista da
sud''. A sostenerlo e' il ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia. ''Percio' - ha chiarito il ministro riferendosi a Bossi - mi ha meravigliato la sua battuta dell'altro giorno sul quotidiano la Repubblica, e mi piace confermargli il massimo di solidarietà: credo che tra tutti i ministri del governo, quello più vicino alle sue posizioni sono proprio io''. A Bologna il 15 E 16 gennaio 2004 (Sspa-Bologna, AULA MAGNA "Guglielmo Negri", Via Testoni, 6) si svolgerà un convegno dedicato proprio al tema Federalismo e devolution. E' previsto l'intervento dell'Assessore Luciano Vandelli (Regione Emilia-Romagna). Il Programma è on line. (red) |
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Domani Conferenza delle Regioni | ||||||||||||||||||||||||||
E' convocata per domani a
Roma (giovedì
15 gennaio 2004 alle ore 10.00 - Via Parigi, 11)
la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome anche
in relazione alle riunioni delle Conferenze
Unificata
e
Stato-Regioni
programmate sempre per il pomeriggio di giovedì 15 gennaio. La Conferenza delle Regioni avrà, tra l'altro, all'ordine del giorno: 5) Riforme istituzionali – 5a) Informativa in merito al disegno di legge costituzionale recante modifica agli articoli 121 e 126 della Costituzione, d’iniziativa parlamentare all’esame della I Commissione del Senato; 5b) Determinazioni in merito al Disegno di legge costituzionale di modifica della parte II della Costituzione (A.S. 2544) – prosecuzione del dibattito; 6) Lavori pubblici – 6a) Valutazione dello “Schema di legge regionale in materia di espropriazioni per pubblica utilità”; 6b) Esame delle linee guida denominate “Protocollo Itaca per la valutazione della qualità energetica ambientale di un edificio”; 6c) Esame della bozza di “Schema di protocollo d’Intesa tra Itaca e Ente Nazionale Italiano di Unificazione”; 7) Agricoltura – Posizione delle Regioni sull’attuazione del Reg. 1782/2003 CE concernente la revisione di medio periodo della PAC; 8) Spettacolo – Ulteriori valutazioni della Conferenza dei Presidenti in merito all’inquadramento della materia Spettacolo nell’ambito delle disposizioni recate dal Titolo V della Costituzione; 9) Illustrazione del Coordinatore della Struttura interregionale per la disciplina dei rapporti con il personale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (Sisac) dell’ipotesi di organizzazione dei lavori della struttura (comma 1, art. 8) del Regolamento Sisac, approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle P. a. il 24 luglio 2003). (red) |
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