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Sommario |
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Riforme: Senato non federale | ||||||||||||||||||||||||||
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ribadisce la preoccupazione e il giudizio negativo per il testo di riforma della Costituzione, all’esame dell’Aula del Senato e rileva un aggravamento del grado di confusione istituzionale prefigurato da un testo sempre più lontano da un disegno coerente (cfr. anche articolo del Corriere della Sera). Siamo di fronte ad una proposta (ndr : cfr. anche la sezione "attività parlamentare", in occhio al parlamento su www.regioni.it) che dà vita ad un Senato cosiddetto federale che in realtà non è tale: manca infatti un collegamento coerente con il territorio. In questo modo si dà vita ad un sistema di grande confusione tra i diversi livelli della Repubblica. Per questi motivi le preoccupazioni delle Regioni crescono ogni giorno di più. La Conferenza sottolinea - in un Comunicato sulle riforme istituzionali - l’esigenza che, all’opposto, si realizzi un sistema coerente e definito, che completi organicamente il percorso delle riforme costituzionali, consentendo finalmente a tutte le istituzioni di operare in un quadro certo e stabile. Facendo appello a tutte le forze parlamentari, i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome esprimono una valutazione negativa delle disposizioni sinora approvate. La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome è pronta a fornire al Parlamento il proprio contributo di proposte per garantire la complessiva tenuta della riforma dell’assetto istituzionale.
“Più il tempo passa più
è chiaro che la proposta di riforma costituzionale che contiene la
devolution è un mix confuso e indigesto per il Paese” ha
dichiarato
Vasco
Errani (nella foto), Vicepresidente della Conferenza delle Regioni. "A questo punto
sarebbe meglio, anche per il Governo, fermarsi a riflettere su questo
pasticcio. Si potrebbe ricominciare daccapo, stavolta partendo con un
seria interlocuzione con i soggetti del federalismo: Regioni ed
Autonomie". (gs) |
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Regioni: Governo risponda su salvaguardia servizi resi ai cittadini | ||||||||||||||||||||||||||
I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ribadiscono la loro insoddisfazione per l’incontro interlocutorio e dall’esito deludente con il Governo (del 29 gennaio u.s.) sulle questioni irrinunciabili e vitali per l’istituzione Regione relative alla salvaguardia dei servizi resi ai cittadini in settori fondamentali come la sanità. Le Regioni a tal riguardo ribadiscono anche la necessità di ricevere con immediatezza ed urgenza risposte positive , rispetto alle quali c’è stato il personale impegno del Presidente del Consiglio. Ed in tal senso destano sconcerto le dichiarazioni rese dal Sottosegretario all’economia, Giuseppe Vegas (nel corso di un’intervista radiofonica) giudicate offensive perché scaricano totalmente ed in modo ingiustificabile sulle Regioni la risoluzione delle questioni centrali relative alla garanzia stessa dei livelli essenziali di assistenza. Si tratta di affermazioni che sono certamente da stigmatizzare, ma suscitano anche profonda preoccupazione rispetto alle attese risposte del Governo. Le Regioni, nel Comunicato sui rapporti con il Governo, confermano la necessità rimanere assenti da ogni sede di rapporto Stato-Regioni (cfr. anche gli articoli de la Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 ore). Nel frattempo le Regioni preannunciano un percorso di ulteriore sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Un primo passaggio riguarderà l’organizzazione di “Stati generali della sanità”, coinvolgendo istituzioni locali, forze sociali e imprenditoriali. Un secondo passo verterà sulla richiesta da rivolgere alla Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, per spazi che consentano alle Regioni di spiegare ai cittadini la gravità della situazione.
Infine i
Presidenti preannunciano un’azione sui mezzi di comunicazione per spiegare
nel dettaglio i principi, dettati dal forte senso di responsabilità
istituzionale, che sono alla base delle richieste delle Regioni: si tratta
infatti di garantire servizi essenziali a tutti i cittadini.
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Formigoni: Corte dei Conti dà ragione alle Regioni su sottostima FSN | ||||||||||||||||||||||||||
''Senza federalismo fiscale tutto il resto
rischia di essere una presa in giro''.
Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni,
in occasione della partecipazione alla cerimonia presso la
Corte dei Conti
per l'approvazione del referto della Sezione di Controllo sull'attivita'
dell'amministrazione regionale per il 2002. |
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Contratto medici: per Colozzi prioritario ripensamento welfare | ||||||||||||||||||||||||||
Il Sole 24 ore sanità
(n.3 datato 9 febbraio) ha pubblicato
un editoriale di Romano Colozzi
(nella foto) che oltre ad essere l'assessore al Bilancio della Regione
Lombardia è anche il Presidente del Comitato di settore per il comparto
sanità. Un lungo articolo che in questa fase di discussioni relative
al rinnovo del contratto dei medici propone alcune riflessioni
sull'argomento."Le Regioni - scrive Colozzi - hanno trovato un accordo
sulla ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale del 2004. Questo
risultato segna un passo importante e dimostra che il federalismo solidale
è già entrato nel nostro DNA. Un evento (...) che si è inserito in
una fase molto delicata della sanità italiana: la fase contrattuale. (...)
Alla cronica sottostima del Fondo Sanitario Nazionale, che sfiora i cinque
miliardi di euro, si aggiungono i costi effettivi dei contratti del
personale: per il biennio che si è appena concluso abbiamo calcolato un
esborso molto vicino ai sei miliardi di euro. Per il prossimo biennio, i
costi sono ancora incerti ma, certamente, della stessa portata. (...)
Ritengo che, di fronte a questa situazione, tutti i soggetti interessati,
dallo Stato alle Regioni, dagli operatori ai cittadini utenti dei servizi
sanitari, debbano prendere atto della necessità di mettere in discussione
luoghi comuni e posizioni acquisite, non più coerenti con la realtà. Tutti
- prosegue l'articolo di Colozzi - continuano ad affrontare il tema
“sanità” quasi non volendo prendere atto di un fatto assolutamente
“rivoluzionario” che è accaduto esattamente il 3 agosto del 2000 e che ha
cambiato in modo radicale le “regole del gioco”: fino a quella data in
Italia il costo della sanità era stabilito “a consuntivo” ed era basato
sul meccanismo di un Fondo sanitario sottostimato e di mutui a pareggio;
l’”Accordo Giarda” ha rovesciato questa impostazione, stabilendo un budget
certo ed invalicabile, garantendo il pareggio non con il ricorso
all’indebitamento, bensì con il ricorso alla leva fiscale o alla
cosiddetta “razionalizzazione dei servizi”.(...) Questa rivoluzione
copernicana operata dal Governo Amato" (...) ha "creato un irrigidimento
del sistema (...) per questo bisogna aver il coraggio di guardare in
faccia alla realtà, mettere da parte atteggiamenti rivendicazionistici,
ripensare il nostro sistema di welfare e, conseguentemente, far muovere i
“veri” primi passi ad un sistema di federalismo fiscale. (...) Le Regioni,
consapevoli della scarsità di risorse disponibili, stanno affrontando
questa fase contrattuale con l’intenzione di valorizzare quanto più
possibile la professionalità dei medici e di tutti gli operatori.,
innovando anche i modelli organizzativi. In questo senso, il riequilibro
delle risorse fra gli ospedali e territorio è un passaggio obbligato, così
come è importante definire il rapporto fra attività istituzionale e libera
professione. Secondo Colozzi occorre allora lavorare per: "Il potenziamento dei livelli di coordinamento regionali della contrattazione", "la responsabilizzazione della dirigenza" ("Le battaglie sulle classiche “due ore” in più o in meno alla settimana non hanno nulla a che vedere con il contratto di lavoro della classe dirigenziale, formata da figure di elevata professionalità"). Il punto nevralgico è l’individuazione degli obiettivi, il più possibile condivisi con tutti gli operatori sanitari, che permettano al sistema di erogare i livelli essenziali di assistenza e migliorarli, laddove sia possibile. Ma soprattutto mi auguro che la fase contrattuale possa trovare una sua conclusione al più presto". Per questi motivi "su mandato del Comitato di settore che presiedo, ho invitato il Presidente del Consiglio Berlusconi ad intervenire personalmente per sbloccare l’atto di indirizzo della dirigenza medica che giace nei Ministeri competenti dal 29 luglio scorso". "Auspico - conclude il suo editoriale l'assessore della Regione Lombardia - che si possa finalmente compiere un vero salto culturale nel settore sanitario e che ogni parte coinvolta possa ragionare ed operare per il bene comune, abbandonando le guerre di campanile e il procedere a compartimenti stagni. Il senso di responsabilità già più volte dimostrato dai medici e dagli operatori sanitari mi permette di essere ottimista. (red) |
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Regioni con lavoratori acciaierie di Terni | ||||||||||||||||||||||||||
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni
e delle Province autonome (Ordine
del giorno su crisi Acciaierie Terni)
esprime piena e convinta solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di
Terni, aderendo allo sciopero generale convocato per il giorno 6 febbraio
a sostegno della drammatica vertenza apertasi a seguito dell’annunciata
volontà di Thyssen Krupp di chiudere il reparto “Magnetico” del sito
produttivo di Terni. |
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Martini: U.E.; difendere prospettive a favore politiche di coesione | ||||||||||||||||||||||||||
Il
Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso
“soddisfazione perché si è realizzata una intesa tra tutte le Regioni
italiane nel difendere le prospettive a favore delle politiche di coesione
e per fare avanzare il processo di unificazione europea. Le Regioni
italiane – ha sottolineato Martini (nella foto) – chiedono che la spesa
comunitaria resti all’1,24 del PNL. La riduzione dei finanziamenti infatti
– ha spiegato Martini – metterebbe in seria discussione le politiche delle
Regioni collegate ai fondi comunitari”. |
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