periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 220- Roma, 6 febbraio 2004

Sommario

Riforme: Senato non federale Contratto medici: per Colozzi prioritario ripensamento welfare
Regioni: Governo risponda su salvaguardia servizi ai cittadini Regioni con lavoratori acciaierie di Terni
Formigoni: Corte dei Conti dà ragione a Regioni su sottostima FSN Martini: U.E.; difendere prospettive a favore politiche di coesione
Riforme: Senato non federale

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ribadisce la preoccupazione e il giudizio negativo per il testo di riforma della Costituzione, all’esame dell’Aula del Senato e rileva un aggravamento del grado di confusione istituzionale prefigurato da un testo sempre più lontano da un disegno coerente (cfr. anche articolo del Corriere della Sera).

Siamo di fronte ad una proposta (ndr : cfr. anche la sezione  "attività parlamentare", in occhio al parlamento su www.regioni.it) che dà vita ad un Senato cosiddetto federale che in realtà non è tale: manca infatti un collegamento coerente con il territorio. In questo modo si dà vita ad un sistema di grande confusione tra i diversi livelli della Repubblica. Per questi motivi le preoccupazioni delle Regioni crescono ogni giorno di più. La Conferenza sottolinea - in un Comunicato sulle riforme istituzionali - l’esigenza che, all’opposto, si realizzi un sistema coerente e definito, che completi organicamente il percorso delle riforme costituzionali, consentendo finalmente a tutte le istituzioni di operare in un quadro certo e stabile. Facendo appello a tutte le forze parlamentari, i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome esprimono una valutazione negativa delle disposizioni sinora approvate. La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome è pronta a fornire al Parlamento il proprio contributo di proposte per garantire la complessiva tenuta della riforma dell’assetto istituzionale.

“Più il tempo passa più è chiaro che la proposta di riforma costituzionale che contiene la devolution è un mix confuso e indigesto per il Paese” ha dichiarato Vasco Errani (nella foto), Vicepresidente della Conferenza delle Regioni. "A questo punto sarebbe meglio, anche per il Governo, fermarsi a riflettere su questo pasticcio. Si potrebbe ricominciare daccapo, stavolta partendo con un seria interlocuzione con i soggetti del federalismo: Regioni ed Autonomie".
Anche
i Comuni hanno espresso un giudizio  negativo sul percorso parlamentare della riforma costituzionale  e sui suoi contenuti, ''in particolare per quanto riguarda la  composizione e le funzioni del cosiddetto Senato federale'', ha sottolineato Leonardo Domenici, Presidente dell'Anci.

(gs)

Regioni: Governo risponda su salvaguardia servizi resi ai cittadini

I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ribadiscono la loro insoddisfazione per l’incontro interlocutorio e dall’esito deludente con il Governo (del 29 gennaio u.s.) sulle questioni irrinunciabili e vitali per l’istituzione Regione relative alla salvaguardia dei servizi resi ai cittadini in settori fondamentali come la sanità.

Le Regioni a tal riguardo ribadiscono anche la necessità di ricevere con immediatezza ed urgenza risposte positive , rispetto alle quali c’è stato il personale impegno del Presidente del Consiglio.

Ed in tal senso destano sconcerto le dichiarazioni rese dal Sottosegretario all’economia, Giuseppe Vegas (nel corso di un’intervista radiofonica) giudicate offensive perché scaricano totalmente ed in modo ingiustificabile sulle Regioni la risoluzione delle questioni centrali relative alla garanzia stessa dei livelli essenziali di assistenza. Si tratta di affermazioni che sono certamente da stigmatizzare, ma suscitano anche profonda preoccupazione rispetto alle attese risposte del Governo.

Le Regioni, nel Comunicato sui rapporti con il Governo, confermano la necessità rimanere assenti da ogni sede di rapporto Stato-Regioni (cfr. anche gli articoli de la Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 ore).

Nel frattempo le Regioni preannunciano un percorso di ulteriore sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Un primo passaggio riguarderà l’organizzazione di “Stati generali della sanità”, coinvolgendo istituzioni locali, forze sociali e imprenditoriali.

Un secondo passo verterà sulla richiesta da rivolgere alla Rai, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, per spazi che consentano alle Regioni di spiegare ai cittadini la gravità della situazione.

Infine i Presidenti preannunciano un’azione sui mezzi di comunicazione per spiegare nel dettaglio i principi, dettati dal forte senso di responsabilità istituzionale, che sono alla base delle richieste delle Regioni: si tratta infatti di garantire servizi essenziali a tutti i cittadini.
''I rapporti con il governo sono interrotti - ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo (nella foto) - a meno che, nei prossimi giorni, il governo non ci darà risposte. Come presidenti continuiamo a tenere l'embargo: non andremo più alle conferenze Stato-Regioni e il prossimo 12 febbraio probabilmente un solo presidente, in rappresentanza di tutti, vi andrà solo per esprimere l'intesa sul riparto del fondo sanitario 2004. Certo, se le risposte del governo saranno quelle che si evincono dalle considerazioni del sottosegretario all' Economia, Giuseppe Vegas, le cose non vanno certo nella direzione che vorremmo''.
E Alain Denis con una vignetta pubblicata su la Repubblica commenta l'assenza di risposte alla richieste delle Regioni relative alla copertura finanziaria per l'assistenza ai cittadini extracomunitari.(sm)

Formigoni: Corte dei Conti dà ragione alle Regioni su sottostima FSN

''Senza federalismo fiscale tutto il resto rischia di essere una presa in giro''. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in occasione della partecipazione alla cerimonia presso la Corte dei Conti per l'approvazione del referto della Sezione di Controllo sull'attivita' dell'amministrazione regionale per il 2002.
''La Corte dei Conti sottolinea come le osservazioni delle Regioni alla sottostima del fondo sanitario nazionale siano corrette''. La Corte dei Conti ha mosso solo un rilievo per quanto riguarda la sanità lombarda e Formigoni ha spiegato appunto che alcuni squilibri sono dovuti al ritardo dei trasferimenti da parte dello Stato.
''La Corte - ha spiegato Formigoni - sottolinea che nel rapporto tra Regioni e Governo, quest'ultimo deve trasferire i fondi con tempestività e deve procedere ad una revisione del fondo sanitario nazionale che, oggi come oggi, è sottostimato''.  Anche per il 2003 ci saranno problemi a causa del ritardo da parte dello Stato nel trasferire fondi alle Regioni per la sanità. ''Anche in questi giorni - ha infatti spiegato Formigoni - abbiamo in corso una negoziazione. Ho chiesto e ottenuto un coinvolgimento dello stesso Presidente del Consiglio perché ci sono alcuni provvedimenti assunti nella finanziaria del 2004 che devono essere corretti''.
''Mi attendo - ha detto Formigoni (nella foto)- che questi cambiamenti siano introdotti. Lo stesso Governo ha convenuto che le recenti proposte delle Regioni sono ragionevoli. Mi attendo che ai giudizi facciano seguito i fatti''.
Pertanto i ritardi nel trasferimento delle risorse dallo Stato alle Regioni  penalizzano la qualità dell'azione amministrativa. ''In Lombardia - ha continuato Formigoni - ovviamo attraverso la poderosità del nostro bilancio e attraverso alcune operazioni anche sofisticate di alta qualità che ci permettono di anticipare con mesi e mesi i ritardi che poi lo Stato trasferisce nelle nostre risorse''.
Ancora - ha infine sottolineato Formigoni - ''facciamo pagare molto poco ai cittadini i ritardi dello Stato ma e' certo non si può proseguire se non si realizzerà finalmente una chiarezza nella ripartizione delle risorse''.
Se lo Stato non trasferisce le risorse - in particolare quelle dovute dal Governo alle Regioni per il rispetto dell'Accordo dell'8 agosto 2001 sul contenimento della spesa sanitaria - e' sempre più difficile mantenere gli attuali standard di qualità dei servizi erogati.
Formigoni ha infine sottolineato come ''La Corte" abbia "valutato molto positivamente il lavoro  per rendere accessibile l'aeroporto di Malpensa e il Polo esterno della Fiera. Siamo impegnati su diversi fronti ma è positivo vedere che la Corte dei Conti ritiene che abbiamo fatto il meglio possibile''.
(gs)

Contratto medici: per Colozzi prioritario ripensamento welfare
Il Sole 24 ore sanità (n.3 datato 9 febbraio) ha pubblicato un editoriale di Romano Colozzi (nella foto) che oltre ad essere l'assessore al Bilancio della Regione Lombardia è anche il Presidente del Comitato di settore per il comparto sanità. Un lungo articolo che in questa fase di  discussioni relative al rinnovo del contratto dei medici propone alcune riflessioni sull'argomento."Le Regioni - scrive Colozzi - hanno trovato un accordo sulla ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale del 2004. Questo risultato segna un passo importante e dimostra che il federalismo solidale è già entrato nel nostro DNA.  Un evento (...) che si è inserito in una fase molto delicata della sanità italiana: la fase contrattuale. (...) Alla cronica sottostima del Fondo Sanitario Nazionale, che sfiora i cinque miliardi di euro, si aggiungono i costi effettivi dei contratti del personale: per il biennio che si è appena concluso abbiamo calcolato un esborso molto vicino ai sei miliardi di euro. Per il prossimo biennio, i costi sono ancora incerti ma, certamente, della stessa portata. (...) Ritengo che, di fronte a questa situazione, tutti i soggetti interessati, dallo Stato alle Regioni, dagli operatori ai cittadini utenti dei servizi sanitari, debbano prendere atto della necessità di mettere in discussione luoghi comuni e posizioni acquisite, non più coerenti con la realtà. Tutti - prosegue l'articolo di Colozzi - continuano ad affrontare il tema “sanità” quasi non volendo prendere atto di un fatto assolutamente “rivoluzionario” che è accaduto esattamente il 3 agosto del 2000 e che ha cambiato in modo radicale le “regole del gioco”: fino a quella data in Italia il costo della sanità era stabilito “a consuntivo” ed era basato sul meccanismo di un Fondo sanitario sottostimato e di mutui a pareggio; l’”Accordo Giarda” ha rovesciato questa impostazione, stabilendo un budget certo ed invalicabile, garantendo il pareggio non con il ricorso all’indebitamento, bensì con il ricorso alla leva fiscale o alla cosiddetta “razionalizzazione dei servizi”.(...) Questa rivoluzione copernicana operata dal Governo Amato" (...) ha "creato un irrigidimento del sistema (...) per questo bisogna aver il coraggio di guardare in faccia alla realtà, mettere da parte atteggiamenti rivendicazionistici, ripensare il nostro sistema di welfare e, conseguentemente, far muovere i “veri” primi passi ad un sistema di federalismo fiscale. (...) Le Regioni, consapevoli della scarsità di risorse disponibili, stanno affrontando questa fase contrattuale con l’intenzione di valorizzare quanto più possibile la professionalità dei medici e di tutti gli operatori., innovando anche i modelli organizzativi. In questo senso, il riequilibro delle risorse fra gli ospedali e territorio è un passaggio obbligato, così come è importante definire il rapporto fra attività istituzionale e libera professione.
Secondo Colozzi occorre allora lavorare per: "Il potenziamento dei livelli di coordinamento regionali della contrattazione", "la responsabilizzazione della dirigenza" ("Le battaglie sulle classiche “due ore” in più o in meno alla settimana non hanno nulla a che vedere con il contratto di lavoro della classe dirigenziale, formata da figure di elevata professionalità"). Il punto nevralgico è l’individuazione degli obiettivi, il più possibile condivisi con tutti gli operatori sanitari, che permettano al sistema di erogare i livelli essenziali di assistenza e migliorarli, laddove sia possibile. 
Ma soprattutto mi auguro che la fase contrattuale possa trovare una sua conclusione al più presto". Per questi motivi "su mandato del Comitato di settore che presiedo, ho invitato il Presidente del Consiglio Berlusconi ad intervenire personalmente per sbloccare l’atto di indirizzo della dirigenza medica che giace nei Ministeri competenti dal 29 luglio scorso". "Auspico - conclude il suo editoriale l'assessore della Regione Lombardia - che si possa finalmente compiere un vero salto culturale nel settore sanitario e che ogni parte coinvolta possa ragionare ed operare per il bene comune, abbandonando le guerre di campanile e il procedere a compartimenti stagni. Il senso di responsabilità già più volte dimostrato dai medici e dagli operatori sanitari mi permette di essere ottimista. (red)
Regioni con lavoratori acciaierie di Terni

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome (Ordine del giorno su crisi Acciaierie Terni) esprime piena e convinta solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di Terni, aderendo allo sciopero generale convocato per il giorno 6 febbraio a sostegno della drammatica vertenza apertasi a seguito dell’annunciata volontà di Thyssen Krupp di chiudere il reparto “Magnetico” del sito produttivo di Terni.
La Conferenza delle Regioni consapevole della gravità delle decisioni annunciate, che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro, sottolinea innanzitutto la valenza regionale e nazionale della “vertenza Ast” e giudica inaccettabili le motivazioni sin qui addotte dalla proprietà per giustificare una scelta che appare dettata esclusivamente da pesanti errori di gestione da parte del management. Errori che non è possibile far ricadere sui lavoratori.
Le acciaierie di Terni rivestono un ruolo centrale nella produzione nazionale di acciai di qualità e rappresentano una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico e sociale di Terni e dell’intera Umbria.
E’ dunque compito irrinunciabile di tutte le Istituzioni, del Governo nazionale, delle forze economiche e sociali, e delle organizzazioni sindacali, battersi unitariamente affinché le acciaierie di Terni continuino a vivere come sito di produzioni integrate dell’acciaio.
La Conferenza delle Regioni ha deciso di approfondire nell’ambito dei propri coordinamenti se – anche a livello comunitario – si possano trovare coerenti strumenti di intervento sulle questioni relative ai legami tra le multinazionali e il territorio. In particolare si sottolineano gli aspetti di salvaguardia dei posti di lavoro e quindi il mantenimento e potenziamento dei sistemi produttivi di eccellenza presenti nel nostro Paese.
E' intervenuto anche
il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e' intervenuto nella vertenza-Ast di Terni contattando i vertici del gruppo Thyssen Krupp per ricordare loro sia le promesse formulate sia gli utili realizzati grazie all'impegno delle maestranze e della citta' diTerni.
Prodi, ''nel rispetto del proprio ruolo istituzionale'', ha ''preso contatto'' con il gruppo tedesco e ha ''ricordato'' gli impegni assunti dall'azienda al momento dell'acquisto degli stabilimenti. I vertici del gruppo, si e'  appreso ancora, hanno ribadito a Prodi che si tratta di un problema di pura eccedenza produttiva legata allo stabilimento e hanno garantito di aver dato alle forze sociali tempo sufficiente per discutere del problema.
Dal canto suo Prodi ha mostrato ''tutta la propria sorpresa'' in quanto il gruppo, con questa decisione improvvisa, ha in pratica scelto di privarsi di quella che il presidente della Commissione europea considera un'inesauribile risorsa: l'attaccamento che le maestranze e l'intera citta' hanno dimostrato all'impresa. Questa dedizione, ha detto Prodi ai vertici del gruppo secondo quanto riferito da un suo portavoce, e' ''un fattore che in questi anni ha garantito all'azienda notevoli profitti e una risorsa che ora viene improvvisamente sprecata''.
Il Presidente dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti (nella foto), che oggi ha guidato la testa del corteo dei lavoratori delle Acciaierie di Terni in sciopero per protestare contro il taglio del reparto magnetico, ha espresso viva soddisfazione per la riuscita della manifestazione. "L'Umbria ha risposto in maniera enorme - ha detto la presidente della Giunta regionale - sono orgogliosa di essere umbra". Secondo la Lorenzetti "la citta' e la regione hanno capito che la posta in gioco nella vertenza Terni e' altissima. Significa spezzare un pezzo di industria nazionale nel punto più importante, più elevato e di eccellenza. Significa - ha continuato la Lorenzetti - creare problemi gravissimi alla citta', alla regione, al Paese. Non sopportiamo più il gioco delle tre carte finora posto in essere da ThyssenKrupp. Vogliamo che si apra una trattativa seria: questo abbiamo chiesto al governo. E' ora di fare sul serio".

(red)

Martini: U.E.; difendere prospettive a favore politiche di coesione

Il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha espresso “soddisfazione perché si è realizzata una intesa tra tutte le Regioni italiane nel difendere le prospettive a favore delle politiche di coesione e per fare avanzare il processo di unificazione europea. Le Regioni italiane – ha sottolineato Martini (nella foto) – chiedono che la spesa comunitaria resti all’1,24 del PNL. La riduzione dei finanziamenti infatti – ha spiegato Martini – metterebbe in seria discussione le politiche delle Regioni collegate ai fondi comunitari”.
Infine il Commissario europeo alla Politica regionale, Michel Barnier, ha sottolineato che la competitività e la sostenibilità della crescita economica sarà tra gli obbiettivi principali della futura politica di coesione dell'Ue seguendo le indicazioni dei Vertici europei di Lisbona (2000) e Goteborg (2002).
Nel Documento su politiche coesione Unione Europea  la Conferenza delle Regioni ritiene che l’ammontare delle risorse per la realizzazione di tali politiche debba consentire all’Unione di perseguire i tre fondamentali obiettivi strategici, contenuti nella proposta di Costituzione europea: miglioramento della competitività, del potenziale di crescita e della coesione; creazione di uno spazio europeo di sicurezza, di libertà e di giustizia; sviluppo delle relazioni esterne.
per questi motivi ha
un valore strategico la politica regionale e di coesione europea, di cui sono protagoniste anche Regioni e Collettività locali, da rafforzare nell’Europa allargata per garantire la prosecuzione di adeguati sostegni sia alle Regioni meno sviluppate, oggi ricomprese nell’Obiettivo 1, sia alle Regioni Obiettivo 2, caratterizzate da problemi di riconversione e di degrado urbano.
I Presidenti delle Regioni sostengono
, in linea con quanto proposto dal “Memorandum italiano sulla riforma della politica regionale di coesione”, che per conseguire l’obiettivo di un’Europa più forte e più capace di agire, debbano essere garantiti i mezzi necessari alla politica regionale comune, alla politica di coesione socioeconomica, allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione entro un quadro strategico coordinato di dimensione continentale nonché essere assicurati i mezzi per aiutare i Paesi e le realtà locali meno sviluppate del Mondo, diffondendo quei messaggi di democrazia e di pace che sono alla base del modello europeo. la Conferenza dei presidenti delle Regioni ha quindi espresso il suo sostegno alla proposta di fissare il livello di spesa del bilancio comunitario per il periodo 2007-2013 sino alla soglia dell’1,24% del PNL dei Paesi dell’Unione europea e si è impegnata a rendere nota e sostenere questa posizione al Governo italiano, alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo e al Comitato delle Regioni.
(red)

 

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