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Il passaggio in settimana a Palazzo Madama delle riforme si complica per l'incerto clima politico. Le polemiche prevalgono, ad esempio, sulla discussione sostanziale. Il disegno costituzionale del futuro Senato federale non è più al centro del dibattito. E l'avvicinarsi delle elezioni europee alimenta i contrasti anche all'interno della stessa maggioranza.
''Se Bossi non la smettera' di attaccare i valori e i simboli del cattolicesimo e lo stesso ruolo della capitale d' Italia, chiedero' al presidente del mio partito, Gianfranco Fini, di autorizzare il gruppo del Senato a non partecipare alle votazioni sulle riforme''.
Con questa dichiarazione del presidente dei senatori di Alleanza Nazionale, Domenico Nania
, si apre così una settimana "vitale" per il cammino delle riforme. Dopo il corsivo de "la Padania" del 27 febbraio (che terminava affermando: "alla fine dell'udienza il Pontefice ha aggiunto un inquietante: "Semo romani". Cosa avrà voluto dire?") e le successive dichiarazioni del ministro per le Riforme ('
'Bisognerebbe togliere l'otto per mille alla Chiesa''
), il clima è ritornato incerto.
''Niente se. Fa bene Nania a raccogliere la denuncia di Fini contro Bossi, ma e' inutile chiedere fioretti. Il tempo del ricatto eterno deve cessare, Bossi deve essere sfidato e snidato'',
ha detto il Presidente della Regione Lazio Francesco Storace
.
E Bossi giudica le dure reazioni che ha provocato, soprattutto in An, un pretesto, avanzando il sospetto che dietro la polemica di facciata ci siano in realta' le riforme : ''Se queste polemiche - reagisce - sono un modo per votare no, a noi va benissimo... la storia fara' la sua strada''. Certo - ammette Bossi, ''probabilmente a Fini da' fastidio che andiamo alle amministrative da soli. Per Fini ''Bossi con i suoi sproloqui ha superato il limite della decenza'' e si appella al premier affinche' ''tragga le necessarie conseguenze prima che sia troppo tardi''.
''Non si capisce che cosa vuole Fini -
replica Bossi
-, probabilmente a Fini da' fastidio che andiamo alle amministrative da soli. Per noi c'e' il problema del nord e di Roma ladrona che per ora non ha trovato soluzioni nella Cdl. Tutto il resto non ci interessa. Se Fini vuole qualcos'altro allora parli chiaro''. ''Ma se le polemiche sono un modo per dire che vogliono votare no alle riforme - ha concluso il leader leghista - a noi andrebbe benissimo. E' bene che il nord veda''.
Dall'Ulivo arrivano dure critiche
. Francesco Rutelli esprime ''stupore'' e Veltroni dice "basta con gli insulti al Papa, all'Europa, al Parlamento, e a Roma''. ''Tutti gli italiani sono offesi'' per questa ''rozzezza e violenza delle parole di Bossi'', afferma Vannino Chiti, coordinatore della segreteria della Quercia.
Ma dalla cronaca politica ritorniamo alla discussione sostanziale sulle riforme in corso, e quindi sull'ormai prossimo dibattito parlamentare e istituzionale. In tal senso è intervenuto nei giorni scorsi il presidente della Regione Emilia-Romagna e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani (nella foto), affermando che:
"Il Senato federale che la maggioranza sta portando
al voto parlamentare è in realtà un grande pasticcio: non solo non si porrà fine ma si moltiplicheranno le lamentate tensioni istituzionali e dunque non si potrà costruire nulla di serio. Bisogna ripensarne l’impostazione, partendo dalle posizioni delle Regioni, fortemente critiche e preoccupate anche per il metodo adottato. Per uscire dall’impasse occorre ripartire con piede giusto, per arrivare ad un Senato radicato nei territori, perno del federalismo e dell’unità del Paese".
(gs)
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Il quotidiano "il Sole 24 ORE" ha affrontato oggi il tema:
"
Sanita', federalismo pieno di acciacchi. Cure appese al federalismo fiscale
", approfondendo così i dati che lo studio dell'ISAE sul federalismo aveva già sottoposto all'attenzione dell'opinione pubblica e degli esperti. "E' un allarme lanciato in piena regola - affermano gli articolisti - quello lanciato dall'ISAE sull'applicazione della devolution sanitaria, che sembra spianare la strada alle richieste delle Regioni", "E senza un accordo sul federalismo fiscale, ammonisce l'ISAE, i conti sono destinati a non tornare mai".
Ecco i riferimenti del
Rapporto ISAE SUL FEDERALISMO:
SINTESI
e
NOTA STAMPA
- estratti dal rapporto:
Tabelle
sul valore del federalismo e
tabella sinottica sulle competenze
prima e dopo la doppia evoluzione.
A commentare questi dati per la Conferenza delle Regioni era andato l'assessore della Lombardia Romano Colozzi, sottolineando i rischi dell’affermazione nel nostro Paese di una sorta di “non-federalismo”.
L’Assessore Romano Colozzi (nella foto) della Regione Lombardia, -coordinatore degli Assessori al bilancio per la Conferenza delle Regioni
– era così intervenuto al convegno organizzato dall’Isae: “Le Regioni sono pronte – ha detto Colozzi - ad attuare un federalismo che sia solidale e responsabile. Quello che proprio non sopportebbero è il federalismo virtuale, ovvero un federalismo attuato solo a parole".
Lo stesso Colozzi poi era intervenuto successivamente sulla questione
SISAC
(Struttura Interregionale per i Servizi Sanitari Convenzionati)
, proponendone l'allargamento sull'intero comparto sanitario e regionale
: “La fase contrattuale dell’intero comparto sanitario e dei dipendenti regionali deve essere gestita dalla SISAC, e non più dall’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni)”.
Una questione che e' opportuno affrontare. Si è così espresso a riguardo l
'assessore alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna Giovanni Bissoni,
commentando la proposta del collega al bilancio della Lombardia Romano Colozzi di far gestire dalla Sisac (struttura interregionale per i servizi sanitari convenzionati), e non piu' dall' Aran, la fase contrattuale comparto sanita': ''La riforma del Titolo V della Costituzione, responsabilizzando ulteriormente le Regioni nell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari - afferma Bissoni - ha reso opportuna una complessiva rivalutazione del ruolo che le Regioni stesse giocano anche nell'ambito dei processi di negoziazione contrattuale. Tale riflessione ha gia' consentito significative innovazioni probabilmente non esaustive. In tale ottica appare quindi legittimo che si apra una ulteriore discussione volta a riconsiderare, sotto il profilo delle competenze e delle responsabilita', le procedure volte alla sottoscrizione dei
Contratti nazionali di lavoro, peraltro anche in considerazione delle difficolta' riscontrate nei rapporti con il Governo al fine di acquisire i relativi pareri sugli atti di indirizzo formulati dal Comitato di Settore, allungando enormemente i tempi per la definizione dei contratti stessi''.
"Va pero' del pari evidenziato comunque - ha osservato ancora Bissoni - come tale rilevante questione non sia ancora stata posta all'ordine del giorno della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, la quale non ha pertanto ancora assunto al riguardo alcuna decisione. Naturalmente tali riflessioni non possono essere di ulteriore ostacolo ad un rapido avvio e conclusione di una importante trattativa quale quella per il rinnovo dei Ccnl della Dirigenza del Ssn, e ovviamente cio' non puo' che avvenire nel quadro delle attuali regole''.
(gs)
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Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo, in base alle norme di attuazione dello Statuto regionale, con il quale vengono trasferite al Friuli-Venezia Giulia nuove funzioni in materia di viabilita' e trasporti. Soddisfazione per questa decisione e' stata espressa dal presidente della Regione, Riccardo Illy, che ha partecipato alla seduta.
Il decreto, che e' stato approvato nella versione concordata con la Regione, consentira' - ha detto Illy (nella foto) - il trasferimento al Friuli-Venezia Giulia
delle strade dell' Anas, ma anche della gestione della linea ferroviaria Udine-Cividale e del demanio marittimo, dando quindi maggiori poteri alla Regione in materia di porti.
Illy ha ricordato che la Regione intende a sua volta affidare le strade alle Province costituendo, per la loro gestione e manutenzione, un' apposita societa' per azioni controllata dalle stesse Province e partecipata dall' Anas. ''Vi sono ancora alcuni aspetti importanti da negoziare con il Governo - ha rilevato Illy - e in particolare i decimi di tributi che dovranno essere attribuiti alla Regione a fronte delle nuove competenze''.
Il decreto prevede che la piena titolarita' del Friuli-Venezia Giulia avvenga entro il 2005, secondo un percorso che comportera' anche l' approvazione di un' apposita legge regionale.
(sm)
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Le regioni hanno subito espresso la loro solidarietà alpresidente dell'Anci Domenici. Un pacco bomba, infatti, indirizzato al sindaco di Firenze Leonardo Domenici e' stato recapitato stamani in Palazzo Vecchio. Nella busta era stato inserito un contenitore delle dimensioni di una videocassetta contenente un innesco e una piccola quantita' di polvere la cui composizione e' ancora sconosciuta.
Gli artificieri stanno cercando di aprire il pacco senza farlobrillare per tentare, attraverso il contenuto e eventuali improntedigitali di risalire a chi lo ha confezionato e spedito. La busta e'stata rintracciata perche' il metal detector di palazzo Vecchio,attraverso il quale viene fatta passare la posta, ha suonato: gliaddetti alla sorveglianza hanno chiamato gli artificieri in quantosulla busta non era indicato il mittente del pacco. Secondo gliartificieri il pacco bomba sarebbe potuto esplodere e provocare notevoli danni.
“Le Regioni italiane esprimono preoccupazione e profonda solidarietà al presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, per lo sventato attentato”. Lo ha dichiarato Enzo Ghigo, presidente della Conferenza delle Regioni.
“Intendiamo così esprimere – ha dichiarato Ghigo (nellafoto) - una ferma condanna verso qualsiasi atto intimidatorio e di imbarbarimento. La democrazia prevale sempre, ma come dimostra questo attentato bisogna rimanere vigili e non abbassare mai la guardia. Gli enti locali, lavorando sul territorio, sono il primo baluardo dei servizi resi ai cittadini e delle ragioni del dialogo che sono a fondamento della società civile”.
Solidarieta', anche a nome della Giunta regionale, e' stata espressa a Leonardo Domenici, da
Vasco Errani presidente della Regione Emilia-Romagna
. Nel telegramma inviato al sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, Errani parla di''grave gesto intimidatorio che suscita in tutti noi sconcerto e preoccupazione'' e invita ''tutte le forze politiche e le istituzioni del paese ad una ferma mobilitazione''.
Mi auguro - conclude Errani - che ancora una volta il Paese
sappia dimostrare la maturita' e l'unita' necessarie in simili
occasioni''.
La notizia del pacco bomba inviato al sindaco Leonardo Domenici rende ''sgomento'' il presidente
della giunta regionale della Toscana, Claudio Martini.
''Servira' piu' mobilitazione da parte di tutte le istituzioni democratiche: ci avviciniamo alla campagna elettorale e - dice Martini - questa dovrebbe parlare di contenuti e non svolgersi in un clima di paura e intimidazione''. ''Sono sgomento - aggiunge Martini - queste sono notizie che lasciano senza parole. Se si arriva a questi livelli di minaccia alle istituzioni e a chi le rappresenta c'e' da esprimere preoccupazione''.
Il presidente della Toscana esprime anche sostegno agli investigatori ''perche' facciano il piu' rapidamente possibile piena luce sull'accaduto''.
Esprimo - conclude Martini - a Domenici la mia piu' fraterna solidarieta'. Tutti quanti dobbiamo ancor piu' vigilare. Vi erano gia' stati segni, anche se non cosi' espliciti, nei confronti di alcuni sindaci della Versilia e della Lucchesia (erano tutti amministratori del centrodestra, n.d.r.) e io avevo espresso loro solidarieta', la stessa che ora esprimo a Domenici''.
Il presidente della Regione Lazio Francesco Storace ha espresso ''piena solidarieta''' al sindaco
di Firenze Leonardo Domenici. ''Il sindaco di Firenze e presidente dell'Associazione dei Comuni italiani - ha detto Storace - e' stato oggetto di un gesto vile, che va condannato fermamente. A Domenici voglio far giungere la solidarieta' mia personale e di tutta la Giunta regionale del Lazio''.
(red)
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Dati sulla spesa farmaceutica da parte di Federfarma. La
spesa farmaceutica netta a carico del SSN nel 2003
è complessivamente diminuita del -5,3% rispetto al 2002, attestandosi intorno a 11 miliardi 89 milioni €.
Lo Stato ha speso mediamente 191,35 euro per garantire l'assistenza farmaceutica a ciascun cittadino italiano. Il calo della spesa nel 2003 è correlato a una
riduzione media del numero delle ricette del -2,7%
rispetto al 2002. Il numero delle ricette nel 2003 è stato pari a quasi
439 milioni
, in media
7,57 per ogni cittadino italiano
.
Nel mese di
dicembre 2003
la spesa farmaceutica netta, in controtendenza con l'andamento medio annuo, ha fatto segnare un incremento rispetto a dicembre 2002 (+4,6%), così come anche il numero delle ricette (+6,6% rispetto a dicembre 2002).
Nel 2003 il
valore medio netto di una ricetta
è stato di 25,26 € ed è diminuito del -2,7% rispetto al 2002. Nel mese di
dicembre 2003
, il valore medio netto di una ricetta è stato pari a 25,61 € con una riduzione del -
1,9%
rispetto a dicembre 2002.
Le uniche Regioni che hanno fatto registrare un calo della spesa netta sono Abruzzo, Basilicata e Lombardia.
La Lombardia applica il ticket, Abruzzo e Basilicata hanno fatto ricorso alla distribuzione diretta come misura prevalente di contenimento della spesa. In Basilicata, in particolare, dal mese di settembre è stato attivato un accordo tra Regione e farmacie per la distribuzione tramite queste ultime di medicinali di cui all'allegato 2 del DM 22/12/2000 (ex nota 37), acquistati dalle ASL. Più di recente, a partire da febbraio 2004, un analogo accordo è stato attivato in Molise. Va ricordato che accordi di questo tipo sono in atto da tempo nella provincia autonoma di Trento e in Valle d'Aosta.
Va sottolineato a tale proposito che la distribuzione diretta trasferisce una quota di spesa su altre voci del bilancio (beni e servizi) e non consente una precisa quantificazione del risparmio effettivamente ottenuto alla luce della difficoltà di verificare i costi complessivamente sostenuti dalle ASL (personale, strutture, scaduti, costi di acquisto, numero di confezioni acquistate).
Il consistente aumento di spesa e consumi in Sardegna è legato, tra l'altro, all'attenuazione dell'impatto del ticket, ridotto del 50 per cento a partire da agosto 2003, e all'introduzione della limitazione della prescrizione a una confezione per ricetta, in vigore dal mese di novembre 2003.
Il sensibile aumento del numero delle ricette nelle Marche è legato alla limitazione della prescrizione a non più di una confezione dello stesso farmaco su ciascuna ricetta, in vigore dal 6 ottobre al 31 dicembre 2003 e ripristinata dal 19 gennaio 2004.
Tabella n. 1: Confronto spesa farmaceutica netta 2003 e assegnazione
farmaceutica FSN 2004 (accordo Regioni)
Regione
|
spesa -03
|
assegnazione 04
|
differenza
spesa/assegnazione
|
Valle D’Aosta
|
21.181.170
|
21.732.000
|
-2,60%
|
Piemonte
|
708.726.358
|
799.438.000
|
-12,80%
|
Liguria
|
352.284.065
|
322.179.000
|
8,55%
|
Lombardia
|
1.511.226.931
|
1.620.488.000
|
-7,23%
|
Veneto
|
723.234.802
|
805.217.000
|
-11,34%
|
Bolzano
|
70.637.815
|
77.599.000
|
-9,85%
|
Trento
|
71.834.926
|
84.319.000
|
-17,38%
|
Friuli-Venezia Giulia
|
215.643.789
|
224.386.000
|
-4,05%
|
Emilia-Romagna
|
763.915.105
|
762.165.000
|
0,23%
|
Marche
|
287.229.838
|
273.906.000
|
4,71%
|
Toscana
|
636.486.988
|
674.493.000
|
-5,97%
|
Lazio*
|
1.262.707.472
|
932.794.000
|
26,13%
|
Umbria
|
157.430.824
|
159.678.000
|
-1,43%
|
Abruzzo*
|
275.300.831
|
231.365.000
|
15,96%
|
Molise*
|
68.042.914
|
59.509.000
|
12,54%
|
Campania*
|
1.167.091.690
|
928.366.000
|
20,45%
|
Puglia*
|
789.344.161
|
679.005.000
|
13,98%
|
Basilicata
|
125.203.320
|
104.467.000
|
16,56%
|
Calabria*
|
422.812.371
|
344.894.000
|
18,43%
|
Sicilia*
|
1.109.627.090
|
854.269.000
|
23,01%
|
Sardegna
|
349.561.364
|
278.226.000
|
20,41%
|
Totale Italia
|
11.089.523.824
|
10.238.495.000
|
7,67%
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* Regioni che fanno registrare ritardi nei pagamenti alle farmacie
Con l'occasione, Federfarma ritiene opportuno segnalare che le farmacie di alcune Regioni del centro-sud continuano a subire da parte delle ASL pesanti ritardi nei pagamenti degli importi dovuti per i farmaci erogati ai cittadini.
I ritardi più pesanti si verificano in
Sicilia, Calabria, Campania, Abruzzo
. Nei casi più gravi si arriva al mancato pagamento di svariate mensilità del 2003 (da cinque a otto), di alcune mensilità del 2002 e, in Campania, anche di mensilità del 2001.
Consistenti ritardi nei pagamenti si riscontrano anche nelle Regioni
Lazio, Puglia, Molise
.
Nelle Regioni interessate dai ritardi dei pagamenti alle farmacie, peraltro, l'assegnazione 2004 appare nettamente inferiore alla spesa farmaceutica netta 2003. In assenza di interventi, la situazione dei pagamenti rischia di aggravarsi nell'anno in corso.
cfr. anche:
I dati della spesa farmaceutica dal 1997
;
I consumi nazionali
(red)
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