periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 234 - Roma, 26 febbraio 2004

Sommario

Ghigo: contestualità indispensabile Sondaggio su Sindaci, Presidenti Regioni e Province
Senato federale con contestualità debole Illy: a Trieste l'Expo 2008
Governo-Regioni: tavolo per norme su indebitamento in Finanziaria Maroni: un miliardo di euro a Regioni per le politiche sociali
Senato federale con contestualità affievolita
  Sempre meglio che niente, dice Bossi. E' un pasticcio per l'opposizione. A Palazzo Madama, tra contestualità forte e contestualità debole, meglio detta "affievolita", è prevalsa quest'ultima insieme alla polemica politica. In sintesi (cfr. anche la situazione al 25 febbraio in evidenze dal parlamento su www.regioni.it):
1) Contestualità "affievolita" (più stabili senatori, ma con nuove elezioni regionali a rischio rappresentatività Regioni): se un Consiglio regionale decade e va a nuove elezioni - durante la legislatura del Senato federale (5 anni) - i senatori rimarranno in carica fino alla fine della legislatura anche se cambia l'indirizzo politico del consiglio regionale nuovamente eletto. I tempi delle legislature regionali sono quelli del Senato federale.
2) Contestualità forte (meno stabile Senato, ma sempre garantita rappresentatività Regioni): decadono i senatori insieme ai consigli regionali in caso di nuove elezioni regionali durante la legislatura del Senato federale. Il Senato federale cambia composizione con possibili variabili politiche: ad ogni nuovo Consiglio regionale c'è l'immissione di nuovi senatori (modello Bundesrat tedesco). I presidenti delle Regioni sono eletti automaticamente.
L'accordo della maggioranza sulla contestualita' affievolita e' un compromesso ''ma e' meglio che niente'', ha detto il ministro per le riforme, Umberto Bossi. Ma Bossi ha pure chiesto di accelerare i tempi per l'approvazione delle riforme, altrimenti ''si finirebbe per andare in campagna elettorale nel 2006 con il referendum''.
''La contestualita' e' il federalismo - ha detto il ministro per le Riforme - pero' la contestualita' ha trovato un terreno non fertile in Senato, o per motivi politici o per motivi personali. Se non si ottiene 100 si parte ottenendo 50''. ''La Storia - ha speigato Bossi - e' inarrestabile. La Costituzione e' una cosa troppo seria per essere lasciata in mano ai costituzionalisti e ai parlamentari. Comunque, obtorto collo...e' meglio che niente''. Il ministro ha poi toccato il problema dei tempi di  approvazione della riforma: ''se andiamo avanti di questo passo,  la riforma non passa per essere applicata nella prossima  legislatura''.
Bossi fa i conti: ''la riforma uscira' dal Senato a Pasqua, e quindi non potra' essere approvata dalla Camera entro l'estate. Poi, visto che quest'anno la Finanziaria comincia proprio alla Camera, si blocchera' tutto fino a gennaio. Considerando che poi dovranno trascorrere tre mesi prima della seconda lettura, si finirebbe per andare in campagna elettorale nel 2006 con il referendum, cosa che danneggerebbe l'opposizione, e non mi sembra giusto''. ''Non dico che ci sia cattiva volonta' - ha insistito Bossi - pero' dobbiamo ragionare sui tempi, metterli a punto ragionevolmente''.
Mentre per i Ds non si tratta di altro che di un "pasticcio". Il
capogruppo Ds in commissione per le questioni regionali, Walter Vitali, dice: ''In nome della contestualita' tra elezioni del Senato ed elezioni dei Consigli regionali provoca l'accorpamento di tutte le elezioni a partire dal 2011, e con legge ordinaria fin dal 2006. Si tratta di un'autentica aberrazione antidemocratica, un plebiscito che soffoca proprio la specificita' delle elezioni regionali, primo requisito di ogni autentico federalismo''. Quanto alla durata delle legislature regionali legata alla scadenza di elezioni del Senato, ''e' una violazione palese dell'autonomia regionale -ha spiegato Vitali- nella durata in carica dei consigli e dei presidenti, uno dei punti indubbiamente piu' importanti e delicati. Siamo percio' di fronte ad una proposta magmatica, contraddittoria, animata da spinte contrapposte senza capo ne' coda. E' un edificio sbilenco frutto del lavoro di un architettostrabico, una mostruosita' giuridica ed istituzionale -ha concluso senza alcun precedente al mondo, che non funzionera' e provochera' seri danni al nostro sistema istituzionale''.
Anche per Gavino Angius, presidente dei senatori Ds: ''La proposta  D'Onofrio  sulla  cosiddetta 'contestualita' affievolita sembra confusa e  pasticciata". ''Noi vogliamo - sottolinea Angius - l'elezione diretta dei  membri del Senato in una circoscrizione unica regionale. E'  questo un aspetto peculiare della nostra idea di federalismo:  legittimazione e rappresentanza si fondono nel momento in cui,  attraverso l'elezione, si compone il Senato federale. Per cio'  che riguarda la composizione, poi, non abbiamo nessuna  preclusione  a prefigurare una composizione mista, cioè una  partecipazione al Senato federale anche dei Presidenti delle  Giunte delle Regioni, ma in questo caso si devono candidare e  devono essere eletti''.
''Angius parla a titolo personale o a  nome del suo Gruppo?" Ha ribattuto il presidente dei senatori di Forza Italia 
Renato Schifani: "Dico questo perche' la contestualita'  elettiva tra Regioni e Senato federale e' presente in molti  emendamenti a firma di senatori del suo partito''. ''Non dimentichiamo, tra l'altro,  che c'e' una proposta di  legge, sempre sulla  contestualita', presentata in questa  legislatura e sottoscritta da circa settanta colleghi  dell'opposizione".
In tarda serata, al momento del voto per la verifica del numero legale, tutte le opposizioni non hanno partecipato alla votazione determinando cosi' il mancato raggiungimento del quorum a Palazzo Madama. Al presidente del Senato Marcello Pera non e' rimasto che rinviare, l'esame delle riforme a martedi' prossimo. 
Ecco alcuni titoli dei quotidiani: Il Sole 24 Ore "
Cosi' il bicameralismo non sara' piu' perfetto"; "Si al Senato federale, la Lega scalpita"; la Repubblica: "Primo si all'election day per il Senato e le Regioni"; "Taglia-e-cuci sulle istituzioni e' un federalismo unico al mondo"; il Giornale: "Il Senato federale fa un altro passo, ma slitta ancora il voto definitivo". (gs)
Ghigo: contestualità indispensabile
''La contestualità fra l'elezione del futuro Senato federale e quella dei Consigli regionali e' indispensabile''. E' il parere del presidente della Regione  Piemonte e della Conferenza dei presidenti delle Regioni, Enzo  Ghigo, che sul tema era intervenuto anche ieri con un'intervista a "il Sole 24 Ore".
''La contestualità - spiega Ghigo - rende operativo sin da  subito il Senato federale come camera di compensazione fra le  esigenze delle Regioni e dello Stato, mentre ora tutte le  controversie vengono demandate alla Consulta''.  ''Questo tipo di riforma - conclude Ghigo - va bene, ma e'  anche necessario trasferire concretamente alle Regioni cio' che  e' gia previsto dalla Costituzione. Si tratta ad esempio di dare  corso al federalismo fiscale''.
Per il presidente della Regione Emilia-Romagna e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: ''Il Senato  federale che la maggioranza sta portando al voto parlamentare e'  in realta' un grande pasticcio: non solo non si porra' fine ma  si moltiplicheranno le lamentate tensioni istituzionali e dunque  non si potra' costruire nulla di serio''. ''Bisogna ripensarne l'impostazione, partendo dalle posizioni  delle Regioni, fortemente critiche e preoccupate anche per il  metodo adottato - ha proposto Errani -. Per uscire dall'impasse  occorre ripartire con piede giusto, per arrivare ad un Senato  radicato nei territori, perno del federalismo e dell'unita' del  Paese''.
''Se pensano di forzare la mano alle regole della democrazia, per quanto mi riguarda mi dimettero', in modo che nel 2005 in Umbria si voti'''. Cosi' il presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, risponde ai giornalisti che le chiedono cosa ne pensi dell'ipotesi di far slittare le regionali al 2006. ''Se pensano che solo perché hanno la maggioranza possono forzare le regole della democrazia - ribadisce Lorenzetti - si sbagliano. Io parlo per me ma credo che faremmo bene tutti quanti a dimetterci''. ''La contestualità tra elezioni del nuovo Senato federale
e dei consigli regionali - aggiunge Lorenzetti - sarebbe giusta ma bisogna evitare che questa preoccupazione venga prima degli stessi contenuti della riforma federale. Se le funzioni del Senato federale sono ambigue e non chiare, con una presenza centralistica e di controllo, non ha senso la presenza delle Regioni: il Senato federale deve essere il luogo in cui si esercita la leale collaborazione tra Stato e Regioni''.
 ''Per il momento non ci ho capito niente. Vediamo come sarà il testo finale. Non riesco a farmi un'idea di quello che sta uscendo fuori anche perche' mi sa che alla Camera ricambieranno tutto'', ha detto il presidente della
Regione Lazio Francesco Storace commentando la norma della riforma costituzionale che prevede la contestualità fra l' elezione del futuro Senato federale e quella dei consigli regionali. 'Bisognerebbe chiedere a chi si e' detto d'accordo - ha aggiunto - come fa ad esserlo''. Secondo il presidente della regione ''piu' che fare con calma il dibattito, il problema vero e' farlo bene''.
La proposta sul Senato federale e' lontana dalla posizione delle Regioni. E' il parere del presidente della
Toscana Claudio Martini che ha ricordato come ''avevamo chiesto una riforma che introducesse il modello del Bundesrat tedesco o, in subordine, un aggancio fra le elezioni per il senato e quelle regionali che consentisse di regionalizzare il parlamento avvicinandolo ai territori''.
''Quella che sembra venir fuori - ha aggiunto - non e' nessuna di queste due ipotesi, ma qualcosa che mira a nazionalizzare le regioni piuttosto che a regionalizzare il parlamento. Se cosi' fosse, questo non avrebbe niente a che vedere con quello che le regioni avevano richiesto. Percio' e' indispensabile che nella Conferenza dei presidenti si apra un confronto approfondito per esprimere una posizione che ci rappresenti tutti''.  (sm)
Sondaggio su Sindaci, Presidenti Regioni e Province

Secondo Governance Poll, il sondaggio semestrale dell’Istituto IPR Marketing sul consenso ai Sindaci dei comuni capoluogo ed ai Presidenti di Regione e Provincia, circa i 2/3 dei Sindaci e solo 1/3 dei Presidenti di Regione e Provincia sono oggi sopra la soglia del 50%. Il Sindaco più “votato” d’Italia è Abramo di Catanzaro (74%); Albertini (Milano) e Pericu (Genova) sono gli unici sindaci delle grandi città a posizionarsi tra i top 20. Il Presidente di Provincia con il maggiore consenso è Nardone (Benevento) (68,3%) mentre tra i “governatori” è Bubbico (Basilicata) (61,5%), segue  Illy (Friuli) che è l’unico a guadagnare ancora voti (+2, 93%) davanti a Formigoni (Lombardia) che, pur conquistando “la medaglia di bronzo” ,appare secondo tale istituto  in forte calo (- 7,90%).
Divergenze di consenso anche nei risultati tra i “governatori” regionali: al primo posto si attesta Bubbico, Presidente della Basilicata che, sia pure in leggero calo (-1,70%), rimane il solo al di sopra del 60%; subito dietro Illy, neo presidente del Friuli Venezia Giulia, che è l’unico, tra tutti i 20 presidenti, a registrare una crescita (+2,93%) e raggiunge un cospicuo 56,1%. Terza posizione per Formigoni che nelle elezioni ufficiali è stato il Presidente più votato ma che ora perde circa 8 punti e scende al 54,5%. Anche il campano Bassolino che si posiziona 4°, pur rimanendo sopra il 50%, perde circa il 3% dei consensi. Invece, al fondo della classifica si nota (oltre al trentino Durnwalder che non è stato eletto con sistema diretto) al penultimo posto Chiaravallotti (Calabria) con il 42,4% e con un deficit di consensi del 7,4%, preceduto dal collega abruzzese Pace che non supera il 43,1% di voti.
(red)

Governo-Regioni: tavolo per norme su indebitamento in Finanziaria
Si è trattato di un incontro ''interlocutorio'', che non ha risolto ancora i problemi più pressanti. E' quanto hanno dichiarato al termine dell'incontro con il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti i Presidenti dell'Abruzzo Giovanni Pace e del Molise Michele Iorio. ''E' stato un incontro positivo per aspetti meno rilevanti -ha dichiarato Iorio ai giornalisti- ma per quanto riguarda l'indebitamento e' stato tutto rinviato a un tavolo tecnico che partirà quanto prima''. I Presidenti delle due Regioni hanno detto che entro il 4 marzo, data della prossima Conferenza Stato-Regioni, si dovrà arrivare ad un primo punto di incontro.
Il ministro Tremonti (nella foto) ha espresso aperture su due punti legati alla proroga per il 2004 del fondo di garanzia previsto dal dl 56/2000 e per la proroga, sempre il 2004 del regime di trasferimenti nell'ambito del decentramento amministrativo previsto dalle Bassanini e dal dl 56/2000. Quanto alle nuove norme sull'indebitamento previste dalla finanziaria 2003 il presidente Giovanni Pace ha chiarito che ''abbiamo cercato comunque di capire che cosa si intenda per indebitamento''.Il tavolo tecnico annunciato sarà formato, da circa 12 persone sei da parte delle Regioni e sei da parte del governo.
''Non e' stato risolto alcun problema - ha detto il Presidente del Molise, Michele Iorio - e va tutto verificato in un tavolo tecnico che lavorerà da subito.   Il 4 marzo la Conferenza dei Presidenti delle regioni definirà la posizione dei Presidenti  e subito dopo si andrà a un confronto con il ministero. Una apertura sarebbe stata invece mostrata in materia di trasferimenti legati al decentramento amministrativo per le leggi Bassanini, ma ''i paletti posti dal Ministro  dell'Economia Tremonti per il tavolo tecnico sono molto ristretti'' ha detto l'assessore alla Sanita' dell' Emilia-Romagna,
Giovanni Bissoni, e ''I presidenti delle Regioni - ha osservato Bissoni - dovranno valutare attentamente i margini di questo tavolo tecnico''.
Si è trattato di un incontro di "andato male " secondo  il Presidente dell'Umbria
Maria Rita Lorenzetti soprattutto per aver riscontrato ''una tensione molto seria con il Ministro''. Secondo la Lorenzetti Tremonti ha mostrato un approccio dai toni non appropriati. ''Ci considera come fossimo opposizione e non un alto livello istituzionale -ha spiegato la Lorenzetti- e poi ci considera quasi dei bluffatori, come se i nostri bilanci fossero un grande bluff''. Un clima teso, secondo la Lorenzetti e' dovuto al fatto che alcune regioni hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale contro l'articolo 3 della finanziaria che detta nuove norme sull'indebitamento, e quindi il Ministro ha iniziato l'incontro mal disposto nei loro confronti; al momento, le Regioni che hanno presentato ricorso sono l'Umbria, le Marche, l'Emilia Romagna, la Toscana, la Sardegna e l'Abruzzo. Il Presidente dell'Umbria ha ribadito che l'argomento e' rinviato ad tavolo tecnico a partire probabilmente da lunedi' e che i presidenti discuteranno il 4 marzo in Conferenza sui
limiti (i cd. 'paletti') che usciranno fuori dal confronto tecnico. ''I Presidenti dovranno valutare insieme -ha concluso la Lorenzetti- con freddezza e determinazione i termini della questione''.
La speranza che si possano eventualmente dirimere le questioni che interessano tanto le Regioni quanto lo Stato''.  Cosi' si è espresso l'assessore all'Industria della Regione siciliana,
Marina Noe':  ''Non siamo infatti parti contrapposte - ha detto l'assessore - ma facciamo tutti parte dello stesso sistema''.
Il problema del blocco della possibilità di indebitamento per le Regioni tocca, come è noto, anche diversi programmi cofinaziati con i fondi UE, programmi che spesso sono pluriennali. Si tratta di una questione determinante per i bilanci di molte regioni e che acquista una valenza particolare se la si somma al fatto che nell'Unione allargata il sistema Italia si dovrà sempre più attrezzare per potere competere con gli altri partner europei nell'
assegnazione di fondi non strutturali. Quest'ultimo dato emerge da un ampio studio, il primo nel suo genere in Europa, sul livello di competitività delle Regioni italiane nell'acquisizione dei fondi europei attraverso i bandi delle diverse direzioni generali della Commissione europea. Fondi comunemente conosciuti come ''fondi tematici'' che, dal 2006, potrebbero diventare un importante scappatoia per quelle regioni italiane che ora beneficiano dei fondi strutturali ma che, con l'allargamento, saranno indubbiamente penalizzate. I fondi tematici sono dunque - come dice il titolo stesso della ricerca, presentata oggi all'Europarlamento - un'opportunità per le regioni italiane.(sm)
Illy: a Trieste l'Expo 2008
Secondo il Presidente della Regione, Riccardo Illy (nella foto), se Trieste vincerà la sua battaglia per l'Expo 2008 a trarne beneficio saranno non solo il capoluogo regionale e l'intero Friuli-Venezia Giulia, ma tutte le città e i Paesi che si trovano nel raggio di 150 chilometri, con un coinvolgimento che, a partire dall'utilizzo dei quattro aeroporti di Ronchi dei Legionari, Venezia, Lubiana e Klagenfurt, delle strutture alberghiere, dei ristoranti, sancirà la definitiva consacrazione turistica del territorio che si identifica con il nucleo del progetto dell'Euroregione.
Un ottimo motivo, accanto ad altri di livello nazionale ed internazionale, che ha portato il Governo a sostenere con forza la candidatura di Trieste e "a lavorare per il raggiungimento di un obiettivo comune che per l'Italia ha un valore aggiunto" come ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini, a Trieste con il sottosegretario Roberto Antonione per la presentazione del progetto per l'Expo che ha avuto luogo oggi in Prefettura.
Frattini ha auspicato il più ampio coinvolgimento del sistema imprenditoriale nell'iniziativa, perché "crediamo che il settore privato abbia un oggettivo interesse a partecipare a questa sfida, dal momento che il tema scelto per l'Expo a Trieste costituisce la chiave del sistema industriale moderno del nostro Paese". E ha ricordato come il Porto Vecchio rappresenti "una risorsa straordinaria che è interesse dell'Italia valorizzare affinché, anche dopo questa manifestazione, diventi un centro di eccellenza di portata internazionale".
Ma era stata proprio l'opportunità di "ristrutturare il Porto Vecchio con tempi e risorse certe", aggiunta "al completamento di infrastrutture utili al'Expo ma soprattutto alla città" e "all'opportunità di dare un impulso forte alla vocazione turistica di Trieste", che avevano spinto il presidente Illy, sin dall'epoca del suo mandato a sindaco della città, a caldeggiare la candidatura del capoluogo giuliano a sede dell'Expo 2008.
Ora occorre lavorare per il coinvolgimento dei privati auspicato da Frattini e anche qui, per Illy, Trieste ha, come a suo tempo Barcellona e al contrario di Salonicco e Saragozza (che dovranno realizzare le strutture con fondi pubblici per poi trovare chi le utilizzi), il suo punto di forza.
"Per il momento a dar supporto a TriestExpo Challenge c'è la banca Popolare Friuliadria - ha confermato Illy - ma non dimentichiamo che esiste tutta una serie di concessionarie che hanno chiesto di poter utilizzare alcune parti del Porto Vecchio ben sapendo che il loro progetto poteva esser attuato solo subordinatamente all'Expo. E che potrebbero investire in immobili e strutture da utilizzare ad Expo conclusa". (red)
Maroni: un miliardo di euro a Regioni per le politiche sociali
Un miliardo di euro alle Regioni per le politiche sociali: e' questa la quota del fondo sociale che quest'anno sara' trasferita alle regioni. Lo hanno annunciato oggi, al termine di una riunione, il ministro del Welfare Roberto Maroni (nella foto) e il coordinatore degli assessori regionali alle politiche sociali, Antonio De Poli. Altri 44 milioni di euro andranno alle città metropolitane.''L'accordo raggiunto oggi con il ministro del Welfare è un accordo molto importante'', ha detto il coordinatore degli assessori regionali alle  politiche sociali, l'assessore del Veneto Antonio De Poli.
Una novità di quest'anno è che il fondo viene trasferito in maniera indistinta: non sarà cioè piu' lo Stato a dire come i soldi dovranno essere spesi ma saranno le regioni a stabilirlo, secondo le proprie priorita'. ''Questo passaggio e' forse piu' importante dell'aumento stesso del fondo rispetto allo scorso anno - ha commentato il ministro Maroni -. E' infatti una prospettiva fortemente impregnata di federalismo''.
I trasferimenti del fondo per le politiche sociali alle regioni, ha detto il ministro Maroni, dal 2001 sono aumentati di oltre il 30 per cento, ''nonostante la congiuntura sfavorevole''.
In particolare, come ha spiegato il sottosegretario Grazia Sestini, si e' passati da oltre 757 milioni di euro nel 2001 a piu' di 771 milioni di euro nel 2002 a 996 milioni di euro nel 2003.
''Tutto questo - ha osservato Maroni - dimostra la sensibilita' del governo sul tema ma anche la forza delle regioni che hanno chiesto di aumentare i trasferimenti. Il nostro impegno pero' non si ferma qui: vogliamo trovare altre risorse da investire nel sociale attraverso la collaborazione tra lo stato e le regioni. Abbiamo istituito un tavolo tecnico; vi sono altre risorse, al di fuori dal bilancio del ministero, che possono essere impiegate sul territorio per finalita' di carattere sociale, e sono risorse rilevanti''.
Per il coordinatore regionale alle politiche sociali, l'assessore del veneto Antonio De Poli, ''questo e' un giorno importante e positivo rispetto alle politiche del welfare: non solo e' stato confermato che non vi sara' nessun taglio rispetto al fondo globale del 2003, ma anzi vi sara' un aumento. Questo e' importante per mantenere i nostri servizi e far si che lo stato sociale non abbia a risentire rispetto alle politiche gia' in essere''.
De Poli ha aggiunto che vi sarà un'altra serie di incontri con il ministro per dare maggiori strategie alle politiche sociali con un impegno affinche' nel 2004 e nel 2005 vi siano politiche integrate rispetto ad una serie di settori di intervento dalla famiglia, alle persone con disabilita'.
Intanto i comuni denunciano il taglio delle risorse anche per le politiche sociali: si segnalano gli articoli dei quotidiani "il Sole 24 ORE" (
Comuni, e' superiore al previsto il taglio ai contributi dello Stato) e "la Repubblica" (Arriva la stangata sui Comuni). (red)
 

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