periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 231 - Roma, 21, 22 e 23 febbraio 2004

Sommario

Senato federale tra Bossi e Follini Premi e sanzioni per le politiche di sviluppo
Galan e Formigoni su Senato federale Corte dei conti: le relazioni dei procuratori in 5 regioni
In un libro i poteri delle Regioni e il nuovo assetto costituzionale Chiaravalloti denuncia clima politico scadente in Calabria
Senato federale tra Bossi e Follini
Bossi e Follini "contestuali" ma affievoliti. Per il Senato federale una nuova forma di contestualità più debole è stata annunciata. Ma quale? Ci sarà subito l'elezione contemporanea dei consigli regionali e del Senato federale? Dal 2011? I Senatori della regione permangono anche se nella regione in cui sono stati eletti si va a nuove elezioni? E il loro numero complessivo sarà ridotto? A queste domande risponderà domani l'Aula di Palazzo Madama.
Intanto la fibrillazione politica è alta come dimostrano le interviste di Bossi e Speroni rispettivamente ai quotidiani "la Repubblica" e "la Stampa".
''Siamo al dunque, lunedi', martedi' e mercoledi' saranno i giorni decisivi'' annuncia il ministro per le Riforme Umberto Bossi, intervistato da REPUBBLICA.
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'Le ripeto che siamo al dunque. Lunedi' (oggi, ndr) la Lega tiene il Consiglio federale e sara' una riunione decisiva, poi martedi' e mercoledi' vediamo cosa succede a Roma sul Senato federale. Se non passa allora basta. Domani (oggi ndr) c'e' il (consiglio) Federale e decideremo la nostra posizione, i miei mi diranno cosa pensano e io ne terro' conto, non sono mica un dittatore. Vedremo, di soluzioni possibili ce ne sono. Domani (oggi ndr) decidiamo, poi vediamo cosa combinano gli altri''.
''Dimettermi? I miei sarebbero tutti contenti, mi vorrebbero pancia a terra sul territorio a fare comizi senza avere le manilegate, tornare a essere segretario della Lega a tempo pieno. Non le dico di piu'. La verita' e' che la gente ne ha piene le scatole di questi tira e molla. Se il federalismo non passa gia' in questa prima fase, allora ti saluto, basta, non voglio restare li' paralizzato. Siamo al dunque, vediamo se arriva o no''
''La contestualita' e' necessaria - spiega Bossi (nella foto) - perche' fa parte del federalismo, rappresenta il legame col territorio nel Senato federale; secondo me si puo' trovare una soluzione, certo c'e' chi e' preoccupato di dover andare a casa, di dover lasciare il Parlamento, sono cose da democristiani o da comunisti, ma le dico che si puo' trovare un accordo. Altra cosa e' se si punta a non fare il federalismo. Vedo che la sinistra spera molto che salti tutto in aria. In tre giorni pero' bisogna chiudere la faccenda, se la cosa resta aperta il voto anticipato lo vedo avvicinarsi. Aut aut, non ci sono molti spazi. Dopodomani (domani ndr) si sapra'. E' inutile alzare la voce in questo momento, tanto siamo gia' passati dalle parole ai fatti. Sara' il (consiglio) Federale a decidere le strategie, io poi vedro'''. 
In una
intervista a 'la Stampa', Francesco Speroni, europarlamentare leghista e capo di gabinetto di Umberto Bossi al ministero delle Riforme istituzionali, ribadisce: Lega fuori dal governo? ''La possibilita' c'e' di sicuro. Finora le riforme hanno marciato a rilento, e soprattutto ogni giorno viene disdetto l'accordo del giorno prima. Questo e' l'aspetto piu' sgradevole''.
Secondo Speroni i riferimenti di chi frena sono chiari: 
''Mi riferisco all'Udc, soprattutto -spiega-, ma anche ad Alleanza nazionale. Forza Italia molto meno''. Agli incontri ''Viene il buon Nania -racconta-, capogruppo in Senato di An, e D'Onofrio per i centristi, ci mettiamo d'accordo...'', ma poi ''Fini o Follini disfano tutto. Soprattutto il segretario Udc, che sta fuori dal governo, ritiene di avere le mani piu' libere''. Sulla possibilita' che Bossi si dimetta da ministro per tornare a fare il segretario della Lega a tempo pieno, Speroni sembra scettico. ''La tentazione c'e''', spiega, ''forse qualcuno lo vorrebbe. Ma io ho qualche perplessita'. Perche' ho visto che cio' che lui riesce a ottenere in consiglio dei ministri non riesce a nessun altro''. Dunque, ''prima di perdere la sua autorevolezza nel governo, dobbiamo riflettere molto: ne parleremo''.
''Anche la contestualita' tra elezione dei Consigli regionali e del Senato federale ora viene rimessa in discussione. Qualcuno si dice d'accordo in via di principio e poi non vuole spostare le date del voto: o e' un cretino integrale o ciurla nel manico. Le scadenze delle assembleee elette devono essere cambiate, e' elementare''.
Ma il segretario dell'  Udc, Marco Follini, mette in guardia gli alleati della Cdl contro ''scorciatoie, ultimatum e penultimatum, che non possono essere mezzi adatti ad affrontare riforme dell' importanza di quelle istituzionali''.''Le riforme istituzionali non sono un hamburger che si mette sulla piastra e si cuoce in un minuto, sono piuttosto uno stracotto al barolo per il quale occorrono ore di lavoro e di verifica''.
Concludendo l' Incontro sulla Neve dell' Udc, Follini ha detto che ''non aiutano le urla, gli strilli, le minacce''. ''Penso - ha detto - che le riforme abbiano bisogno di un coinvolgimento largo, anche di quello dell' opposizione, possibilmente, che tuttavia, purtroppo, ha piu' facilita' a dire no che a confrontarsi sul merito delle cose''. ''Non possiamo - ha proseguito - copiare i difetti del centro sinistra che, a fine legislatura, ha fatto da sola ed in fretta la sua riforma istituzionale''. ''Noi dell' Udc - ha detto Follini - lavoriamo per le riforme; non siamo noi ad avere il piede sul pedale del freno, credo che un margine di lavoro positivo ci sia al Senato, confido nel senso di responsabilita' e nella creativita' di tutti i senatori e segnatamente in quelli dell' Udc''.
''La quadratura del cerchio e' difficile ma possibile, sono ottimista per martedi'prossimo'', ha detto il capogruppo dell' Udc al Senato, Francesco D'Onofrio, relatore di maggioranza del ddl sulle riforme.
''Il punto di equilibrio e' possibile. La contestualita' pura e semplice - ha spiegato D'Onofrio - significa eleggere i senatori assieme ai consigli regionali, il che tende a spostare i senatori verso l'aggregato locale. Se pero' si dice che gli avvenimenti che riguardano i consigli regionali non coinvolgono i senatori, questi sono eletti non in quanto appendice del sistema locale''.
''Se vince la Lega - ha proseguito D'Onofrio -   e' la contestualita' pura e semplice, senza alternative; se vinciamo noi e An, e' il Senato federale senza alternative. Ma nessuna delle due soluzioni puo' rappresentare l'equilibrio, a meno che gli altri non accettino di essere subordinati''.
''La cosiddetta contestualita' affievolita potrebbe essere la soluzione giusta. Bisogna dare atto al senatore D'Onofrio della grande passione politice e della grande competenza nell'affrontare questi problemi cosi' delicati e complessi dal punto di vista costituzionale'', ha sottolineato infine Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia.

(gs)
Galan e Formigoni su Senato federale

''Che ci sia la Camera dei deputati e che ci sia al piu' presto il Senato federale, pertanto sono a favore della contestualita' del voto per il nuovo Senato delle Regioni e per il rinnovo dei Consigli delle  Regioni a statuto ordinario''. Lo ha dichiarato il presidente della giunta veneta Giancarlo Galan intervenendo nel dibattito in corso sulle riforme costituzionali.
''Sono stanco - ha osservato Galan - di dover sentire di continuo queste inutili polemiche attorno a come deve essere o non essere il Senato federale. Innanzitutto - ha auspicato - che sia attuata al piu' presto la riforma costituzionale proposta dal governo e sostenuta in particolare dal ministro Bossi. Si rifletta infine - ha proseguito Galan - su questa assurdita' istituzionale e politica tutta italiana con due camere che svolgono di fatto lo stesso identico lavoro raddoppiando in tal modo costi e perdite di tempo''.
Per
Roberto Formigoni (nella foto) presidente della Regione Lombardia: ''Completare la riforma costituzionale dello Stato con il federalismo e' imprescindibile. Siamo a meta' del cammino e tornare indietro, sarebbe disastroso. A questo punto, se ci bloccassimo ci rimetterebbe tutto il paese. Il federalismo va inteso nel senso di dare piu' efficienza alle decisioni prese dai governi regionali e locali''.  Formigoni, inoltre, ha fatto notare che ci sono ''61 miliardi di euro, congelati, che riguardano materie gia' trasferite alle Regioni, masono ancora nei bilanci dello Stato''.
Secondo Formigoni, c'e' ''un'opposizione molto forte a questa riforma federale, ma anche la sinistra e' stata coinvolta. Proprio il centrosinistra a quattro giorni dalla fine della precedente legislatura voto' il titolo quinto della riforma. Questo governo ne ha tenuto conto''. Formigoni ha spiegato, inoltre, che ''le riforme non vanno fatte affrettatamente. Ci deve essere il confronto, perche' questo fa si che possano essere accettate anche da chi e' all'opposizione''.
(sm)

Corte dei conti: le relazioni dei procuratori in 5 regioni
Prosegue la disamina della newsletter della Corte dei conti delle Relazioni dei Procuratori regionali della Corte dei conti in occasione delle inaugurazioni dell'anno giudiziario. Il n.6  fornisce le informazioni relative alla cerimonie in Calabria, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Umbria.
In Calabria nella propria relazione inaugurale dell’anno giudiziario il Procuratore Regionali Astraldi De Zorzi ha sottolineato, passando in rassegna l’attività della locale Sezione giurisdizionale, “l’avvenuta eliminazione dell’arretrato in materia pensionistica e della giacenza  dei giudizi” e ha illustrato le tipologie di illecito che hanno portato a pronunce di condanna: ritardati pagamenti in genere, concessione di indebiti trattamenti pensionistici ottenuti a seguito di diagnosi false, appropriazione indebita di beni appartenenti a pubbliche amministrazioni, illecita percezione di rimborsi, illegittimi inquadramenti di personale, incidenti stradali e indebita corresponsione di competenze. (cfr.
Relazione del Procuratore regionale Cristina Astraldi De Zorzi).
A Firenze il Procuratore Regionale Claudio Galtieri ha, fra l'altro,  illustrato l’attività di controllo/referto, quella giurisdizionale in materia pensionistica (che registra un risultato positivo) e in materia di responsabilità (le sentenze di condanna hanno avuto ad oggetto danni derivanti da: incidenti stradali provocati da automezzi delle Pubbliche amministrazioni, utilizzo illecito del telefono d’ufficio su linee “hard”, comportamento doloso di un dipendente delle Poste italiane coinvolto in rapine, affidamento di una consulenza legale “sostanzialmente inutile”, e indizione, da parte di un Comune, di un referendum consultivo su ambiti riservati all’intervento della Regione) e quella della Procura regionale, nel cui ambito ha segnalato le più rilevanti ipotesi di danno perseguite. (cfr.Relazione del Procuratore regionale Claudio Galtieri).
Il Procuratore regionale del Lazio Luigi Mario Ribaudo ha invece svolto la propria relazione inaugurale dell’anno giudiziario sottolineando “che in questa sede occorre, ancor più che presso le altre Sezioni regionali della Corte, tenere presente, con umiltà ma con il necessario rigore, il particolare impegno che grava sul P.M. contabile in connessione con la presenza in Roma, e quindi nell’ambito territoriale della regione Lazio, delle sedi centrali dell’Amministrazione dello Stato e di molti Enti pubblici”, circostanza da cui deriva “l’esigenza di valutare con ampiezza di approfondimento e con la massima sollecitudine le numerosissime fattispecie recanti ipotesi di danno erariale che vengono denunciate, o, comunque, poste all’attenzione della Procura regionale”. Ribaudo ha, quindi, dato conto dei risultati positivi conseguiti dalla Sezione giurisdizionale e dalla Procura regionale (cfr:
Relazione del Procuratore regionale Luigi Mario Ribaudo).
Il Procuratore regionale per l’Emilia–Romagna Ignazio Del Castillo ha aperto la relazione inaugurale dell’anno giudiziario 2004 facendo cenno, come di consuetudine, ai provvedimenti legislativi emanati nell’anno passato suscettibili di incidere sull’attività della Corte anche in ambito regionale (i.e. la l. 131/2003), per poi passare ad illustrare l’attività di controllo – referto (in particolare, si segnalano le indagini su trasporti locali, sanità, servizi idrici e gestione dei rifiuti, sostenibilità ambientale e nuove forme di turismo); quella giurisdizionale, sia in materia pensionistica che di responsabilità. Quanto al contenzioso pensionistico, il P.R. ha lanciato un allarme: l’elevato numero di nuovi ricorsi, “anche se l’eccezionale produttività dei giudici rimanesse a livello attuale”, non ne permetterebbe la discussione prima di 3 o 4 anni, “esponendo la Corte dei conti al rischio di richieste di equa riparazione per eccessiva durata del processo”. Le motivazioni delle sentenze di condanna che hanno riguardato: danno all’immagine, danno da disservizio in casi di concussione, corruzione e illeciti contabili, azioni di rivalsa per danni risarciti a terzi dall'amministrazione in seguito a condanna in sede civile (c. d. danno indiretto), illegittimo conferimento di incarichi, illegittima corresponsione di emolumenti a personale del servizio sanitario, truffe militari, appropriazione di beni pubblici, illeciti contabili, danni prodotti a beni dell'amministrazione in connessione con la circolazione stradale e danni prodotti da magistrati ordinari nello svolgimento di funzioni amministrative (cfr.Relazione del Procuratore regionale Ignazio Del Castillo).
Inaugurando l’anno giudiziario in Umbria, il Procuratore regionale Agostino Chiappiniello, dopo aver passato in rassegna le più recenti innovazioni legislative nelle materie soggette alla giurisdizione della Corte dei conti e aver riportato le problematiche sollevate dall’applicazione della c.d. “legge Pinto” (che prevede un’equa riparazione al cittadino danneggiato dalla durata non ragionevole di un processo), ha riassunto l’operato delle locali Sezioni di controllo e giurisdizionale e della Procura, spesso attivata da denunce provenienti dai cittadini o dagli organi di stampa “che chiedono una maggiore efficienza e trasparenza nella utilizzazione delle risorse pubbliche”. (cfr.
Relazione del Procuratore regionale Agostino Chiappiniello). (red)
Premi e sanzioni per le politiche di sviluppo
La newsletter del dipartimento politiche e sviluppo del ministero dell'economia si è recentemente soffermata sulla questione dei Premi e delle sanzioni per le politiche di sviluppo, con riferimenti relativi all'analisi dei meccanismi di premialità.
Dal 1999 a oggi sono stati introdotti 9 meccanismi di incentivo (sanzioni e premi) nell'assegnazione dei fondi comunitari e nazionali per lo sviluppo, con l'obiettivo di accelerare la programmazione e la spesa di tali fondi e di promuovere nelle Amministrazioni beneficiarie l'avvio di processi di modernizzazione amministrativa. La consultazione on line permette ogni utile approfondimento:
Premi e sanzioni nella politica di sviluppo - Sintesi ; Premi e sanzioni nella politica di sviluppo - Allegato 1 ; Premi e sanzioni nella politica di sviluppo - Allegato 2 ; Premi e sanzioni nella politica di sviluppo - Allegato 3 ; Premi e sanzioni nella politica di sviluppo - Allegato 4 . (red)
In un libro i poteri delle Regioni e il nuovo assetto costituzionale

"I poteri delle Regioni nella transizione dal modello originario al nuovo assetto costituzionale" è il titolo del libro di Adele Anzon proposto per i tipi della Giappichelli editore. "A un anno circa di distanza dalla pubblicazione del corso di lezioni di diritto regionale nel volume dal titolo "I poteri delle Regioni dopo la riforma costituzionale. il nuovo regime e il modello originario a confronto", Adele Anzon ha trovato del tutto naturale e indispensabile "provvedere ad un mutamento di prospettiva, ad una integrazione" e ad un completo aggiornamento della trattazione. Un lavoro, quest'ultimo, certamente difficile perché mai come in questi ultimi anni la "materia costituzionale" è divenuta oggetto di una specifica attenzione parlamentare e si è, per certi aspetti, trasformata in un grande work in progress. "Descrivere lo stato attuale dell’ordinamento regionale in Italia - scrive nella premessa al volume la Anzon - non è divenuto nel frattempo compito meno impervio. Infatti, il processo di transizione dal modello originario al nuovo regime introdotto con le riforme del Titolo V della parte II della Costituzione si è avviato con, molta lentezza e si trova ancora in una fase appena iniziale".
"Le riforme infatti (...) sono ancora - scrive Adele Anzon - in gran parte inapplicate o inattuate. Per tale ragione, la normativa precedente, in attesa di essere sostituita dai concreti atti di esercizio delle nuove competenze, resta in gran parte tuttora in vigore per via del principio di continuità dell’ordinamento". Di conseguenza, l’immagine dell’ordinamento regionale al momento presente appare come un complesso mosaico in cui spazi molto ampi ancora coperti dal modello originario si combinano con aree ristrette in cui compare la nuova disciplina posta dalla costituzione riformata e dalle sue prime applicazioni legislative e giurisprudenziali.
Poiché dunque la situazione attuale non si esaurisce nei nuovo regime, una seria e per quanto possibile — fedele rappresentazione del sistema delle autonomie quale appare nella attuale fase di transizione non può non offrire innanzi tutto una illustrazione del disegno costituzionale precedente e della sua evoluzione. Un esame non sbrigativo di questo disegno è inoltre consigliato dalla necessità, per un verso di cogliere la portata innovativa della riforma, per altro verso di attingere alla passata esperienza per trarne spunti e indicazioni per affrontare i problemi interpretativi e applicativi posti dal nuovo sistema. Alcuni di tali problemi, infatti, anche se in un contesto mutato, si presentano con caratteristiche analoghe (si pensi ad esempio a quelli concernenti la legislazione "concorrente"), mentre altri, nonostante le innovazioni introdotte dalla riforma, non hanno perso di attualità, basti pensare, per tutti, al tema della collaborazione tra Stato e Regioni, che riemerge prepotentemente in un regime ora ispirato ad un carattere fortemente «duale», oppure a quello dell’interesse nazionale che ha dominato il vecchio regime, oggi è formalmente scomparso dal testo costituzionale, ma - conclude nella sua premessa la Anzon - ricompare sotto le medesime o altre spoglie anche nella nuova prassi legislativa e nella giurisprudenza costituzionale e costituisce uno dei più controversi elementi di una preannunziata nuova riforma della riforma".
L'indice del libro può dare un'idea dell'ampiezza dei temi trattati:
- Parte I: Federalismo, regionalismo e giurisdizione costituzionale. – I Il dibattito sul «Federalismo» e sulla distinzione tra stato regionale e stato federale. – II La giurisdizione costituzionale nei sistemi federali e regionali. - Parte II: I poteri delle regioni nel modello originario. – I Le origini dello stato regionale in Italia. – II Unità e autonomie nell’art. 5 della Costituzione. – III La distribuzione delle competenze tra lo Stato e le regioni. – IV La «leale collaborazione» come principio di governo dei rapporti tra lo Stato e le regioni. – V Il limite degli obblighi internazionali, il «potere estero» e la partecipazione delle regioni al processo di integrazione europea. - Parte III: Stato e regioni nel nuovo titolo V della parte II della Costituzione. – I La Repubblica, lo Stato e le autonomie territori li nel sistema del nuovo titolo V. – II La potestà statutaria e la forma di governo delle regioni. – III Il nuovo riparto delle potestà legislative e regolamentari tra lo Stato e le regioni. – IV Le funzioni amministrative e l’autonomia finanziaria. – V Le istanze unitarie nel nuovo assetto delle competenze. – VI La collaborazione tra Stato e regioni nel nuovo modello costituzionale e nella prassi. – VII Lo Stato e le regioni nella gestione degli affari esteri e comunitari. - Appendice. Il titolo V della parte II della Costituzione. - Testo vigente. - Testo originario. (sm)

Zavattieri: Chiaravalloti denuncia clima politico scadente in Calabria

In Calabria esiste ''un clima politico abbastanza scadente''. A sostenerlo e' stato il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti,  commentando l' episodio di cui e' rimasto vittima ieri sera l' assessore alla Cultura, Saverio Zavettieri, ferito lievemente da una scheggia di piombo di un proiettile sparato contro la vetrata della sua abitazione di Bova Marina (Reggio Calabria).
 ''Devo denunciare - ha sostenuto Chiaravalloti - un clima politico abbastanza scadente che si registra in Calabria. L' assalto e l' insulto all' avversario, la mancanza del rispetto delle regole elementari di educazione e di rispetto della persona e degli altri sono certamente fattori remoti, ma non secondari nel verificarsi di questi episodi. Ritengo questa cultura estranea, nella sostanza, al Dna dei calabresi e purtroppo nella lotta politica trova spesso alimento nutrendosi anche di sentimenti certamente deteriori che albergano nell' animo di questi pigmei che si cimentano sul terreno della politica''.
A giudizio del Presidente della Regione, ''l' episodio deve servire a illuminarci, ad aumentare il senso di responsabilita' dei politici, a dare a ciascuno la convinzione che si combatte con le armi della razionalita', della cultura. Che la capacita' di persuadere gli altri sia lo strumento col quale si cerca di far proselitismo e di acquistare adepti alla propria causa e non con strumenti di violenza, di minaccia e di prevaricazione''.
(red)

 

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