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Sommario |
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Ghigo: insieme le elezioni per il Senato e le regionali | |||||||||||||||||||||||||||||||||
''Serve una nuova camera di compensazione,
cioè il Senato federale. Non basta più la Conferenza Stato-Regioni,
l'organismo che oggi si riunisce a Roma con cadenza quasi settimanale per
un confronto continuo tra noi e il governo su tutti i problemi, dalla
Finanziaria ai fondi per la Sanità''. Ad affermarlo, in una
intervista a La
Stampa è il presidente della Conferenza dei Presidenti delle
regioni e della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, che sottolinea come ''il
contenzioso istituzionale tra Stato e Regioni'' sia ''arrivato alla soglia
di guardia, perché la riforma de Titolo V della Costituzione contiene
tanti aspetti non chiari''. ''A chi frena sulle riforme -aggiunge-
ricordo che dobbiamo fare tutti uno sforzo per comprimere le istanze di
ognuno'', ''adesso siamo a metà del guado, e non possiamo fermarci.
Piuttosto, sarebbe meglio tornare indietro''. Per questo, prosegue
riferendosi a Umberto Bossi, ''noi lo sosteniamo,
la sua linea è
quella che meglio può portare a un risultato. E l'Ulivo dovrebbe discutere
dei problemi, invece di cercare soltanto contrapposizioni ideologiche''.
La contemporaneità delle elezioni per il Senato federale e per i consigli
regionali, spiega Ghigo, ''per noi è una priorità irrinunciabile.
L'elettore, sulla stessa scheda deve poter decidere chi manda a Roma, e
chi nella sua Regione, a rappresentare il territorio in cui vive''. In
ogni caso, afferma il presidente della Conferenza delle regioni ''non è un
problema di poltrone o di seggi''. ''Certo -prosegue-, vogliamo essere
presenti nel momento in cui si discute di Finanziaria e di fondi da
dividere, ma possiamo rinunciare all'automatismo purché il Senato
sia federale davvero''. E' ottimista il Ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia ''Penso che si troverà una soluzione per consentire un rafforzamento del collegamento tra il Senato federale e il territorio''. ''Credo che si trovera' un' ottima soluzione - ha aggiunto - che consenta nell' ambito di un rapporto equilibrato e differenziato tra Camera e Senato di superare finalmente il bicameralismo perfetto, la ripetizione di procedure che provocano ritardi per gli interventi per i cittadini''.(red) |
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Enti Locali e semplificazione: la Bocconi organizza nuovi corsi | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Si sta
ulteriormente sviluppando l'attenzione della Bocconi per la pubblica
amministrazione locale. Un dato che emerge anche dai diversi corsi (a
pagamento), organizzati proprio dalla Divisione Amministrazioni
Pubbliche, Sanità e Non Profit della SDA della celebre Università
milanese per gli Enti Locali. Due gli esempi più recenti. Un primo corso
tratta
“La
semplificazione dei processi e delle procedure negli Enti Locali”
-le
logiche, i metodi e gli strumenti per la semplificazione amministrativa.
e si terrà a
Milano nel mese di marzo (in due moduli: dal 3 al 5 e dal 25 al 26). Le
riforme - si legge in una nota dell'ufficio stampa della scuola di
direzione aziendale della Bocconi - in materia di erogazione dei
servizi pubblici implicano il raggiungimento di più elevati livelli di
efficienza, efficacia ed economicità, e l’acquisizione, da parte dei
responsabili dei servizi, di competenze gestionali specifiche e più
avanzate. L’iniziativa della Scuola nasce in risposta a tali esigenze
formative ed organizzative, e consente di affrontare con successo le
problematiche concrete legate a diverse aree di attività tra cui: la
gestione dei rapporti col pubblico; i processi di attivazione e gestione
dello Sportello Unico; i procedimenti di riorganizzazione e conseguente
revisione delle modalità di gestione di documenti, atti e archivi;
le
procedure d’acquisto e d’appalto; i processi di gestione dell’opera
pubblica;
i
sistemi di erogazione dei servizi sociali e socio-sanitari.
Un secondo corso in programma ad Aprile riguarderà invece le "Competenze personali per dirigere gli Enti Locali" .(red) |
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16 febbraio: il partenariato territoriale con gli italiani all'estero | |||||||||||||||||||||||||||||||||
E' in programma a Roma oggi 16
febbraio (St. Regis Hotel, via V.Emanuele Orlando, 3) un
convegno dedicato al partenariato territoriale con gli italiani all'estero
(PPTIE). Si tratta del I convegno nazionale "Ministero Affari Esteri-Regioni Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il programma prevede gli interventi del presidente della regione Sardegna, Italo Masala (nella foto) in qualità di rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle province autonome e del sottosegretario al lavoro, Pasquale Viespoli. "Non piu' semplici emigranti, ma connazionali di successo, residenti all'estero, capaci di essere agenti di sviluppo dei territori italiani in un quadro di reciproco successo''. Con queste parole il ministro degli esteri Franco Frattini ha illustrato 'Programma di partenariato territoriale' (Pptie), in un messaggio inviato al convegno chesi e' svolto a conclusione della prima fase del ''Programma di partenariato territoriale con gli Italiani all'estero'' (Pptie) . Il programma, cofinanziato dal Fondo sociale europeo, e'realizzato in collaborazione con il Centro internazionale diformazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e ha permesso la stipula di oltre 350 accordi di partenariato internazionale. Gli italiani all'estero divengono quindi, grazie al Pptie, 'agenti di sviluppo territoriale'' nelle regioni di provenienza. Frattini, nel suo messaggio, ha evidenziato come in un mondo di comunicazioni e interscambi crescente, non solo in senso economico-commerciale, ma anche sociale e culturale, l'Europa ''deve attrezzarsi per rendersi sempre piu' capace di sostenere la concorrenza di altri grandi 'blocchi' (l'Asia, le Americhe, l'Australia,) ed essere in grado di cooperare con essi''. E per aiutare l'Europa a raggiungere questo obiettivo l'Italia ''ha una posizione'', per Frattini, ''assolutamente privilegiata: un privilegio geografico, che ci pone al centro di una importantissima area strategica di cooperazione (il Mediterraneo ed i Balcani) e un privilegio, per cosi' dire etnico costruito da milioni di italiani che hanno saputo portare la nostra cultura nel mondo con il loro crescente successo professionale''. (sm) |
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Entrate fiscali gennaio-dicembre 2003: dati di cassa | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Entrate fiscali gennaio-dicembre 2003: dati di cassa. Il
Ministero dell'Economia comunica
che il totale delle entrate fiscali incassate nel periodo
gennaio-dicembre 2003 è stato pari a 475.861 milioni di euro, in aumento
del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2002. L’aggregato considera gli
incassi del bilancio dello Stato, delle Regioni e degli enti
previdenziali.
(dati in milioni di euro)
(dati in milioni di euro) (red) |
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Sanità; Vegas a Regioni: riducete la spesa o mettete i ticket | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Sulla spesa
sanitaria il governo "non può accogliere le richieste delle regioni''. Non
e' pensabile che lo Stato possa ''accollarsi l'incremento di spesa di 5
miliardi di euro nel 2003 rispetto al tetto previsto''. A sottolinearlo e'
il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas (cfr.
intervista all'Adn
Kronos) ribadisce la posizione
dell'esecutivo in vista dell'incontro del 18 prossimo a Palazzo Chigi. Il Governo , assicura Vegas, è pronto a ''valutare attentamente le richieste delle regioni''. Ma sottolinea ''l'unica strada realistica per rientrare nei limiti previsti e' quella di ridurre la spesa o introdurre nuovi ticket''. "Non e' più tempo - spiega Vegas - di rimborsi a pie' di lista da parte dello Stato. Certo -aggiunge- e' vero che le regioni devono garantire i livelli di assistenza essenziali previsti, ma non e' detto che tali livelli devono essere assicurati per forza in modo gratuito. Non tutto quello che rientra nei Lea deve essere gratuito. Si possono benissimo introdurre nuovi ticket legati a tipi di patologie o a tetti di reddito''. secondo Vegas, quindi, è compito delle Regioni trovare il modo di far quadrare i conti. ''Per esempio -sottolinea Vegas(nella foto) - non tutte hanno ridotto iposti letto e sicuramente è possibie fare economie erazionalizzazioni. E comunque deve essere chiaro che la spesa va calibrata sulla base delle risorse disponibili''. Il governo comunque qualcosa è disposto a mettere sul tavolo nell'incontro del 18 prossimo a Palazzo Chigi. ''Stiamo valutando -spiega Vegas- di aumentare il tetto di spesa tenendo conto dell'incidenza sulla spesa sanitaria della regolarizzazione di circa 700 mila extracomunitari. Siamo pronti a valutare le richieste ma tenendo conto che le disponibilità finanziarie sono limitate''. Inoltre, ricorda Vegas, ''in tre anni il finanziamento pubblico del servizio sanitario e' passato dal 5,3% al6,1% del Pil che nel 2003 equivale a circa 79.000 miliardi. Vegas infine annuncia che il governo sta studiando alcune modifiche al meccanismo di riparto del fondo sanitario: ''attualmente spiega- e' su base capitaria corretta con un fattore che concerne quasi esclusivamente l'invecchiamento. Si tratta di un meccanismo che penalizza alquanto le regioni del mezzogiorno e quindi probabilmente per consentire al complesso delle regioni di rispettare con maggiore efficacia gli obiettivi di spesa sarà opportuno prima o poi arrivare a una revisione dei meccanismi di riparto''. La risposta arriva a stretto giro da parte del Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani e da parte dell'assessore agli affari istituzionali della Regione Lazio, Donato Robillotta. Il problema ''della sottostima del fondo sanitario nazionale - afferma Errani non si risolve con nuovi ticket e risparmi da parte delle regioni''.. ''Le dichiarazioni di Vegas sono sconcertanti. E' incomprensibile come si pensi di risolvere con misure quali i ticket e i risparmi il problema vero della sottostima del fondo sanitario che e' valutato in 5 miliardi di euro''. Per Errani ''si ribadisce in questo modo di non comprendere il significato della questione posta dalle regioni. Non e' con dichiarazioni come quella di Vegas -conclude- che si può preparare seriamente l'incontro di mercoledi prossimo''. ''Le Regioni - afferma invece Donato Robilotta non chiedono più risorse per la sanità, ma unicamente ciò che è loro dovuto''. E' quanto afferma l'assessore agli Affari istituzionali della Regione Lazio, replicando al sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. Per Robilotta il sottosegretario ''continua ad arrampicarsi sugli specchi. La legge Bossi Fini, approvata dal Parlamento, ha permesso -sottolinea Robilotta - di sanare oltre 700mila immigrati ai quali le Regioni offrono già tutti i servizi e queste spese erano fuori dagli accordi dell'8 agosto. Se il Governo vuole intraprendere un dialogo serio con le Regioni mantenga i patti,metta sul tavolo le risorse per gli immigrati e per il Bambino Gesù in cui lo stesso Governo si è rimangiato la parola data". (red) |
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Formigoni: Senato sia federale | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Roberto Formigoni (nella foto)
con due interviste in
due giorni - rilasciate rispettivamente ai quotidiani
"Il Giornale" e
al
"Corriere della Sera"
- traccia un disegno politico "interno" (alla Cdl) per le prossime
elezioni europee, e uno "esterno" (per le Regioni) sulle correzioni da
adottare nel progetto di riforma costituzionale in discussione a Palazzo
Madama per dare coerenza federalista al futuro Senato. Nella prima il Presidente della Regione Lombardia è molto critico con Prodi e la sua discesa in campo alle "Europee", chiedendo che si dimetta da Presidente della Commissione europea: "Prodi è stato nominato con l'accordo di tutte le nazioni", "si candida contro chi l'ha nominato". Mentre nell'intervista al Corriere della Sera si affrontano i temi del Senato federale e del suo legame essenziale con le Regioni, dando per scontato che sia stato messo da parte il modello tedesco del Bundesrat, quello preferito dai presidenti delle Regioni: "sarebbe stata la migliore scelta in assoluto". La futura Camera delle Regioni, pertanto, non può che essere eletta in maniera contestuale con le rappresentanze regionali per non perdere il legame politico con il territorio. La contestualità quindi delle elezioni regionali e del Senato e' essenziale: "altrimenti non c'e' Senato Federale'', altrimenti è meglio lasciare le cose come stanno: "il pasticcio sarebbe intollerabile. E, allora, tanto varrebbe dire che non si fa il Senato". Contestualità che allora deve prevedere "un Senato composto da senatori eletti in maniera fortemente collegata alla Regione e, quindi, alle rappresentanze regionali": "Al Senato - ha spiegato Formigoni -non vanno più gli Assessori regionali, ma gli eletti attraverso una competizione legata alla Regione: con elezione nello stesso giorno in base al medesimo programma. Ci vuole una sola scheda per eleggere Presidente della Regione, Consiglieri regionali e Senatori. Questi ultimi andranno a Roma per difendere lo stesso programma che è stato presentato nella loro Regione".Formigoni quindi afferma che non ci possono essere altre ipotesi di collegamento reale con il territorio: "Se si rompe il collegamento funzionale dei Senatori con le Regioni - avverte Formigoni - viene fuori il pasticcio". Infine Formigoni si dice anche non scandalizzato di prolungare di un anno la legislazione regionale, basta che si arrivi effettivamente ad un Senato federale. A tal proposito interviene anche Domenico Nania. Così, in un' intervista pubblicata sul ''Giornale'', il presidente dei senatori di An si augura che nella riforma della Costituzione voluta dal Centrodestra sia inserita una norma transitoria che consenta l' allineamento delle elezioni fin dal 2006: per le regionali, per le politiche e per il senato federale. ''Offrire all' elettore in una sola giornata- spiega Nania - la possibilità di scegliere chi lo governa centralmente e chi siedera' nei consigli regionali e' un' occasione da non perdere''. Ma su questo punto il clima è per ora di scontro tra i poli. Si dice nettamente contrario il senatore dei Ds Franco Bassanini: "Si tratta di una scelta chiaramente incostituzionale e sostanzialmente eversiva. I consigli regionali sono assemblee legislative. Vale per essi lo stesso principio che la Costituzione afferma per Camera e Senato: possono essere prorogati solo in caso di guerra''. ''Altro che Stato federale! Anche le elezioni dei Presidenti e dei Consigli regionali -denuncia Bassanini -diventeranno un accessorio del confronto fra i due candidati premier,nel quale la maggioranza vorrebbe esaurire la scelta degli elettori. Se questa e' davvero la decisione della maggioranza, ogni spiraglio per un confronto costruttivo sulla riforma costituzionale si chiude definitivamente. Non resta che uno scontro durissimo, di cui sara' arbitro il popolo italiano nell'inevitabile referendum costituzionale''. (gs) |
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