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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 424 -
Roma, 10 dicembre 2004 |
Sommario |
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Farmacie e contributo al ripiano
dello sforamento del tetto di spesa farmaceutica. E' polemica con
l'industria.
Federfarma
afferma che le farmacie già
pagano un contributo pesante al contenimento della spesa. Nel solo 2004
le farmacie stanno versando al SSN un contributo pari a oltre 720
milioni di euro (1.400 miliardi delle vecchie lire).
Di fronte a questa cifra enorme il contributo richiesto all’industria
appare irrisorio, sostiene Federfarma: 200 milioni di euro per il 2004
(pari a 400 miliardi di lire): "Nonostante questa evidente sproporzione,
l’industria farmaceutica cerca di scaricare sulle farmacie una parte
dell’onere che le viene richiesto. Ma all’industria, oltre che scaricare
l’onere economico, interessa scaricare le responsabilità. Infatti, il
Ministero della salute e l’Agenzia del Farmaco hanno individuato nella
pressione commerciale delle aziende farmaceutiche il fattore scatenante
dell’eccezionale aumento di spesa registrato nei primi mesi del 2004,
senza che vi sia stato un peggioramento delle condizioni di salute della
popolazione. La pressione dell’industria ha determinato un aumento delle
prescrizioni e uno spostamento dei consumi verso medicinali più
costosi".
Intanto il Comitato Solidarietà e Salute lancia
allarme sanità: “Efficienza e qualità minacciate da devolution e tagli
dei finanziamenti”. La
nuova domanda di salute è rivolta con
particolare attenzione alle malattie croniche e alla non
autosufficienza. Lo rende noto la
newsletter del Movimento
difesa del cittadino. Nel
mirino del Comitato è la devolution che “spacca il Paese”. Sarebbe
invece auspicabile, secondo l’organo sanitario, una nuova articolazione
di poteri e dei compiti tra lo Stato e le Regioni al fine di garantire
universalità, equità e solidarietà al sistema sanitario italiano senza
discriminazioni sociali e geografiche.
Al centro delle richieste anche un Piano straordinario di investimenti
per ammodernare la rete ospedaliera, costruire la rete medicina
territoriale, adeguare gli standard di personale e garantire una
formazione adeguata agli operatori e soprattutto affrontare la grande
questione delle Regioni del Sud.
(red) |
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I sindaci in piazza contro i tagli,
titola oggi "la Repubblica", e il Sole 24 Ore:Fiducia
sulla Finanziaria per chiudere in fretta.
Una valutazione
negativa viene anche dalla FISH, Federazione Italiana per il Superamento deIl’Handicap,
sui provvedimenti contenuti nella Finanziaria.
In particolare la
FISH giudica non risolutivo né sufficiente il provvedimento di
deduzione fiscale degli oneri derivanti dai costi della badante.
Infatti la deduzione di 1820,00€ annui, rappresenta una copertura
minima dei costi di assistenza sostenuti dalle persone con
disabilità e loro familiari. Inoltre è una misura che non può essere
applicata alle famiglie più povere, cioè a quelle che non
raggiungono nemmeno un’entrata sufficiente per presentare la
denuncia dei redditi: i più bisognosi rimangono esclusi da questa
agevolazione. Per costoro si dovrebbe adottare un provvedimento del
tutto innovativo nel nostro paese: la cosiddetta “tassazione in
negativo”. La strada da percorrere - la FISH lo ribadisce - è
l’istituzione del Fondo per i non autosufficienti già formalizzata
con una specifica proposta di legge giacente alla Camera.
La FISH inoltre si
dichiara preoccupata per i limiti di spesa posti alle autonomie
locali: tale pericolosa tendenza sarà causa di un progressivo
restringimento dei servizi sociali alle persone con maggior
necessità. La preoccupazione si enfatizza pensando all’ipotizzato
taglio del 50% sul Fondo per le Politiche Sociali. Il Ministro
Maroni ha sì promesso di procedere a recuperare la somma necessaria
a ricostituire il Fondo, ma La FISH si associa alla richiesta
della Conferenza dei Presidenti delle Regioni per un aumento del 2%;
cifra comunque non sufficiente a coprire la reale inflazione.I provvedimenti
del tutto assenti, oppure annunciati, in Finanziaria, maggiormente
preoccupanti, sono i seguenti.Dal 1 gennaio non
sarà più possibile per le persone con disabilità presentare ricorso
amministrativo contro le decisioni che riguardano la concessione o
meno di pensioni o assegni riservati agli invalidi civili. Sarà
possibile solo il ricorso al giudice ordinario con le spese e i
disagi che si possono immaginare oltre che con un sovraccarico
ulteriore della giustizia civile. La FISH, e molti altri operatori
del settore, hanno chiesto, finora inutilmente, la reintroduzione
del diritto del cittadino a ricorrere prima in sede amministrativa.
Intanto il
Ministero dell’Economia e delle Finanze ricorda che la commissione
di investigazione sul fabbisogno e l’indebitamento, formata da Istat,
Ministero dell’Economia e delle Finanze e Banca d’Italia sin dal 2001,
ha prodotto finora alcuni rapporti intermedi e, pertanto, non
definitivi sul deficit 2000. In qualunque caso, i risultati della riconciliazione delle
serie statistiche non sono stati tali da portare ad una revisione al
rialzo del deficit italiano dall’anno 2000.
Sulla base
dei dati pervenuti e in parte diffusi autonomamente dai Comuni che
partecipano alla rilevazione, l’Istituto
nazionale di statistica stima che l’indice nazionale dei prezzi al
consumo per l’intera collettività (NIC), relativo al mese di novembre
2004, presenti una variazione di più 0,1 per cento rispetto al mese di
ottobre 2004 e di più 1,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno
precedente. Ulteriori
dati sono disponibili sulla banca dati CONISTAT.
Infine il governo ha trovato un'intesa anche sull' Irap, che era uno
dei nodi rimasti insoluti dopo la presentazione dell' emendamento
per il calo delle tasse. Ad annunciarlo e' il ministro per il
Welfare Roberto Maroni ''Abbiamo trovato un accordo, questa
mattina prima del Consiglio dei Ministri - ha detto Maroni - Un
accordo soddisfacente per noi, per la Lega''. Il Ministro non ha però voluto fornire dettagli sulle misure e sulla loro entita'. ''I
dettagli li rimando al Parlamento''.
I rappresentanti di Comuni, Regioni
e Province sono scesi in piazza stamani a Roma per protestare
contro la Finanziaria e i suoi tagli che ''soffocano'',
innanzitutto la loro autonomia a danno dei cittadini.
Sono arrivati in molti, da tutta Italia, in piazza del
Pantheon, dove era stato allestito un palco sul quale si
sono
avvicendati vari amministratori locali, primi tra essi Leonardo
Domenici, presidente dell' Anci e promotore della
manifestazione,
Fabio Melilli, presidente dell' Upi
Enrico
Borghi presidente dell' Uncem, e Vito D'Ambrosio, presidente
delle Marche, intervenuto in rappresentanza della conferenza
delle Regioni.''Se
davvero il governo ha intenzione di porre la fiducia sulla manovra
finanziaria, il colloquio che sino ad oggi ha portato avanti con le
Regioni verrebbe strangolato e stravolto'', ha denunciato il
presidente della Regione Marche. ''Noi speriamo fino all'ultimo che
la fiducia non venga posta - ha proseguito D'Ambrosio - anche
perche' il governo deve capire che noi non siamo una controparte e
che il nuovo patto di stabilita' interno va scritto insieme con
tutti gli Enti locali''. D'Ambrosio ha voluto poi ricordare che le
Autonomie sono disponibili a lavorare insieme per ''l'unico
obiettivo che è quello di garantire servizi migliori ai cittadini
senza aumentare le tasse''. Per le Regioni - ha concluso D'Ambrosio
- il taglio dei trasferimenti ''creerebbe serie difficolta' perche'
i servizi da assicurare sono molti e vanno dalla sanita', alla
sicurezza del territori. In queste condizioni i punti di criticità
aumentano drasticamente''. ''Serve una manovra che sia costruita
tutti insieme, non con interventi decisi unilateralmente. Il mancato
trasferimento di risorse e per di piu' con grande ritardo per
miliardi di euro significa che noi dobbiamo farci carico di oneri
impropri che rendono sempre piu' difficile il cammino di recupero di
un Paese come il nostro''. Il presidente, portando ad esempio, la
sua regione ha detto che ''se lo Stato mi desse quello che mi deve
io starei in pari con la sanita'; parliamo di circa 60-70 milioni di
euro. Sono questi i lacci che strangolano le Autonomie locali: siamo
tutti
d'accordo sia politicamente sia istituzionalmente''.Concludendo
D'Ambrosio si e' nuovamente augurato che ''non si vada avanti nella
richiesta di fiducia per la Finanziaria, e si scelga, invece, la via
del dialogo''.
E di "vincoli ha parlato anche il Presidente dell'Anci, Leonardo
Domenici. Vincoli e lacci "stanno strangolando i Comuni, ci stanno
soffocando" e i bilanci sara' proprio un belvedere come farli,
"anche se poi comunque li faremo, ma c'e' dachiedersi a quale
prezzo...". Cosi' Domenici,
durante l'intervento che ha tenuto dal palco allestito in piazza
del Pantheon per la manifestazione degli amministratori locali
contro i tagli in Finanziaria che riguardano Comuni, Province,
Regioni, comunita' montane. "Alla fine - ha aggiunto il primo
cittadino del capoluogo toscano - saranno i cittadini a pagare in
termini di qualita' dei servizi offerti loro, perché gli enti locali
non potrannoattuarli come in passato". Occorrerebbe che agli enti
locali venisse data quell'autonomia rivendicata da tempo, "e
speriamo che ci siano ancora i margini per riportare le nostre
propostedentro il maxi-emendamento alla Finanziaria".
(red)
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Il Governo impugnerà
davanti alla Corte
costituzionale le leggi regionali sul condono edilizio di Toscana ed
Emilia-Romagna. Lo ha riferito il ministro per i Rapporti con il
parlamento, Carlo Giovanardi, a margine dei lavori sulla finanziaria in
Senato. La questione e' stata trattata nel Consiglio dei ministri, ha
aggiunto Giovanardi, ed e' stato confermato che non ci sarà alcuna
proroga. Il termine per le domande del condono edilizio scade oggi.
Nessun condono per le nuove costruzioni, sanatoria possibile solo per
ampliamenti e ristrutturazioni di abitazioni, ma per un massimo di 100
metri cubi. Per edifici destinati ad attività agricole o produttive, si
può condonare fino a 300 metri cubi. E' quanto prevede la legge sul
condono edilizio della Toscana, che e' stata impugnata dal Governo. Il
testo e' stato approvato dal consiglio regionale il 19 ottobre con il
si' del centrosinistra e di Prc e il no del centrodestra.
Per le abitazioni, la legge prevede che, nel caso in cui in uno stesso
palazzo ci siano più di due appartamenti con interventi da condonare,
nel complesso non si potrà sanare un volume più ampio di 200 metri cubi.
Per quel che riguarda le strutture a uso industriale o agricolo, la
legge della Regione Toscana prevede che l'intervento condonabile non
possa superare il 30% del volume totale; per le costruzioni agricole,
non si potrà nemmeno cambiare la destinazione d' uso dell' edificio per
20 anni.
Quanto agli interventi in aree sottoposte a vincolo, saranno sanabili
situazioni solo se sono compatibili con gli strumenti urbanistici
vigenti e sempre che ci sia il parere favorevole dell' ente che ha messo
il vincolo. Per quel che riguarda le penalità (oblazione), la Toscana
prevede un aumento del 10% rispetto a quella prevista dalla legge dello
Stato, più il pagamento del doppio degli oneri di urbanizzazione.
Un numero inferiore di tipologie di intervento condonabili, limiti
volumetrici ridotti, abolizione del silenzio assenso, sanzioni
pecuniarie aumentate.
Queste le differenze principali, rispetto alla normativa statale, che la
Regione Emilia-Romagna ha previsto per il condono edilizio sul proprio
territorio. La scelta fatta dalla Regione e' quella di condonare solo
gli abusi minori. Non possono essere sanate le nuove costruzioni né
le nuove unita' immobiliari ricavate in edifici esistenti. Così come non
sono condonabili gli interventi privi dei requisiti minimi
igienico-sanitari. Per quanto riguarda gli ampliamenti e le
sopraelevazioni, il volume massimo condonabile e' stato ridotto: dai 750
metri cubi a domanda previsti dal testo statale (elevabile fino a un
massimo complessivo per edificio di 3 mila metri cubi) in Emilia-Romagna
si e' passati a un limite massimo non superiore al 10% del volume della
singola unita' abitativa nei condomini e a limiti complessivi per
edificio che vanno dai 100 ai 300 metri cubi a seconda della tipologia e
della destinazione d'uso degli edifici.
Il condono inoltre puo' essere applicato alle violazioni edilizie
realizzate in regione entro il 31 marzo 2003 e che non comportano
pregiudizi per il territorio. Esclusi i nuovi edifici, gli abusi in
edifici gia' condonati per abuso grave, gli ampliamenti e le
sopraelevazioni in edifici di pregio storico, in aree demaniali o in
aree protette, la realizzazione di nuove unita' immobiliari in edifici
gia' esistenti, salvo i casi di recupero dei sottotetti negli edifici
mono e bi-familiari.
Quanto al procedimento per il rilascio della sanatoria, scompare il
silenzio assenso (previsto invece dalla normativa statale). Qualora il
titolo in sanatoria non venga rilasciato entro il termine ultimo del 31
dicembre 2006, il cittadino può fare richiesta al Comune di provvedere
entro i successivi 15 giorni e in caso negativo chiedere la nomina di un
commissario ad acta provinciale .
La nuova legge ridefinisce poi anche il quadro generale dell'attività di
controllo e sanzione degli abusi. Tra le principali novità le sanzioni
pecuniarie agganciate ai valori
di mercato, i termini perentori entro cui i Comuni devono accertare
l'abuso e procedere all'applicazione della sanzione, la costituzione di
un Fondo di rotazione per sostenere le spese di demolizione a favore dei
piccoli Comuni, la costituzione di un 'sistema informativo' per
garantire la tracciabilità degli abusi e controlli piu' sistematici
promossi dalla Regione attraverso rilevamenti periodici
aerofotogrammetrici o satellitari. Ma quali risultati ha prodotto fino
ad oggi il condono? Sarebbero oltre 100 mila le domande di condono
edilizio pervenute alle amministrazioni italiane. La Stma che conta per
l'esattezza 102.126 domande, arriva dalla
Confedilizia.
Secondo i dati della confederazione della proprietà immobiliare, a
tirare - oltre ovviamente i grandi centri come Roma (58 mila domande) e
Milano (8.482) - c'e' Bari con 7.400 domande e Palermo con 5 mila. A
chiudere la classifica è invece Aosta con solo 130 richieste di
sanatoria, seguita da Trento con 150. ''Va tenuto conto - precisa
la nota - che i dati si riferiscono alle rilevazioni nel corso della
mattinata odierna''. E che, ''in alcuni comuni le domande possono essere
presentate anche nel pomeriggio e che esiste inoltre la possibilita'
dell'invio delle richieste tramite servizio postale''.
(red).
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Via libera del governo al nuovo
Statuto del Piemonte, che ha superato l' esame del consiglio dei
ministri. Il documento, sottolinea il presidente del consiglio
regionale, Roberto Cota, ha passato l' esame ''a pieni voti''. Lo Statuto del Piemonte e' il terzo
in Italia, dopo quelli della Puglia e del Lazio, a essere stato
approvato senza impugnazioni da parte del governo. Finora sono
stati impugnati infatti quelli di Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna,
Liguria, Toscana e Umbria.
''Il nuovo Statuto del Piemonte - sottolinea Cota - non solo
non sara' impugnato, ma ha anche ricevuto i complimenti da parte
dei ministri e in particolare dal capo del governo Silvio
Berlusconi e dal ministro alla Devoluzione Roberto Calderoli''.
''Il nuovo Statuto del Piemonte e' un risultato che ci fa onore'':
lo ha sottolineato il presidente della Regione, Enzo Ghigo (nella foto), dopo il via
libera al documento da parte del governo. In seguito all' approvazione
del consiglio dei ministri Ghigo ha ricevuto diverse telefonate di
congratulazioni, fra cui quella del presidente del Lazio, Francesco
Storace. ''Dopo trent' anni - ha detto Ghigo - avremo una Carta
Costituzionale che fotografa il nuovo Piemonte del ventunesimo secolo.
E' motivo di particolare orgoglio poter affermare di aver raggiunto un
risultato che ci fa onore, poiche' il Piemonte e' la prima Regione del
Nord a dotarsi di uno Statuto moderno e innovativo, in grado di dare
all' amministrazione regionale gli strumenti idonei per rispondere alle
problematiche che la societa' ci pone per favorire la sua evoluzione
nell' ambito di
un progresso civile e democratico''.
''Lo Statuto del Piemonte e' il terzo in Italia, dopo quelli della
Puglia e del Lazio - ha aggiunto - a essere stato approvato senza
impugnazioni da parte del governo. Risponde pienamente alle
caratteristiche di un territorio in profonda fase di trasformazione, e
ha contenuti tali da poter essere attuale anche fra vent' anni''.
''Ritengo sia stato di grande importanza - ha rimarcato - inserire
passaggi di notevole rilievo, come la sottolineatura del patrimonio
spirituale e morale proprio sia della cultura cristiana sia di quella
laica e liberale, la fedelta' alla Carta costituzionale, il ruolo della
famiglia, il riconoscimento del pluralismo, dei diritti sociali e della
pari opportunita' tra donne e uomini, il rispetto dei diritti
riconosciuti dall''ordinamento agli immigrati, agli apolidi, ai profughi
e ai rifugiati nell' ambito di una cultura di pace e di
solidarieta'''.
Nel frattempo la Segreteria della Conferenza delle Regioni ha pubblicato
su
www.regioni.it la periodica "radiografia" sulla situazione relativa
all'iter dei nuovi statuti nelle Regioni a Statuto ordinario:
Monitoraggio
sulla situazione relativa all'iter,
all'approvazione e al varo dei nuovi Statuti regionali
(il
monitoraggio può essere ripubblicato, si prega però di
riportare correttamente la fonte)
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REGIONI
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STATO DEI
LAVORI
Aggiornamento al 7
dicembre 2004 |
ABRUZZO |
Il Consiglio
regionale ha approvato in seconda lettura lo Statuto il 21
settembre u.s.. Il 28 ottobre il Consiglio dei Ministri ha
impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto
regionale. A seguito dell’impugnazione il Consiglio ha
approvato in prima lettura il nuovo testo modificato il 9
novembre 2004 u.s. . |
BASILICATA |
La Commissione
ha approvato il 22 dicembre 2003 la proposta del nuovo
Statuto. Attualmente in discussione in aula. |
CALABRIA |
L.R. n. 25 del
19 ottobre 2004. |
CAMPANIA |
Attualmente il
Consiglio regionale ha approvato lo statuto in prima lettura
18 settembre. |
EMILIA-ROMAGNA |
Il Consiglio
regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 14
settembre u.s.. L'8 ottobre il Consiglio dei Ministri ha
impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto
regionale.
Il 6 dicembre
la Corte Costituzionale con la sentenza n. 379 ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’articolo 45, comma 2
terzo periodo. |
LAZIO |
L. Statutaria
n. 1 dell’11 novembre 2004. |
LIGURIA |
Il Consiglio
regionale ha approvato in seconda lettura lo Statuto il 28
settembre u.s.. Il 28 ottobre il Consiglio dei Ministri ha
impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto
regionale. A seguito dell’impugnazione il Consiglio ha
approvato in prima lettura il nuovo testo modificato il 24
novembre u.s. |
LOMBARDIA |
Attualmente lo
Statuto è in discussione in Commissione. |
MARCHE |
Il Consiglio
ha approvato definitivamente lo Statuto il 4 dicembre u.s. |
MOLISE |
La Commissione
ha approvato una prima bozza di Statuto il 30 ottobre 2003 .
Attualmente la proposta è sottoposta ad una serie di
consultazioni esterne. |
PIEMONTE |
Il Consiglio
regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 19
novembre u.s.. |
PUGLIA
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L. R. n. 7
del 12 maggio 2004
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TOSCANA |
Il Consiglio
regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 19
luglio u.s.. Il 4 agosto il Consiglio dei Ministri ha
impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto
regionale.
Il 29 novembre la Corte Costituzionale con la sentenza n.
372 ha respinto il ricorso del Governo. |
UMBRIA |
Il
Consiglio regionale ha approvato il 29 luglio u.s.
definitivamente lo Statuto. Il 4 settembre il Consiglio dei
Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo
Statuto regionale. Il 6
dicembre la Corte Costituzionale con la sentenza n. 378 ha
dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 66,
commi 1, 2 e 3. |
VENETO |
La Commissione
ha approvato il 7 agosto u.s. lo statuto.
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''Sulla questione dei poteri
legislativi di Roma bisogna costringere la capitale e la Regione
Lazio ad andare d'accordo''. Lo ha detto il presidente della
Regione Lazio intervenendo all'assemblea annuale della Lega
delle Cooperative del Lazio.
Nel corso del suo intervento, Storace ha invitato
l'amministrazione comunale di Roma, rappresentata fra gli altri,
dal vice sindaco Maria Pia Garavaglia a ''vedere il bicchiere
mezzo pieno sulla questione dei poteri previsti con la riforma
costituzionale. ''Conviene trattare la cessione di poterei con
la Regione o con ministri che non hanno a cuore Roma? - si e'
chiesto Storace - Se ci rinfacciamo meriti e demeriti non
risolviamo nulla. Roma e' una citta' che sconta condizioni di
sofferenza ultradecennali, c'e' anche un problema Lega, ma non
si puo' dire che si sia passati dal sereno al buio. La
differenza nei rapporti tra la capitale e il governo e' che oggi
c'e' una regione che reagisce. Non ricordo grandi battaglie di
Piero Badaloni all'attacco del governo per rivendicare il ruolo
di Roma e risorse in piu'''.
Riguardo la questione dei poteri legislativi per la capitale,
Storace ha detto: ''Ieri Calderoli ha detto che se i poteri sono
della Regione non puo' concederli lo Stato. E' una Costituzione
che ha scritto anche Veltroni quella che assegna i poteri alle
Regioni. Se prevale la tesi che i poteri a Roma deve concederli
lo Stato allora non si discrimina Roma, ma la Regione Lazio''.
(red) |
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Il Rapporto Energia e
Ambiente 2004, realizzato dall'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e
l'ambiente (ENEA), scaturisce da un approfondito lavoro di analisi,
svolto con cadenza annuale, dei dati relativi alla situazione energetica
del Paese, con gli opportuni riferimenti al quadro internazionale, e
costituisce in quest’ottica un valido strumento di consultazione. In
continuità con le edizioni degli anni precedenti, il Rapporto presenta
l’evoluzione del quadro nazionale con riferimento alla domanda e
all’offerta di energia e agli aspetti di natura ambientale connessi al
settore dell’energia, tenendo presenti i relativi impegni assunti a
livello governativo. Il Rapporto 2004 si compone di due volumi.
L’"Analisi", che ripercorre l’evoluzione della situazione energetico
-ambientale nazionale dell’ultimo anno, nel quadro macroeconomico ed
energetico mondiale e i "Dati", che contiene le statistiche ambientali,
energetiche ed economiche a livello internazionale, nazionale e
regionale (cfr.
Dossier on line).
Infine secondo
l'Authority per l'Energia la Finanziaria rischia di innescare un
ulteriore aumento delle bollette elettriche rendendo piu' problematica
la manovra di contenimento degli aumenti, da definirsi in occasione del
prossimo aggiornamento per il primo trimestre 2005 e per quelli
successivi.
(red)
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''Consiglio di cuore al presidente
Berlusconi di fermarsi perché c'e' ancora tempo e di mettere il
bavaglio agli imprudenti consiglieri''. Lo ha detto il presidente della
regione Lombardia, Roberto Formigoni, commentando le affermazioni di
ieri del premier sulle liste dei Presidenti.''Credo - ha detto Formigoni
- ci siano alcuni incauti consiglieri di Berlusconi che veramente
rischiano di portarlo su una strada sbagliata''. ''Una strada - ha
aggiunto - che potrebbe anche essere rovinosa perche' ci sono presidenti
della Casa delle Libertà che sono gia' partiti con liste che portano
anche il loro nome. Fra l'altro tutte liste provviste dei necessari
timbri e delle necessarie autorizzazioni''. ''Venire a dire - ha
spiegato Formigoni - che questi candidati non farebbero piu' parte della
CdL e che si candida qualcuno contro di loro, vuol dire che la CdL
avrebbe deciso di perdere in queste importanti regioni''. Formigoni ha
quindi allargato il discorso alle elezioni politiche: ''Poi - ha
detto - dopo che si e' perso in queste regioni c'e' il rischio che anche
le politiche diventino un seguito di sconfitte''. Formigoni ha quindi
ricordato che la Casa delle Liberta' ''e' nata per includere e non per
escludere''. Quindi l'appello al premier: ''Mi permetto un consiglio di
cuore al presidente Berlusconi e cioe' quello di frenare perche' c'e'
ancora tempo e di mettere il bavaglio agli imprudenti consiglieri''.
Il Corriere della Sera titola "Intanto
Formigoni non cede, nuovo incontro con Silvio Gia' affissi i manifesti
di Fitto", e la Repubblia:
Niente liste dei governatori,
Riforme, Berlusconi all'attacco.
Liste del Presidente alle prossime regionali sempre nel mirino.
''Berlusconi? Ha la prova di quanto sia utile la lista Storace in questa
regione'', ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco
Storace, commentando le affermazioni del presidente del Consiglio sulla
sua contrarieta' a questo tipo di liste alle prossime regionali.
''Fra i miei candidati ci sara' anche Pasquale Donato che e' stato anche
assessore della giunta Badaloni - ha aggiunto Storace - a chi toglie
voti?''.
Il Messaggero:
Storace: non ce l'ha con me. E Fitto
resiste , il Secolo XIX:
Biasotti tranquillo Il veto non è per me.
(red) |
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