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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 419 -
Roma, 2 dicembre 2004 |
Sommario |
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Continuano gli incontri in Brasile a favore
della cooperazione per Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Ma
anche il Friuli è attivo per promuovere la candidatura di Trieste al
prossimo Expò. Oltre al presidente Errani dell'Emilia-Romagna fanno
parte della delegazione italiana in Brasile anche i presidenti delle
Marche, Vito D'Ambrosio,dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, e
dall'assessore toscano Ambrogio Brenna in rappresentanza del presidente
Martini. La delegazione si e' gia' incontrata a Brasilia col presidente
brasiliano Lula, il quale ha esaltato il ruolo della cooperazione
internazionale, in special modo italiana, per la popolazione piu' povera
e a rischio nel suo paese.
Tra gli appuntamenti una visita ad un centro di recupero e
valorizzazione della donna che la cooperazione emiliana mantiene nelle
favelas della grande periferia nord di Rio de Janeiro. La ''Casa das
meninas gravidas'' (Casa delle ragazzine incinte) nel cuore della
Baixada Fluminense sta dando ospitalita' e protezione a 12 ragazzine fra
gli 8 e i 17 anni, tutte con bambini indesiderati spesso frutto di
violenza carnale.
Non e' che una delle installazioni del progetto 'Valorizzazione Donna'
gestito da tre anni da ong locali attraverso fondi di cooperazione
dell'Emilia Romagna e di varie citta' della regione, fra cui Cesena.
Altri punti di forza dell'iniziativa internazionale sono un centro di
salute con quattro dottoresse ed un centro di appoggio che affianca a
riunioni per sviluppare una coscienza sociale nelle giovani donne, anche
corsi di cucito, artigianato, estetica e informatica.
Assieme al nuovo sindaco progressista di Nova Iguacu',Lindberg Farias,
il presidente Errani ha firmato una dichiarazione comune nella quale si
conferma l'importanza fondamentale dell'iniziativa nell'enorme
baraccopoli carioca e si disegna a grandi linee il prossimo passo
costituito dal varo da parte italiana di un microcredito per le
cooperative femminili nate dai corsi di formazione.
I rappresentanti delle quattro regioni hanno anche a San Paolo un
programma di incontri con la locale Camera di Commercio Italo-Brasiliana.
Si concluderanno a Roma le “Giornate
per la Cooperazione Italiana”, dopo una
serie di incontri in tutta Italia, il 6 e 7 Dicembre. L'iniziativa
- voluta dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS)
del Ministero degli Affari Esteri, rientra -
secondo quanto reso noto dall'Oics
- rientra nel quadro dell’azione di informazione sulle attività della
Cooperazione Italiana nel mondo. La giornata del 6 dicembre sarà
interamente dedicata a una riflessione comune sul sistema
“Cooperazione”, e sui programmi realizzati negli ultimi anni. La
giornata del 7 dicembre costituirà un momento di sintesi, proposizione
strategica e visibilità esterna che prevede, in mattinata, una cerimonia
alla Protomoteca in Campidoglio, alla presenza dei rappresentanti di
Istituzioni ed Enti coinvolti nell’iniziativa ed una serata finale
all’Auditorium di Roma. Una conferenza sulla candidatura di Trieste a sede dell' Expo 2008 si e'
svolta invece nella sede del Ministero dello Sviluppo, Industria e
Commercio estero del Brasile, nella capitale Brasilia.
La presentazione della candidatura, rivolta ad un gruppo di analisti
brasiliani che si occupano di rapporti economici fra l' Italia e il
paese sudamericano, e' stata suddivisa in tre argomenti: il ruolo di
Trieste nell' ambito della ''mobilita' della conoscenza'', le
potenzialità legate alla riqualificazione del Porto Vecchio e infine l'
importanza strategica dell' area giuliana nei rapporti commerciali fra
l'Europa e il Brasile.
Oltre a presentare nel dettaglio il sito www.expo.trieste.it, è stato
proiettato un filmato che riporta l' intervento del presidente del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, durante la cerimonia del 4
novembre scorso a Trieste, alla presenza del presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, nell' ambito delle celebrazioni per il 50/o
anniversario del ricongiungimento della città all' Italia.
(red)
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Presentata in Campidoglio
in Conferenza stampa la IIII Conferenza nazionale degli Assessori alla
Cultura e al Turismo, dal titolo “Le Città della cultura”, che si
svolgerà, sempre a Roma, (Auditorium Parco della Musica) dal 10 al 12
febbraio 2005.
L’evento si articolerà in una grande
sessione plenaria di apertura (giovedì 10 febbraio) e avrà nove sessioni
di lavoro ed una plenaria nella giornata conclusiva (sabato 12
febbraio). La manifestazione è promossa e organizzata da ANCI, UPI,
Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Legautonomie, UNCEM,
Federculture, Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio; in
collaborazione con il FORMEZ. Sempre nell’ambito della Conferenza
nazionale “Le Città della cultura” è prevista per la serata di venerdì
11 febbraio a Frascati – alle ore 20.00 – la Cerimonia di premiazione
del “Premio Cultura di Gestione” - giunto ormai alla sua terza edizione
– concepito come momento per identificare, premiare e diffondere
esperienze di innovazione sulla valorizzazione e la gestione del
patrimonio e delle attività legate alla cultura, al turismo e
all’ambiente, con particolare riferimento alle formule gestionali miste
pubblico-private e all’adozione di modelli di integrazione tra cultura,
ambiente, sport e turismo.
''Le Città della Cultura'', la Terza Conferenza Nazionale degli
Assessori alla Cultura e al Turismo, si terrà a Roma, presso
l'Auditorium Parco della Musica,il 10, 11 e 12 febbraio 2005: tre
giornate di lavori per individuare le nuove frontiere di sviluppo dei
comparti cultura, turismo e tempo libero.
L'iniziativa rappresenta un momento di confronto e dibattito tra
esponenti del Governo, delle Regioni, degli Enti Locali, delle imprese e
delle associazioni, teso alla definizione degli scenari e di nuove
politiche per lo sviluppo economico e sociale del paese.
Il presidente di Federculture ha sottolineato come ''Nonostante la crisi
del settore il sistema culturale italiano e il sistema turistico fanno
ancora grande fatica ad integrarsi. Uno degli obiettivi della
Conferenza, pertanto, è quello di avviare un processo più stretto di
integrazione,finalizzato a rafforzare il processo, in atto, e di creare
una vera e propria 'economia della cultura', valorizzando e gestendo il
patrimonio culturale e facendone leva per lo sviluppo locale e per il
territorio''.
La Conferenza prevede una sessione plenaria di apertura giovedì 10
febbraio 2005, nove sessioni di lavoro e una plenaria di chiusura
sabato 12 febbraio 2005.
Saranno numerose le tematiche affrontate nel corso delle tre giornate:
il ruolo delle Regioni e degli Enti Locali alla luce della recente
normativa, le risorse finanziarie, gli aspetti fiscali ed il quadro dei
modelli gestionali per la cultura, il paesaggio ed il turismo, le
frontiere del turismo culturale nel mercato internazionale, la
comunicazione ed il marketing territoriale, la gestione dei grandi
eventi, l'evoluzione del rapporto di partnership pubblico-privato,
l'Università e la formazione, il contributo dell'associazionismo ed i
sistemi d'accesso nelle città d'arte.
Altri temi che saranno affrontati sono la
competitività nel campo culturale e turistico e le scelte di politica
economica più adatte ed efficaci, infine l’esiguità del fondo che è
stato destinato dalla legge finanziaria 2005 per la cultura e il tempo
libero.
(red) |
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Via libera allo statuto della Regione
Toscana. La
Consulta, con la sentenza n.372, ha
infatti dichiarato inammissibili le questioni di legittimità
costituzionale sollevate dal Governo.
"Le
censure formulate dal ricorrente (la presidenza del Consiglio dei
Ministri,ndr) nei confronti dello statuto della Regione Toscana -
si legge nella sentenza - si possono suddividere in due gruppi:
quelle aventi ad oggetto proposizioni che rientrano tra i “Principi
generali” e le “Finalità principali” e quelle che invece riguardano
norme specifiche dello statuto".
"Ai fini delle questioni di legittimità costituzionale inerenti al primo
gruppo di censure - scrive la Corte - appare necessario innanzi
tutto precisare la natura e la portata di queste proposizioni. Al
riguardo va ricordato che negli statuti regionali entrati in vigore nel
1971 - ivi compreso quello della Toscana - si rinvengono assai spesso
indicazioni di obiettivi prioritari dell’attività regionale ed anche in
quel tempo si posero problemi di costituzionalità di tali indicazioni,
sotto il profilo della competenza della fonte statutaria ad incidere su
materie anche eccedenti la sfera di attribuzione regionale. Al riguardo,
dopo avere riconosciuto la possibilità di distinguere tra un contenuto
“necessario” ed un contenuto “eventuale” dello statuto (cfr. sentenza n.
40 del 1972), si è ritenuto che la formulazione di proposizioni
statutarie del tipo predetto avesse principalmente la funzione di
legittimare la Regione come ente esponenziale della collettività
regionale e del complesso dei relativi interessi ed aspettative. Tali
interessi possono essere adeguatamente perseguiti non soltanto
attraverso l’esercizio della competenza legislativa ed amministrativa,
ma anche avvalendosi dei vari poteri, conferiti alla Regione stessa
dalla Costituzione e da leggi statali, di iniziativa, di partecipazione,
di consultazione, di proposta, e così via, esercitabili, in via formale
ed informale, al fine di ottenere il migliore soddisfacimento delle
esigenze della collettività stessa. In questo senso si è espressa questa
Corte, affermando che l’adempimento di una serie di compiti fondamentali
"legittima, dunque, una presenza politica della regione, in rapporto
allo Stato o anche ad altre regioni, riguardo a tutte le questioni di
interesse della comunità regionale, anche se queste sorgono in settori
estranei alle singole materie indicate nell’art. 117 Cost. e si
proiettano al di là dei confini territoriali della regione medesima"
(sentenza n. 829 del 1988. Il ruolo delle Regioni di rappresentanza
generale degli interessi delle rispettive collettività, riconosciuto
dalla giurisprudenza costituzionale e dalla prevalente dottrina -e, per
quanto riguarda la Regione Toscana, dall’art. 1 dello statuto in esame-
è dunque rilevante, anche nel momento presente, ai fini "dell’esistenza,
accanto ai contenuti necessari degli statuti regionali, di altri
possibili contenuti, sia che risultino ricognitivi delle funzioni e dei
compiti della Regione, sia che indichino aree di prioritario intervento
politico o legislativo" (sentenza n. 2 del 2004); contenuti che talora
si esprimono attraverso proclamazioni di finalità da perseguire. Ma la
citata sentenza ha rilevato come sia opinabile la “misura dell’efficacia
giuridica” di tali proclamazioni; tale dubbio va sciolto considerando
che alle enunciazioni in esame, anche se materialmente inserite in un
atto-fonte, non può essere riconosciuta alcuna efficacia giuridica,
collocandosi esse precipuamente sul piano dei convincimenti espressivi
delle diverse sensibilità politiche presenti nella comunità regionale al
momento dell’approvazione dello statuto, come, del resto,
sostanzialmente riconosce la risoluzione n. 51 del Consiglio regionale
della Toscana, deliberata contestualmente all’approvazione definitiva
dello statuto. D’altra parte, tali proclamazioni di obiettivi e di
impegni non possono certo essere assimilate alle c.d. norme
programmatiche della Costituzione, alle quali, per il loro valore di
principio, sono stati generalmente riconosciuti non solo un valore
programmatico nei confronti della futura disciplina legislativa, ma
soprattutto una funzione di integrazione e di interpretazione delle
norme vigenti. Qui però non siamo in presenza di Carte costituzionali,
ma solo di fonti regionali “a competenza riservata e specializzata”,
cioè di statuti di autonomia, i quali, anche se costituzionalmente
garantiti, debbono comunque “essere in armonia con i precetti ed i
principi tutti ricavabili dalla Costituzione” (sentenza n. 196 del
2003). Se dunque si accolgono le premesse già formulate sul carattere
non prescrittivo e non vincolante delle enunciazioni statutarie di
questo tipo, ne deriva che esse esplicano una funzione, per così dire,
di natura culturale o anche politica, ma certo non normativa. Nel caso
in esame, enunciazioni siffatte si rinvengono nei diversi commi –tra cui
in particolare quelli censurati- degli artt. 3 e 4 che non comportano né
alcuna violazione, né alcuna rivendicazione di competenze
costituzionalmente attribuite allo Stato e neppure fondano esercizio di
poteri regionali. E’ quindi inammissibile, per carenza di lesività, il
ricorso governativo avverso le denunciate proposizioni dei predetti
articoli, anche tenendo conto delle esplicite richieste in tal senso
della difesa regionale. Pertanto vanno dichiarate inammissibili le
questioni di legittimità costituzionale delle seguenti disposizioni
dello statuto della Regione Toscana" (...) che stabiliscono che "la
Regione promuove, nel rispetto dei principi costituzionali, l’estensione
del diritto di voto agli immigrati";o quelle che prevedono "il
riconoscimento delle altre forme di convivenza" o quelle che sanciscono
"quali finalità prioritarie della Regione "il rispetto dell’equilibrio
ecologico, la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, la
conservazione della biodiversità, la promozione della cultura del
rispetto degli animali", nonché "la tutela e la valorizzazione del
patrimonio storico artistico e paesaggistico"; o che stabiliscono, quali
finalità prioritarie della Regione, «la promozione dello sviluppo
economico e di un contesto favorevole alla competitività delle imprese,
basato sull’innovazione, la ricerca e la formazione, nel rispetto dei
principi di coesione sociale e di sostenibilità dell’ambiente", "la
valorizzazione della libertà di iniziativa economica pubblica e privata,
del ruolo e della responsabilità sociale delle imprese", "la promozione
della cooperazione come strumento di democrazia economica e di sviluppo
sociale, favorendone il potenziamento con i mezzi più idonei".
(red)
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Accordo raggiunto sulle regionali
all'interno della Cdl. ''Abbiamo trovato la quadra sul rafforzamento
della squadra di governo e sui prossimi impegni politici. Anche per le
regionali stiamo andando verso una definizione'', così il ministro
Roberto Calderoli che fa anche gli auguri anche a Giulio Tremonti che
presto sara' chiamato ad un ruolo di rilievo in Forza Italia come
vicepresidente del partito: ''Sono contento per il suo ritorno".
Il probabile accordo sulle regionali sembra essere stato raggiunto.
Mentre in Calabria il nuovo Psi annuncia ''Al congresso regionale
avvieremo la pratica del divorzio'': secondo il leader calabrese del
Nuovo Psi, Saverio Zavettieri, criticando quindi i rapporti all'interno
della Casa delle Liberta'.
(red) |
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Il
Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia
Italiana del Farmaco nella seduta odierna ha deliberato in via
definitiva l’aggiornamento del Prontuario Farmaceutico Nazionale
escludendo dalla manovra i farmaci con prezzo uguale o inferiore a 5
euro e ha dato mandato al Direttore Generale di predisporre il relativo
provvedimento con il compito specifico di assicurare il monitoraggio
sugli effetti finanziari derivanti dal ripiano della spesa farmaceutica
attuato dall’aggiornamento del PFN. Il CdA dell’Aifa ha inoltre
approvato all’unanimità nove nuove Autorizzazioni all’Immissione in
Commercio (AIC) di specialità medicinali che saranno rimborsate dal
Servizio Sanitario Nazionale. L’approvazione dei nuovi farmaci è
avvenuta sulla base delle valutazioni di efficacia e tollerabilità
espresse dalla Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa.
Tra le
specialità medicinali oggetto delle nuove Autorizzazioni
all’Immissione in Commercio sono presenti due nuovi principi attivi, il
Paracalcitolo e il Fosamprenavir, rispettivamente indicati per la
prevenzione e il trattamento dell’iperparatiroidismo in pazienti con
insufficienza renale cronica e per il trattamento dell’AIDS e tre
farmaci generici che grazie al costo inferiore del 20% rispetto alle
specialità coperte da brevetto consentono di compensare l’incremento di
spesa derivante dall’introduzione alla rimborsabilità di farmaci
innovativi.
Nel presentare un primo bilancio della sua
attività l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha presentato le “Liste
di trasparenza dei farmaci di classe C”,
una iniziativa in collaborazione con Federfarma, Movimento Consumatori,
Farmadati Italia e Assofarm. Tali liste consentono ai
cittadini di confrontare il prezzo per unità posologica (compressa,
bustina, ecc.) di farmaci con uguale principio attivo e dosaggio. “Le
liste con i prezzi dei farmaci di fascia C costituiscono un importante
strumento per una scelta oculata, in grado di conciliare le esigenze
economiche e terapeutiche del paziente, afferma Giorgio Siri,
presidente di Federfarma. Le liste permetteranno trasparenza e
risparmio nell’ambito dei farmaci acquistati dal cittadino analogamente
a quanto accade con le liste di trasparenza dei farmaci in prontuario
che fanno risparmiare il servizio sanitario nazionale.”
“Poiche’ i prezzi dei farmaci C sono liberi - afferma Rossella
Miracapillo, segretario generale del Movimento Consumatori – e’
importante che i produttori nel fissarli siano responsabili e che medici
e cittadini siano attenti nella scelta del medicinale che costa di meno,
il medico quando prescrive, il cittadino quando acquista un farmaco che
non necessita di ricetta medica.”
Nell’illustrare la iniziativa il ministro Sirchia ha sottolineato
l’importanza della collaborazione che i farmacisti possono dare fornendo
consigli al cittadino, anche di carattere economico.
(red)
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Il governo e' stato
battuto incommissione Bilancio al Senato. La maggior parte dei senatori
ha approvato un emendamento di Ivo Tarolli (Udc), contro il parere del
Governo, che chiedeva la soppressione dell'articolo 14 della
Finanziaria. L'articolo stabiliva norme per il contrasto e la
prevenzione del rischio di utilizzazione illecita di finanziamenti
pubblici destinati alla formazione e all'aggiornamento professionale, utilizzazione dei lavoratori, sgravi
contributivi per personale addetto all'attivita' produttiva. Inoltre per gli Studi di settore ci sarà una nuova versione in
Finanziaria, e si cercherà di raggiungerla investendo e cercando
la condivisione delle categorie interessate. Il
Ministero
dell’Economia e delle Finanze comunica che le principali
associazioni delle categorie produttive ed i rappresentanti dei
professionisti hanno partecipato oggi a due incontri distinti con il
Ministro e con i vertici dell’Agenzia delle Entrate in tema di studi di
settore. Nella discussione costruttiva, che ha dato seguito a numerose riunioni
tecniche, si è individuata una nuova stesura dell’articolato largamente
condivisa. La nuova versione recepisce
molte osservazioni delle categorie e dei professionisti, ed è in grado
di generare gli effetti finanziari previsti grazie:
- alla revisione degli studi di
settore;
- alla pianificazione triennale
concordata;
- alla lotta all’evasione:
possibile per la concentrazione delle risorse
dell’amministrazione su un numero più ristretto di
soggetti non sottoposti agli studi di settore.
Il nuovo testo verrà presentato
come emendamento alla Legge Finanziaria. Detassare gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo dei
farmaci. Ma anche rifinanziare, con circa 100 miliardi di vecchie
lire, il premium price, cioè il premio sul prezzo per i farmaci
innovativi che hanno avuto costi elevati di ricerca. Sono due
emendamenti proposti dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia.
''Berlusconi aveva gia' incontrato gli industriali del farmaco
- spiega Sirchia - e aveva
recepito le loro preoccupazioni al riguardo economiche e di sviluppo.
Per questo ha sollecitato a mettere a punto proposte utili a
risolvere il problema''. C'e' piena intesa, dunque, del governo
sul sostegno al settore. ''La volonta' politica per intervenire -
ha aggiunto Sirchia - c'e'. Ora bisogna però vedere se esiste la
necessaria compatibilità economica''. L'Associazione nazionale
dei comuni italiani rilancia l'appello a regioni, province e comunita'montane
per organizzare una mobilitazione contro la
finanziaria contemporaneamente al dibattito sulla legge
al Senato. La data prefissata dall'Anci è il 10 dicembre, giorno in cui
"nei pressi del Senato - spiega il presidente
Leonardo Domenici -
vogliamo ribadire
le nostre proposte ed eventualmente incontrare con una
delegazione, i rappresentanti di maggioranza e opposizione a Palazzo
Madama". Intanto l'84 per cento dei sindaci italiani si dice contrario ai
contenuti e alle scelte della legge finanziaria messa a punto dal
Governo per il 2005. Lo rileva
una ricerca commissionata dall'Anci a una
societa' di comunicazione, che ha come campione 200 primi cittadini
scelti in tutte le regioni del paese, per diverse tipologie di comune e
area politica. La bocciatura della legge non viene soltanto dai sindaci
dei centrosinistra (contrari per il 99%) o da quelli eletti con liste
civiche (94%), ma la manovra finanziaria e' definita inadeguata anche
dal 50 per cento dei sindaci appartenenti a partiti del centrodestra. I
primi cittadini d'Italia criticano innanzitutto la scelta del tetto di
spesa (47%)e lo svincolo del rispetto del patto di
stabilità interno solo per i comuni al di sotto dei 3 mila abitanti
(39 per cento) . Il tetto di spesa, secondo i sindaci, avrà consistenti effetti
negativi, colpendo non solo gli enti ma anche le dinamiche di sviluppo
locali (82%), mentre la misura presa per i comuni al di sotto dei 3 mila
abitanti
andrebbe estesa a quelli con 5 mila residenti (48%). Questa Finanziaria,
inoltre, sembra essere insufficiente per il sostegno ai comuni del Sud.
L'83 per cento del campione ritiene che lo faccia
"poco o per niente" e il giudizio accomuna entrambi i fronti
politici (63% sindaci centrodestra, 92% centrosinistra). Problemi si
intravedono anche per la chiusura dei bilanci comunali di quest'anno: il
60% dei primi cittadini di centrodestra, l'84% di quelli del centrosinistra
e il 77% degli eletti con liste civiche ritengono difficile tale
operazione.
Una ventina di emendamenti, la maggior parte dei quali riguardanti la
sanità e il trasporto pubblico e molti dei quali a costo zero sono stati
illustrati oggi dal coordinatore degli assessori regionali al bilancio,
Romano Colozzi, al presidente della commissione bilancio del
Senato, Antonio Azzolini, e ad alcuni esponenti dell'opposizione al
Senato.
Tra i piu' rilevanti quello riguardante l'Iva nei trasporti: le Regioni
chiedono un rimborso da parte dello Stato per i maggiori oneri sostenuti
per l'applicazione dell'Iva sui contratti di servizio. Gli assessori
chiedono anche l'adeguamento al tasso di inflazione del costo del
trasporto ferroviario regionale.
Tra gli emendamenti a costo zero invece c'e' quello che permette di
portare a compimento gli interventi cofinanziati e gli obblighi assunti
anche mediante indebitamento delle spese di investimento a sostegno di
soggetti esterni alla pubblica amministrazione, cosa che verrebbe
impedita dalla manovra finanziaria 2005. La maggior parte degli
emendamenti che riguardano la sanità propongono modifiche di tipo
normativo, a costo zero per lo Stato. Colozzi ha ottenuto l'impegno di
Azzolini e dei senatori dell'opposizione a sostenerli e le stesse
assicurazioni sono arrivate dal sottosegretario all'Economia, Giuseppe
Vegas, con il quale il coordinatore degli assessori regionali al
bilancio ha avuto un breve incontro.
''Consapevole dello scarso margine di manovra - ha spiegato Colozzi - ho
insistito affinché possano essere accolti gli emendamenti che non hanno
un impatto di tipo finanziario ma che lo hanno sul fronte della qualità,
soprattutto in ambito sanitario: e' negativa, per esempio, la previsione
di ulteriori vincoli sulle singole voci di bilancio oltre al gia'
fissato tetto di spesa. E' necessario, invece, poter avere una maggiore
flessibilita' interna anche perché' i sistemi sanitari delle varie
regioni sono diversi ed hanno di conseguenza diverse esigenze'' (red) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini
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