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Sommario |
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Bubbico, Bassolino, Storace, Ghigo e Formigoni su Fiat Melfi | ||||||||||||||||||||||||||
No a lavoratori contro altri lavoratori.
''A Melfi c'e' chi soffia sul fuoco", ha detto il presidente della regione
Lazio
Francesco Storace, denunciando una deriva
massimalista nello stesso sindacato: "mi riferisco alla Cgil e alla Fiom''.
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, si dice pronto a lavorare "per impedire che si vada avanti con questo muro contro muro'' e disponibile "a un confronto vero": ma va abbandonata "la strategia della divisione dei sindacati". Anche Savino Pezzotta della Cisl e Luigi Angeletti della Uil, sottolineano l'importanza dell'azione unitaria del sindacato. ''Adesso bisogna fare un negoziato - precisa Angeletti - sapendo pero' che gli iscritti a Fim, Uilm e Fismic non vogliono che gli sia imposto un modo di condurre trattative e lotte". Il presidente della Fiat Umberto Agnelli vede l'ombra della politica sull'acuirsi del conflitto e dice di essere addolorato per quanto sta accadendo nella fabbrica modello del gruppo, e l'amministratore delegato, Giuseppe Morchio, scrive ai dipendenti e sottolinea che 'il danno e' gravissimo e si rischia di compromettere il lavoro fatto'. Sugli ultimi fatti legati alla protesta degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi, sono intervenuti anche altri presidenti di regione, chiedendo in particolare Bassolino e Bubbico un tavolo di confronto con il Governo per discutere dell'emergenza Melfi. E c'è stato anche un colloquio telefonico tra il presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico (nella foto), con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Bubbico ha fatto sapere di aver illustrato la proposta di anticipare l' incontro tra Fiat e sindacati, in programma il prossimo 4 maggio, ed ammettere tutte le parti sociali al negoziato senza condizioni. Il governo convochi le parti e assuma un ruolo di mediazione, sostengono i presidenti delle regioni Campania e Basilicata. Bisogna innanzitutto ritrovare un clima diverso che risponda alle rivendicazioni e ai problemi legati alla crisi del settore. Per il presidente della giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, ora serve in tempi brevi un tavolo di confronto tra azienda e sindacati ma anche il governo deve svolgere il suo ''giusto'' ruolo. Mentre il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico, ha chiesto al Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Enzo Ghigo, ''di farsi promotore a nome delle Regioni italiane'', di una nuova richiesta al Governo ''per l' apertura di un tavolo di confronto capace di riportare sul terreno del negoziato un conflitto gravido di pericolose conseguenze''. La vicenda Fiat - sollecita Bassolino - deve tornare ad essere materia sindacale con la presenza di tutti i protagonisti della vicenda; di sicuro, la soluzione non puo' essere lasciata agli interventi delle forze dell'ordine. Bubbico ha ricordato i ''due appelli inviati nei giorni scorsi all' amministratore delegato della Fiat, ai segretari generali delle confederazioni sindacali ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l' apertura di un tavolo di confronto''. Bassolino pensa che ''un ruolo del governo sia giusto non tanto nel merito della vertenza, perche' sul merito e' essenziale che tra azienda e organizzazioni sindacali ci sia e si sviluppi un confronto: e' importante vi sia il giusto clima e si creino le condizioni perche' tutti possano essere a quel tavolo. E' giusto che questo ruolo si manifesti a partire dalle prossime ore'''. Per Bassolino ''l'augurio e' che ci siano risposte nel merito. E' un tavolo di confronto quello che serve ed e' importante che questo avvenga presto. C'e' bisogno da parte di tutti - afferma Bassolino - di un grande sforzo di responsabilita''. Nella richiesta a Ghigo, Bubbico ha sottolineato - informa la Regione Basilicata - ''la valenza nazionale della vicenda in corso, che di fatto investe insediamenti produttivi sparsi in tutto il Paese''. ''Mai come in questo caso ogni possibile mediazione del governo o delle istituzioni locali risulterebbe inappropriata'', ha risposto Enzo Ghigo. ''Voglio augurarmi che quanto avvenuto ieri non si ripeta piu' - ha detto Ghigo - poiche' bisogna garantire il diritto allo sciopero quanto il sacrosanto diritto al lavoro. Auspico che avvengano gia' oggi gli annunciati incontri tra le organizzazioni sindacali, e che cio' sia preludio ad un nuovo, necessario incontro con i vertici Fiat. Bisogna evitare ogni ulteriore tensione tra i lavoratori dello stesso stabilimento e quelli di stabilimenti diversi, proprio in una fase in cui sia gli eccellenti risultati finanziari che i dati di vendita stanno confermando la ripresa della Fiat. I blocchi di produzione comportano infatti un danno non solo per la competitivita' della Fiat, ma anche per le prospettive di tutti i lavoratori del settore''. ''Credo che non siano condivisibili le logiche di coloro che puntano a colpire Fiat in questa fase di rilancio'': e' quanto ha affermato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. ''Mi sembra che Fiat abbia messo in atto una capacita' di autoriforma molto importante, con nuovi prodotti che stanno ottenendo successo sul mercato - ha aggiunto Formigoni - La trattativa e' ora fra le parti sociali, imprese e forza lavoro: il Governo non puo' intervenire, non ha lo spazio giuridico per intervenire''. Anche oggi nessun lavoratore del turno di mattina si è presentato nell'area della Fiat e delle aziende dell'indotto di Melfi. Intanto, a Roma, è cominciato il vertice tra i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta, e Luigi Angeletti per cercare una soluzione all'emergenza Melfi. Mentre il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano interviene in Aula alla Camera per l'informativa del governo sugli scontri di ieri tra polizia e operai. (gs) |
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Galan celebra allargamento U.E. | ||||||||||||||||||||||||||
''L'allargamento ad Est dell'Unione europea, o meglio, il ritorno in
Europa di quei paesi sottratti per decenni alla democrazie e alla
liberta', ricompone finalmente lo spazio della civilta' europea''.
Lo ha detto il presidente del Veneto, Giancarlo
Galan. |
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Nuovi Statuti, più Consiglieri | ||||||||||||||||||||||||||
Con
l'approvazione dei nuovi Statuti regionali
e' possibile una vera e propria "moltiplicazione", più o meno
giustificata, del numero dei futuri nuovi consiglieri. Ma ricordiamo anche
che aumentano e tendono ad aumentare le competenze delle Regioni.
REGIONE POPOL. CONS.ATTUALI PROPOSTA NUOVO Statuto Abruzzo 1.249.054 40 (eletti 43) 50+3 Molise 330.900 30 da definire Campania 5.630.280 60 80 Puglia 4.031.885 60 70 Basilicata 610.528 30 40 Calabria 2.070.203 40 (eletti 43) 52+4 Piemonte 4.302.565 60 80 Lombardia 8.856.074 80 da definire Veneto 4.380.797 60 da definire Liguria 1.676.282 40 da definire Emilia Romagna 3.909.512 50 51 Toscana 3.529.946 50 da definire Umbria 811.831 30 37 Marche 1.429.205 40 da definire
Lazio 5.140.371
60 60 |
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Gava: far uscire la spesa sanitaria dal Patto di Stabilità | ||||||||||||||||||||||||||
-"In
questa fase bisogna avere coraggio e pragmaticità, prendendo in
considerazione anche l'ipotesi di far uscire la spesa sanitaria dal Patto
di Stabilità. La situazione finanziaria della sanità nazionale e regionale
è in una fase di grande difficoltà, ma non si affronta, né si risolve, con
manifestazioni di piazza, scioperi che toccano molto di più i pazienti che
non gli amministratori, sparate massmediatiche. E' il momento della
ragionevolezza e del pragmatismo, perché la sanità non è un'azienda che
vive solo se pareggia o fa utili. E' un servizio pubblico che deve
ritrovare equilibrio tra costi e prestazioni, raggiungendo un livello di
deficit sostenibile".
Lo sottolinea Fabio Gava, assessore alla sanità del
Veneto e coordinatore nazionale degli assessori alla sanità delle Regioni
italiane, che oggi avanza una proposta
per far uscire i conti della sanità dall'attuale stato di tensione. "Un
ragionamento che - sottolinea - ho già sottoposto ad alcuni colleghi
assessori, e che parte dalla considerazione che c'è una stagione per la
rigidità e una, che mi sembra arrivata, per la ragionevolezza in favore
della sostenibilità del sistema pubblico". "Il quadro recente - prosegue
Gava - è chiaro: con l'Accordo dell'agosto 2001 il Governo Berlusconi ha
fatto un grande sforzo con un'integrazione del fondo che ci ha portato
oltre il 6% del Pil, ma non è bastato. I successivi tavoli di monitoraggio
dei Livelli Essenziali di Assistenza hanno dimostrato che il sistema
viaggia comunque verso l'insostenibilità, con la spesa che cresce del
6-7-8% l'anno ed il Fondo che sale del 3,6-3,8-4,0%. Bisogna prendere atto
di questa realtà, e vederla alla luce della riforma del Titolo quinto
della Costituzione e dell'impossibilità di contrarre mutui a sostegno
della spesa corrente, come si faceva in passato con una sorta di equa
distribuzione di 2/3 a carico dello stato e 1/3 delle Regioni". "Tra le
soluzioni - prosegue Gava - due sono persino ovvie: ridurre i LEA o
aumentare la compartecipazione dei cittadini alla spesa, oppure aumentare
lo stanziamento nazionale, ma di ben difficile attuazione e di pesante
impatto sui cittadini. Allora è arrivato il momento di fare un passo
coraggioso, valutando la possibilità di creare una zona franca riservata
alla spesa pubblica sanitaria, anche a costo di portare un emendamento
nell'iter della riforma costituzionale attualmente in discussione". Due
sono le ipotesi che Gava (nella foto) avanza: "far uscire la spesa sanitaria dal Patto
di Stabilità ritornando, seppur con moderazione, al sistema dei mutui; o
compiere un'azione che pure sta sul freddo piano della tecnica contabile,
neutralizzando il peso del costo dei contratti di lavoro ai fini del
calcolo del disavanzo". |
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Piemonte promuove qualità scientifica in sanità | ||||||||||||||||||||||||||
La
Regione Piemonte finanzierà, con i 2 milioni di euro stanziati dalla delibera
Cipe (n.36 del 2002, 155) le aziende sanitarie locali ed ospedaliere ed altri enti e
organizzazioni presenti sul territorio. E' stato così valutato la qualità
scientifica delle 249 domande pervenute per i progetti di ricerca per il
settore della salute e delle scienze mediche. I filoni trattati sono la diagnostica, la terapia e la riabilitazione delle malattie, i fattori di rischio nelle malattie degenerative e tumorali, la prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, le malattie infettive dell’uomo e degli animali, l’appropriatezza e l’efficienza delle prestazioni sanitarie, i trapianti di organi, le malattie rare, il benessere degli animali da produzione e di affezione. I progetti verranno attuati presso le Università di Torino e del Piemonte orientale, il Politecnico di Torino, le aziende ospedaliere Molinette e Sant’Anna di Torino, San Luigi di Orbassano e Maggiore di Novara, le Asl 3 e 4 di Torino, 5 di Collegno, 7 di Chivasso, 13 di Novara e 17 di Savigliano, l’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo, l’Ircad di Novara, l’Ordine Mauriziano e l’Istituto zooprofilattico. "Questa iniziativa - dichiara il Presidente Enzo Ghigo (nella foto) - rappresenta un nuovo, importante passo per la valorizzazione e lo sviluppo della ricerca, in quanto riteniamo che la promozione di tale settore sia uno degli aspetti più strategici e qualificanti del processo di diversificazione produttiva ed economica. L’avvio dei 155 nuovi progetti potrà assicurare un forte sostegno all’aumento della qualità dei servizi in ambito sanitario". (sm) |
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Friuli-Venezia Giulia: costo lavoro e sanità | ||||||||||||||||||||||||||
Il monitoraggio
svolto dalla Sezione regionale di controllo per il Friuli Venezia Giulia -
lo rende noto la
newsletter della Corte dei conti
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sull’evoluzione del costo del lavoro negli enti appartenenti al comparto
unico regionale ai sensi dell’art. 48 del d.lgs. 165/2001 va interpretato
“come un completamento delle nuove modalità di controllo sui contratti
collettivi”. La Corte ha
condotto una riflessione sul progressivo aumento dei costi nei Comuni
capoluogo (più contenuti gli incrementi in Province e Regioni) e sullo
scarso grado di attuazione dell’autonomia finanziaria degli enti locali.
Nei Comuni più piccoli, a fronte di una costante diminuzione degli
organici, si è riscontrato un aumento della spesa spiegabile con la scarsa
flessibilità organizzativa, determinata dalla necessità di garantire una
struttura minima, e il più frequente ricorso alle collaborazioni
coordinate e continuative.
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