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Sommario |
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Il Presidente della Regione Siciliana,
Salvatore Cuffaro (nella foto), ha firmato i decreti di preposizione
degli assessori ai vari rami dell’amministrazione
(dell'argomento si occupa oggi il Giornale di Sicilia:
Cuffaro firma il decreto di nomina- giunta
regionale al lavoro da domani). |
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Si sta assistendo negli ultimi anni ad un
rilancio dei prodotti tradizionali agroalimentari italiani: il quadro del settore mostra
più di 4 mila specialità regionali (4.006);
molte, moltissime, se paragonate alle 2.171
conteggiate nell'agosto del 2000. Una crescita considerevole,
quindi, molto vicina al 100%. Ampia la lista delle specialità made
in Italy: 1.169 paste e prodotti di panetteria, 1.115 verdure
fresche e trasformate, 686 carni fresche o salumi, 479 formaggi
e 136 bevande. Questo risultato -
informa
la Coldiretti che ha
stilato la lista delle specialita' censite dalle Regioni -
''conferma la ricchezza del patrimonio enogastronomico
nazionale, il quale comprende prodotti ottenuti secondo regole
tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche
praticate sul territorio in modo omogeneo''. |
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''Come si puo' pensare di fare
una riforma come il federalismo se le Regioni non sono ascoltate?''.
A domandarselo è il vicepresidente del Consiglio
Gianfranco Fini
(nella foto), sottolineando: ''la collegialità non è un mio pallino''. Nel
suo intervento a Cortina (ripreso con grande evidenza da diversi
quotidiani, confronta fra gli altri: il Corriere della sera:Fini,
no al proporzionale e Frena sul Ppe italiano
, la Repubblica :No
di Fini a Montezemolo. Sul federalismo niente pause
, Il Sole 24ore :
Fini- no alla pausa sulla riforma
; il Messaggero
Federalismo, no a pause di riflessione;
Il Giornale
Fini: sul federalismo è ora di concludere;
Il Gazzettino:
Fini "Dobbiamo dimenticare il tremontismo",
Il Manifesto
Fini: ascoltare le regioni
) Fini ha avvertito "Spero che sia ben chiaro all'interno del centrodestra
che deve prevalere la logica della coalizione, altrimenti " perdiamo tutti
e chi se ne frega di uno 0,5 per cento in più ad uno o all'altro". magari
- riporta il quotidiano La Repubblica- una via per reggere
alle prossime elezioni potrebbe essere quella suggerita dal Presidente
della Regione Lazio, Storace, e cioè liste civiche in certe realtà
particolari. |
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E' ancora aperto il tema del federalismo fiscale. La riforma non
deve comportare un aumento dei costi e delle burocrazie, un moltiplicarsi
degli sprechi, si dice da più
fronti. Si è partiti da Montezemolo, si è passati alle campagne di stampa antispreco, alle relazioni economiche di vari Istituti, alle posizioni "attente" dei sindacati, infine si è giunti ad ipotizzare una dilazione nel tempo per l'attuazione di quanto previsto dal nuovo Titolo V della Costituzione. Si ipotizza così di stabilire di rinviare a data da destinarsi le scadenze per il varo definitivo del federalismo fiscale. Forse a partire dal 2011? E' questa la data proposta nella riforma in discussione al Senato per la prevista diminuzione del numero dei senatori e dei deputati. ''Nulla di strano - esemplifica Bruno, relatore del ddl sulle riforme al Senato (nella foto) - visto che anche le Regioni furono messe in Costituzione nel '48 in un articolo che ebbe attuazione pero' solo nel 1970''. Mentre il presidente del Molise, Michele Iorio (Fi), ripropone l'accento sui problemi di natura fiscale legati alla riforma federalista dello Stato. Tutto ciò anche in vista dell'incontro di domani dei presidenti delle regioni meridionali a Potenza dove, per volonta' del ministro delle Riforme istituzionali, Roberto Calderoli, si discuterà di riforme e federalismo. Iorio ha sottolineato che: ''i problemi del federalismo vanno ancora approfonditi, soprattutto in relazione agli aspetti fiscali al fine di non creare ulteriori divari tra il Nord e e il Sud del Paese''. Si occupano oggi di Sud e dei suoi problemi anche i quotidiani "Il Riformista": Per il Sud meno Regioni e più banche, "Italia Oggi": Eurispes, Calabria in k.o.. In tre anni -24,3% di risorse, e "il Sole 24Ore": Prova Sud per Calderoli, aperture sull' energia. Per Iorio il federalismo rappresenta ''un'opportunita' di crescita e di larga autonomia'' ma ha anche auspicato che ''soprattutto le piccole regioni del Sud, storicamente penalizzate per la carenza di infrastrutture, siano messe alla pari di altre realta' territoriali piu' avanzate''. Oltre che sul federalismo fiscale, è aperto ancora il confronto anche su Premierato, Senato federale e potere legislativo sulle materie 'concorrenti'. Sotto l'occhio vigile del senatur Umberto Bossi (''informato costantemente su tutto'') il ministro Roberto Calderoli continua il suo lavoro per trovare soluzioni ''condivise''. Molti i 'nodi' da sciogliere anche all'interno della Cdl sulle riforme. C'è il nodo premierato, finora nascosto dalla maggiore vetrina avuta dal federalismo, divenuto il nuovo "capro espiatorio". Ridurre il federalismo (che non c'è), infatti è la nuova "panacea" contro tutti i mali politico-economici del nostro Paese. Il tavolo di maggioranza sul federalismo (che vedrà impegnati da giovedi' Calderoli, Nania, Bruno e Volonte') discuterà in particolare anche sulla forma di premierato. ''Nel nuovo testo - dice Calderoli al 'Giornale' - non esiste piu' il potere di scioglimento delle Camere da parte del premier''. Ma l'ipotesi del ministro non e' vista di buon occhio da An che, da sempre per il 'premierato forte'. Ma nemmeno l'Udc, fautore invece di un premierato 'bilanciato', sembra aperto a questa nuova soluzione, perche' nel testo licenziato dalla commissione alla Camera era stata introdotta una modifica per cui spettava al Presidente della Repubblica sciogliere le Camere. Altra questione sempre aperta e' la composizione - la rappresentanza di Regioni ed Enti locali - e il potere del Senato federale. Si discute delle materie di competenza dello Stato e di quelle di competenza delle Regioni, e quindi di quale sarà la competenza legislativa del nuovo Senato federale. Il tutto nel rispetto dell'interesse nazionale. E sul tavolo, con tutta probabilita', c'è ancora anche la questione di 'Roma capitale'. (gs) |
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Tra le materie che dovrebbero 'tornare' di competenza unica
dello Stato ci sono, tra l'altro, l'energia e le infrastrutture. Sul
tavolo delle riforme c'è anche questo. E per
l'energia la soluzione potrebbe diventare una soluzione addirittura 'bipartisan'. Infatti
il
presidente della Margherita, Francesco Rutelli, ha chiesto proprio che
''l'energia torni materia di competenza esclusiva dello Stato''.
Un punto sul quale insiste da tempo anche l'Udc (''la proposta di Rutelli - dice Giampiero D'Alia, capogruppo Udc in commissione Affari Costituzionali - non puo' che essere accolta con interesse'') e che vede il si' anche di Forza Italia. ''Non e' priva di interesse - dice il vicepresidente della commissione Attivita' Produttive del Senato, Giampaolo Bettamio - la proposta dell'onorevole Rutelli di rivedere la competenza dei settori di energia e trasporti''. ''I temi del lavoro, dell'ambiente e dell'energia, per non dipendere dal petrolio e dai suoi rischi, moltiplicare la concorrenza per ridurre i prezzi, valorizzare le fonti energetiche pulite'': sono le priorita', ''non per le beghe di ogni giorno ma per il futuro'', ha affermato Francesco Rutelli che ha presentato una dossier per riformare la politica energetica . ''E' un documento di cinque punti - dice Rutelli -, una riflessione iniziata alcuni mesi fa e che e' diventata una proposta strategica della Margherita, un contributo di idee progetti positivi al programma dell'Ulivo e rivolto a tutto il centrosinistra e ai partiti del governo. Il senso dell' iniziativa e' quelle di rimettere al centro dell'agenda politica la riforma della politica energetica''. Rutelli parla di ''un quadro globale sempre piu' preoccupante'', di una ''scarsita' della concorrenza'' e dell'esigenza di ''un sostegno al risparmio energetico per evitare il rischio di strangolamento del nostro paese''. ''In primo luogo - dice il leader della Margherita - serve rimettere mano alla modifica dell'articolo 117 della Costituzione e ripensare alle scelte che hanno visto l'energia materia di legislazione tra Stato e regioni, chiedendo che lo Stato torni a occuparsi dell'energia con il coinvolgimento delle regioni esclusivamente per la scelta dei siti". Infine Enrico Letta, invece chiede ''la riduzione dell'accise sulla benzina. L'erario - sottolinea - ha incassato 3 miliardi di euro in piu' in due anni per l'aumento del prezzo della benzina". (gs) |
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“Strategica per il
successo del programma e per l’attuazione degli interventi proposti sarà
la sinergia delle competenze e delle risorse dei soggetti pubblici -
Informest, l’Agenzia per lo Sviluppo
e la Cooperazione Economica Internazionale;
Agemont;
Sviluppo Italia Friuli Venezia Giulia S.p.A. e
Finest, nella sua
qualità di capogruppo – chiamati a realizzarli: ciascuno di questi
soggetti rappresenta un'entità istituzionale già impegnata in iniziative
di animazione economica sul territorio regionale mirate a finalità di
supporto sia all’internazionalizzazione, sia all'innovazione tecnologica”.
Con queste parole il
vicepresidente di Informest, Ugo Poli, illustra le opportunità e le
potenzialità di “Mercati Aperti”, un progetto – dice – “che mira a
promuovere la competitività internazionale delle imprese situate nelle
Aree Obiettivo 2 e sostegno transitorio del
Friuli Venezia Giulia.
Mercati Aperti è un programma cofinanziato dal
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, concepito nell’ambito dell’azione
2.3.2 “Animazione economica” del DOCUP Obiettivo 2, 2000 - 2006 del Friuli
Venezia Giulia. “Il progetto – dice ancora Poli - dispone di un
finanziamento di 2,4 milioni di euro che dovranno essere utilizzati entro
la fine del 2006. Prevede l’attuazione di una serie di azioni orizzontali
che ricomprendono componenti di informazione, trasferimento di conoscenze,
assistenza alle imprese. Il tutto senza configurare però – chiarisce - la
fattispecie dell’aiuto pubblico. Otto gli interventi che costituiscono il cuore dell’attività di animazione economica del programma “Mercati Aperti”. I primi quattro sono rivolti, fra l'altro, alla creazione ed attivazione di punti di informazione per gli operatori economici nelle aree obiettivo; alla organizzazione di seminari, convegni e incontri sulle tematiche dell'internazionalizzazione all'interno delle aree obiettivo e all'assistenza tecnica ad imprese nelle aree obiettivo per l'individuazione di progetti di internazionalizzazione commerciale o produttiva. Gli altri quattro sono riferiti a strategie, iniziative e generazione di progetti di sviluppo territoriale dell’internazionalizzazione delle imprese e degli attori di sviluppo nelle aree obiettivo, che puntano principalmente alla collaborazione con le regioni, che entrano a far parte della Unione Europea. Un'attenzione particolare è riservata all'Europa dell'est, come dimostrano le news pubblicate su sul sito di informest :06/08/2004 - Romania - A Pitesti è attivo uno tra i primi tribunali commerciale della Romania; 06/08/2004 - 06/08/2004 - Romania - E’ stato inaugurato ad Eforie il primo porto turistico privato romeno; 06/08/2004 - Bulgaria - Sofia mette in vendita cinque centrali termiche; 06/08/2004 - Cechia - Per il governo ceco la rete ferroviaria europea resta prioritaria ; 05/08/2004 - Serbia e Montenegro - Dal primo gennaio 2005 in Serbia entrerà in vigore l’ I.V.A.; 05/08/2004 - Romania - Una controllata di Gazprom si è aggiudicata la costruzione del gasdotto Suceava; 05/08/2004 - Polonia - Lo zloty non è mai stato così forte nei confronti del dollaro e dell’euro; 05/08/2004 - Albania - Presto in vigore un nuovo schema di rimborso dell’I.V.A.; 05/08/2004 - Ungheria - Imminente la privatizzazione della Hungexpo . (red) |
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