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periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003
presso il Tribunale Civile di Roma
Sezione Stampa n.106/2003 |
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n. 351 -
Roma, 12 agosto 2004 |
Sommario |
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Ghigo
: Regioni non sono "Anti-Stato" |
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La Stampa di
oggi pubblica un articolo di Enzo Ghigo (nella foto), Presidente
della Conferenza delle Regioni dedicato al tema delle riforme e degli
Statuti. "Forse - scrive Ghigo - non c’è da stupirsi se, soprattutto
d’estate, qualcuno torna a scoprire l’acqua calda. E’ però
impressionante constatare come l’accelerazione che molte Regioni hanno
saputo imprimere per l’elaborazione e il varo degli Statuti abbia
generato tanta preoccupazione. Personalmente- prodegue Ghigo - sono
convinto che il legislatore a partire dallo stesso Costituente che nel
1948, con l’istituzione delle Regioni, aveva immaginato, evidentemente,
qualche diversità, qualche differenza, qualche diversa esigenza fra una
Regione e l’altra del nostro Paese.
Non capisco quindi, e mi sembra ingiustificato dal punto di vista
istituzionale, ancorché comprensibile sul piano della
strumentalizzazione politica, l’allarme che qualcuno lancia rispetto
alla tenuta complessiva del “sistema Paese” una volta terminata la fase
costituente dei nuovi Statuti. L’Italia non è nuova alla emanazione
degli Statuti regionali. Il nostro Paese - ricorda il Presidente della
Conferenza delle Regioni - ha già vissuto l’esperienza della
“diversificazione legislativa” nei primi anni ’70. Qualcuno insomma
dimentica che esistono già venti Statuti diversi e che ciò non ha
compromesso in alcun modo l’unità e gli interessi del “sistema Paese”.
Va poi tenuto presente che l’elaborazione dei nuovi Statuti non è
un’invenzione dovuta alla iniziativa di qualche Presidente di Regione,
ma è il logico corollario di un diverso assetto delle Istituzioni
sancito con l’approvazione da parte dei cittadini italiani, con
referendum, di un nuovo dettato costituzionale. E’ ovvio che la
scrittura degli Statuti abbia risentito di diverse sensibilità
istituzionali, politiche, culturali, territoriali, ma forse tutto ciò ha
più conseguenze positive che negative proprio sul piano della
responsabilizzazione politica.
Non bisogna dimenticarsi che, anche grazie alla introduzione
dell’elezione diretta del Presidente della Regione, saranno i cittadini
a dover e poter giudicare della iniziativa istituzionale intrapresa.
Per Ghigo i problemi che si aprono con la
nuova stagione degli Statuti sono piuttosto riconducibiloi al dibattito
sull'ulteriore riforma della Costituzione. "L’assetto delle competenze,
previsto dall’articolo 117, vede le Regioni - scrive Ghigo -
disponibili al confronto, cercando di fare chiarezza, soprattutto in
quelle materie che vedono una competenza legislativa concorrente, anche
identificando alcuni settori che potrebbero essere riallocati
nell’ambito delle competenze legislative esclusive dello Stato. La
seconda questione è quella legata all’attuazione dell’articolo 119 della
Costituzione. E’ chiaro che occorre dare segnali concreti ed immediati
per l’attuazione del federalismo fiscale. La terza questione è invece
connessa al Senato federale.
E sul tema delle riforme
interviene con due interviste a Il Sole 24 ore (Materie
concorrenti, il Ddl cambiera') e a Il Giornale (Calderoli-
sulla devoluzione un accordo entro fine mese) il Ministro per
le Riforme Roberto Calderoli, preannunciando un nuovo testo, con
controproposte alternative a quelle formulate nei giorni scorsi dall'Udc,
tese soprattutto a fare ordine nella ripartizione delle competenze fra
Stato e Regioni.
(sm) |
regioni.it
torna on line il 26 agosto |
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regioni.it
sospende la pubblicazione per un breve periodo di pausa estiva. Tornerà
regolarmente on line, giovedì, 26 agosto. Ringraziamo i lettori
(che ci hanno seguito e sostenuto con
suggerimenti e proposte) e gli uffici stampa che con l'invio dei
comunicati stampa e delle necessarie informazioni hanno reso più completo
il nostro lavoro.
Per chi avesse necessità di continuare a seguire le attività delle
istituzioni regionali proponiamo una tabella di link diretti ai
comunicati stampa di ogni Regione o Provincia autonoma (con l'esclusione
di Regione Liguria e Regione Calabria i cui siti sono attualmente in fase
di manutenzione, ma di cui comunque rammentiamo l'indirizzo
istituzionale).
(sm) |
Regione
Toscana replica a Il Giornale |
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''Nessuna ambasciata. Solo una sede adeguata, e per altro condivisa con
altre Regioni italiane,per poter cogliere appieno tutte quelle occasioni e
potenzialita' legislative e finanziarie che l'Unione Europea
offre anche a livello regionale''. Lo precisa,
in una nota, la giunta della Regione Toscana riferendosi a quanto
pubblicato da il Giornale circa gli stanziamenti per l'acquisto di
immobili a Bruxelles.
La Regione Toscana, prosegue la nota, ''è stata tra le prime a aprire una
propria sede nella capitale europea, in Rond-Point Schuman 6. In seguito
all'intenzione della proprieta' di aumentare in modo considerevole
l'affitto dei locali, la Toscana, insieme alle Regioni Marche e Umbria, ha
deciso di cercare una soluzione alternativa e il 12 luglio scorso ha
firmato il compromesso per l'acquisto di una parte dell'immobile di
Rond-Point Schuman 12, angolo Rue Archimede, dove si trasferiranno anche
gli uffici a Bruxelles della Regione
Lazio''.
''Il prezzo di acquisto complessivo - prosegue la nota - ammonta a
12.450.000 euro, di cui 7.781.250 a carico della Regione Toscana. Niente
'caccia alle ambasciate' quindi, ma una scelta ragionevole per proseguire
un lavoro che sta dando frutti importanti per la comunita' toscana, come
dimostrano i risultati conseguiti il cinque luglio scorso quando la giunta
regionale si e' riunita in seduta straordinaria proprio a
Bruxelles,incontrando i massimi vertici europei e il presidente della
Commissione Romano Prodi''.
Il Giornale prosegue comunque la sua inchiesta sulle spese di
Regioni ed enti locali (cfr.
Veneto, 100mila euro per il Condottiero;
Scandalo al sale in Sicilia: minatori pagati da 14
anni per non lavorare ).
La Repubblica propone invece una pagina, con un editoriale di Paolo
Valentini
Sardegna, una scelta contro l'anarchia edilizia,
dedicata all'iniziativa intrapresa dalla Regione Sardegna (e alle
reazioni) intitolata "Sardegna,
la rivolta dei sindaci del Polo" con la delibera che sospende
per tre mesi qualsiasi attività di costruzione in una fascia di due
chilometri dal mare, in attesa di un Piano paesistico da adottare entro un
anno.
(red)
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Immigrazione:
coinvolgere le Regioni |
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"La Giunta (del Veneto, ndr) ha già varato la propria Legge sul governo dei
Flussi. Il Governo Nazionale e il Parlamento devono legiferare in materia
affinché la Bossi Fini possa essere applicata al fine di garantire quella
linea di rigore necessaria a permettere il contrasto dell'illegalità e
della clandestinità, dando certezza nelle espulsioni soprattutto per chi
attua reati nel nostro territorio". E' questa l'opinione dell'assessore
regionale ai flussi migratori,
Raffaele Zanon sul tema dell'adeguamento Legge Bossi Fini. "La linea
del contrasto - aggiunge - è di competenza dello Stato mentre le Regioni e
i sistemi di autonomie locali possono avere un ruolo nell'affiancamento
alle Questure e Prefetture per velocizzare le pratiche e rendere più
credibile il sistema di integrazione degli immigrati. Procedimenti più
celeri e definiti consentono infatti maggiore integrazione e maggiore
contrasto all'illegalità". Zanon è convinto che le Regioni non siano
competenti solo in materia di definizione delle quote di ingresso per
rispondere alla richiesta del mercato del lavoro, ma debbano anche saper
constatare la reale rispondenza del tessuto sociale al fenomeno
immigratorio. "In molti casi gli Enti Locali, devono sopportare costi e
oneri di una immigrazione selvaggia che è il retaggio negativo delle Leggi
del passato".
''Che cosa impedisce, in fase di revisione della legge Bossi-Fini,
di prevedere una più attiva partecipazione delle regioni nella gestione
delle quote d'ingresso che riconosca delle quote-premio alle regioni con
una crescita piu'
sostenuta del loro Pil''? A chiederselo è il deputato di Forza Italia,Osvaldo
Napoli (nella foto), sulla base dell'art. 17 della legge che ''stabilisce che il
decreto annuale ed i decreti infrannuali devono essere predisposti in base
ai dati sulla effettiva richiesta di lavoro suddivisi per regioni e per
bacini provinciali di utenza''. Il parlamentare azzurro ricorda che ''lo
stesso articolo riconosce alle regioni la facoltà di trasmettere, entro
il 30 novembre di ogni anno, alla presidenza del Consiglio dei ministri,
un rapporto contenente le indicazioni previsionali relative ai flussi
sostenibili nel triennio successivo in rapporto alla capacita' di
assorbimento del tessuto sociale e produttivo''. Considerato che una stima
basata sulle previsioni''e' sempre molto incerta e soggetta a variabili
legate alla congiuntura internazionale'', Napoli si domanda se non sia
meglio ''immaginare, sempre all'interno delle quote annuali stabilite per
decreto, una parte di esse affidata in diretta gestione alle regioni sulla
base della crescita misurata sul Pil regionale''. Secondo il deputato
azzurro, che cita un articolo di Magdi Allam sul 'Corriere della sera',
cio' ''significa, creare anche un vincolo territoriale per il lavoratore
stagionale extracomunitario: fatte salve le garanzie costituzionali sulla
liberta' di movimento,sarebbero in primis le regioni, e gli organi
territoriali di governo, a rispondere per quei lavoratori''.
''Le Regioni e di conseguenza i
territori da tempo chiedono di avere la gestione delle quote in
base alle esigenze di lavoratori immigrati delle aziende e delle
famiglie, monitorate zona per zona dalle stesse Regioni. E lo
ribadiranno anche nel nel prossimo futuro''. Cosi'
Antonio
de
Poli, fino a pochi giorni fa Coordinatore degli assessori
regionali alle politiche sociali, interviene nel dibattito sull'
immigrazione. La sede per il rinnovo di questa richiesta dovra' essere
quella della Conferenza Stato-Regioni, rileva ancora l'esponente
Udc, che ha appena dato le dimissioni da assessore regionale
veneto in quanto eletto con l'Udc a parlamentare europeo,
restituendo cosi' al Presidente Giancarlo Galan anche la delega
per il suo ruolo di Coordinatore.
Le Regioni si attendono di essere coinvolte alla ripresa dei
lavori istituzionali, aggiunge, ''nella rivisitazione della
Bossi-Fini o tramite un' ulteriore indicazione legislativa sul
tema, su cui certo devono essere interessate le Regioni per
certi aspetti, le autonomie locali e l'Anci per altri''.
Quanto all' ipotesi di affidare ai Comuni la gestione dei
permessi di soggiorno, ''credo che serva un coordinamento
nazionale e di programmazione regionale - rileva -: poi può
essere che, su questa base, i Comuni gestiscano direttamente le
esigenze, come i terminali che sono a piu' diretto contatto con
il cittadino e con l'azienda. Ma questo appunto in un quadro di
riferimento e di programmazione regionale, per evitare che si
creino situazioni a macchia di leopardo. E' una sinergia che ci
deve essere tra programmazione a livello regionale e gestione
diretta da parte dei comuni. Ma credo che questo sia anche nella
nella logica della proposta fatta dal ministro - aggiunge De
Poli, con riferimento al documento di revisione della Bossi-Fini
elaborato al Viminale -, che credo passi attraverso questi
contesti di programmazione alla luce della modifica del titolo V
della Costituzione''. Sull'ipotesi di un prolungamento a due anni dei permessi di
soggiorno, infine, De Poli per ora non si esprime: prioritario
e' definire questi principi generali, spiega, che daranno i
riferimenti operativi per definire anche quella questione.
Uno degli snodi su cui forte è l'imoegnoi dlle regioni anche per
contrastare il fenomeno dell'immigrazione è quello della cooperazione.E
proprio in questo ambito va sottilinaeto che è stato pprovato dal ministero degli Esteriil programma proposto da tre Regioni
italiane - Emilia-Romagna,
Marche e Puglia - per rafforzare le politiche sociali minoriliin Albania, dove i giovani e gli adolescenti sono tra le
categorie considerate piu' a rischio di tutta Europa e dove nonesiste il Tribunale dei minori. A tal fine il ministero
assicurera' un finanziamento triennale di 1,5 milioni di euro,
a partire dal 2005, a cui si aggiungera' quello delle altre tre Regioni.
(gs)
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Olimpiadi: Ghigo ad Atene. Oggi giornata internazionale della gioventù |
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Dopo la visita, sabato mattina,
al villaggio olimpico insieme al presidente del Coni Gianni Petrucci,il
capo di Stato Carlo Azeglio Ciampi sarà ricevuto la sera a 'CasaItalia
Torino 2006', lo spazio dedicato a Torino e al Piemonte alle Olimpiadi di
Atene. Ad accoglierlo sarà il Prresidente piemontese
Enzo
Ghigo che sara' nella capitale greca da domani al 16 agosto.
Ad aprire il calendario di appuntamenti 'olimpici' delpresidente della Regione Piemonte sara' il ricevimento con i capi di
Stato a cui seguira' la partecipazione allacerimonia di inaugurazione dei Giochi di Atene 2004. Altriappuntamenti istituzionali sono quello di domenica mattina con Gordon
Campbell, il premier della British Columbia, la regione che ospitera'
le Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010, e la cena offerta
all'ambasciatore d'Italia Gian Paolo Cavarai. In qualita' di
coordinatore del Comitato di Regia degli Enti Locali per Torino 2006,inoltre, Ghigo incontrera' il presidente del Cio Jacques Rogge.
Dalle olimpiadi ai giovani. Oggi
giovedì 12 agosto, come ogni anno
si celebra la "Giornata internazionale della gioventù". Quest'anno,
l'iniziativa sostenuta dall'Assemblea Generale dell'Onu, si svolge
all'insegna del motto "i giovani in una società intergenerazionale". La
competente assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur sottolinea
l'importanza del lavoro svolto con e per i giovani.
Il motto "i giovani in una
società intergenerazionale" vuole mettere l'accento sull'importanza della
solidarietà tra le generazioni. A tutti i livelli, dalla famiglia alle
istituzioni. "Proprio alla luce di questa considerazione - commenta
l'assessora Kasslatter Mur (nella foto) - diventa sempre più importante il lavoro
con i giovani. Da questo punto di vista, negli ultimi anni, si è riusciti
a creare una rete di organizzazioni e strutture capace di soddisfare
esigenze e bisogni dei giovani nei più svariati ambiti: dalla cultura, al
tempo libero, al sociale. Tutto ciò è particolarmente importante, in
quanto può anche aiutare i giovani ad uscire da situazioni difficili e
momenti di crisi". A questo proposito, l'assessora provinciale sottolinea
l'ottimo lavoro comune svolto dai centri giovanili, dai servizi giovani, e
da tutte le altre organizzazione attive sul territorio altoatesino.
La
giornata
internazionale della gioventù, come stabilito dall’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite, si celebra ogni 12 agosto.Il tema di quest’anno
é: “I giovani in una societa’ intergenerazionale”. Scegliendo questo tema,
le Nazioni Unite vogliono sottolineare l’importanza della solidarietà tra
generazioni a tutti i livelli – nelle famiglie, nelle comunità e nelle
nazioni. Questo giorno è un opportunita’ per promuovere la partecipazione dei
giovani e affrontare temi che li riguardano. Ecco le diverse attivita’ che si svolgeranno durante la giornata
internazionale della gioventù in varie parti del mondo: I giovani leaders
si riuniscono per la Quinta Conferenza Internazionale della giornata della
gioventù a Manila, nelle Filippine. I giovani possono partecipare al
Festival mondiale australiano della gioventù, uno spazio interattivo da
utilizzare per festeggiare la giornata internazionale della gioventù. La Sri Lanka United Nations Friendship Organisation progetta
attività per la giornata internazionale dei giovani 2004!
(red) |
Aumenta
la popolazione dell'Emilia-Romagna |
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L'ufficio di statistica della Regione Emilia-Romagna
distribuisce oggi agli Enti locali, alle Camere di commercio e alle
associazioni imprenditoriali e sindacali, con un supporto multimediale, i
risultati dell'indagine relativa alla popolazione dell'Emilia-Romagna.
Ogni anno la Regione raccoglie i dati della popolazione residente per
sesso, singolo anno di età e Comune, con lo scopo di monitorare
l'andamento demografico e la struttura per età e per disporre di una base
conoscitiva certa da utilizzare per il riparto dei fondi regionali. La
rilevazione è effettuata in collaborazione con gli uffici statistici delle
Province che raccolgono presso i Comuni del proprio territorio i dati di
fonte anagrafica riferiti al 1° gennaio dell'anno in corso. Il federalismo
"statistico" dei territori consente di mettere a disposizione della
collettività informazioni corrette e attendibili poiché si presidia il
processo di rilevazione ed elaborazione dei dati. Emergere uno scostamento
con il dato rilevato dall'Istat al quale sfuggono circa 21.000 persone
probabilmente sia per l'utilizzo di procedure diverse sia per l'effetto
sanatoria dell'anno 2002 legato alla legge Bossi-Fini, le cui domande sono
state presentate tra il 10 settembre e l'11 novembre 2002. In
Emilia-Romagna durante tale periodo sono state presentate 57.059 domande
di regolarizzazione di cui circa l'85% (circa 48.000) accolte
positivamente entro dicembre 2003. Questo dato appare di estrema
importanza se si fa riferimento alle risorse del fondo sanitario nazionale
che in parte vengono distribuite fra le Regioni italiane sulla base della
popolazione residente.
La popolazione dell'Emilia-Romagna continua ad essere in espansione
registrando 4.101.324 residenti al 1° gennaio 2004 contro le 4.059.416
unità del 1° gennaio 2003 (+ 41.908 individui).
L'aumento è imputabile al fenomeno dell'immigrazione proveniente sia dalle
restanti regioni italiane sia dall'estero a fronte di un saldo naturale
ancora negativo. Si sottolinea che rispetto al 1° gennaio 2000 la
popolazione è aumentata, in termini assoluti, di circa 120.000 unità La
crescita registrata è il risultato di un aumento generalizzato che ha
riguardato in proporzioni differenti le popolazioni provinciali. La
provincia che ha avuto il numero maggiore di nuovi residenti è Reggio
Emilia con 8.982 unità pari al 21,4% della crescita complessiva, seguita
da Modena e Bologna, aumentano le cinture attorno alle città di Parma,
Reggio Emilia, Modena e Rimini e la seconda cintura di Bologna. La
popolazione diminuisce nelle zone della montagna parmense e piacentina e
nella provincia di Ferrara.
Donne e uomini aumentano in tutte le classi d'età ad eccezione della
classe più anziana (65 anni e oltre) che mostra una crescita più sostenuta
per i maschi (1,8%) che per le femmine (1,2%), probabilmente legata a un
miglioramento della speranza di vita che riguarda soprattutto gli uomini.
Per entrambi i sessi è la classe d'età 0-14 anni a registrare l'incremento
percentuale più consistente (2,4%).
(red) |
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Proprietario ed
editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11 00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
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