periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  349 - Roma,  10 agosto 2004

Sommario

Storace: Camera alta ha senso
con presenza delle Regioni
Conti scrive a Lunardi: Il DPEF "dimentica"  accordi per importanti infrastrutture toscane
Abruzzo: nuova sede a Bruxelles Comuni gemelli: iniziativa per collegare i  Comuni del Sud e del Nord del mondo
Veneto: al via attuazione legge accreditamento strutture sanitaria Cresce la produzione di pomodori
Storace: Camera alta ha senso con presenza delle Regioni
Le Regioni devono essere protagoniste della riforma federalista. Francesco Storace (nella foto) lo sottolinea in una intervista a il Riformista, mentre aggiunge che non accetterà l'invito a collaborare con il 'tavolo' dei tecnici della Cdl che, dal 2 al 10 settembre a Roma, ha annunciato l'intenzione di sentire anche le parti sociali e gli enti locali.
"Quello di Calderoli è stato solo uno splendido annuncio - spiega il Presidente della Regione Lazio - ma non ho alcuna intenzione di prendere la matita rossa e mettermi a sottolineare un testo fatto da altri''.
Il testo sul federalismo all'esame della Camera ''non piace affatto'' al Presidente della Regione Lazio. ''Se vogliamo dare un senso - prosegue - alla Camera alta il vero tema è la presenza delle regioni. Eppure il centrodestra ha una grande occasione perché e vero che governiamo meno regioni del centrosinistra, ma le nostre sono quelle che rappresentano la maggioranza della popolazione. Lo dico con serenità e anche con speranza, le Regioni devono recitare un ruolo da protagoniste in questo federalismo''.
In nome però dell'interesse nazionale, ''che mi appassiona molto - dice Storace - il compito di promulgare le leggi regionali'' andrebbe affidato al ''presidente della Repubblica, come garante dell'unita'. Attualmente, spiega, sono io a promulgare le leggi regionali e potrò mai, allora, mandare indietro una legge approvata dalla mia maggioranza?''. Per Storace, ''il vero freno al federalismo e' il vecchio centralismo fatto più di burocrati che di politici. Lì bisogna intervenire. Piu' che evidenziare gli sprechi delle Regioni, sarebbe meglio combattere il centralismo dominante che frena il processo di delega''.
(red)
Abruzzo: nuova sede a Bruxelles
Operativa da due giorni la nuova sede istituzionale della Regione Abruzzo a Bruxelles, lo rende noto l'ufficio stampa della Giunta. L'indirizzo è Avenue Louise 210, 1000 Bruxelles; il nuovo numero telefonico del centralino è 003226262850, il fax 003226262859. La sede ha anche un nuovo indirizzo di posta elettronica: rp.bruxelles@regione.abruzzo.it. L'inaugurazione della sede e la presentazione ufficiale alla stampa e alle autorità politiche regionali, nazionali e europee è prevista per la fine di settembre e l'inizio di ottobre.
(red)
Comuni gemelli: iniziativa per collegare i  Comuni del Sud e del Nord del mondo
La campagna "Comuni Gemelli" è un’iniziativa proposta dalle Acli realizzata in collaborazione con l’Aiccre. Le due associazioni chiedono ai Comuni italiani di attivare gemellaggi con le città del Sud del mondo "per costruire situazioni di pace concreta tra popoli, città, famiglie, persone differenti tra loro". "Attraverso i gemellaggi tra Comuni del Sud e del Nord del mondo - si legge sul sito dell'Acli - si possono costruire ponti di collegamento tra realtà diverse invece che muri di difesa. La proposta quindi è quella di utilizzare lo strumento del gemellaggio come traccia per tessere relazioni stabili con comunità, situazioni, persone lontane e diverse da noi; per superare i pregiudizi e la poca conoscenza che spesso caratterizzano la nostra visione dell’altro; per avvicinare le nuove realtà grazie ai ponti che insieme intendiamo costruire tra il Sud ed il Nord del mondo.
(red)
Conti scrive a Lunardi: Il DPEF "dimentica"  accordi per importanti infrastrutture toscane

“Il programma di infrastrutture strategiche che il governo ha allegato al Dpef non rispecchia gli accordi già stipulati tra governo e Regione: alcune opere, come la sistemazione dei valichi appenninici e il nuovo hub portuale di Livorno sono del tutto omesse. E’ necessario e urgente un incontro per avere chiarimenti”.  Così l’assessore regionale a viabilità e trasporti Riccardo Conti (nella foto) sintetizza motivi e contenuti della lettera che ha indirizzato al Ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi: “I documenti approvati con il Dpef - sottolinea - contengono alcuni nuovi interventi non esaminati con la Regione né con gli enti locali e quindi fortemente candidati a non essere condivisi, a detrimento di altri già concordati e cantierabili”.

“La sistemazione dei valichi appenninici e l’hub portuale di Livorno - prosegue Conti - sono solo due esempi di omissione dell’allegato al Dpef rispetto all’accordo quadro col governo dell’aprile 2003; e il documento lascia dubbi di interpretazione anche su altre opere: per esempio non si fa parola della 2 mari dove già molti interventi sono in ritardo sullo scadenzario degli accordi, né della Tirrenica che in alcune parti vede opere già concordate e cantierabili come la Maroccone-Chioma di cui, lo testimoniano ancora una volta le cronache estive, c’è un grande e immediato bisogno”.

“E’ necessario - evidenzia l’assessore - fare chiarezza; gli accordi, una volta firmati, si rispettano. Inoltre la Regione, lo ha confermato la Corte Costituzionale con una recente sentenza, deve poter dire la sua sulle opere che vengono realizzate nel suo territorio. Così in questi casi”.
(red)

Veneto: al via attuazione legge accreditamento strutture sanitaria

La Giunta veneta ha dato il via all'attuazione delle specifica legge in materia di autorizzazione (per le nuove) e accreditamento (per quelle già esistenti) delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali pubbliche e private. "Si tratta - sottolinea l'assessore alla sanità Fabio Gava (nella foto) - di una vera e propria svolta nel sistema dell'organizzazione ed erogazione dei servizi, perché per autorizzazione ed accreditamento non s'intendono semplici percorsi di tipo burocratico, ma si pongono al centro dell'attenzione, e delle verifiche che la Regione farà, l'assistenza in senso lato, la sua efficacia ed efficienza, il livello tecnico-professionale  e scientifico, l'equità e la pari accessibilità a tutti i cittadini. Senza tutta una serie di requisiti specifici, una volta a regime la legge, le strutture che già esistono dovranno adeguarsi o fermarsi, e quelle che intendono avviare l'attività, non lo potranno fare. Verranno insomma garantite non solo la libertà di scelta per il cittadino da chi e dove farsi curare, ma anche la qualità multidimensionale (qualità percepita, tecnica, organizzativa e gestionale) delle strutture a cui ci si rivolge". La delibera, come previsto dalla legge, è stata trasmessa alla competente Commissione del Consiglio Regionale per il prosieguo dell'iter. "Il provvedimento - aggiunge Gava - è molto complesso, ma avvia di fatto l'attuazione della legge approvata in agosto del 2002, e raccoglie un'immensa mole di lavoro svolta nel periodo intercorso, che ha coinvolto l'intero apparato regionale, dall'Assessorato, all'Agenzia Sociosanitaria, a tutti gli uffici tecnici della Segreteria Regionale Sanità e Sociale". Il testo approvato contempla la classificazione delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali. "Gli istituti dell'autorizzazione e dell'accreditamento - sottolinea l'assessore Gava - dovranno assicurare al cittadino adeguati standard strutturali, tecnologici e impiantistici (attraverso l'autorizzazione); ed organizzativi, assistenziali e di valutazione degli esiti clinici (attraverso l'accreditamento)". "I processi di autorizzazione e accreditamento - conclude Gava - avranno anche importanti ricadute indirette, come la possibilità di effettuare un vero e proprio censimento delle strutture del Servizio Socio Sanitario Regionale verificando periodicamente le condizioni strutturali e tecnologiche; e quella di valutare, sulla base dei dati raccolti attraverso la verifica del possesso dei requisiti richiesti, il livello qualitativo delle strutture e dei servizi erogati, soprattutto in termini di pertinenza, utilità, correlazione con gli obbiettivi di efficacia, appropriatezza, accessibilità". 
(red)

Cresce la produzione di pomodori

La produzione nazionale di pomodoro da industria dovrebbe attestarsi nel 2004 a 5,8 milioni di tonnellate, segnando una crescita del 10% su base annua. E la tendenza all'aumento è imputabile sia all'incremento delle superfici investite (+8,4%), sia al più 1,4% messo a segno dalle rese produttive per ettaro. E' quanto emerge dalle stime elaborate dall'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Tra le indicazioni raccolte dall'Ismea  emerge una concentrazione degli investimenti e, quindi, della produzione in Puglia e in Emilia-Romagna. La prima regione assorbe, infatti, oltre un terzo delle superfici complessive e il 37,2% della produzione totale, per un totale di 2,17 milioni di tonnellate (+17,4%).
Subito dopo, l'Emilia Romagna, con una quota del 33% sulla superficie nazionale investita e un raccolto 2004 pari a 1,8 milioni di tonnellate, risulta in crescita dell'8,5% in un anno. Secondo l'Ismea è emersa inoltre una resa media nazionale per unità di superficie pari a 66,25 tonnellate per ettaro. In particolare, le maggiori rese sono attese in Puglia (72 tonnellate per ettaro) e in Basilicata (69 tonnellate per ettaro). Riguardo, infine, al numero medio di piante per unità di superficie, il dato varia da 30mila piante per ettaro per le varietà a bacca lunga, a 31mila piante per ettaro per la tipologia tonda e 32mila per il pomodorino.
(red)

 

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