periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 345 - Roma, 4 agosto 2004

Sommario

Trasporto Pubblico locale: sbloccate risorse per contratto A settembre tavolo riforme al ministero
Dpef: maggioranza impegna Governo a tavolo con gli enti locali per la finanziaria Consiglio ministri impugna Statuto Toscana
Lazio: Ok a nuovo Statuto Verso nuove norme per tutela salute neonato
Trasporto Pubblico locale: sbloccate risorse per contratto
La Conferenza Unificata (Stato, Regioni e autonomie locali) ha dato parere positivo al decreto del governo per il finanziamento del trasporto pubblico locale. Il provvedimento e' stato giudicato positivamente da Regioni e Comuni. ''E' una risposta particolarmente attesa - ha spiegato l'assessore lombardo, Romano Colozzi, coordinatore degli assessori al Bilancio - che fa rientrare i timori di un autunno caldo nel settore dei trasporti. Abbiamo però chiesto al vice ministro Martinat un impegno preciso: stralciare il comma 2 dell'art. 1 dal provvedimento. E il ministro ci ha dato la sua disponibilita' ''.
La norma in questione prevede che Regioni e Comuni possano procedere all'aumento delle accise sulla benzina per il finanziamento del trasporto pubblico locale. Gli Enti locali possono affiancare questa misura con un'una tantum. La norma contenuta nel decreto stabilisce che il governo puo' eventualmente anticipare il gettito atteso dall'una tantum salvo rivalersi sulle risorse raccolte con l'aumento delle accise. Le Regioni contestano questo punto specifico: chiedono la cancellazione di questo comma e il suo recupero in un altro provvedimento.
Il provvedimento e' stato giudicato un accordo importante dal ministro La Loggia (nella foto). ''L'accordo odierno sblocca una questione da tutti ritenuta di grande importanza, soprattutto attesa dai cittadini. E' stata trovata una buona intesa - ha aggiunto - ma passi avanti attendiamo anche sul Dpef, documento sul quale ci sono state valutazioni non sempre positive da Regioni ed Enti locali''.
Dopo mesi di attesa finalmente e' arrivato il provvedimento che consente l'erogazione delle risorse per la copertura del contratto di lavoro degli autoferrotranvieri firmato il 20 dicembre 2003". Con queste parole,
Enrico Mingardi, il presidente di Asstra l'associazione che rappresenta le imprese del trasporto pubblico locale, commenta l'esito della Conferenza Unificata che nella seduta odierna ha approvato lo schema di decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti relativo alle procedure e alle modalita' di trasferimento delle risorse finanziarie destinate al rinnovo del contratto collettivo nazionale del trasporto pubblico locale, firmato lo scorso 20 dicembre dopo una lunga e dura vertenza che provoco' il blocco delle citta' con una serie di scioperi improvvisi. La copertura del contratto era stata assicurata dal governo che con un apposito decreto con cui si e' aumentata di 1,68 centesimi l'accisa della benzina per reperire i fondi necessari alla copertura dell'accordo. (337.500.000 di euro per l' anno 2004, e, a partire dal 2005, 214.300.000). Ma fino ad oggi non era stato ancora varato il decreto per stabilire le modalita' di erogazione delle risorse alle aziende di trasporto. "Ora possiamo tirare un sospiro di sollievo ed affrontare con un minimo di serenita' la vertenza contrattuale in atto. Adesso bisogna mettere mano a provvedimenti strutturali, all'interno del Dpef, che consentano a questo settore strategico di uscire dalla situazione di impasse in cui si trova".
In merito al trasporto pubblico locale, una nota dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, informa sui fondi per la copertura del biennio 2002-2003. Positivo il giudizio sulla vicenda delle modalità di trasferimento delle risorse finanziarie destinate al finanziamento del rinnovo del biennio economico 2002- 2003 del contratto collettivo nazionale del trasporto pubblico locale: "Il relativo decreto, che ha ottenuto il consenso degli enti locali e delle regioni, prevede infatti – come sollecitato dall’ANCI - che le risorse in questione siano trasferite nella maniera più immediata, e cioè attraverso la erogazione dei fondi direttamente alle aziende di trasporto. Nel corso della riunione, Comuni e Regioni hanno chiesto e ottenuto che dal provvedimento venisse abolito il comma 2 dell’articolo 1, che non garantiva la totale copertura finanziaria dell’accordo tra le parti, firmato il 20 Dicembre 2003. Con il via libera della Conferenza Unificata al decreto, Regioni e enti locali sono ora in grado di onorare gli impegni assunti in quella data e questo consente ora di affrontare con maggiore serenità la delicata fase del rinnovo complessivo dello stesso contratto, scaduto il 31 dicembre scorso. Resta comunque ancora aperta la questione dell’allineamento delle citta’ italiane agli standard europei in tema di trasporto pubblico; e questo comporta la necessità di finanziamenti adeguati alla promozione di investimenti strutturali, all’ ammodernamento del parco circolante e all’ avvio di politiche del trasporto pubblico rispettose delle normative europee anti inquinamento". Critico invece sul metodo Osvaldo Napoli, Vicepresidente dell'Anci.
Dal trasporto pubblico locale alla sicurezza nelle strade. Oggi un servizio de la Repubblica è dedicato agli effetti legati all'introduzione della patente a punti: "
Patente a punti - Meno multe, crollano gli incassi ma le Regioni ci guadagnano", secondo l'articolo sarebbero diminuiti gli incassi, legati alle contravvenzioni, per i comuni, mentre per le regioni vi sarebbe un benefico effetto indiretto legato ad una diminuzione per le spese sanitarie e riabilitative.
(gs)
Dpef: maggioranza impegna governo a tavolo con gli enti locali per finanziaria
Dopo la Conferenza Unificata di ieri il giudizio delle Regioni sul Dpef e' sospeso. ''Il vero punto di snodo - ha spiegato Romano Colozzi (nella foto), assessore della regione Lombardia e coordinatore degli assessori al Bilancio - sarà la legge finanziaria.
Sul Dpef - afferma Colozzi - siamo fermi al documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti nel quale venivano fissate le richieste delle Regioni, richieste sulle quali siamo ancora in attesa di una risposta. Il ministro Siniscalco deve riempire di contenuti la cornice del Dpef''.Le Regioni non hanno taciuto la propria insoddisfazione per il Dpef. ''Ma questo - ha spiegato Colozzi - era gia' noto da settimane e lo abbiamo messo nero su bianco nel  documento approvato dalla conferenza dei Presidenti''.
L'assessore al Bilancio della Puglia,
Rocco Palese (nella foto), è più sintetico, ma estremamente concreto,  nel giudizio. ''Dpef o non Dpef, la questione ridotta all'osso e' questa: il governo mette sul piatto 92 miliardi per finanziare la Sanita'? Tutto qui. Se ci sono quelle risorse, minime ed essenziali per erogare i servizi sanitari, allora ogni discorso diventa più semplice. Senza di quelle, invece, tutto diventa più complicato''.
La risoluzione approvata ieri alla Camera, presentata dalla Casa delle libertà (cfr. i testi delle risoluzioni presenta sul sito della Camera) impegna il Governo "ad affidare alla legge finanziaria le determinazioni volte a consentire il rispetto dei saldi di bilancio nonché le regolazioni di carattere quantitativo in materia tributaria e gli interventi necessari per definire il quadro dei rapporti finanziari tra lo Stato e le autonomie territoriali, ferma restando la possibilità di adottare, per la definizione della manovra, provvedimenti collegati che dovranno avere carattere omogeneo". Sempre nella risoluzione si legge delle necessità che il governo apra "un tavolo di confronto con gli enti locali, in preparazione della legge finanziaria, anche ai fini di una verifica delle regole del Patto di stabilità interno che distingua gli enti territoriali virtuosi anche in relazione alla loro struttura di debito e di spesa" e "quanto alle ulteriori fasi di attuazione della riforma del sistema fiscale, ad operare in modo selettivo e attento agli aspetti qualitativi, in modo da privilegiare gli interventi in grado di assicurare i risultati più consistenti per quanto concerne il sostegno della domanda interna, in particolare operando sull'IRAP, con specifico riferimento alla riduzione del carico gravante sul fattore lavoro e sull'IRE, tenendo anche conto delle esigenze dei nuclei familiari più numerosi con presenza di anziani non autosufficienti e disabili, specie se percettori di un unico reddito, nonché delle giovani coppie per l'acquisto della prima casa". Infine occorre "assicurare un flusso adeguato di risorse a favore delle aree sottoutilizzate del Mezzogiorno e delle aree di crisi dell'intero Paese, per favorirne la competitività, cui si accompagni una accurata verifica dell'efficacia degli strumenti esistenti provvedendo al rifinanziamento del fondo per le aree sottoutilizzate e alla revisione ed al rafforzamento degli strumenti di sostegno in essere". (red)
(red)
Lazio: Ok a nuovo Statuto

Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato il nuovo Statuto della Regione, con 39 si' e 9 astenuti. Al voto non ha partecipato il gruppo del Prc. Il 29 luglio scorso lo Statuto era stato approvato dall'aula, in seconda lettura, con 28 voti a favore 9 astenuti e 2 contrari. Pochi minuti dopo la proclamazione del risultato il capogruppo del Prc Salvatore Bonadonna si era accorto che la legge non aveva avuto il quorum previsto dall' articolo 123 della Costituzione, cioè la maggioranza assoluta del consiglio, nel caso del Lazio da 31 consiglieri.     ''Lo Statuto è stato approvato e questa e' la prima buona notizia - ha commentato il presidente della Regione Lazio Francesco Storace - la seconda  buona notizia e' che si e' dimostrato che la maggioranza c'e', cosa  importante perché 120 ore fa Bonadonna aveva detto il contrario. La terza buona notizia e' che Bonadonna è stato isolato. Sull'annullamento si e' votato all'unanimità. E anche quelli che giovedì avevano votato contro lo Statuto, come i verdi e i comunisti italiani, non lo hanno seguito nella sua politica avventurista. Fra tre mesi la regione avrà finalmente una nuova Costituzione''.
(red)

A settembre tavolo riforme
Il tavolo tecnico della Cdl sulle riforme si terra' al ministero dal 2 al 10 settembre. Lo annuncia il ministro per le Riforme Roberto Calderoli, al termine della riunione odierna.
Mentre il Nuovo Psi resta in attesa ''dei chiarimenti che la Lega non ha ancora voluto o saputo fornire, senza neppure farci sapere se condivide le dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio'', come ha afferma il segretario del partito del Garofano Gianni De Michelis, annunciando che il suo partito non parteciperà al tavolo tecnico sulle riforme della maggioranza previsto per domani.
"Il testo puo' essere migliorato accettando la sfida dell'innovazione, ma rimanendo ancorati alla tradizione italiana, ai valori fondanti la nostra democrazia repubblicana". Lo ha detto il segretario dell'Udc, Marco Follini, nel corso del suo intervento a Montecitorio sul progetto di Riforma Costituzionale. Follini, chiarendo il punto di vista del suo partito sul testo delle riforme, ha spiegato inoltre che "non sia prudente escludere il Presidente dellaRepubblica da circuito politico-istituzionale perché, in un sistema partitico frammentato, il capo dello Stato puo' svolgere un ruolo prezioso nei momenti di difficolta' della vita istituzionale".
Follini ha definito "squilibrato" il ruolo del Senato, "perché ha la possibilità di intervenire su numerose leggi di indirizzo politico senza essere legato al governo dal rapporto fiduciario. Cio' puo' provocare un corto circuito del sistema". Per questo "e' necessario ricondurre piu' propriamente il Senato ad un organo di raccordo con il sistema delle autonomie,collocando con maggiore certezza la definizione dell'indirizzo politico presso la Camera dei Deputati. In questa prospettiva è opportuno semplificare il procedimento legislativo, che appare troppo ferraginoso".
Quanto alla forma di governo, al premierato, Follini ha detto che "non sottovalutiamo e non ci proponiamo di rovesciare l'evoluzione della realta' politico-istituzionale di questi ultimi anni", "riteniamo tuttavia che l'assetto della forma di governo non possa essere eccessivamente irrigidito; riteniamo che il valore della coalizione non possa essere annichilito dalla leadership del primo ministro, in una parola - ha spiegato Follini - che vi debba essere un bilanciamento tra il Primo ministro e la sua coalizione". Per quanto riguarda
l'ordinamento federale, Follini ritiene "necessario evitare ogni anche lontano equivoco sul principio di unita' nazionale e sulle implicazioni che esso comporta in termini di cooperazione e solidarieta' fra tutti i soggetti che compongono la Repubblica. E' per questo che abbiamo voluto che emergesse a chiare lettere dal testo che lo Stato ei soggetti delle autonomie agiscono sulla base dei principi di leale collaborazione e di sussidiarieta'". Follini ha quindi sottolineato che l'Udc "ritiene importante prevedere che lo Stato possa intervenire con legge nelle materie di competenza regionale allorche' sia necessario garantire interessi unitari e incomprensibili".
Ma il dibattito sul federalismo va al di là delle aule parlamentari, coinvolgendo protagonisti del mondo imprenditoria ed opinionisti.
"Ora dateci un buon federalismo" è il titolo di un'intervista - pubblicata da Il Sole 24 ore  a Edoardo Garrone (nella foto), presidente del Comitato tecnico di  Confindustria per l'impatto del federalismo sulle imprese: e il il "buon federalismo" deve offrire 'certezze'', per poter ''operare e investire''. Bisogna risolvere - osserva Garrone - gli attuali conflitti di competenze tra Stato, Regioni ed enti locali evitando di crearne di nuovi tra Governo e Senato.
Il federalismo non deve tradursi nella creazione di ''venti piccoli patrie che riproducono e amplificano costi e limiti dello Stato centrale''.
La Confindustria, comunque, continua a esprimere ''preoccupazione'' sul federalismo. ''La preoccupazione si fonda  su fatti concreti. La riforma del titolo V sta creando piu'  problemi che vantaggi. Ecco perché - spiega Garrone - Montezemolo ha detto che  questo federalismo "non ci piace e ci preoccupa". L'obiettivo fondamentale per gli imprenditori, per il Paese e' rilanciare lo sviluppo. E questo si realizza anche garantendo la governabilità e aumentando l'efficienza. Ma i conflitti di competenze tra Stato e Regioni su materie strategiche come energia, infrastrutture, telecomunicazioni, sanità hanno pesanti riflessi anche sul fronte economico.
Toni ed argomenti diversi quelli usati da Gaetano Quagliariello (professore ordinario di storia contemporanea presso la facoltà di scienze politiche dell'Università Luiss di Roma) che in un editoriale intitolato "
Il federalismo c'e' gia', basta migliorarlo", pubblicato da Il Messaggero . Scrive Quagliariello : " fondo di Quagliariello su Il Messaggero. "Sfido chiunque a smentire questa affermazione: in Italia il federalismo esiste già - scrive Quagliariello - è stato introdotto dalla riforma del Titolo V (...) L'ulteriore devoluzione prevista dalla riforma costituzionale attualmente in discussione sta al Titolo V come un minuscolo contorno d'insalata sta ad una succulenta bistecca fiorentina da un chilo. Chi è contro il federalismo dunque, per coerenza, non dovrebbe limitarsi a prendere posizione contro la devoluzione leghista: così facendo eviterebbe solo il contorno. Dovrebbe vieppiù richiedere l'abolizione del Titolo V".
Dopo aver sottolineato il contenzioso permanente fra Stato e Regioni, Quagliariello afferma "il federalismo che c'è non funziona, ma ciò non significa che l'unica possibilità sia quella di tornare ad un rigido centralismo (...) una retromarcia integrale sul terreno del federalismo non è praticabile e, per ragioni sia politiche sia sociali, neppure auspicabile".
"La vera posta della partita delle riforme - prosegue Quagliariello - è un'altra: costruire attorno al Titolo V un complessivo equilibrio istituzionale" da raggiungersi attraverso un riequilibrio tra i maggiori poteri delle Regioni e un rafforzato potere esecutivo (premierato), ma soprattutto con "una Camera di raccordo tra Stato e Autonomie" che anziché esercitare arbitrari poteri di veto, sia in grado di risolvere i contenziosi senza scaricarli sulla Corte Costituzionale (un Senato realmente federale). Infine un appello a maggioranza e opposizione: "l'attuale maggioranza dovrebbe convincersi che una buona riforma della Costituzione non si ottiene dalla somma di egoismi particolari", l'opposizione "dovrebbe abbandonare la logica del tanto peggio tanto meglio, evitare campagne al grido del pericolo dittatoriale imminente".
A gettare acqua sul fuoco prova anche un servizio de Il Giornale secondo cui 
la devoluzione italiana non è una minaccia all'unità nazionale ". Nell'articolo di Alessandro Cornelli, a cura di GR&RG,  si afferma che non esiste pericolo per l'unità nazionale, e che questo sarebbe "uno dei luoghi comuni più diffusi. Ma la lettura del testo approvato dal Senato il 25 marzo scorso  e anche quella delle modifiche proposte in Commissione lo sfatano in modo inequivocabile. Ad esempio, l'articolo 67 stabilisce che "ogni deputato e ogni senatore rappresenta la Nazione e la Repubblica ed esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato". Non c'è quindi pericolo che un senatore possa rappresentare la propria Regione in contrapposizione allo Stato. Circa il potere legislativo, l'articolo 70 prevede che sui disegni di legge trasmessi dalla Camera, il Senato può deliberare modifiche, ma è poi la Camera che decide in via definitiva".
(sm)
Consiglio ministri impugna Statuto Toscana
Il Consiglio dei ministri ha impugnato lo Statuto della Regione Toscana, e diffida il comune di Genova sul diritto di voto agli immigrati. Il ricorso alla Consulta deciso dal Consiglio dei Ministri, ha tra i punti che erano stati contestati, quelli sulle coppie di fatto e sulla tutela dei beni culturali. Le Polemiche politiche continuano. Il CdM ha anche quindi diffidato il Comune di Genova sulla norma dello Statuto comunale, approvata la settimana scorsa, con la quale si riconosce il diritto di voto agli immigrati dopo cinque anni di soggiorno in Italia.
Lo Statuto (cfr. scheda sullo Statuto elaborata dall'Ansa) è stato approvato dal Consiglio regionale della Toscana lo scorso 19 luglio. Oggetto dell'impugnativa sarebbero anche altre disposizioni statutarie di carattere piu' tecnico.
 ''La valutazione di quello Statuto e' un adempimento urgente - ha spiegato ieri il ministro La Loggia, a margine della Conferenza Unificata -
poiche' i tempi sono stretti''. Il ministro si e' riferito alla normativa che concede al governo 30 giorni per decidere se impugnare lo Statuto approvato da una Regione davanti alla Corte Costituzionale.
''Un'insolazione agostana ha impedito al governo la ratifica dello Statuto della Regione Toscana''. Lo ha affermato il deputato fiorentino di Alleanza Nazionale,
Riccardo Migliori ''chiedendo scusa ai cittadini toscani''. Al momento della votazione An si espresse a favore del nuovo testo. ''Dispiace - scrive Migliori in una nota - per gli statuti delle altre regioni che, a questo punto, subiranno la stessa sorte. Dispiace per la Cdl toscana, che aveva votato le sintesi equilibrate cui era pervenuto lo statuto regionale e che oggi si ritrova con un handicap delegittimante verso le prossime elezioni del 2005''. ''Dispiace - aggiunge ancora Migliori, che e' anche vicepresidente della commissione parlamentare per le questioni regionali - perche' in un momento di confronto istituzionale sul federalismo, il governo da' prova di estivo analfabetismo costituzionale''. L'onorevole Migliori conclude il suo intervento sulla mancata ratifica dello statuto toscano da parte del governo affermando che ''Alleanza Nazionale non puo' che chiedere scusa ai cittadini toscani''.
''Il governo di destra non si smentisce mai. A parole sembra il piu' federalista del mondo, anche se noi sappiamo che i suoi progetti sono confusi, avventuristici e percio' pericolosi per l' Italia'', afferma
Vannino Chiti, coordinatore della Segreteria nazionale Ds.
''Nei fatti - continua Chiti - e' il governo piu' centralista degli ultimi trent' anni di vita della Repubblica. L' ultima perla e' il rinvio alla Corte Costituzionale dello Statuto della Regione Toscana. E' inammissibile che senza fondati motivi ma solo per pregiudizi politici e autoritarismo centralistico la destra voglia impedire alla Regione Toscana di decidere sul proprio Statuto". 
Naturalmente la vicenda del ricorso del Governo ha avuto larga eco sulla stampa: tra gli altri la Repubblica
Alt del governo a Genova e Toscana, l'intervista a Riccardo Nencinoi, Presidente del Consiglio regionale della Toscana sempre su la Repubblica Ma il nostro statuto rispetta la Costituzione , la Repubblica: Parlano di federalismo e bocciano le autonomie, Il Sole 24 Ore Governó impugna lo statuto toscano: no alle coppie di fatto, Il Gazzettino Impugnato lo statuto della Toscana, diffida a Genova , Il Corriere della Sera Coppie di fatto, governo contro la Toscana Coppie di fatto, Toscana bocciata , la Nazione Bocciato lo Statuto-pasticcio. Il governo ricorre alla Consulta .
(red)
Verso nuove norme per tutela salute neonato

La XII Commissione Affari sociali, in sede referente, ha proseguito l’esame del testo unificato recante Norme per l’assistenza e la tutela della salute del neonato (C193 Cima, C312 Mazzuca, C352 e C1192/A. De Simone, C638 Lucchese, C897 Valpiana, C4126 Burani Procaccini – rel. Palumbo, FI), con l'adozione di un nuovo testo base e la fissazione a lunedì 20 settembre del termine per la presentazione di emendamenti. Lo ha reso noto la newsletter della Camera dei deputati.
(red)

 

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