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Sommario |
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Corte costituzionale su Fondazioni bancarie | |||||||||||||||||||
Il Tesoro non può regolare i settori di intervento delle
Fondazioni e negli organi di indirizzo delle stesse devono
essere rappresentati in prevalenza gli enti, pubblici e privati,
espressione delle realtà locali. Incostituzionali anche gli atti
di indirizzo emananti dall'ex ministro del Tesoro Visco. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che attribuisce al Tesoro il potere di modificare con proprio regolamento i settori ammessi per l'intervento delle Fondazioni bancarie. La Corte costituzionale ha dichiarato la parziale illegittimita' costituzionale degli articoli 11 (commi 1 e 4) della riforma Tremonti e dell'articolo 10 (comma 3) della legge 153 del '99 sulle Fondazioni bancarie ''dichiarando inoltre non fondate con pronuncia in parte interpretativa le ulteriori questioni di legittimita' sollevate dal Tar del Lazio''. Gli atti di indirizzo generali, come quello emanato dall'ex ministro del tesoro, Vincenzo Visco, sono stati dichiarati ''costituzionalmente illegittimi'' nella parte in cui attribuiscono all'Autorita' di vigilanza il potere di emanare atti di indirizzo di carattere generale, vincolanti per le Fondazioni. La Corte Costituzionale riconosce piena autonomia alle Fondazioni, come si evince anche da un articolo del quotidiano "la Repubblica". La Consulta riconosce che il distacco tra fondazioni e banche, se non completamente compiuto, e' di fatto attuato sebbene si sia ancora in un regime transitorio. ''Cio' che conta ormai - scrive la Corte nella sentenza 300 di cui e' stato relatore Gustavo Zagrebelsky - e' la qualificazione degli enti in questione quali fondazioni-persone giuridiche private indipendentemente dall'eventuale perdurare di loro coinvolgimenti in partecipazioni bancarie che la legge ancora consenta per ragioni particolari, accanto all'esercizio prioritario delle proprie funzioni finalizzate al perseguimento degli scopi di utilita' sociale e di sviluppo economico, secondo le previsioni dei loro statuti''. Per tutte queste ragioni la Consulta non ha ritenuto fondati i ricorsi presentati dalle Regioni. (sm). |
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Ghigo all'Europa: no alla contaminazione accidentale da OGM | |||||||||||||||||||
No alla contaminazione accidentale da OGM (organismi
geneticamente modificati).Lo ha detto con forza ai partner europei, oggi a Bruxelles,
il
presidente della regione Piemonte Enzo Ghigo, in veste di
capodelegazione per l'Italia, al Consiglio dei ministri
dell'agricoltura dell'Ue. Ghigo e' stato relatore sul tema della
coesistenza tra
agricoltura convenzionale e biologica e OGM su espresso invito del
ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, presidente di
turno del Consiglio agricoltura che si e' aperto questa mattina a
Bruxelles. Per Ghigo, nella prospettiva della coesistenza tra produzioni convenzionali e biologiche e produzioni transgeniche, ''la tolleranza zero e' fondamentale al fine di assicurare il mantenimento della stessa agricoltura biologica''. Non potra' esservi vera coesistenza, ne' potra' essere garantito che nessuna forma di agricoltura sia esclusa dal territorio della Ue ''se gli stati membri non potranno adottare tutte le misure che ritengono necessarie affinche' la produzione di coltivazioni transgeniche avvenga all'interno di filiere di produzione separate rispetto a quelle convenzionali e biologiche''. Ghigo ha tenuto a sottolineare che le misure per poter assicurare la effettiva coesistenza ''non potranno essere applicate a livello aziendale, ma ad una scala piu' ampia riferibile ad ambiti geografici particolari quali, ad esempio, ''le aree agricole omogenee'' o, in alternativa, aree 'Ogm free. Queste zone andrebbero individuate in base alle condizioni produttive, strutturali agricole, ambientali e climatiche che le caratterizzano. Per Ghigo e' comunque ''indispensabile disciplinare a livello europeo il quadro delle responsabilita', ed in particolare, la possibilita' di indennizzo delle perdite economiche connesse ad un'eventuale contaminazioni genetica''. Fermo restando, ha concluso, che ogni paese membro in assenza di specifiche normative nazionali, verifichi l'opportunita' di predisporre di adeguate disposizioni in materia, come sta effettuando l'Italia. ''Non siamo disponibili aprendere in considerazione soglie di tolleranza per sementicontaminate da Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Per le agricolture biologiche deve valere il principio della tolleranzazero'', ha detto il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo nel corso della riunione del Consiglio dei ministri agricoli dell'Ue. (gs) |
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Black out: Formigoni, Errani, Martini, Bassolino, Galan... | |||||||||||||||||||
''La gestione ottimale
del black out in Lombardia e' stata possibile grazie ad
un uso intelligente della risorsa idroelettrica che ci ha
permesso di uscire dalla crisi in poche ore''. Lo ha detto il
presidente della
Regione
Lombardia, Roberto Formigoni. Formigoni si e' dichiarato d'accordo con quanto detto dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a proposito della necessita' di costruire nuove centrali. ''Ciampi - ha detto Formigoni - ha ragione e noi in Lombardia abbiamo gia' un piano energetico in via di realizzazione, basato su due pilastri principali: da una parte l'ammodernamento delle centrali che gia' esistono e che hanno bisogno di manutenzione e dall'altra parte la costruzione di tre nuove centrali di dimensioni medio-piccole pari a 400 megawatt ciascuna''. Formigoni ha spiegato che la costruzione delle tre nuove centrali elettriche ''permettera' di diminuire la dipendenza dall'estero e, in prospettiva, anche di abbassare il prezzo dell'energia che per gli operatori economici italiani e' piu' alto rispetto a quello dei loro concorrenti europei''. Il presidente della Regione Toscana Claudio Martini ha invece dichiarato che ''Il Governo non puo' nascondere dietro le Regioni i suoi ritardi e le sue responsabilita' nella politica energetica del Paese - ha aggiunto Martini - cercando, nel contempo, di imporre una nuova linea energetica non compatibile con l' ambiente''. ''D' altra parte - ha precisato il presidente della Toscana - noi non abbiamo competenze dirette in materia energetica e comunque, per quel che ci compete, stiamo facendo la nostra parte: abbiamo dato via libera al potenziamento di due centrali, ferme per responsabilita' nazionali, e alla realizzazione di un nuovo impianto. E' curioso che questo Governo, che su tutti i grandi temi della Finanziaria non ci prende mai in considerazione, ora dichiari che sulla politica energetica, di cui noi non abbiamo dirette responsabilita', la colpa e' delle Regioni''. Per il presidente della Campania, Antonio Bassolino, il black out ''ha evidenziato alcuni difetti e problemi organizzativi. Ancora non e' ben chiaro che cosa e' successo. Si tratta di capirlo bene per evitare che si ripeta una cosa del genere''. Per Bassolino sono necessari investimenti ''concordati tra governo, regioni e comuni. L'appello che proprio ieri ha fatto il presidente della Repubblica Ciampi - ha osservato - e' del tutto giusto''. Per il presidente della Regione Campania ''bisogna fare di piu' in tutto il Paese, in primo luogo in materia di infrastrutture". Le Regioni sono quindi pronte a fare la propria parte sul fronte delle centrali elettriche ma questo deve avvenire in tutte le parti del Paese, con investimenti concordati tra governo, regioni e comuni. Le Autonomie rimandano al mittente le critiche espresse nei confronti degli enti locali dal ministro delle Attivita' Produttive Antonio Marzano. Per quanto riguarda invece l'energia nucleare. ''Produrla per noi e' troppo tardi - osserva Giancarlo Galan, presidente del Veneto - io sono uno di quelli convinti che noi abbiamo, allora, sbagliato, ma oggi e' troppo tardi; oggi parlare di nucleare non e' piu' possibile. La demagogia, gli errori nella politica energetica, sono cominciati proprio allora''. Galan esprime la speranza di poter costruire altre centrali nel Veneto: ''che ci siano 50 richieste - auspica - poi individueremo le migliori, che sono necessarie''. Anche Tommaso Franci, assessore della Toscana e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Regioni per l'Energia, e' contrario al nucleare ''per motivi ambientali ma anche economici". In Emilia Romagna sono gia' stati decisi nuovi investimenti per ristrutturazioni e nuovi impianti complessivamente per 3.800 MW di potenza installata, ''con il serio e responsabile coinvolgimento degli enti locali - osserva il presidente della Regione, Vasco Errani - e con le necessarie valutazioni territoriali e ambientali''. Secondo Errani, ''e' triste che ancora una volta, di fronte ad una questione tanto grave come il black out, il ministro Marzano non trovi altro da fare che scaricare tutto sulle Regioni e gli Enti locali. C'e' bisogno di una seria assunzione di responsabilita' ''. ''C'e' bisogno - prosegue Errani - di un piano energetico nazionale costruito con le Regioni e le autonomie locali. La Regione Emilia-Romagna e' disponibile a questo impegno ed e' pronta. Insomma basta con lo scarica barile''. Se si vuole affrontare seriamente il tema del fabbisogno energetico, c'e' una strada e una sola: la cooperazione con le Regioni e gli Enti locali. Questa comune azione di governo - ha concluso Errani - alla quale i cittadini ci chiamano, tra l'altro, e' anche la sola via per affrontare il tema delle energie alternative, gia' ben risolto da alcuni grandi paesi europei. E' disponibile il governo a questa azione comune?''. ''Occorre che il governo sblocchi le leggi che consentano alle Regioni l' autonomia in materia energetica'': ha detto l' assessore alle attivita' produttive e energia della Regione Puglia, Pietro Lospinuso (An), interpellato per sapere come mai la Puglia, pur producendo notevoli quantitativi di energia con la presenza sul suo territorio di varie centrali e di una megacentrale a Brindisi, durante il black out e' stata una delle regioni maggiormente penalizzate. "'Esiste l' accordo della Conferenza Stato-regioni del settembre 2002 - ha detto Lospinuso - che ha previsto di assegnare le competenze in materia alle Regioni affinche' siano disciplinati gli impianti di produzione di energia. Cio' comporta una revisione della legge nazionale n.55 del 2002 che prevede che vi sia una autorizzazione del ministero alle attivita' produttive e un parere, non vincolante, dei Comuni''. ''In Sicilia sabato notte non c'era una scarsa produzione di energia, come sostiene il Gestore della Rete, in realta' le centrali erano spente''. Lo ha detto l'assessore regionale all'Industria, Marina Noe', che ha convocato una conferenza stampa per cercare di fare luce sul black out nell'isola. Secondo la Noe' ''di tutto questo deve rispondere il Grtn''. ''La Sicilia ha pagato il prezzo di scelte precise - ha continuato - si tengono spente le centrali per acquistare energia dalla Francia a costi piu' bassi, ma alla fine non cambia nulla nelle bollette dei consumatori. E' evidente che qualcosa non funziona''. Noe' ha annunciato che il governo Cuffaro si ''fara' promotore di incontri con le altre regioni per mettere un po' d'ordine a questo sistema''. L'Anci (associazione nazionale comuni italiani) prende posizione sulla questione energetica e mette sul tavolo le sue richieste al governo. Per l'Anci ci sono punti che vanno garantiti a partire dal decreto legge 'sblocca centrali'', in scadenza il 31 dicembre di quest'anno. (red) |
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Emilia-Romagna: Festival Teatro di interazioni sociali | |||||||||||||||||||
Il 2003, Anno Europeo delle Persone con
Disabilità, tiene a battesimo l’edizione numero uno di TIS Festival
(Teatro di interazioni sociali), che si svolge a Bologna, Faenza, Ferrara
e Parma, dal 5 al 14 ottobre. Dieci giorni di spettacoli, performances
teatrali e musicali, laboratori, dimostrazioni, talk show, convegni,
tavole rotonde, incontri per portare all’attenzione della gente le
poetiche e le problematiche di un teatro non sempre visibile sulla scena
ufficiale. TIS non è una vetrina, ma un’opportunità per scrutare fra le
pieghe del teatro d’oggi, per cercare di capire quando i disagi si fanno
arte, in che modo la realtà del nostro quotidiano cerchi espressione e
conforto nella rappresentazione. TIS propone un teatro che comprende
consolidati percorsi di ricerca, ma anche numerose esperienze “marginali”,
nascoste. |
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Basilicata: valorizzazione prodotti agroalimentari | |||||||||||||||||||
Terza esposizione di prodotti
agroalimentari della Basilicata, ''Naturalmente
lucano'', che si
svolgera' a Tito Scalo (Potenza), dal 2 al 5 ottobre prossimo. I Consorzi di tutela dell' agroalimentare lucano promuovono una decina di prodotti certificati: fagioli di Sarconi (Potenza), formaggio canestrato di Moliterno (Potenza), melanzana rossa, prodotti da forno, salumi e pecorino del Parco nazionale del Pollino, fagiolo poverello di Rotonda (Potenza), olio del Parco delle chiese rupestri di Matera. Saranno presenti ''15 tour operator, dei quali quattro stranieri provenienti da Olanda, Svezia, Norvegia e Germania'', per coniugare la promozione del territorio con la valorizzazione dei prodotti lucani all' estero. Ci sono in Basilicata ''26 progetti che mirano ad organizzare consorzi di prodotti certificati''. (red) |
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Lazio: riforma intramoenia | |||||||||||||||||||
La
Regione Lazio decide di introdurre la reversibilita' della
scelta per i medici tra struttura privata e pubblica. Di fatto i medici che avevano scelto l'intramoenia, cioe' l'esercizio dell'attivita' privata, al termine del proprio turno lavorativo, nella struttura pubblica, potranno tornare sui propri passi e optare per l'extramoenia (l'attivita' privata svolta nelle strutture private); lo stesso varra' anche per chi aveva abbracciato quest'ultima strada. Per il presidente della Regione Lazio Francesco Storace, si tratta ''della riforma della riforma. Un modo per dare liberta' ai medici e risposte a quello che e' un problema vero''. (red) |
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