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Sommario |
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Regioni su codice beni culturali | |||||||||||||||||||
La Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha approvato un Ordine del giorno relativo allo schema di “Codice dei Beni Culturali”, approvato dal Consiglio dei Ministri in via preliminare. Secondo le Regioni nello schema di codice nessuna delle proposte, formulate congiuntamente dal Coordinamento delle Regioni, dall’ANCI ed dall’UPI, è stata recepita. In particolare si sottolinea come nelle disposizioni generali si amplia il concetto di “tutela dei beni culturali” (competenza legislativa dello Stato), attraverso i concetti di “promozione della coscienza” e “attività di conoscenza” che troverebbero un più corretto inserimento nell’ambito della “valorizzazione dei beni culturali” (competenza legislativa delle Regioni), concetto che invece il codice proposto finisce per limitare notevolmente. Il documento è stato trasmesso al Ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani (nella foto) dal Presidente della Conferenza, Enzo Ghigo. “Sono certo – ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo - che esistano tutti margini per una riflessione comune con il Ministro per rivisitare il testo del codice. Del resto già in altre occasioni le Regioni hanno trovato in Urbani un interlocutore attento”. Nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni si sottolinea che l’intero codice è pervaso da norme secondo cui sarebbe il Ministero a dover esercitare tutte le funzioni. Una tale linea potrebbe portare ad un isolamento del Ministero stesso che porrebbe in una condizione subordinata e marginale gli altri partners - istituzionali e non - nell’attività di salvaguardia e promozione del patrimonio culturale. Anche sul paesaggio- sottolineano le Regioni - si reintroduce un parere vincolante (preliminare all’adozione dei provvedimenti di tutela da parte delle Regioni) della Soprintendenza. Quest’ultima dunque si approprierebbe di una funzione ormai delegata da decenni e dilaterebbe la propria competenza su vie, piazze e centri storici, riducendo le competenze urbanistiche da tempo affidate ai Comuni. Particolarmente grave è l’abrogazione delle norme in materia di beni culturali contenute del D. Lgs 112/98 (di attuazione del decentramento amministrativo, cd. “leggi Bassanini”), che hanno introdotto caute innovazioni nella ricerca di un allargamento dei soggetti attivi sul patrimonio culturale e che la bozza di codice, invece, arretra anche rispetto alla dichiarata ricerca di modelli gestionali degli istituti culturali più moderni e partecipati. Il quadro che emerge è, quindi, allarmante ed è tale da determinare un giudizio negativo su tale testo. Le Regioni ribadiscono la validità delle affermazioni di un documento congiunto Conferenza Regioni, sul quale si era registrata anche la convergenza di Anci ed Upi (dell’8 maggio 2003), e pur riconoscendo in modo netto la responsabilità del Ministero per la “tutela dei beni culturali”, ritengono che tale funzione debba essere esercitata con il concorso delle Regioni e degli Enti locali, avendo come obiettivo comune la valorizzazione, lo sviluppo e la crescita culturale del Paese. Le Regioni chiedono quindi al Governo e alle Commissioni Parlamentari competenti di riaprire un confronto serrato su tali temi per verificare la possibilità di un’intesa. Nel caso in cui tale strada non sia percorribile, si richiede che il Codice si limiti a riordinare la materia della “tutela dei beni culturali”, escludendo ogni norma relativa alla “valorizzazione dei beni culturali” e alla “tutela dei beni paesaggistici”, per le quali si chiede di avviare un confronto interistituzionale. Il documento approvato dalla Conferenza delle Regioni si conclude con un appello ai Comuni e alle Province affinché concorrano nel sostenere la battaglia per la difesa del ruolo di Regioni ed Enti locali per la valorizzazione e la promozione dei beni culturali.
La conferenza delle Regioni
del 23 ottobre ha approvato oltre
al documento sul codice beni culturali, anche le
Linee di politica bibliotecaria per le autonomie,
le
Osservazioni in merito al documento
"Elementi per il
Programma Nazionale della Ricerca 2004-2006"
, e un documento sull'Osservatorio
interregionale sulla rete distributiva dei carburanti. |
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Trentino- Alto Adige: urne confermano Dellai e Durnwalder | |||||||||||||||||||
''Avevamo l'impressione che sarebbe andata bene, ma non potevamo
immaginare un risultato così positivo, che naturalmente ci fa molto
piacere e ci carica di nuove responsabilità''. E' la prima dichiarazione di Lorenzo Dellai, ormai ad un passo dall' elezione a Presidente del Trentino. ''Penso che una campagna elettorale non sia mai il frutto di un unico fattore, ha continuato Dellai, ma che l'elettore la interpreti nella sua complessità. Noi abbiamo messo sul piatto sia i buoni risultati degli ultimi anni di amministrazione e insieme un' idea forte, convincente di futuro''. Dellai ha poi aggiunto di non voler polemizzare con gli esponenti del governo. ''Ben 14, ha ricordato, quelli giunti in Trentino durante la campagna elettorale a dire, oltreché molte sciocchezze e banalità, anche che il dato trentino non avrebbe avuto valore nazionale. Sono il presidente di tutti i trentini - ha aggiunto Dellai - e sarà mio compito anche in futuro rapportarmi costruttivamente con tutti, qui come a Roma''. Circa i risultati che provengono dalla Provincia di Bolzano Dellai (nella foto) ha commentato che ''se saranno confermati i risultati parziali, è andata bene, anche se avrei sperato un risultato più positivo per le liste a noi vicine. Invece è prevalsa la tendenza a radicalizzare il confronto fra le diverse posizioni, in particolare fra An e Forza Italia''. Attesa per il pomeriggio la conferenza stampa di Durnwalder che ha superato quota 100.000 preferenze e si appresta ad essere riconfermato Presidente della Provincia autonoma di Bolzano. Preferenze: Alto Adige (379 su 486 sezioni); liste: Alto Adige (473 su 486 sezioni) candidati Presidente: Trentino (460 su 516 sezioni) liste: Trentino (235 sezioni su 516) (red) |
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Umbria: Oscar comunicazione in ''Dire&Fare'' | |||||||||||||||||||
La Regione Umbria, per la sua
campagna di comunicazione istituzionale sul Patto per lo sviluppo,
si e' aggiudicata il Premio nazionale ''Oscar dell'innovazione'', promosso nell' ambito di ''Dire&Fare'', la sesta
Rassegna della Pubblica Amministrazione che, organizzata dall' Anci
Umbria e Toscana. La campagna di comunicazione, promossa dalla Presidenza della Regione si e' da poco conclusa ed e' consistita in una capillare informazione sui contenuti del Patto per lo sviluppo, attraverso manifesti diffusi su tutto il territorio regionale, inserzioni a pagamento nei giornali locali e depliants e brochure distribuiti a istituzioni, associazioni e parti sociali ed economiche. E' questo il secondo riconoscimento di carattere nazionale nel campo della comunicazione che la Regione Umbria ottiene dopo quello conseguito lo scorso anno al ''Com.Pa di Bologna, dove si aggiudico' il Premio nazionale ''PubblicoþPrivato'', patrocinato dal ''Com.Pa'' e dalla Confindustria, per la sua campagna sul Bilancio regionale 2002. ''Soddisfazione'' per l' assegnazione del premio e' stata espressa dalla presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti (nella foto), che ha voluto sottolineare come tale ''importante ed autorevole riconoscimento dia atto della positivita' della scelta compiuta nel promuovere e sviluppare efficaci politiche di comunicazione istituzionale sulle azioni del governo regionale di maggior rilievo ed impatto''. (sm) |
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UE, Regioni e politiche migratorie: la "Dichiarazione di Bari" | |||||||||||||||||||
Al termine della conferenza “Partenariato interregionale e politiche migratorie” - che si è tenuta a Bari il 23 e il 24 ottobre 2003- è stata eleborata una "dichiarazione finale" con la quale le regioni propongono alla Presidenza Italiana dell’Unione Europea e alle Delegazioni partecipanti alla Conferenza preparatoria di Palermo, quale contributo alla Conferenza Euromediterranea di Napoli, alcune raccomandazioni.
Prima di tutto si sostiene che
le
tematiche riguardanti i fenomeni migratori debbano essere affrontate in
un’ottica di difesa dei valori della solidarietà, dei diritti umani, dello
sviluppo partecipato e della sicurezza.
Occorre poi rafforzare
la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, accrescendo il
ruolo dei governi sub-nazionali e delle autonomie locali nella promozione
e gestione delle politiche di integrazione sociale degli immigrati ed è
necessario promuovere l’inclusione nella legislazione dell’Unione di norme
comuni per il riconoscimento dei diritti politici e di cittadinanza degli
immigrati. va favorito a tale scopo lo sviluppo dei partenariati locali e
va promossa un'azione per assicurare maggiori disponibilità finanziarie al
Bilancio dell’Unione da finalizzare alle politiche di integrazione dei
flussi migratori, per lo sviluppo dello spazio euromediterraneo. |
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Regioni: in 7 Consigli al via iter per cambiare elezione diretta Presidente | |||||||||||||||||||
Niente più scioglimento automatico
dei Consigli regionali legato all' elezione diretta del presidente della
giunta. L' indicazione viene dalla Conferenza dei presidenti dei
Parlamenti regionali, riunita oggi a Reggio Calabria, che ha unanimemente
ribadito il testo della proposta di legge di modifica dell' articolo 126
della Costituzione. I presidenti di sette Consigli regionali hanno già
confermato l' avvio della procedura per giungere al voto entro l' anno.
Il testo, una volta approvato da almeno
cinque Assemblee, sarà trasmesso al
Parlamento per la modifica costituzionale. I Consigli regionali chiedono
di cambiare la clausola simul |
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Stato, Regioni, enti locali nella L.131/03: un libro per capirne gli strumenti | |||||||||||||||||||
L'approvazione della riforma costituzionale del Titolo V può essere
considerato un fatto significativo anche perché è frutto di una procedura
"concertata" con le regioni e gli enti locali. |
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