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Sommario |
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Regioni: Finanziaria mette a rischio servizi essenziali ai cittadini | |||||||||||||||||||
Con questa Finanziaria sono a rischio dei
servizi essenziali forniti ai cittadini dalle Regioni: dalla sanità alla
scuola, dall'edilizia pubblica ai trasporti. E' quanto hanno cercato di
far capire durante una conferenza stampa i presidenti delle Regioni. Le
richieste - alcune politiche e irrinunciabili, altre di natura tecnica -
messe a punto dalle Regioni sono state tradotte in emendamenti.Le proposte regionali sono suddivise nei seguenti
emendamenti
alla Finanziaria:
1)
manovra,
2)
sanità,
3)
sociale. Le richieste che le Regioni ritengono indispensabili riguardano la copertura degli oneri di assistenza sanitaria per gli immigrati regolarizzati e l'ordinato finanziamento della spesa sanitaria corrente. C'e' poi un gruppo di richieste di carattere tecnico, che vede tra l'altro un fondo di garanzia per le diminuite entrate Irap e addizionale Irpef 0,5% e interessare i trasferimenti connessi al decentramento amministrativo. Altre richieste, senza impatto finanziario, riguardano l'Iva trasporto, il patto di stabilità interno con riferimento agli oneri per i rinnovi contrattuali del personale, le assunzioni di personale, i vincoli imposti in materia di politiche di investimento e di indebitamento, la struttura interregionale per la negoziazione con il personale convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il fondo missioni internazionali e il dipartimento nazionale delle politiche antidroga. Infine, le richieste con impatto finanziario riguardano i rinnovi contrattuali, l'assetto normativo per i medici specializzandi, la copertura dei disavanzi Irccs, aziende miste e policlinici universitari e il fondo per le politiche sociali. I Presidenti delle Regioni chiederanno un incontro ai Presidenti di Senato e Camera per rappresentare loro le problematiche che stanno a cuore delle Regioni sulla finanziaria. Ed è stato anche richiesto un incontro con il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Giovedì prossimo (30 ottobre) i Presidenti di Regione convocheranno una riunione con le rappresentanze sindacali, sociali, imprenditoriali, di categoria e con Comuni e Province per rappresentare la posizione delle Regioni in tema di finanziaria. ''Vogliamo che tutti - ha spiegato il vice presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - siano parte del ragionamento''. Il presidente della Conferenza Enzo Ghigo ha spiegato che ''l'eventualita' di rivolgerci al capo dello Stato non è stata per ora presa in considerazione. Non e' detto - ha chiarito - che non lo si faccia, non lo escludo, ma oggi non è stata presa questa decisione''. E in ogni caso, ha fatto capire Errani, non verranno poste a Ciampi questioni che riguardano direttamente la finanziaria, bensì il diritto alla salute dei cittadini. Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha precisato che le regioni ''non stanno chiedendo un solo euro in più ma, dopo aver rispettato tutti i patti sottoscritti, da quello di stabilità all'accordo dell'8 agosto 2001, ora chiedono che lo Stato rispetti gli accordi''. Le Regioni - nel corso di una conferenza stampa seguita da agenzie di stampa e quotidiani (cfr. fra gli altri, La Repubblica, il Sole 24 ore, la Gazzetta del Mezzogiorno, Il Gazzettino)- hanno chiesto ''risposte tassative'' in tema di flussi di cassa per la spesa sanitaria e di finanziamenti per l'assistenza agli immigrati regolarizzati, perché la situazione, per dirla con le parole del Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, e' di ''allarme rosso''. ''Senza una risposta - ha chiarito Ghigo - le Regioni saranno obbligate a ridurre il livello dei servizi per i cittadini. La sottovalutazione che il governo fino ad oggi ha fatto della situazione deve essere rivista, per questo chiediamo di poter incontrare il ministro Tremonti''. Ghigo ha anche chiarito che il governo deve cogliere la posizione delle regioni ''non come una contestazione ma come volontà di collaborazione per dare risposte. Non facciamo rivendicazioni strumentali ma poniamo la questione della sostenibilità del sistema''. Anche per il Presidente della Tegione Emilia-Romagna e vice presidente della conferenza delle regioni Vasco Errani. ''Siamo addirittura oltre l'allarme rosso, ci troviamo di fronte al tema della sostenibilità''. Ed Errani bolla come ''cattiva amministrazione'' i ritardi con cui alle Regioni vengono erogati i fondi per pagare i fornitori. ''C'è un debito pregresso che si aggira attorno ai 10 miliardi di euro - ha detto Errani - che nessuno sa come affrontare. C'e' poi il problema del finanziamento degli investimenti e per questo presenteremo a breve l'elenco degli investimenti che rischiano di bloccarsi in tutte le Regioni''. Le Regioni - ha proseguito Errani - pongono anche questioni che attengono il welfare, l'assetto del territorio e le politiche di sviluppo del sistema produttivo. ''Bisognerebbe spostare le risorse in capo al ministero dell'Industria alle Regioni'', ha detto Errani, secondo il quale se non si trovano risposte significative si rischia di non essere in grado di governare il sistema e, a pagare, saranno i cittadini. ''Cerchiamo di fare un'operazione verità - ha concluso Errani - c'e' un problema enorme e di trasparenza; bisogna rimettersi attorno a un tavolo per rifare i conti''. Formigoni ha ricordato che sono circa 750 mila i cittadini extracomunitari regolarizzati ai quali le Regioni sono ora tenute a prestare non più solo servizi di emergenza ma anche i livelli essenziali di assistenza. Formigoni ha anche precisato che le Regioni non chiedono di tornare ad essere pagate a pie' di lista ed ha osservato come i ritardi dei pagamenti alle regioni siano un danno per l'intero sistema Paese. ''Questa catena perversa - ha concluso - deve essere rotta a vantaggio di tutti''. La Presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ha reso noto che ogni regione convocherà tavoli di concertazione e incontri con le forze sociali e gli altri soggetti istituzionali per ragionare insieme sugli impatti che la finanziaria rischia di avere in ogni territorio. L'assessore della Lombardia all'economia, Romano Colozzi (nella foto), Coordinatore degli assessori al bilancio per la Conferenza delle Regioni, ha spiegato che, per quanto riguarda il flusso di cassa, alle Regioni sono ancora da erogare, per il 2002, 7,8 miliardi di euro e per il 2003 stanno già maturando circa 7 miliardi di euro per un totale di circa 14,4 miliardi di euro. Le regioni chiedono l'erogazione del 98% del fondo sanitario nazionale. Infine Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ha dichiarato che ''La legge finanziaria e' da riscrivere daccapo''. ''Proprio per sottolineare le pesanti ricadute sulle realtà territoriali - continua Martini - la Toscana presenterà un 'libro bianco' in cui saranno messi in evidenza, settore per settore, conseguenze e guasti che questa legge provocherà in particolare nella sanità, nella protezione civile, nelle politiche sociali e, soprattutto, nel sostegno all'economia''. ''Per questo è necessario - conclude il Presidente - che durante i lavori parlamentari il testo della legge venga profondamente riscritto''. (gs) |
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27 ottobre: Assemblea Presidenti Consigli regionali UE | |||||||||||||||||||
Sarà ospitata a Reggio Calabria dal
27 al 28 ottobre la Settima Assemblea plenaria della Conferenza dei
Presidenti dei consigli regionali europei con poteri legislativi (CALRE).
La VIII Assemblea plenaria della CALRE - secondo quanto riportato dalla newsletter Eurolabio - sarà dedicata ai temi della nuova Europa, del dialogo tra le Assemblee legislative regionali e le Istituzioni europee, del ruolo dei Parlamenti regionali nel contesto delle riforme europee. In particolare, sarà oggetto di discussione ai fini della sua approvazione, la proposta di Dichiarazione di Reggio Calabria, che delinea la posizione della CALRE in merito alle riforme costituzionali dell'UE e promuove il rafforzamento della democrazia regionale attraverso la Carta delle Regioni, approvata il 19 settembre 2003. Ulteriori informazioni sull'Assemblea plenaria sono disponibili sul sito del Consiglio regionale della Calabria. ''Il bilancio di un anno di presidenza italiana della Calre é stato positivo - ha dichiarato il coordinatore Riccardo Nencini, presidente uscente - sia per aver saputo accrescere la presenza dei Parlamenti regionali nel momento in cui si sta costruendo la nuova Europa, sia per aver scelto Reggio Calabria come sede dell'Assemblea annuale, in cui dovremo passare il testimone ad un'altra nazione''. ''L'attivita' della Calre - ha aggiunto Nencini - ha registrato almeno tre risultati. Siamo riusciti a fornire un contribuito al dibattito della Convenzione europea evidenziando l'importanza del ruolo di cerniera che i Parlamenti regionali possono svolgere. Siamo stati promotori, altresi', della 'Carta delle Regioni', che raccoglie i principi del nuovo regionalismo nei paesi della U.E, in quelli che vi entreranno il 1 maggio 2004 ed in quelli in pre-adesione. La Carta delle Regioni è stata firmata a Firenze lo scorso 19 settembre da circa 200 Presidenti. Infine, abbiamo aperto un confronto con il Parlamento europeo per l'istituzionalizzazione del ruolo della Calre in occasione dei provvedimenti che riguardano materie di competenza regionale''.(red) |
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La Convenzione UE, Giuliano Amato e il discorso sul metodo | |||||||||||||||||||
E' in
libreria il volume "Una Costituzione per l'Europa. Dalla Convenzione
Europea alla Conferenza intergovernativa", della collana i quaderni di
Astrid (pubblicata da Il Mulino). il libro curato da Franco Bassanini e
Giulia Tiberi , contiene una
prefazione di Romano Prodi e ed una
introduzione di Giuliano Amato. |
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Liguria: conoscere meglio le aree marine protette regionali | |||||||||||||||||||
Nuovo
atlante multimediale delle aree marine protette, iniziativa promossa da
Ministero Ambiente, Regione Liguria e Touring Club
È stato presentato venerdì 10 ottobre il nuovo atlante multimediale delle aree marine protette edito da Ministero dell'Ambiente e Touring Club Italiano. La presenza della Regione Liguria, in qualità di ospite dell'evento, ha offerto l'occasione per conoscere meglio le aree marine protette regionali. L'atlante è multimediale in quanto composto da due volumi e un cd-rom che descrivono le ventitré aree marine protette nazionali. Di ogni area sono evidenziate le bellezze e le peculiarità naturalistiche, con in più i suggerimenti per gli itinerari più suggestivi e significativi dal punto di vista dell'osservazione degli ecosistemi. Non mancano poi informazioni sulla tradizione culturale, artistica ed enogastronomica sviluppatasi nei secoli in questi territori. L'atlante offre anche informazioni utili per raggiungere e per muoversi all'interno delle aree protette, sia in automobile sia in barca. I diportisti in particolare potranno, grazie a questi volumi, soddisfare la loro curiosità riguardo agli approdi, alle rotte consigliate, ai punti pericolosi per la navigazione, ai servizi presenti nei porticcioli. Le aree marine protette sono un luogo di vita e non un santuario chiuso e inviolabile. La pubblicazione dell'atlante ha quindi la finalità di incentivare la pratica di una serie di attività che permettono di godere a pieno della bellezza di questi luoghi. Via libera quindi a snorkeling, diving, escursioni, vela e nautica. Si tratta di attività che, praticate con criterio, consentono di coniugare valorizzazione dell'ambiente e sviluppo economico del territorio. Si tratta quindi di un'importante opportunità per il nostro Paese che ha nel turismo una parte importante della sua economia, ma che può avere, sfruttando un territorio ricco di approdi naturali, nuove occasioni di sviluppo proprio attraverso la promozione delle aree protette. (red) |
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Assistenza immigrati: non un euro a Regioni | |||||||||||||||||||
''Le regioni, specie quelle del
Mezzogiorno, sono le prime ad essere esposte all'ondata drammatica di
arrivi di immigrati e alcune di loro sono impegnate finanziariamente
anche in questa direzione''.
Lo ha detto il presidente della Lombardia,
Roberto Formigoni, che coordina l'area affari finanziari per la Conferenza
delle Regioni. Il tema dell'assistenza sanitaria agli immigrati regolarizzati, ha osservato Formigoni, si incrocia con quello dell'emergenza tragica degli sbarchi di clandestini ''che indica la responsabilita' di tutti''. Formigoni, parlando dei finanziamenti che le regioni chiedono al momento che sono chiamate all'assistenza sanitaria degli extracomunitari regolarizzati ha detto che ''apprezziamo queste novita' '', ma ha anche ricordato gli accordi presi in materia l'8 agosto del 2001 in tema di prestazioni di servizi agli immigrati regolari nella stessa misura di quelli che vengono garantiti ai cittadini italiani. La Finanziaria non prevede ''neanche un euro'' per l'assistenza sanitaria essenziale agli immigrati regolarizzati: lo sottolinea ''con preoccupazione'' la presidente della Regione Umbria, Maria Lorenzetti, (nella foto) facendo rilevare che ''la carenza di fondi su questo versante crea un elemento d'incertezza'' per il bilancio, ''tendenzialmente in equilibrio'', della sanita' umbra. Lorenzetti ricorda che e' la legge Bossi-Fini a prevedere, ''giustamente'', l'assistenza sanitaria per gli immigrati regolari, ''ma, a fronte di un costo di 1.250 euro pro capite l'anno, la finanziaria non dispone neanche un soldo di cofinanziamento. E negli anni futuri, con i ricongiungimenti familiari, questa voce di spesa sanitaria a carico delle Regioni e' destinata ad aumentare''. Un altro ''elemento d' incertezza'' indicato da Lorenzetti e' la mancata previsione di risorse per confinanziare il rinnovo del contratto di lavoro della sanita', ''dopo che il Governo si era impegnato con le Regioni su questo versante''. Infine il bilancio della sanita' regionale ''puo' essere messo in difficolta' anche dai ritardi con cui il governo trasferisce i fondi per pagare i fornitori delle Asl. E' la Regione ad anticipare queste somme - ricorda Lorenzetti - e lo fa pagando degli interessi alla banche. Anche su questo fronte il governo si era impegnato, ma se non intervenissero le Regioni - conclude Lorenzetti - ne andrebbero di mezzo la credibilita' istituzionale ed il futuro di molte aziende''. (red) |
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Riforme: Bossi preannuncia emendamenti | |||||||||||||||||||
Marcello Pera esprime soddisfazione per l'
avvio in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama dell' iter
del ddl per le riforme istituzionali. Il presidente del Senato ha detto
di essere stato informato dei lavori svoltisi stamani in commissione
Affari costituzionali: e' un buon auspicio.
E' necessario importante e urgente, ha
ribadito Pera, fare le riforme istituzionali. Umberto Bossi avverte: la maggioranza può anche approvare le riforme istituzionali da sola. Prima di entrare in commissione Affari Costituzionali del Senato, dove oggi prende il via la discussione sulle riforme, Bossi spiega il suo punto di vista ai giornalisti. ''La sinistra ha dimostrato che si può fare una riforma costituzionale importante con un margine ristrettissimo di voti e poi avere la conferma degli elettori nel referendum. Lo hanno fatto così, forse volevano indicarci la strada da seguire. Noi eravamo pronti ad aprire, ma se le premesse sono quelle di Bordon, che ha detto che il Ddl sulle riforme va buttato nel cestino...''. Poi spiega possibili cambiamenti del Ddl: i Presidenti delle Regioni saranno automaticamente componenti del senato federale. La novità è contenuta in un emendamento che il ministro per le Riforme Umberto Bossi si accinge a presentare in Senato, dove oggi ha preso il via il dibattito sul disegno di legge presentato dal governo (''il primo giro di manovella'', come lo ha definito lo stesso Bossi). ''L'emendamento che mi accingo a presentare - ha spiegato Bossi - prevede che i presidenti delle Regioni diventino membri del senato a pieno titolo''. Un modo, ha spiegato il ministro, ''per ancorare maggiormente il Senato federale alla realtà delle regioni''. Un altro emendamento di Bossi prevede la contemporaneità dell'elezione del senato e di quella delle singole regioni. ''Il Senato - ha spiegato Bossi - non avrebbe mai una vera e propria scadenza, ma si rinnoverebbe di volta in volta, in modo parziale, come avviene negli Stati Uniti. Quando gli elettori di una regione saranno chiamati a eleggere il consiglio regionale, dovranno eleggere anche i loro Senatori''. Secondo Bossi, questi meccanismi consentiranno al Senato di avvicinarsi maggiormente al modello di una Camera delle Regioni. ''Purtroppo - ha detto - il nuovo Senato non sarà una vera Camera delle regioni, come il Bundesrat tedesco, come avrei preferito, ma qualcosa di simile. Quindi passeremo da un club all'inglese a un club alla tedesca''. Un terzo emendamento di Bossi affida alle regioni a statuto speciale un parere vincolante sulle leggi costituzionali riguardanti i loro statuti, che dovranno essere approvate dal Parlamento. “L’emendamento del Ministro Bossi – ha dichiarato Vasco Errani, Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente dell’Emilia-Romagna - non risolve in alcun modo il pasticcio del Senato federale così come previsto nel Ddl licenziato dal Consiglio dei Ministri , perché non dà soluzione a tre nodi essenziali:l’esigenza di un Senato davvero federale e cioè rappresentativo dei territori, problema non risolto con il contentino della presenza dei Presidenti di Regione; la composizione del Senato deve comprendere oltre alle regioni rappresentanti dell’intero sistema delle autonomie locali; infine – ha concluso Vasco Errani (nella foto) - il Senato federale per funzionare deve avere compiti distinti e adeguati al proprio ruolo e non marginali come previsto dal Ddl del governo”. Di diverso avviso Carlo Vizzini: "Mi pare di poter dire che siamo partiti con il piede giusto''. E questo il giudizio espresso dal Presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali e componente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. ''Abbiamo ascoltato la relazione di D'Onofrio che ha fissato tre principi di fondo irrinunciabili: federalismo con rottura del bicameralismo imperfetto;interesse nazionale; rapporto diretto tra cittadino-elettore e programma e coalizione di Governo. C'è una nostra ampia disponibilità ad un dibattito completo e sereno che coinvolga pienamente l'opposizione e sono personalmente convinto che è possibile riscrivere un pezzo della nostra Costituzione con il contributo di tutti. Le prossime settimane ci diranno quanto questo è realmente possibile. In questo quadro anche gli emendamenti che il ministro Bossi ha preannunziato a nome del Governo sono da considerare - conclude Vizzini - migliorativi del testo già presentato e coerenti con le richieste avanzate dalle Regioni''. Piovono critiche dagli enti locali. Le Province hanno ribadito, nel direttivo dell'Upi, la loro preferenza per un Senato federale ''misto'' nel quale, accanto a una quota di senatori eletti a suffragio universale, sieda una rappresentanza nominata direttamente dalle autonomie locali. Lo ha detto Lorenzo Ria, presidente dell'Upi, replicando al ministro Bossi che aveva preannunciato un emendamento che apriva il futuro Senato federale ai soli presidenti delle Regioni: Leonardo Domenici, presidente dell'Anci, ha espresso ''profonda insoddisfazione e stupore'' per l'emendamento nel quale vede ''una grave mortificazione del ruolo e della dignità dei Comuni italiani, in considerazione del fatto che un Senato federale dovrebbe essere rappresentativo dei territori; quegli stessi territori che i Comuni, nel nostro Paese, ampiamente e storicamente rappresentano''. (sm) |
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