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Sommario |
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Finanziaria: critici Regioni ed enti locali | |||||||||||||||||||
La Corte dei Conti esprime dubbi e
''preoccupazioni sulla reale fattibilità, nei tempi indicati, dei
gettiti previsti'' per quanto riguarda le entrate straordinarie.
Il presidente della Corte dei
Conti, Francesco Staderini, durante l'audizione sulla Finanziaria,
si è
riferito in particolare alle cartolarizzazioni, al condono edilizio e al
concordato preventivo. Ma ''problemi ancora maggiori'' - afferma la
Corte dei conti - risultano
per l'attuazione del condono edilizio e questo perché si tratta di
''materia concorrente'' con le Regioni alcune delle quali hanno ''gia'
intrapreso iniziative di contrasto che potrebbero incidere sull'esito e i
tempi della sanatoria''. Infine, per il concordato preventivo,
''andrebbero attentamente considerate anche le questioni attinenti
all'annunciata vanificazione di meccanismi come quelli dello scontrino e
della ricevuta fiscale''. Si infoltisce intanto il fronte delle Regioni che si oppongono al prossimo condono edilizio e questo potrebbe creare non pochi problemi in termini di gettito atteso. Le regioni sono divise a metà tra il fronte che cercherà di bloccare la sanatoria e quelli che invece aderiranno cercando di "ridurre il danno" intensificando intanto la lotta all'abusivismo. Tra i contrari anche il presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, che ha confermato che impugnerà il decreto sul condono edilizio davanti alla Corte costituzionale. Altre Regioni stanno invece studiando la possibilità di bloccare la sanatoria attraverso interventi regionali. Nel contempo incassa già una bocciatura l'ipotesi di procedere ad un doppio esame parallelo, Senato-Camera, della manovra e del maxi-decreto che la accompagna che non incontra il favore del sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas (nella foto) che non usa giri di parole per commentare l'ipotesi doppio binario: oltretutto, afferma Vegas, e' noto che ''il parere delle Commissioni di merito e' come la carta per imballare le uova'' ovvero non e' esattamente 'indispensabile' per andare avanti nell'iter parlamentare. In sintesi sono cinque i punti contestati della manovra Finanziaria dalle regioni :1) Il primo e' il mancato riconoscimento degli oneri aggiuntivi sanitari a carico della Regione per gli immigrati regolarizzati. Non sono previste quote aggiuntive per i regolarizzati che sono 650.000 a livello nazionale. Lo stesso presidente della Regione Lazio Francesco Storace, afferma che An, il suo partito, deve sapere che i diritti degli immigrati ''hanno un costo'': e chiede che An presenti un emendamento alla Finanziaria per garantire il diritto alla salute degli immigrati regolarizzati, finora assicurato dalle Regioni che pero' rischiano di dover privare dei servizi i cittadini italiani. 2) Il secondo punto e' il fondo sanitario nazionale inadeguato e le regioni hanno un disavanzo di 4-6 miliardi euro ogni anno'. A questo c' e' da aggiungere - ha rilevato Delbono, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna - che ''la Finanziaria per il secondo anno consecutivo inibisce l' uso della leva fiscale, addizionale Irpef e Irap e quindi le regioni non hanno neanche gli strumenti per fronteggiare questo disavanzo''. 3) Il terzo e' la lentezza dell' erogazione delle liquidita'; 4) Quarto punto di critica e' che non ci sono le risorse per applicare il decreto Bassanini che prevedeva un inizio di federalismo fiscale; 5) gli aumenti contrattuali per la sanita' e non solo. Le Regioni chiedono che l' aumento del costo del lavoro sia escluso dal patto di stabilita'. ''Gli amministratori locali dell'Emilia-Romagna - si legge in un comunicato stampa - valutano con estrema preoccupazione i contenuti della Finanziaria e condividono i giudizi fortemente critici espressi dalle associazioni nazionali delle autonomie locali Anci e Upi e dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni''. Il Presidente dell'Emilia-Romagna Vasco Errani, ha dichiarato: ''Noi non siamo qui solo per protestare e per chiedere qualche euro in più. Tutte le Regioni, i Comuni e le Province hanno giudicato insostenibile la Finanziaria perché senza risolvere i problemi della finanza pubblica non consentirà agli enti locali e alle regioni di rispondere ai bisogni dei cittadini. La costruzione di un progetto di finanza pubblica non può avvenire che con la collaborazione tra istituzioni. La novità del decreto legge che accompagna la Finanziaria e che rappresenta il 90% della Finanziaria cambia radicalmente i tempi della discussione''. La finanziaria, secondo Errani, e' il frutto di un ''centralismo esasperato. Ciascun ministro cerca di portare a casa la propria bandiera a prescindere dalle competenze''. Sempre a riguardo della manovra Finanziaria sono state sottolineate luci e ombre. Luci in particolare per nuovi stanziamenti locali le ha sottolineato il presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, in quanto sono stati previsti dalla finanziaria 2004 anche per l' Ente irriguo umbro toscano per far fronte alle esigenze idriche dell' area del Trasimeno. La regione Marche invece sottolinea gli aspetti riguardanti i finanziamenti poste-terremoto per la ricostruzione. Se la Legge Finanziaria verrà approvata senza modifiche le Marche subiranno una riduzione di trasferimenti stimata in circa 244,5 milioni di euro, oggi che servono a garantire il funzionamento dei servizi essenziali. Il bilancio regionale sarà di fatto 'ingessato' al 99,9% per la copertura delle spese fisse e si rischierà la paralisi. Il Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, ha ribadito che le Regioni unitariamente "sulla finanziaria e abbiamo espresso con chiarezza e durezza un giudizio negativo". Il governo ha tagliato - sottolinea la regione Sicilia - circa 200 mln dalla spesa farmaceutica, pari al 17 per cento dell' intera spesa sanitaria, pari a 6.500 mln, 2.865 a carico della Regione (42 per cento circa) e ha previsto 375 mln (18 mln a carico della Regione) per l' edilizia sanitaria. Per i precari sono stati stanziati in bilancio 230 mln, 50 mln in meno rispetto allo scorso anno. Ribadiscono i loro giudizi critici sia l'UPI (province) che l'Anci (comuni). (gs) |
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Riforme : Consiglio Ministri licenzia Ddl | |||||||||||||||||||
Il
Consiglio de Ministri ha definitivamente
approvato il disegno di legge di revisione di taluni articoli della parte
seconda della Costituzione nel testo sostanzialmente identico a quello che
era stato esaminato in via preliminare nella riunione del 16 settembre
scorso; la riforma proposta dal Governo - si legge nel comunicato stampa
diffuso dalla Presidenza - costituisce un importante passo per un reale
ammodernamento del sistema istituzionale della Repubblica; ne sono assi
portanti la riforma del Senato, che sarà trasformato in Senato federale
della Repubblica; il mutamento della connotazione del nostro
bicameralismo, che da “perfetto”, cioè pienamente paritario, diviene
asimmetrico, ovvero con competenze diversificate per i due rami nel
procedimento legislativo, sia per consentire una rappresentanza delle
Autonomie territoriali in Parlamento sia per favorire iter più snelli dei
provvedimenti legislativi; l'interesse nazionale della Repubblica,
garantito dal Senato federale; la composizione della Corte Costituzionale;
la procedura di elezione ed i poteri del Capo dello Stato; i poteri del
Presidente del Consiglio, che diviene Primo Ministro; l'attribuzione di
competenze legislative esclusive alle Regioni in alcune rilevanti materie
attinenti all'istruzione, alla sanità e alla polizia locale. La riforma
dovrà ora affrontare l'esame parlamentare previsto dalla Costituzione e
cioè l'approvazione da parte di ciascun ramo del Parlamento, con due
distinte e successive deliberazioni (ad intervallo di almeno tre mesi),
assunte a maggioranza assoluta da ciascuna Camera.Il
Governo annette grande importanza alla proposta di revisione
costituzionale ed auspica che il concorso delle forze politiche in
Parlamento consenta una discussione ponderata e proficua per il Paese. Il Consiglio ha convenuto che gli indirizzi espressi dalle Regioni troveranno recepimento in sede di discussione parlamentare sotto forma di appositi emendamenti. E a proposito degli indirizzi espressi dalle Regioni Il Sole 24 ore pubblica una "nota" riassuntiva secondo cui le proposte delle Regioni si potrebbero sintetizzare in 5 punti: contestualità delle elezioni del Senato federale e dei Consigli regionali; elezione indiretta sul modello tedesco di una quota dei senatori; competenze e ruolo del Senato; maggiore definizione del ruolo delle Regioni nella elezione di una parte dei membri della Corte Costituzionale; una migliore "messa a punto" del concetto di interesse nazionale. Rispetto alla proposta per Vasco Errani Presidente della Regione Emilia-Romagna e vicepresidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni si tratta ''Un disegno di legge sbagliato e contraddittorio, figlio del ricatto, sul quale il governo non ha di fatto consentito un dialogo ed un contributo vero delle Regioni e delle Autonomie'. Voler procedere in questo modo evidenzia una certa sordità istituzionale. In realtà - aggiunge il presidente - si va avanti così per via del ricatto della Lega, secondo le forme più deteriori della politica''. ''Ad esempio, sul Senato federale - afferma Errani - non si pensi che basti un semplice aggiustamento, quando invece occorre rovesciarne la logica centralista coinvolgendo non solo le Regioni ma anche le Autonomie. Ed il tema dell'interesse nazionale non può essere agitato contro le Regioni, per bilanciare l' errore della Devolution''. ''La disponibilità espressa dal governo - conclude Errani - deve essere quindi rivolta a cambiamenti sostanziali e su questi, come abbiamo chiesto fin dall' inizio, siamo pronti ad un confronto vero''. 'Bisogna avere serenità di valutazione e di giudizio. Non si può essere sempre contro il governo o sempre a favore e io mi sforzo di avere un atteggiamento istituzionale: abbiamo avuto un incontro sulla finanziaria e abbiamo espresso con chiarezza e durezza un giudizio negativo, al tempo stesso abbiamo preso atto dell'apertura del governo e del Presidente del consiglio sulla riforma costituzionale'' che e' un fatto positivo. Cosi', dopo gli accesi incontri tra governo e regioni sui temi della finanziaria e delle riforme, il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, conferma il giudizio negativo espresso dalle Regioni sulla prima questione e il suo giudizio positivo sull'atteggiamento del governo sulle riforme. Fitto ne ha parlato a Bari appena rientrato dalla firma con Berlusconi e i ministri interessati sull' accordo quadro per opere infrastrutturali in Puglia per oltre 7 miliardi di euro (dei quali due miliardi gia' disponibili). Sulle difficoltà del confronto di ieri con il governo, che hanno portato anche alla mancata convocazione della Conferenza Stato-Regioni, Fitto minimizza e ribadisce il suo giudizio positivo sull'atteggiamento del governo. ''Dopo l' incontro con il presidente Berlusconi - ha detto - si e' concordato unanimemente di non tenere più la Conferenza Unificata''. ''Su questo mi rendo conto che ci sono giudizi differenti - ha aggiunto - le Regioni hanno posto alcune questioni molto importanti al presidente del Consiglio che riguardano la modifica sostanziale del funzionamento del Senato federale, il cambiamento della composizione, la contestualità di elezione con i consigli regionali e una modifica delle competenze''. ''Su questi temi - ha concluso - il presidente del consiglio si e' impegnato a presentare emendamenti direttamente e questo e' un elemento molto positivo''. Il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Carlo Perrin (nella foto) ha giudicato positivamente l' impegno di inserire nel disegno di legge di riforma costituzionale la proposta, delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, del parere vincolante dei Consigli regionali, in caso di modifica degli Statuti da parte del Parlamento. (sm) |
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De Poli: al lavoro alleanza Regioni-Forum terzo settore | |||||||||||||||||||
Il Coordinamento degli assessori alle politiche sociali delle Regioni e delle Province Autonome ha incontrato il Forum Permanente del Terzo Settore. "E’ stato un incontro positivo - ha rilevato l’assessore Antonio De Poli (nella foto), che in qualità Coordinatore degli assessori regionali dell’Area Sociale ha presieduto la riunione - che apre la via ad una forte collaborazione tra il Forum Nazionale e il Coordinamento degli Assessori alle Politiche Sociali per tutti quei temi che, pur avendo una rilevanza nazionale, dopo la riforma del titolo V della Costituzione sono di stretta competenza delle Regioni. Abbiamo già individuato alcuni temi su cui focalizzare l’attenzione nei prossimi mesi: i Lea (Livelli Essenziali d’Assistenza), la disabilità, il Welfare e in generale tutta la legislazione sul terzo settore e la congruenza tra quella nazionale e quella regionale. Abbiamo inoltre deciso l’avvio di un monitoraggio, ciascuno per la sua parte, sulle esperienze e le iniziative già in atto, per poter mettere in rete tutte le esperienze condivisibili, nella prospettiva di rafforzare il dialogo tra i Forum regionali e le rispettive regioni". "L’auspicio – ha concluso De Poli – è di poter giungere in tempi brevi ad un protocollo d’intesa per la costituzione di un tavolo permanente di confronto su tutti questi importanti temi". Soddisfazione per i risultati dell'incontro è stato espresso da Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore. Dalla prossima settimana la Camera dei Deputati inizierà a discutere tre delle principali questioni poste dal Meeting regionale per l’Anno europeo delle persone con disabilità di Montegrotto Terme. Lo ha reso noto l'assessore veneto - e Coordinatore della Conferenza degli assessori alle politiche sociali - Antonio De Poli dopo un incontro con il Presidente della Camera dei deputati, Pierferdinando Casini. "Al Presidente della Camera avevo chiesto - spiega De Poli - di porre all'attenzione dei Deputati tre argomenti sui quali dal meeting di Montegrotto era stata avanzata la richiesta di un intervento legislativo: riguardano l'introduzione della figura dell'Amministratore di Sostegno (e altri istituti come affido familiare, trust) del disabile, i supporti informatici alle persone con disabilità ed il Fondo per la non autosufficienza, che riguarda oltre ai disabili anche gli anziani. La proposta del Presidente Casini alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio di mettere nel calendario dei lavori queste tre questioni è stata accolta all'unanimità". "L'inizio della discussione alla Camera è importante - sottolinea l'assessore regionale - perché rappresenta il primo passo verso risposte concrete alle richieste avanzate dal mondo dei disabili, che hanno avuto il sostegno della Regione del Veneto e di tutte le altre Regioni italiane: a Montegrotto non avevamo voluto fare una passerella di personaggi delle istituzioni, ma mettere intorno allo stesso tavolo il Parlamento, le amministrazioni locali e le associazioni e i famigliari delle persone disabili, con l’intento di formulare delle risposte concrete, di ascoltare le realtà impegnate nel settore della disabilità e le associazioni dei familiari, per conoscere davvero le esigenze di tutti e per costruire provvedimenti che durino nel futuro". "Mi sembra - ha concluso De Poli - che con l'avvio del percorso parlamentare, il nostro Meeting cominci a dare i suoi frutti". (red) |
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Prezzi: Marzano su Euro e ruolo Regioni | |||||||||||||||||||
Secondo il Ministro per
le Attività Produttive
Antonio Marzano
all'origine dell'inflazione c'e' l'euro. Con la sua introduzione ci sono
stati fenomeni speculativi, anche se non si può generalizzare. E poi c'e'
un cambio difficile. Se chiediamo a qualcuno quanto vale un'euro ci
risponde 2mila lire. Ma questo non e' vero un euro vale 1936,27 lire e
questa falsa idea del cambio già comporta un 3,5% in più. Come Governo
stiamo facendo la nostra parte per tenere stabili i prezzi - ha aggiunto
Marzano - ed adesso puntiamo ad una convenzione con Confcommercio e
Confesercenti per tenere stabili i prezzi nei prossimi mesi. Alle Regioni - ha concluso Marzano - chiediamo, sulla base della competenza loro attribuita dalle modifiche al titolo V della Costituzione in materia di commercio che si diano da fare per migliorare la rete di distribuzione commerciale che non e' ancora efficiente''. (red) |
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Lorenzetti: Umbria , terra che educa alla pace | |||||||||||||||||||
Si e' svolta senza problemi, in maniera
tranquilla ed ordinata, la
marcia
che ha richiamato sul vecchio percorso che da Perugia conduce fino ad
Assisi - circa 25 chilometri - migliaia di persone, venute a manifestare
per chiedere ''Un' Europa di pace''. La stima ufficiale della questura in merito al numero dei partecipanti - che e' stata resa nota in serata - parla di circa 100 mila persone, con un corteo che si e' man mano ingrandito,dalle prime ore di stamani. La questura ha allestito, oggi, una sala operativa unica per il controllo dell' ordine pubblico, che si e' avvalsa anche dell' importante apporto di due elicotteri della polizia di Stato che hanno costantemente monitorato la marcia. Un dispositivo di protezione civile per favorire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione e' stato predisposto dalla prefettura, con una sala operativa attiva da stamani alle 8, secondo la quale alle 16.30 erano 900 i pullman censiti dai diversi check-point. Molti, in particolare, i giovani e gli scout presenti e molte anche le famiglie. Nel corso della manifestazione alcuni bambini si sono persi durante il percorso, ma volontari e forze di polizia li hanno aiutati a ritrovare i genitori. Fra questi anche Alessandro, di nove anni, che dopo essersi perso ha marciato per un po' insieme alla presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, che si e' attivata per ritrovare la sua mamma. Nel corso della manifestazione non sono inoltre state registrate particolari emergenze sanitarie. Complessivamente ai partecipanti sono stati distribuiti oltre 20 quintali di bottiglie di acqua. I pacifisti, dopo la manifestazione finale alla Rocca Maggiore di Assisi, ora stanno lentamente lasciando la citta'. Proprio su questo deflusso si concentra adesso l' attenzione di prefettura e questura. questa marcia lascia all'Umbria ''l'eredita' di essere sempre di più terra dove ci si educa alla pace'': lo ha detto oggi pomeriggio la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti (nella foto),sottolineando il ''grande successo di una manifestazione che ormai e' una vera e propria istituzione''. L'Umbria - ha ribadito Lorenzetti - si propone sempre di più come sede dove le varie espressioni della società civile internazionale hanno la possibilita' di incontrarsi per mettere a punto, insieme alle istituzioni, proposte e progetti per costruire la pace nella giustizia e nello sviluppo''. Nel frattempo la nostra Regione - ha proseguito Lorenzetti - e' impegnata a portare avanti progetti importanti di cooperazione dal basso, in Palestina e in Brasile''. Infine Lorenzetti ha ricordato che il 19 novembre prossimo proprio Perugia ospiterà uno degli incontri preparatori della prossima conferenza euromediterranea. (red) |
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Immigrazione; Formigoni "un errore escludere la Lega" | |||||||||||||||||||
''Non possiamo lamentarci del fatto che non
riusciamo a reggere la concorrenza della Cina - ha affermato il
Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un'intervista
al
Corriere della sera - se poi non
abbiamo la manodopera necessaria per difendere le nostre quote di
mercato. Per difenderle dobbiamo allargare l'ingresso di
lavoratori stranieri e questi devono essere disposti ad accettare misure
di flessibilita' piu' larghe di quelle attuali". "Le quote non possono essere un tabù: già oggi si pone il problema di allargarle e questo problema si porrà ancora di più quando arriverà la ripresa''. Per quanto riguarda invece il dibattito sull'immigrazione, Formigoni si dice favorevole a una maggiore elasticità nella determinazione delle quote di ingresso. Quanto allo scontro nella maggioranza, Formigoni osserva che ''politicamente sarebbe un errore gravissimo escludere la Lega'', ed esclude che ci possa essere una crisi di governo. ''Credo che, sia pure con fatica - conclude - troveremo insieme la soluzione al problema indicato da Fini''. E sul tema immigrazione, riferendo i risultati di alcuni recenti sondaggi, An per voce di Urso ha detto che oltre il 70% degli italiani sarebbero d'accordo con la proposta di Fini, che il consenso sarebbe stato espresso dal 76% degli elettori di An - ''una percentuale che aumenta di ora in ora'', ha aggiunto l'esponente del governo - e che anche all'interno della Lega vi sarebbe una larga quota di iscritti allineata con il progetto del presidente di An. ''Non trattandosi di un aspetto compreso nei programmi di governo perché relativo a tematiche connesse alla coscienza di ciascuno come, in passato, il divorzio, l'aborto o l'indulto - ha proseguito Urso - mi sembra un motivo per unire e non dividere''. An ''non griderà allo scandalo'' qualora la Lega non votasse la proposta, ha detto ancora, e quindi, ha precisato, ''crediamo allo stesso modo che la Lega non si scandalizzera' se su un argomento che non riguarda il patto di coalizione ci potranno essere posizioni divergenti in Parlamento''. (red) |
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