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Sommario |
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Riforme: i giudizi su incontro con Berlusconi | |||||||||||||||||||
I Presidenti delle regioni e i
rappresentanti degli enti locali
hanno incontrato
ieri
il Presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi (nella foto). All'ordine del giorno la riforma della
costituzione,
il cui schema è stato licenziato il 16 settembre.
Poco prima si era svolta, presso la sede del Ministero delle Riforme,
una riunione tra
alcuni presidenti di Regione del centrodestra e il leader della Lega,
Umberto Bossi. Al termine dell'incontro è arrivato un giudizio positivo dal Presidente della conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo. ''Il Governo - ha spiegato Ghigo - ci ha dato delle aperture, ed ha preso l'impegno a presentare una serie di emendamenti in Senato. Il dibattito parlamentare sara' lungo ma si e' aperta una buona stagione'. 'E il Presidente della Conferenza disegna anche uno scenario possibile del futuro Senato Federale in un'intervista rilasciata a La Stampa: "oltre ai 200 senatori previsti dalla riforma dei quattro saggi, si aggiungeranno 40 rappresentanti delle autonomie locali e delle regioni. Nel senato potranno entrare anche Presidenti e sindaci delle grandi città. le regioni non hanno pregiudiziali verso i rappresentanti degli enti locali". Diverso, per toni e contenuti, il giudizio del Vicepresidente della Conferenza, Vasco Errani, al termine dell'incontro con il premier. ''La riforma, così com'è - ha ribadito Errani - è sbagliata, confusa e pasticciata. nel corso dell'incontro c'e' stata un'apertura su alcune questioni, come il Senato federale e l'interesse nazionale'', ma per Errani, ''la ragione per cui viene approvato questo testo e' nota: vi sono alcuni condizionamenti nella maggioranza che non consentono di fare una discussione libera e serena. Noi verificheremo le novità; le parole non sono sufficienti. Se per esempio - ha concluso Errani - il Senato federale sarà l'opposto di quello che è oggi nello schema di Ddl, sarà già un passo avanti''. Per il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, si è, invece, "messo in moto un positivo meccanismo di confronto: la Casa delle libertà ha un atteggiamento positivo nei confronti delle nostre proposte. 'Le ragioni che abbiamo portato - spiega Formigoni - sono state prese in considerazione e ci sono state anche delle positive aperture. Ora si e' aperto un processo: la proposta del governo ci e' nota, noi Regioni proponiamo degli emendamenti che vanno inseriti nel contesto. Certo, nessuno di noi pretende di avere una risposta immediata su ciascun emendamento, ma mi aspetto che nell' incontro di questo pomeriggio con il Presidente del Consiglio si possa avere conferma della positività del lavoro iniziato''. ''Certo - ha osservato Formigoni - sarebbe stato più opportuno che il Governo rimandasse di qualche giorno la presentazione del testo in Consiglio dei ministri o che si lavorasse in queste ore per approntare degli emendamenti. Il Governo non ha ritenuto di farlo e quindi domani sarà approvato un testo che non ci soddisfa. Tuttavia, ha osservato il Presidente della Lombardia, c'è l'impegno del Governo a presentare emendamenti su quattro punti essenziali per le Regioni e ''la situazione e' quindi potenzialmente positiva''. Formigoni ha spiegato che i quattro punti riguardano: la contestualita' tra le elezioni del Senato federale e quella dei Presidenti di Regione e dei Consigli regionali; la presenza degli esecutivi regionali nel Senato federale, l'ampliamento delle materie di competenza del Senato federale anche alle leggi di bilancio e finanziarie e ad altre materie concorrenti tra Stato e Regioni. Infine sono state accolte le richieste delle Regioni a statuto speciale. ''La situazione - ha ribadito - concludendo Formigoni - è quindi nuova e potenzialmente positiva; attendiamo di vedere gli emendamenti che il Governo presentera' in Senato. Se alla buona volontà di oggi farà seguito un lavoro comune potranno esserci evoluzioni positive''. Anche il Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, giudica ''positivo'' il confronto, mentre il giudizio del presidente della Regione Lazio Francesco Storace, è stato preceduto da un botta e risposta con il Ministro bossi sul ruolo della capitale ''Sono a disagio perché sono davanti ad un Ministro che giornalmente insulta la mia citta' ''...Ma io faccio solo provocazioni politiche avrebbe risposto il ministro Bossi. ''Avremmo preferito che si seguisse un percorso diverso: il fatto che si approvi questo testo in Consiglio dei ministri non ci sembra convincente'': questo il commento del Presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, "tuttavia, ha aggiunto Domenici, vi sono alcuni punti che potrebbero essere migliorati in particolare al riguardo del Senato Federale e della sua composizione. ''Mentre per la verità il ministro per le Riforme Umberto Bossi non ha fatto particolari aperture nei confronti degli enti locali, comuni e province - ha osservato Domenici - Berlusconi ha detto che gli pare logico che in un Senato Federale questi siano rappresentati. Mi pare un risultato interessante che auspico foriero di buoni benefici''. Più categorico il Presidente dell'Unione delle Province d'Italia Lorenzo Ria il quale ha anche riferito che ''Berlusconi ha privilegiato l'accordo politico con la coalizione piuttosto che il corretto rapporto con gli altri livelli istituzionali''. In sostanza il ddl va all'esame del Consiglio dei Ministri senza alcuna modifica rispetto alle richieste avanzate da Regioni e Enti Locali. ''Il confronto invece - ha concluso Ria - avrebbe potuto introdurre alcune modifiche che invece non ci sono state". "L'unica disponibilità data dal governo e' stata su alcune modifiche al testo di riforma costituzionale nella parte relativa al Senato federale" : lo affermato la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ''Come ho avuto modo di dire nel corso della riunione - ha affermato Lorenzetti - non sottovalutiamo questa apertura rispetto ai 'titoli' delle modifiche annunciate. Ovviamente per un giudizio compiuto attendiamo di conoscere il testo che sarà approvato dal governo''. "C'e' stata un'apertura da Berlusconi nell'ascoltare le ragioni delle Regioni - ha osservato Cuffaro -. Noi guardavamo al processo di riforma con perplessità, ma ora si comincia a profilare un Senato Federale più legato alle Regioni anche se non è ancora proprio quello che volevamo. Speriamo di poterlo perfezionare durante l'iter legislativo''. ''Anche se ci sono esigenze di coalizione modifiche costituzionali cosi' incisive richiedono la necessità di trovare accordi piu' ampi''. A sottolinearlo, e' stato il Presidente della Regione Marche, Vito D'Ambrosio che ha aggiunto di augurarsi che la disponibilità mostrata dall'esecutivo si traduca nel ''sedersi e discutere e non dirci di prendere o lasciare sulla base di un orologio che scade''. ''Serve un Senato federale che abbia uno stretto contatto con il territorio; le novita' emerse oggi dall'emendamento che il governo presentera' sulla riforma costituzionale vanno in questa direzione, oggi e' stato fatto un grandissimo passo avanti''. E' il commento del Presidente ligure, Sandro Biasotti, ''Il fatto che il governo proporra' un sistema misto per il Senato federale, i cui membri siano in parte espressione diretta dei territori e che i senatori della Repubblica verranno eletti contestualmente ai consiglieri regionali costituisce una novità da non sottovalutare'', ha affermato Biasotti che ha espresso soddisfazione anche sui compiti del futuro Senato. ''Sia Berlusconi, sia Bossi - ha aggiunto il Presidente della Liguria - si sono impegnati per far si' che il Senato si occupi anche di finanziaria e di bilancio, vale a dire di federalismo fiscale. Anche il Presidente del Veneto Giancarlo Galan ha espresso un giudizio positivo sull'incontro durante il quale, a suo avviso sono stati fatti rilevanti progressi. ''Lo giudico più che positivamente - ha detto Galan -per due motivi: rispetto al punto di partenza sono stati fatti sostanziali passi in avanti perché il governo si e' impegnato a far proprie da domani alcune delle richieste avanzate dai Presidenti di regione. La più importante delle quali è senza dubbio il fatto che del Senato Federale farà parte una rappresentanza degli esecutivi regionali. Ci sarà anche la contestualità tra elezioni del Senato ed elezioni regionali. Altri punti recepiti dal Governo riguardano gli statuti e leggi finanziarie delle regioni a statuto speciale ''. ''Il secondo motivo che mi fa giudicare molto bene questa riunione - ha proseguito il Presidente del Veneto - è l'auspicio espresso dal Presidente del Consiglio che da parte di Regioni, Province, enti locali si continui a portare avanti emendamenti che saranno certamente recepiti nel corso dell' iter parlamentare''. Il Presidente del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy ha illustrato le richieste di tutte le Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, raccolte in un documento unitario, frutto di un lavoro coordinato dal Friuli-Venezia Giulia. Rivolgendosi al presidente del Consiglio ed ai ministri Bossi e La Loggia, Illy ha quindi chiesto l' introduzione nella legge che domani sarà approvata dal Consiglio dei ministri, anche di norme di salvaguardia che garantiscano alle Regioni speciali il mantenimento delle condizioni di maggiore autonomia di cui già godono, rispetto a nuove attribuzioni alle Regioni ordinarie. Illustrando la posizione unitaria delle Regioni ad autonomia differenziata, Illy ha quindi spiegato che esse sono favorevoli alla creazione di un Senato federale sul modello di quello tedesco, che prevede una composizione che deriva da una rappresentanza strettamente legata al 'sistema regionale''. 'Personalmente traggo un giudizio positivo nonostante questo testo di riforma costituzionale che domani va al Consiglio dei Ministri, abbia suscitato forti perplessita' ''. E' stato questo il commento del presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace, ''I quattro punti su cui si appuntano le considerazioni dei presidenti delle Regioni - ha proseguito Pace - sono il Senato federale, il concetto di Unità nazionale, la Corte costituzionale e il meccanismo di partecipazione elettiva al Senato federale. In questo senso - ha aggiunto - il sistema delle Regioni ha delle proposte emendative su questi argomenti, dimostrando di avere le idee chiare. Per questo ritengo che la bozza finale debba essere il frutto del confronto che non contenga emendamenti, ma sia il punto d'incontro di questa disponibilità che Governo e Regioni stanno mettendo in campo su questo tema. Anzi, ritengo che l'esperienza che stiamo maturando su questo delicatissimo punto possa in futuro diventare modello comportamentale per altre importanti trattative istituzionali e amministrative''. (sm) |
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Finanziaria: critiche da Regioni ed enti locali | |||||||||||||||||||
Le richieste delle Regioni ''sono infondate'' perché esse ''hanno una montagna di soldi e devono imparare a gestirli''. Il relatore in Senato al decreto che accompagna la finanziaria, ,Ivo Tarolli (nella foto) replica così alle critiche delle Regioni e alle loro esigenze. ''Hanno avuto negli ultimi due anni un budget superiore al 6% del Pil - ha detto - Le Regioni dovrebbero chiarire perché non sono in grado di gestire i servizi sanitari cui sono deputate e perché la spesa farmaceutica e' cresciuta fino al 16% del totale della spesa sanitaria''. Venire in Senato ''a chiedere altri soldi e' una scorciatoia comprensibile - ha aggiunto il relatore - ma non è la strada maestra per le Regioni' La Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha espresso stupore per le dichiarazioni rese alle agenzie di stampa dal Senatore Tarolli, relatore per il maxi-decreto collegato alla Finanziaria. Si riteneva di aver spiegato già abbastanza bene, questa mattina, in un’audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, le ragioni tecniche e politiche che sono alla base del documento che le Regioni hanno elaborato e approvato all’unanimità sulla manovra finanziaria 2004. A leggere le dichiarazioni del Senatore Tarolli pare che il quadro non sia ancora sufficientemente chiaro. Resta l’amarezza per le affermazioni del Relatore per il maxi-decreto collegato alla Finanziaria, Senatore Tarolli, cui saremmo stati lieti di replicare nella sede propria e cioè nel corso dell’audizione di questa mattina. Forse allora il Senatore Tarolli avrebbe compreso le nostre ragioni e si sarebbe reso conto che dietro la montagna di soldi c’è solo un topolino. Eppure si ritiene che tutti i Commissari abbiano compreso che più che con una montagna di soldi le Regioni si trovano a fare i conti con una montagna di crediti verso lo Stato e una sottostima pesante e gravosa - di cui finora solo le regioni hanno sopportato il carico – relativa alle risorse per la sanità. Disavanzi che sono legati alla necessità di finanziare quello che il Governo stesso insieme alle Regioni ha stabilito come ammontare dei costi legati ai livelli essenziali di assistenza in sanità garantiti dalle Regioni. Il Tavolo Governo-Regioni, che ha concluso i suoi lavori in luglio, ha individuato un disavanzo di 3,9 miliardi di Euro relativi al 2001. Le Regioni hanno già segnalato che nel 2004 si è di fronte ad una sottostima di circa 5 miliardi di Euro. A tutto ciò va aggiunto che le Regioni non hanno strumenti impositivi per poter recuperare questa situazione, poiché è stata loro già bloccata la possibilità di utilizzare le leve fiscali (IRAP e Addizionale IRPEF). Le Regioni l’8 agosto del 2001 hanno siglato un accordo con il Governo ed hanno adottato tutti gli strumenti che quell’accordo prevedeva per la razionalizzazione e il contenimento della spesa sanitaria. Quell’accordo non teneva conto, né poteva, della successiva Legge Bossi-Fini, che con la regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ha evidentemente comportato un aumento della spesa legato alla necessità di garantire un’assistenza sanitaria agli stessi.
Infine, bisogna ricordare che esistono
problemi seri relativi alla cassa per cui le Regioni attendono ancora 7,8
miliardi di Euro relativi al 2002 e 4 miliardi di Euro relativi ai primi
10 mesi del 2003 dallo Stato. Ciò significa che alle situazioni cui si
faceva riferimento bisogna aggiungere l’impossibilità di contare su un
quadro di risorse certe.
Forti critiche anche dagli enti locali
(confermate da
un'intervista di Leonardo Domenici al
Corriere della sera) "La
manovra comporterà per i Comuni una ulteriore riduzione dei trasferimenti
rispetto alla Finanziaria 2003. Secondo i
calcoli dell'Anci,
ascoltata oggi dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, ''il totale
dei tagli alle risorse provenienti dai soli capitoli del ministero
dell'Interno e' di circa 790 milioni di euro''. Minori entrate - rilevano
i Comuni - che si sommano alla riduzione delle spese di 1.800 milioni,
derivante dal patto di stabilità interno, e al blocco delle
addizionali Irpef e delle maggiorazioni Irap. L'Anci rileva, ancora, che
il Fondo per le politiche sociali scende da 1.528 milioni di euro nel 2003
a 1.219 milioni circa per il 2004. Il Fondo per il sostegno alle locazioni
abitative viene mantenuto ai livelli 2003, considerato però che ''per
problemi di assestamento e di cassa sono stati gia' tagliati 12 miliardi
di euro su quello previsto dalla Finanziaria 2003''. Per dare un'idea di
quanto questi tagli incidano sui conti dei Comuni, l'Anci ha calcolato la
differenza della spettanza tra il 2003 e il 2004. Per Milano, per esempio,
la differenza è del 7%, per Bologna del 7,3%, ma per alcuni piccoli Comuni
la differenza negativa arriva a due cifre. |
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Veneto e Friuli ricordano Vajont | |||||||||||||||||||
Il tema della memoria
"non tanto e non solo come riconoscimento del passato, ma per trarre da
esso la forza e l'insegnamento per guardare al futuro" è stato il motivo
portante della breve quanto intensa visita che il Presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha compiuto alla diga del Vajont
per rendere omaggio alle vittime dell'immane disastro avvenuto proprio 40
anni fa.
Rendendo omaggio alla "gente di montagna forte e coraggiosa anche nelle
sventure", il Presidente Ciampi ha ricordato una visita privata al
luogo del disastro avvenuta pochi anni dopo quell'evento e si è ripromesso
di accogliere appena possibile l'invito del sindaco di Erto e Casso,
Luciano Pezzin - col quale era presente anche il sindaco di Vajont, Felice
Manarin, il paese nato proprio in conseguenza del disastro - di percorrere
il percorso realizzato sulla diga. “Oggi a 40 anni di distanza dall’immane tragedia che ha sconvolto questa terra ho l’onore di annunciare - ha dichiarato il presidente della giunta veneta Giancarlo Galan (nella foto) - la partecipazione della Regione del Veneto alla costituzione, quale socio fondatore, della "Fondazione Vajont 9 ottobre 1963" con sede a Longarone". "I principali scopi della Fondazione riguardano lo studio dell’ambiente montano - ha spiegato il presidente della Regione - in particolare della zona del Vajont, la ricerca in materia di difesa e valorizzazione della montagna, lo studio idrogeologico della montagna e relativi rischi, anche in relazione allo sfruttamento o attraversamento del territorio per la produzione e la conduzione di risorse energetiche, nonché l’individuazione dei rischi idrogeologici". "In breve la "Fondazione Vajont 9 ottobre 1963" - ha affermato - si occuperà di tutto quello che renderà impossibile il ripetersi di un altro Vajont in Italia e nel mondo". Una cerimonia essenziale, quella che si è svolta a Erto e Casso, alla quale hanno partecipato anche in rappresentanza della Regione Friuli Venezia-Giulia il presidente del Consiglio, Alessandro Tesini, e l'assessore alle Finanze, Augusto Antonucci - presenti molti altri esponenti regionali e amministratori provinciali e comunali del Friuli Occidentale -, che in precedenza avevano partecipato anche alla cerimonia svoltasi a Longarone. Sia il presidente Tesini che l'assessore Antonucci - commentando la cerimonia - hanno sottolineato l'importanza della stessa. "La presenza del Presidente Ciampi - ha affermato Tesini - ha fatto sentire a queste popolazioni la vicinanza dell'intero Paese, segno che anche dopo 40 anni la memoria di quei tragici eventi, frutto di una ingiustizia ampiamente dimostrata, è viva. E ricordare oggi quella violenza scatenata dall'uomo significa ammonire tutti, istituzioni e cittadini, che non si può procedere con uno sviluppo senza regole". Anche per l'assessore Antonucci "la presenza e le parole del Presidente della Repubblica sono le testimonianza che il Paese non dimentica un'immane tragedia, le cui conseguenze umane sono ancor'oggi evidenti e che devono spronare noi tutti a procedere sulla via dell'innovazione senza dimenticare mai i valori che sono alla base del vivere civile". (red) |
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UE: Marche, Umbria, Puglia e Sicilia presentano iniziative semestre | |||||||||||||||||||
I
ministri Frattini e La Loggia e i presidenti delle Regioni Marche, Umbria,
Puglia e Sicilia hanno presentato a Palazzo Chigi le iniziative promosse
in occasione del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea per
approfondire i temi di politica estera legati alla politica
euromediterranea e balcanica. UE-Regioni-Balcani: - Umbria; - Marche;- Puglia; - Sicilia (gs) |
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Emilia-Romagna: accordo con ministero beni e attivita' culturali | |||||||||||||||||||
Procedure piu' rapide e snelle per le autorizzazioni paesaggistiche in
Emilia-Romagna, ma, soprattutto, ''stop'' a quei conflitti e
sovrapposizioni di competenze tra poteri statali e locali di cui spesso a
far le spese era il cittadino. Un esempio: il parere negativo della
Sovrintendenza che di fatto arrivava a bloccare, al termine di un iter
lungo e complesso, la concessione edilizia rilasciata dal Comune. E'
questo il risultato dell'accordo - il primo di questo genere in Italia -
firmato a Roma tra il Ministro per i beni e le attivita' culturali
Giuliano Urbani, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani
e Antonio Gioiellieri per il coordinamento delle Autonomie locali dell'Emilia-Romagna.
''Il nostro paese ha risorse straordinarie da tutelare e valorizzare - ha commentato Errani - e questo accordo e' importantissimo. Voglio affermarlo con forza, perche' tante altre volte questa collaborazione con il Governo purtroppo non c'e' stata. Una cosa e' chiara: questo accordo e' oggettivamente opposto alla logica del condono che, come e' noto, io non condivido''. L' accordo riguarda la realizzazione di opere pubbliche e private (da una abitazione, alla semplice installazione di un'antenna) in aree soggette a vincolo perche' di particolare pregio paesaggistico (parchi, boschi, aree fluviali...) e punta a introdurre criteri omogenei e condivisi laddove prima finiva con il prevalere la sovrapposizione di diverse competenze statali e locali. IL testo parla infatti di ''pianificazione condivisa''. In altre parole Sovrintendenze, Regione, Province e Comuni si impegnano a concordare a monte quali criteri applicare e in che modo nella tutela del paesaggio emiliano-romagnolo, per evitare che contrasti successivi e in corso d'opera blocchino per lunghi periodi la realizzazione di un intervento. La concertazione avverra' a tutti i livelli: tra Regione e Sovrintendenza regionale per quanto riguarda il Piano territoriale paesaggistico regionale, tra Province e singole Sovrintendenze al momento della revisione dei Piani di coordinamento territoriale provinciale e ancora tra Sovrintendenze e Comuni ( a partire da quelli in cui si riscontra un valore paesaggistico del territorio particolarmente alto) nell'ambito dei Piani regolatori comunali. Non solo: Comuni e Sovrintendenze si impegnano anche a sottoscrivere un'intesa per semplificare e accelerare il procedimento autorizzativo per determinate categorie di opere, mentre viene rafforzato il ricorso alle Conferenze dei ervizi con la partecipazione delle Sovrintendenze per le opere pubbliche. L'accordo infine attua una complessiva revisione del sistema vincolistico valido sul territorio emiliano-romagnolo in base a una serie di principi e obiettivi concordati tra le parti. Prevede anche specifiche attivita' di alta formazione in accordo con le Universita' e gli Ordini professionali, rivolte ai componenti delle commissioni comunali per la qualita' architettonica e il paesaggio e ai professionisti pubblici e privati. (red) |
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Entrate tributarie gennaio-agosto 2003: dati competenza | |||||||||||||||||||
Sono stati resi noti i
dati di competenza delle entrate tributarie gennaio-agosto 2003.
Il MEF (ministero dell'economia) ha comunicato che nel periodo gennaio - agosto 2003 sono state accertate
entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio della
competenza, per un ammontare pari a 215.253 milioni di euro, in
aumento di 11.812 milioni di euro (+5,8%) rispetto allo stesso
periodo dell’anno 2002. |
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