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Sommario |
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Bossi presenta emendamenti a Senato federale | |||||||||||||||||||
Il clima sulle riforme costituzionali
appare "sereno
variabile", tendente al nuvoloso verso ovest con ampli squarci di sole al
nord, centro stazionario.
Dopo che il Ministro
Bossi ha annunciato al quotidiano "la Padania"
in un'intervista del direttore Moncalvo che presenterà oggi al Consiglio
dei Ministri gli emendamenti al testo (cfr. a riguardo gli articoli
pubblicati da il
Sole 24 Ore e da
la Stampa) di riforma costituzionale che
prevede anche il Senato federale, il Ministro
Buttiglione ha
voluto chiarire che comunque non si tratta di un testo blindato. ''Il
Governo intende fare la riforma federale'', ha detto il Ministro
per le politiche comunitarie. ''Non crediamo che il testo vada blindato.
Possiamo concordare alcune modifiche che il governo proporrà ma vogliamo
che ci sia un confronto aperto con l'opposizione. Non vuol dire che in
questo confronto la maggioranza vada senza una propria linea''. Bossi aveva preannunciato che sul Senato Federale: "Il governo ha escluso che il Senato Federale non venga eletto direttamente dagli elettori ma che sia costituito dai membri degli esecutivi delle Regioni". Perché - chiede Moncalvo a Bossi - lei ha fatto questa scelta e non quella tedesca? "Perché il Senato Federale - risponde il ministro - legifera su competenze regionali così importanti che sono destinate ad incidere sulla politica generale del Paese". Gli emendamenti riguarderanno: 1) la "contestualità delle elezioni regionali" con quelle del Senato Federale; 2) la presenza come membri di diritto del Senato dei Presidenti di Regione; 3) il procedimento di approvazione degli statuti delle cinque regioni autonome; 4) approvazione della Finanziaria Bicamerale. Bossi afferma anche che "il Senato Federale è proprio la sede naturale per la valutazione dell'interesse nazionale. Il Senato è un organo politico ma rappresenta anche gli interessi del territorio". Per il senatore dell'UDC Francesco D'Onofrio - in un'altra intervista de "la Padania" - «Senza la devoluzione salta il disegno strategico dei governo». «Il dato politico fondamentale è che la riforma passerà entro Natale. È possibile, insomma, approdare ad una riforma in senso federalistico dello Stato». In Commissione «L'intervento centrale è stato quello del ministro Tremonti, secondo ll quale è chiaro che un Senato forte può condizionare anche la politica economica del governo. È quindi possibile che il Senato federale si occupi anche della Finanziaria. È normale infatti che il governo debba "contrattare" con le Regioni la legge economica fondamentale, oggi lo fa con la conferenza Stato‑Regioni, domani lo farà con il Senato. L'intervento è stato fondamentale perché ha fatto capire che l'intenzione è quella di avere un organo federale forte anche nel settore economico e non solo nelle competenze.» Mentre per il coordinatore della Lega Roberto Calderoli: «Il Governo ha fatto proprie delle richieste avanzate dai presidenti delle Regioni. Adesso bisogna verificare che la maggioranza recepisca queste proposte». Il vicepresidente del Senato ribadisce: "se non dovessero essere accolte le proposte delle Regioni, si tornerebbe comunque al testo originario del Governo. Il provvedimento non si scardina". (gs) |
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Emilia-Romagna su riforma Moratti | |||||||||||||||||||
E' stato chiesto al
Presidente della Regione
Emilia-Romagna Vasco Errani
e all'assessore regionale alla Scuola e
Formazione Mariangela Bastico (nella foto), quindi
alla Regione Emilia-Romagna, di intervenire in sede di conferenza
Stato-Regioni per sollecitare il ritiro del decreto attuativo della riforma
Moratti sulla scuola. La richiesta è pervenuta da una trentina tra
insegnanti, genitori e alunni di diverse scuole elementari del bolognese. |
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Contratto lavoratori comparto sanità | |||||||||||||||||||
Ci sono tutte le
condizioni per la firma del contratto dei lavoratori del comparto
sanità,
scaduto da 18 mesi, e che riguarda oltre 550 mila persone del
settore (esclusi medici e dirigenti). A sostenerlo e' l'assessore al
bilancio della Regione Lombardia, Romano Colozzi, che ricopre l'incarico
di coordinatore degli assessori al bilancio per la Conferenza delle
regioni e di presidente nazionale del comitato di settore per il comparto
sanità.
Colozzi ha incontrato
i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e il rappresentante nazionale
della Cgil Fp, Podda.
L'assessore ha spiegato che manca l'approvazione definitiva dei
presidenti delle Regioni, che si esprimeranno il prossimo 26 novembre
nella Conferenza delle Regioni, e che devono esaminare il costo del
contratto dal momento che la direttiva approvata in precedenza parlava di
aumenti medi pari a 103 euro, mentre ora si parla di cifre diverse e piu'
significative.
''Solo su un punto permane una valutazione diversa con i sindacati - ha
aggiunto Colozzi (nella foto) - relativa ad una richiesta che, riteniamo, potrebbe
innescare processi di incrementi futuri non compatibili con gli attuali
meccanismi di finanziamento della sanita'''. L'assessore e' tuttavia
convinto che questo punto di divergenza puo' essere superato e che
comunque esso può essere nuovamente esaminato nella trattativa che
dovrà partire per il secondo biennio. ''L'auspicio - ha concluso Colozzi
- è che si arrivi alla chiusura del rinnovo del contratto''. Anche
l'Assessore regionale alla sanità del Veneto Fabio Gava (coordinatore
degli Assessori alla sanità per la Conferenza delle Regioni) ha
incontrato a Venezia i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil
(presenti anche gli autonomi della Cisas), che hanno organizzato una serie
di manifestazioni presso tutte le Regioni italiane per sollecitare la
definizione del contratto nazionale di lavoro del comparto sanità. |
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Banca d'Italia e conti pubblici: servono correzioni strutturali | |||||||||||||||||||
Conti italiani a rischio per il
prossimo anno. Se infatti
la crescita ipotizzata dal Governo per
il 2004 dovesse rivelarsi inferiore alle aspettative
potrebbero saltare gli obiettivi di finanza pubblica. Ai primi timidi effetti della riduzione dell'Irpef dovuti al primo modulo della riforma fiscale (l'imposta
è aumentata solo dell' 1,8%) fa da contrappeso un
aumento delle imposte locali, con un boom del 24,6% per l'Irpef regionale.
C'è poi l' inflazione che per il prossimo anno
è
prevista attestarsi intorno al 2,1%. |
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Energia: confronto Autorità -Ministero Economia su tariffe | |||||||||||||||||||
L'Autorità
per l'energia elettrica e il gas ha
diffuso
un secondo documento per la consultazione con le
proprie proposte sulle tariffe elettriche
che saranno applicate dal prossimo primo gennaio 2004 fino al 31 dicembre
2007. Il
quadro tariffario delineato dall'Autorità prevede
sia un aumento complessivo dei ricavi delle aziende impegnate nei settori
della trasmissione, distribuzione, misura e vendita dell'elettricità sia
una riduzione di alcuni punti percentuali del costo finale per i
consumatori. Questo risultato, che tiene conto dell'aumento dei consumi di
elettricità nel quadriennio, sarà ottenuto con un'equa ripartizione dei
recuperi di efficienza (quindi minor costo complessivo del servizio)
conseguiti dalle imprese negli anni 2000-2003, stimolate dai meccanismi
tariffari incentivanti introdotti dall'Autorità a fine 1999. In tale
periodo il recupero medio annuo di produttività è stato del 6%, maggiore
di circa 2 punti percentuali rispetto all'obiettivo che fu fissato
dall'Autorità, con un price-cap (riduzione annuale predeterminata
dei ricavi) del 4%. Le proposte dell'Autorità individuano il punto di
equilibrio tra l'interesse delle imprese e quello dei consumatori fissando
un tasso di rendimento del capitale investito reale pre-tasse del 6,2% per
l'attività di trasmissione e del 6,4% per l'attività di distribuzione. Il Ministero dell'Economia ha preso atto con viva sorpresa del II documento per la consultazione pubblicato oggi dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, di cui non condivide il contenuto e si riserva di intraprendere ogni azione a tutela dell’Enel e dei suoi azionisti, in vista del Documento definitivo, contenente il sistema tariffario 2004-2007. (sm) |
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Chiaravalloti: vigili su Scanzano | |||||||||||||||||||
Altro giorno di proteste, ma anche di atti
concreti sul decreto legge sul
sito nazionale scorie nucleari. E il Governo per bocca del
Sottosegretario all'ambiente Tortoli annuncia possibili cambiamenti
del Decreto, mentre il Presidente della Regione Basilicata,
Filippo
Bubbico rivolge un altro appello affinché sia rivisto il testo del
provvedimento. Lancia un monito anche il professor Floriano Villa, Presidente dell'Associazione nazionale dei geologi italiani : "Da un punto di vista geologico non vedo una soluzione in termini di completa sicurezza'', mentre arriva il sostegno dell'Anci e quello dei Vescovi della Regione che esprimono ''Profonda gratitudine e sostegno sentito e cordiale per le iniziative che si stanno concretizzando sul piano istituzionale e politico per scongiurare il grave pericolo a cui e' esposta l' area di Scanzano Jonico''. In ogni caso il territorio della Basilicata sarà dichiarato denuclearizzato e non sarà concessa la movimentazione e la presenza di materiali nucleari prodotti fuori regione. E’ quanto prevede un disegno di legge approvato dalla Giunta regionale con il quale viene modificata ed integrata la legge regionale sullo smaltimento dei rifiuti (numero 59 del 1995). Il disegno di legge prevede in particolare che venga preclusa la movimentazione e la presenza di materiali nucleari non prodotti in regione, ad esclusione di quelli necessari per scopi sanitari e per altri scopi ben individuati. La norma prevede anche misure urgenti di vigilanza ambientale e sanitaria e di controllo per evitare l'immissione di nuovo materiale nucleare e per impedire la contiguità di tale materiale con la popolazione e gli insediamenti civili. Inoltre la Regione Basilicata solleverà la questione di illegittimità costituzionale del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi", la protesta sale anche on line e si registrano una serie di servizi attivati sul sito del Comune di Scanzano Jonico. Intanto la Calabria fa sapere, tramite il suo presidente di regione, che ''Occorre raccogliere e, quindi, fornire garanzie assolute, senza alcun possibile rischio per la salute dei cittadini, per la terra e per l'aria, prima di prendere posizione a favore o contro la collocazione di un sito di raccolta per le scorie 'nucleari' al confine tra Basilicata e Calabria''. Giuseppe Chiaravalloti è quindi in ''vigile attesa''. ''Non ci deve essere su queste tematiche una contrapposizone strumentale allo schieramento politico, né tanto meno - commenta Chiaravalloti - alcuna pregiudiziale di parte. L'argomento interessa tutti e non soltanto i calabresi o i lucani. Occorre conoscere e far sapere, poi, alla popolazione come si intende scongiurare ogni rischio e quali eventuali benefici al territorio può portare la collocazione di un 'sito' in quell'area geografica. Non ci sono confini regionali - afferma Chiaravalloti - per la sicurezza ambientale. Per la Calabria, in particolare, ambiente, agricoltura e turismo sono fonti inestimabili di sviluppo. Per l'intero Mezzogiorno occasione di valorizzazione, di risorse per tanto tempo solo marginalmente sfruttate''. Infine Pierluigi Bersani, responsabile economico DS, invita l'esecutivo a ripensare la scelta del sito in Basilicata per le scorie nucleari. ''C'è da sperare che il Governo si fermi e cominci a confrontarsi con Regioni e Parlamento prima che la situazione vada fuori controllo e pregiudichi per sempre la possibilità di una soluzione razionale ad un problema delicato''. (red) |
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