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Sommario |
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Cipe: risorse per Mezzogiorno, ricerca e informatizzazione | |||||||||||||||||||
Due importanti delibere sono state
adottate dal Cipe nel corso di una seduta presieduta dal Presidente del
Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi. La prima delibera (in attuazione del nuovo sistema introdotto dagli articoli 60 e 61 della Legge Finanziaria 2003) alloca a singoli incentivi e a investimenti pubblici in infrastrutture per il triennio 2003/2005 le risorse dei Fondi per le aree sottoutilizzate (cfr.nota) costituiti presso i Ministeri dell'economia e delle finanze e delle attività produttive: 14 miliardi e 500 milioni di euro per il riequilibrio economico e sociale" . La seconda delibera destina le risorse per investimenti pubblici in infrastrutture materiali e immateriali alle Regioni e ai Programmi nazionali di sviluppo, in particolare nei settori della ricerca e della società dell'informazione: 5 miliardi e 200 milioni di euro per investimenti pubblici". (sm) |
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Farmaceutica: Sirchia boccia il patto proposto dalle Regioni | |||||||||||||||||||
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Quasi una bocciatura senza appello
quella espressa dal Ministro della Salute,
Sirchia, con
riferimento al "patto"
proposto dalle Regioni sulla farmaceutica.
Il documento è stato inviato il 9 maggio con
lettera al Ministro
dell'Economia e al Ministro della Salute dal Presidente della Conferenza
dei presidenti delle regioni Enzo Ghigo: "Anche
durante l’iter delle Legge Finanziaria 2003, in merito alle disposizione
sulla Sanità - scrive Ghigo - è stata più volte sottolineata la
rilevanza e l’urgenza di una revisione normativa complessiva ed organica
del settore farmaceutico. In tale direzione le Regioni hanno formulato una
proposta per “Un nuovo patto per la Farmaceutica” e la Conferenza dei
Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione dell’8
maggio, ha approvato tale documento. Desidero, pertanto, trasmettere alla
Sua diretta attenzione il documento anche al fine di confrontarsi sulle
proposte avanzate". Ma nell'intervista a Il Sole 24 ore il Ministro afferma che il documento delle regioni "contiene idee sovietiche" e ''non condivisibili nei contenuti". Per Sirchia è un documento ''vecchio'' e che ''riesuma delle cose ampiamente superate dal nuovo Prontuario che sta riportando la spesa ai livelli precedenti''. Tanto che a fine anno, afferma Sirchia, si prevede di raggiungere il tetto del 13%, in linea con il patto di stabilità dell'8 agosto 2001. il Ministro attacca anche la ''logica economicistica pura'' e la razionalità dei tagli: ''tagliando indiscriminatamente il buono e cattivo, si fa un'operazione devastante''. Nel documento delle Regioni il ministro sottolinea le osservazioni relative all'informazione scientifica delle aziende. ''Cose apprezzabili, che però abbiamo già messo in cantiere''. E' invece perplesso ''quando si pensa di incanalare l'industria in un regime di vigilanza speciale e di tagli ulteriori''. (gs) |
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Toscana: il caso Pfizer dal Senato alla Magistratura | |||||||||||||||||||
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Il Senato discute il caso Pfizer, un importante casa farmaceutica che è stata al centro di polemiche con la Regione Toscana per via di comunicazioni ritenute non corrette, e intanto del caso si interessa anche la Magistratura. "E' evidente che la Commissione giunge alle nostre stesse conclusioni. Abbiamo fatto bene a non sottovalutare la cosa e a portare tutto alla Procura della Repubblica". L'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi commenta con soddisfazione l'annuncio dato da Francesco Carella, presidente della Commissione d'inchiesta del Senato sul caso Pfizer, che i resoconti delle audizioni finiranno sul tavolo della magistratura. "I giudizi negativi sulla sanità toscana vengono smentiti dallo stesso Mannheimer, autore del sondaggio - prosegue Rossi - Segno evidente che in Toscana si governa la sanità guardando agli interessi dei cittadini ed esclusivamente a questi. Proprio per questo può accadere che ci siano forze che vogliono screditare una sanità pubblica nel complesso buona. Noi continueremo per la nostra strada serenamente, convinti di interpretare le istanze dei cittadini e degli operatori della sanità insieme ai quali abbiamo costruito il nostro modello di servizio sanitario regionale". (red) | ||||||||||||||||||
Gli italiani scelgono l'eco-turismo | |||||||||||||||||||
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Vengono dall'Italia i
turisti
che scelgono di trascorrere le vacanze nelle aree protette e nei parchi
d'Italia, un sistema che occupa oltre il 10 per cento del territorio
ed è meta, ogni anno, di quasi 10 milioni di visitatori, la cui permanenza
media e' di cinque giorni. I dati emergono dal primo Rapporto sul
turismo-natura, curato dall'Osservatorio permanente costituito nell'
ambito dell'annuale borsa turistica Ecotur. Dopo gli italiani (il 12 per
cento del totale), i più assidui frequentatori sono i tedeschi, (1,2
milioni) seguiti dai francesi (90mila), dagli svizzeri (66mila), dagli
austriaci (61mila), dagli inglesi (58mila) e dagli olandesi (53mila),
mentre una piccola quota arriva dal resto del mondo. Interessante anche il
dato relativo ai cittadini dell'Europa dell'Est, recentemente conquistati
dal turismo verde in Italia: sono circa 16 mila, soprattutto polacchi (3
per cento). La crescita di questo tipo di turismo, e' stato rilevato,
coinvolge sempre più la popolazione locale nella fornitura di servizi e
nella riconversione di infrastrutture già presenti sul territorio. Secondo
il rapporto, il prodotto basato sull'offerta di risorse naturali non puo'
prescindere dall'abbinamento con il patrimonio culturale, che, in base a
recenti rilevazioni del Ministero per i Beni culturali, consiste in non
meno di 100 mila chiese, 3.500 musei, 2.100 aree archeologiche, decine di
migliaia di rocche, castelli, giardini storici, biblioteche e archivi. Fra
le Regioni italiane più frequentate per la loro offerta di natura, al
primo posto, con quasi 500mila arrivi, risulta l'Alto Adige; seguono
Emilia Romagna, Veneto, Sardegna, Lombardia, Toscana e Puglia. Come
tipologia di struttura ricettiva, gli alberghi e le pensioni rappresentano
la soluzione preferita per il 48,2 per cento dei turisti, gli appartamenti
sono scelti dal 21,2 per cento, i campeggi raccolgono il 9 per cento dei
favori, la formula B&B (Bed and breakfast), arriva al 6,6 per cento. Il
camper e' scelto dal 6,3 per cento dei viaggiatori, mentre l'8,7 per cento
opta per altre strutture. Utili indicazioni sono arrivate dal Rapporto per le future strategie di promozione delle regioni: c'e' infatti disparità fra le richieste di informazioni sui parchi di alcune zone e la presenza, nei cataloghi dei tour operator dei paesi nord europei, di offerte relative alle regioni per le quali i potenziali turisti manifestano più interesse. Da un lato, regioni come Piemonte, Lombardia, Trentino, Umbria e Campania sono più presenti rispetto alla richiesta, mentre e' inversamente proporzionale il rapporto per Liguria, Toscana e Sicilia. Solo l'Abruzzo, fra le regioni a più alta percentuale di richieste, presenta un rapporto sostanzialmente equilibrato: 17,7 per cento di richiesta contro il 17,2 per cento di programmazione del prodotto Parchi da parte dei Tour operator. (red) |
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Regioni, Europa e artigianato | |||||||||||||||||||
Una ricerca su
"L’artigianato in Europa e in Italia",
presentata a Torino dall’Osservatorio della Regione Piemonte sulll’artigianato,
ha analizzato la realtà e le molteplici forme dell’impresa artigiana e
delle istituzioni, soprattutto come esse interagiscono nelle varie
situazioni nazionali europee e regionali italiane. |
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Toscana: futuro anche nell'impresa | |||||||||||||||||||
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"La Toscana non sarà solo un grande parco giochi" ma anche industria, sarà piccola e media impresa. E' questo il futuro della regione Toscana secondo il presidente Claudio Martini che lo ha tracciato durante un convegno a Siena: "Non sarà - ha detto - una area di attività dedicate solo alle vacanze dei turisti italiani o stranieri. Voglio sottolineare questo concetto dinanzi all'idea di alcuni che ormai la Toscana possa puntare decisamente al post-industriale, o addirittura al non-industriale. Sì, certo, turismo, terziario avanzato, attività del benessere e dello svago sono vocazioni da sviluppare ma non crediamo in un futuro in cui il terziario si sostituisca totalmente all'industria. E industria in Toscana vuol dire piccola e media impresa". Il 35,2 per cento della forza lavoro toscana si concentra in aziende con meno di dieci addetti, un altro 39,3% in imprese che ne contano più di dieci ma meno di cinquanta. Solo il 25,5% lavora laddove ci sono più di 50 assunti: stabilimenti ancora piccoli ma che dispongono di strutture produttive ed organizzative già tipiche dell'impresa. E' la fotografia della regione che esce dall'ultima ricerca dell'Irpet - i dati sono quelli del 2002 - e che chiariscono subito come il fenomeno della piccola e media impresa sia caratterizzato in Toscana, rispetto a regioni economicamente simili come Emilia Romagna e Veneto, da un numero più elevato di piccole unità produttive. La piccola e media impresa non è comunque un modello debole in sé. Anzi, a volte porta anche vantaggi. Diventa un modello debole, come altrove in Italia, solo quando l'azienda non fa parte di un sistema. Ci sono aree, come i sistemi locali presenti lungo il bacino dell'Arno, dove la Pmi è un modello 'forte' ed altre aree invece, lungo la costa, in cui le singole imprese sono ancora e spesso entità isolate. (gs) | ||||||||||||||||||
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